[Stml10] Caccia alla Volpe

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Dom 17 Giu 2018 15:31:37 CEST


Eccomi!
Scusate per il ritardo!
Ho portato avanti un bel pò la storia.
Spero vi piaccia.

Silvia
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Capitano Sidzi Drax Ajen
U.S.S. Erinle
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*BRANO 3.13*
*BRANO PRECEDENTE: se vuoi ingannare il tuo nemico inganna prima il tuo
amico o il tuo capitano.*
*TITOLO: Caccia alla Volpe*
*AUTORE: Sidzi Drax*
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*USS Erinle – Ufficio del Medico Capo, 15 settembre 2397 ore 02:00*
Il tenente Koll disattivò finalmente il terminale e si preparò a lasciare
l’ufficio. Era sinceramente combattuto fra fare un salto al bar, dove una
certa guardiamarina gli aveva fatto intendere sarebbe stata lì per
quell’ora, e l’andare direttamente a dormire. Il problema era che se fosse
andato a bere qualcosa, Ailia sarebbe stata con lui e se, invece, si fosse
ritirato nella sua cabina, lei sarebbe stata comunque li, ad aspettarlo. Si
afferrò con il pollice e l’indice la radice del naso cercando di
allontanare il mal di testa che lo perseguitava da ore. Era la prima volta
che si sentiva così vicino ad una persona senza averle nemmeno veramente
parlato.  Cosa le avrebbe detto quando si fosse svegliata? Come avrebbe
reagito lei a quest’invasione della sua privacy? Probabilmente con un
pugno, si ritrovò a sorridere. Decisamente con un pugno.
“E se lo meriterebbe eccome.”
Koll sollevò di scatto la testa alla voce del capitano che però non era lì.
Si alzò lentamente per affacciarsi alla porta e vide Sidzi Drax seduta
accanto al letto dove era distesa Ailia. La trill era china in avanti, le
mani congiunte e i gomiti posati sulle cosce. Dalla sua posizione Koll non
riusciva a vederne l’espressione, perché il capitano gli dava le spalle, ma
il tono della voce e tutto l’atteggiamento del corpo, teso in avanti come
se si stesse trattenendo, tradivano una tensione che sembrava sul punto di
esplodere.
“Si meriterebbe un riconoscimento,” proseguì la trill rivolta all’andoriana
priva di conoscenza, “per le informazioni che ci ha portato, ma anche una
lavata di capo. Il problema, tenente, è che grazie alle sue informazioni
fermeremo quelle navi, ma non chi sta dietro a tutto questo. Non per molto
tempo almeno,” si corresse, “e nonostante, glielo dico non per
rimproverarla sia chiaro, lei ha agito come riteneva più opportuno, io sia
altrettanto convinta che cattureremo l’equipaggio di quelle navi, o almeno
ci proveremo, non credo sia stata una buona idea lasciare la posizione in
cui l’avevamo messa. Lei non ha portato a termine il suo compito e nel
tempo che impiegheremo ad arrivare nel luogo dove si trovano i veri
responsabili di questo attacco, saranno già spariti. Ha sbagliato e d è una
cosa con la quale dovrà convivere.”
“Lo sa,” incapace di trattenersi Koll avanzò nell’infermeria sotto lo
sguardo del capitano che si era girata verso di lui non appena aveva
parlato, “il tenente Ailia Moshe sa benissimo di aver agito d’impulso e se
ne pente.” Fissò la linea sottile che era la bocca della trill, “ma questo
non è sufficiente.” realizzò sospirando.
“No, tenente Koll, non è sufficiente,” rispose il capitano Drax tornando a
guardare l’andoriana, “sa cosa facevo prima che mi assegnassero il mio
primo comando?”
Koll scosse la testa e lei dovette interpretare il suo silenzio come una
negazione perché nonostante non lo avesse visto scuotere la testa,
proseguì. “Sono stata un agente operativo per anni, non è un segreto
questo,” agitò la mano come per tranquillizzarlo. C’era un debole sorriso
ora sul suo viso, ma l’espressione restava dura, “le missioni e le
decisioni che ho preso mentre le svolgevo lo sono però.” Fissò ancora per
un momento Ailia prima di spostare lo sguardo su di lui. “Ho passato molte
vite,” stavolta il sorriso non sembrava nemmeno suo, “a domandarmi se
quelle scelte fossero giuste, e questa, a chiedermi se non avessi dovuto
farne altre. Ho dato il permesso al comandante Toran di usare il tenente
per questa missione perché ero convinta fosse pronta, ma un agente
operativo, signor Koll, sa valutare il peso di un’informazione e quella che
ci ha dato Ailia, tramite lei, non è sufficientemente importante da
richiedere che lei abbandonasse la missione quando dall’interno avrebbe
potuto esserci molto più utile. Perciò o il comandante Toran si è
sbagliato, e così io a fidarmi del suo giudizio, o il tenente Ailia Moshe
ha scoperto qualcosa di più importante di chi è a capo di questi
aggressori.” Lo fissava come se lui avesse tutte le risposte, cosa che Koll
non poteva avere. Di sicuro. “Dato che il comandante Toran non è uno
stupido,” proseguì il capitano in un tono pacato che sembrava in realtà un
urlo, “c’è qualcosa che dobbiamo ancora scoprire.”
Koll deglutì e arretrò di un passo quando la trill si alzò. “Cos’è che
ancora non sappiamo?” Gli chiese fissandolo con occhi così scuri che
facevano quasi spavento.
Il medico sentì un brivido freddo scorrergli lungo la schiena, come se
qualcosa nella sua mente spingesse per uscire ma, nello stesso tempo, non
ci riuscisse. “Io, non lo so,” sbottò sollevando le mani al cielo
esaperato. “È lì, so che è lì capitano, mi creda, glielo direi se potessi,
ma non riesco ad estrarlo. È come se la sua coscienza l’avesse seppellito
così a fondo che nemmeno lei stessa sarebbe in grado di tirarlo fuori.”
“Lei però non è Ailia,” insistette Drax.
“Non lo sono è vero, ma questi sono i suoi ricordi e non è come se uno
vedesse un olo-film, non posso scorrerli con l’avanti veloce. Devo
attendere che prendano forma che si aprano alla mia mente.”
“Capisco.”
Drax spostò lo sguardo alle sue spalle e fu allora che Koll si rese conto
che non erano soli. Il consigliere Soraya era appoggiata ad una parete, a
braccia conserte.
“Non lo so capitano, posso provarci ma se, come dice il dottore, quel
ricordo è seppellito così a fondo, ci vorrà del tempo.” Commentò con un
sospiro.
“Pensa di riuscire a lavorare durante lo scontro?”
Soraya sorrise. “Posso lavorare in qualsiasi condizione capitano”.
“Ailia può essere svegliata?” Chiese ancora Drax rivolgendosi a lui.
Koll scosse la testa con convinzione a quella domanda, chiedendosi dove
Drax stesse andando a parare. “È troppo presto.”
“D’accordo. Tenente Koll,” il tono ora era formale, “lei è temporaneamente
sollevato dal suo incarico e affidato al consigliere Soraya.” Ignorando la
protesta del medico si incamminò verso la donna dai capelli bianchi.
“Consigliere, mi aspetto di avere dei risultati nei tempi brevi, ci sono
delle vite a rischio”.
“Si signore,” rispose in tono deciso l’altra. Drax lanciò una rapida
occhiata a Koll prima di tornare su Soraya.
“È tutto suo.” E se ne andò.



*USS Erinle – Hangar Navette, 15 settembre 2397 ore 04:00*
Il tenente Robert Naholo fissava la simulazione sul terminale scuotendo la
testa. “Non può funzionare,” esclamò alla fine freddamente, “non sono un
ingegnere e non è una critica al vostro lavoro,” aggiunse subito dopo allo
sguardo offeso del capo Morrow, “ma conosco le regole del combattimento
navale e so cosa succederà non appena capiranno di essere in trappola:
fuggiranno o peggio.”
“Non potranno farlo,” obiettò Sinclair mandando avanti la simulazione con
due colpi delle dita, l’eccitazione per la battaglia imminente gli faceva
brillare gli occhi, “se io ed il comandante Toran riusciamo a colpire le
loro navi esattamente come abbiamo previsto, non avranno scampo.”
“È questo che mi preoccupa,” ribatté Naholo massaggiandosi il mento.
“Non capisco,” intervenne Shinead O’Lauglin riportando la simulazione
all’inizio e fermandola al punto in cui si attivavano gli ologrammi, “cosa
ha paura che succeda?”
“Nulla, è questo che non va,” rispose il tattico poi, vedendo le loro
espressioni perse, scosse la testa. “Se è vero quanto ci ha detto il
tenente Ailia Moshe attraverso il dottore, avremmo davanti
un’organizzazione formata da fanatici e cosa fanno i fanatici quando sono
messi alle strette?”
“Azioni disperate,” Toran si unì a loro annuendo, “e se non pensiamo ad un
modo di impedirlo, ci ritroveremo con un bel niente in mano.”
“Intende dire che…”
“Sentendosi in trappola e senza vie di fuga, potrebbero innescare
l’autodistruzione,” proseguì Toran finendo la frase di Sinclair, “o
uccidersi. E noi non vogliamo che accada. Ha ragione tenente,” fissò
Naholo, “dobbiamo trovare una soluzione anche a questo problema.” Shinead
sollevò le mani al cielo esasperata, “ci mancavano solo gli aspiranti
suicidi! Che facciamo ora?”
Naholo fissò Sinclair, “quanto pensa ci metterete a disattivare gli scudi e
i motori?”
Il pilota strinse le spalle, “se tutto va come previsto, pochi minuti.”
Naholo annuì e fissò l’ingegnere, “quanto prima che si facciano esplodere,
se volessero?”
Morrow si passò le mani nella folta barba, “un minuto per l’ordine, due,
massimo tre per l’autodistruzione.”
Il tattico annuì di nuovo, “tenente Shinead sarebbe in grado di disattivare
eventuali emissioni di gas o veleni se per caso usassero quelli invece
dell’autodistruzione?”
La donna sgranò gli occhi, “si, se Cho, cioè il tenente Chorate, mi mette
in grado di entrare nel loro sistema.”
“Troppo tempo,” obiettò Morrow, “non c’è abbastanza tempo per entrare nel
loro sistema e disattivarlo dalla Erinle”.
Naholo sorrise, “non se il tenente O’Lauglin è a bordo della nave, noi ci
occuperemo dell’autodistruzione, lei del resto”.
L’espressione dell’ufficiale scientifico si illuminò.
“C’è un solo problema al suo piano, tenente,” intervenne Toran dopo essersi
schiarito la voce per attirare l’attenzione, “abbiamo a che fare con due
navi.”
“Formiamo due squadre,” ribatté Naholo senza farsi scoraggiare, “l’altra la
guiderà lei.”
Toran aprì la bocca e la richiuse di scatto, il suo sguardo andò alle
navette appena finite di modificare dagli ingegneri ed un’espressione
carica di rimpianto gli si dipinse per un istante sul viso.
“Ne devo parlare al capitano,” dichiarò alla fine tornando a fissarli,
“iniziate a pianificare l’azione. Ah,” aggiunse prima di muoversi, “questo
significa che l’attacco sarà responsabilità sua tenente Sinclair.”
Fu la volta del timoniere spalancare la bocca stupito.
“Ti ci entra una mosca lì dentro se non fai attenzione.” Gli disse Shinead
con un sorrisetto divertito.



*USS Erinle – Plancia, tre ore dopo*
Il capitano Drax sedeva sulla sua poltrona con espressione indecifrabile,
al suo interno però la discussione ribolliva. Il simbionte aveva avanzato
obiezioni continue al piano che stavano per attuare, ma lei aveva deciso di
ignorarle. Come aveva detto al dottor Koll nemmeno cinque ore prima, la sua
vita era fatta di decisioni sulle quali avrebbe rimuginato per gli anni a
venire, e per le vite che si sarebbero susseguite. Il piano aveva le sue
pecche, tutto poteva andare storto, ma non c’erano soluzioni semplici o più
sicure né il tempo per cercarle.
“Comandante Toran, Tenente Naholo, qui è il capitano Drax, siete pronti?”
=^= Qui Toran, capitano, siamo pronti=^=
Drax annuì e fissò lo schermo dover si riflettevano milioni di stelle.
“Tenente Sinclair, come va la fuori?”
=^=Tutto bene signore, i motori sono caldi.=^=
Drax sorrise alla palese eccitazione nel tono del timoniere, poi inspirò a
fondo.
“Bene signori, tutti alle vostre postazioni, il tenente Chorate ed il
comandante Toran hanno fatto in modo che trapelasse l’informazione negli
opportuni canali, non deludiamo i nostri assalitori.” Il suo sguardo cadde
sul tenente Trelor, “tenente, diamo il via all’esperimento.”
Il caldoniano, che aveva sussultato sentendosi chiamare, si affrettò ad
avviare la simulazione.
“E così si va…” mormorò Drax mentre il suo terminale si riempiva di mille
dati, tutti assolutamente falsi.

*Caccia Firefox – 15 settembre 2397, 08:00*
Sinclair attendeva, mordicandosi il labbro inferiore e tamburellando
nervosamente con le dita sulla consolle. La simulazione approntata dal
tenente O’Lauglin era partita da un’ora, poteva vederne i risultati sul suo
monitor e, se non avesse saputo che non era vero, sarebbe rimasto
affascinato dalla bellezza e dalla perfezione di quei risultati.
L’ufficiale scientifico si era fatta aiutare dal capo ingegnere Morrow per
ottenere risultati credibili e dati che sembrassero realistici ad una prima
occhiata.
“Se li verificassero scoppieranno subito come tante bolle di sapone,” aveva
commentato ridacchiando Morrow, “ma non avranno il tempo di farlo.”
In attesa, sul suo caccia modificato, Sinclair sperò che l’ingegnere avesse
ragione, il piano che avevano approntato si basava sul fatto che i loro
avversari si sarebbero precipitati lì, convinti di sorprenderli e poter
rubare così la loro tecnologia. Il tenente Chorate aveva costruito le
informazioni ad arte, facendo trapelare la notizia che la Erinle era stata
scelta per l’esperimento proprio perché non la flotta stellare non voleva
attirare l’attenzione sul nuovo incredibile motore. Per questo motivo non
era difesa da nient’altro che un paio di navi, non troppo potenti che
avevano il compito di seguire e registrare l’esperimento.
=^= Tenente Sinclair, pronto all’avvio del motore =^=
Il capitano gli stava comunicando che la Erinle aveva rilevato qualcosa in
avvicinamento, l’eccitazione lo fece sorridere, avevano abboccato!
Inviò agli altri caccia l’ordine di tenersi pronti, avevano concordato il
silenzio radio, se non per poche frasi credibili che aveva senso che le tre
navi si scambiassero.
“Qui Sinclair, capitano, ho avvertito il comandante che siete pronti”,
rispose. Questo avrebbe detto al capitano e a tutta la squadra che erano
pronti. Ma dove erano gli attaccanti?
Sul suo monitor non compariva ancora nulla, strinse le labbra mentre la
tensione cresceva. “Andiamo… andiamo… andiamo…” mormorò mentre la Erinle
dava il via alla simulazione del tentativo di accensione del motore.
Secondo i loro calcoli non l’avrebbero mai acceso del tutto, perché
sarebbero stati attaccati prima. Ma dov’erano?
Fu in quel momento che la sua consolle impazzì. Una nave enorme, formata da
un’accozzaglia delle tecnologie più disparate comparve all’improvviso a
poca distanza dalla Erinle.
=^= Squadriglia uno, ora!=^= Gridò Sinclair, osservando i caccia nascosti
dietro l’Erinle lanciarsi all’attacco della nave nemica mentre i suoi
sensori li identificavano come le due navi poste a protezione della Erinle.
Dalla sua postazione Sinclair non poté non ammirare la bravura del tenente
O’Lauglin, ma non aveva tempo per quello, doveva trovare l’altra nave.
Quella che compariva all’ultimo per dare il colpo di grazia.
Cercò nello spazio usando i programmi di calcolo che avevano sviluppato
durante le varie simulazioni, mentre la Erinle scartava di lato per evitare
l’attacco della nave pirata e due caccia si lanciavano nel vuoto sparando
verso i motori dell’assalitrice.
Avviò scansioni della zona circostante, per registrare scostamenti nella
temperatura, riflessi di luce fuori scala, qualsiasi cosa, mentre la
squadriglia uno e la Erinle ingaggiavano il nemico sorprendendolo nel
prevedere ogni sua mossa, grazie al programma che l’ufficiale scientifico
ed il tenente Naholo avevano messo a punto.
Sudò freddo quando il timoniere della Erinle, che l’aveva sostituito, non
riuscì ad evitare un colpo allo scafo che gli scudi fermarono. Lui non
avrebbe fatto quell’errore, no.
Poi, finalmente, la vide. Da dietro una luna, sbucò disoccultandosi la
seconda nave. Fu allora che sorrise e diede il via alle danze.

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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-------------- parte successiva --------------
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