[Stml9] [3.15 - Suri - Pendolarità]
Elena Fuccelli
mf9115 a mclink.it
Dom 30 Nov 2014 23:17:35 CET
OK. Innanzi tutto scusatemi (per l'ennesima volta) per il ritardo
allucinante. Ormai dovreste conoscermi: sono lenta, tanto
maledettamente lenta a scrivere...
Non vi dirò quante volte ho cancellato quello che avevo scritto ed ho
ricominciato da capo. Non sono minimamente contenta neanche di questa
versione, ma ormai ho tenuto il gioco fermo troppo a lungo per poter
riscrivere il pezzo di nuovo.
Vabbé... Sparate pure.
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INIZIO TRASMISSIONE
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USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.54
Ci sono momenti che sembrano eterni. Come se la mente, per poterli
comprendere, sentisse la necessità di svolgerli con lentezza, uno
dietro l'altro. L'urlo degli allarmi, il nido scuro che si apriva nel
petto di Appel, la smorfia di dolore che si stemperava nel buio degli
occhi del collega, il suo corpo che cadeva all'indietro urtando la
paratia e poi scivolava a terra. E davanti la bocca del faser che si
spostava per puntare contro di lei. Tutto questo si srotolò di fronte
agli occhi della trill, attimo dopo attimo, come una sequenza di
immagini scolpite su una parete.
L'uomo l'afferrò per un braccio e la costrinse ad avvicinarsi
abbastanza da sibilarle all'orecchio:
“Non credere di potermi incantare, donna – disse – Ho avuto accesso
alle specifiche di questa nave abbastanza da conoscerne le specifiche
tecniche. So dov'è l'hangar navette e tu mi ci accompagnerai”
Timeran ritrovò la voce:
“L'allarme ormai è stato dato – replicò – Le squadre di sicurezza
staranno arrivando. Non riuscirai mai ad allontanarti dalla nave. E
poi, dove vorresti andare? La nebulosa...”
Il braccio dell'uomo le si avvolse attorno al collo:
“Alle squadre di sicurezza, ci penserai tu, piccola...”
USS Baffin - Corridoio - 31 marzo 2393 - Ore 8.56
Il corridoio sapeva di polvere bruciata. Qualcuno aveva sparato, non
occorreva il rumore ossessivo dell'allarme faser per saperlo. Gli
uomini della sicurezza avanzarono lungo le pareti, con le armi
spianate verso il corridoio. L’uomo più avanti sporse uno specchietto
oltre l'angolo, lanciò un'occhiata all'indietro, per incrociare lo
sguardo del capo squadra.
Il capo gli fece cenno di avanzare. L'uomo si slanciò oltre l'angolo,
saettando il fucile a scatti:
“Libero! - proclamò – Uomo a terra!”
La squadra si fece avanti. Samak li raggiunse, superando l'angolo a
grandi passi. Il consigliere Appel era accasciato, con la schiena a
metà appoggiata ad una paratia. Sul petto, la divisa mostrava la
caratteristica bruciatura di un faser. Samak con un gesto, ordinò di
spegnere l'allarme faser, quindi scavalcò il corpo e si chinò per
andare a poggiare due dita sulla carotide dell'umano.
“E' vivo?” - domandò il comandante Volkoff, avvicinandosi.
“E' vivo” - confermò la donna, quindi premette il pulsante del
comunicatore per chiamare il teletrasporto di emergenza. Guardò
sparire il corpo di Appel, prima di rivolgersi al russo:
“Lei non dovrebbe essere qui, comandante - disse la donna, rialzandosi
da terra – L'uomo che stiamo cercando è identico a lei. Il fatto di
non potervi distinguere è uno svantaggio tattico per i nostri uomini”
“Lo so – replicò il capo sicurezza – Ma io voglio essere lì pronto a
dare all'altro me stesso un po' della stessa medicina che lui ha
servito a me, quando lo prenderemo!” – alzò una mano, a bloccare il
dissenso dell’altra: “...E non mi dica che il mio atteggiamento è
illogico, perché anche questo lo so da me.”
Samak però non lo stava guardando. La donna si chinò di nuovo a terra
e raccolse un oggetto dorato:
“Non è il comunicatore di Appel – notò lei – Lo aveva ancora indosso
quando lo abbiamo trovato”
“Potrebbe essere il mio – opinò Volkoff – Me lo ha preso quando lui e
quegli altri mi hanno aggredito. Quando si è sentito scoperto, lo ha
buttato per non essere rintracciato”
“Signore – uno degli uomini della sicurezza lo chiamò.
“Che c’è, Will?”
“Qui c’è un altro comunicatore” – l’uomo raccolse un secondo
apparecchio per terra e lo porse al capo sicurezza.
Volkoff lo afferrò e lo premette:
“Volkoff a capo ingegnere” – chiamò.
=^= Qui Brown =^= rispose quasi immediatamente la voce del capo
ingegnere.
“Può analizzare il segnale da cui la sto chiamando?”
=^= Certo. Solo un secondo
=^= la voce sparì. Nel microfono del
comunicatore si avvertì il suono di apertura di una porta. Volkoff udì
Brown dire a qualcuno di lasciargli la postazione, quindi percepì la
sequenza di login in un terminale.
=^= Comandante, perché mi sta chiamando con il comunicatore del
consigliere Bhreel? Il suo comunicatore ha esaurito la batteria? =^=
“No. Lo abbiamo trovato a terra dove è stato aggredito il consigliere
Appel.”
Ci fu una pausa:
=^= Quell'uomo ha preso Timeran Bhreel in ostaggio? =^= domandò
infine Brown.
Volkoff guardò verso Samak, che aveva estratto il proprio tricorder.
La donna accennò allo strumento:
“Ci sono tracce del passaggio recente di una trill in questo
corridoio. Può non voler dire niente”
Volkoff si rivolse di nuovo al comunicatore:
“Pensiamo di sì”
=^= Se è così, possiamo isolare la sua traccia anche senza il
comunicatore - disse Brown – Non ci sono molti trill congiunti
nell'equipaggio e Timeran Bhreel è la sola di sesso femminile. Basta
settare il sensore interno... Ecco. La sua traccia si sta muovendo ai
ponti inferiori. Insieme alla traccia della trill, c'è la traccia di
un umano... Sembra che siano diretti all'hangar navette. =^=
“Molto bene, ci dirigiamo lì” - esclamò il russo.
=^= Non vedo perché – ribatté Brown – Mi trovo in sala teletrasporto 2
in questo momento. Da qui sono in grado di isolare la loro traccia.
Sono troppo vicini per fare un trasporto singolo, ma posso
teletrasportarli insieme. Anche direttamente in cella, se necessario:
poi basterebbe tirare fuori la sola consigliera per risolvere la
situazione. =^=
“Negativo – rispose Volkoff – Il sospetto ha un faser ed ha
dimostrato di volerlo usare. Se si accorgesse di essere nel raggio di
un teletrasporto potrebbe sparare all'ostaggio, ucciderla, prima di
riuscire a completare il trasporto. Dobbiamo essere lì a distrarlo ed
a staccarlo da lei prima di trasportarlo in cella”
=^= Sicuro? Potrei... =^=
“Si, sono sicuro – troncò lui – Brown, tenga costantemente quelle due
tracce sotto controllo. Noi ci muoviamo verso l'hangar navette. Mi
segnali subito se ci sono novità nei movimenti del sospetto.”
=^= Intesi =^=
Volkoff fece un cenno circolare per raccogliere intorno a sé gli
uomini della sicurezza e Samak, quindi corse verso la sezione.
USS Baffin – Sala teletrasporto 2 - 31 marzo 2393 - Ore 8.59
Sullo schermo, le tracce degli uomini erano dei piccoli punti luminosi
sulle linee rette dei corridoi. I due punti accoppiati stavano
procedendo verso l'hangar navette, come aveva detto a Volkoff. Il
punto che rappresentava Timeran era quasi indistinguibile da quello
che era il umano, tanto procedevano appaiati. Brown poteva quasi
vedere l'umano tenere un braccio attorno alla gola o alla vita della
giovane donna, mentre la trascinava via. Lo schermo riportava anche
tracce che si allontanavano, brillando e poi spegnendosi ai margini
della zona selezionata. I tecnici erano stati allertati ed avevano
ricevuto l'ordine di togliersi dalla possibile scena di una
sparatoria.
La zona inquadrata dallo schermo gli ricordava gli schemi degli
antichi videogiochi che aveva visto da bambino a lezione di storia,
con lo schermo nero colorato da simboli semoventi, lontanissimi dalle
olografie cui era abituato. Quel gioco assomigliava al labirinto di un
gruppo di topi da esperimento, con le prede da una parte, separate da
alcune paratie dai segnali della squadra dei cacciatori che erano
apparsi da un lato. I cacciatori si muovevano rapidi, senza fermarsi,
scivolando uno dietro l'altro, lungo i lati dei passaggi, mentre le
prede avanzavano più lentamente, quasi con circospezione. Timeran ed
il sospetto erano adesso arrivati di fronte alla porta dell'hangar
navette. Brown rimpianse di non poterli teletrasportare. Sotto le sue
dita c'erano i comandi. Li aveva tenuti costantemente pronti e
bloccati sulle due tracce fin dal momento in cui li aveva individuati.
Sarebbe bastato un niente, pensò Brown: che il sospetto allontanasse
Timeran per un solo secondo, e lo avrebbe preso senza colpo ferire.
Senza bisogno di alcuna squadra di sicurezza.
*Ed invece, eccoli là * - pensò. I topi erano nel labirinto, gli uni
diretti verso gli altri, separati ormai solo da una paratia. Il umano
aveva aperto la porta dell'hangar navette – o Timeran lo aveva fatto
per lui. Individuò le masse delle navette alloggiate. Se avesse potuto
accendere le olocamere dell'hangar avrebbe potuto anche vederli, ma
per farlo avrebbe dovuto dirottare su quella consolle i comandi dalla
sala ingegneria e per questo il computer avrebbe avuto bisogno di
lasciare per qualche istante il lock delle tracce sul terminale
teletrasporto. Non poteva permetterselo. Doveva guardare le spalle
alla squadra di sicurezza.
Gli uomini della sicurezza erano arrivati a loro volta di fronte alla
porta dell'hangar navette. Il rumore dell'apertura della porta avrebbe
messo in allarme il sospetto, pensò Alan allarmato.
Le sue dita vibrarono nell'incertezza sopra la levetta dei comandi del
teletrasporto. Cosa poteva fare?
Le luci brillarono entrando di botto e diffondendosi all'interno
dell'hangar navette. L'allarme di energia a bordo ricominciò a
squillare, facendogli stringere la mascella. Poteva voler dire solo
una cosa, che che gli uomini avevano fatto irruzione sparando.
I punti luminosi si confondevano, disperdendosi per attaccare da più
lati. Sulla consolle si accese una luce rossa. La temperatura nel
luogo di destinazione del trasporto si stava surriscaldando per i
colpi dei faser. Presto sarebbe stata troppo alta per molte delle
razze a bordo. Trill compresi.
Le tracce di Timeran e dell'umano si erano tuffate – sempre appaiate,
sempre maledettamente appaiate! - dietro la massa di una navetta. Era
abile, dannazione. Il tritanio della navetta non avrebbe lasciato
passare i colpi dei faser, mentre il supporto vitale faticava a
ristabilire la temperatura in locale. Uno dei punti luminosi aggirò la
postazione, tenendosi protetto dietro un'altra navetta. L'uomo dovette
accorgersene perché si spostò rapidamente, mentre la trill
approfittava della diversione per scomparire all'interno della massa
di tritanio.
*Ecco!Adesso! * pensò. Le dita di Brown si curvarono appena. Il
teletrasporto iniziò a vibrare. I compensatori di Heisemberg
esaminarono ogni molecola in fase, selezionando e eliminando l'energia
dell'arma carica. L'umano iniziò a comparire sulla pedana. Brown
sorrise, allentando la presa sui connettori, quindi ci ripensò. La
pedana continuò a vibrare, allargando la propria luminescenza.
=^= Volkoff a comandante Brown – la voce del capo sicurezza risuonò
nel comunicatore – Ha preso il sospetto? Lo ha spedito in cella? =^=
“No. In questo momento lo sto tenendo in sospeso in un ciclo di
diagnostica. Sto aspettando i suoi, tenente, per tirarlo fuori dal
teletrasporto. Timeran?”
=^= Sta bene. Neanche un graffio, a quello che vedo, ma la farò
accompagnare in infermeria per sicurezza. Comunque, fra un minuto
saremo lì. =^=
“Potrebbe prima far spegnere l'allarme faser? Non posso farlo da
questa postazione, e mi sta rompendo i timpani!”
Si udì una risata:
=^= Si anche a me... non i timpani, però! =^=
Il suono della sirena cessò. Qualcosa però attirò la sua attenzione.
Il teletrasporto stava emettendo uno strano rumore – qualcosa che non
aveva mai sentito, come una nota acida in chiave di violino, di cui
non si era accorto prima a causa del suono soverchiante dell'allarme.
Chinò di nuovo lo sguardo alla consolle, verificando rapidamente il
ciclo di diagnostica.
Il segnale stava degradando.
Mormorando una interiezione, le sue dita corsero di nuovo alle leve
dei comandi. La luminescenza aumentò con il rumore. Il corpo dell'uomo
si consolidò fino ad apparire completamente.
Brown riconobbe Volkoff – un altro Volkoff, non aveva bisogno di
esaminare la sua firma quantica per sapere che non era la stessa
persona con la quale aveva parlato al comunicatore pochi istanti
prima. Aveva ancora in mano il faser, che puntò inutilmente verso di
loro premendo più volte a vuoto il contatto. Brown estrasse a sua
volta il proprio faser, che puntò verso il russo:
“Lascia andare l'arma!” - intimò.
Il braccio dell'uomo ricadde sul fianco, mentre l'arma finiva a terra.
Brown fissò dritto negli occhi del russo. L'uomo sapeva di essere
stato sconfitto, pensò l'ingegnere sorridendo tra sé, ma il sorriso
gli si spense sulle labbra notando che un fiotto di sangue gli stava
colando dall'angolo della bocca. Tossì. Tornò a guardarlo negli occhi,
in cui iniziarono a comparire piccole macchie scure di sangue. Il
russo fece un passo esitante sulla pedana, quindi cadde a terra,
rovinando sulle scalette.
Brown aggirò la postazione, accorrendo al corpo dell'uomo, lo rovesciò
sulla schiena, cercando di rianimarlo. Si rese conto a malapena che
alle sue spalle si stava aprendo la porta della sala, e che Volkoff –
il loro Volkoff – era arrivato appena in tempo per veder morire
l'altro sé.
USS Baffin - Infermeria - 31 marzo 2393 - Ore 10.50
“Questo... E' incredibile” - disse il dottor Maurian. Luz Fuentes, che
osservava da sopra la sua spalla gli stessi risultati delle analisi
sul corpo dell'altro Volkoff non fece commenti, ma era evidente come
fosse d'accordo con il collega. Di fronte a loro, in piedi, il loro
capo sicurezza li guardava con impazienza crescente. Era già stato
abbastanza difficile assistere alla morte dell'altro, ed il fatto di
non sapere che cosa ne avesse causato la morte lo innervosiva. Non
c'era niente di naturale nella situazione in cui si trovavano, e la
presenza a bordo di persone provenienti da un universo parallelo –
compagni dell'uomo che lo aveva aggredito – non aiutava il suo sistema
nervoso. Certo, la prima cosa che aveva fatto era stata assicurare
loro un letto nelle solide celle della nave, ma voleva essere certo
che nessuno di loro fosse sfuggito alla cattura. Ma come essere
sicuro, se il DNA degli altri era assolutamente identico al loro?
“Che cosa è incredibile?” - si decise a domandare.
“Quest'uomo...”
“Lo so, è identico a me. Non è la prima volta che dei Federali
incontrano persone provenienti da un universo parallelo, no? Ed
abbiamo anche la sfasatura temporale che può produrre dei duplicati.
Non ne siete al corrente?”
“Naturalmente – disse Luz Fuentes – Come tutti. E' abbastanza noto
nella letteratura medica che persone provenienti da universi paralleli
hanno una differente firma quantica. Quest'uomo – e tutti i membri
dell'equipaggio della Curie che abbiamo recuperato teletrasportandoli
prima della fine di quella nave – hanno la stessa firma quantica, che
è diversa dalla nostra.”
“Ce lo aspettavamo” - aggiunse André Maurian.
“Se ve lo aspettavate, cosa c'è allora di strano?” -
“Le molecole di quest'uomo si trovano solo parzialmente all'interno
del nostro universo” – rispose Maurian.
“Come?”
“Ah, sul come sia possibile, è qualcosa di cui davvero non ho idea” -
scosse la testa Luz – Le sue molecole sembrano oscillare continuamente
fra un universo e l'altro... ”
“E' molto probabile che sia questa la causa della morte - disse
Maurian – Tecnicamente, è morto per emorragia interna. Lo stress cui
sono state sottoposte le sue molecole ha finito con il produrre una
devastazione negli organi interni... Ma mi domando che cosa possa aver
innescato questo tipo di reazione”
“Credo che sarà necessario chiedere al capo ingegnere un controllo
approfondito dei compensatori di Heisemberg del teletrasporto” - disse
la dottoressa Fuentes.
“Anche altre persone sono state teletrasportate, di recente – obiettò
Volkoff – Un problema al teletrasporto non riguarderebbe anche gli
altri?”
“Forse. E' probabile. Ma quell'uomo – Maurian segnò con il pollice
verso il bioletto che conteneva il cadavere – E' stato preso con il
teletrasporto da una nave che si trovava in una situazione
compromessa. E' probabile che tutte le parti della Curie stessero in
realtà oscillando tra più tempi e tra più universi, per l'influenza di
quell'enorme motore a curvatura che abbiamo visto nella nebulosa”
“Un ulteriore teletrasporto potrebbe aver causato una nuova
oscillazione tra gli universi. Non più di intere parti di una nave o
interi uomini, ma a livello molecolare”
“Questo significa che non potremo più adoperare il teletrasporto” -
concluse Volkoff.
“Non finché ci troveremo in prossimità di quel motore a curvatura” -
confermò Luz Fuentes.
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FINE TRASMISSIONE
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Prima che mi diciate qualcosa: si, la scena di Alan Brown di fronte
alla consolle della sala teletrasporto è stata ispirata a PacMan ;oP
Ciao! :-D
Elena
--
Capitano Suri
USS Curie
Progetto Pytheas - Delta Quadrant
--
mail: olimpia a mclink.it ayesha a alice.it
ICQ 33856678
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