[Stml9] [5.06 - Suri - Riti di passaggio]
Elena Fuccelli
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Mer 18 Nov 2015 22:18:57 CET
Beh, vi avevo avvertito che non sono molto versata nei toni della
commedia, vero? E gli eventi degli ultimi giorni non hanno contribuito
a migliorare i mio umore. Non avevo neanche molte idee...
Titolo: Riti di passaggio
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INIZIO TRASMISSIONE
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USS Curie -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,01
La notizia non si era ancora diffusa e di questo Timeran Bhreel
ringraziava la propria fortuna. Filò dritta verso turboascensore,
tenendo gli occhi bassi in modo da non incrociare lo sguardo di
nessuno.
“Infermeria!” - ordinò, sospirando di sollievo alle porte che si
chiudevano.
Fino a quel momento, l'equipaggio aveva preso bene la situazione,
anzi: ne aveva tratto una sorta di sollievo, come se l'intera nave
stesse attraversando il carnevale di Notting Hill. Ma nessun carnevale
è divertente se dura troppo. Quando si fosse diffusa la notizia che le
stelle avevano cessato la loro risonanza e che nessuno era tornato
normale... Rabbrividì. Sarebbe stato difficile mantenere calmi gli
animi. Uomini e donne avrebbero cominciato a mettere in questione gli
uni l'uso che le altre facevano dei loro corpi, e viceversa. Doveva
prepararsi ad affrontare la situazione...
Le porte dell'infermeria si aprirono di fronte a lei. La trill
individuò Luz Fuentes, in piedi tra due bioletti. I bioletti erano
occupati da un uomo e una donna che Timeran conosceva appena. La sua
amica aveva addosso un camice troppo corto per il corpo di Thomas
Pierce e stava studiando i dati medici dei due pazienti che apparivano
su uno schermo.
“Sei impegnata? Devo tornare più tardi?” - domandò, dopo qualche
istante di imbarazzato silenzio.
“E' solo un test... e comunque, ho concluso” - allungò una mano per
abbassare una levetta – Potete andare”
I due si alzarono. Dopo aver lanciato un'occhiata ai dati sullo
schermo – la donna in una maniera apparentemente distratta che non
ingannò Timeran per un secondo, l'altro con un visibile nervosismo,
come se stesse cercando di decidere se era il caso di arrischiarsi a
fare domande alla dottoressa – i due si diressero verso la porta
dell'infermeria. La trill fissò a sua volta lo schermo, senza
comprendere.
“Stai controllando tutti gli scambiati? - domandò Timeran.
“No – scrollò le spalle Luz – Non potevo controllare l'intero
equipaggio in così poco tempo e con tutto quello che ho da fare con il
matrimonio. No: ho fatto test a campione, prendendoli da entrambi gli
equipaggi e confrontando i risultati con quelli del dottor Maurian.
Risultato: non ci sono modifiche nella risonanza se i corpi degli
scambiati si trovano su due navi diverse, vicinissimi o a distanza
l'uno dall'altro. Neanche mettere un campo di forze tra le persone
scambiate ha dato risultati significativi... E non so più che cosa
inventarmi!” - concluse, sfilandosi di dosso il camice e gettandolo
su uno dei bioletti. Si andò a sedere alla poltrona della sua
scrivania e Timeran la seguì:
“Come hai saputo che le stelle non sono più in risonanza?” - domandò
la trill.
“Mi ha chiamato il capitano. Mi ha detto che finora la situazione è
stata presa sottogamba e che dobbiamo trovare una cura. Se hai
suggerimenti in proposito li accetto volentieri perché io al momento
non ho la più vaga idea su che cosa fare per ritornare alla normalità.
Mi piace il corpo del mio fidanzato, ma devo dire che mi piacerebbe di
più se io fossi nel mio!”
Timeran allargò le mani in un gesto di resa:
“Neanche a me sorride l'idea di passare il resto della vita dentro un
corpo non mio. E che cosa succederebbe se uno dei corpi scambiati si
ammalasse, se morisse?”
“Mi sembra evidente... - Luz si mise a giocherellare distrattamente
con una matita - Morirebbe il vero titolare del corpo. Sono solo le
nostre menti ad essere convinte di appartenere ad un corpo con il
quale siamo in risonanza... Ma noi non abbiamo realmente lasciato i
nostri corpi. Resta da stabilire se la mente collegata sarebbe
danneggiata o se tornerebbe al proprio posto.”
“Non ho molta voglia di controllare” -
“Oh, neanche io! Ovviamente...”
La trill sorrise, quindi si avvicinò all'amica:
“Per stasera, però smettiamo di pensarci – disse – Abbiamo appena il
tempo di prepararci. O ti sei dimenticata che stasera abbiamo
prenotato il ponte ologrammi della Curie per il tuo addio al
nubilato?”
Luz rise:
“No, non me ne sono dimenticata. Thomas mi ha appena avvertito che sta
tornando sulla Baffin per il suo addio al celibato... Gli ho
raccomandato una serata tranquilla, con massaggi e trattamenti di
bellezza in una SPA. Non voglio che le olografie del mio matrimonio
mostrino occhiaie da notte brava!”
USS Baffin - Ponte Ologrammi -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,01
C'erano alcune cose su cui il comandate Volkoff aveva cominciato ad
abituarsi. Avere un aspetto femminile era una di esse, anche se si
trovava spesso sconcertato dalle caratteristiche del corpo in cui si
trovava. Magari durante l'addio al celibato di quella sera avrebbe
potuto approfittare per chiedere a Brennon Tynan se anche lui provava
le stesse sensazioni, alle prese con il corpo di Samak come lui lo era
con quello del capitano Suri. Ma a proposito di Tynan, dove diavolo
era andato a finire?
“Sono qui!”
Volkoff si voltò, in tempo per vedere Samak uscire dal turboascensore.
Tynan aveva indossato un vestito leggero della vulcaniana, di un
colore verde acqua, che lasciava scoperte le spalle. Il russo si
concentrò mentalmente su apprezzamenti alla linea della scollatura
rivelata dal vestito e sogghignò vedendo l'ufficiale scientifico
arrossire imbarazzato:
“Anche tu stai molto bene con quella mise, sai?” - reagì Tynan,
alludendo all'abito civile indossato da Volkoff. L'uomo aveva
indossato un abito bianco latte, molto corto, che poggiava su shorts
neri e lunghi stivali pure bianchi. L'aveva scelto perché, colore a
parte, l'insieme aveva ricordato a Volkoff le olografie delle uniformi
della Flotta di sessanta o settant'anni prima, agli albori
dell'esplorazione della Galassia da parte dell'umanità.
“Ti piace? Sono stato molto incerto sul look che volevo stasera –
disse, fingendo di pavoneggiarsi, quindi rise e cambiò argomento,
diventando più serio - Curioso: avevo l'impressione che la telepatia
fosse rimasta nel tuo corpo, Bren... Che si fosse trasferita a Samak,
intendo!”
“No. Non mi dispiacerebbe scaricare il problema su qualcun altro, ma
non è così. Certo, ho una maggiore difficoltà a percepire i pensieri
altrui, come se dovessero attraversare dei passaggi prima di
arrivare... Però, sono sempre qui” - si batté l'indice sulla tempia.
“Chi è qui?” - domandò Thomas Pierce, comparendo da dietro un angolo –
Tutti pronti per la mia festa? O per farmi la festa?”
“Thomas! - disse Volkoff, fissando la divisa dell'altro con
disapprovazione – Ti avevo detto di venire in abito civile!”
“Volkoff, so che ti sembrerà strano, ma io non possiedo abiti da donna
– ribatté il primo ufficiale - E non potevo chiederne uno in prestito
proprio alla mia fidanzata per il mio addio al celibato. Lei crede che
in programma ci sia una serata tranquilla in una SPA!”
“E tu che ne sai di che cosa ci sia in programma? - corrugò la fronte
Volkoff, quindi fissò di sbieco Tynan, che scosse la testa:
“Se ci sono state spiate, non sono venute da me!”
“Calma... - intervenne Thomas – Non so niente. Ma non credo che
troverò synthalcol sul menu, non è vero?”
Volkoff rise:
“Synthalcol? Certo che no, per chi mi hai preso? Ma sarà meglio
entrare. Gli altri ci stanno aspettando, e io non ho voglia di far
sapere i fatti nostri a tutta la nave!”
Il programma olografico era pronto da giorni. Premette il pulsante di
avvio.
USS Baffin – Studio del capitano Enizia -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,45
“Dobbiamo trovare una soluzione, capitano Enizia” -
Questa volta, il capitano Suri aveva ignorato l'utilizzo della Sala
riunioni uno, preferendo andare di persona sulla Baffin ad incontrare
il suo omologo della Baffin. Enizia le indicò una poltrona di fronte
alla scrivania, quindi sedette pesantemente alla propria postazione.
“Sono d'accordo con lei, capitano Suri. Anche da un punto di vista
personale: il consigliere Appel è tutt'altro che confortevole da
indossare”
Suri lasciò trasparire una espressione di comprensione:
“Capisco. Sono consapevole della mia fortuna. Il corpo del comandante
Volkoff non mi dà molto fastidio, anche se a volte è frustrante. Gli
umani hanno un udito decisamente inferiore a quello normale di un
vulcaniano...” -
“La invidio”
Suri la fissò, sconcertata:
“Mi invidia? Perché?”
“Scusi... - disse Enizia - Una espressione che ho appreso dagli umani.
Non esprime una vera emozione di invidia, ma solo il desiderio di
partecipare della stessa fortuna”
“Preferirei avere la fortuna di rientrare presto nel mio corpo –
ribatté Suri. C'era della musica di fondo. Per un istante fu tentata
di chiedere ad Enizia di spegnerla o di farla spegnere, ma non
riusciva a capirne la provenienza, o perfino se fosse nella stessa
stanza. Cercò di concentrarsi sulle parole del capitano :
“Questo ci riporta al tema della nostra riunione. I suoi ufficiali le
hanno manifestato qualche idea?”
Enizia scosse la testa:
“La maggior parte dei miei ufficiali ha la testa da qualche altra
parte... Scusi – alzò le palme delle mani – Ho l'impressione che stare
in questo corpo mi stia influenzando più del dovuto. Non avevo mai
adoperato così tante espressioni umane nella mia vita di quanto stia
facendo in questi giorni. Volevo dire che la maggior parte degli
ufficiali superiori sono impegnati nella preparazione del matrimonio
di Tom Pierce con la dottoressa Fuentes e che quindi forse non hanno
prestato sufficiente attenzione al problema, almeno finora.
Considerata la situazione, e considerato anche quello che abbiamo
passato sul pianeta dei ragni, ho deciso di lasciare correre... Il
problema vero è che abbiamo dato per scontato che la situazione si
sarebbe risolta da sola... E nessuno, a quanto parte, si è posto
domande”
“Domande?” - la musica era più forte, più intensa. Si passò una mano
sulla tempia.
“Si, domande. Come ad esempio: i trasferimenti sono stati casuali?
Oppure c'è un motivo se una persona si è ritrovata nel corpo di
un'altra? C'era un'affinità di qualche tipo tra gli scambiati?”
“Confesso che non riesco a vedere alcun punto di affinità tra me ed il
comandante Volkoff - obiettò Suri – Lui umano di sesso maschile, io
vulcaniana. Lui è carnivoro, io vegetariana. Non eravamo a contatto.
Non eravamo nemmeno sulla stessa nave quando è avvenuto lo scambio...”
“Eppure sono convinta che questo sia uno spunto su cui è possibile
lavorare – disse con forza Enizia – Se c'è un motivo che ha
determinato la scelta di due persone precise per lo scambio, forse
sarà possibile trovare il modo per interromperlo...” - si fermò,
fissando Suri negli occhi:
“Mi segue, capitano? Mi sembra distratta!”
Ah... I love the colorful clothes she wears
“Sto bene...”
And the way the sunlight plays upon her hair...
Avvertì un senso di bagnato sulla pelle. Enizia – il volto di Appel –
baluginò, frammentandosi come una vetrata in pezzi. Davanti ai suoi
occhi delle luci dai colori acidi iniziarono a danzare con toni bruni
di pelle bagnata, mischiandosi e condensandosi nella sagoma di una
ragazza.
Ahh... I hear the sound of a gentle word
Sulle labbra avvertì il freddo del collo di una bottiglia, un sapore
dolce e un senso di calore bruciante si diffuse per tutto il corpo.
On the wind that lift her perfume through the air
La ragazza ballava, con l'abito che le scintillava intorno in blu
elettrico, in giallo, in rosso fuoco ed i
capelli che si attorcigliavano in spire rimandavano gli stessi colori.
C'erano altre sagome intorno, figure umane, umanoidi dai corpi quasi
nudi che danzavano immerse nelle luci brillanti. Anche il suo corpo
era quasi nudo, ma il calore era dentro di lei. La testa le girava e
tutti i tentativi per riprendere il controllo di sé sembravano vani.
L'impiantito era ricoperto di schiuma riflettente e raggi laser che
ferivano gli occhi. Doveva andare via da lì... anche se non aveva
alcuna idea di dove fosse. Si mosse, barcollando come su una nave
terrestre, scostando corpi che fra le luci non riconosceva, per
allontanarsi dal centro della sala. Scivolò, cadde immergendosi nella
schiuma che le arrivò in gola facendola tossire e ridere insieme. Era
assurdo, e rise come non aveva mai fatto nella sua vita e non avrebbe
mai fatto dopo. Arrancò per rimettersi in piedi, arrivò fino ad una
parete arrotondata, trovò i comandi. La porta si aprì sul corridoio e
cadde in avanti, dritto tra le braccia del comandante Volkoff.
USS Baffin - Infermeria -
23 Febbraio 2395 - Ore 01,10
“...Non ho bevuto così tanto!” - Si difese Volkoff. L'etichetta sulla
uniforme di Appel, a braccia incrociate di fronte a lui, ricordava che
si trattava del capitano Enizia, che lo fissava con uno sguardo
accigliato che non prometteva niente di buono.
Il dottor Maurian sbuffò, obbligando il russo a stendersi sul bioletto
e tirando un lenzuolo sul corpo quasi nudo del capitano Suri, distesa
sul lettino accanto.
“Forse non tanto per quello cui lei è abituato – l'accusò il medico –
ma lei in quel momento stava occupando il corpo del capitano Suri, che
ha un peso molto minore del suo e quindi anche una resistenza agli
alcolici estremamente inferiore. Suri è stata intossicata dall'alcol
che lei ha bevuto. ”
“E io che mi chiedevo come mai della vodka così buona non mi facesse
alcun effetto... Almeno fino a quando non mi sono ritrovato nel mio
corpo, nell'ufficio del capitano Enizia. E senza ricordare affatto
come ci fossi arrivato!”
Volkoff lanciò un'occhiata in tralice al lettino accanto, sul quale
era stato disteso il suo corpo occupato dal capitano della Curie:
“Ci saranno conseguenze?” - domandò, preoccupato.
“Se parla di conseguenze mediche – rispose il medico - non credo che
vadano al di là dei postumi di una grossa sbornia. Se parla di
conseguenze disciplinari... Beh, questo dipende da lei” - accennò alla
donna distesa sul lettino.
“Veramente, dipende da me – intervenne il capitano Enizia – Il
comandante Volkoff appartiene alla mia nave, non a quella del capitano
Suri. E sono convinta che riuscirò a persuadere il capitano della
Baffin a non sporgere reclamo, visto che accidentalmente il comandante
ci ha fatto scoprire il sistema per interrompere la risonanza
provocata dalle stelle. Adesso però il problema è un altro...”
Volkoff la fissò in maniera interrogativa:
“Un...Altro?”
“Si. Se è una sbornia a interrompere la risonanza, dove li andiamo a
trovare tutti gli alcolici che servono a sbronzare due interi
equipaggi?”
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FINE TRASMISSIONE
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Ciao! ;-D
Elena
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Capitano Suri
USS Curie
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