[Stml9] Fuentes -6.04 - Contatti
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Mar 2 Feb 2016 16:48:44 CET
Ecco il mio brano, spero vi piaccia, anche se è un po' breve.
P.s.
scrivendolo mi immaginavo che il volto del capitano della Cepheus avesse le sembianze di Antony Hopkins/Hannibal the Cannibal ! un po' inquietante vero?
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USS Curie – 05/12/2395 – ore 10.45
Lo schermo della Curie s’illuminò improvvisamente, contemporaneamente a quello della Baffin, e gli ufficiali presenti nelle due plance si ritrovarono a fissare il volto di un uomo dal volto segnato dall’età e dalle tribolazioni che la vita aveva posto sul suo cammino.
“In nome della Cepheus vi do il benvenuto.” Disse con un sorriso sardonico sul viso.
Suri parlò per prima.
“Grazie, ma se siete voi la causa della nostra situazione attuale, non mi sembra granché come benvenuto. Sono il Capitano Suri della Curie della Federazione Unita dei Pianeti. E lei è?”
“Scusi la maleducazione, ma non siamo molto abituati a intrattenere rapporti con la Federazione. Sono il Capitano Norman e, in effetti, sì, la colpa è nostra, se vi trovate immobilizzati.”
“Norman? Ha lo stesso nome del Capitano che ha guidato la Cepheus nella missione che ne ha causata la scomparsa, ma è impossibile che siate la stessa persona.”Intervenne Enizia che ricordava, per averli letti, i nomi degli ufficiali superiori della nave svanita e, visto gli anni che erano trascorsi, era impossibile fossero ancora in vita.
“Era mio padre: ci ha lasciato già da diversi anni, ma sono stati il suo coraggio e la sua forza di volontà che ci hanno permesso di sopravvivere.” Rispose Norman che continuò “Anche se il desiderio di vendetta è stato sicuramente la molla più potente nel non farci soccombere, anzi nello spingerci a rafforzarci sempre di più.”
“Vendetta? Verso chi? E perché?” chiese Suri alzando il sopracciglio destro, ancora una volta colpita da come gli esseri umani potessero portare rancore, anche a distanza di così tanti anni.
“La federazione ci ha usato e poi si è dimenticata di noi e dei nostri padri!” Norman si era irrigidito sulla poltrona e i suoi gelidi occhi azzurri, mostravano l’ira che a fatica riusciva a contenere.
“Mi dispiace per quello che vi è successo, ma è stato un tragico incidente e la storia di tutte le civiltà è costellata di avvenimenti simili, che hanno segnato il cammino dell’evoluzione. Ma almeno voi siete sopravvissuti e nessuno dei membri dell’equipaggio originale, credo sia stato obbligato a prendervi parte.”
Anche Enizia era furente: poteva immaginare cosa avevano passato negli anni trascorsi in quel quadrante così pericoloso, i diari della Voyager erano stati più che esplicativi. Non era colpa però della Federazione! Non capiva il perché di tutto quell’odio: anche loro erano finiti lì a causa di un incidente ma nessun membro dei due equipaggi incolpava qualcuno per il loro destino. E nemmeno loro erano stati esenti da episodi sfortunati durante il loro viaggio verso casa.
Fu Suri, per fortuna, a continuare, lasciando il tempo alla sua collega per calmarsi.
“Capitano, le assicuro che noi non siamo il nemico: come voi siamo stati portati lontani da casa, anche se con metodi diversi, contro la nostra volontà. Perché non c’incontriamo? Insieme forse potremmo trovare una spiegazione…”
“A noi non interessano le spiegazioni, noi vogliamo la verità! Forse però ha ragione, parlare non ci farà male. Vi farò sapere.”
Non appena lo schermo tornò nero, Pierce si avvicinò al suo Capitano.
“E’ sicura che sia la cosa giusta da fare? Non mi fido di chi prima t’intrappola e poi si presenta con un sorriso!”
“Giusto forse no, ma in questo momento sono loro a essere in vantaggio. Se saranno così sicuri di loro da farci salire a bordo, forse potremmo scoprire come fanno a immobilizzarci e trovare il modo per liberarci. E poi la vecchia diplomazia potrebbe anche funzionare.”
“Mi auguro che sia così, perché non mi piacerebbe dover combattere contro di loro. Immagino voglia parlare di questo con Enizia, senza essere spiata da orecchi indiscreti?”
“Esatto Comandante.”
“Mi dia un minuto.” Si avvicinò quindi alla postazione delle comunicazioni e qualche istante dopo “Capitano, Enizia per Lei su un canale sicuro.” L’efficienza del suo Primo Ufficiale era una cosa su cui la Vulcaniana poteva sempre contare.
Cepheus –Plancia- ore 10.50
Il giovane primo ufficiale David si era piazzato davanti alla poltrona del Capitano, evidentemente in preda alla collera.
“davvero vuole invitarli a bordo? Offriamogli anche un tè, già che ci siamo! Li abbiamo in pugno, possiamo impadronirci di quelle navi e usarle per la nostra vendetta!”
“Adesso basta!” disse Norman con un tono di voce che non ammetteva repliche. “ Veda di ricomporsi David, questo non è un comportamento di cui suo padre sarebbe fiero!” la mente dell’anziano Capitano tornò all’amico, suo Primo Ufficiale fino l’anno prima, quando uno scontro con una sfera Borg ne aveva causato la morte e il figlio ne aveva preso il posto. Era un ragazzo molto intelligente, ma la sua smania, nel cercare lo scontro con chiunque gli si parasse contro, rasentava l’ossessione e gli faceva dubitare che la sua promozione fosse stata troppo avventata.
“Che cosa potrebbero farci? Sono fermi là e così resteranno finché noi lo vorremo. Sono i primi Federali che incontriamo da oltre cento anni e tu li vorresti eliminare, senza neanche sentire cosa hanno da dire? Potrebbero anche decidere di unirsi a noi!” terminò facendogli un occhiolino, sperando di allentare la tensione nel suo Primo Ufficiale e intanto pensò *anche perché se decideranno altrimenti, il loro viaggio subirebbe una brusca fermata!*
Curie - Sala Teletrasporto 1 – ore 11.30
Dopo un breve consulto, Suri ed Enizia avevano deciso chi sarebbe salito sulla Cepheus: Suri stessa, Brown, Volkoff, Fuentes, Bhreel e Tynan. Ognuno, in base alle loro specializzazioni doveva cercare un punto debole nei loro avversari e in più le nuove doti telepatiche di Tynan, potevano rivelarsi un buon asso nella manica e il passato ospite di Bhreel poteva avere informazioni utili a risolvere la questione pacificamente. O almeno lo speravano.
Aspettavano solo la loro chiamata, cosa che avvenne, così come avevano stabilito nel collegamento di dieci minuti prima, quando Norman aveva accettato l’incontro.
“Pronti Capitano?”
“Sì. Avete ricevuto i codici dei segnali da teletrasportare?”
“Sì, Allora a presto!” disse Norman con uno strano sorriso sul volto.
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