[SNN] Rece The Martian

Adm. Demetrios Kaloethes kaloethes a gmail.com
Dom 26 Nov 2017 13:13:05 CET


Ciao Elena.

A me questa recensione è piaciuta davvero molto, soprattutto per il rilievo
che hai dato alla coralità, filosofia di vita (su cui si basa Star Trek e
la stessa SFI) troppo spesso eclissata dallo sterile individualismo dei
giorni nostri.
Penso che si sposi perfettamente con il 'mood' di questo numero speciale e
con la Sfizine in generale.

E' vero, insieme si possono fare tante cose, alcune più grandi altre più
semplici, ma non per questo meno importanti.

Grazie!

Michele

Il giorno 26 novembre 2017 10:24, Elena Fuccelli <mf9115 a mclink.it> ha
scritto:

> Ciao Martina,
> Puoi leggere la recensione che ho scritto e vedere se può andare bene?
> Baci!
> Elena
>
>
> ---------------------------------------
> Sopravvissuto - The Martian, di Andy Weir
>
> Ares 3, terza missione di esplorazione dell'uomo su Marte. Mark Watney –
> astronauta, ingegnere, botanico, esperto nel risolvere problemi - non è il
> membro più importante della missione. Anzi: per arrivare al comando,
> dovrebbe essere il solo rimasto. Ma è appunto questo che succede: come
> avveniva in Cast Away al personaggio interpretato da Tom Hanks, è una
> improvvisa tempesta ad interporsi sulla via meticolosamente programmata del
> gruppo di astronauti. La tempesta costringe il capitano a far abortire la
> missione al sesto giorno di permanenza. Un incidente induce gli altri
> membri della spedizione a crederlo morto e partire abbandonandolo lì, sulla
> superficie del pianeta rosso. Ma Mark Watney è solo rimasto ferito. Riesce
> a rientrare nel modulo abitativo, l'Hub, curarsi e riprendersi quel tanto
> da capire di essere comunque spacciato: non può comunicare,  la sua vita
> dipende da macchinari che possono guastarsi in qualunque momento, e
> comunque il cibo che è rimasto non durerà abbastanza a lungo per farlo
> arrivare vivo fino al giorno in cui altri astronauti arriveranno su Marte
> con la missione Ares 4. Non è una brillante prospettiva, ma il protagonista
> affronta la situazione con uno spirito vivace ed una forza invidiabile.
> Come Robinson Crusoe, Mark Watney inizia da subito una lotta contro
> l'ambiente ostile del luogo di cui è unico abitante.  A differenza del suo
> progenitore letterario, che era l'emblema dell'eroe borghese che si impone
> sulla natura e sulle avversità, Watney è soprattutto uno scienziato, che
> calcola con pratica efficienza le sue possibilità e studia il modo di
> sopravvivere come se si trattasse di un progetto universitario. Il cibo è
> insufficiente, e lui concepisce un campo di patate da coltivare dentro
> l'Hub, usando fertilizzante... Umano. Deve comunicare con la NASA, e si
> imbarca in un lungo viaggio attraverso Acidalia Planitia per ritrovare una
> sonda perduta e riattivarla. Così alla sua voce si aggiungono quelle degli
> uomini sulla Terra, che lo vedono, si appassionano alla sua lotta, si
> organizzano e finalmente si uniscono per poterlo riportare a casa.
> Si potrebbe dire che la coralità che fa da sfondo al romanzo sia un
> riflesso del modo in cui il romanzo stesso è stato scritto. L'autore, Andy
> Weir, ha costruito il suo libro un capitolo alla volta, all'inizio
> postandolo gratuitamente sul suo blog come in altri tempi si pubblicavano i
> romanzi a puntate sui giornali. A volte, ne ha corretto alcune parti, sulla
> base di segnalazioni dei suoi lettori. Quindi lo ha revisionato per la
> pubblicazione su Kindle. E' arrivato quindi il successo in e-book del
> romanzo, che ha aperto la strada alla pubblicazione su carta e alla vendita
> dei diritti cinematografici per il film che ha avuto come protagonista Matt
> Damon.
> Ci sono molte cose che mi sono piaciute di questo libro. In primo luogo,
> la scrittura è brillante al punto da far digerire senza troppi problemi
> tutti i calcoli – da fan di Star Trek direi: tutto il technobubble - cui il
> protagonista affida la propria sopravvivenza. Al centro è un personaggio
> ottimista (quasi troppo – a volte ci si chiede quanto possa essere reale
> una persona del genere), che non fa drammi nemmeno nei momenti in cui pensa
> di essere finito, ed il suo entusiasmo viene fuori dalla pagina quasi a
> voler contagiare il lettore. Mi è piaciuto che l'autore non descriva la
> NASA come una accolita di santi o di eroi, ma come una organizzazione
> burocratica, alle prese con i soliti mille problemi di finanziamento e di
> immagine, che ha dentro persone che fanno errori o che sacrificano ore in
> lavoro straordinario per riuscire ad arrivare ad un risultato. Mi è
> piaciuto il fatto che la vicenda di Mark Watney, benché si incentri sulla
> lotta – disperata ma sorridente - di un uomo solo, mostri che i risultati
> migliori non siano il frutto di un lavoro singolo, ma della cooperazione
> tra gli uomini.
> Ma soprattutto, mi è piaciuto il fatto che si tratti di un racconto
> solidamente piantato nella sfera del realismo.   Ogni elemento della
> vicenda appartiene alla sfera umana del possibile. Mentre preparavo la
> presente recensione, ho visto in rete alcune interviste a scienziati ed
> astronauti (raccomando quella all'astronauta Chris Hadfield) che
> commentavano con molto favore sia il libro che il film che ne è stato
> tratto, facendo notare come sia realistica – sia pure con qualche licenza
> poetica – la descrizione della spedizione marziana.  E' fantascienza, con
> l'accento finalmente puntato sulla scienza.
>
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