[Stml11] [Tracey - 5.14] - Tutto è bene ciò che finisce bene
Reis Squiretaker
vanessa_reis_squirtaker a outlook.it
Gio 19 Mar 2015 23:17:02 CET
A me piace molto..
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Tenente Comandante Francesca Alluso
Capo SEC/TAT
USS Togukawa NCC-51868
[CV]: http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=114
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From: Albert K Hair
Sent: Thursday, March 19, 2015 6:37 PM
To: USS Tokugawa
Subject: Re: [Stml11] [Tracey - 5.14] - Tutto è bene ciò che finisce bene
Excelsius!
Hahaha! Bello, la conclusione m'acchiappa.
Maximilien Tracey <cpt.maxtracey a gmail.com> ha scritto:
Come al solito, mi faccio un programma di lavoro, poi la vita reale mi incasina tutto (questa volta si è superata ... 2 funerali, 2 colloqui, 1 incidente d'auto) ... per questo il brano non è venuto come volevo (tutt'altro) e non l'ho manco riletto perchè l'ho terminato giusto ora ... però come avevo preannunciato ho terminato la missione (più che altro perchè, altrimenti, avrei passato la palla in un bruttissimo punto a livello narrativo) ... spero non faccia troppo schifo ...
Ciao
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Palazzo della Federazione - 8 luglio 2394, ore 11:50
Il mezzosangue betazoide, ancora intento a percorre i corridoi mentali della banca dati, improvvisamente avvertì qualcosa. Una strana sensazione istintiva più che una vera presa di coscienza, ma abbastanza forte da costringerlo a proseguire le sue ricerche in una determinata direzione, quasi come se fosse un asteroide catturata dalla gravità di un pianeta a cui si era incautamente avvicinato troppo.
La mente di Maximilién, geneticamente avvezza alle comunicazioni telepatiche malgrado lui non brillasse in materia, aveva lentamente iniziato a mascherare le informazioni in ingresso con un “interfaccia” volta a rendere l’interazione più semplice e naturale. Ora il vuoto oscuro del nulla era stato sostituito da filamenti lattiginosi e fluorescenti che delineavano i contorni di corridoi eterei.
Muovendosi come se si trovasse in una sorta di proiezione astrale, il corpo onirico del Capitano fluttuò all’interno di un lungo corridoio, fermandosi solamente quando notò una serie di figure parzialmente definite al termine dello stesso. Cercò di non dar loro peso, riprendendo quasi immediatamente il suo viaggio e non ci mise molto a riconoscere nei lineamenti sfocati delle figure davanti a se varie versioni differenti delle uniformi della Flotta. Si rese conto inoltre che, malgrado la sua velocità fosse costante, la distanza con quella sorta di “armata eterea” non sembrava variare di conseguenza, diminuendo in maniera decisamente minore di quanto avrebbe dovuto fare. Non diede però peso neanche a questo, notando invece che alcune di queste figure iniziavano ad acquisire maggior definizione, mentre altre svanivano in uno sbuffo di vapore luminoso per poi rimescolarsi in nuove e diverse forme. Finalmente, iniziò a riconoscere i volti di queste figure. Famigliari, conoscenti, colleghi, amanti, perfino persone che aveva incontrato solo un paio di volte. Avvertì un pizzicorio alla base del cranio e ciò gli confermò che, qualunque cosa stesse accadendo, ora stava interagendo direttamente con la sua psiche.
Poi, dopo quelli che a Maximilén parvero una manciata di secondi, ma che potevano essere molti di più, la sua velocità di avvicinamento alle strane forme eteree iniziò gradatamente ad aumentare, mentre un numero sempre maggiore di queste ultime svanivano nel nulla. Erano rimasti solamente in cinque quando lui arrivò ad una decina di metri dalle figure.
I suoi genitori, così come le sue memorie infantili li ricordavano, furono i primi a svanire, seguiti pochi attimi dopo dalla figura del fratello Damién. La figlia, nella sua uniforme dalla livrea color senape coi lunghi capelli ordinati in un elegante chignon, così come la ricordava dall’holofilmato che Sarin gli aveva inviato in occasione della promozione a Tenente qualche settimana prima, rimase qualche attimo in più, ma svanì a sua volta poco tempo dopo.
Solamente T’Laria, la sua ex-moglie, vestita solamente di una camicia capace di lasciar ben poco all’immaginazione, rimase ad attenderlo.
“Configurazione della matrice di interfaccia completata. – affermò la donna, prendendo di sorpresa il mezzosangue – Sono in attesa di ordini.”
“Tilly? – replicò lui, lasciandosi andare ad un commento sarcastico pochi attimi dopo – Sembra quasi che tu ci stia prendendo gusto … ”
La donna osservò il Capitano per una manciata di secondi, forse indecisa su cosa replicare, poi riprese la parola.
“ La forma del Comandante T’Laria è stata scelta come interfaccia in base alle preferenze dell’utente utilizzatore. – Maximilién inarcò un sopracciglio – Questa rappresentazione sembra essere quella che suscita maggiori reazioni emotive nell’utente utilizzatore …”
USS Tokugawa, Plancia – Contemporaneamente
=^= Come le ho già detto, le onde emesse dal marchingegno avvolgono l’intero pianeta in maniera irregolare … – Frass, il cui volto campeggiava sullo schermo della plancia, lasciò il posto ad un immagine di una sezione del pianeta, contornato da cerchi e ellissi – Ma riescono comunque a saturare la termosfera nel loro punto più basso … allo stato attuale dubito seriamente che possiamo essere in grado di fare qualcosa … =^=
Hair soppesò attentamente ogni mesta parola proferita dal Capitano della Excelsior, sospirando. In quei venti minuti scarsi intercorsi dalla ‘Deflagrazione Theta’ lui e i colleghi dell’altra nave non avevano fatto altro che sbattere la testa contro il muro, elaborando ipotesi su ipotesi per aiutare la squadra a terra e, magari, mettere nel sacco Taor allo stesso tempo, ma le simulazioni avevano dato tutte risultati pessimi. Innanzitutto, la nuova modulazione delle onde li aveva costretti a gettare alle ortiche parecchi dei calcoli eseguiti per le frequenze precedenti e, come se ciò non fosse stato abbastanza, la quantità di onde prodotte era aumentata esponenzialmente. Tutto ciò che erano in grado di fare era limitato a deflettere quelle poche onde che arrivavano fino a loro.
“Dobbiamo continuare a cercare un modo …”
=^= Lo so … =^=
Palazzo della Federazione - 8 luglio 2394, ore 12:00
Maximilién aveva passato gli ultimi minuti a discutere con quella sottospecie di intelligenza artificiale che gestiva la banca dati, imparando molte cose. Benchè il dispositivo fosse rimasto perlopiù integro, il terremoto di qualche secolo prima aveva danneggiato parte del sistema di controllo, inibendone le funzioni ad alto livello. Era però stato solamente quando lo smorzatore era andato a farsi friggere che il dispositivo aveva iniziato le procedure di ripristino, identificando gli utenti principali e utilizzando alcuni parametri presi direttamente dal suo subconscio. Perciò, per lui, aveva scelto di utilizzare l’aspetto della ex-moglie. L’apparecchio doveva essersi comunque danneggiata più di quanto dicesse, dato che aveva scelto tra le migliaia di possibilità, personalizzate per ogni utente, il volto dell’ex-moglie adducendo inoltre una motivazione decisamente insensata. Probabilmente.
“E’ possibile disattivare la trasmissione delle onde Theta?” domandò alfine Maximilién, cercando di tagliare definitivamente la testa al toro. La risposta dell’intelligenza artificiale però, non si fece attendere.
“No. – rispose laconicamente in tono freddo, argomentando il tutto solamente qualche tempo dopo – Il trasmettitore è integrato in uno dei moduli che contengono i circuiti principali. E’ impossibile disattivarlo senza distruggere i dati contenuti all’interno della memoria.”
Maximilién cercò di pensare ad una domanda, ma l’interfaccia, ancora collegata al suo subconscio, sembrò captarla ben prima della sua formulazione, iniziando ad argomentare.
“E’ possibile disattivare il trasmettitore. Ma per farlo è necessario trasferire temporaneamente alcune funzioni di controllo in un apparato secondario, il quale è attualmente mal funzionante a causa di un anomalia di origine esterna”
Maximilién comprese immediatamente cosa l’interfaccia intendesse. Il dispositivo di Taor.
Un idea iniziò quindi a formarsi nella mente del mezzosangue betazoide.
USS Tokugawa, plancia - 8 luglio 2394, ore 12:12
Hair e il resto dell’equipaggio avevano appena dato il via a l’ultima di una serie di innumerevoli quanto fallaci simulazioni. Nel tempo trascorso, gli equipaggi delle due navi federali avevano cercato di realizzare un dispositivo portatile, basato sugli studi che avevano effettuato sugli scudi delle navi, capace di generare un campo in grado di tenere alla larga le onde theta in modo di permettere ad una squadra di recarsi sul pianeta e mettere fine alla faccenda. Era un progetto a cui, in realtà, entrambi gli equipaggi, lavoravano dall’inizio della missione, ma non erano ancora riusciti a cavare un ragno dal buco.
Il dispositivo funzionava, si, ma i risultati erano decisamente poco incoraggianti, in quanto gli scudi funzionavano effettivamente come filtro solamente quando l’intensità delle onde era minima. Se si fossero avvicinati al pianeta, le onde avrebbero attraversato gli scudi come un coltello che affonda nel burro.
Seduto sulla poltrona del comando, Albert non aveva mai smesso di osservare i dati della simulazione che scorrevano sul grande visore dall’inizio della stessa, ma dovette farlo quando sentì la testa iniziare ad appesantirsi. Qualcosa stava cambiando, probabilmente in peggio. Fece per dare un nuovo ordine, ma prima che potesse farlo, una voce lo fermò. La voce del Capitano Tracey.
“Hair … Albert, riesce a sentirmi?”
Subconscio di Taor – Poco dopo
“Dannazione!” ruggì mentalmente il Nexariano, la cui coscienza, al contrario di Tracey, si trovava ancora sospesa in quel primitivo nulla cosmico. Da quando era caduto sotto l’influsso della deflagrazione theta, Taor aveva disperatamente cercato di controllare l’emissione di onde, come aveva già fatto in precedenza, ma i suoi tentativi erano caduti miseramente nel vuoto. L’apparecchio, semplicemente, non rispondeva ai suoi comandi e lui, semplicemente, si limitava a maledirlo in tutti i modi che conosceva.
Qualcosa era successo nel mondo esterno, qualcosa che aveva fatto che si che anche lui si ritrovasse vittima delle proprie macchinazioni. Era decisamente improbabile che i Federali fossero riusciti a comprendere come utilizzare il dispositivo, ma era l’unica idea che gli passava per la mente e sapeva che doveva fermarli prima che riuscissero a mandare all’aria il suo piano.
“Taor … - in maniera quasi profetica, la voce del Capitano Tracey squarciò il nulla. Il nexariano strinse i pugni e digrignò i denti - … so che mi senti.”
“Non so come abbia fatto, Capitano … - sentenziò con rabbia l’alieno - … ma non mi arrenderò mai!”
Tracey non replicò immediatamente, ma quando lo fece, non fu difficile notare una nota di marcato disgusto nella voce del mezzosangue betazoide.
“Taor, tu … - il Capitano Federale si fermò per una frazione di secondo, tenendo faticosamente a freno la lingua - … tu ora sei solo un prigioniero, come lo siamo noi …”
Il nexariano si produsse in malizioso sorriso. Le parole del Capitano gli avevano fatto capire che egli non era in grado, perlomeno non ancora, di esercitare pienamente controllo sul dispositivo. Certo, come aveva fatto lui, il Capitano sarebbe stato probabilmente in grado di controllare appieno il dispositivo dopo qualche tempo, ma lui non gliel’avrebbe permesso.
USS Tokugawa, plancia - 8 luglio 2394, ore 12:32
=^= E lei ha acconsentito?!? – Il volto del Capitano Frass sul visore, mostrava in maniera decisamente eloquente il suo più totale stupore - … mi scusi per la franchezza, ma sia lei che il suo Capitano siete dei pazzi incoscienti! =^=
“Se il piano del Capitano funziona ci saremo liberati delle onde theta e di Taor con una sola manovra …”
=^= Ma se non funziona avremo regalato ad un dittatore un’arma in grado di …=^=
“Chi non risica, non rosica …” affermò sottovoce Albert. Una nozione che, servendo sotto il Capitano Tracey, famoso per i suoi arditi colpi di testa, aveva imparato bene.
“Signore! – il giovane ufficiale che sostituiva Carpenter alla consolle scientifica interruppe la conversazione – le onde theta stanno collassando!”
Palazzo della Federazione – pochi secondi prima
“Trasferimento delle funzioni di controllo al dispositivo secondario in corso …” affermò l’interfaccia iniziando a perdere coesione e trasformandosi in un indistinta figura luminosa.
Maximilién sperava di aver preso la decisione giusta. L’interfaccia della banca dati l’aveva informato che l’apparato in possesso di Taor non sarebbe stato in grado di sostenere la potenza di entrambi i dispositivi contemporaneamente e che, se utilizzato, probabilmente si sarebbe sovraccaricato e autodistrutto. Per questo aveva gettato l’esca a Taor, facendogli sapere ciò avrebbe fatto e facendola passare come una sorta di resa dovuta all’empasse che si era venuto a creare. Sperava solo che, come sospettava, il nexariano fosse abbastanza paranoico da riattivare immediatamente il dispositivo.
“Trasferimento delle funzioni di controllo completato. – affermò la T’Laria virtuale sfarfallando per un paio di secondi prima di scomparire. Al capitano parve di udire un sussurro prima di tornare alla realtà. - … buona fortuna …”
Tempio nexariano - 8 luglio 2394 – poco dopo
Taor fu il primo a riprendersi fra coloro che si trovavano all’interno del tempio. Con un sorriso a dir poco maligno attivo il proprio comunicatore, urlando poi immediatamente l’ordine di riportarlo sulla nave…
Palazzo della Federazione – 11 luglio 2394 – Ore 08:00
Tracey, Frass e i rispettivi entourage fecero il loro ingresso all’interno della stanza dove il prefetto Resco e i suoi colleghi li stavano attendendo sfoggiando uno stanco sorriso.
“Capitano Tracey! - affermò il prefetto, alzandosi dalla propria sedia ed avvicinandosi al Capitano con la mano tesa. – è un onore averla con noi … “
Maximilien si limitò ad un gesto del capo, prendendo posto all’enorme tavolo rotondo assieme ai colleghi.
“Come procedono le trattative coi nexariani?” il prefetto sospirò mestamente, scuotendo la testa prima di rispondere.
“Lentamente, molto lentamente. Non intendono ammettere nulla, ma la maggior parte di loro temeva Taor e ci sono grati per averglielo tolto dai piedi … ma confidiamo in una soluzione positiva …”
Come aveva previsto, Taor aveva tentato di attivare immediatamente il proprio dispositivo, sovraccaricandolo e bruciandone alcuni componenti, rendendolo di fatto inutilizzabile. Comprendendo di essere stato in qualche modo giocato, il nexariano aveva poi perso definitivamente il lume della ragione ed aveva iniziato a massacrare membri del proprio equipaggio fino a che uno dei pochi ufficiali superiori ancora rimasti in vita non era riuscito a fermarlo con un colpo di phaser ben assestato. Non avevano nemmeno tentato di ribellarsi quando le squadre di sicurezza dell’Excelsior e della Tokugawa avevano abbordato la nave.
Subito dopo i Qumani avevano cercato risposte dai Nexariani, senza però ottenere granchè. Ora divenuti inutilizzabile a causa della mancanza di interfaccia, i Qumani non potevano provare che la banca dati fosse realmente quello che sostenevano, però non sembravano nemmeno così aggressivi come era stato Taor. Probabilmente, in modo, diverso, anche loro erano state vittime di Taor.
“Tutto è bene ciò che finisce bene …” affermò alfine il Capitano Frass. Dopo aver scambiato con un lui una rapida occhiata, il mezzosangue betazoide gli fece eco in un tono privo di convinzione.
“Già … Tutto è bene ciò che finisce bene …”
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Cpt. Maximilien Tracey
Commanding Officer
USS Tokugawa - nx 51868
Commbadge(mail): cpt.maxtracey a gmail.com
Commbadge(msn) : tamiel a email.it
Commbadge(ICQ) : 166168538
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"E se per caso incontra un pullman di monache e le frigge col laser, come li vedete i titoli sui giornali di domani?" "... Fritto Mistico ..." - Howard Marner & Ben Jabituya, Corto Circuito.
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