[Stml9] [07.03] Nurrel - Il dispositivo

Marco Calandri alexandros.nurell a gmail.com
Ven 21 Apr 2017 21:45:39 CEST


ciao,
ecco il mio brano scusate il ritardo. Spero che vi piaccia

USS Baffin - Sala osservazione - 17/11/2396 - ore 10.35

La riunione era finita ormai da parecchi minuti e Kariin aveva sentito 
un grandissima voglia di starsene da solo. Aveva vagato per 
quell’immensa nave camminando per corridoi senza avere una precisa 
direzione o uma meta. Aveva incrociato alcuni membri dell’equipaggio 
senza vederli o notarli. Aveva visto più razze quel giorno che in tutta 
la sua vita. Ma il flusso di pensieri gli impediva di vedere queste 
nuove forme di vita o l’eleganza dei corridoi di una classe Sorvereign.

I suoi piedi lo portarono in una specie di salotto forse una piccola 
sala osservazione per il relax dell’equipaggio. Kariin arrivò ad un 
largo finestrone che si affacciava sullo spazio. Appoggiò la testa al 
vetro ericominciò a pensare a quanto fosse cambiata la sua vita in poche 
ore. Aveva risposto ad una richiesta d’aiuto, facendo la cosa più giusta 
e rispettando il codice d’onore dei marinai delle stelle. Era stato un 
gesto di generosità e altruismo che però gliaveva cambiato la vita. 
Quella sua scelta aveva portato la distruzione della nave su cui serviva 
come primo ufficiale e la morte di quasi tutto il suo equipaggio. 
Persone con cui aveva lavorato negli ultimi anni erano appena morte. Poi 
erano arrivati degli alieni che lo avevano salvato da morte certa ma gli 
avevano raccontato quella storia assurda sulle sue origini. Troppo 
assurda per essere falsa… aveva pensato. Come poteva essere vero che lui 
proveniva dall’altro lato della Galassia. Per un istante pensò se 
anziché agire con generosità e rispondere alla richiesta d’aiuto avesse 
agito con egoismo e menefreghismo così come aveva fatto il capitano 
nulla sarebbe cambiato e lui avrebbe continuato la sua solita, banale e 
tranquilla vita su un mercantile.

Una parte di lui avrebbe preferito ciò mentre un’altra lo stava 
spingendo a chiarire il mistero delle sue origini e a scoprire cosa era 
successo a quel vascello scientifico.

“Pensieri?” Chiese una voce.

Kariin si voltò di scatto e riconobbe Sim, il medico della 
Sulaco:”Dottore… .” Il primo ufficiale lasciò la frese in sospeso.

Per qualche strana ragione Sim iniziò a fare il rapporto sullo stato di 
salute dei 4 sopravvissuti.Kariin ascoltò con poco interesse ma quando 
il medico disse la parola “capitano” l’umano rispose seccato:”Il 
capitano è morto.”

“Ora è lei il capitano.” Rispose con noncuranza il dottore. “… e devo 
farle il rapporto sullo stato di salute compreso il suo, capitano.”

Sentirsi chiamare capitano infastidì non poco Kariin che rispose con 
evidente disappunto:”Capitano di che cosa?”

Il medico rimase impassibile mentre l’umano continuava a parlare:”Sono 
capitano di un ammasso di gas molecolare e frammenti di scafo grandi 
appena come una mia unghia e di qualche mole di ghiaccio vaporizzato.”

Sim si sedette ad un tavolo accanto a Kariin e lo invitò a sedersi. 
L’umano si sedette a sua volta muovendo la sedia con fare poco aggraziato.

“E’ stato lei?” Chiese il medico con un sorriso malizioso.

“A fare che cosa?”

“Ad informare la Congregazione del messaggio di SOS.” Il medico guardò 
l’umano accusare il colpo e capì di avere ragione.

“Sì.” Ammise Kariin.

“Ecco perché lei sarà… anzi è un bravo capitano.” Il medico si alzò e 
fece per andarsene dicendo:”Sono sicuro che la Congregazione Federale le 
darà presto un suo comando.”

Ad un passo dalla porta Sim aggiunse:”Tranquillo il suo segreto è un 
buone mani con me… ha fatto la cosa giusta.”

Malgrado quelle parole Kariin rimase altri minuti chiuso nei suoi pensieri.

Nave stellare Kirrirrs della flotta d’assalto Kereven plancia nel frattempo

Il capitano Larring era seduto alla sua poltrona e osservava la 
situazione visibilmente soddisfatto. Aveva recuperato il dispositivo 
segreto, ucciso tutti i sabotatori e abbattuto un mercantile nemico. Ma 
la cosa più importante aveva potuto testareoperativamente il nuovo 
dispositivo e… aveva funzionato bene. Per una strana ironia i sabotatori 
aveva rubato una serie di prototipi ma erano stati fermati dai due 
incrociatori comandanti dal capitano Larring su cui erano stati appena 
installati i nuovi dispositivi segreti. Gli unici altri due dispositivi.

Ora il capitano si stava godendo la strana tranquillità della plancia in 
penombra. I suoi ufficiali lavoravano in silenzio come separlare potesse 
sabotare il funzionamento del dispositivo protettivo.

L’ufficiale tattico si alzò dalla poltrona e raggiunse il capitano: 
”Signore ho terminato le analisi.”

“Sugli alieni?” Chiese Larring.

“Si signore.”

“Sono due navi di tipologia e classe differenti molto potenti e ben 
armate… direi molto superiori alle nostre.” Spiegò il tattico per poi 
mostrare i dati su un dpadd:”Molto avanzate… poco fa hanno avvolto la 
navetta in un campo energetico e hanno teletrasportato via la squadra 
della Congregazione Federale.”

“Teletrasportato?”

“Sì è come se avessero compresso i loro corpi in un fascio di dati e 
riassemblati a bordo.” Illustrò il tattico.

“Ingegnoso dovremmo catturare questa tecnologia.” Rise il capitano 
pregustando il prossimo obbiettivo.

Ma l’ufficiale tattico riportò il capitano alla realtà: ”Signore c’è il 
discorso della Galintius… .”

“Di che?” Chiese il capitano seccato.

“Dell’incrociatore della Congregazione Federale.” Spiegò il tattico 
generando ulteriore rabbia nel superiore.

“Come faccio a liberarmi di loro!” Il capitano era furente si alzò di 
scatto dalla poltrona dando una serie di calci ad una serie di armi 
poste poco dinnanzi.

“Col dispositivo.” Rispose con calma il tattico con un sorriso feroce.

Larring si voltò e fece un cenno al subordinato di proseguire: ”Parla ma 
attento non tollero piani campati in aria.”

“Potremmo avvicinarci protetti dal dispositivo e far fuoco sulla nave di 
sorpresa colpendo il nucleo di curvatura.” L’idea era tanto semplice 
quanto efficace e fece breccia dell’abile capitano Larring tanto famoso 
quanto speitato in battaglia.

“Bene.” Tornò a sedersi alla sua poltrona.

“Con la spinta inerziale residua noi e la nostra nave saremmo in 
posizione di tiro tra 13 minuti.” Spiegò il tattico.

“Giusto il tempo di caricare tutte le armi al massimo.”

Nave stellare Galintius plancia -10.50

Il sotto protettore stellare Gullaris era alla sua prima missione nello 
spazio profondo. Parecchie settimane di esercitazione estenuanti e poi 
finalmente azione. Due navi aliene avevano attaccato un mercantile. Ma 
la situazione si era rapidamente sgonfiata e stabilizzata in un primo 
contatto pacifico.Anziché una battaglia le era capitato un seccante 
lavoro di ufficio: controllare i dati che avevano raccolto la squadra di 
sbarco della Sulaco. L’ufficiale della sicurezza un certo Amos aveva 
avuto il buon senso di fare un backup dei dati su un dispositivo mobile. 
Una scelta sensata per tutti tranne che per la povera Gullaris a cui le 
era stato affidato l’incarico di analizzarli.

L’equipaggio aveva il possibile per condurre un analisi ben fatta con i 
pochi mezzi a loro disposizione.

La ragazza stava lavorando sulle analisi esterne fatta dalla navetta 
quando sentì una presenza dietro di sé.

Il giovane protettore stellare Saltodipalmo era dietro di lei cercando 
di attirare la sua attenzione. Da mesi la corteggiava senza successo: 
”Dai vieni a mangiare… andiamo a prenderci qualcosa.”

“Non posso.”

“Perché?” Chiese lui facendo finta di essere offeso con una mossa teatrale.

“Ho del lavoro da fare.” Disse lei.

“Potrai farlo dopo.”

“No vorrei finire… .” Poi con un sorriso malizioso, aggiunse: ”Magari 
l’aiuto di un protettore stellare della sezione scientifica può aiutarmi 
a capire una cosa.”

Saltodipalmo non aveva proprio voglia di lavorare e sbuffo seccato ma si 
chinò sulla consolle: ”Qual è il problema?”

La ragazza mostro un rilevamento fatto dalla navetta verso la nave 
Scopuli e ingrandì verso la falla dello scafo.

“Che grande buco.” Commentò lui.

“Già l’equipaggio della Sulaco lo a scambiato per una falla ma guarda ai 
bordi… nessuna bruciatura.”

“Vorrai dire ossidazione da shock termico.” La corresse lo scienziato 
interessato a questo strano mistero.

“E guarda le analisi ambientali… nessun segno di decompressione.” 
Aggiunse lei poi voltandosi verso il giovane aggiunse: ”E’ come se una 
sezione fosse invisibile.”

Saltodipalmo rimase qualche istante pensieroso poi iniziò a parlare ad 
alta voce come per dar sfogo a quello a cui stava pensando: ”Esiste una 
teoria… un campo quantico in grado di generare l’invisibilità nei corpi 
a cui è applicato… .”

Uss Curie Plancia- nel frattempo

Il capitano Enizia era tornata in plancia soddisfatta dell’esito dei 
negoziati. Malgrado le prime difficoltà era andato tutto molto bene e 
poteva affermare di aver stabilito un primo contatto pacifico. Appena 
raggiunse la postazione del capitano, il comandante Nurell esclamò: 
”Capitano rilevo due navi in occultamento in rapido avvicinamento.”
“Se sono occultate come facciamo a rilevarli?” Chiese il capitano.

“Si tratta di un sistema rudimentale... .” Dopo alcuni istanti il 
tattico aggiunse:” Hanno le armi cariche e puntate verso la Galintius.”

“Comunicazioni chiamatemi il capitano Bellamonte.”

Nave stellare Galintius plancia – nel frattempo

Anche se ara una giovane sotto protettore stellare, Gullaris fece per 
voltarsi per informare il capitano Bellamonte. Se esisteva un 
dispositivo in grado di rendere invisibili le navi avrebbe avuto 
implicazioni tattico/strategico importanti. Come per prevedere le mosse 
della collega Saltodiplamo le mise una mano sulla spalla: ”Cosa vuoi fare?”

“Informare il capitano.”

“E’ solo una teoria… rischiamo di fare una figu… .” Non riuscì a 
terminare la frase in quanto arrivò una strana comunicazione in plancia.

I due ufficiali si voltarono e la conversazione confermò i loro 
sospetti. Il capitano Enizia stava dicendo:=^=Ci sono due navi 
invisibili in avvicinamento… .=^=

Saltodiplamo e Gullaris si avvicinarono al capitano Bellamonte cercando 
di dire qualcosa ma una serie di allarmi e di esplosioni avvolse la plancia.




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