[Kili-ml] G.A.P: azzardopatia On. Binetti e decreto in preparazione

Andrea Angiolino angiolino at gmail.com
Wed Jun 25 16:18:13 CEST 2014


Ciao.

Solo due piccole note al margine.

>A fronteggiare l'emergenza il dottor Adelmo di Salvatore: si definisce 'psichiatra scalzo' riconosce ed apprezza il valore del gioco però è aleafobico

Questo è un vecchio retaggio. Prendo al volo uno dei primi libri che
ho sullo scaffale, il "Trattato de' giochi e divertimenti permessi o
proibiti ai cristiani" (Roma 1768). I giochi di fortuna sono proibiti.
I giochi in cui l'"industria" conta più della fortuna sono pèermessi
con cautela (senza perderci troppo tempo, senza puntarci troppi soldi,
con attenzione alla compagnia con cui si gioca - non con l'altro
sesso, per dire). I giochi di sola industria sono leciti, ma
attenzione che non sempre si addicono al decorio di chi gioca -
dipende dalle circostanze.
E' quindi il fattore aleatorio in sé a essere in discussione, non l'azzardo.
Evidentemente su questo c'è chi è rimasto a quelle posizioni.

>Quindi mi chiedo, che il governo tedesco abbia incentivato il gioco da tavolo per le famiglie è leggenda o realtà? Una politica del genere e la diffusione innegabile del gioco intelligente ha contribuito a preservarli dalla piaga del gioco d'azzardo? Certo ci sono altre componenti tipo l'impatto minore della crisi economica e forse un rapporto diverso con la superstizione ...non lo so vorrei saperlo sono ignorante chiedo a voi.

Ignoro ma annoto che ci sono tanti modi di incentivare il gioco per
famiglie. A Roma, a metà anni '90, ho aiutato a fare una sezione di
giochi da tavolo (e di ruolo) nella Biblioteca Centrale per Ragazzi e
in cinque biblioteche circoscrizionali che presentavano sale dove
fosse possibile giocare senza disturbare lettori e studenti. Poi ho
fatto un pomeriggio a biblioteca per spiegare più giochi possibile a
più ragazzi possibili, mettendo in moto un meccanismo per cui poi
erano i ragazzi stessi a tornare con amici e a spiegare i giochi
imparati, oltre che a studiare quelli che non avevano potuto provare.
Dopo quasi vent'anni, alcune di queste biblioteche hanno ancora oggi giochi.
Piccola cosa, ma anche questo è incentivare il gioco da tavolo per
famiglie. E proprio essendo cosa piccola, magari è facile riuscirvi
anche altrove (in assenza di iniziative assai belle belle e assai più
ampie come la Ludoteca di Udine). Già altri hanno certo fatto cose
analoghe. Continuate e proponete, che anche queste piccole cose hanno
un bel peso, se capillari.

Salutoni,

Andrea


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