[SNN] Rece The Martian
Elena Fuccelli
mf9115 a mclink.it
Dom 26 Nov 2017 10:24:00 CET
Ciao Martina,
Puoi leggere la recensione che ho scritto e vedere se può andare bene?
Baci!
Elena
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Sopravvissuto - The Martian, di Andy Weir
Ares 3, terza missione di esplorazione dell'uomo su Marte. Mark Watney
– astronauta, ingegnere, botanico, esperto nel risolvere problemi -
non è il membro più importante della missione. Anzi: per arrivare al
comando, dovrebbe essere il solo rimasto. Ma è appunto questo che
succede: come avveniva in Cast Away al personaggio interpretato da Tom
Hanks, è una improvvisa tempesta ad interporsi sulla via
meticolosamente programmata del gruppo di astronauti. La tempesta
costringe il capitano a far abortire la missione al sesto giorno di
permanenza. Un incidente induce gli altri membri della spedizione a
crederlo morto e partire abbandonandolo lì, sulla superficie del
pianeta rosso. Ma Mark Watney è solo rimasto ferito. Riesce a
rientrare nel modulo abitativo, l'Hub, curarsi e riprendersi quel
tanto da capire di essere comunque spacciato: non può comunicare, la
sua vita dipende da macchinari che possono guastarsi in qualunque
momento, e comunque il cibo che è rimasto non durerà abbastanza a
lungo per farlo arrivare vivo fino al giorno in cui altri astronauti
arriveranno su Marte con la missione Ares 4. Non è una brillante
prospettiva, ma il protagonista affronta la situazione con uno spirito
vivace ed una forza invidiabile. Come Robinson Crusoe, Mark Watney
inizia da subito una lotta contro l'ambiente ostile del luogo di cui è
unico abitante. A differenza del suo progenitore letterario, che era
l'emblema dell'eroe borghese che si impone sulla natura e sulle
avversità, Watney è soprattutto uno scienziato, che calcola con
pratica efficienza le sue possibilità e studia il modo di sopravvivere
come se si trattasse di un progetto universitario. Il cibo è
insufficiente, e lui concepisce un campo di patate da coltivare dentro
l'Hub, usando fertilizzante... Umano. Deve comunicare con la NASA, e
si imbarca in un lungo viaggio attraverso Acidalia Planitia per
ritrovare una sonda perduta e riattivarla. Così alla sua voce si
aggiungono quelle degli uomini sulla Terra, che lo vedono, si
appassionano alla sua lotta, si organizzano e finalmente si uniscono
per poterlo riportare a casa.
Si potrebbe dire che la coralità che fa da sfondo al romanzo sia un
riflesso del modo in cui il romanzo stesso è stato scritto. L'autore,
Andy Weir, ha costruito il suo libro un capitolo alla volta,
all'inizio postandolo gratuitamente sul suo blog come in altri tempi
si pubblicavano i romanzi a puntate sui giornali. A volte, ne ha
corretto alcune parti, sulla base di segnalazioni dei suoi lettori.
Quindi lo ha revisionato per la pubblicazione su Kindle. E' arrivato
quindi il successo in e-book del romanzo, che ha aperto la strada alla
pubblicazione su carta e alla vendita dei diritti cinematografici per
il film che ha avuto come protagonista Matt Damon.
Ci sono molte cose che mi sono piaciute di questo libro. In primo
luogo, la scrittura è brillante al punto da far digerire senza troppi
problemi tutti i calcoli – da fan di Star Trek direi: tutto il
technobubble - cui il protagonista affida la propria sopravvivenza. Al
centro è un personaggio ottimista (quasi troppo – a volte ci si chiede
quanto possa essere reale una persona del genere), che non fa drammi
nemmeno nei momenti in cui pensa di essere finito, ed il suo
entusiasmo viene fuori dalla pagina quasi a voler contagiare il
lettore. Mi è piaciuto che l'autore non descriva la NASA come una
accolita di santi o di eroi, ma come una organizzazione burocratica,
alle prese con i soliti mille problemi di finanziamento e di immagine,
che ha dentro persone che fanno errori o che sacrificano ore in lavoro
straordinario per riuscire ad arrivare ad un risultato. Mi è piaciuto
il fatto che la vicenda di Mark Watney, benché si incentri sulla lotta
– disperata ma sorridente - di un uomo solo, mostri che i risultati
migliori non siano il frutto di un lavoro singolo, ma della
cooperazione tra gli uomini.
Ma soprattutto, mi è piaciuto il fatto che si tratti di un racconto
solidamente piantato nella sfera del realismo. Ogni elemento della
vicenda appartiene alla sfera umana del possibile. Mentre preparavo la
presente recensione, ho visto in rete alcune interviste a scienziati
ed astronauti (raccomando quella all'astronauta Chris Hadfield) che
commentavano con molto favore sia il libro che il film che ne è stato
tratto, facendo notare come sia realistica – sia pure con qualche
licenza poetica – la descrizione della spedizione marziana. E'
fantascienza, con l'accento finalmente puntato sulla scienza.
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