Il reclutatore
New
Heaven è una piccola città. Qualcuno ha notato Noah che
riportava a casa Max dopo il rapimento, diffondendo strane
voci di salvataggi, parchi maledetti e spiriti maligni.
Irritato dalla situazione, Conrad Mayfair decide di
portare i figli in campagna per il fine settimana, dando
modo alle voci di dissolversi senza danno.
Noah però ha ancora una caviglia contusa dall’avventura
al parco, non può cavalcare né passeggiare troppo, e
piuttosto che morire di noia decide di tornare a casa
domenica stessa.
La
piazza principale di New Heaven è addobbata a festa per
la grande fiera d’autunno. I ragazzi sono tutti li, a
divertirsi, comprare dolciumi e prodotti etnici o
semplicemente a fare un giro. Ci sono Max, Harriett e Lux,
e perfino il misterioso Mark e l’algido Kenneth hanno
deciso di mischiarsi alla folla.
Noah invece preferisce godersi gli ultimi raggi di sole
nella calma della propria piscina. La caviglia va molto
meglio, e nel pomeriggio arriva anche Sam a tenergli
compagnia. I due ragazzi parlano per un po’, poi Noah le
chiede di aiutarlo a dare una lezione all’insopportabile
inglese che ha attentato alla vita di sua sorella.
Ovviamente lei non ci pensa due volte, cosi si recano nel
bosco di New Heaven, e qui mettono in atto un rituale
semplice ma molto, molto efficace. E dai risvolti
decisamente interessanti.
Neanche a dirlo, alla fiera Kenneth si innervosisce tanto
da perdere il controllo dei suoi poteri, facendo crollare
metà degli stand. La fiera si conclude prematuramente fra
l’incredulità e il panico generale.
Nel frattempo Noah e Samantha hanno concluso
l’incantesimo e cominciano a sentire i morsi della fame,
quindi decidono di fare un salto in centro per un
hamburger. Ovviamente quando arrivano la piazza è
deserta, e uno stranissimo temporale imperversa sulle
colline che circondano la piazza della fiera. I due si
avvicinano, e immediatamente si trovano circondati da un
nugolo di ragazzini, nei quali riconoscono niente meno che
i propri compagni di scuola!
Max,
Harriett, Mark, Kevin e Lux sono stati trasformati in
bambini di circa otto anni, e pochi minuti dopo anche
Noah, Sam e Kenneth subiscono lo stesso destino. Ma il
loro aspetto non è l’unica cosa a cambiare. Lentamente
i ragazzi perdono il controllo dei loro poteri, le loro
menti regrediscono alla stessa età assunta dai loro
corpi, dimenticando il pericolo e ignorando la stranezza
di ciò che sta accadendo.
Il responsabile si rivela essere uno strano folletto che,
uno scherzo e una battuta dopo l’altra, li accompagna
tutti in un assurdo percorso a ostacoli. Da un bosco ad
un’affascinante caverna scopriranno l’uno i poteri
dell’altro e impareranno a non fidarsi di tutto ciò che
vedono, in un labirinto da fiaba affronteranno le loro
peggiori paure, e confinati su una nave fantasma sapranno
stare uniti per affrontare quello che ormai si presenta
come un insidioso nemico.
Max
si confronterà per la prima volta con il suo lato
demoniaco, Samantha affinerà le sue doti telepatiche
fronteggiando addirittura i poteri di Kenneth, mentre
Harriett prenderà finalmente coscienza dei suoi, troppo a
lungo repressi.
Pian piano riacquisteranno coscienza di sé e il controllo
dei loro poteri, Mark riuscirà ad usare i suoi
incantesimi runici per restituire ad ognuno il proprio
aspetto, e poi daranno la caccia allo stregone che li ha
ridotti a dei mocciosi per qualche inspiegabile motivo. Lo
troveranno, ma ciò che scopriranno andrà ben oltre le
loro aspettative.
Lo stregone non è un mago malvagio, e non vuole i loro
poteri né far loro del male. O almeno così dice. In
realtà si tratta di un semplice essere umano, Elliott
Price, un ometto panciuto dai poteri magici
praticamente nulli. Dice di far parte di una squadra di
addestratori, e di essere stato mandato da Londra per
individuare e mettere alla prova le streghe più dotate
della cittadina.
Inutile dire che Noah ne ha abbastanza. Facendosi
ambasciatore del pensiero comune spalma l’addestratore
contro una parete, e lo minaccia di rendergli pan per
focaccia se non li lascia in pace. A lungo termine. Max da
una dimostrazione pratica della minaccia del ragazzo, e
l’uomo decide diplomaticamente di non protestare. Con
uno schiocco delle dita li riporta nel mondo reale, dove
finalmente ognuno di loro assorbirà a modo proprio
l’esperienza che ha vissuto.
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