[Stml9] [6.03 - Brown - Qualcosa si muove]

Monica Miodini hannadegliiapigi a hotmail.it
Mer 20 Gen 2016 23:42:08 CET


e bravo GG almeno si comincia a dialogare col nemico!
Monica

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> From: alan.brown.pytheas a gmail.com 
> Date: Wed, 20 Jan 2016 22:48:29 +0100 
> To: stml9 a gioco.net 
> Subject: [Stml9] [6.03 - Brown - Qualcosa si muove] 
> 
> Mi sono spinto la dove nessuno è mai giunto prima? 
> intendo come ritardo. 
> 
> ecco il mio (sempre breve) contributo alla storia. 
> 
> ------------------------------------------------------------ 
> Flashback - San Francisco, Terra - 13 luglio 2278 - ore 8.00 
> I grattacieli sfrecciavano via da un finestrino all’altro. Il treno a 
> sospensione magnetica correva lunga la monorotaia sopraelevata ad una 
> velocità tale che i palazzi vicini erano una sfumatura continua e si 
> riusciva a seguire con gli occhi solo quelli molto lontani. Il vagone 
> era pieno di gente ma Kelev era riuscito a sedersi comunque, perché il 
> grosso dei pendolari salivano due fermate dopo la sua. Stava ancora 
> pensando all’incidente della Cepheus ed era sempre più convinto che 
> c’erano alcune cose che non quadravano. L’inchiesta non stava 
> conducendo da nessuna parte, aveva contattato un sacco di gente 
> all’interno della Flotta Stellare ma nessuno sapeva nulla o non voleva 
> essere intervistato. Aveva usato anche parole forti, in alcuni 
> articoli, per tentare di smuovere le acque e fare uscire qualche 
> pesciolino allo scoperto, ma era solo riuscito a prendersi una lavata 
> di capo dal suo capo redattore. 
> La fermata di Civic Center. Ne mancavano ancora un paio alla sua. La 
> metro quasi si svuotò. Il tipo seduto vicino a lui aveva aspettato fino 
> all’ultimo ad alzarsi e poi era corso fuori rischiando di finire 
> intrappolato nelle porte automatiche. Kevel sorrise, capitava spesso 
> anche a lui di essere talmente immerso nei suoi pensieri da perdere la 
> propria fermata. Guardò il posto lasciato vuoto di fianco a lui ancora 
> sovra pensiero e vide che era stato dimenticato un piccolo dpad. Lo 
> prese velocemente e si alzò cercando di vedere se il proprietario si 
> era accorto di averlo perso, ma il treno era già ripartito. Avrebbe 
> potuto scendere alla fermata successiva e tornare indietro. Guardò lo 
> schermo del dpad e vi lesse il proprio nome che lampeggiava 
> ritmicamente. 
> USS Baffin – Alloggi Comandante Bhreel - 4 dicembre 2395 - ore 22.35 
> Timeran si svegliò di soprassalto. Ancora con il rumore della 
> metropolitana nella testa. Era stato un sogno piuttosto vivido, le 
> capitavano molto raramente così intensi e ormai era riuscita a capire 
> di cosa si trattava. Non erano sogni: erano ricordi. Un episodio di un 
> precedente ospite del simbionte. Era già il secondo nell’arco di 24 ore 
> ed erano in qualche modo legati alla Cepheus. Richiamò sulla sua 
> console personale tutte le informazioni che c’erano sulla vita di Kevel 
> Bhreell quarto ospite del simbionte Bhreel. Quando la USS Cepheus 
> scomparve fu uno dei giornalisti che più si occupò del caso. 
> “L’unico che se ne occupò seriamente!” 
> Timeran fece un balzo sulla sedia dallo spavento. Si girò di scatto ma 
> nella stanza non c’era nessuno. 
> “Cosa sta succedendo? Io non …” 
> “Fallo per me Timeran. Per noi.” 
> Timeran guardò di nuovo il dpad e la foto di Kevel che la fissava. Il 
> report continuava descrivendo come Kevel si fosse trovato coinvolto in 
> un incidente che gli costò la vita e di come il simbionte fosse stato 
> unito in urgenza ad un altro ospite. 
> “Non fu un incidente Timeran!” 
> “Ho capito.” Timeran non aveva altri dubbi. Si sedette per terra e si 
> tranquillizzò. Entrò in comunione con il suo io interiore. Quell’entità 
> a cui era stata affidata e di cui, nello stesso tempo, doveva prendersi 
> cura. Quell’entità amica la prese per mano e la condusse giù, con 
> calma, senza fretta e senza timore. Di fronte a lei si parò una sobria 
> porta a vetri e al di là di questa la figura di un ragazzo con 
> l’espressione determinata ma gentile. Bhreel la invitò ad aprire la 
> porta. Una leggera brezza la investi e confuse i contorni del mondo che 
> la circondava. Mentre la luce scemava in penombra le vennero 
> raccontate delle fiabe, fece nuove amicizie e nuovi amori, subì la 
> prepotenza e l’invidia di alcuni, pianse e sorrise, visse una vita 
> breve ma coraggiosa e onesta. Alla fine di tutto rimase con un triste 
> peso sul cuore. Come la sensazione di quando si perde un amico che 
> avresti voluto conoscere meglio ma non c’è stato il tempo e adesso non 
> ce n’è più. La luce ritornò e Timeran si ritrovò di nuovo nella propria 
> stanza, non più sola. 
> “Ricordo bene quell’inchiesta, mi fu affidata dall’allora capo 
> redattore J. J. Jameson. All’inizio contattai gli organi ufficiali 
> della Federazione ma in quello che mi dissero c’era qualcosa che non mi 
> convinse e che mi spinse ad indagare più a fondo. 
> Allora ero giovane e la voglia di verità che avevo era più grande della 
> mia saggezza. Così cercai di mettermi in contatto, in segreto, con 
> ufficiali della federazione che conoscevo bene e scoprii che la Cepheus 
> non fu la sola nave a scomparire. Una delle navi mandate a investigare 
> l’accaduto scomparve anche lei misteriosamente. La USS Bozeman. Nessuno 
> vide più entrambe le navi .” 
> “Mi sembra di ricordare” continuò Timeran “che fine ha fatto la 
> Bozeman. Fu intrappolata in una distorsione temporale fino a quando non 
> fu salvata dall’Enterprise del capitano Picard. I diari del capitano su 
> quell’accaduto sono tra quelli più incredibili che ho letto.” 
> “Prima che insabbiassero l’inchiesta e mi obbligassero a occuparmi di 
> altro alcuni documenti parlavano di distorsioni temporali causate da 
> possibili aberrazioni degli scudi adattativi.” Disse Kevel. 
> 
> Luogo imprecisato - 4 dicembre 2395 - ore 23.10 
> “Capitano, questa è la prima volta che trovate una nave della 
> Federazione in questo quadrante. Forse non è una buona idea 
> distruggerla.” Intervenne uno dei vulcaniani più anziani. 
> “Ma non è sicuramente la prima segnalata da queste parti. Anche se in 
> effetti non credo che siano riusciti a padroneggiare la tecnologia che 
> ha portato qui mio padre e quelli del suo equipaggio.” Il Capitano 
> Norman parve riflettere per un istante. 
> “E se fosse stata chiamata da quell’altra di cui ci parlavano i Kazon?” 
> intervenne David. 
> “Quelle erano minacce senza senso. Dubito che quei barbari senza 
> cervello possano aver chiamato in aiuto qualcuno della Federazione. 
> Sono troppo lontani per loro.” 
> “Però se riuscissimo a scoprire come sono arrivati qui potremmo avere 
> la possibilità di tornare a casa.” Continuò l’altro. 
> “E’ questa la nostra casa David. Ci hanno lasciati soli spedendoci 
> dall’altra parte della galassia con un biglietto di sola andata. Non 
> troveremo striscioni di bentornati ad accoglierci.” 
> “Forse ha ragione lei Capitano, ma con la tecnologia di cui siamo 
> venuti in possesso potremmo finalmente avere la nostra vendetta se 
> riuscissimo a tornare indietro.” 
> “Se vuole veramente avere la sua vendetta, Capitano, potrebbe 
> cominciare a capire chi sono i veri responsabili del nostro naufragio.” 
> “Cosa vuoi dire vulcaniano?” 
> “Ricorda la storia del comandante Briton, il primo ufficiale di suo 
> padre? Lui sapeva quale era la vera natura degli scudi adattativi e 
> della provenienza di quella tecnologia. Era l’unico a saperlo prima 
> della partenza.” 
> “Si, mi ricordo di quella storia. Briton faceva parte di qualche ramo 
> segreto del governo e doveva fare rapporto su tutto ciò che sarebbe 
> successo durante l’uso di quei maledetti scudi. Dubito che sia mai 
> riuscito a comunicare qualcosa a qualcuno.” 
> “Ne dubitiamo tutti Capitano, dopo quello che è succcesso. Sono passati 
> però parecchi anni dalla nostra partenza e magari all’interno della 
> Federazione qualcosa è emerso. Crede veramente che tutti si siano 
> dimenticati della Cepheus e del suo equipaggio? Forse qualcuno si è 
> interessato alla nostra scomparsa. Forse qualcuno è riuscito a scoprire 
> perché una nave e tutto il suo equipaggio è stata usata come cavia per 
> testare l’utilizzo di una tecnologia Borg che nessuno aveva mai visto 
> prima.” 
> “Mi hai convinto Sustak, vediamo cosa dicono della Cepheus gli archivi 
> di quelle navi. David, inizia una procedura di interfaccia al nucleo 
> principale della nave più grande, escludi ogni altro tipo di accesso.” 
> “Si Capitano, inizio immediatamente ma ci vorrà un po’ di tempo i 
> sistemi di sicurezza sono molto avanzati.” 
> 
> USS Baffin – Plancia - 5 dicembre 2395 - ore 10.17 
> “Capitano, abbiamo perso il controllo della nave. Il computer non 
> risponde. Qualcuno ci ha tolto il controllo.” 
> Enizia si alzò dalla poltrona e controllò le console del timoniere e 
> del tattico: non davano segni di risposta. 
> “Computer autorizzazione Eniza-4-7-alpha-tango riportare il controllo 
> della nave in plancia.” 
> =^= Codice di autorizzazione riconosciuto. Capitano Enizia del clan 
> Gishna: accesso negato.=^= 
> “Come accesso negato? Computer, ripeto, autorizzazione 
> Eniza-4-7-alpha-tango riportare il controllo della nave in plancia.” 
> =^= Codice di autorizzazione riconosciuto. Capitano Enizia del clan 
> Gishna: accesso negato.=^= 
> Anche Volkoff tentava di inserire i codici di autorizzazione che 
> conosceva ma senza successo. Fece un cenno di diniego ad Enizia. 
> “Capitano Enizia a Sala Macchine: Comandante Brown voi riuscite ad 
> accedere al computer?” 
> =^= Negativo Capitano. Tutti gli accessi sono stati disabilitati, non 
> riusciamo ad entrare. =^= 
> “Sembra proprio che chiunque ci abbia portato fino a qui stia venendo 
> allo scoperto.” Intervenne Sorin guardando Tynan.” 
> 
> Luogo imprecisato - 5 dicembre 2395 - ore 10.40 
> “Ecco Capitano, questo è tutto il contenuto degli archivi. Sulla 
> Cepheus poco o nulla.” 
> “Vedi Sustak, si sono dimenticati di noi.” 
> “Capitano, sembra che un membro dell’equipaggio abbia interrogato il 
> computer proprio a riguardo della Cepheus poco prima che lo facessimo 
> noi. Sono richieste ben precise. Forse qualcuno cerca delle risposte 
> come noi.” 
> “Vedo... Forse è giunto il momento di parlare con i nostri ospiti 
> David. Apri un canale di comunicazione con le due navi: facciamo gli 
> onori di casa…” 
> ----------------------------------- 
> 
> un saluto a tutti. 
> GG 
> 
> 
> 
> -- 
> ============================================== 
> Tenente Comandante Alan Brown 
> Ingegnere Capo 
> USS Baffin 
> Progetto Pytheas - Delta Quadrant 
> ============================================== 
> Email: alan.brown.pytheas a gmail.com<mailto:alan.brown.pytheas a gmail.com> 
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