[Stml10] Shinead - 01.04 - 48 ore

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Gio 10 Mar 2016 14:51:50 CET






Ecco qua. Riprendo dal mio punto di vista alcuni dei brani scritti in precedenza e porto avanti l'azione!
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		Brano:
		01.04
		Brano
		Precedente: Una via d'uscita
		Titolo:
		48 ore
		Autore:
		Shinead
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		Navetta Angel 15460 -  6 marzo 2395 – Ore 11:00

				
			
		
	

Shinead
guardò fuori dal vetro dello shuttle. Non c'era niente. Quanto tempo
era passato dall'impatto? Impossibile dirlo, visto che la consolle
degli strumenti era saltata completamente, e solo la debole luce di
alcune spie illuminava l'abitacolo. L'unica cosa che aveva retto era
l'ossigeno e, almeno per un po', poteva ancora respirare. E
aspettare. Aspettare che la venissero a cercare. Nessuno
dei sensori di bordo aveva segnalato l'avvicinarsi di un corpo
estraneo, il che significava che il meccanico dell'Erinle era un
incompetente che non sapeva fare il suo lavoro e che lo Shuttle era
guasto quando era partita. Non c'era nessun'altra spiegazione. Non
poteva certo essere stata un'astronave a spararle contro, perchè per
quale ragione una qualunque astronave avrebbe dovuto sparare ad uno
shuttle della Flotta in un'area in pace in tempo di pace? Rimaneva
solo il meteorite, che la strumentazione non aveva rilevato, perchè
guasta. Avrebbe avuto due parole da dire a qualcuno, quando fosse
rientrata. Se fosse rientrata. Aveva
fame. Doveva essere rimasta svenuta parecchio tempo. Anche il
sintetizzatore del cibo era fuori uso  e naturalmente, sulla navetta
non c'erano né cibo né acqua, era una missione di poche ore, per
reperire alcuni importanti strumenti indispensabili per il suo lavoro
sulla nave, come da istruzioni del capitano.Infilò
la mano in tasca e ne estrasse alcuni chip, che in assenza di gravità
cominciarono a roteare nell'abitacolo. Chip di simulazione  per fare
gli ologrammi per la sala relax dell'equipaggio. Shinead ne seguì le
evoluzioni con lo sguardo. Il FestivOlo. Ecco, quella era la
dimostrazione palpabile di come una ragazzata fatta da giovani possa
restarti attaccata addosso e rovinarti la vita, come quelle macchie
di grasso che calpesti nell'hangar e ti restano appiccicate alle
suole facendoti lasciare impronte ovunque e che non riesci a mandar
via in alcun modo. Non c'era stato pianeta, base o astronave dove,
dopo essersi presentata, dopo qualche parola, non le fosse stata
posta la fatidica domanda: “Maaaa.... tu non sei quella del
FestivOlo?”, ed il discorso continuava con calorosi apprezzamenti e
finiva, di solito, con la richiesta di trasformare in ologramma la
foto della loro medusa preferita. Mai che qualcuno dicesse:
“O'Lauglin? Quella che ha inventato un sistema per coltivare
cereali in terreni che hanno un ph così elevato da corrodere la
maggior parte dei metalli?”, No, di quello non interessava niente a
nessuno.Neanche a
Drax. “Siamo stufi di caprette e palme” disse ad alta voce,
scimmiottando il birignao del capitano. “Siamo una piccola nave”.Chissà
se la piccola nave con l'equipaggio meravigliosamente affiatato la
stava cercando. Guardò ancora la danza dei chip, toccandone alcuni
per imprimergli delle traiettorie diverse. Poteva farci un ologramma.
La risata, amara, riempì l'abitacolo. Ma in fondo perchè avrebbero
dovuto cercarla? Era solo uno scarto della Flotta “Anche gli altri”
La vocina risuonò nella sua mente, sorprendendola, e mettendole
davanti agli occhi una realtà che era lampante. Erano tutti scarti,
la vecchia a fine carriera, il comandante tronfio e borioso, il
capitano Drax, che era veramente vecchia per comandare ancora una
navetta come l'Erinle, e la nave stessa.  Doveva essere una specie di
tappeto sotto il quale la flotta nascondeva gli ufficiali
imbarazzanti, impossibili da congedare ma impresentabili su altre
navi. “Metti tutte le mele marce nello stesso cesto, così non
guastano le altre” le diceva la nonna. Anche la Flotta doveva avere
una nonna.TIK TIK
TIK
I chip
avevano cominciato ad urtare il vetro ed il rumore la strappò dai
suoi pensieri.Lo
stomaco brontolò ancora. Shinead controllò che la spia dell'aria
fosse ancora accesa. Sapeva bene che si può resistere settimane
senza mangiare, solo 72 ore senza bere, una manciata di minuti senza
ossigeno, quindi la priorità per il momento era l'aria, e quella ce
l'aveva. Adesso doveva trovare un modo per tornare alla nave. Avrebbe
provato a riparare la consolle ed i sistemi vitali e, una volta capito
dove fosse, avrebbe mandato una richiesta di soccorso. Non si sarebbe
arresa. Ma prima c'era una cosa che doveva fare. Allungò una mano e
prese delicatamente uno dei chip poi, lentamente, cominciò a farlo a
pezzi.

	
	
		
			
			USS
			Erinle – Ufficio del Capitano - 7 Marzo 2395 - Ore 06:00

	
	“Dunque
	lei mi sta dicendo, Capitano Drax, che ha messo in pericolo la vita
	di un ufficiale della Flotta per procurarsi dei chip per lo svago
	dell'equipaggio?” chiese l'Ammiraglio con una tale espressione di
	disgusto sul volto che il capitano trovò difficile continuare a
	fissarlo. La comunicazione era arrivata improvvisamente, l'aveva
	buttata già dalla branda e le avevano chiesto conto della
	sparizione del tenente, conoscevano tutti i dettagli, per cui era
	stato impossibile trovare una giustificazione plausibile.
	“Bè,
	si, è così. Ma io non pensavo che...”
	“Ha
	detto la frase giusta, capitano. Lei non ha pensato.
	L'ammiragliato era convinto che avesse perso questa perniciosa
	abitudine. Lei era al corrente della presenza dei ribelli del
	Sistema Rutia in questo quadrante vero?”
	La
	domanda era puramente retorica. Si, lo sapeva, l'avviso alla Flotta
	era stato ripetuto più e più volte, e la storia dell'ufficiale
	Martin ucciso mentre stava per tornare sulla sua nave era
	serpeggiata su tutti i ponti. Ma chi se la prenderebbe mai con uno
	shuttle da trasporto? Appunto.
	“Stiamo
	scandagliando lo spazio, signore” intervenne il consigliere
	Soraya, con l' intento di placare l'ammiraglio che, sotto il
	perfetto autocontrollo, era, per lei, palesemente furioso “e sono
	convinta che la troveremo presto”.
	L'ammiraglio
	si sporse in avanti, diventando ancora più incombente sul grande
	schermo “Sono lieto che ne sia convinta, Consigliere Soraya, e mi
	piacerebbe sapere su quali basi fonda questa convinzione.” Lo
	sguardo si fece duro e freddo” Lei mi ha profondamente deluso,
	consigliere. Pensavo che il suo incarico sull'Erinle fosse chiaro,
	ma evidentemente non è così, visto che lo ha completamente
	disatteso.“ Si appoggiò allo schienale e guardò gli ufficiali
	con un'espressione di ancora più dura. “Avere 48 ore per
	riportare il l'Ufficiale Scientifico Tenente Shinead O'Laughlin a
	bordo, viva, altrimenti sarete sollevati dal comando e destinati ad altro
	incarico. A terra”.
	Lo
	schermo si spense con un lieve sfarfallio.
	Il
	Comandante Toran si permise di respirare, lieto che l'ammiraglio non
	lo avesse coinvolto. “Io però mi domando come ha fatto
	l'ammiragliato ad essere informato. Noi non abbiamo fatto nessuna
	comunicazione” disse guardando sconsolato le altre due.
	“E'
	evidente comandante” cominciò con tono didattico il consigliere Soraya ”
	l'ammiragliato ha degli osservatori su questa nave. E' una pratica
	usuale quando...”
	“Degli
	osservatori? Delle spie? Sulla mia nave, il mio equipaggio
	mi spia? Esclamò il capitano sbalordita.
	“Osservatori.
	E' una pratica usuale per una nave come questa, dove la quasi
	totalità dell'equipaggio ha un passato... come lei del resto”
	rispose con tono pacato Soraya.
	“Il
	mio passato?  “sibilò Drax “Lasci stare il mio passato!
	Parliamo piuttosto del suo presente! Cosa ci fa, veramente,
	sulla mia nave?”

	
	
		
			

			Caccia Stellare Rut II - plancia di
			comando
Data stellare 73181.25 (7 MARZO
			2395 - Ore 10:15

	
	“E
	quindi ti scambieremo con medicinali e armamenti. La flotta pagherà
	bene per riavere un suo ufficiale” disse il comandante dei ribelli
	rutiani.
	“Mi
	dispiace contraddirla, ma non ci sarà nessuna trattativa. Avete già
	dimostrato in passato di essere inaffidabili, per cui la Federazione
	ha emanato un ordine che vieta qualsiasi trattativa con i rapitori
	di ufficiali. La chiamano la direttiva Martin, c'è la Corte
	Marziale per chi trasgredisce. “ 
	
	Era
	un pericoloso bluff, e la posta era la sua testa.
	“I
	miei informatori non me ne hanno parlato” 
	
	Dunque
	hai degli informatori nella Flotta.
	“Quello
	che faranno sarà darvi la caccia finchè non vi troveranno e vi
	distruggeranno completamente, con tutte le navi a loro disposizione.
	Non possono permettersi un altro smacco. Fin'ora non si sono
	intromessi  perchè la vostra guerricciola non tocca gli interessi
	della Federazione, ma adesso è una questione di prestigio.”
	“Se ci
	attaccano, ti uccidiamo. Cosa ne dirà la Federazione e la Flotta?”
	rise sardonico il comandante.
	Portalo
	dove ti serve, ragazza.
	Shinead
	congiunse le mani davanti a sé, alzò lo sguardo al soffitto e
	cominciò a recitare: “ Il Tenente O'Laughlin, fulgido esempio di
	attaccamento al dovere e limpido coraggio, con sprezzo del pericolo
	ha immolato la sua vita al servizio della Federazione e per questo viene
	promossa alla memoria al grado di bla bla bla.  Un eroe morto fa
	sempre comodo. Potrebbero persino intitolarmi un vascello.” fece
	una pausa “ Non tratteranno. Mai”
	“Allora
	non ci servi” disse secco il comandante.
	Adesso!
	“Allora
	sbarcatemi. La Federazione vi dovrà un favore e non si intrometterà
	nelle vostre faccende.”
	Il
	capitano la guardò sorpreso. Parve riflettere, poi un sorriso
	maligno apparve sul suo volto sfregiato.
	

	
	PIANETA
	SCONOSCIUTO, data stellare 7 marzo 2395 – ore 11:45
	E così
	l'avevano sbarcata, ed anche su un pianeta abitabile. Quale e dove,
	visto che avevano usato il teletrasporto, era impossibile stabilirlo,
	per ora. L'atmosfera era respirabile, ma senza strumenti non poteva
	sapere se ci fossero dei gas nocivi non rilevabili ai sensi umani.
	Ad ogni modo per ora andava bene così. Intorno a lei il terreno era
	cosparso di fitti filamenti verdasti, classe “erba” e  alcuni
	agglomerati di altezza variabile, classe “cespugli” sorgevano
	quà e là. Nessuna presenza di forme di vita intelligenti per il
	momento. Doveva cercare un insediamento o almeno un posto riparato
	dove difendersi dagli eventuali predatori. Poi in lontananza sentì
	una specie di fruscio e si avviò in quella direzione.
	Il
	liquido era incolore ed inodore, e scorreva allegro in un
	avvallamento lineare nel terreno. Classe “acqua” e “ruscello”
	pensò. Si inginocchiò e, cautamente, immerse alcune dita nel
	liquido. Non era corrosivo. Alzò la testa sentendo un lieve rumore.
	Dall'altro lato del corso d'acqua una creatura pelosa, con lunghe
	appendici sulla sommità della parte anteriore del segmento frontale
	stava rivolgendo verso di lei le sue protuberanze frontali. “Un
	coniglio che mi guarda” pensò. La creatura saltellò via, e
	Shinead si alzò. Secondo tutti i trattati di Antropologia e
	Xenologia, le razze senzienti stabiliscono i propri insediamenti
	vicino ai corsi d'acqua, quindi seguendo quello c'erano buone
	probabilità di trovarne uno. Si incamminò canterellando. Dopotutto
	poteva andarle peggio, potevano spedirla su qualche luna morta!

	
	PIANETA
	SCONOSCIUTO, data stellare 7 marzo 2395 – ore 13:00

	
	La
	struttura era indubbiamente opera di una cultura superiore, di forma
	tondeggiante e con un gradevole colore dorato, classe “casa”. Si
	avvicinò cautamente, non sapeva chi si sarebbe trovata davanti. Una
	sezione rettangolare della struttura si separò dal resto, classe
	“porta che si apre” ed una figura umanoide ne uscì. Per quel
	che poteva vedere era dotato di due appendici superiori, classe
	“braccia” e di due inferiori, classe “gambe”, e di una a
	coronamento della struttura, classe “testa”. Indossava degli
	indumenti e poichè questo è considerato un tratto tipico delle
	civiltà evolute, si permise di essere cautamente ottimista. Dietro
	la prima figura ne comparve un'altra che portava nell'appendice
	classe “mano” un oggetto lungo e sottile, classe “arma”.
	“Sono
	il tenente Shinead O'Lauglin della Flotta della Federazione Stellare, ed ho
	bisogno di assistenza” scandì con voce tranquilla.““Cò a tha thu? Dè tha thu deanamh an so? A bheil sibh a
	'bruidhinn a' chànan agam?”

disse
la prima figura apparsa. La
ragazza lo guardò sbalordita, poi si mise a ridere mentre non poteva
fare a meno di pensare con sollievo: sono a casa, sono a casa...





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