[Stml9] [7.04 - Suri - Contrappunto e fuga]
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Mer 1 Feb 2017 00:24:36 CET
Anche con la febbre hai fatto un ottimo lavoro !
Brava Monica
Ottieni Outlook per Android<https://aka.ms/ghei36>
On Tue, Jan 31, 2017 at 11:58 PM +0100, "Elena Fuccelli" <mf9115 a mclink.it<mailto:mf9115 a mclink.it>> wrote:
Inutile che vi dica niente, tanto sapete già che cosa direi. Vi posto
quello che ho scritto finora...
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INIZIO TRASMISSIONE
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Nave madre sconosciuta - Plancia - 17/11/2396 - ore 9.45
Lo schermo s'illuminò di nuovo, quindi vibrò e si spense di botto,
seguito dalle luci dei sistemi che saltavano una dietro l'altra. Il
capitano sentì urlare, cercò di mantenere l'equilibrio ma si ritrovò a
terra, con la fronte sul metallo che gli trasmise un contraccolpo.
Qualcosa di caldo gli cadde addosso, strappandogli un urlo che si
mescolò a quelli del suo equipaggio. La luce si spense, si accese, si
spense di nuovo per riapparire azzurra e tremolante. Delle mani lo
afferrarono e lo aiutarono a a sfilarsi da sotto il peso del corpo che
gli era caduto addosso. Lo guardò. Il navigatore aveva un pezzo della
leva del timone che gli spuntava da un lato del volto. Respirava, ma
era difficile dire fino a quando.
“Che cosa...” - ansimò. Si fermò un istante, per raccogliere fiato
sufficiente a proseguire. La consolle di navigazione esplosa puzzava
di bruciato. - “Che è successo? Che cosa ci ha colpito?”
“Credo che sia stata la Sulaco, signore – rispose il tattico - Quel
vecchio cargo. O meglio, un pezzo del cargo. Esplodendo, ci ha presi
in pieno. Gli scudi hanno tenuto – più o meno - ma erano già
indeboliti dall'esplosione della nave laboratorio”
“Come... ?” - La testa gli faceva male, ma il sangue che aveva addosso
non era il suo. Qualche altro mostrava segni di choc. Il navigatore
sembrava l'unico ferito gravemente.
Il tattico lo aiutò a rialzarsi e a tornare alla sua postazione:
“Sta bene, signore?”
“Io si... Pensate a lui, piuttosto – accennò al navigatore - Chiamate
l'infermeria! E voglio rapporti da tutte le sezioni!” Il tattico fece
per eseguire, ma il capitano lo fermò il tattico con un gesto:
“No, non dico a te. Da te voglio subito una diagnostica sul nostro
occultamento. Non possiamo permettere che scoprano che eravamo qui. Si
chiederebbero se avevamo qualcosa a che fare con la nave laboratorio
che si è andata a schiantare su quel maledetto pezzo di sasso. E
soprattutto, cosa c'era sulla nave laboratorio! E noi non possiamo
rispondere a nessuna di queste domande... Anche perché neanche noi
sappiamo che cosa ci fosse in quella maledetta nave! E se ci hanno
visti... Se ci hanno visti...” - la voce si spense in un sussurro.
“...Se ci hanno visti?” - domandò il tattico. Il capitano si accorse –
nonostante le luci intermittenti – che l'uomo era impallidito. Il
tattico non era un idiota, sapeva che cosa gli aveva appena detto...
Ma era evidente che l'altro non avrebbe accettato di agire: almeno,
non senza un ordine esplicito, pronunciato di fronte a tutti. Così,
sospirò:
“Se ci hanno visti, non possiamo permetterci che qualcuno lo vada a
raccontare. Se ci hanno visti... Ci toccherà fare una pulizia molto
più approfondita di quella che che pensavamo”
No! Aveva urlato dentro di sé, sbattuto i pugni contro lo schermo,
sbattuto la testa sullo schienale.. Aveva serrato gli occhi per non
vedere i siluri – si, quei siluri che lei stessa aveva lanciato contro
i caccia – colpivano la nave cargo. Avrebbe dato qualunque cosa per
non averli lanciati. Per poterli far saltare, una volta lanciati.
Quanti erano morti su quella nave? Quante persone avrà avuto a bordo,
dannazione?
Il dolore era atroce. Julie si chiese se stava per impazzire.
Lo avrebbe meritato.
USS Baffin - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.50
=^= Navi sconosciute, vi parla la nave federale Galintius vi chiediamo
di abbassare gli scudi e preparatevi ad essere abbordati. Sulla base
dello statuto di Natvel, vi dichiariamo in arresto per crimini contro
la Congregazione Federale. =^=
Un silenzio cadde sulla plancia.
Quando la comunicazione con la Galintius finì, Enizia trovò sul
monitor la faccia di Suri in attesa di conferire con il suo parigrado.
"Suri, abbiamo un problema."
"No, noi abbiamo un problema, è stata la Curie a sparare a quella
nave."
"Che cosaaa?" Enizia non credeva alle sue orecchie.
"All'improvviso il nostro computer centrale non ha più risposto, i
colpi che hanno distrutto quella nave sono arrivati da noi."
Il volto della vulcaniana sembrava pietrificato sul monitor centrale.
=^= Non sappiamo ancora come sia successo =^=
Enizia scosse la testa:
“E' assurdo. Solo conoscendo i codici di comando si può prendere
possesso di una nave, ma che io sappia i codici di comando sono
conosciuti solo da me, da te, e dal Comando della Flotta che si trova
nel Quadrante Alfa, all'altro capo della Galassia!”
“Mi perdoni, capitano – intervenne il consigliere Appel – Ma non credo
che ci sia il tempo di fare indagini sul perché o il percome. Siamo
alieni per questa gente. Alieni che hanno appena commesso un atto
feroce e insensato giusto sotto i loro occhi! Non possono non vederci
come nemici, almeno fino a quando non avremo parlato con loro.
Dobbiamo stabilire una linea di dialogo se vogliamo uscire da questa
situazione”
“Dialogo? E di che cosa potremmo parlare? - domandò Enizia – Ci
chiederanno spiegazioni, che non abbiamo. E che non avremo finché non
avremo scoperto chi è stato o che cosa è successo alla Curie!”
“Capitano!” - Enizia si voltò verso il tattico.
“Che c'è?”
“La nave grande sta attivando le armi – disse Nurell concitato – Anche
le due navi più piccole!”
“Scudi alzati! Manovre evasive! - urlò Enizia, andando a sedersi sulla
poltrona centrale. Si girò di nuovo verso lo schermo. Le due navi
piccole stavano chiaramente assumendo una posizione di attacco. Una
lunga scia di radiazione spuntò dalla fusoliera della più vicina,
imitata subito dopo dalla seconda.
“Non ci hanno colpito!” - riferì il tenente Nurell.
“Mi piacerebbe poter dire che è merito mio! - si inserì il timoniere.
Payton si girò verso Enizia – Ma una delle due ha chiaramente mirato
sopra di noi. ”
“Confermo, sono stati solo colpi di avvertimento” - si fece sentire
Volkoff.
“Solo una delle due? Ho visto dei colpi partire anche dall'altra!” -
disse Appel, sorpreso.
“Si, ma non ha mirato a noi” - Volkoff puntò il dito verso una zona
dello schermo:
“Qui c'è un'altra navetta. O un modulo di salvataggio. O qualcosa del
genere. Comunque, ci sono quattro esseri senzienti a bordo”
Sullo schermo comparve l'altro caccia. Era vicino, pensò Enizia.
Pericolosamente vicino. Stava virando con una stretta cabrata attorno
ad una navetta che cabrava a sua volta, evitando come per miracolo di
incrociarne i colpi.
“Quel pilota sa il fatto suo” - commentò Payton ammirato.
“E' priva di armamento. – continuò Volkoff – Non ha neanche gli scudi!
Ha più o meno le caratteristiche della nave che la Curie ha fatto
saltare, ma potrebbe provenire anche da quell'altra – indicò verso
l'altro lato dello schermo – Voglio dire quella che è finita a
schiantarsi su quell'asteroide. Sono riusciti ad evitare i colpi
manovrando, ma non credo che sopravviveranno ad un altro attacco da
parte di quel caccia”
Il caccia si stava avvicinando di nuovo. La fusoliera si illuminò.
“Siamo a portata di teletrasporto con quella navetta?”
“Si, capitano!”
La fusoliera si illuminò.
“Li agganci! Li porti a bordo!”
Lo schermo fu attraversato da una fitta salva di lampi. Il modulo di
salvataggio scomparve, lasciando al suo posto una nube di detriti.
Enizia si girò verso Volkoff:
“Sono a bordo. Ho spedito una squadra di sicurezza al teletrasporto
per accoglierli”
“Vada anche lei. Voglio sapere in che razza di situazione ci siamo
ficcati”
Il russo assentì e si diresse al turboascensore.
=^= Navi sconosciute, qui parla la nave federale Galintius. Abbassate
gli scudi e preparatevi ad essere abbordati! =^=
“Mi dispiace, ma non sono ancora pronta ad arrendermi!” - disse
Enizia.
Una delle navi piccole virò di nuovo, attaccando dall'alto. La
fusoliera si illuminò di nuovo e stavolta le paratie trasmisero un
sussulto.
“Rapporto!” - gridò Enizia.
“Nessun danno, gli scudi reggono!” - rispose Nurrel
“Capitano, dobbiamo aprire un canale con loro!” - insisté Appel. Un
nuovo scossone fece vibrare la plancia.
“Ancora nessun danno. Gli scudi sono però scesi all'80 per cento!”
aggiunse Nurrell. Sullo schermo, la seconda navetta puntava verso di
loro. Si illuminò. Le paratie della nave risuonarono come un tamburo.
“Stanno mirando ai ponti superiori!”
“Adesso basta. Tenente, agganci il motore del caccia più vicino –
ordinò il capitano - Vediamo di disabilitarlo. Fuoco al mio segnale!”
“Si, signore!”
“Capitano...” - tentò ancora Appel.
“Le sue obiezioni sono annotate, consigliere!”
“Faser agganciati e pronti, signore!” - disse il tattico.
“Fuoco!”
USS Curie - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.55
“Ne hanno colpita una!” - esclamò Thomas Pierce, indicando un punto
dello schermo centrale. Sullo schermo, la piccola nave ebbe quasi un
sobbalzo quando venne colpita dal fascio di luce proveniente dalla
Baffin. Qualcosa lampeggiò. Iniziò a barcollare, perse potenza. Le
luci di bordo si spensero ed il caccia svanì sul fondo nero dello
spazio.
“Il pilota del caccia non è più a bordo - segnalò Pierce - Penso che
l'abbiano teletrasportato sulla Baffin”
“E noi siamo inchiodati qui!” - commentò esasperata Lorelei Jenkins,
guadagnandosi un'occhiata severa da parte del capitano Suri, che però
abbassò subito lo sguardo sul comunicatore. Non aveva senso chiamare
ancora l'ingegnere capo, pensò il capitano. Gli avrebbe solo fatto
perdere tempo prezioso.
Tempo che la Curie non aveva. Non con una nave con la stazza di un
incrociatore pesante che aveva loro appena spedito un ultimatum. E
loro non avevano neanche il controllo della nave per potersi
difendere, meno che mai ingaggiare battaglia insieme alla Baffin.
Dovevano letteralmente stare fermi a guardare. La Baffin adesso stava
inseguendo la seconda navetta, lanciando scariche di faser in
direzione dei sistemi di propulsione.
“Colpita anche quella!” - esultò il tenente Jenkins.
“Resta sempre l'incrociatore - raffreddò gli entusiasmi Thomas Pierce
– Quello non sarà così facile da trattare.”
“Strano che non ci abbia già attaccato - notò Suri – Eppure hanno dato
energia alle armi”
“Probabilmente stanno ancora valutando la situazione tattica – disse
Lorelei Jenkins – Il livello dei loro scudi sembra inferiore al
nostro. Riesco a identificare praticamente ogni settore della loro
nave. E' armata in modo potente, con sei batterie di siluri a prua e
due a poppa. Non sembra avere una grande manovrabilità. Ci sono
inoltre delle strutture di cui non ho capito la funzione. Assomigliano
ai ganci d'attracco delle navi che ci sono sulle nostre basi... Non ne
ho mai viste su una nave”
=^= Ingegneria a capitano Suri =^=
Il capitano cincischiò le dita sul pulsante di comunicazione:
“Qui Suri. Mi dia buone notizie, Vizzini!”
=^= Non posso dargliene, capitano. Quello che posso dirle è che non è
stato un malfunzionamento – rispose l'umano – I comandi di navigazione
e tattici sono stati deviati deliberatamente. Qualcuno si è infiltrato
nei computer del ponte di battaglia ed è riuscito a riscrivere i
codici di comando. Stiamo cercando di isolare il modulo del ponte di
battaglia, ma il sistema è concepito per i casi in cui la nave sia
stata abbordata da nemici e quindi opera in modo da ignorare gli
ordini esterni =^=
Suri si girò a fare un cenno alla Jenkins:
“Sicurezza, fare un controllo di livello tre su tutta la nave. Voglio
sapere chi è stato, voglio saperlo subito. E se è uno dei nostri,
voglio sapere perché lo ha fatto!”
Una esclamazione di Pierce la fece voltare di nuovo verso lo schermo:
“Guardi, capitano... Stiamo ripartendo!”
USS Baffin - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.57
“Ma che... Cosa stanno facendo sulla Curie?” - Enizia si lasciò
sfuggire una interiezione.
“Sono entrati in curvatura!” - esclamò Appel.
“Vicino a un campo di asteroidi? - fece notare Steve Payton – E'
contro tutte le procedure della Flotta!”
A voce più bassa aggiunse:
“Non che io non l'abbia mai fatto...”
Enizia premette il pulsante di comunicazione sul bracciolo della
poltrona:
“Qui Enizia. Avete ripreso controllo della nave, Curie? Capitano
Suri?”
Dal comunicatore emerse un confuso ronzio.
“Voglio Suri sullo schermo!” - ordinò. Si alzò dalla poltrona
centrale, andando a mettersi a fianco dell'ufficiale alle
comunicazioni, ma la donna scosse la testa:
“Non riesco, signore”
Sorin la raggiunse, chinandosi a sua volta sulla consolle, ma
dovette arrendersi all'evidenza:
“In questo momento, riceviamo solo un ronzio” - riferì.
“Credo che si tratti dell'incrociatore, signore - disse la ragazza,
scrollando le spalle – Sta isolando le nostre comunicazioni”
“E credo che si stiano preparando per attaccarci, capitano!” - avvertì
il tenente comandante Nurrell.
=^= Nave sconosciuta, qui parla la nave federale Galintius! Fuggire
non vi servirà a niente! Abbassate gli scudi e preparatevi ad essere
abbordati! =^=
L'incrociatore si stava muovendo. Dalla superficie nera della nave
partirono delle strie luminose, che si divisero e si divisero ancora,
diventando simili a dita che si allungavano rapidamente nella loro
direzione.
“Sono siluri multifasici! - esclamò Nurrell – Se ci colpiscono i
nostri scudi avranno un sovraccarico!”
“Manovre evasive! Qualunque rotta, adesso!” - ordinò Enizia,
aggrappandosi allo schienale della poltrona. Sullo schermo, le scie
curvarono rigando il fondo nero del cielo, inseguendo la loro manovra.
Payton mormorò una interiezione, quindi si chinò in avanti, come se
mettendo tutta la sua forza sui comandi potesse trasmetterla ai
propulsori di manovra. La nave si tuffò verso il campo di asteroidi,
evitando per un soffio il più grande. Lo schermo si riempì della sua
massa rocciosa, sulla quale brillavano i resti di un'altra nave,
quindi deviò, infilandosi nello stretto spazio tra i meteoriti. Alcune
delle scie luminose esplosero impattando contro le rocce, altre si
infilarono dietro di loro, insinuandosi tra detriti ferrosi. I sensori
inquadrarono per un istante un corpo dilaniato dall'aria umanoide, che
galleggiava fra i resti di una lamiera, talmente rapido che Enizia
pensò di averlo immaginato.
Uno scossone fece sobbalzare l'equipaggio.
“Ci hanno colpito?” - domandò Enizia,
“Negativo, signore. Non so, forse abbiamo sfiorato qualche meteorite
minore che i deflettori non hanno respinto, ma non ci hanno ancora
colpito. Scudi al sessanta per cento, ma reggono ancora!” - riferì
Nurrell.
Payton tirò a sé di nuovo i comandi per infilarsi nello stretto spazio
tra i corpi celesti. Lo spazio si riaprì di fronte a loro, ritrovando
la vista delle stelle.
“Siamo dall'altra parte!” - mormorò Enizia, abbandonandosi sullo
schienale della poltrona.
Nurrell portò sullo schermo i sensori posteriori. Nuvole di pulviscolo
aleggiavano dove i siluri avevano colpito le masse di roccia.
“L'incrociatore non ci sta venendo dietro?” - domandò Appel. L'uomo
era pallido. Le sue mani si tenevano strette ai braccioli della
poltrona come se potesse proteggerlo.
“Certo che no! Quella nave è troppo grossa per passare attraverso un
campo di asteroidi così fitto! - spiegò Payton – Adesso ci troviamo
all'interno. L'incrociatore dovrà trovare un punto di passaggio
oppure aggirare la fascia di asteroidi.”
“Il problema è che anche noi adesso dobbiamo trovare il modo di
aggirare la fascia di asteroidi. Possibilmente senza farci prendere
dall'incrociatore – disse Enizia – Dobbiamo ritrovare la Curie.”
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FINE TRASMISSIONE
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Inutile dire che è stata Julie a far fuggire la Curie e che le due
navi non sono attualmente in condizione di comunicare (anche perché le
comunicazioni verrebbero intercettate dall'incrociatore).
Sulla Baffin in questo momento ci sono i due piloti dei caccia e i
superstiti della nave cargo che sono stati teletrasportati a bordo.
Dubito che qualcuno degli "ospiti" a bordo accetterà docilmente il
passaggio a bordo delle nostre navi.
Ciao! ;-D
Elena
--
Capitano Suri
USS Curie
Progetto Pytheas - Delta Quadrant
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