[Stml9] [3.14 - Bhreel - Perchè non l'hanno chiesto a Janet?]
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Dom 2 Nov 2014 23:00:28 CET
è vero il comportamento di Samak è perfetto!
bello il pezzo scritto molto bene..spero solo che Appel non muoia: mi è molto simpatico!
Baci
Monica
________________________________
> From: piotr_volkoff a mail.com
> To: stml9 a gioco.net
> Date: Sun, 2 Nov 2014 22:44:07 +0100
> Subject: Re: [Stml9] [3.14 - Bhreel - Perchè non l'hanno chiesto a Janet?]
>
> Cavolo quant'è cazzuto il mio doppione! Diavolo faccio il tifo per lui! :D
> Bel pezzo, molto ben descritto... mi piace davvero sopratutto quando si
> scava un po' nella mentalità delle razze e il loro modo di pensare come
> è stato fatto per Samak. Davvero ottimo.
>
>
>
> Sent: Sunday, November 02, 2014 at 8:24 PM
> From: Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> To: "Progetto Pytheas" <stml9 a gioco.net>
> Subject: [Stml9] [3.14 - Bhreel - Perchè non l'hanno chiesto a Janet?]
> Eccomi.
> Non so come raccapazzarmi col casino che è venuto fuori. Perciò, per
> riprendere l'espressione di Franco, lascio l'incul... ehm, la papata
> bollente al prossimo fortunello e mi concentro solo su quello che
> accade sulla nave.
>
>
>
>
> ================================================
> USS Baffin - Ufficio Consigliere - 31 marzo 2393 - Ore 8.35
>
>
>
> "Per cui, tu gli credi ?"
>
> "Non è questione di credergli. Onestamente, ho avuto conversazioni più
> stimolanti con Whinston, ma non vedo che altre possibilità ci siano. Se
> si trattasse di una psicosi collettiva, non racconterebbero tutti la
> stessa storia, non con questo livello di dettaglio. E dobbiamo
> considerare il fatto che alcuni di loro non compaiono nel nostro
> database."
>
> "Questo in sé non prova niente, Timeran. Se si tratta di una vostra
> versione futura, potreste aver imbarcato quelle persone in un secondo
> momento."
>
> "Non sono così anziani. Le età dei... dei doppioni corrispondono a meno
> di qualche mese. Come potremmo averli imbarcati? Siamo praticamente in
> mezzo al niente. No, io credo che la spiegazione più logica sia questa.
> Sono nostre versioni alternative. Non è raro che in questo genere di
> fenomeni si generino dei varchi dimensionali. La struttura dello
> spazio-tempo si strappa un po' troppo facilmente per i miei gusti."
>
>
>
> Appel esitò un istante, poi osservò la sua controparte,
> teletrasportatasi dalla Curie poche ore prima - Luz aveva acconsentito
> a dimetterla dietro assicurazione di tornare dritta in infermeria al
> primo segno di malessere - per assisterlo nell'aiutare i sopravvissuti.
>
>
>
> "Sembra la soluzione più logica, sì. Ma sei sicura di non volere un po'
> troppo che lo sia?"
>
>
>
> Timeran, accomodata sul divanetto e ancora china sui padd disposti in
> ordine sparso sul tavolino da caffè, alzò lo sguardo dai dati,
> puntandolo sul collega. Strinse leggermente le labbra. Intuiva
> vagamente dove Appel voleva andare a parare, ma non intendeva aiutarlo
> ad arrivarci.
>
>
>
> "Quello che desidero un po' troppo è un raktajino al cioccolato. Credo
> di non avere preferenze sul motivo per cui delle persone innocenti sono
> saltate in aria."
>
>
>
> Interiormente si batté da sola sulla spalla per la sua brillante
> risposta. Suonava sulla difensiva persino alle sue, di orecchie. Appel
> continuò a osservarla per un istante, un'espressione gentile stampata
> sul viso largo e aperto. Era un buon terapeuta, uno di quelli che da
> l'impressione di conoscere bene le tue debolezze perché sono anche le
> sue.
>
>
>
> "E' normale che l'ipotesi che una tua versione a breve termine sia, per
> usare le tue parole, saltata in aria insieme a tutte le persone che ti
> circondano ti turbi. Non farmi dire cose che sai benissimo da sola."
>
>
>
> La donna si raddrizzò, mentre la sua mente spostava automaticamente
> l'attenzione dall'analisi dei sopravvissuti alla propria persona.
> Essere l'analista di sé stesso è sempre un brutto affare, ma risulta
> più facile se si hanno due cervelli a disposizione. Sospirò.
>
>
>
> "Va bene, forse non hai torto."
>
> "Vuoi dire che forse ho ragione."
>
> "Ora non esagerare, Luis."
>
>
>
> Il sorriso gentile dell'uomo si aprì in uno di scherno.
>
>
>
> "Muoviti, è l'ora del nostro giro."
>
>
>
> Con una certa difficoltà si issò dal divanetto e si diresse alla porta.
> Timeran non lo imitò.
>
>
>
> "Vuoi che venga con te?"
>
> "Santo cielo, se non ci venissi dovrei andare a vedere quelle persone
> con il tenente V'Lar. A quel punto diventerei io quello che ha bisogno
> di andare in analisi. Ti prometto che se inizi a dare testate alla
> paratia, ti rimando subito sulla Curie."
>
>
>
> Timeran lo seguì in corridoio.
>
>
>
> USS Baffin - Stiva di carico 2 - 31 marzo 2393 - Ore 8.47
>
>
>
> Il gigante si passò una mano sulla pelata, sentendo sotto le dita la
> pelle insolitamente liscia. Poi la mano scese lungo il petto, lisciando
> il lembo anteriore della giacca dell'uniforme che, come previsto,
> calzava a pennello. Sfiorò con le dita il comunicatore a forma di delta
> sul cuore e un ghigno soddisfatto gli comparve sul volto.
>
>
>
> "Ja abmanùl bi i maju mat' . Ingannerei anche mia madre, in questo
> stato. Non posso dire che mi piaccia, ma hai fatto un buon lavoro,
> dottore."
>
>
>
> L'altro uomo rimase fermo dove si trovava a contemplare la sua opera.
>
>
>
> "Comandante, i vestiti e i capelli non basteranno, lo sa, non è vero?
> Dovrà comportarsi e parlare come lui se vuole ingannarli."
>
> "Lo so. Sono degli idioti, ma non fino a questo punto. Tu preoccupati
> di tenere sotto controllo il Volkoff di questo universo. Io penserò al
> resto."
>
>
>
> Lo sguardo si posò minaccioso sul medico, mentre i suoi uomini si
> allineavano alle sue spalle, debitamente agghindati per l'occasione.
>
>
>
> "Niente errori o ne pagherai le conseguenze."
>
>
>
> USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.49
>
>
>
> Nonostante l'espressione impassibile, l'uniforme impeccabile, la
> postura eretta e il passo deciso ma non frettoloso, sotto la superficie
> Samak era un ribollire di logiche considerazioni.
>
> Svoltò l'angolo diretta alla stiva di carico, tre muscolosi addetti
> alla sicurezza che trotterellavano nella sua scia. Il personale in
> corridoio si aprì per lasciarli passare, rivolgendo alla vulcaniana
> occhiate perplesse e allarmate che lei registrò e classificò
> immediatamente come ininfluenti.
>
> Normalmente non avrebbe dato retta ad alcuna impressione intuitiva
> basata su una conversazione di un minuto e trentaquattro secondi via
> comunicatore per dubitare del fatto che Volkoff potesse essere
> perfettamente normale.
>
> Tuttavia lei stessa aveva ravvisato una deviazione inspiegabile nella
> risposta del collega e, vista la particolare situazione con cui si
> stavano confrontando, valeva la pena controllare. In ogni caso, poi,
> l'ordine del capitano andava eseguito.
>
> Vide la squadra beta svoltare all'altro capo del corridoio proprio
> mentre le porte della stiva si aprivano per lasciare passare
> l'imponente mole del russo.
>
>
>
> "Tenente Volkoff..."
>
>
>
> Gli occhi della donna passarono in rassegna il gigante con metodica
> precisione vulcaniana.
>
> Il russo sorrise, poi girò il capo a guardare le due squadre della
> sicurezza. Dietro di lui, i due uomini che l'accompagnavano fecero lo
> stesso.
>
>
>
> "Comandante, c'è qualche problema?"
>
>
>
> "Il Capitano Enizia era preoccupata per la situazione venutasi a creare
> con i nostri ospiti. Mi ha inviato a controllare. Mi pare che lei stia
> bene. La situazione è sotto controllo?"
>
>
>
> Il gigante sorrise appena. Un occhio meno logico avrebbe forse colto
> una sfumatura diversa in quel sorriso, una lieve differenza, un'ombra.
> Ma Samak era stata addestrata alla logica e tutte le evidenze
> dimostravano che Volkoff era in perfetta salute, lì in piedi davanti a
> lei, il phaser alla cintura come da disposizioni. Colse nei due uomini
> un'ombra di nervosismo, ma non le parve diversa da quella manifestata
> da altri membri del personale.
>
>
>
> "Perfettamente, comandante. C'è stata un po' di confusione, ma la
> sicurezza è intervenuta a sedarla in modo... tempestivo. Come ho detto
> al capitano, non ci sono feriti.
>
> "Il Capitano mi ha ordinato di controllare personalmente e di fare
> rapporto" rispose piattamente Samak, gli occhi sempre puntati al russo.
>
> "Prego. Io ho un rapporto da stendere, se non ha bisogno di me."
>
>
>
> Volkoff fece cenno ai due di rimanere e si avviò lungo il corridoio.
> Tutto pareva perfettamente nella norma. Samak entrò.
>
>
>
> USS Baffin - Stiva di carico 2 - 31 marzo 2393 - Ore 8.50
>
>
>
> "La porta si è aperta. Credo sia qualcuno del tuo equipaggio. Una donna
> vulcaniana. Ci sono altri uomini..."
>
>
>
> Il sussurro di Janet era quasi impercettibile. Volkoff non poteva
> vedere la porta dalla sua posizione, ma percepiva il movimento delle
> guardie che si avvicinavano per nasconderlo ulteriormente alla vista e
> le voci provenienti dall'altra parte della stiva. Sentì una delle
> guardie urtarlo con una gamba mentre arretrava verso di lui. Reagì
> immediatamente.
>
> Sferrò un calcio alla gamba che lo stava sfiorando, più o meno
> all'altezza di quello che credeva fosse il ginocchio della guardia.
> Ebbe fortuna. Seguirono un soddisfacente crack, l'urlo dell'uomo e i
> tonfo dell'arma che cadeva a terra.
>
> Puntò il ginocchio per sollevarsi di colpo in posizione seduta mentre
> il secondo uomo si curvava su di lui. Lo colpì gettandolo a terra e
> fece leva sulle gambe per alzarsi in piedi. Aveva ancora le mani legate
> dietro la schiena e l'hypo con lo stimolante stretto tra le mani.
> Calciò l'arma dell'uomo a terra per allontanarla da lui. Janet la
> afferrò e fece fuoco, stordendo la guardia. Poi fu abbattuta a sua
> volta da un colpo di phaser.
>
>
>
> Gli uomini si Samak si erano sparpagliati tra i profughi non appena
> varcata la soglia. La situazione sembrava tranquilla quanto il gigante
> gliel'aveva descritta, ma la vulcaniana ordinò comunque un'ispezione.
> Se anche i vulcaniani hanno un istinto, il suo le diceva che tutta
> questa calma non quadrava. Gli addetti alla sicurezza si fecero largo
> tra i presenti. Il guardiamarina Felhn si diresse verso il fondo della
> stiva. Era a pochi metri quando udì l'urlo. Scattò nella sua direzione
> ma venne ostacolato da un uomo che gli si gettò addosso col chiaro
> intento di fermarlo. La stiva esplose di urla. Si liberò in tempo per
> vedere la giovane donna di colore sparare ad un uomo a terra.
>
>
>
> Samak non si era aspettata uno scontro aperto, ma era comunque
> preparata ad affrontarlo. Non ci volle molto perché le sue squadre
> riducessero all'impotenza gli aggressori. Si chinò a sentire il polso
> dell'uomo che, dietro ordine di Volkoff, era rientrato con lei nella
> stiva e l'aveva aggredita allo scoppio dello scontro. Sapeva di non
> averlo colpito tanto forte da ucciderlo. Si trattava di puro puntiglio.
>
> Le grida di Felhn l'avevano attirata in fondo alla stiva. Due uomini a
> terra, uno dei quali si teneva la gambe e urlava, una giovane donna di
> colore svenuta accanto ad un'arma phaser, il guardiamarina con la sua
> arma ancora puntata.
>
> E lì di fronte a lei, un altro Volkoff, le mani legate dietro la
> schiena, indosso un'uniforme non d'ordinanza. Samak puntò il phaser
> verso il gigante, mentre questo lasciava cadere un hypospray sul
> pavimento. Quindi si sfiorò il comunicatore.
>
>
>
> USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.53
>
>
>
> Fu una questione di minuti.
>
> Timeran e Appel procedevano lungo il corridoio a passo rapido,
> discutendo delle condizioni dei sopravvissuti. Quando Volkoff svoltò
> l'angolo di fronte a loro, Appel stava parlando alla collega e non se
> ne accorse. Timeran invece lo vide. Sorrise.
>
> La prima cosa che aveva pensato incontrando quell'uomo era stata che,
> essendo cinquanta centimetri più alto di lei, per guardarlo negli occhi
> avrebbe dovuto salire in piedi su una sedia. D'altra parte se mai, in
> quanto capo della sicurezza, avesse dovuto trasportarla di peso da
> qualche parte non avrebbe avuto problemi. In un certo modo la cosa la
> faceva sentire meglio. C'era sempre un che di rassicurante in lui e nei
> suoi modi, nonostante il suo enorme aspetto.
>
> Ma non questa volta.
>
> Timeran aggrottò le sopracciglia. Si fermò.
>
> Appel si voltò.
>
>
>
> "Tenente Volkoff, buongiorno..."
>
>
>
> Il gigante non rispose. Al suo posto la voce di Samak uscì dagli
> altoparlanti.
>
>
>
> =^=Allarme intruso! Volkoff deve essere fermato!=^=
>
>
>
> Il sorriso sul volto di Appel svanì, in perfetta corrispondenza con
> quello del gigante.
>
> Timeran rimase ferma dov'èra. Una voce gridò dal fondo del corridoio.
>
> Volkoff estrasse un phaser. Sparò ad Appel.
>
> Poi afferrò Timeran e le puntò l'arma alla tempia.
>
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> Lt. Piotr Alexei Volkoff
> Capo della Sicurezza
> USS Baffin NCC-69096
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: francocarretti a mail.com
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> "Colpisci. Una volta iniziato il combattimento, colpisci. Ogni altra
> cosa è secondaria." (La spada della Verità)
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