[Stml8] [STML8] 3.07 [Miral] Tribolazioni (parte I)

Adm. Demetrios Kaloethes kaloethes at gmail.com
Thu Nov 13 15:08:57 CET 2014


Avete la parte due?

Il 27 settembre 2009 11:43, Emanuele Oriano <oriano at gmx.com> ha scritto:
> 10/02/2283 – Comando di battaglione
>
> Il posto comando brulicava di uniformi nere. Gli specialisti del genio
> avevano collocato generatori di campo in corrispondenza di ogni apertura
> nelle già solidissime pareti dell'ufficio, e per ulteriore garanzia una
> squadra di assaltatori in tenuta EVA stazionava tutto attorno.
> Il display tattico mostrava le due proiezioni canoniche della nave, con
> vaste aree codificate in un azzurro vivace; attorno al tavolo, lo stato
> maggiore del 47mo studiava la situazione.
> Miral esordì: “Signori, dall'analisi del primo scontro con questi esseri
> risultano chiari due elementi tatticamente importanti. Stoss, ci dica quali
> sono”.
> Il facente funzioni di capo di stato maggiore non batté ciglio. “Il peso
> preponderante del numero degli ostili e la loro anomala resistenza alle armi
> a rettificazione di fase”.
> Miral annuì. “Le esperienze e le analisi della Sezione Scientifica ci hanno
> fornito alcuni altri elementi. Primo, si conferma che l'armamento naturale
> di questi esseri è puramente materiale; secondo, risultano vulnerabili ad
> attacchi con armi bianche”.
> “Ma che razza di combinazione!” sbottò Xaph. “In altre parole, dobbiamo
> eliminarli in corpo a corpo, e loro nel corpo a corpo ci sguazzano meglio di
> noi!”
> “Questo non lo direi” interloquì Laitila, fresca di nomina al comando della
> terza compagnia. “Oltre ai faser e alle armi bianche, esistono le armi a
> proiettili...”
> “Mia cara ragazza, sta forse suggerendo di usare armi da fuoco – o esplosivi
> – all'interno della nave? Mi chiedo se il Capitano Seldon sarebbe
> d'accordo!” Il mezzo sorriso sul volto di Stoss era apertamente sprezzante.
> Laitila si accigliò e aprì la bocca per rispondere quando Miral intervenne,
> chiamando in causa l'ultimo comandante di compagnia. “Lei non ha detto
> ancora niente, Bellevue. Ci dica: se non possiamo usare armi a energia, né
> armi bianche, né armi esplosive, cosa userebbe lei per mettere fuori
> combattimento questi ostili?”
> Bellevue, anche lui promosso da poco, rifletté per pochi istanti. “Mi rendo
> conto che il contesto d'uso è molto diverso da quello tradizionale, ma...
> potremmo usare le flechettes”.
> Miral annuì e piegò un angolo della bocca in un sorriso molto diverso da
> quello di Stoss. “Vedo che la sua analisi concorda con la mia, Bellevue.
> Stoss, ordini agli armieri di tirare fuori i lanciadardi; li useremo contro
> gli ostili a partire dalle 15:30. E ora vediamo di decidere da dove
> inizieremo la bonifica della nave”.
>
>
> Plancia comando, ore 15:15
>
> Seldon sedeva al suo solito posto, ponderando la situazione. Non c'erano
> alternative: la crisi andava risolta e subito, oppure ben presto al comando
> della Thunder ci sarebbe stato un altro. Ovviamente, prima della sua
> eventuale caduta in disgrazia sarebbe saltata la testa di Van Ladden, ma
> questa era per lui una ben magra consolazione.
> Si chiese se la strega vulcaniana stesse brigando per fargli le scarpe, ma
> no, non era il tipo. Lei preferiva di gran lunga starsene a complottare al
> centro della sua ragnatela, tirando le fila dei suoi mille intrighi...
> Rifletté che, per quanto potessero stargli sul gozzo, i MACO erano pur
> sempre l'unica forza imbarcata a non avere interesse diretto a sabotare i
> suoi sforzi. Naturalmente, se il Comando Incursori intendeva mettere in
> cattiva luce la Forza Pretoriana... ma avrebbero per questo sacrificato una
> delle loro migliori unità?
> E poi c'era Alejana. Il pensiero di rimpiazzarla, per quanto l'equipaggio
> non fosse certo privo di belle donne, lo infastidì. Per un attimo lo colpì
> il ricordo dell'afrore della loro intimità, un cocktail di feromoni talmente
> potente che il condizionamento ambientale non riusciva a smaltirlo prima di
> qualche ora...
> “Capitano?” lo interruppe la voce di Tawt dalla consolle tattica.
> “Cosa c'è?” rispose stizzoso.
> “Rilevo attività biologica anomala sul ponte 4, signore.”
> Seldon si drizzò sulla poltrona di comando. “Qui sotto? Dove esattamente?”
> L'espressione di Tawt si fece incredula, poi allarmata.
> “Esattamente qui sotto!”
> Una minacciosa palla di pelo azzurro scelse quel preciso istante per
> erompere da una griglia e rotolare verso l'ufficiale più vicino.
>
>
> Infermeria, nel frattempo
>
> Gant si era messo al lavoro metodicamente e rapidamente, ma con le orecchie
> tese. Improvvisamente si irrigidì, alzando la testa in direzione della
> porta. Un lieve ticchettio di tacchi si avvicinava.
> Con due balzi si portò dietro un bioletto di contenzione, estraendo
> l'agonizzatore. Con un sospiro, le porte si aprirono, e il calpestio dei
> passi si fece più vicino ma più incerto.
> “Dottor Van Ladden...?” La Laris! Che insperata fortuna per gettare
> ulteriore discredito sul medico...
> Gant attese fino a quando non fu certo che i passi stavano dirigendosi verso
> la scrivania di Van Ladden, poi silenziosamente si alzò in piedi e puntò
> l'arma alle spalle della betazoide.
> Bellatrix percepì qualcosa all'ultimo momento, ma era troppo tardi per
> girarsi: la scarica di energia, regolata per la perdita istantanea della
> conoscenza, la colse senza che potesse vedere di chi si trattasse.
> Gant si avvicinò al corpo esanime della scienziata e l'afferrò sotto le
> ascelle per trascinarla al più vicino lettino.
> “Bravo, Gant” lo complimentò la voce beffarda di Van Ladden. Il tecnico
> restò per un attimo raggelato alla vista del massiccio medico che usciva da
> una camera di stasi inattiva. “Sei stato in gamba come sabotatore, ma l'idea
> di gettarmi addosso anche l'omicidio della Laris denota un'intelligenza da
> cospiratore nato. Peccato che adesso finirai in camera di tortura...”
> Gant premette il pulsante di sparo, una volta, due volte. Il sorriso di Van
> Ladden si allargò in una sonora risata.
> Con uno scatto, Gant estrasse il pugnale d'ordinanza e lo puntò alla gola
> della Laris ancora svenuta.
> “Non un passo in più o le taglio la gola!”
> Van Ladden lo guardò con uno sguardo dolorosamente incredulo.
> “Adesso invece mi deludi, Gant. Perché mai la cosa dovrebbe preoccuparmi?”
> E con quelle parole, Van Ladden scattò in avanti.
>
>
> Ufficio Fedeltà, poco dopo
>
> Era giunto il momento di passare all'ultima fase del piano. T'Val sedette
> alla sua scrivania, nella stanza pressoché vuota che usava come ufficio,
> dominata alle sue spalle da un ritratto dell'Imperatore e dall'emblema della
> Commissione Imperiale per la Fedeltà.
> Sul quadro dei controlli premette il pulsante ostentatamente marcato
> “isolamento”, poi tirò fuori da una delle numerose tasche interne della sua
> uniforme ciò che appariva come un normale chip isolineare. Fece scorrere il
> polpastrello dell'indice sinistro tutto attorno all'orlo fino a quando un
> puntino luminoso giallo brillò per tre volte in rapida successione. Ora
> davvero al sicuro dai circuiti spia che la sezione Ingegneria installava con
> futile regolarità, la vulcaniana premette un punto specifico del chip. Il
> punto luminoso tornò a mostrarsi, ma stavolta rimase fisso per diversi
> secondi.
> L'ufficiale politico inarcò un sopracciglio.
> Premette nuovamente, con cura se possibile ancora più meticolosa di prima,
> il punto esatto che le interessava.
> La spia luminosa ripeté il suo segnale.
> L'indice sinistro di T'Val seguì in senso inverso l'orlo del chip,
> riportando quel gioiellino d'ingegneria al suo stato originale.
> Disattivato anche l'isolamento “ufficiale”, T'Val attivò il comunicatore.
> “Comune di prima classe Telok, a rapporto.”
> ^!^ Qui Telok. ^!^
> “Telok, ascolti. /Spunau bolayalar t'Wehku bolayalar t'Zamu il t'Veh/.
> Ripeto, /Spunau bolayalar t'Wehku bolayalar t'Zamu il t'Veh/.”
> Un lieve scatto metallico segnalò l'interruzione della comunicazione.
> T'Val si appoggiò all'indietro sullo schienale della poltroncina e aspettò.
>
>
> Sezione logistica
>
> “Ma chi era? E in che lingua parlava?” chiese Zoran, stupito.
> “Era T'Val, e parlava in vulcaniano,” rispose Telok, con voce stranamente
> sommessa e monocorde.
> Allarmato, Zoran si volse, trovandosi di fronte a un'arma spianata.
> “Che significa? Telok, fratello mio!”
> Un dardo di luce sottile come uno spillo partì dall'arma.
> Sul volto di Zoran passò un'espressione di incredulo stupore, che trascolorò
> in una di subitanea comprensione e quindi si congelò in una smorfia di
> dolore. L'uomo cadde in ginocchio, portando le mani al petto a coprire la
> piccola bruciatura lasciata dal colpo, poi si accasciò all'indietro.
> “Significa /Le// esigenze ///dei molti/// contano più di quelle dei pochi/,
> fratello”.
> Telok rinfoderò l'arma e uscì, senza più degnare di uno sguardo il compagno
> cospiratore morto.
>
>
> Stiva 1, ore 15:30
>
> “Forza, forza, FORZA!” I sottufficiali si sgolavano a inquadrare i MACO,
> ognuno dei quali, al posto del consueto faser d'assalto, brandiva un'arma
> dall'aspetto tozzo e antiquato, dalla canna di grosso diametro svasata
> all'estremità.
> Il colonnello Miral osservava la scena da una passerella sopraelevata. Il
> piano operativo era molto semplice; ogni ponte sarebbe stato spazzato da due
> compagnie, una in linea a bonificare il fronte d'avanzata e una scaglionata
> in profondità a eliminare eventuali superstiti e tentativi di rientro dagli
> altri ponti. Le compagnie che ora stavano per bonificare il ponte 16, una
> volta ricevuto il segnale dai commilitoni che il ponte 15 fosse stato a sua
> volta ripulito, sarebbero salite al ponte 14 e così via.
> Ad ogni nuovo ponte le due compagnie si sarebbero alternate nei ruoli.
> “Come sempre, più semplice è il piano, meno cose possono andare storte”
> pensò Miral.
> Gli ultimi MACO stavano ancora armandosi, ma le compagnie di Stoss e
> Bellevue erano al completo.
> Stoss alzò la testa verso la passerella e colse il cenno di Miral.
> Portò il pugno al torace, e attese che l'andoriano rispondesse al saluto;
> poi si volse a guardare i suoi assaltatori e diede l'attenti.
> “Avete i vostri ordini. /Miralnu makrani/... avanti!”
> La prima compagnia si mosse. Con la tranquilla scioltezza data da lunga
> pratica, nonostante le ingombranti tute protettive, gli uomini si divisero
> per plotoni, poi per squadre, e scomparvero dalle uscite della stiva.
> A sua volta, il capitano Bellevue salutò e diede l'ordine, e la seconda
> compagnia seguì la prima nelle viscere della Thunder.
> Miral osservò ancora per qualche attimo i ranghi delle altre due compagnie,
> poi si volse al sottufficiale al suo fianco.
> “Andiamo, maresciallo. Si torna al comando ad aspettare notizie”.
>
>
> Infermeria
>
> La porta si aprì con il solito soffio. Telok guardò con distacco la scena
> che gli si parava davanti. Bellatrix Laris giaceva in una pozza di sangue,
> che le intrideva anche tutto il davanti dell'uniforme, uscendo da una vasta
> ferita alla gola. Non lontano era disteso il corpo esanime del dottor Van
> Ladden, apparentemente intatto salvo per un filo di sangue uscito dalle
> orecchie. Appoggiato di schiena a un bioletto, con la testa ciondoloni, Gant
> respirava con un rumore raschiante.
> L'uomo si accucciò vicino al sottufficiale.
> “Che è successo, Gant?”
> “Hhhhh... non so perché... con la statua l'agonizzatore non sembrava
> funzionare... hhhhhhhh... alla fine Van Ladden è crollato, ma mi aveva già
> spezzato il collo... hhhhhh... ammazzali tutti e due... hhhh”
> Telok annuì fra sé, poi prese la testa di Gant fra le mani e diede una
> violenta torsione.
> Aprì il comunicatore.
> “Comandante T'Val, qui Telok.”
>
>
> Ponte 2, poco dopo
>
> Con un'ultima occhiata, Seldon giudicò l'avvicinamento dei triboli che non
> si erano fermati a dilaniare gli addetti alla postazione tattica e a quella
> scientifica; spintonò l'addetto alle comunicazioni oltre il varco, chiuse la
> porta stagna con una manata ai controlli e la bloccò in posizione di chiuso.
> “Capitano, e adesso?” chiese sgomento il giovane guardiamarina.
> Il deltano tacque per qualche istante, cercando un'alternativa che non si
> rivelasse ancora più disastrosa di come già non fosse la situazione.
> Fu costretto ad ammettere che la perdita della plancia poteva essere la
> goccia che faceva traboccare il vaso.
> Senza nemmeno rispondere, aprì il comunicatore.
> “Seldon a Miral. Colonnello, mi riceve?”
> ^!^ Forte e chiaro, capitano. Le operazioni di bonifica della nave sono
> iniziate da pochi minuti, e conto di poterle restituire il controllo dei due
> ponti inferiori entro mezz'ora al massimo. ^!^
> “Non è per quello che la chiamo. I triboli si sono infiltrati in plancia, e
> siamo stati costretti a ritirarci, È vitale che si riprenda subito il
> controllo!¨
> ^!^ Se posso chiedere... come mai tutta questa urgenza, Seldon? Nel giro di
> poche ore la nave sarà completamente ripulita da questi mostriciattoli.”
> “Questa zona di spazio è piena di distorsioni e rischi per la navigazione.
> Senza Aokawa o uno dei suoi ai controlli, rischiamo di andare a sbattere
> contro qualche anomalia spaziale o di sfiorare troppo da vicino qualche
> stella. Le chiedo formalmente di distaccare un reparto per assisterci nella
> riconquista della plancia.”
> ^!^ Molto bene. Non ho reparti di cui poter fare a meno; verrò io stesso col
> plotone comando. Dove la raggiungo?
> “Ci siamo ritirati sul ponte 2, in direzione dell'osservatorio. Siamo
> rimasti in tre.”
> ^!^ Tenete duro, arriviamo. Miral, chiudo.^!^
>
> oooo
> Colonnello Miral Chelak
> Commanding Officer, 47th Planetary Assault Battalion
> ==========================================
> Comunicatore Privato di Emanuele Oriano:
> ^|^ oriano at rogers.com
> ^|^ ICQ # 26585209
> ==========================================



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[0000]
Admiral Demetrios Kaloethes
Operation Division & Academy CinC
ICQ Combadge:126295405
Private Comunicator: kaloethes at gmail.com
www.starfleetitaly.it
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"Ex astris, scientia."


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