[Stml9] R: [5.06 - Suri - Riti di passaggio]

Maddalena Duci vampitrill a gmail.com
Mer 18 Nov 2015 23:49:08 CET


Quindi dobbiamo sbronzarci come se non ci fosse un domani? E' un bel problema trovare tutto quell'alcool ma sono sicura che volkoff ci lascerà attingere alla sua riserva... Bel pezzo!

----- Messaggio originale -----
Da: "Elena Fuccelli" <mf9115 a mclink.it>
Inviato: ‎18/‎11/‎2015 22:19
A: "Progetto Pytheas" <stml9 a gioco.net>
Oggetto: [Stml9]  [5.06 - Suri - Riti di passaggio]

Beh, vi avevo avvertito che non sono molto versata nei toni della 
commedia, vero? E gli eventi degli ultimi giorni non hanno contribuito 
a migliorare i mio umore. Non avevo neanche molte idee...

Titolo: Riti di passaggio

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INIZIO TRASMISSIONE
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USS Curie -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,01

La notizia non si era ancora diffusa e di questo Timeran Bhreel 
ringraziava la propria fortuna. Filò dritta verso  turboascensore, 
tenendo gli occhi bassi in modo da non incrociare lo sguardo di 
nessuno.
“Infermeria!” - ordinò, sospirando di sollievo alle porte che si 
chiudevano.
Fino a quel momento, l'equipaggio aveva preso bene la situazione, 
anzi: ne aveva tratto una sorta di sollievo, come se l'intera nave 
stesse attraversando il carnevale di Notting Hill. Ma nessun carnevale 
è divertente se dura troppo. Quando si fosse diffusa la notizia che le 
stelle avevano cessato la loro risonanza e che nessuno era tornato 
normale... Rabbrividì. Sarebbe stato difficile mantenere calmi gli 
animi. Uomini e donne avrebbero cominciato a mettere in questione gli 
uni  l'uso che le altre facevano dei loro corpi, e viceversa. Doveva 
prepararsi ad affrontare la situazione...
Le porte dell'infermeria si aprirono di fronte a lei. La trill 
individuò Luz Fuentes, in piedi tra due bioletti. I bioletti erano 
occupati da un uomo e una donna che Timeran conosceva appena. La sua 
amica aveva addosso un camice troppo corto per il corpo di Thomas 
Pierce e stava studiando i dati medici dei due pazienti che apparivano 
su uno schermo.
“Sei impegnata? Devo tornare più tardi?” - domandò, dopo qualche 
istante di imbarazzato silenzio.
“E' solo un test... e comunque, ho concluso” - allungò una mano per 
abbassare una levetta – Potete andare”
I due si alzarono. Dopo aver lanciato un'occhiata ai dati sullo 
schermo – la donna in una maniera apparentemente distratta che non 
ingannò Timeran per un secondo, l'altro con un visibile nervosismo, 
 come se stesse cercando di decidere se era il caso di arrischiarsi a 
fare domande alla dottoressa – i due si diressero verso la porta 
dell'infermeria. La trill fissò a sua volta lo schermo, senza 
comprendere.
“Stai controllando tutti gli scambiati? - domandò Timeran.
“No – scrollò le spalle Luz – Non potevo controllare l'intero 
equipaggio in così poco tempo e con tutto quello che ho da fare con il 
matrimonio. No: ho fatto test a campione, prendendoli da entrambi gli 
equipaggi e confrontando i risultati con quelli del dottor Maurian. 
Risultato: non ci sono modifiche nella risonanza se i corpi degli 
scambiati si trovano su due navi diverse, vicinissimi o a distanza 
l'uno dall'altro. Neanche mettere un campo di forze tra le persone 
scambiate ha dato risultati significativi... E non so più che cosa 
inventarmi!” - concluse, sfilandosi di dosso il camice  e gettandolo 
su uno dei bioletti. Si andò a sedere alla poltrona della sua 
scrivania e Timeran la seguì:
“Come hai saputo che le stelle non sono più in risonanza?” - domandò 
la trill.
“Mi ha chiamato il capitano. Mi ha detto che finora la situazione è 
stata presa sottogamba e che dobbiamo trovare una cura. Se hai 
suggerimenti in proposito li accetto volentieri perché io al momento 
non ho la più vaga idea su che cosa fare per ritornare alla normalità. 
Mi piace il corpo del mio fidanzato, ma devo dire che mi piacerebbe di 
più se io fossi nel mio!”
Timeran allargò le mani in un gesto di resa:
“Neanche a me sorride l'idea di passare il resto della vita dentro un 
corpo non mio. E che cosa succederebbe se uno dei corpi scambiati si 
ammalasse, se morisse?”
“Mi sembra evidente... - Luz si mise a giocherellare distrattamente 
con una matita - Morirebbe il vero titolare del corpo. Sono solo le 
nostre menti ad essere convinte di appartenere ad un corpo con il 
quale siamo in risonanza... Ma noi non abbiamo realmente lasciato i 
nostri corpi. Resta da stabilire se la mente collegata sarebbe 
danneggiata o se tornerebbe al proprio posto.”
“Non ho molta voglia di controllare” -
“Oh, neanche io! Ovviamente...”
La trill sorrise, quindi si avvicinò all'amica:
“Per stasera, però smettiamo di pensarci – disse – Abbiamo appena il 
tempo di prepararci. O ti sei dimenticata che stasera abbiamo 
prenotato il ponte ologrammi della Curie per il tuo addio al 
nubilato?”
Luz rise:
“No, non me ne sono dimenticata. Thomas mi ha appena avvertito che sta 
tornando sulla Baffin per il suo addio al celibato... Gli ho 
raccomandato una serata tranquilla, con massaggi e trattamenti di 
bellezza in una SPA. Non voglio che le olografie del mio matrimonio 
mostrino occhiaie da notte brava!”


USS Baffin - Ponte Ologrammi -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,01

C'erano alcune cose su cui il comandate Volkoff aveva cominciato ad 
abituarsi. Avere un aspetto femminile era una di esse, anche se si 
trovava spesso sconcertato dalle caratteristiche del corpo in cui si 
trovava. Magari durante l'addio al celibato di quella sera avrebbe 
potuto approfittare per chiedere a Brennon Tynan se anche lui provava 
le stesse sensazioni, alle prese con il corpo di Samak come lui lo era 
con quello del capitano Suri. Ma a proposito di Tynan, dove diavolo 
era andato a finire?
“Sono qui!”
Volkoff si voltò, in tempo per vedere Samak uscire dal turboascensore. 
Tynan aveva indossato un vestito leggero della vulcaniana, di un 
colore verde acqua, che lasciava scoperte le spalle. Il russo  si 
concentrò mentalmente su apprezzamenti alla linea della scollatura 
rivelata dal vestito e sogghignò vedendo l'ufficiale scientifico 
arrossire imbarazzato:
“Anche tu stai molto bene con quella mise, sai?” - reagì Tynan, 
alludendo all'abito civile indossato da Volkoff. L'uomo aveva 
indossato un abito bianco latte, molto corto, che poggiava su shorts 
neri e lunghi stivali pure bianchi. L'aveva scelto perché, colore a 
parte, l'insieme aveva ricordato a Volkoff le olografie delle uniformi 
della Flotta di sessanta o settant'anni prima, agli albori 
dell'esplorazione della Galassia da parte dell'umanità.
“Ti piace? Sono stato molto incerto sul look che volevo stasera – 
disse, fingendo di pavoneggiarsi, quindi rise e cambiò argomento, 
diventando più serio -  Curioso: avevo l'impressione che la telepatia 
fosse rimasta nel tuo corpo, Bren... Che si fosse trasferita a Samak, 
intendo!”
“No. Non mi dispiacerebbe scaricare il problema su qualcun altro, ma 
non è così. Certo, ho una maggiore difficoltà a percepire i pensieri 
altrui, come se dovessero attraversare dei passaggi prima di 
arrivare... Però, sono sempre qui” - si batté l'indice sulla tempia.
“Chi è qui?” - domandò Thomas Pierce, comparendo da dietro un angolo – 
Tutti pronti per la mia festa? O per farmi la festa?”
“Thomas! - disse Volkoff, fissando la divisa dell'altro con 
disapprovazione – Ti avevo detto di venire in abito civile!”
“Volkoff, so che ti sembrerà strano, ma io non possiedo abiti da donna 
– ribatté il primo ufficiale -  E non potevo chiederne uno in prestito 
proprio alla mia fidanzata per il mio addio al celibato. Lei crede che 
in programma ci sia una serata tranquilla in una SPA!”
“E tu che ne sai di che cosa ci sia in programma? - corrugò la fronte 
Volkoff, quindi fissò di sbieco Tynan, che scosse la testa:
“Se ci sono state spiate, non sono venute da me!”
“Calma... - intervenne Thomas – Non so niente. Ma non credo che 
troverò synthalcol sul menu, non è vero?”
Volkoff rise:
“Synthalcol? Certo che no, per chi mi hai preso? Ma sarà meglio 
entrare. Gli altri ci stanno aspettando, e io non ho voglia di far 
sapere i fatti nostri a tutta la nave!”
Il programma olografico era pronto da giorni. Premette il pulsante di 
avvio.


USS Baffin – Studio del capitano Enizia -
22 Febbraio 2395 - Ore 23,45


“Dobbiamo trovare una soluzione, capitano Enizia” -
Questa volta, il capitano Suri aveva ignorato l'utilizzo della Sala 
riunioni uno, preferendo andare di persona sulla Baffin ad incontrare 
il suo omologo della Baffin. Enizia le indicò una poltrona di fronte 
alla scrivania, quindi sedette pesantemente alla propria postazione.
“Sono d'accordo con lei, capitano Suri. Anche da un punto di vista 
personale: il consigliere Appel è tutt'altro che confortevole da 
indossare”
Suri lasciò trasparire una espressione di comprensione:
“Capisco. Sono consapevole della mia fortuna. Il corpo del comandante 
Volkoff non mi dà molto fastidio, anche se a volte è frustrante. Gli 
umani hanno un udito decisamente inferiore a quello normale di un 
vulcaniano...” -
“La invidio”
Suri la fissò, sconcertata:
“Mi invidia? Perché?”
“Scusi... - disse Enizia - Una espressione che ho appreso dagli umani. 
Non esprime una vera emozione di invidia, ma solo il desiderio di 
partecipare della stessa fortuna”
“Preferirei avere la fortuna di rientrare presto nel mio corpo – 
ribatté Suri. C'era della musica di fondo. Per un istante fu tentata 
di chiedere ad Enizia di spegnerla o di farla spegnere, ma non 
riusciva a capirne la provenienza, o perfino se fosse nella stessa 
stanza. Cercò di concentrarsi sulle parole del capitano :
“Questo ci riporta al tema della nostra riunione. I suoi ufficiali le 
hanno manifestato qualche idea?”
Enizia scosse la testa:
“La maggior parte dei miei ufficiali ha la testa da qualche altra 
parte... Scusi – alzò le palme delle mani – Ho l'impressione che stare 
in questo corpo mi stia influenzando più del dovuto. Non avevo mai 
adoperato così tante espressioni umane nella mia vita di quanto stia 
facendo in questi giorni. Volevo dire che la maggior parte degli 
ufficiali superiori sono impegnati nella preparazione del matrimonio 
di Tom Pierce con la dottoressa Fuentes e che quindi forse non hanno 
prestato sufficiente attenzione al problema, almeno finora. 
Considerata la situazione, e considerato anche quello che abbiamo 
passato sul pianeta dei ragni, ho deciso di lasciare correre... Il 
problema vero è che abbiamo dato per scontato che la situazione si 
sarebbe risolta da sola... E nessuno, a quanto parte, si è posto 
domande”
“Domande?” - la musica era più forte, più intensa. Si passò una mano 
sulla tempia.
“Si, domande. Come ad esempio: i trasferimenti sono stati casuali? 
Oppure c'è un motivo se una persona si è ritrovata nel corpo di 
un'altra? C'era un'affinità di qualche tipo tra gli scambiati?”
“Confesso che non riesco a vedere alcun punto di affinità tra me ed il 
comandante Volkoff - obiettò Suri – Lui umano di sesso maschile, io 
vulcaniana. Lui è carnivoro, io vegetariana. Non eravamo a contatto. 
Non eravamo nemmeno sulla stessa nave quando è avvenuto lo scambio...”
“Eppure sono convinta che questo sia uno spunto su cui è possibile 
lavorare – disse con forza Enizia – Se c'è un motivo che ha 
determinato la scelta di due persone precise per lo scambio, forse 
sarà possibile trovare il modo per interromperlo...” - si fermò, 
fissando Suri negli occhi:
“Mi segue, capitano? Mi sembra distratta!”
Ah... I love the colorful clothes she wears
“Sto bene...”
And the way the sunlight plays upon her hair...
Avvertì un senso di bagnato sulla pelle. Enizia – il volto di Appel – 
baluginò, frammentandosi come una vetrata in pezzi. Davanti ai suoi 
occhi delle luci dai colori acidi iniziarono a danzare con toni bruni 
di pelle bagnata, mischiandosi e condensandosi nella sagoma di una 
ragazza.
Ahh... I hear the sound of a gentle word
Sulle labbra avvertì il freddo del collo di una bottiglia, un sapore 
dolce e un senso di calore bruciante si diffuse per tutto il corpo.
On the wind that lift her perfume through the air
La ragazza ballava, con l'abito che le scintillava intorno in blu 
elettrico, in giallo, in rosso fuoco ed i
capelli che si attorcigliavano in spire rimandavano gli stessi colori.
C'erano altre sagome intorno, figure umane, umanoidi dai corpi quasi 
nudi che danzavano immerse nelle luci brillanti. Anche il suo corpo 
era quasi nudo, ma il calore era dentro di lei. La testa le girava e 
tutti i tentativi per riprendere il controllo di sé sembravano vani. 
L'impiantito era ricoperto di schiuma riflettente e raggi laser che 
ferivano gli occhi. Doveva andare via da lì... anche se non aveva 
alcuna idea di dove fosse. Si mosse, barcollando come su una nave 
terrestre, scostando corpi che fra le luci non riconosceva, per 
allontanarsi dal centro della sala. Scivolò, cadde immergendosi nella 
schiuma che le arrivò in gola facendola tossire e ridere insieme. Era 
assurdo, e rise come non aveva mai fatto nella sua vita e non avrebbe 
mai fatto dopo. Arrancò per rimettersi in piedi, arrivò fino ad una 
parete arrotondata, trovò i comandi. La porta si aprì sul corridoio e 
cadde in avanti, dritto tra le braccia del comandante Volkoff.


USS Baffin - Infermeria -
23 Febbraio 2395 - Ore 01,10


“...Non ho bevuto così tanto!” - Si difese Volkoff. L'etichetta sulla 
uniforme di Appel, a braccia incrociate di fronte a lui, ricordava che 
si trattava del capitano Enizia, che lo fissava con uno sguardo 
accigliato che non prometteva niente di buono.
Il dottor Maurian sbuffò, obbligando il russo a stendersi sul bioletto 
e tirando un lenzuolo sul corpo quasi nudo del capitano Suri, distesa 
sul lettino accanto.
“Forse non tanto per quello cui lei è abituato – l'accusò il medico – 
ma lei in quel momento stava occupando il corpo del capitano Suri, che 
ha un peso molto minore del suo e quindi anche una resistenza agli 
alcolici estremamente inferiore. Suri è stata intossicata dall'alcol 
che lei ha bevuto. ”
“E io che mi chiedevo come mai della vodka così buona non mi facesse 
alcun effetto... Almeno fino a quando non mi sono ritrovato nel mio 
corpo, nell'ufficio del capitano Enizia. E senza ricordare affatto 
come ci fossi arrivato!”
Volkoff lanciò un'occhiata in tralice al lettino accanto, sul quale 
era stato disteso il suo corpo occupato dal capitano della Curie:
“Ci saranno conseguenze?” - domandò, preoccupato.
“Se parla di conseguenze mediche – rispose il medico - non credo che 
vadano al di là dei postumi di una grossa sbornia. Se parla di 
conseguenze disciplinari... Beh, questo dipende da lei” - accennò alla 
donna distesa sul lettino.
“Veramente, dipende da me – intervenne il capitano Enizia – Il 
comandante Volkoff appartiene alla mia nave, non a quella del capitano 
Suri. E sono convinta che riuscirò a persuadere il capitano della 
Baffin a non sporgere reclamo, visto che accidentalmente il comandante 
ci ha fatto scoprire il sistema per interrompere la risonanza 
provocata dalle stelle. Adesso però il problema è un altro...”
Volkoff la fissò in maniera interrogativa:
“Un...Altro?”
“Si. Se è una sbornia a interrompere la risonanza, dove li andiamo a 
trovare tutti gli alcolici che servono a sbronzare due interi 
equipaggi?”

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FINE TRASMISSIONE
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Ciao! ;-D
Elena
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Capitano Suri
USS Curie
Progetto Pytheas - Delta Quadrant
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