[Stml9] R: [07.05] Suri – Piccole scoperte

Luigi Fantin alan.brown.pytheas a gmail.com
Mar 27 Giu 2017 14:13:59 CEST


Ciao,

bel pezzo!
Mi sa anche che devo andare a riguardarmi le varie spiegazioni sul
teletrasporto e replicatori.
Non mi ricordo tecnicamente che supporto abbiano dato a queste tecnologie.

brava Elena.
ciao

GG

Il giorno 26 giugno 2017 21:16, Stefano Zaniboni <stezani a me.com> ha
scritto:

> Ho potuto leggere solo la prima parte, sono da telefono. Domani finisco di
> leggerlo!:)
>
> Stefano
>
> Inviato da iPhone
>
> > Il giorno 26 giu 2017, alle ore 19:52, Marco Calandri <
> alexandros.nurell a gmail.com> ha scritto:
> >
> > Concordo fenomenale!!!
> > Bella anche la parte finale, con la sottotrama del replicatore
> >
> > Il 26/06/2017 11:23, Maddalena Duci ha scritto:
> >> Molto molto bello!
> >>
> >> ----- Messaggio originale -----
> >> Da: "Franco Carretti" <piotr_volkoff a mail.com>
> >> Inviato: ‎26/‎06/‎2017 09:36
> >> A: "stml9 a gioco.net" <stml9 a gioco.net>
> >> Oggetto: Re: [Stml9] [07.05] Suri – Piccole scoperte
> >>
> >> Ottimo brano come al solito... bellissima la parte finale con questa
> mini sottotrama.
> >> Mi è piaciuto :)
> >>   Sent: Saturday, June 24, 2017 at 1:20 PM
> >> From: "Elena Fuccelli" <mf9115 a mclink.it>
> >> To: stml9 a gioco.net
> >> Subject: [Stml9] [07.05] Suri – Piccole scoperte
> >> Ecco il mio pezzo. Spero di non annoiarvi.
> >>  --------------------
> >> INIZIO TRASMISSIONE
> >> --------------------
> >>
> >> Nave stellare Kirrirrs – plancia - 17/11/2396 12:32
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> Le luminarie erano appena state assorbite dal nero dello spazio
> profondo, congelando per diventare inutili scorie proiettate nel campo di
> asteroidi. Il capitano Larring abbassò la mano con la quale istintivamente
> si era protetto dal bagliore dell'esplosione della Feront. Aveva gli occhi
> umidi, ma non gli importava che gli uomini in plancia se ne accorgessero o
> meno.
> >> Il capitano della Feront doveva fare in modo che il dispositivo non
> finisse in mano al nemico. Tutto giusto, tutto corretto, tutto secondo le
> regole. Fuori carattere per un uomo come Siaminar, che aveva sempre
> guardato alle regole con ironia e distacco. Alla fine, però, le aveva
> rispettate. Proprio alla fine.
> >> Larring si alzò in piedi, con lentezza e determinazione, irrigidendosi
> in un saluto allo schermo centrale che inquadrava le navi nemiche al di là
> della nube di gas e detriti che era stata la Gemma di Kerent. Lanciò uno
> sguardo severo all'intorno, e con un momento di troppo di ritardo gli
> uomini di turno in plancia si alzarono a loro volta dalle loro postazioni,
> per salutare il sacrificio del capitano Siaminar.
> >> “Eri un giocatore, Siaminar – scandì a voce alta, con le mani tese
> verso lo schermo – Sapevi che la vita a volte serve pessime carte, con le
> quali dobbiamo fare i conti. Non meritavi di finire così, né tu né quelli
> dei tuoi uomini che ti sono stati accanto negli ultimi istanti, ma hai
> fatto il tuo dovere fino all'ultimo. Kereven te ne sarà grata.”
> >> Lasciò che le parole galleggiassero per qualche istante nell'atmosfera
> della plancia prima di abbassare le mani e tornare a sedersi. Gli uomini
> ripresero le loro postazioni con un sospiro che a lui parve di sollievo.
> Erano così contenti che fosse toccato alla Feront e non a loro?
> >> Alzò di nuovo lo sguardo verso lo schermo centrale, sentendo montare
> dentro di sé una rabbia sorda. Le sagome delle navi aliene spiccavano sul
> nero del cielo. Era colpa loro se Siaminar era dovuto morire. Chi erano? Da
> dove venivano? Perché si erano messi di mezzo? Era stato un grave errore
> ingaggiare combattimento senza sapere esattamente con chi avevano a che
> fare, e non dubitava affatto che al Comando Centrale di Kereven questo
> errore sarebbe stato fatto pesare su di lui.
> >> “Signore?” - la voce esitante del timoniere ruppe il silenzio.
> >> “Cosa?” - ringhiò.
> >> Il timoniere deglutì:
> >> “Io-io volevo solo chiedere... Devo calcolare la rotta per Kereven,
> capitano?”
> >> Quello che era installato sulla sua nave era ormai l'ultimo prototipo
> del congegno strategico stealth. Quindi, la migliore rotta da seguire
> sarebbe stata quella di Kereven per mettere al sicuro il dispositivo, pensò
> Larring. Nello stesso tempo, era quella che più gli ripugnava.
> >> Mezzo ciclo fa, avrebbe potuto farlo. Se la sua nave avesse ripreso la
> rotta anche solo mezzo ciclo prima, sarebbe stato accolto alla capitale del
> suo pianeta come il capitano che era intervenuto a proteggere la loro base
> spia e aveva distrutto un mercantile nemico. Adesso, era il capitano uscito
> sconfitto da uno scontro. Sentiva di non poter riprendere la rotta per
> Kereven, così, con Siaminar morto e la Feront distrutta.
> >> “No! - esclamò. Era come se qualcosa gli fosse esploso dentro – Il
> nostro dovere adesso è scoprire chi sono i nuovi alleati della
> Congregazione di Natvel. Se sono così forti, se hanno a disposizione
> tecnologie così avanzate, Kereven deve saperlo... Dobbiamo sapere con chi
> abbiamo a che fare!”
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> Nave stellare Gallintius – hangar navette - 17/11/2396 16:02
> >>
> >> I feriti ed i prigionieri provenienti dalla Feront erano stati raccolti
> in un hangar navette della Galintius, trasformato provvisoriamente in area
> ospedale. L'hangar era stato diviso da un campo di forze – se ne vedeva lo
> scintillio che lo tradiva. Da una parte all'altra, Enizia poteva sentire
> grida, voci, proteste o lamenti in lingue che il traduttore universale non
> riusciva a interpretare. Da un lato del campo di forze erano stati
> confinati i Kereven giudicati abbastanza sani da poter essere un problema,
> sorvegliati da guardie armate. Due guardie armate seguivano anche lei, sia
> pure con il blando pretesto di accompagnarla nella nave da guerra.
> Bellamonte era stato chiaro: non doveva interrogare i prigionieri.
> >> Da quello che poteva vedere, i Kereven erano mediamente più bassi dei
> Natvel. Si trattava di bipedi dalla pelle granulosa, grandi occhi posti ai
> lati della testa ed una antenna cornea che seguiva la curvatura del capo.
> Due arti superiori muniti di tre dita prensili. Più di uno si avvicinò alla
> barriera per guardarla passare, con occhi sbarrati dallo stupore o con uno
> sguardo carico di odio.
> >> I Kereven feriti erano invece stati distesi su brande da campo,
> accuditi da membri dell'equipaggio intervallati da guardie della sicurezza
> armate. In mezzo a loro, Enizia identificò Luz Fuentes e due assistenti
> medici dell'equipaggio della Curie. Appel era più distante, in fondo
> all'hangar, apparentemente impegnato a trasportare dei feriti verso un'area
> allestita per operazioni. Per fortuna il capitano Bellamonte aveva
> accettato la loro offerta di cure mediche.
> >> I tre stavano medicando una Kereven con una larga ferita alla testa,
> dalla quale continuava ad uscire un denso umore verdastro, simile al sangue
> dei vulcaniani. Più in là, Enizia vide passare tra le barelle Volkoff,
> accompagnato da un comandante Tynan con una espressione di intensa
> sofferenza in volto.
> >> Enizia attese che la dottoressa finisse di suturare la ferita prima di
> avvicinarsi:
> >> “Come procede?”
> >> La dottoressa accennò alla sala:
> >> “Potrebbe andare peggio. Molte ferite lacero contuse, molte fratture,
> ma non ho ancora visto feriti di cui dover riservare la prognosi.”
> >> “E il capitano Bellamonte?”
> >> “Gli ho ricucito la ferita prima di scendere qui ad occuparmi dei
> prigionieri, capitano – rispose Luz – L'ho dovuto medicare in plancia. Non
> voleva sentirne parlare di andare in infermeria. Non con una nave occultata
> ancora in giro in zona.”
> >> La Kereven appena medicata ebbe un sussulto. Enizia sogghignò:
> >> “Si, la stiamo monitorando. In questo momento il capitano dell'altra
> nave non sembra far niente a parte starsene acquattato tra le rocce di quel
> campo di asteroidi.”
> >> “Non è possibile! - esclamò la donna – Il campo di smorzamento è
> totale!”
> >> “Chi è lei? Come si chiama?” - domandò Luz
> >> “Antarr. Primo ingegnere tecnico a bordo della Scopuli”
> >> Enizia drizzò le antenne:
> >> “La nave occultata che abbiamo colpito era la Feront. Dunque lei
> apparteneva all'altra nave, quella che era stata parzialmente camuffata da
> asteroide”
> >> La donna serrò le labbra. Enizia resistette alla tentazione di chiamare
> Tynan, ma l'ufficiale scientifico si era già avvicinato, a guardare con
> intensità la donna distesa sulla barella. Dietro di loro, le guardie della
> sicurezza Natvel si stavano già agitando ed Enizia comprese che la sua
> permanenza a bordo non sarebbe durata ancora a lungo. Per distrarli, si
> avviò docilmente in direzione dell'uscita dell'hangar.
> >> “Non siamo suoi nemici, Antarr – sentì dire la dottoressa Fuentes alle
> sue spalle e si girò – Siamo esploratori provenienti da un altro Quadrante.
> Non siamo qui per combattere guerre”
> >> Enizia vide Antarr alzare uno sguardo gelido verso l'umana:
> >> “Avete combattuto insieme ai Natvel. Questo vi qualifica come nemici,
> qualunque cosa diciate ora per discolparvi”
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> U.S.S. Curie – sala riunioni 1 - 17/11/2396 17:40
> >>
> >>
> >>
> >> “Discolparvi? Ha detto così? - domandò Suri – La nostra è una missione
> esplorativa. Il nostro principale compito è quello di instaurare relazioni
> diplomatiche, di amicizia con altri pianeti. L'ultima cosa che possiamo
> fare è quella di trascinare la Federazione dei Pianeti Uniti in un
> conflitto locale nel profondo del Quadrante Delta”
> >> Enizia sospirò:
> >> “Ne sono consapevole. E continuo a chiedermi se nelle circostanze in
> cui ci siamo trovate, avremmo potuto fare qualcosa di diverso.”
> >> C'erano delle poltrone vuote nella sala riunioni uno. Il personale
> medico spedito a bordo della Galintius non era ancora tornato a bordo delle
> rispettive navi, mentre il navigatore Payton ed l'ingegnere Brown erano
> impegnati a non perdere di vista le tracce della nave occultata superstite.
> >> “Mi scusi, capitano – replicò Nurell – Avremmo dovuto lasciare che le
> due navi occultate colpissero la Galintius? Il conto delle vittime dei
> Kereven è già abbastanza alto con la distruzione di quel mercantile!”
> >> “Non possiamo neanche entrare brutalmente nel conflitto – disse Timeran
> Breel - Con la nostra tecnologia, scateneremmo uno squilibrio a favore dei
> Natvel. Inoltre, non conosciamo la storia di queste popolazioni... Anche se
> in effetti mi piacerebbe molto approfondirla”
> >> Suri comprese:
> >> “Soprattutto per quanto riguarda una certa minoranza, nativa dal nostro
> Quadrante?”
> >> Timmy assentì:
> >> “Col suo permesso, vorrei chiedere al capitano della Galintius
> l'autorizzazione ad accedere al loro database storico e culturale”
> >> Suri fece per replicare, ma fu interrotta dal suono della porta che si
> apriva alle sue spalle:
> >> “Comandante Tynan a rapporto, signore” - disse l'ufficiale scientifico
> della Curie. Dietro di lui, comparve la massa imponente del russo Volkoff.
> >> “Che cosa siete riusciti a scoprire?” - domandò Suri, accennando ai due
> di sedersi al tavolo da riunioni. Il trill appariva provato. Timeran lo
> fissò preoccupata. Più che sedersi, parve crollare sulla poltrona a lato
> del capitano.
> >> “Antarr, la donna con cui ha parlato anche lei, capitano – disse Tynan
> rivolgendosi ad Enizia - è la scopritrice locale dell'occultamento. Lo ha
> perfezionato mentre stava lavorando su quella nave spia, la Scopuli, ed ha
> prodotto alcuni esemplari, due dei quali sono stati installati in via
> sperimentale su due navi militari Kereven.”
> >> “Molto bene...”
> >> “Che cosa sia successo poi, non sono in grado di dirlo con precisione –
> continuò Tynan -C'è stato un incidente, questo è sicuro... Ma non so di che
> tipo. Antarr, e tutti quelli che avevano presente la cosa nelle loro menti,
> pensavano ad un sabotaggio. Questo ha indotto il capitano della Feront e
> dell'altra nave a decidere prima l'evacuazione, quindi una sorta di
> trappola per cercare di stanare gli eventuali complici dei sabotatori”
> >> “Inutile dire che la trappola invece si è chiusa sulla Sulaco e sul suo
> sventurato equipaggio” - aggiunse Volkoff, quindi il suo sguardo passò
> dall'una all'altra dei due capitani:
> >> “Quanto di questo possiamo condividere con i Natvel?”
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> U.S.S. Baffin – Area alloggi
> >> 17/11/2396 17:40
> >>
> >>
> >> Quella nave sembrava sterminata. Era scioccante ricordare gli eterni
> problemi della Sulaco, i suoi spazi angusti, e confrontarla con quella
> meraviglia lucida e perfetta. Aveva fatto il giro per tutto il corridoio,
> senza avvertire una sola variazione nella gravità artificiale. Fece
> istintivamente una smorfia, pensando alla gravità che veniva tenuta nel suo
> quartiere a Ceres.
> >> Lex si appoggiò alla balaustra, godendosi la vista dello spazio dagli
> ampi oblò. Alzò un dito, andando a sfiorare il campo di forze. Chissà che
> tipo di comandi azionavano il timone. Avrebbe potuto scommettere che lì i
> carrelli portaghiaccio non avevano bisogno delle spinte per funzionare...
> Quanto sarebbe piaciuta a Boone quella nave!
> >> E io che non volevo neanche fare parte della spedizione, pensò Lex.
> >> Si staccò dalla balaustra, tornando verso l'alloggio che gli era stato
> assegnato. Aprì la porta, e fu sorpreso di vedere Nyomi ed il dottore che
> lo stavano aspettando.
> >> “Ma dov'eri? Dobbiamo parlare!” - disse Sim.
> >> Nyomi si era appoggiata su una poltrona, con le lunghe gambe ripiegate.
> Guardava le stelle attraverso l'oblò, come lui aveva fatto poco prima. Non
> si era girata quando lui era entrato.
> >> “E di che cosa? Qui siamo prigionieri, anche se ci hanno trattato con
> tutti i riguardi - domandò Lex – Vuoi fare una sessione di preghiera per i
> nostri compagni defunti? Perché questo è più o meno il nostro spazio di
> manovra, finché siamo a bordo di questa nave.”
> >> “Sarebbe una buona idea – disse Nyomi, senza voltarsi o muovere un
> muscolo – Pregare... Ma non per loro. Per noi, perché anche noi siamo morti”
> >> Sim la fissò sorpreso:
> >> “Ma di che stai parlando? - domandò – Sono io quello che compila gli
> atti di morte, ed il tuo non ricordo di averlo compilato. ”
> >> “Ed io credo di essere molto vivo” - aggiunse Lex, avanzando per
> andarsi a sedere sul bordo del letto. Prima di sedersi, sfiorò con un dito
> lo schienale metallico della poltroncina di Nyomi.
> >> “Credi... E' la parola giusta” - replicò la donna.
> >> “Ma che ti prende?”
> >> Nyomi si girò, lentamente, a guardare Sim. Gli occhi della donna
> impressionarono Lex. Sembravano più grandi, profondi e neri di quanto
> fossero mai stati:
> >> “Il teletrasporto. Quella cosa che ci ha portato via dalla navetta C1 e
> ci ha fatto conoscere questa bella nave. Quando ci hanno consentito di
> uscire dai nostri alloggi, sono andata a guardare la piattaforma sulla
> quale ci siamo materializzati. Perché è questo che fa, quella piattaforma:
> smaterializza e rimaterializza.”
> >> “E allora?” - domandò Lex.
> >> “Per tutti gli dei di Ceres, come fate a non capire? Non si possono
> spedire esseri viventi nello spazio. Si trasmettono informazioni! Solo
> informazioni... Quindi l'unica spiegazione è che quel raggio ci abbia
> smaterializzati analizzandoci fino al livello molecolare, e quindi ci abbia
> ricostruito su quella piattaforma. Non siamo Lex o Nyomi. Siamo i cloni di
> Amos, Kariin, Lex, Sim e Nyomi. Ma i nostri veri noi stessi, sono morti.
> Sono stati distrutti da quel raggio.”
> >> Sim la fissò sbalordito:
> >> “E secondo te, la gente di questa nave... Perché loro usano il
> teletrasporto anche per loro stessi, li ho visti io... Userebbe
> abitualmente una macchina che li uccide e ricostruisce?”
> >> A Nyomi venne da ridere:
> >> “Che ne sappiamo noi, di questa gente? Magari credono in un dio che li
> riporta in vita. Magari non gli importa”
> >> “E' assurdo!” - esclamò Lex.
> >> Sim scrollò la testa:
> >> “Forse è così. - disse Sim – Anche se fosse? Io sono io, con tutti i
> miei ricordi. Mia madre mi riconoscerà. La mia ex compagna non smetterà di
> darmi il tormento solo perché sono un clone. ”
> >> “Io non sono un clone! - protestò Lex. Alzò la parte alta della tuta -
> “Guarda, Nyomi, vedi qui?”
> >> Nyomi si girò, lentamente. I suoi occhi sembravano pozze oscure. Lex le
> prese la mano, la costrinse a passarla sul torace:
> >> “Qui c'è la cicatrice che mi sono fatto durante il servizio militare,
> quando mi scoppiarono i comandi di navigazione della ferraglia che mi
> facevano pilotare. Nessun clone potrebbe essere costruito in maniera così
> precisa!”
> >> Sim sbatté la mano sul tavolo, facendolo sobbalzare:
> >> “Non me ne importa niente! Non vi ho cercati per discutere se siamo
> cloni o no! Se volessi una discussione di filosofia, chiamerei scuola e mi
> farei passare il mio vecchio professore!”
> >> Nyomi fece un gesto con la mano, come a dire: allora, accomodati.
> >> Il dottore si spostò verso la parete dell'alloggio, dove si apriva la
> bocca di un macchinario che per precauzione Lex non aveva osato toccare.
> Premette un pulsante e ordinò:
> >> “Acqua. Un bicchiere”
> >> Sulla parte inferiore, comparve un bicchiere azzurro. Sim lo prese, lo
> sollevò, quindi con un gesto calcolato lo rovesciò per terra. Lex balzò in
> piedi:
> >> “Ma che fai, sei pazzo? Lo dovremo ripagare!”
> >> Sim rise. Premette di nuovo il pulsante, quindi ordinò:
> >> “Acqua. Una brocca!”
> >> Stavolta comparve un recipiente più grande. Sim lo prese, e glielo
> porse. Era acqua, senza dubbio, in una dose sufficiente per la giornata di
> un paio di lavoratori. Lex lo guardò con gli occhi sbarrati, quindi guardò
> Nyomi, che sembrava essere stata scossa dalla sua apatia. Nyomi si chinò a
> bagnare le punte delle dita nell'acqua caduta per terra, le portò alle
> labbra, quindi si alzò e guardò l'apparecchio.
> >> “C'è una cosa identica a questa anche nell'alloggio che hanno assegnato
> a me, ma non avevo idea di che cosa fosse... Questa gente ha un erogatore
> in ogni singolo alloggio? Come fanno a trasportare tutta quest'acqua?”
> >> Sim sorrise:
> >> “Non è un erogatore, Nyomi. Ho chiesto a uno dei membri dell'equipaggio
> che cosa fosse quell'apparecchio e lui me lo ha mostrato. Non so come
> funzioni, ma crea acqua e cibo. Capite? C'è acqua a sufficienza per bere
> fino a scoppiare!”
> >> “Per tutti i...” - Lex fischiò tra i denti.
> >> “Vi rendete conto di quello che vuol dire? - continuò Sim – Se
> riuscissimo a scoprire come funziona, ad adattarla alla nostra tecnologia,
> vorrebbe dire niente più buoni per l'acqua. Vorrebbe dire niente più
> razionamenti, navi portaghiaccio, filtri per i liquami che non filtrano mai
> a sufficienza... Ceres avrebbe finito la sua lunga sete. E anche la fame,
> visto che potrebbe produrre acqua anche per le serre idroponiche.”
> >> “...E ci renderebbe ricchissimi” - mormorò Lex. Sim lo fissò:
> >> “Veramente io pensavo al bene di Ceres...”
> >> “Ma certo, è per il bene di Ceres! Ma noi diventeremmo ricchissimi
> facendo
> >>
> >> [il messaggio originale non è incluso]
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