[Stml9] [7.04 - Suri - Contrappunto e fuga]

Elena Fuccelli mf9115 a mclink.it
Mar 31 Gen 2017 23:58:14 CET


Inutile che vi dica niente, tanto sapete già che cosa direi. Vi posto 
quello che ho scritto finora...

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INIZIO TRASMISSIONE
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Nave madre  sconosciuta - Plancia -  17/11/2396 - ore 9.45


Lo schermo s'illuminò di nuovo, quindi vibrò e si spense di botto, 
seguito dalle luci dei sistemi che saltavano una dietro l'altra. Il 
capitano sentì urlare, cercò di mantenere l'equilibrio ma si ritrovò a 
terra, con la fronte sul metallo che gli trasmise un contraccolpo. 
Qualcosa di caldo gli cadde addosso, strappandogli un urlo che si 
mescolò a quelli del suo equipaggio. La luce si spense, si accese, si 
spense di nuovo per riapparire azzurra e tremolante. Delle mani lo 
afferrarono e lo aiutarono a a sfilarsi da sotto il peso del corpo che 
gli era caduto addosso. Lo guardò. Il navigatore aveva un pezzo della 
leva del timone che gli spuntava da un lato del volto. Respirava, ma 
era difficile dire fino a quando.
“Che cosa...” - ansimò. Si fermò un istante, per raccogliere fiato 
sufficiente a proseguire. La consolle di navigazione esplosa puzzava 
di bruciato. - “Che è successo? Che cosa ci ha colpito?”
“Credo che sia stata la Sulaco, signore – rispose il tattico - Quel 
vecchio cargo. O meglio, un pezzo del cargo. Esplodendo, ci ha presi 
in pieno. Gli scudi hanno tenuto – più o meno - ma erano già 
indeboliti dall'esplosione della nave laboratorio”
“Come... ?” - La testa gli faceva male, ma il sangue che aveva addosso 
non era il suo. Qualche altro mostrava segni di choc. Il navigatore 
sembrava l'unico ferito gravemente.
Il tattico lo aiutò a rialzarsi e a tornare alla sua postazione:
“Sta bene, signore?”
“Io si... Pensate a lui, piuttosto – accennò al navigatore - Chiamate 
l'infermeria! E voglio rapporti da tutte le sezioni!” Il tattico fece 
per eseguire, ma il capitano lo fermò il tattico con un gesto:
“No, non dico a te. Da te voglio subito una diagnostica sul nostro 
occultamento. Non possiamo permettere che scoprano che eravamo qui. Si 
chiederebbero se avevamo qualcosa a che fare con la nave laboratorio 
che si è andata a schiantare su quel maledetto pezzo di sasso. E 
soprattutto, cosa c'era sulla nave laboratorio! E noi non possiamo 
rispondere a nessuna di queste domande... Anche perché neanche noi 
sappiamo che cosa ci fosse in quella maledetta nave! E se ci hanno 
visti... Se ci hanno visti...” - la voce si spense in un sussurro.
“...Se ci hanno visti?” - domandò il tattico. Il capitano si accorse – 
nonostante le luci intermittenti – che l'uomo era impallidito. Il 
tattico non era un idiota, sapeva che cosa gli aveva appena detto... 
Ma era evidente che l'altro non avrebbe accettato di agire: almeno, 
non senza un ordine esplicito, pronunciato di fronte a tutti. Così, 
sospirò:
“Se ci hanno visti, non possiamo permetterci che qualcuno lo vada a 
raccontare. Se ci hanno visti... Ci toccherà fare una pulizia molto 
più approfondita di quella che che pensavamo”




No! Aveva urlato dentro di sé, sbattuto i pugni contro lo schermo, 
sbattuto la testa sullo schienale.. Aveva serrato gli occhi per non 
vedere i siluri – si, quei siluri che lei stessa aveva lanciato contro 
i caccia – colpivano la nave cargo. Avrebbe dato qualunque cosa per 
non averli lanciati.  Per poterli far saltare, una volta lanciati. 
Quanti erano morti su quella nave? Quante persone avrà avuto a bordo, 
dannazione?
Il dolore era atroce. Julie si chiese se stava per impazzire.
Lo avrebbe meritato.




USS Baffin - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.50


=^= Navi sconosciute, vi parla la nave federale Galintius vi chiediamo 
di abbassare gli scudi e preparatevi ad essere abbordati. Sulla base 
dello statuto di Natvel, vi dichiariamo in arresto per crimini contro 
la Congregazione Federale. =^=
Un silenzio cadde sulla plancia.
Quando la comunicazione con la Galintius finì, Enizia trovò sul 
monitor la faccia di Suri in attesa di conferire con il suo parigrado.
"Suri, abbiamo un problema."
"No, noi abbiamo un problema, è stata la Curie a sparare a quella 
nave."
"Che cosaaa?" Enizia non credeva alle sue orecchie.
"All'improvviso il nostro computer centrale non ha più risposto, i 
colpi che hanno distrutto quella nave sono arrivati da noi."


Il volto della vulcaniana sembrava pietrificato sul monitor centrale.
=^= Non sappiamo ancora come sia successo =^=
Enizia scosse la testa:
“E' assurdo. Solo conoscendo i codici di comando si può prendere 
possesso di una nave, ma che io sappia i codici di comando sono 
conosciuti solo da me, da te, e dal Comando della Flotta che si trova 
nel Quadrante Alfa, all'altro capo della Galassia!”
“Mi perdoni, capitano – intervenne il consigliere Appel – Ma non credo 
che ci sia il tempo di fare  indagini sul perché o il percome. Siamo 
alieni per questa gente. Alieni che hanno appena commesso un atto 
feroce e  insensato giusto sotto i loro occhi! Non possono non vederci 
come nemici, almeno fino a quando non avremo parlato con loro. 
Dobbiamo stabilire una linea di dialogo se vogliamo uscire da questa 
situazione”
“Dialogo? E di che cosa potremmo parlare? - domandò Enizia – Ci 
chiederanno spiegazioni, che non abbiamo. E che non avremo finché non 
avremo scoperto chi è stato o che cosa è successo alla Curie!”
“Capitano!” - Enizia si voltò verso il tattico.
“Che c'è?”
“La nave grande sta attivando le armi – disse Nurell concitato – Anche 
le due navi più piccole!”
“Scudi alzati! Manovre evasive! - urlò Enizia, andando a sedersi sulla 
poltrona centrale. Si girò di nuovo verso lo schermo. Le due navi 
piccole stavano chiaramente assumendo una posizione di attacco. Una 
lunga scia di radiazione spuntò dalla fusoliera della più vicina, 
imitata subito dopo dalla seconda.
“Non ci hanno colpito!” - riferì il tenente Nurell.
“Mi piacerebbe poter dire che è merito mio! - si inserì il timoniere. 
Payton si girò verso Enizia – Ma una delle due ha chiaramente mirato 
sopra di noi. ”
“Confermo, sono stati solo colpi di avvertimento” - si fece sentire 
Volkoff.
“Solo una delle due? Ho visto dei colpi partire anche dall'altra!” - 
disse Appel, sorpreso.
“Si, ma non ha mirato a noi” - Volkoff puntò il dito verso una zona 
dello schermo:
“Qui c'è un'altra navetta. O un modulo di salvataggio. O qualcosa del 
genere. Comunque, ci sono quattro esseri senzienti a bordo”
Sullo schermo comparve l'altro caccia. Era vicino, pensò Enizia. 
Pericolosamente vicino. Stava virando con una stretta cabrata attorno 
ad una navetta che cabrava a sua volta, evitando come per miracolo di 
incrociarne i colpi.
“Quel pilota sa il fatto suo” - commentò Payton ammirato.
“E' priva di armamento. – continuò Volkoff – Non ha neanche gli scudi! 
Ha più o meno le caratteristiche della nave che la Curie ha fatto 
saltare, ma potrebbe provenire anche da quell'altra – indicò verso 
l'altro lato dello schermo – Voglio dire quella che è finita a 
schiantarsi su quell'asteroide. Sono riusciti ad evitare i colpi 
manovrando, ma non credo che sopravviveranno ad un altro attacco da 
parte di quel caccia”
Il caccia si stava avvicinando di nuovo. La fusoliera si illuminò.
“Siamo a portata di teletrasporto con quella navetta?”
“Si, capitano!”
La fusoliera si illuminò.
“Li agganci! Li porti a bordo!”
Lo schermo fu attraversato da una fitta salva di lampi. Il modulo di 
salvataggio scomparve, lasciando al suo posto una nube di detriti. 
Enizia si girò verso Volkoff:
“Sono a bordo. Ho spedito una squadra di sicurezza al teletrasporto 
per accoglierli”
“Vada anche lei. Voglio sapere in che razza di situazione ci siamo 
ficcati”
Il russo assentì e si diresse al turboascensore.
=^= Navi sconosciute, qui parla la nave federale Galintius. Abbassate 
gli scudi e preparatevi ad essere abbordati! =^=
“Mi dispiace, ma non sono ancora pronta ad arrendermi!” - disse 
Enizia.
Una delle navi piccole virò di nuovo, attaccando dall'alto. La 
fusoliera si illuminò di nuovo e stavolta le paratie trasmisero un 
sussulto.
“Rapporto!” - gridò Enizia.
“Nessun danno, gli scudi reggono!” - rispose Nurrel
“Capitano, dobbiamo aprire un canale con loro!” - insisté Appel. Un 
nuovo scossone fece vibrare la plancia.
“Ancora nessun danno. Gli scudi sono però scesi all'80 per cento!” 
aggiunse Nurrell. Sullo schermo, la seconda navetta puntava verso di 
loro. Si illuminò. Le paratie della nave risuonarono come un tamburo.
“Stanno mirando ai ponti superiori!”
“Adesso basta. Tenente, agganci il motore del caccia più vicino – 
ordinò il capitano - Vediamo di disabilitarlo. Fuoco al mio segnale!”
“Si, signore!”
“Capitano...” - tentò ancora Appel.
“Le sue obiezioni sono annotate, consigliere!”
“Faser agganciati e pronti, signore!” - disse il tattico.
“Fuoco!”



USS Curie - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.55



“Ne hanno colpita una!” - esclamò Thomas Pierce, indicando un punto 
dello schermo centrale. Sullo schermo, la piccola nave ebbe quasi un 
sobbalzo quando venne colpita dal fascio di luce proveniente dalla 
Baffin. Qualcosa lampeggiò. Iniziò a barcollare, perse potenza. Le 
luci di bordo si spensero ed il caccia svanì sul fondo nero dello 
spazio.
“Il pilota del caccia non è più a bordo - segnalò Pierce - Penso che 
l'abbiano teletrasportato sulla Baffin”
“E noi siamo inchiodati qui!” - commentò esasperata Lorelei Jenkins, 
guadagnandosi un'occhiata severa da parte del capitano Suri, che però 
abbassò subito lo sguardo sul comunicatore. Non aveva senso chiamare 
ancora l'ingegnere capo, pensò il capitano. Gli avrebbe solo fatto 
perdere tempo prezioso.
Tempo che la Curie non aveva. Non con una nave con la stazza di un 
incrociatore pesante che aveva loro appena spedito un ultimatum. E 
loro non avevano neanche il controllo della nave per potersi 
difendere, meno che mai ingaggiare battaglia insieme alla Baffin. 
Dovevano letteralmente stare fermi a guardare. La Baffin adesso stava 
inseguendo la seconda navetta, lanciando scariche di faser in 
direzione dei sistemi di propulsione.
“Colpita anche quella!” - esultò il tenente Jenkins.
“Resta sempre l'incrociatore - raffreddò gli entusiasmi Thomas Pierce 
– Quello non sarà così facile da trattare.”
“Strano che non ci abbia già attaccato - notò Suri – Eppure hanno dato 
energia alle armi”
“Probabilmente stanno ancora valutando la situazione tattica – disse 
Lorelei Jenkins – Il livello dei loro scudi sembra inferiore al 
nostro. Riesco a identificare praticamente ogni settore della loro 
nave. E' armata in modo potente, con sei batterie di siluri a prua e 
due a poppa. Non sembra avere una grande manovrabilità. Ci sono 
inoltre delle strutture di cui non ho capito la funzione. Assomigliano 
ai ganci d'attracco delle navi che ci sono sulle nostre basi... Non ne 
ho mai viste su una nave”
=^= Ingegneria a capitano Suri =^=
Il capitano cincischiò le dita sul pulsante di comunicazione:
“Qui Suri. Mi dia buone notizie, Vizzini!”
=^= Non posso dargliene, capitano. Quello che posso dirle è che non è 
stato un malfunzionamento – rispose l'umano – I comandi di navigazione 
e tattici sono stati deviati deliberatamente. Qualcuno si è infiltrato 
nei computer del ponte di battaglia ed è riuscito a riscrivere i 
codici di comando. Stiamo cercando di isolare il modulo del ponte di 
battaglia, ma il sistema è concepito per i casi in cui la nave sia 
stata abbordata da nemici e quindi opera in modo da ignorare gli 
ordini esterni =^=
Suri si girò a fare un cenno alla Jenkins:
“Sicurezza, fare un controllo di livello tre su tutta la nave. Voglio 
sapere chi è stato, voglio saperlo subito. E se è uno dei nostri, 
voglio sapere perché lo ha fatto!”
Una esclamazione di Pierce la fece voltare di nuovo verso lo schermo:
“Guardi, capitano... Stiamo ripartendo!”



USS Baffin - Plancia - 17/11/2395 - ore 9.57



“Ma che... Cosa stanno facendo sulla Curie?” - Enizia si lasciò 
sfuggire una interiezione.
“Sono entrati in curvatura!” - esclamò Appel.
“Vicino a un campo di asteroidi? - fece notare Steve Payton – E' 
contro tutte le procedure della Flotta!”
A voce più bassa aggiunse:
“Non che io non l'abbia mai fatto...”
Enizia premette il pulsante di comunicazione sul bracciolo della 
poltrona:
“Qui Enizia. Avete ripreso controllo della nave, Curie? Capitano 
Suri?”
Dal comunicatore emerse un confuso ronzio.
“Voglio Suri sullo schermo!” - ordinò. Si alzò dalla poltrona 
centrale, andando a mettersi a fianco dell'ufficiale alle 
comunicazioni, ma la donna scosse la testa:
“Non riesco, signore”
  Sorin la raggiunse, chinandosi a sua volta sulla consolle, ma 
dovette arrendersi all'evidenza:
“In questo momento, riceviamo solo un ronzio” - riferì.
“Credo che si tratti dell'incrociatore, signore - disse la ragazza, 
scrollando le spalle – Sta isolando le nostre comunicazioni”
“E credo che si stiano preparando per attaccarci, capitano!” - avvertì 
il tenente comandante Nurrell.
=^= Nave sconosciuta, qui parla la nave federale Galintius! Fuggire 
non vi servirà a niente! Abbassate gli scudi e preparatevi ad essere 
abbordati! =^=
L'incrociatore si stava muovendo. Dalla superficie nera della nave 
partirono delle strie luminose, che si divisero e si divisero ancora, 
diventando simili a dita che si allungavano rapidamente nella loro 
direzione.
“Sono siluri multifasici! - esclamò Nurrell –  Se ci colpiscono i 
nostri scudi avranno un sovraccarico!”
“Manovre evasive! Qualunque rotta, adesso!” - ordinò Enizia, 
aggrappandosi allo schienale della poltrona. Sullo schermo, le scie 
curvarono rigando il fondo nero del cielo, inseguendo la loro manovra. 
Payton mormorò una interiezione, quindi si chinò in avanti, come se 
mettendo tutta la sua forza sui comandi potesse trasmetterla ai 
propulsori di manovra. La nave si tuffò verso il campo di asteroidi, 
evitando per un soffio il più grande. Lo schermo si riempì della sua 
massa rocciosa, sulla quale brillavano i resti di un'altra nave, 
quindi deviò, infilandosi nello stretto spazio tra i meteoriti. Alcune 
delle scie luminose esplosero impattando contro le rocce, altre si 
infilarono dietro di loro, insinuandosi tra detriti ferrosi. I sensori 
inquadrarono per un istante un corpo dilaniato dall'aria umanoide, che 
galleggiava fra i resti di una lamiera, talmente rapido che Enizia 
pensò di averlo immaginato.
Uno scossone fece sobbalzare l'equipaggio.
“Ci hanno colpito?” - domandò Enizia,
“Negativo, signore. Non so, forse abbiamo sfiorato qualche meteorite 
minore che i deflettori non hanno respinto, ma non ci hanno ancora 
colpito. Scudi al sessanta per cento, ma reggono ancora!” - riferì 
Nurrell.
Payton tirò a sé di nuovo i comandi per infilarsi nello stretto spazio 
tra i corpi celesti.  Lo spazio si riaprì di fronte a loro, ritrovando 
la vista delle stelle.
“Siamo dall'altra parte!” - mormorò Enizia, abbandonandosi sullo 
schienale della poltrona.
Nurrell portò sullo schermo i sensori posteriori. Nuvole di pulviscolo 
aleggiavano dove i siluri avevano colpito le masse di roccia.
“L'incrociatore non ci sta venendo dietro?” - domandò Appel. L'uomo 
era pallido. Le sue mani si tenevano strette ai braccioli della 
poltrona come se potesse proteggerlo.
“Certo che no! Quella nave è troppo grossa per passare attraverso un 
campo di asteroidi così fitto! - spiegò Payton –  Adesso ci troviamo 
all'interno. L'incrociatore dovrà trovare un punto  di passaggio 
oppure aggirare la fascia di asteroidi.”
“Il problema è che anche noi adesso dobbiamo trovare il modo di 
aggirare la fascia di asteroidi. Possibilmente senza farci prendere 
dall'incrociatore – disse Enizia – Dobbiamo ritrovare la Curie.”


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FINE TRASMISSIONE
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Inutile dire che è stata Julie a far fuggire la Curie e che le due 
navi non sono attualmente in condizione di comunicare (anche perché le 
comunicazioni verrebbero intercettate dall'incrociatore).
Sulla Baffin in questo momento ci sono i due piloti dei caccia e i 
superstiti della nave cargo che sono stati teletrasportati a bordo. 
Dubito che qualcuno degli "ospiti" a bordo accetterà docilmente il 
passaggio a bordo delle nostre navi.


Ciao! ;-D
Elena
--
Capitano Suri
USS Curie
Progetto Pytheas - Delta Quadrant
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