[Stml9] [3.15 - Suri - Pendolarità]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Lun 1 Dic 2014 10:50:12 CET


Bello, bello, bello! Me lo sono davvero goduta!

Maddy
Il 30/11/2014 23:17, Elena Fuccelli ha scritto:
> OK. Innanzi tutto scusatemi (per l'ennesima volta) per il ritardo 
> allucinante. Ormai dovreste conoscermi: sono lenta, tanto 
> maledettamente lenta a scrivere...
> Non vi dirò quante volte ho cancellato quello che avevo scritto ed ho 
> ricominciato da capo. Non sono minimamente contenta neanche di questa 
> versione, ma ormai ho tenuto il gioco fermo troppo a lungo per poter 
> riscrivere il pezzo di nuovo.
>
> Vabbé... Sparate pure.
> -----------------------------------
> INIZIO TRASMISSIONE
> -----------------------------------
>
> USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.54
>
> Ci sono momenti che sembrano eterni. Come se la mente, per poterli 
> comprendere, sentisse la necessità di svolgerli con lentezza, uno 
> dietro l'altro. L'urlo degli allarmi, il nido scuro che si apriva nel 
> petto di Appel, la smorfia di dolore che si stemperava nel buio degli 
> occhi del collega, il suo corpo che cadeva all'indietro urtando la 
> paratia e poi scivolava a terra. E davanti la bocca del faser che si 
> spostava per puntare contro di lei. Tutto questo si srotolò di fronte 
> agli occhi della trill, attimo dopo attimo, come una sequenza di 
> immagini scolpite su una parete.
> L'uomo l'afferrò per un braccio e la costrinse ad avvicinarsi 
> abbastanza da sibilarle all'orecchio:
> “Non credere di potermi incantare, donna – disse – Ho avuto accesso 
> alle specifiche di questa nave abbastanza da conoscerne le specifiche 
> tecniche. So dov'è l'hangar navette e tu mi ci accompagnerai”
> Timeran ritrovò la voce:
> “L'allarme ormai è stato dato – replicò – Le squadre di sicurezza 
> staranno arrivando. Non riuscirai mai ad allontanarti dalla nave. E 
> poi, dove vorresti andare? La nebulosa...”
> Il braccio dell'uomo le si avvolse attorno al collo:
> “Alle squadre di sicurezza, ci penserai tu, piccola...”
>
>
> USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.56
>
>
> Il corridoio sapeva di polvere bruciata. Qualcuno aveva sparato, non 
> occorreva il rumore ossessivo dell'allarme faser per saperlo. Gli 
> uomini della sicurezza avanzarono lungo le pareti, con le armi 
> spianate verso il corridoio. L’uomo più avanti sporse uno specchietto 
> oltre l'angolo, lanciò un'occhiata all'indietro, per incrociare lo 
> sguardo del capo squadra.
> Il capo gli fece cenno di avanzare. L'uomo si slanciò oltre l'angolo, 
> saettando il fucile a scatti:
> “Libero! - proclamò – Uomo a terra!”
> La squadra si fece avanti. Samak li raggiunse, superando l'angolo a 
> grandi passi. Il consigliere Appel era accasciato, con la schiena a 
> metà appoggiata ad una paratia. Sul petto, la divisa mostrava la 
> caratteristica bruciatura di un faser. Samak con un gesto, ordinò di 
> spegnere l'allarme faser, quindi scavalcò il corpo e si chinò per 
> andare a poggiare due dita sulla carotide dell'umano.
> “E' vivo?” - domandò il comandante Volkoff, avvicinandosi.
> “E' vivo” - confermò la donna, quindi premette il pulsante del 
> comunicatore per chiamare il teletrasporto di emergenza. Guardò 
> sparire il corpo di Appel, prima di rivolgersi al russo:
> “Lei non dovrebbe essere qui, comandante - disse la donna, rialzandosi 
> da terra – L'uomo che stiamo cercando è identico a lei. Il fatto di 
> non potervi distinguere è uno svantaggio tattico per i nostri uomini”
> “Lo so – replicò il capo sicurezza – Ma io voglio essere lì pronto a 
> dare all'altro me stesso un po' della stessa medicina che lui ha 
> servito a me, quando lo prenderemo!” – alzò una mano, a bloccare il 
> dissenso dell’altra: “...E non mi dica che il mio atteggiamento è 
> illogico, perché anche questo lo so da me.”
> Samak però non lo stava guardando. La donna si chinò di nuovo a terra 
> e raccolse un oggetto dorato:
> “Non è il comunicatore di Appel – notò lei – Lo aveva ancora indosso 
> quando lo abbiamo trovato”
> “Potrebbe essere il mio – opinò Volkoff – Me lo ha preso quando lui e 
> quegli altri mi hanno aggredito. Quando si è sentito scoperto, lo ha 
> buttato per non essere rintracciato”
> “Signore – uno degli uomini della sicurezza lo chiamò.
> “Che c’è, Will?”
> “Qui c’è un altro comunicatore” – l’uomo raccolse un secondo 
> apparecchio per terra e lo porse al capo sicurezza.
> Volkoff lo afferrò e lo premette:
> “Volkoff a capo ingegnere” – chiamò.
> =^= Qui Brown =^= rispose quasi immediatamente la voce del capo 
> ingegnere.
> “Può analizzare il segnale da cui la sto chiamando?”
> =^= Certo. Solo un secondo… =^= la voce sparì. Nel microfono del 
> comunicatore si avvertì il suono di apertura di una porta. Volkoff udì 
> Brown dire a qualcuno di lasciargli la postazione, quindi percepì la 
> sequenza di login in un terminale.
> =^= Comandante, perché mi sta chiamando con il comunicatore del 
> consigliere Bhreel? Il suo comunicatore ha esaurito la batteria? =^=
> “No. Lo abbiamo trovato a terra dove è stato aggredito il consigliere 
> Appel.”
> Ci fu una pausa:
> =^= Quell'uomo ha preso Timeran Bhreel in ostaggio? =^= domandò infine 
> Brown.
> Volkoff guardò verso Samak, che aveva estratto il proprio tricorder. 
> La donna accennò allo strumento:
> “Ci sono tracce del passaggio recente di una trill in questo 
> corridoio. Può non voler dire niente”
> Volkoff si rivolse di nuovo al comunicatore:
> “Pensiamo di sì”
> =^= Se è così, possiamo isolare la sua traccia anche senza il 
> comunicatore - disse Brown – Non ci sono molti trill congiunti 
> nell'equipaggio e Timeran Bhreel è la sola di sesso femminile. Basta 
> settare il sensore interno... Ecco. La sua traccia si sta muovendo ai 
> ponti inferiori. Insieme alla traccia della trill, c'è la traccia di 
> un umano... Sembra che siano diretti all'hangar navette. =^=
> “Molto bene, ci dirigiamo lì” - esclamò il russo.
> =^= Non vedo perché – ribatté Brown – Mi trovo in sala teletrasporto 2 
> in questo momento. Da qui sono in grado di isolare la loro traccia. 
> Sono troppo vicini per fare un trasporto singolo, ma posso 
> teletrasportarli insieme. Anche direttamente in cella, se necessario: 
> poi basterebbe tirare fuori la sola consigliera per risolvere la 
> situazione. =^=
> “Negativo – rispose Volkoff – Il sospetto ha un faser ed ha dimostrato 
> di volerlo usare. Se si accorgesse di essere nel raggio di un 
> teletrasporto potrebbe sparare all'ostaggio, ucciderla, prima di 
> riuscire a completare il trasporto. Dobbiamo essere lì a distrarlo ed 
> a staccarlo da lei prima di trasportarlo in cella”
> =^= Sicuro? Potrei... =^=
> “Si, sono sicuro – troncò lui – Brown, tenga costantemente quelle due 
> tracce sotto controllo. Noi ci muoviamo verso l'hangar navette. Mi 
> segnali subito se ci sono novità nei movimenti del sospetto.”
> =^= Intesi =^=
> Volkoff fece un cenno circolare per raccogliere intorno a sé gli 
> uomini della sicurezza e Samak, quindi corse verso la sezione.
>
>
> USS Baffin – Sala teletrasporto 2 - 31 marzo 2393 - Ore 8.59
>
>
> Sullo schermo, le tracce degli uomini erano dei piccoli punti luminosi 
> sulle linee rette dei corridoi. I due punti accoppiati stavano 
> procedendo verso l'hangar navette, come aveva detto a Volkoff. Il 
> punto che rappresentava Timeran era quasi indistinguibile da quello 
> che era il umano, tanto procedevano appaiati. Brown poteva quasi 
> vedere l'umano tenere un braccio attorno alla gola o alla vita della 
> giovane donna, mentre la trascinava via. Lo schermo riportava anche 
> tracce che si allontanavano, brillando e poi spegnendosi ai margini 
> della zona selezionata. I tecnici erano stati allertati ed avevano 
> ricevuto l'ordine di togliersi dalla possibile scena di una sparatoria.
> La zona inquadrata dallo schermo gli ricordava gli schemi degli 
> antichi videogiochi che aveva visto da bambino a lezione di storia, 
> con lo schermo nero colorato da simboli semoventi, lontanissimi dalle 
> olografie cui era abituato. Quel gioco assomigliava al labirinto di un 
> gruppo di topi da esperimento, con le prede da una parte, separate da 
> alcune paratie dai segnali della squadra dei cacciatori che erano 
> apparsi da un lato. I cacciatori si muovevano rapidi, senza fermarsi, 
> scivolando uno dietro l'altro, lungo i lati dei passaggi, mentre le 
> prede avanzavano più lentamente, quasi con circospezione. Timeran ed 
> il sospetto erano adesso arrivati di fronte alla porta dell'hangar 
> navette. Brown rimpianse di non poterli teletrasportare. Sotto le sue 
> dita c'erano i comandi. Li aveva tenuti costantemente pronti e 
> bloccati sulle due tracce fin dal momento in cui li aveva individuati. 
> Sarebbe bastato un niente, pensò Brown: che il sospetto allontanasse 
> Timeran per un solo secondo, e lo avrebbe preso senza colpo ferire. 
> Senza bisogno di alcuna squadra di sicurezza.
> *Ed invece, eccoli là * - pensò. I topi erano nel labirinto, gli uni 
> diretti verso gli altri, separati ormai solo da una paratia. Il umano 
> aveva aperto la porta dell'hangar navette – o Timeran lo aveva fatto 
> per lui. Individuò le masse delle navette alloggiate. Se avesse potuto 
> accendere le olocamere dell'hangar avrebbe potuto anche vederli, ma 
> per farlo avrebbe dovuto dirottare su quella consolle i comandi dalla 
> sala ingegneria e per questo il computer avrebbe avuto bisogno di 
> lasciare per qualche istante il lock delle tracce sul terminale 
> teletrasporto. Non poteva permetterselo. Doveva guardare le spalle 
> alla squadra di sicurezza.
> Gli uomini della sicurezza erano arrivati a loro volta di fronte alla 
> porta dell'hangar navette. Il rumore dell'apertura della porta avrebbe 
> messo in allarme il sospetto, pensò Alan allarmato.
> Le sue dita vibrarono nell'incertezza sopra la levetta dei comandi del 
> teletrasporto. Cosa poteva fare?
> Le luci brillarono entrando di botto e diffondendosi all'interno 
> dell'hangar navette. L'allarme di energia a bordo ricominciò a 
> squillare, facendogli stringere la mascella. Poteva voler dire solo 
> una cosa, che che gli uomini avevano fatto irruzione sparando.
> I punti luminosi si confondevano, disperdendosi per attaccare da più 
> lati. Sulla consolle si accese una luce rossa. La temperatura nel 
> luogo di destinazione del trasporto si stava surriscaldando per i 
> colpi dei faser. Presto sarebbe stata troppo alta per molte delle 
> razze a bordo. Trill compresi.
> Le tracce di Timeran e dell'umano si erano tuffate – sempre appaiate, 
> sempre maledettamente appaiate! - dietro la massa di una navetta. Era 
> abile, dannazione. Il tritanio della navetta non avrebbe lasciato 
> passare i colpi dei faser, mentre il supporto vitale faticava a 
> ristabilire la temperatura in locale. Uno dei punti luminosi aggirò la 
> postazione, tenendosi protetto dietro un'altra navetta. L'uomo dovette 
> accorgersene perché si spostò rapidamente, mentre la trill 
> approfittava della diversione per scomparire all'interno della massa 
> di tritanio.
> *Ecco!Adesso! * pensò. Le dita di Brown si curvarono appena. Il 
> teletrasporto iniziò a vibrare. I compensatori di Heisemberg 
> esaminarono ogni molecola in fase, selezionando e eliminando l'energia 
> dell'arma carica. L'umano iniziò a comparire sulla pedana. Brown 
> sorrise, allentando la presa sui connettori, quindi ci ripensò. La 
> pedana continuò a vibrare, allargando la propria luminescenza.
> =^= Volkoff a comandante Brown – la voce del capo sicurezza risuonò 
> nel comunicatore – Ha preso il sospetto? Lo ha spedito in cella? =^=
> “No. In questo momento lo sto tenendo in sospeso in un ciclo di 
> diagnostica. Sto aspettando i suoi, tenente, per tirarlo fuori dal 
> teletrasporto. Timeran?”
> =^= Sta bene. Neanche un graffio, a quello che vedo, ma la farò 
> accompagnare in infermeria per sicurezza. Comunque, fra un minuto 
> saremo lì. =^=
> “Potrebbe prima far spegnere l'allarme faser? Non posso farlo da 
> questa postazione, e mi sta rompendo i timpani!”
> Si udì una risata:
> =^= Si anche a me... non i timpani, però! =^=
> Il suono della sirena cessò. Qualcosa però attirò la sua attenzione. 
> Il teletrasporto stava emettendo uno strano rumore – qualcosa che non 
> aveva mai sentito, come una nota acida in chiave di violino, di cui 
> non si era accorto prima a causa del suono soverchiante dell'allarme. 
> Chinò di nuovo lo sguardo alla consolle, verificando rapidamente il 
> ciclo di diagnostica.
> Il segnale stava degradando.
> Mormorando una interiezione, le sue dita corsero di nuovo alle leve 
> dei comandi. La luminescenza aumentò con il rumore. Il corpo dell'uomo 
> si consolidò fino ad apparire completamente.
> Brown riconobbe Volkoff – un altro Volkoff, non aveva bisogno di 
> esaminare la sua firma quantica per sapere che non era la stessa 
> persona con la quale aveva parlato al comunicatore pochi istanti 
> prima. Aveva ancora in mano il faser, che puntò inutilmente verso di 
> loro premendo più volte a vuoto il contatto. Brown estrasse a sua 
> volta il proprio faser, che puntò verso il russo:
> “Lascia andare l'arma!” - intimò.
> Il braccio dell'uomo ricadde sul fianco, mentre l'arma finiva a terra. 
> Brown fissò dritto negli occhi del russo. L'uomo sapeva di essere 
> stato sconfitto, pensò l'ingegnere sorridendo tra sé, ma il sorriso 
> gli si spense sulle labbra notando che un fiotto di sangue gli stava 
> colando dall'angolo della bocca. Tossì. Tornò a guardarlo negli occhi, 
> in cui iniziarono a comparire piccole macchie scure di sangue. Il 
> russo fece un passo esitante sulla pedana, quindi cadde a terra, 
> rovinando sulle scalette.
> Brown aggirò la postazione, accorrendo al corpo dell'uomo, lo rovesciò 
> sulla schiena, cercando di rianimarlo. Si rese conto a malapena che 
> alle sue spalle si stava aprendo la porta della sala, e che Volkoff – 
> il loro Volkoff – era arrivato appena in tempo per veder morire 
> l'altro sé.
>
>
>
> USS Baffin - Infermeria - 31 marzo 2393 - Ore 10.50
>
>
> “Questo... E' incredibile” - disse il dottor Maurian. Luz Fuentes, che 
> osservava da sopra la sua spalla gli stessi risultati delle analisi 
> sul corpo dell'altro Volkoff non fece commenti, ma era evidente come 
> fosse d'accordo con il collega. Di fronte a loro, in piedi, il loro 
> capo sicurezza li guardava con impazienza crescente. Era già stato 
> abbastanza difficile assistere alla morte dell'altro, ed il fatto di 
> non sapere che cosa ne avesse causato la morte lo innervosiva. Non 
> c'era niente di naturale nella situazione in cui si trovavano, e la 
> presenza a bordo di persone provenienti da un universo parallelo – 
> compagni dell'uomo che lo aveva aggredito – non aiutava il suo sistema 
> nervoso. Certo, la prima cosa che aveva fatto era stata assicurare 
> loro un letto nelle solide celle della nave, ma voleva essere certo 
> che nessuno di loro fosse sfuggito alla cattura. Ma come essere 
> sicuro, se il DNA degli altri era assolutamente identico al loro?
> “Che cosa è incredibile?” - si decise a domandare.
> “Quest'uomo...”
> “Lo so, è identico a me. Non è la prima volta che dei Federali 
> incontrano persone provenienti da un universo parallelo, no? Ed 
> abbiamo anche la sfasatura temporale che può produrre dei duplicati. 
> Non ne siete al corrente?”
> “Naturalmente – disse Luz Fuentes – Come tutti. E' abbastanza noto 
> nella letteratura medica che persone provenienti da universi paralleli 
> hanno una differente firma quantica. Quest'uomo – e tutti i membri 
> dell'equipaggio della Curie che abbiamo recuperato teletrasportandoli 
> prima della fine di quella nave – hanno la stessa firma quantica, che 
> è diversa dalla nostra.”
> “Ce lo aspettavamo” - aggiunse André Maurian.
> “Se ve lo aspettavate, cosa c'è allora di strano?” -
> “Le molecole di quest'uomo si trovano solo parzialmente all'interno 
> del nostro universo” – rispose Maurian.
> “Come?”
> “Ah, sul come sia possibile, è qualcosa di cui davvero non ho idea” - 
> scosse la testa Luz – Le sue molecole sembrano oscillare continuamente 
> fra un universo e l'altro... ”
> “E' molto probabile che sia questa la causa della morte - disse 
> Maurian – Tecnicamente, è morto per emorragia interna. Lo stress cui 
> sono state sottoposte le sue molecole ha finito con il produrre una 
> devastazione negli organi interni... Ma mi domando che cosa possa aver 
> innescato questo tipo di reazione”
> “Credo che sarà necessario chiedere al capo ingegnere un controllo 
> approfondito dei compensatori di Heisemberg del teletrasporto” - disse 
> la dottoressa Fuentes.
> “Anche altre persone sono state teletrasportate, di recente – obiettò 
> Volkoff – Un problema al teletrasporto non riguarderebbe anche gli 
> altri?”
> “Forse. E' probabile. Ma quell'uomo – Maurian segnò con il pollice 
> verso il bioletto che conteneva il cadavere – E' stato preso con il 
> teletrasporto da una nave che si trovava in una situazione 
> compromessa. E' probabile che tutte le parti della Curie stessero in 
> realtà oscillando tra più tempi e tra più universi, per l'influenza di 
> quell'enorme motore a curvatura che abbiamo visto nella nebulosa”
> “Un ulteriore teletrasporto potrebbe aver causato una nuova 
> oscillazione tra gli universi. Non più di intere parti di una nave o 
> interi uomini, ma a livello molecolare”
> “Questo significa che non potremo più adoperare il teletrasporto” - 
> concluse Volkoff.
> “Non finché ci troveremo in prossimità di quel motore a curvatura” - 
> confermò Luz Fuentes.
>
>
> --------------------------------------
> FINE TRASMISSIONE
> --------------------------------------
>
> Prima che mi diciate qualcosa: si, la scena di Alan Brown di fronte 
> alla consolle della sala teletrasporto è stata ispirata a PacMan ;oP
>
> Ciao! :-D
> Elena
> -- 
> Capitano Suri
> USS Curie
> Progetto Pytheas - Delta Quadrant
> -- 
> mail: olimpia a mclink.it ayesha a alice.it
> ICQ 33856678
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> Stml9 a gioco.net
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