[Stml9] Proposta di ripartenza

Maddalena vampitrill a gmail.com
Sab 17 Mar 2018 17:29:14 CET


Allora, sono riuscita a leggere tutto solo questo pomeriggio, mi scuso 
per il ritardo.
Io e Martina non ci conosciamo bene, ma mi spiace molto abbia avuto dei 
problemi così grossi. So quanto tiene a sfi e al progetto e quindi che 
se non ci fosse stata una ragione seria non sarebbe sparita così. Sono 
contenta che le cose ora stiano migliorando.

Per quanto riguarda specificatamente la lista, l'idea mi sembra molto 
buona e il brano mi è piaciuto molto ma - c'è sempre un ma - temo che, 
come avevo preannunciato qualche tempo fa, non vi prenderò parte. Chiedo 
perciò lo sgancio.
Non si tratta del progetto in sè, naturalmente,  e mi spiace lasciarvi 
ma in questi ultimi mesi ho poco tempo e, a dir la verità, anche poca 
voglia di scrivere. Perciò sto sfoltendo un po' il numero delle liste a 
cui partecipo, onde riuscire meglio a star dietro a quelle in cui 
rimango. Questo progetto di reboot mi pare bello ma anche impegnativo e 
l'impegno è quello che mi manca in questo momento.
Questa è stata la mia prima lista in sfi ed è stata davvero divertente. 
Grazie a tutti.

Un abbraccio,
Maddy

Il 16/03/2018 14:00, Enizia Gishna ha scritto:
>
> Buongiorno a tutti,
>
> scusate se entro a gamba tesa in discorsi già in atto… non ho 
> fisicamente il tempo di riaggiornarmi leggendo tutto il pregresso. Mi 
> scuso ancora se dirò qualcosa di già detto e proporrò magari qualcosa 
> di già pensato e/ scartato e mi scuso di nuovo… e di nuovo ancora… ma 
> è così che va ogni tanto.
> La vita a volte è un c@@@a totale.
> Sono ricomparsa in via, mi spiace per voi, definitiva.
>
> NON posso, vorrei ma davvero questo non è il luogo adeguato perché 
> internet non è sicuro, dirvi tutto quello che mi è successo e che mi 
> ha tenuto lontana forzatamente da sfi.
>
> Diciamo che in soldoni, a parte il lavoro che è stato un Everest in 
> questo periodo, c’è stata una botta emotiva non indifferente che mi ha 
> spezzato le gambe.
> Ne ho passate molte nella mia vita, credetemi se dico che questa era… 
> forse perché inaspettata… davvero troppo anche per me che sono stata 
> nominata (da amici e conoscenti) un emblema vivente di =resilienza=… 
> stavolta ho rischiato di non reggere proprio.
>
> Tutt’ora se dormo 3 ore a notte è grasso che cola. Magari sarà la 
> volta buona che, dato che pure mangio pochino, riuscirò a perdere 
> qualche etto.
>
>
> In ogni caso … non ho mai smesso di pensare a noi.
> Forse sapete, o non sapete, ma da ora sì… che questa “nave” questa 
> simulazione fu in origine un mio progetto nato da un parto folle mio e 
> dove Elena mi seguì non ho mai capito se per amicizia personale o se 
> per follia pure lei.
>
> Il risultato poteva essere buono o meno buono… sicuramente si è 
> rivelato difficile.
>
>
> Per non distruggere il progetto e non smembrare tutto… ho pensato ad 
> una cosa un po’ particolare… ci ho riflettuto… e qui a seguire vedete 
> quello che è il frutto del mio pensiero.
>
> IDEA:
> Siamo in un quadrante inesplorato per buona parte (solo le vicinanze 
> della rotta della voyager lo erano). Chi c’è nel quadrante che può 
> prendere due navi della Flotta Stellare e mischiarle fino a fonderle?
> Se è fatto con una logica (e lo è dato che dovremo PIAN PIANO scoprire 
> che il risultato è una nave:
> - nuova
> - diversa
> - mai vista prima
> - funzionante in qualche suo modo speciale
> Allora chi ha la tecnologia per farlo?
>
> SCOPO DELL’IDEA:
> Buttare via un po’ di PNG, di schifezze che appesantiscono la 
> narrazione, rendere più fruibile e facile il tutto… e nel contempo 
> conservare il gruppo che si è formato non cancellando il progetto 
> Pytheas ma reinventandolo!
>
> DETTAGLI:
> E’ andato tutto bene? Sicuramente no… sennò come faremmo a liberarci 
> dei PNG?
>
> Avete presente “Philadelphia experiment”? (il film)
>
> http://images.radiotimes.com/remote/images.atlas.metabroadcast.com/pressassociation.com/webANXphilexp2.jpg?quality=60&mode=crop&width=700&height=422
>
> https://cover.box3.net/newsimg/dvdmov/max1358450178-frontback-cover.jpg
>
> Ecco.
>
> Le domande da porsi sono:
> - CHI?
> - COME?
> - PERCHE’?
> - COME stiamo in piedi? COME funziona tutto?
> - COSA c’è di nuovo a bordo?
> - C’E’ anche qualche nuovo ‘CHI’ ?????
>
> COME SVILUPPARLO?
> Un po’ alla volta. Iniziamo con una narrazione breve (un giro solo? Un 
> brano a testa?) dove ognuno mette il suo e chiusura finale in cui 
> scegliamo il nome della nuova nave.
> Perché non ha senso né USS Curie né USS Baffin.
> IO farei finire che i due CO… e uno dei due accetterà di fare l’FO di 
> questa nuova nave… decidono di chiamarla proprio USS Pytheas.
> E dato che abbiamo una classe Prometeo, ed una classe Sovrano…. Perché 
> non la chiamiamo con qualcosa che richiami entrambi?
> Classe:
> a) Tartar
> b) Godfire
> c) Fireking
> d) …???
>
> E qui c’è la PRIMA PARTE di come vedo io l’inizio di questa rinascita 
> (DA COMPLETARE)
>
> PS. C’è già una bozza della nave fatta dal grafico ufficiale di SFI
> STO CERCANDO di capire come farla vedere a tutti… perché non so se 
> passano immagini e non ho dove caricarla. Se non sul mio profilo FB 
> (cosa che farò al caso da casa ).
>
> Fatemi sapere se può andarvi bene come “reboot”.
>
> [x.00] Fusione bollente nello spazio gelido
>
> Il silenzio.
>
> Il silenzio fu la prima cosa che colpì le orecchie del Capitano. Non 
> c’era mai quel silenzio su una nave stellare. C’era il basso ronzio, 
> la vibrazione costante che si trasferiva a tutta la nave quando i 
> motori erano attivi. C’era il personale che muovendosi creava il 
> costante rumore della vita che si sviluppava e si scioglieva nella 
> quotidianità.
>
> Ma ore c’era solo silenzio.
>
> Non riusciva ad aprire gli occhi. Non riusciva a muovere nessun 
> muscolo del corpo. Nemmeno il riflesso quasi istintivo di orientamento 
> delle antenne che avevano le radici sulla parte alta della fronte 
> sembrava essere attivo.
>
> Non percepiva il proprio corpo.
>
> Si sentiva una bambola priva di ogni volontà, ma dotata di vita di 
> coscienza e forse di un’anima.
>
> Poi il buio.
>
> Buio dietro le palpebre serrate. Erano davvero serrate o non vedeva 
> più? Un altro senso perso? Non riusciva a sentire né governare nemmeno 
> le proprie palpebre e quindi non era nemmeno certa di essere ancora 
> dotata della vista.
>
> Si sentiva vittima di una torturante deprivazione sensoriale.
>
> L’ansia iniziò a salire dentro di lei e con essa la rabbia. Quella 
> sorda rabbia andoriana che aveva imparato lentamente a incanalare e 
> governare. Quella rabbia emotiva che non era mai stata in grado di 
> cancellare del tutto e ogni tanto ricompariva nei momenti meno opportuni.
>
> Saliva in ondate, una appresso all’altra.
>
> Una mareggiata che di li a poco avrebbe travolto quel poco che restava 
> del suo autocontrollo.
>
> Tentò di concentrarsi sul proprio respiro. Sì, quello le riusciva. 
> Riusciva respirare liberamente… quindi non era del tutto persa la 
> speranza.
>
> Iniziò a contare lentamente cercando di imporre un ritmo all’afflusso 
> dell’aria nei suoi polmoni. Ogni fibra della sua volontà si concentrò 
> su quello.
>
> Inspirare… uno… due… tre… dannazione quasi quattro. Espirare… uno… 
> due… tre… quattro.
>
> Sì!!!
>
> La gioia le esplose nella mente prima che nel petto. Ci era riuscita. 
> Era riuscita a controllare seppur di poco l’espirazione.
>
> Avanti così.
>
> Ancora silenzio.
>
> Ancora buio.
>
> Improvvisamente, come se fosse tutto assolutamente come una qualunque 
> inizio turno di un qualsiasi giorno, fu luce.
>
> Le palpebre si mossero e fremettero lasciando filtrare una sottile 
> lama di puro candore che le colpì la retina violentemente. Aveva 
> anelato talmente tanto a vedere, che si stupì lei stessa della 
> violenza con cui le serrò nuovamente a difendesi da quel chiarore 
> violento in quanto improvviso.
>
> Ci riprovò lentamente, con un nuovo riacquisito livello di controllo… 
> e si trovò a fissare il soffitto della… della plancia sì.
>
> Spostando solo lo sguardo per quel poco le fosse consentito, si rese 
> conto di essere in plancia.
>
> Distesa a terra.
>
> Stranamente le venne in mente un aneddoto che le era stato raccontato 
> dal fratello tanti anni prima, un aneddoto su un uomo che si era steso 
> a terra non ricordava dove per guardare un opera d’arte dipinta su un 
> soffitto finendo calpestato dalla ressa in fuga per un qualche motivo 
> che egualmente non ricordava.
>
> Poi arrivò il calore.
>
> Nel momento in cui iniziò a percepirlo si rese anche conto di quanto 
> fosse intenso. Molto oltre quello che la sua fisiologia potesse 
> sopportare. Non pensava di aver mai sentito un tale disturbante senso 
> di asfissia da aria calda.
>
> Quello che aveva vissuto con gioia, il recupero dei suoi sensi, 
> improvvisamente le sembrò avere un’attrattiva alquanto miserevole. 
> Cominciava a sospettare che quando sarebbe stata in grado di muoversi, 
> non sarebbe stata né felice né lieta.
>
> Sentiva la schiena vicina al punto di ustione. Niente le faceva 
> credere che non fosse giù ustionata. In fondo in quanto andoriana la 
> resistenza al calore eccessivo non era sicuramente tra le sue doti innate.
>
> Quando il fastidio iniziò ad avvicinarsi pericolosamente al dolore 
> comprese che avrebbe potuto affrontare qualunque cosa e qualunque 
> orrore … ma doveva alzarsi in piedi prima di impazzire.
>
> Forse era il momento giusto in quel naturale e graduale riacquisire 
> delle sue funzionalità o forse il totale desiderio che era diventato 
> una necessità fisica impellente le aveva generato una scarica di 
> adrenalina tale da riuscire a prendere anticipatamente il controllo… 
> in ogni caso… si ritrovò in piedi.
>
> Attorno a lei, chi disteso a terra, chi accasciato su una consolle, 
> gli ufficiali di plancia erano a livelli diversi di quello stesso 
> percorso che lei aveva appena sperimentato.
>
> Qualcuno con gli occhi aperti, fissi, ma incapacitato a muoversi.
>
> Qualcuno ancora ad occhi chiusi, probabilmente preda dell’ansia come 
> era stata lei.
>
> Qualcun altro con la rabbia feroce nello sguardo, l’uniforme intrisa 
> di sudore fino a scurirla.
>
> Riuscì ad avvicinarsi, seppur con la fatica di un corpo anchilosato e 
> dolorante per lo sforzo di rimettere in moto muscoli e articolazioni, 
> alla propria poltrona dove si lasciò cadere.
>
>
> =^= A tutti i ponti. Qui il Capitano Enizia, rapporto immediato. =^=
>
> Silenzio.
> Ancora quel dannato enorme avvolgente ed annichilente silenzio. Lei 
> che aveva amato i silenzi delle gelide distese di Andoria, cominciava 
> ad odiare quel silenzio.
>
> =^= Capitano Enizia a USS Curie. Mi ricevete? =^=
>
> Silenzio.
>
> =^= Capitano Enizia a Capitano Suri, mi riceve? =^=
>
>
>
>
>
> -- 
> -- 
> ==============================================
> Capitano Enizia Gishna
> Ufficiale Comandante
> USS Baffin
> Progetto Pythaes - Delta Quadrant
> ==============================================
> Martina mail: Cap.EniziaGishna.com <http://cap.eniziagishna.com/>
>        Skype: martina_fvg
>       Jabber: Cap.EniziaGishna
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