[Stml9] [6.02 - Enizia - In Trappola]
Capitano Enizia
ten.samak a gmail.com
Mer 23 Dic 2015 13:11:50 CET
Ecco qua il brano, non mi piace eccessivamente ma ormai sono fuori tempo
massimo e lo invio così! :P
In ogni caso, buona lettura!
Ileana
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*USS Baffin - Plancia - 4 dicembre 2395 – Ore 16:34*
“Rapporto” chiese Enizia perentoria dopo un attimo di sbandamento.
“Capitano. Non abbiamo avuto alcuna variazione né di posizione né di
energia – Samak prese la parola – ma da una prima analisi i sensori
indicano che non ci troviamo più dove eravamo prima.”
“Come sarebbe a dire? Comandante si spieghi meglio!” rispose l'andoriana un
po' infastidita...
“Capitano, intorno a noi non ci sono più le stelle che avevamo monitorato
fino a qualche istante fa. Ci sono tutti i presupposti per pensare che ci
troviamo in una dimensione parallela.”
“Chee? Una dimensione parallela? E come diavolo ci siamo arrivati?” gridò
l’andoriana. Poi cercò di calmarsi: Enizia era appoggiata con entrambe le
mani allo schienale della sua poltrona e guardava lo schermo visore di
fronte a lei. In effetti non c’erano più le stesse stelle che avevano visto
fino ad un attimo prima… a dire il vero non c’erano proprio stelle…
“La Curie?” chiese quindi con più calma
“La Curie è qui. Signore, anche la navetta è qui fuori, sarebbe il caso di
abbassare gli scudi e lasciarli rientrare.” Rispose prontamente Samak dalla
sua postazione.
“Sì ha ragione Comandante. Faccia subito rientrare la squadra di sbarco.
Voglio un rapporto completo di quanto è successo là fuori. Appena a bordo
li faccia venire subito nel mio studio.”
“Certo Capitano.” rispose Samak con una fredda efficienza.
In una situazione normale, Enizia avrebbe sicuramente fatto notare al suo
Ufficiale Tattico che non aveva perso tempo a tornare la vulcaniana di
sempre, fredda e senza emozioni. Ma quella non era di certo una situazione
normale, così senza pensarci due volte, tirò dritto verso il suo studio… E
per fortuna lo fece, visto che in realtà Samak non sentiva affatto di
essere tornata come prima. Ancora era piegata degli effetti dello scambio
di sensazioni e di corpi da cui si erano appena liberati, tant’è che aveva
riconosciuto un brivido di preoccupazione per la sorte di Tynan in quella
nave aliena. I due avevano continuato a frequentarsi durante quei giorni: a
Samak non erano dispiaciute le sensazioni che aveva provato… ma questo lo
sapeva solo lei…
*USS Baffin – Ufficio del Capitano - 4 dicembre 2395 – Ore 16:40*
Appena sedutasi sulla poltrona del suo ufficio, Enizia diede ancora un
rapido sguardo fuori poi decise di contattare la sua controparte sulla
Curie. Il Capitano Suri era ancora in plancia.
=^= Capitano… =^= era Suri dall’altro lato
=^= Capitano Suri, avete già idea di quello che ci è successo? Il mio
Ufficiale Tattico pensa che siamo finiti in una dimensione diversa dalla
nostra. Per quanto mi riguarda, c’è qualcosa che non mi torna… =^=
=^= Anche noi qui sulla Curie stiamo cercando di capire cosa sia successo.
In effetti la questione non è del tutto chiara neanche a noi. Al momento
sono tutti a lavoro, non appena avremo novità la contatterò Capitano. =^=
=^= Va bene, noi faremo la stessa cosa. =^=
Enizia stava per chiudere la comunicazione quando Suri le chiese se per
motivi di sicurezza poteva far rimanere Tynan a bordo della Baffin, non
erano ancora in grado di utilizzare il teletrasporto e quindi non era
logico far correre al suo Tenente un ulteriore rischio.
=^= Non c’è problema Capitano, lo terremo a bordo della Baffin, affiancherà
Sorin allo studio di quanto accaduto. =^=
La comunicazione si chiuse qualche attimo prima che il Tenente Payton
bussasse al suo ufficio, * che tempismo * pensò e lo fece entrare.
L’umano era da solo.
“Dove sono gli altri, Tenente? Mi dica che stanno bene…”
“Sì Capitano, la squadra di sbarco è rientrata tutta. Gli altri sono già ai
loro posti. Tynan ha ricevuto l’ordine dal Capitano Suri di rimanere a
bordo della Baffin e…”
“Si si so tutto…” lo interruppe Enizia. “Adesso mi dica quello che è
successo là fuori…”
“In realtà Capitano, c’è molto poco da dire. Quello che noi abbiamo visto
dalla navetta, voi l’avete visto dalla Baffin. Appena agganciata la USS
Cepheus stavamo rientrando quando c’è stata una specie di esplosione, un
lampo accecante, dopodiché non ho visto più nulla. Solo per un istante il
teletrasporto si è rimesso in funzione, e in quell’attimo ho riportato gli
altri a bordo della navetta. Poi il nulla.”
Enizia, durante l’esposizione, era seduta alla sua scrivania con le braccia
incrociate davanti a sé e con il busto rivolto in avanti in segno di
attenzione. Quando il ragazzo si fermò, lei fece un sospiro e spostò lo
sguardo alla sua destra in un punto non ben precisato dello studio. Sospirò
di nuovo e si tirò indietro sullo schienale.
“Va bene Signor Payton. Torni in plancia e passi in rassegna le nostre
carte stellari della zona. Provi a vedere se c’è qualche punto del
quadrante che può somigliare alla zona in cui ci troviamo. Mi tenga
costantemente informata.”
“Sì Capitano” disse il giovane umano e andò via.
*USS Baffin – Sala Macchine – 4 dicembre 2395 – Ore 19:12 *
Tutta la sala macchine era in fermento.
Non c’erano state esplosioni, non c’erano stati sovraccarichi, non c’erano
stati sbalzi di energia, eppure quella nave di certo non si trovava più
dove era prima. Tutta la squadra di Brown lavorava instancabilmente per
dare una spiegazione a quello che era successo. Inoltre erano in costante
comunicazione con la squadra del Tenente Vizzini, che sulla Curie, stava
cercando le stesse loro risposte.
“Dobbiamo capire cosa diavolo è successo!” l’ingegnere capo cercava di
incitare la sua squadra in tutti i modi ed infatti erano tutti presi dai
propri compiti.
Ad un tratto, probabilmente a causa dell’agitazione e dalla foga con cui
tutti si spostavano da una postazione all’altra, il marinaio di seconda
classe Darryl inciampò in un cavo e cadde rovinosamente su una consolle
attivando la curvatura della nave. La Baffin ebbe un sussulto, poi un altro
di minore intensità, poi più niente.
*eh? Com’è possibile * pensò Darryl
L’incidente era avvenuto a pochi metri di distanza da Brown che si
insospettì subito. Si portò sulla stessa consolle urtata dal marinaio e
pigiò il pulsante di attivazione. Niente. Il Comandante chiamò così il suo
secondo con un gesto della mano:
“Il motore a curvatura è perfettamente funzionante, eppure, se cerchiamo di
par partire la Baffin, questa non si muove. Strano vero?”
“Già… - rispose il secondo pensieroso – inoltre, se proviamo ad attivare la
curvatura – e pigiò nuovamente il tasto – non solo la nave non si muove, ma
abbiamo un consumo di carburante pari quasi al doppio di quello normale.”
disse quello, mettendo con un solo veloce gesto i dati del consumo di
antimateria a fianco a quelli dell’efficienza del motore sulla consolle su
cui stavano lavorando.
“Uhm, ok. Abbiamo una base di partenza. Adesso concentriamoci su questa
anomalia. Avverti anche Vizzini e vedi se è così anche per loro…” disse
Brown e si misero di nuovo tutti a lavoro.
*USS Baffin – Laboratorio scientifico – Contemporaneamente*
Sorin e Tynan stavano lavorando insieme per cercare di mettere ordine in
quella strana faccenda. Fino a quel momento si erano concentrati
essenzialmente sullo studio delle cartografie stellari: prendendo come
punto di riferimento il pianeta che avevano visto poco prima, stavano
cercando di tracciare tutte le rotte possibili. Ma non aveva molto senso.
Il loro spostamento era stato praticamente istantaneo e quindi non c’era
motivo di supporre che si fossero spostati davvero da un’altra parte.
“Lo pensi anche tu, vero?” chiese Tynan ad un tratto
“Penso cosa?” rispose il vulcaniano
“Pensi anche tu che questo tipo di studio non ci porterà da nessuna parte.
Vero?”
“Quando uno studia un qualunque tipo di fenomeno, quasi mai sa a priori
dove andrà a finire.” disse Sorin senza però preoccuparsi di capire dove il
Trill volesse andare a parare.
Tynan era da un po’ passato alla via informale: lui e Sorin erano amici da
tempo, e in quella stanza al momento c’erano solo loro due… lasciarono
perdere i formalismi.
“Senti, proviamo a ragionare per deduzione. – a queste parole il vulcaniano
alzò un sopracciglio – allora, ci sono solo tre modi secondo me per fare un
salto nel nulla come abbiamo fatto noi: il primo è che ci hanno
addormentato tutti e ci hanno trascinati non si sa dove e non si sa per
quanto tempo. Il secondo è che per qualche strano fenomeno siamo finiti in
una dimensione diversa. Il terzo è che ci hanno teletrasportati altrove.
Navi ed equipaggio, tutti insieme…”
“Interessante teoria, vai avanti Brennon, ma credo di capire quello che
vuoi dire…”
“Bene, allora. Non credo che ci abbiano addormentati: il computer di bordo
segna la data corretta e se anche fosse stato manomesso a quest’ora ce ne
saremmo accorti. Ok, rimane l’ipotesi del salto in una dimensione diversa,
ma, dove sono finite le stelle? Io personalmente non ho mai vissuto
l’esperienza di finire in un’altra dimensione, ma ho letto tanti rapporti e
nessuno segnala la completa assenza di astri. Quindi rimane…”
“…quindi rimane il teletrasporto…” fu Sorin a completare l’esposizione di
Tynan.
“Certo mi dirai quanto deve essere grosso uno strumento in grado di
teletrasportare contemporaneamente due navi stellari e tutto il suo
equipaggio al completo… e soprattutto non sappiamo se sia fisicamente
possibile. Ma al momento è la strada più probabile che possiamo seguire.”
Sorin annuì.
“Avvertiamo il Capitano.”
*In un luogo imprecisato – Nello stesso momento*
“Guardali, come si agitano!” esclamò il Capitano Norman II, figlio del
Capitano Norman di quella che fu la USS Cepheus.
Una voce sghignazzante gli fece eco…
Sul monitor principale della postazione di controllo, Rick Norman II
seguiva passo passo tutto quello che accadeva a bordo della Baffin e della
Curie. I loro sensori, che avevano razziato ad un popolo incontrato qualche
anno prima, gli permettevano di seguire le tracce vitali dei componenti
delle due navi anche attraverso lo scafo e soprattutto anche attraverso i
loro scudi. Ma quei sensori così evoluti non erano l’unica cosa che quella
gente aveva rubato: tecnologia di occultamento, armi ad altissima potenza,
sistemi di teletrasporto incredibili di cui la Federazione non conosceva
neanche la possibilità di esistenza, facevano parte del loro bagaglio di
viaggio.
“David, va a dire ai prigionieri che è arrivato il momento.”
“Sì Capitano.”
I prigionieri in questione, o meglio i vecchi prigionieri in questione,
erano cinque vulcaniani, i cinque vulcaniani più giovani che all’epoca dei
fatti erano imbarcati a bordo della USS Cepheus e che erano rimasti ancora
in vita. Malconci sì, ma ancora perfettamente vivi… Al Comandante David non
piaceva per niente parlare con quella gente, non mostravano mai nessun
segno di disapprovazione, non erano mai arrabbiati, mai alzavano la voce.
Niente di niente e questo gli faceva passare ogni godimento. Anche a quella
notizia infatti, non batterono ciglio.
*Mah, ci sarà pure qualcosa che li infastidisca, e prima o poi sono
convinto che la scoprirò. * pensò fra sé il Primo Ufficiale di ritorno
nella sala di controllo.
“Niente Capitano, non hanno reagito.” Riferì questo
“Pazienza… - rispose Norman – anzi, collega la visione esterna al loro
monitor… vediamo se si smuovono così.”
David obbedì e ad un attratto ai Vulcaniani si presentò un’immagine da far
rabbrividire anche i più impavidi. La scena era questa: tre sfere della
grandezza di un piccolo pianeta erano disposte a formare un triangolo. Una
quarta sfera gli stava sopra a formare una specie di forma geometrica
regolare, molto simile ad un cono. Lungo tutti i bordi vi erano dei
trasmettitori olografici e dei generatori di campo, i primi servivano a
proiettare l’immagine di uno spazio buio e senza stelle, i secondi
formavano un potentissimo campo di contenimento da cui le due navi non si
sarebbero mai potute liberare.
La Baffin e la Curie erano in trappola, e ancora non lo sapevano…
I cinque vulcaniani impallidirono a questa visione.
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*Enizia*
Capitano USS Baffin / FO Progetto Pyteas
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Email: ten.samak a gmail.com
Sype: dolcevoloo
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