[Stml4] 03.01-BLAKE-Benvenuti su Rigel 3
Guido Fiorillo
gufiemail a gmail.com
Sab 5 Nov 2016 16:36:52 CET
Ciao a tutti,
scusate per il piccolo ritardo; ecco il brano d'inizio della missione 3.
Come vi sembra? Aspetto di sentire la vostra opinione.
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Tenente John Blake
Ufficiale Scientifico Capo
Atlantis NX-04
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5 Novembre 2171-Plancia della USS Atlantis
Dopo mesi di lavoro estenuante, l'intero equipaggio aspettava con ansia la
settimana di licenza concessa dal Capitano Cortes. Gli ufficiali, riuniti
sul ponte di comando, fissavano il visore principale, dove si cominciava a
distinguere, fra le stelle e le tenui nubi di polvere, la sagoma della
stazione spaziale Rigel 3, su cui sarebbero sbarcati fra poco.
"Capitano, una comunicazione in ingresso dalla stazione", annunciò il
guardiamarina Reis."La passi sul visore", ribatté Cortes. Sullo schermo
comparve il volto rubicondo e florido di un alieno completamente calvo, che
cominciò a parlare, con voce untuosa: "Stimatissimo Capitano Cortes, il
mio nome è Grinn Karver e sono lieto di darle il benvenuto su questa
piccola stazione che ho l'onore di dirigere. Spero che nei prossimi giorni
Lei possa non essere troppo deluso da quanto troverà sul mio piccolo mondo.
Pur sapendo che il mio umile invito è indegno di Lei e del suo equipaggio,
confido che questa sera non vorrà negarmi il piacere di cenare con Lei e
con gli ufficiali superiori" "Direttore Karver, la ringrazio del benvenuto
e accetto senz'altro il Suo invito", rispose Cortes, in tono forse non
molto entusiasta. Non appeno chiuso il canale subspaziale, gli ufficiali si
scambiarono un'occhiata di disappunto, ma prima che qualcuno potesse
parlare, il capitano intervenne "Sarà una seccatura, ma è nostro dovere
stringere rapporti amichevoli con le specie aliene che incontriamo E, mi
raccomando, voglio che questa sera siate cortesi e cerimoniosi almeno
quanto il nostro ospite", concluse Cortes con un mezzo sorriso."Arriveremo
alla stazione fra trenta minuti", comunicò il timoniere Random.
5 Novembre 2171- Ore 22:30 Appartamento del direttore Grinn Karver
L'ufficiale scientifico guardava con sconforto i resti della lunga cena
ormai conclusa. Da più di un' ora gli rimbombava nelle orecchie la voce
melliflua di Karver, che riusciva a parlare ininterrottamente senza mai
dire nulla di preciso, se non riversare un profluvio di complimenti
affettati sui propri interlocutori. Reis -"l'affascinantissima signora che
siamo onorati di avere con noi"- come la definiva di continuo il Direttore-
bisbigliò a Blake: "Persino le offese gratuite dei Tellariti sono meglio di
questo strazio!" Blake sogghignò di rimando, sperando che i RIgeliani, la
specie cui apparteneva Karver, avessero l'abitudine di andare a letto
presto. Come per telepatia, proprio in quell'istante Finn pronunciò la
parola "letto". "Ma come Capitano! Perché mi rifiuta l'onore di ospitare
Lei e i suoi esimi ufficiali nella mia misera casa, almeno per questa
notte?" "Signor Karver, anche durante la licenza, io sono responsabile per
i miei uomini e voglio stare al loro fianco...se accettassi il suo invito,
capisce bene che verrei meno al mio dovere", rispose Cortes. "Ah, il dovere
per lei è tutto, è proprio un uomo esemplare, Capitano, e anche i suoi
ufficiali, per non parlare, poi ,dell'affascinantissima signora che
quest'oggi è con noi. Ma non sopporto, proprio non sopporto l'idea che
persone rispettabili come voi debbano mescolarsi ai tanti poco di buono, ai
tanti avanzi di galera- sia detto con rispetto- che affollano la stazione e
che purtroppo noi non possiamo fare niente per scacciare...Lei, i suoi
ufficiali, una signora così affascinante, in mezzo a quella feccia: è un
immagine tremenda, mi fa stare male", e Karver cominciò a contorcersi
proprio come se gli fosse venuto un attacco di convulsioni. Cortes, pur
rimanendo garbato, volle subito porre fine alla sceneggiata:"Proprio il
fatto che le stazioni spaziali siano a volte luoghi pericolosi mi spinge a
stare coi miei uomini, per cui spero di non offenderla se declino
definitivamente la sua offerta." "Capisco, capisco", disse Grinn Karter, e
riprese imperterrito a cianciare del più e del meno.
5 Novembre 2171 Ore 00:10 Bar della Stazione Rigel 3
Blake, Random e Reis sedevano soddisfatti di fronte a tre bicchieri pieni
di un'ambigua, ma piacevole, bevanda aliena. Terminata l'interminabile cena
con il Direttore, i tre avevano deciso di rialzare le sorti della loro
prima serata di licenza, messe in serio pericolo dal futile chiacchiericcio
di Grinn Karter. La loro conversazione verteva proprio sui suoi modi
ridicolmente cerimoniosi, quando un avventore si sedette al loro tavolo
senza molti complimenti. Prima che potessero dire alcunché , lo sconosciuto
esordì, rivolgendosi a Reis con fare manifestamente alticcio:"Da quando in
qua su questa stazione girano straniere così carine? Appena ti ho visto,
ho pensato:questa devo conoscerla. Kaleb Sotor non si fa scappare un
occasione del genere;e tu, bellezza, ti faresti scappare l'occasione di
conoscere Kaleb Sotor?", e qui il sedicente Kaleb Sotor scoppiò in una
risata scomposta e volgare."Ma cosa vuoi qui? Vattene, se non cerchi
guai!",intervenne Random, che aveva una certa esperienza in materia di
stazioni spazali e sapeva che basta una risposta decisa per tenere lontano
una miriade di seccatori "Ma senti qua l'amichetto che strilla come se gli
rubassero la sua gallinella. E tu,carina, davvero vuoi perdere queta
occasione?" "Se non te ne vai, l'unica occasione da non perdere sarà quella
di spaccarti la faccia",mormorò Blake, che forse aveva bevuto troppo. "Ah,
e saresti tu quello che vuole spaccarmi la faccia? Arar, Geth, venite qui",
urlò l'alieno. A quel punto tutto capitò in pochi istanti; i due amici
del'importuno dongiovanni arrivarono; scoppiò un rissa che durò alcuni
minuti e fu sedata solo dall'intervento del barista, probabilmente abituato
a situazioni del genere, mentre gli altri avventori facevano il tifo per
l'una o per l'altra parte. Allontanandosi dai rivali doloranti, Random e
Blake- doloranti quanto gli avversari- si guardavano intorno, cercando
Reis, assai dispiaciuti che avesse dovuto assistere a un simile spettacolo;
ma di Reis nessuna traccia. "Dove sarà finita?", chiese con grande allarme
Random. "Reis, Reis", cominciò a chiamare a gran voce Blake, mentre tutto
intorno le persone erano ormai tornate alle loro attività, dimentiche della
rissa appena conclusa. Random e Blake si sentirono raggelare il sangue; per
quanto fossero circondati da alieni di ogni razza, si sentivano sperduti
come in mezzo a un deserto, e in effetti, era proprio così, perché in
mezzo a quella folla tumultuante le tracce di Reis si perdevano come nella
regione più inospitale, rocciosa e disabitata. Per più di un quarto d'ora,
in un crescente spasimo di angoscia che li stringeva allo stomaco e
accelerava sempre più il battito dei loro cuori, l'ufficiale scientifico e
il timoniere cercarono freneticamente Reis in ogni angolo, in ogni anfratto
del muro, in ogni zona male lluminata del locale, sperando di riconoscere
in ogni ogni viso che incontravano il volto della loro collega e amica, in
ogni suono il timbro della sua voce, in ogni andatura il suo modo di
camminare, ma inutilmente. Infine si guardarono, ansimanti ed esasperati,
senza il coraggio di dire ciò che entrambi sapevano: Dorothe Reis non era
lì. L'unica cosa da fare era avvertire il capitano.
5 Novembre 2171- 03:00 Luogo sconosciuto
La luce, il rumore, un odore penetrante, tutto le vorticava intorno
disordinatamente. I ricordi, la realtà esterna, la sua immaginazione, tutto
si avvicendava in un balletto senza fine, senza senso, in cui le pareva di
ondeggiare fra presente, passato, futuro, senza soffermarsi su nulla. Una
cosa almeno la sapeva chiaramente: il suo nome era Reis, Dorothea Reis.
"Thea", la chiamava una bambina "Thea vieni, dobbiamo nasconderci"; intorno
a lei si apriva un prato verdeggiante- dovevano essere sulla Terra- pieno
di bambini che si nascondevano, mentre uno di loro contava, ad occhi
chiusi: "Novantotto, novantanove, cento". Il bambino apriva gli occhi e
cominciava a guardarsi attorno; si sentiva un urlo, un rumore, "Ti ho
vista", strillava il bambino, ma lei era già altrove, in una piccola
stanza, su una nave stellare, vedeva la stazione spaziale allontanarsi e
aveva paura, perché non sapeva per quale ragione fosse lì; poi entrava
nella stanza un uomo, che le parlava, ma lei non voleva guardarlo, sempre
più spaventata, ormai in preda al panico. Come si chiamava quell'uomo? Non
riusciva a ricordare..."Cortes", disse qualcuno; ma certo, era il capitano
Cortes! Chi altri poteva essere?O forse no...no, no, non era lui, era
qualcuno che parlava di lui. La voce continuava: "Cortes farebbe tutto pur
di riavere un membro del suo equipaggio. Lo teniamo in pugno. Tu continua a
sedare la prigioniera...non voglio avere problemi, proprio ora che siamo
così vicini all'obiettivo" Reis sentì una mano che le agguantava il
braccio, il pizzicore lieve iu un'iniezione, e fu di nuovo preda del
torpore, del caos dei ricordi, del fondersi delle sensazioni.
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