[command_school] Esame CS | Prima parte
Fabio
fab4web a email.it
Sab 10 Feb 2018 07:10:37 CET
ricevuto. Sono via per lavoro in trasferta fino a lunedì. spero almeno di riuscire a leggere il brano che hai mandato. Successivamente ti faccio i commenti
Fabio
> Il giorno 09 feb 2018, alle ore 21:39, Adm. Demetrios Kaloethes <kaloethes a gmail.com> ha scritto:
>
> Ricevuto?
>
> Michele
>
> Il giorno 8 febbraio 2018 19:42, Adm. Demetrios Kaloethes <kaloethes a gmail.com <mailto:kaloethes a gmail.com>> ha scritto:
> Una precisazione, mandatemi i vostri riscontri in PVT.
> Grazie.
>
> Michele
>
> Il giorno 6 febbraio 2018 11:14, Adm. Demetrios Kaloethes <kaloethes a gmail.com <mailto:kaloethes a gmail.com>> ha scritto:
> Ciao a tutti.
>
> Visto che non ci sono domande, passerei alla prima parte dell'esame finale che consiste nella leggere e commentare il brano postato da un potenziale giocatore della SIM che coordinate.
>
> Personaggi:
>
> Capitano Dupont (Nautilus)
> Primo Ufficiale Klein (Nautilus)
> Ammiraglio Daugherty
> TAC Muller (Nautilus)
> SCO T’Rel (Nautilus)
> CNS Barrett (Nautilus)
> Capitano La Forge (Slocum)
> Riov T’Mak
>
>
> ==========================
> TITOLO: 1-15 – Rivelazioni
> AUTORE: Giovanni / Muller
> PRECEDENTE: 1-14 – Romulani
> D.S.: 2009.03 D.T.: 18/03/2009
> LUOGO: USS Nautilus, Plancia
> ==========================
>
> *** USS Nautilus, Plancia – D.T. 18/03/2009 ~ D.S. 2009.03 ***
>
> Dupont si sforzò di ritornare in sé.
> Il senso di impotenza di fronte ad una situazione così delicata lo attanagliava, e l’avere le mani legate dall’ammiraglio Daugherty aumentava la sua frustrazione. Ma capiva che non poteva sfogarla sui suoi subordinati. Iniziava già a sentirsi in colpa per la “tirata” sul povero Muller.
> “Cosa intende per ‘altrove’, comandante?”
> “In un altro continuum spazio-temporale.”
> Dupont si limitò ad inarcare le sopracciglia.
> T’Rel consultò un altro D-padd e continuò.
>
> “Il fatto che un Falco Romulano di tecnologia risalente a secoli fa sia transitato di recente in quest’area ha solo due spiegazioni logiche”, disse.
> “La prima si basa sulla possibilità che tale Falco esista effettivamente nel nostro continuum temporale, e che qualcuno lo abbia conservato per durare fino ai nostri giorni.”
> “Un romulano appassionato di anticaglie!”, scherzò Muller.
> Il vulcaniano rise sguaiatamente a quella affermazione.
> “Tuttavia i nostri sensori hanno rilevato che la traccia lasciata dal Falco inizia e termina bruscamente nei pressi del settore F4”, disse, mostrando a Kiron il D-padd.
> “Nei pressi dei detriti cosmici... capisco. Le sonde hanno rilevato se alcuni di essi appartengono al Falco?”, chiese Dupont all’Ufficiale Tattico.
> Muller scosse la testa. “Negativo, Capitano. Tre navi della Federazione ed una Romulana, ma di tecnologia avanzata.”
> “Esattamente”, riprende T’Rel. “Il Falco sembra essere apparso e dissolto dal nulla, il che è illogico a meno di non considerare la seconda possibilità.”
> “Che sarebbe?”, incalzò Dupont.
> “La presenza di una singolarità temporale nel settore. Il Falco potrebbe averla inavvertitamente
> attraversata...”
> Muller sembrò illuminarsi. “...per poi ingaggiare un conflitto a fuoco con le navi presenti nel momento dell’uscita...”
> “...e riattraversare la singolarità subito dopo”, concluse Dupont. “Ha senso. Ma questo cosa c’entra con la Slocum?”
> Le labbra di T’Rel si inarcarono in un abbozzo di sorriso.
> “Il Falco potrebbe essere non essere stato l’unico mezzo ad aver attraversato il wormhole temporale.”
>
> *** USS Nautilus, Sala tattica, alcuni minuti dopo ***
>
> “Grazie per la vostra pazienza”, disse Dupont ai convitati, riprendendo il suo posto.
> “Affari urgenti in Plancia.”
> La compagine romulana ruppe il guardingo silenzio.
> “Niente che voglia condividere con noi, capitano?”, disse T’Mak.
> Kiron esitò per qualche istante. “Forse. Ma prima lasciamo che il capitano La Forge ci racconti la sua storia.”
> Daugherty gli rivolse uno sguardo di sottecchi. Dupont se ne accorge.
> Ora anch’io ho un segreto che vorresti sapere, ammiraglio, pensò non senza un pizzico di soddisfazione.
> Tutti gli occhi erano ora puntati sul capitano della Slocum. Tranne quelli dei romulani, che evidentemente conoscevano già la storia ed erano più interessati a quello che aveva da dire Dupont.
> Il vecchio capitano si schiarì la voce. “Tutti i fatti sono riportati nel diario di bordo. Ad ogni
> modo”, disse in un morbido tono baritonale, “non c’è molto da dire. La nostra missione consisteva in una ricognizione del sistema... il più possibile discreta”, aggiunse con cautela, “per le ragioni di cui tutti i presenti sono a conoscenza.”
> Accarezzò la barba canuta. Tutti ascoltavano in silenzio.
> “Altre due navi della Federazione erano con noi, la USS Ontario, classe Galaxy, e la USS Enterprise, classe Nebula. Il piano prevedeva l’arrivo di una nave romulana che ci avrebbe fornito i mezzi occultati per scendere sul pianeta Lorillia III.”
> “La D’Deridex Kor”, disse T’Mak, “arrivò come da accordi prestabiliti, con a bordo un team dei nostri migliori ingegneri.”
> La Forge annuì. “Il rendez-vous avvenne secondo i piani. Avevamo appena iniziato le procedure
> preliminari di trasferimento degli ingegneri a bordo, quando... quando...”
> La voce del vecchio si incrinò. “Si sente bene?”, chiese Barrett, prendendogli la mano.
> “Scusatemi”, disse, gli occhi velati di lacrime. “è che... tante vite perdute...” Si interruppe di nuovo, cercando di riprendere il controllo. Guardò tormentato la giovane el-auriana.
> “Ci dica com’è andata”, sussurrò Barret.
> Il vecchio annuì. “Avevamo iniziato le procedure, quando una serie di siluri fotonici disintegrò la
> Ontario.”
> “Non avevate scudi?”, chiese Klein.
> Il vecchio scrollò la testa. “Il trasferimento di uomini e mezzi era in corso su tutte e quattro le
> navi”, disse. “Gli scudi erano abbassati.”
> “Una sfortunata coincidenza”, disse Dupont.
> La Forge sospirò. “Prima di avere il tempo di riarmare gli scudi, un’altra serie di missili distrusse la USS Enterprise.” Chiuse gli occhi. “La Kor sparò contro l’invisibile nemico, ma essendo senza scudi e disoccultata fu il successivo facile bersaglio.”
> “Il sacrificio dei nostri soldati ha permesso il salvataggio della vostra nave”, disse tronfio uno dei
> romulani.
> “E di questo vi ringraziamo”, disse Daugherty. “Capitano, continui.”
> Il vecchio La Forge riprese il racconto. “Anche noi eravamo stati raggiunti da alcuni colpi, e avevamo perso parte del deflettore della sezione a disco e metà di una delle gondole di poppa.”
> Questo spiegherebbe i detriti appartenenti alla Slocum, pensò Dupont.
> “Riuscimmo comunque ad alzare gli scudi. Abbiamo tentato di rispondere al fuoco, ma la nave nemica e’ scomparsa così com’era arrivata: nel nulla. Abbiamo provato ad inseguirla, ma i nostri sistemi sono andati tutti momentaneamente in tilt... come se fossero tutti andati in corto circuito, per poi riprendere a funzionare.”
> Ecco cosa voleva dire T’Rel, pensò di nuovo Dupont. La Slocum aveva passato la singolarità.
> “Decidemmo quindi di tornare indietro, e dopo un altro blackout siamo ritornati al punto di partenza, pressoché semidistrutti.” La Forge indicò T’Mak. “Il Riov è stato il primo a raccogliere la nostra richiesta di soccorsi, e per maggior prudenza ci ha trainato al sicuro, nascosti dalla nebulosa oscura. E questo è tutto.”
> “Grazie, capitano”, disse Daugherty. “Ora dobbiamo decidere come procedere nella missione tenendo conto di questo... imprevisto.”
> Klein incrociò le braccia. “Un ‘imprevisto’ ancora piuttosto tenace, signore”, disse. “Se non fosse stato per il nostro timoniere, in questo momento anche noi tutti saremmo pulviscolo stellare.”
> “E di questo vi ringraziamo”, concesse T’Mak.
> Il romulano che aveva parlato in precedenza fece una smorfia.
> “Bene, bene. Ora che siamo tutti d’accordo.... in quanto tempo possiamo organizzare il team da inviare sul pianeta?”, chiese impaziente Daugherty.
> “Con il suo permesso, Ammiraglio”, lo interruppe Dupont, “per il buon esito della missione, forse
> sarebbe meglio chiarire alcuni punti di base con i nostri amici.”
> Il capitano della Nautilus guardò negli occhi T’Mak.
> Molto probabilmente c’erano membri del Tal Shiar seduti con lui.
> “Se dobbiamo collaborare, sarebbe anche l’ora di scoprire le carte, non crede?”
> “Non capisco cosa voglia dire, capitano”, rispose freddamente il romulano.
> “Io credo di sì, Riov. Risponda a questa domanda: che interesse avrebbe Romulus a sventare un colpo di stato inerente gli affari interni della Federazione?”
> Un terzo romulano prese la parola per la prima volta.
> “Ammiraglio, come può permettere questa insolenza da parte di un suo subordinato? Non pensavo che la Federazione fosse usa a insultare chi le viene in aiuto!”
> “Bingo!” pensò Dupont. Quel romulano aveva ‘gerarchia’ scritto in fronte. Tal Shiar, probabilmente
> Colonnello, dedusse.
> Daugherty abbozzò un sorriso. “Le assicuro che non c’e’ alcun motivo per rabbuiarsi. Il capitano Dupont non intendeva certo insultare le buone intenzioni dei nostri amici Romulani. Vero?”, aggiunse, lanciando uno sguardo di fuoco al capitano.
> T’Mak mantenne il suo contegno. “Risponderò alla sua domanda, capitano, sebbene piuttosto sorpreso dalla sua mancanza di fiducia nei nostri confronti. Ad ogni modo”, disse, “l’Impero Romulano ha tutto l’interesse a gestire i suoi rapporti con la Federazione secondo
> lo stato attuale. Un eventuale colpo di stato rovinerebbe molti sforzi diplomatici fatti finora...
> da ambo le parti”, aggiunse, guardando per un attimo l’ammiraglio Rusca.
> “Secondo un vostro detto piuttosto famoso... meglio il diavolo che si conosce”, sorrise.
> Daugherty intervenne, sempre fulminando Dupont con gli occhi. “Spero che questo chiarisca i suoi dubbi, capitano”.
> Dupont non si fece soggiogare. Si alzò e mise le mani sul tavolo.
> “Apprezzo il suo tentativo, Riov”, disse, “ma non funziona, mi dispiace.”
> I romulani iniziarono a protestare.
> Daugherty saltò dalla sedia, furente. “Capitano!”
> Dupont alzò una mano. “Un attimo, ammiraglio. Le assicuro che tutto quello che dico, ha un senso. Mi dia solo cinque minuti per spiegarmi.”
> “Ne faccia buon uso”, sibilò Daugherty. “Potrebbero essere gli ultimi della sua carriera.”
> “La ringrazio”, disse Dupont, per poi rivolgersi ai romulani.
> “Un colpo di stato può solo favorire Romulus. L’incertezza politica e l’eventuale guerra civile che sorgerebbero da un evento di questo genere vi aiuterebbe a, diciamo, ‘rivedere’ i confini
> dell’Impero. No, la spiegazione è un’altra.”
> Il Colonnello sorrise freddamente. “Ci delucidi allora, capitano. Perché dovremmo spendere uomini e navi per impedire un evento che, come dice lei, ci starebbe molto a cuore?”
> “Per un’occasione perduta”, disse Dupont. “Lei sa benissimo che il Warbird che ha attaccato noi e la Slocum è un modello risalente al XXIII secolo.”
> “E con questo?”
> “Colonnello... immagino sia il suo grado, giusto? Bene, l’unica maniera in cui una nave possa comparire e scomparire in quel modo è il passaggio attraverso un wormhole.”
> Il Colonnello iniziava a insospettirsi. Capiva dove Dupont voleva andare a parare. “Le singolarità sono piuttosto comuni nella galassia, Capitano.”
> “Le singolarità spaziali, certamente. La più famosa si trova presso Bajor, lo sappiamo tutti. Ma il Falco risale a più di cento anni fa”, disse Dupont. “Questa volta si tratta di una singolarità temporale.”
> “Anche i wormhole temporali non sono esattamente sconosciuti, Capitano”, disse con fare apparentemente condiscendente il Colonnello.
> “Non insulti la mia intelligenza, Colonnello”, disse freddamente Dupont. “Il Falco, ripeto, risale a più di cento anni fa. I suoi attacchi sono avvenuti ripetutamente e a distanza di giorni. Vuole che
> faccia due più due, Colonnello?”
> L’ufficiale del Tal Shiar non rispose. Il gioco era ormai scoperto.
> Daugherty aveva iniziato a capire, finalmente. “Un attimo... se il Falco è ricomparso due volte dalla
> singolarità, significa che...”
> Dupont annuì. “Esatto, Ammiraglio. I wormhole temporali sono noti per essere estremamente instabili e volatili. Esistono per breve tempo, massimo qualche giorno, e l’intervallo temporale varia continuamente. In altre parole”, continuò, “entrando in un wormhole per due volte, sempre che ne avessimo il tempo, usciremmo sicuramente in due epoche differenti.”
> Dupont si avvicinò al Colonnello. “Il Falco è passato attraverso la singolarità due volte in una settimana. Ed è sempre tornato qui. Anche la Slocum vi è inavvertitamente entrata. Ed è tornata qui.”
> Il Colonnello lo fissava, ma non rispose.
> Il capitano, ormai padrone della situazione, si girò verso tutti i presenti.
> “Quella che abbiamo davanti, al fianco della nebulosa di Paulson, e nascosto dalla nebulosa oscura, è un wormhole temporale esistente da almeno una settimana - ma sono portato a credere che risalga a molto, molto tempo prima - e il cui intervallo temporale è anche stabile. Non solo, ma stando alle tracce rilevate, il punto di uscita è lo stesso.
> Per cui è anche spazialmente statico.”
> Si rivolse a Daugherty. “Ammiraglio, non credo di sbagliarmi se dico che questo è il primo caso di
> singolarità spazio-temporalmente stabile mai rilevato nella Galassia. E’ questo che interessa i nostri amici romulani, non so se per sfruttarlo o distruggerlo”, disse, guardando T’Mak, “e non certo un colpo di stato nella Federazione.”
> Il silenzio si mantenne per qualche istante, interrotto poi dall’Ammiraglio.
> “T’Mak, credo che dovremmo rivedere i nostri accordi.”
> Il Riov fece un sorriso tirato. “Ammiraglio, non credo sia conveniente a nessuna delle due parti.”
> Daugherty era livido. “Come possiamo imbarcarci in una missione così delicata se non ci fidiamo gli uni degli altri?”
> Il Colonnello rise apertamente. “Oh, Ammiraglio, per quanto macchinoso si creda, a volte dimostra vera ingenuità!”
> “Mi stia a sentire...”, riprese l’Ammiraglio, ma Dupont lo interruppe.
> “Hanno ragione, Ammiraglio.”
> “Cosa?!? Ma se ha appena detto che...”
> “Può seguirmi un attimo fuori, Ammiraglio? Con permesso, Colonnello e Riov... Numero Uno, venga anche lei.”
>
> *** USS Nautilus, Sala Macchine ***
>
> Una volta fuori dalla sala tattica, Dupont bloccò sul nascere ogni protesta di Rusca.
> “Ammiraglio, è chiaro che noi e i Romulani non ci fidiamo ne’ ci fideremo mai gli uni degli altri, ma questo è nella natura delle cose. Prima ho semplicemente voluto far sapere ai nostri nuovi amici che non siamo ciechi ne’ stupidi. La missione proseguirà, ma a carte scoperte. Non permetterò che i miei uomini vadano incontro al pericolo senza neanche sapere perché. E ora mi dica, quali erano le condizioni iniziali che i qui presenti amici avevano imposto?”
> Daugherty ammise la sconfitta. “Fornitura di copertura, occultamento e scorta pre/post missione in cambio dell’annessione del sistema Lorillia all’Impero Romulano.”
> “E il wormhole incluso nel prezzo”, sogghignò Klein.
> Dupont era sconvolto. “Un intero sistema in territorio federale ?! E’ assurdo!”
> Daugherty, per quanto avvilito, sorrise. “Lei non si rende conto della minaccia incombente. I dissidenti sono infiltrati a tutti i livelli della gerarchia governativa, l’unico modo per evitare il caos è succedere in questa missione. Nessun prezzo è abbastanza alto da evitare una guerra civile.
> E poi Lorillia è praticamente disabitato.”
> Dupont annuì. “Non possiamo lasciare il wormhole temporale ai Romulani, ma abbiamo bisogno di loro.”
>
> *** USS Nautilus, Sala Tattica, due minuti dopo ***
>
> “Scusate per la breve interruzione”, disse Daugherty agli incomodi astanti, seguito da Dupont e Klein. “Possiamo riprendere.”
> “Questo dialogo potrà continuare solo se gli accordi precedentemente stipulati saranno rispettati”, disse il Colonnello. Evidentemente avevano discusso una strategia mentre gli ufficiali della Federazione erano assenti.
> “Manterremo i patti”, disse Daugherty.
> I romulani, preparati a incontrare resistenza, sembrarono interdetti.
> “Molto bene, allora. Invieremo un team quanto prima possibile.” Si alzarono.
> “Al tempo, signori”, disse Daugherty. “C’e’ una nuova condizione.”
> Il Colonnello si adirò. “Cosa? Non accetteremo niente di meno di quanto pattuito!”
> “E tanto avrete”, rispose l’Ammiraglio. “La condizione aggiuntiva è che il wormhole deve essere distrutto alla fine della missione.”
> I romulani nascosero un moto di soddisfazione, sorpresi per una volta di essere in sintonia di idee
> con la Federazione.
> “Questo comporterà una piccola variazione nelle nostre richieste territoriali. Che ne pensa del sistema Deneva? Anche quello è disabitato …”, disse il Colonnello con falsa compunzione.
> Daugherty fu messo alle strette. “Accettiamo le vostre richieste.”
> L’ufficiale del Tal Shiar sorrise soddisfatto. “Che sia, dunque. Mettiamoci al lavoro”, disse, stringendo la mano di Daugherty.
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> END OF TRANSMISSION
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> Attendo i vostri commenti.
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