<p dir="ltr">Fantastico! Davvero!</p>
<p dir="ltr">Ileana</p>
<div class="gmail_extra"><br><div class="gmail_quote">Il 21 ago 2016 12:13 PM, "Monica Miodini" <<a href="mailto:hannadegliiapigi@hotmail.it">hannadegliiapigi@hotmail.it</a>> ha scritto:<br type="attribution"><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div>
<div>
<p dir="auto">Meraviglioso Elena , era ora di passare al contrattacco ! </p>
<p dir="auto">Ottieni <a href="https://aka.ms/ghei36" target="_blank">Outlook per Android</a><br>
</p>
<br>
<br>
<br>
<div>On Sun, Aug 21, 2016 at 12:26 AM +0200, "Elena Fuccelli"
<span dir="ltr"><<a href="mailto:mf9115@mclink.it" target="_blank">mf9115@mclink.it</a>></span> wrote:<br>
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</div>
</div>
<font size="2"><span style="font-size:10pt">
<div>Sapete tutti quanto sono in ritardo... Va beh, prima o poi mi
<br>
manderete definitivamente a quel paese se già non lo avete fatto.<br>
<br>
------------------------------<wbr>-<br>
INIZIO TRASMISSIONE<br>
------------------------------<br>
Baffin – Sala riunioni 1 - ore 20,10<br>
<br>
<br>
“TaH pagh taHbe” - disse Enizia, nel suo miglior klingon.<br>
“E questo sarebbe? - domandò il capitano Norton, incuriosito – Cos'è, <br>
un poema klingon?”<br>
La sala riunioni uno era stata riarredata per l'occasione. Il tavolo <br>
da riunioni era stato ricoperto da una tovaglia candida, appena <br>
replicata. Piatti e bicchieri erano stati lucidati con cura ed il <br>
menu studiato con attenzione. Anche le sedie erano state coperte in <br>
modo da far assomigliare l'ambiente al tavolo del capitano di una nave <br>
da crociera – un dispendio di energia che in un altro momento Enizia <br>
avrebbe giudicato inutile e dannoso, ma che questa volta perfino Suri <br>
aveva approvato. Bisognava impressionare gli ospiti.<br>
*Peccato che non siano realmente ospiti * - pensò Enizia, cercando di <br>
mantenere in faccia il sorriso che si era imposta dall'inizio della <br>
serata. Sembrava uno di quegli olodrammi in costume che erano andati <br>
di moda sulla terra negli anni in cui era all'Accademia, rifletté <br>
guardando il proprio volto nel rovescio di un cucchiaio. Gli ufficiali <br>
di una nave terrestre del diciassettesimo secolo che invitavano al <br>
tavolo del capitano il romantico corsaro nemico che aveva catturato la <br>
nave. Peccato che l'uomo che le era seduto accanto in quel momento non <br>
avesse proprio nulla di romantico. Anzi...<br>
“In realtà, è la traduzione di un dramma umano – disse Enizia, e alzò <br>
il bicchiere per sorbire distrattamente un sorso di birra romulana <br>
sintetizzata. Tutte le riserve più o meno clandestine di autentica <br>
birra romulana erano state sacrificate tempo prima. A meno che Volkoff <br>
non avesse più niente di nascosto nel proprio alloggio. Le sarebbe <br>
piaciuto approfittare dell'opportunità per mandare qualcuno a dare <br>
un'occhiata, visto che insieme a Samak e a Pierce, il russo era stato <br>
spedito in ostaggio sulla Cepheus. Alzò lo sguardo verso l'altro capo <br>
del tavolo, dove era seduta Suri. No, tutto sommato non sarebbe stata <br>
una buona idea. Quei due avrebbero finito con l'accorgersi sarebbero <br>
accorti che l'altro capitano non subiva effetti dall'alcool.<br>
Non dovevano capire che Suri era un ologramma.<br>
“E' la traduzione in klingon della prima frase del monologo di Amleto. <br>
Essere o non essere.” - continuò.<br>
“E' stato tradotto in klingon?” - si stupì Norton.<br>
“Oh, si – confermò Enizia – In effetti, l'ho anche visto recitare in <br>
lingua klingon”<br>
“Le nostre banche dati non contengono molto della lingua o della <br>
cultura klingon – disse Peter David - So solo che all'epoca erano <br>
nemici, che ci sono state guerre e morti... Molti morti”<br>
“Le cose cambiano – intervenne Luz Fuentes – Non abbiamo più <br>
combattuto con i Klingon dai tempi degli accordi di Khitomer, nel <br>
2293”<br>
Lo sguardo di Norton si incupì:<br>
“Mio nonno è sfuggito a quella guerra solo per avere a che fare con <br>
una guerra ancora peggiore. Che anno ha detto? 2293? In quel periodo, <br>
i naufraghi della Cepheus stavano combattendo per sopravvivere in <br>
questo ambiente, questo Quadrante Delta che è stato la nostra <br>
prigione. La nave non era preparata ad un viaggio del genere. <br>
L'equipaggio non era preparato ad un viaggio del genere.”<br>
“Avrebbero dovuto fare solo un esperimento, e poi tornare a casa – <br>
rimarcò David – Non erano esploratori e non erano militari. La Cepheus <br>
non aveva neanche dei siluri fotonici a bordo.”<br>
“So che l'equipaggio della nave era in gran parte composto da <br>
ricercatori civili” - disse Timeran Bhreel.<br>
Il più giovane sembrò decidere di prendere l'iniziativa. Appoggiò le <br>
posate sul tavolo e guardò dritto verso la trill, seduta di fronte a <br>
lui:<br>
“In effetti è così – disse - Lei sembra sapere della Cepheus più di <br>
tutto il resto dell'equipaggio della nave, capitano compreso”<br>
“Voi sapete già perché conosco quella storia – rispose la consigliera <br>
– Sappiamo che avete controllato le nostre banche dati. Anche quella <br>
sui trill”<br>
“Nemmeno sui trill i nostri antenati sapevano molto... - disse Norton <br>
– Non mi dispiacerebbe sapere che cosa faceva un giornalista trill <br>
sulla Terra nel 2278, ma lasciamo andare... Che cosa sa sulla Cepheus? <br>
Che cosa le dicono i suoi ricordi delle persone che ci sacrificarono <br>
in quella missione?”<br>
La trill abbassò gli occhi e scelse con cura le parole:<br>
“Non ho mai creduto nelle cospirazioni. Ma credo che il precedente <br>
ospite del mio simbionte sia morto per aver cercato di approfondire il <br>
caso della scomparsa della Cepheus”<br>
<br>
Cepheus – Luogo imprecisato - ore 20,10<br>
<br>
<br>
Zac non avvertì subito quello che stava succedendo. Lì per lì, <br>
sembrava solo un altro codice, non abbastanza diverso dagli altri da <br>
attirare la sua attenzione, ma poi si rese conto – se rendersi conto <br>
è la definizione – che era isolato dagli altri. Non era legato a nulla <br>
e sembrava non avere alcuna funzione, eccetto quella di navigare tra i <br>
sistemi informatici della nave, fermandosi solo quando incontrava <br>
qualche sistema incompatibile – un problema che aveva avuto anche lui, <br>
inizialmente. I sistemi di quella nave provenivano erano stati creati <br>
da molte razze differenti. Chi li aveva inglobati non si era <br>
preoccupato di integrarli nella maniera migliore o più compatibile; <br>
piuttosto aveva provveduto a sovrapporli gli uni agli altri in maniera <br>
da farli in qualche modo funzionare.<br>
Cercò di assorbire il codice per poterlo conservare e studiare con <br>
comodo all'interno di una delle sue molte subroutines, ma il codice <br>
gli sfuggì, letteralmente, imboccando una consolle e poi passando <br>
subito attraverso le reti che gestivano le comunicazioni interne. Zac <br>
lo seguì e riprovò ad inglobarlo. Di nuovo il codice gli sfuggì, <br>
scivolando tra le reti, giù verso il sistema che gestiva la sicurezza <br>
della nave. In un anfratto del suo programma, si chiese se non fosse <br>
stato scoperto, se non fosse lì per lui, se il codice non fosse che un <br>
modo della nave per attirarlo dove non avrebbe potuto uscire. Doveva <br>
preoccuparsi della bambina, quella bimba così sola e che in breve <br>
tempo aveva inciso tanto profondamente nelle sue subroutines. Esitò, <br>
ma la sua programmazione primaria lo portava ad indagare e quindi finì <br>
con il continuare a seguire il codice straniero, intrigato dal mistero <br>
e nello stesso tempo diffidente.<br>
<br>
<br>
Baffin – Hangar navette - ore 20,10<br>
<br>
<br>
Steve Payton finì di agganciare il casco alla tuta extraveicolare, <br>
quindi accennò alle sue spalle che aveva completato il controllo dei <br>
sistemi. Il capitano della Curie, dietro di lui, chiuse il portellone <br>
della camera di compensazione, quindi gli fece segno mostrò che per <br>
depressurizzare la cella. L'uomo accennò di sì un'altra volta. Da <br>
dentro la tuta non era in grado di avvertire il sibilo dell'aria che <br>
usciva rapidamente dalla camera di compensazione, né il freddo dello <br>
spazio esterno, ma quando il portellone si aprì non poté fare a meno <br>
di provare un brivido.<br>
Si mise in posizione. Suri si chinò accanto a lui, mettendosi a sua <br>
volta in posizione.<br>
“Sono pronto” - disse nella radio.<br>
=^= Dalla partenza, dovremo osservare completo silenzio radio - lo <br>
avvisò Suri – Dalla Curie ci terranno d'occhio, ma non potranno <br>
teletrasportarci indietro se qualcosa andasse storto”<br>
Nel suo dizionario personale, quello voleva dire che erano da soli e <br>
che solo le loro pelli sarebbero state a rischio, in quella missione.<br>
“Affermativo” - era l'unica cosa che potesse dire in quel momento, <br>
pensò.<br>
=^= Tre. Due. Uno. Lancio! =^=<br>
Partì. La pressione gli fece incassare il capo tra le spalle. Avvertì <br>
alla bocca dello stomaco la differenza di gravità, ma per precauzione <br>
era stato attento a non mangiare nulla nella giornata – da quando il <br>
capitano Enizia gli aveva ordinato quel lancio extraveicolare. Dai <br>
comandi sul braccio destro, riusciva a regolare facilmente la spinta <br>
data dai razzi. Il casco non gli permetteva di girare la testa più di <br>
tanto, ma con la coda dell'occhio riusciva a cogliere la linea tenuta <br>
dal capitano della Curie, a poca distanza da lui.<br>
Una navetta non sarebbe stata in grado di uscire senza che i <br>
discendenti della Cepheus se ne accorgessero. Invece, un corpo non è <br>
distinguibile da un qualunque meteorite metallico di passaggio e <br>
quindi è difficilissimo da individuare anche con sensori molto <br>
sofisticati. A meno di non aspettarselo. A meno di non cercarlo <br>
apposta. A meno di una botta di sfortuna tale da bastarti per il resto <br>
della vita...<br>
Il bracciale gli mostrò un lieve sbandamento e con un colpetto ai <br>
razzi corresse la rotta. Non avevano punti di riferimento in quello <br>
spazio totale, nero e profondo. Solo la nave alle sue spalle e <br>
l'ammasso oscuro della sua destinazione. Controllò di nuovo. Rendez <br>
vous meno 14 secondi. Dodici. Undici. Dieci...<br>
<br>
<br>
<br>
Cepheus – Hangar navette - ore 20,10<br>
<br>
<br>
Gli uomini che li sorvegliavano si stavano annoiando. Bene. Un uomo o <br>
una donna che si annoiano tendono a distrarsi, pensò Volkoff.<br>
Per conto suo, aveva troppo da pensare alla missione per annoiarsi. Se <br>
aveva calcolato bene, il timoniere della sua nave ed il capitano della <br>
Curie in quel momento stavano arrivando all'esterno della Cepheus ed <br>
un'occhiata a Samak gli fece capire che anche lei aveva fatto il <br>
medesimo calcolo. Pierce, dal canto suo, aveva già provveduto a <br>
effettuare la sua parte. Lo aveva visto appoggiarsi casualmente alla <br>
consolle del teletrasporto all'arrivo a bordo di quella nave. Volkoff <br>
non avrebbe saputo fino al loro ritorno a bordo della Baffin se il <br>
programma aveva funzionato o no. Sempre che fossero ritornati.<br>
Li avevano riaccompagnati nella medesima cella dove li avevano tenuti <br>
la prima volta. A sorvegliarli in quel momento erano in tre, gli <br>
stessi uomini e la donna dal volto angoloso che li avevano accolti <br>
alla pedana del teletrasporto al loro primo arrivo. Mancava solo <br>
David, che in quel momento stava cenando al tavolo del capitano sulla <br>
Baffin.<br>
Le braccia munite di armi borg erano abbassate. Non si aspettavano da <br>
loro una ribellione. Del resto, non avevano nessuna intenzione di <br>
ribellarsi. Avrebbero fatto la loro parte di ostaggi fino in fondo.<br>
Volkoff sorrise tra sé.<br>
Quasi, fino in fondo.<br>
<br>
<br>
Cepheus – Luogo imprecisato - ore 20,28<br>
<br>
<br>
Zac non aveva ancora raggiunto quel codice così elusivo. Continuando a <br>
seguirlo, aveva raggiunto i sistemi di sicurezza della nave. Non erano <br>
i migliori che avesse mai visto. I sensori avrebbero avuto bisogno di <br>
riallineamento. Le armoniche erano sfasate di almeno due millimetri, <br>
un difetto che – comprese – risaliva ad una antica riparazione. <br>
Probabilmente, negli anni qualcuno aveva improvvisato una giuntura tra <br>
due sistemi ed aveva ringraziato qualunque entità pregasse perché <br>
l'unione sembrava funzionare. L'inquinamento da naniti borg era <br>
ancora più pesante di quello presente in altri sistemi, ma Zac era una <br>
entità singola ed i naniti lo ignoravano, rimanendo inattivi al suo <br>
passaggio. Il codice, dal canto suo, sembrava essersi fermato <br>
all'interno del sistema di sicurezza della nave, come se avesse <br>
raggiunto la sua destinazione finale. Zac lo sondò, delicatamente, <br>
appena sulla superficie. Si rese conto che – nonostante la sua <br>
apparente estraneità, possedeva in realtà uno schema molto simile al <br>
suo.<br>
D'improvviso, si rese conto che il codice si stava espandendo. <br>
Duplicava le sue righe aggiungendole a sé, moltiplicandosi, invadendo <br>
lo spazio di quella rete.<br>
Un virus! pensò Zac. Eppure, il codice non attaccava le reti, <br>
continuando ad operare in perfetto isolamento. Si limitava a crescere <br>
ed espandersi, senza fretta, ma con evidente determinazione. Presto <br>
gli operatori alle consolle si sarebbero accorti di un rallentamento <br>
nell’operatività dei sistemi della sicurezza della nave ed avrebbero <br>
dovuto lanciare una diagnostica. Avrebbero scoperto il virus… E peggio <br>
ancora, avrebbero scoperto lui.<br>
<br>
<br>
Cepheus – Luogo imprecisato - ore 20,28<br>
<br>
<br>
Steve Payton regolò i comandi della sua tuta per rallentare la sua <br>
corsa. Stavano arrivando a destinazione. Sotto di lui, c’era la sagoma <br>
oscura della Cepheus… Un nome di comodo, visto che solo una parte di <br>
essa era uscita dai cantieri della Flotta Stellare. Tante parti erano <br>
state ricavate da relitti di altre navi. Si chiese che velocità di <br>
curvatura sarebbe stata in grado di raggiungere. Non elevata, ne era <br>
sicuro. Anche la sua capacità di manovra doveva essere limitata...<br>
Il capitano della Curie attirò la sua attenzione e puntò il dito verso <br>
un punto della struttura. Gli uomini della Cepheus non avevano <br>
sottratto al loro equipaggio gli strumenti. Non avevano nemmeno <br>
provato a cancellare i dati che gli uomini stavano riportando a bordo <br>
delle loro navi. Eppure, avrebbero dovuto sapere che la loro nave era <br>
protetta dai sensori esterni, ma non da una rilevazione che procedesse <br>
dall' interno... E la dottoressa Fuentes aveva trovato le tracce degli <br>
esseri senzienti, con tutte le loro posizioni. Non era stato difficile <br>
ricavarne un tracciato, per quanto sommario.<br>
Suri estrasse dalla tuta quattro piccoli apparecchi, che appoggiò alla <br>
superficie in duranio, formando un quadrato. Li magnetizzò, quindi <br>
tirò fuori un piccolo faser a luce sottile ed iniziò a perforare lo <br>
scafo esterno al centro del quadrato. Steve la imitò, partendo <br>
dall'altro lato, stando attento a non superare mai il margine <br>
inquadrato dai quattro apparecchi. Il capo ingegnere, Brown, gli aveva <br>
detto che da quella distanza sarebbero bastati pochi minuti a <br>
praticare un buco abbastanza grande per farli passare, ed in effetti <br>
dopo pochi minuti Steve si appoggiò al quadrato delimitato con tutta <br>
la forza dei retrorazzi della sua tuta. Lo sentì cedere. Entrò. <br>
Avvertì immediatamente il peso della gravità artificiale che tornava a <br>
gravare sulle sue gambe.<br>
Pochi istanti dopo, Suri lo seguì all'interno. Fino a quel punto, <br>
tutto bene.<br>
Si guardò intorno. Si trovavano, come previsto, in un angolo di un <br>
vecchio hangar navette. Doveva essere stato usato come deposito di <br>
materiali per la quantità di ciarpame che si vedeva in giro. Comunque, <br>
non c'era nessuno e a lui andava bene così. Sganciò il casco e con <br>
qualche difficoltà si sfilò la tuta extraveicolare. La temperatura era <br>
piuttosto bassa. Sopra di lui, si vedeva il cielo nero e privo di <br>
stelle attraverso il buco che avevano appena attraversato.<br>
“I connettori che abbiamo piazzato all'esterno faranno credere ai <br>
sensori della nave che non c'è niente di strano e manterranno la <br>
pressione interna con il loro campo di forze, quindi non dovremmo <br>
avere problemi da quel lato. Tutto bene?” - gli chiese il capitano. La <br>
donna si stava finendo di sfilare a sua volta la tuta EVA.<br>
“Tutto OK. Ma da qui, dove andiamo esattamente?” - domandò Steve.<br>
“C'è una zona abitativa, a tre ponti da qui. E' lì che si trovano i <br>
vulcaniani che ci hanno contattato”<br>
“Tre ponti! - esclamò il timoniere – Come facciamo ad arrivare là <br>
senza che la sicurezza si accorga di noi?”<br>
“Pierce invece di richiamare Zac, attraverso la sua connessione Borg <br>
ha trasmesso un virus che in questo momento sta infettando i terminali <br>
della sicurezza. Questo significa che prima di tutto, dobbiamo trovare <br>
un terminale aperto... Devo recuperare Zac. Lui, e tutte le <br>
informazioni che nel frattempo è riuscito a raccogliere. E' pronto, <br>
tenente?”<br>
“Perché, ne dubita? Andiamo!”<br>
<br>
------------------------------<br>
FINE TRASMISSIONE<br>
------------------------------<br>
<br>
Per chi non lo avesse ancora visto...<br>
<br>
<a href="https://youtu.be/CiRMGYQfXrs" target="_blank">https://youtu.be/CiRMGYQfXrs</a><br>
<br>
<br>
Ciao! ;-D<br>
Elena<br>
--<br>
Capitano Suri<br>
USS Curie<br>
Progetto Pytheas - Delta Quadrant<br>
--<br>
mail: <a href="mailto:olimpia@mclink.it" target="_blank">olimpia@mclink.it</a><br>
ICQ 33856678<br>
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Stml9 mailing list<br>
<a href="mailto:Stml9@gioco.net" target="_blank">Stml9@gioco.net</a><br>
<a href="http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml9" target="_blank">http://gioco.net/cgi-bin/<wbr>mailman/listinfo/stml9</a><br>
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