[Stml10] [2.9 - Chorate - Labirinto]

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Mer 29 Mar 2017 08:55:54 CEST


Bene... Ora non solo abbiamo un problema diplomatico, ma anche un'arma
potenzialmente pericolosa.... Aleeeee...

Che dire, bravissima Maddalena! :)

Silvia

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 28 marzo 2017 19:44, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha scritto:

> Eccomi, spero vi piaccia nonostante la brevità e il ritardo. E' un periodo
> incasinatissimo per me, ma spero vada bene comunque.
>
> Maddy
>
> ------------------------------------------
>
> *USS Erinle - Sala Macchine - 10 agosto 2396 - ore 14.44*
>
>
>
> Daeria fissò lo schermo del terminale di fronte a lei per un minuto buono,
> le bocca semiaperta e lo sguardo leggermente vitreo, prima di riscuotersi.
> Poco più avanti, il Guardiamarina Stevens diede di gomito al suo collega e
> si chiese sottovoce se al capo non fosse presa una paralisi facciale.
>
> A Daeria non era presa una paralisi facciale, tuttavia quello che era
> accaduto era talmente sorprendente che se il loro primo ufficiale fosse
> entrato improvvisamente in sala macchine a cavallo di un unicorno e facendo
> nello stesso tempo giochi di abilità con delle torte al cioccolato lei non
> ne sarebbe rimasta più stupita.
>
> Era appena riuscita a entrare nel computer della stazione. Solo che non
> aveva la più remota idea di come avesse fatto.
>
>
>
> *USS Erinle - Esterno Sala Conferenze - Contemporaneamente*
>
>
>
> Shinead si fece leggermente da parte mentre Toran le passava di fronte,
> accompagnato dal terzo micosiano. Nessuno di loro aprì bocca. I suoi uomini
> proseguirono nell'opera di installazione dell'apparato sensore che aveva
> fatto montare e i due passarono oltre senza rivolgere loro più che
> un'occhiata.
>
> Mentre l'imponente alieno le passava davanti, l'ufficiale scientifico ne
> approfittò per osservarlo bene. Se si trattava di un ologramma era
> straordinariamente ben fatto, soprattutto considerando la distanza notevole
> a cui veniva proiettato. Non le sarebbe dispiaciuto dargli un'occhiata più
> da vicino, ma per ora si sarebbe accontentata di dare un'occhiata a
> *qualsiasi* lettura fosse riuscita ad ottenere, a prescindere da quanto
> straordinaria potesse essere.
>
> Toran e l'ospite svoltarono l'angolo e lei tornò a rivolgersi al corridoio
> e alla sua squadra. Diede un'occhiata critica al padd che teneva tra le
> mani e fece tre passi avanti.
>
>
>
> "I sensori vanno installati lungo tutto l'arco. Preferirei che non si
> accorgessero di essere analizzati. Non sappiamo come potrebbero prenderla,"
> commentò indicando il soffitto del corridoio.
>
> "Dovranno passarci sotto per rientrare in sala," annuì il tecnico più
> vicino.
>
> "Esattamente."
>
> "Tenente, solo una cosa..."
>
> "Sì?"
>
> "Perchè proprio dei sensori minerari?"
>
>
>
> Shinead lo osservò per un momento con espressione pensierosa. "Ho avuto
> un'idea," disse solo, tornando ad abbassare lo sguardo sul proprio padd.
>
>
>
> *USS Erinle - Sala Macchine - 10 agosto 2396 - ore 15.12*
>
>
>
> Il database della stazione aliena era un incrocio tra un labirinto
> burocratico e la stratificazione di qualche decennio di informazioni
> accumulate secondo un ordine apparentemente casuale. Daeria intuiva
> vagamente che ci dovesse essere un ordine di fondo in quello che stava
> guardando ma la verità era che, se anche quell'ordine era presente, lei non
> riusciva proprio a vederlo.
>
> Anche guardando la cosa dal punto di vista meno anticonvenzionale
> possibile, non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che i rapporti
> sugli approvvigionamenti di vent'anni prima si trovassero mescolati alle
> letture dei sensori scientifici del mese precedente.
>
> Onestamente era rimasta alquanto sorpresa e un po' delusa nel trovarsi
> davanti quel nodo gordiano di informazioni assolutamente inutili,
> soprattutto dopo la fatica che aveva fatto per entrare in quel database.
>
> Si era aspettata della resistenza, naturalmente, ma lì si sfiorava il
> ridicolo. Aveva tentato ogni genere di algoritmo per hackerare il sistema,
> da quelli più comunemente insegnati in Accademia, ad alcuni di sua
> creazione, fino ad altri di ultimissima concezione che aveva ottenuto
> attraverso canali che sarebbe stato meglio evitare di sbandierare troppo in
> giro.
>
> Niente aveva funzionato. Non solo, Daeria aveva chiaramente avvertito la
> sensazione di essere sbeffeggiata dal sistema che stava tentando di violare.
>
> Poi, improvvisamente, aveva ottenuto l'accesso. Non era sicura del motivo,
> dato che niente di quello che aveva fatto sembrava aver avuto troppo
> successo, ma la sua perplessità era stata spazzata via dal semplice
> desiderio di vedere cosa fosse così ben nascosto là dentro.
>
> La risposta era un bel niente. Almeno in apparenza.
>
> Eppure... eppure, percepiva ancora quella sensazione di beffa, come se
> quel dannato sistema si stesse prendendo gioco di lei.
>
>
>
> *USS Erinle - Esterno Sala Conferenze - Contemporaneamente*
>
>
>
> Shinead ebbe appena il tempo di voltarsi prima che Daeria le piombasse
> addosso dall'altra parte del corridoio. Fece istintivamente un passo
> indietro e per poco non inciampò in una cassetta degli attrezzi lasciata a
> terra da uno dei tecnici.
>
> La boliana, senza fiato nemmeno si fosse fatta di corsa tutta la strada
> dalla Sala Macchine a lì passando per i condotti di servizio, si chinò
> sulle ginocchia, apparentemente in cerca d'aria.
>
>
>
> "Sono... sono qui?" boccheggiò.
>
> Shinead la guardò per un momento, vagamente allarmata. "Chi?"
>
> "I... i..." l'altra indicò con cenni enfatici la porta della sala
> conferenza, come se questo spiegasse tutto.
>
> "I micosiani?" suggerì Shinead.
>
> Daeria annuì.
>
> "No, sono andati a fare un giro. Ti senti bene?"
>
> "Li hai... già analizzati?" la boliana parve riuscire a prendere
> abbastanza fiato da riguadagnare la posizione eretta.
>
> "No, sto finendo di montare gli apparati." La donna gettò uno sguardo al
> fondo del corridoio nel caso i suddetti micosiani fossero improvvisamente
> ricomparsi. "Ma si può sapere che succede?"
>
> "Sono riuscita ad entrare... nel computer della stazione."
>
> Shinead annuì, attenta ma apparentemente perplessa.
>
> "E' stato difficile," aggiunse l'altra.
>
> "Immagino sia normale..."
>
> "Molto difficile."
>
> "Ah."
>
> "Ma ce l'ho fatta."
>
> "Ne ero certa." Shinead gettò un'occhiata dietro di sè, ai tecnici ancora
> intenti a montare i sensori secondo le sue istruzioni.
>
> "Ma non so come ho fatto."
>
> La coda dell'occhio dell'ufficiale scientifico colse un movimento e lei si
> voltò a redarguire un tecnico. A metà della frase però parve realizzare
> cosa aveva detto l'altra.
>
> "In che senso, non sai come hai fatto?"
>
> "Ho provato di tutto," spiegò Daeria gesticolando. "E quando dico di
> tutto, intendo *tutto*. Poi, puff, all'improvviso ero dentro."
>
> "Puff?"
>
> "Puff. Credevo fosse stato uno dei miei algoritmi, ma ora penso ci sia
> dell'altro. Il database dentro era un casino, un misto di rapporti vecchi e
> informazioni inutili, mal scritte e mal conservate. Ma sotto il ciarpame
> c'era dell'altro e credo che qualcuno volesse che io ci arrivassi."
>
> L'altra donna la guardò per un momento, in apparente riflessione. "Ti
> hanno dato accesso dall'esterno?"
>
> Daeria annuì. "Credo di sì."
>
> "Chi?"
>
> "Non lo so. Ma il punto non è questo. Ho scoperto perchè questa stazione è
> così importante," aggiunse in fretta la boliana. "Non è solo una stazione.
> E' un'arma. E ha uno scopo preciso."
>
>
>
>
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