[Stml11] [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 14:20:12 CET


Il brano è stupendo, mi piace tantissimo. ^^
Unico problema, che riguarda più l'arrivo della mia consigliera che altro:
nella biografia lei riceve l'incarico nel 2397, ma sulla base del brano
salirebbe a bordo a inizio novembre 2396.. o cambio la biografia per dire
che sale a bordo alla fine del 2396 o non saprei come giustificare che
l'attribuzione qui avviene adesso e nel curriculum vitae l'anno successivo.

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Il giorno 2 novembre 2017 13:32, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha
scritto:

> Non è che avessi tutte queste grandi idee all'inizio, onestamente, per cui
> spero vi piaccia.
>
> Maddy
>
> ----------------------------------
>
> *Luogo indefinito – Tempo indefinito*
>
>
>
> “Svegliati. Avanti, svegliati.”
>
> “Cosa?”
>
> “Ti devi svegliare. Avanti, svegliati.”
>
>
>
> Il buio era completo, tanto che Margret si chiese se aveva davvero aperto
> gli occhi. La voce di Hesse, tuttavia, le arrivò chiarissima. Avvertiva la
> sua presenza accanto a sé e il braccio di lui le sollevò le spalle,
> aiutandola a mettersi seduta.
>
>
>
> “Dove… che sta succedendo? Non vedo nulla.”
>
> “Nemmeno io. Stai bene?”
>
> “Sì, credo di sì. Tu?”
>
> “Sì.”
>
> “Dove siamo? Dov’è l’equipaggio?”
>
> “Non lo so.”
>
> “Che cosa è successo?”
>
> “Non lo so. Non so nemmeno quanto tempo è passato. So solo che non è la
> Tokugawa. E che siamo soli.”
>
>
>
> No, di certo non era la Tolugawa. Margret tese le antenne, tentando di
> percepire qualcosa oltre al buio opprimente e al silenzio. Non avvertì
> nulla, se non un lieve pizzicore, lo stesso che si prova quando la polvere
> sospesa fa bruciare gli occhi. L’aria era secca, fredda e… neutra, priva di
> qualunque odore particolare. Si mosse, avvertendo il braccio di Hesse
> accanto a lei e un pavimento metallico, duro e freddo, sotto di loro. Le
> loro voci avevano rimbombato leggermente come tra pareti metalliche
> estremamente lontane.
>
> Sentì Hesse mettersi in piedi con cautela accanto a lei e accettò la mano
> che le offriva, alzandosi a sua volta.
>
>
>
> “Che cosa facciamo ore?” chiese la donna. “Dobbiamo cercare di capire dove
> siamo.
>
> “Esattamente quello che pensavo,” rispose lui, avviandosi.
>
>
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Mensa – 1 Novembre 2396 – Ore 00.35*
>
>
>
> La sala mensa era sempre quasi completamente vuota a quell’ora. Troppo
> tardi per chi staccava dal turno gamma e ancora presto per chi si
> apprestava al delta, al massimo poteva contare su qualche ritardatario che
> amava le ore piccole o su qualche membro del personale nel mezzo di una
> notte insonne.
>
> Era un orario che a Margret piaceva particolarmente.  Le piacevano i
> rumori sommessi tipici del ciclo notturno della nave, le piaceva la calma
> che si respirava, come se la Tokugawa stessa dormisse. Persino i dolcetti
> al cocco sembravano avere un sapore migliore a quell’ora.
>
> Sopra ogni cosa , però, le piaceva la completa e sicura mancanza di
> disturbatori che…
>
>
>
> “Ehi, di nuovo le ore piccole? Vedo che non hai perso l’abitudine…”
>
>
>
> Hesse prese posto allegramente nella sedia vuota di fronte a lei. Si prese
> anche un dolcetto al cocco, ficcandoselo in bocca con gusto. Le antenne di
> Margret si afflosciarono leggermente.
>
>
>
> “Fai pure.”
>
> “Ah-ah.”
>
>
>
> L’andoriana sospirò, si appoggiò allo schienale e allontanò da sé il
> piatto ormai quasi vuoto.
>
>
>
> “Nemmeno tu hai perso l’abitudine di sederti senza permesso.”
>
> “Sono il capitano. Si potrebbe dire che l’unico a concedere permessi da
> queste parti sono io.”
>
> “E te la godi da morire, vero?”
>
> “Da morire,” confermò lui con un ampio sorriso e un’alzata di
> sopracciglia. “Comunque… sapevo di trovarti qui. So che quando mangi non
> vuoi essere disturbata...”
>
> “Dunque lo fai per puro spirito di contraddizione?” lo interruppe la
> donna, poggiando i gomiti sul tavolo e tendendo le antenne verso di lui.
>
> Non avrebbe mai sorriso apertamente, ma Hesse sapeva che quel sorriso era
> lì, nascosto sotto la superficie. Dopotutto, da tempi della Fox, quel gioco
> fra loro era sempre uguale.
>
> “Anche per quello. Di solito, almeno.”
>
> “Non questa volta?” La donna aggrottò leggermente le sopracciglia. Oltre
> al sorriso, ora, c’era anche curiosità sotto la superficie. Hesse pareva di
> un disgustoso buon umore decisamente non giustificato dall’ora, dal luogo o
> dai dolcetti al cocco.
>
> “No, non questa volta.”
>
>
>
> Il capitano posò sul piano del tavolo un piccolo padd e lo fece scivolare
> verso la donna. Le dita di lei scorsero quanto vi era riportato, quindi il
> primo ufficiale alzò occhi e antenne sull’amico.
>
>
>
> “Non è possibile.”
>
> “Non è probabile.”
>
> “E’ stato accertato?”
>
> “Non ancora. Andiamo là proprio per questo.”
>
> “Quando?”
>
> “Ho già fatto modificare la rotta. Informerò gli ufficiali superiori
> domani mattina al briefing. Beh, questa mattina ormai,” aggiunse con uno
> sguardo all’ora.
>
> “Le implicazioni sarebbero…”
>
> “Già.”
>
> “E’… è incredibile…”
>
> “Già,” rispose lui soddisfatto, mangiando l’ultimo dolcetto. Margret quasi
> non se ne accorse.
>
>
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Tattica -  1 Novembre 2396 – Ore 7.58*
>
>
>
> Quando Hesse entrò in sala tattica, lo staff di comando era già tutto
> presente. Lasciò scorrere rapidamente lo sguardo intorno al tavolo, sui
> volti dei suoi ufficiali in piedi a metà per il saluto formale, abitudine
> che non avevano ancora perso nonostante i suoi incoraggiamenti in tal
> senso. Fece cenno a tutti di rimanere comodi, quindi si avviò verso il
> posto a capotavola. Alla sua destra Margret era già seduta, un padd e una
> tazza di caffè posati sul piano di fronte a lei, la schiena e le antenne
> dritte, in attesa.
>
> Il capitano prese posto.
>
>
>
> “Buongiorno a tutti. Immagino che abbiate notato che abbiamo cambiato
> rotta durante la notte,” disse, saltando a piè pari i preamboli.
>
> Una serie di cenni affermativi arrivò dai presenti. Glasgow, Hair e
> Carpenter, allineati alla sua sinistra, sembravano incuriositi ma non
> particolarmente colpiti dal cambio di rotta. Più che altro in attesa di
> conoscere la natura della loro nuova missione. D’altra parte, non si
> raggiungono certe posizioni all’interno della Flotta senza una buona dose
> di elasticità mentale. La Alluso, seduta accanto al primo ufficiale, i
> lunghi capelli raccolti dietro la testa, pareva invece vagamente allarmata,
> espressione che Hesse aveva imparato ad attribuire ad ogni capo della
> sicurezza  che si rispetti di fronte a repentini cambi di programma.
>
>
>
> “Non siamo più diretti alla base 210, quindi,” disse la donna. Più che una
> domanda, si trattò di una constatazione. “Il randez vous con la Norway è
> annullato?”
>
>
>
> Le teste di tutti si voltarono dal capo della sicurezza al capitano, in
> palese attesa della risposta. Demian di certo non voleva deluderli. A dir
> la verità, quasi non vedeva l’ora.
>
>
>
> “No, Comandante. Siamo invece diretti su Forshan,”
>
> “Forshan?” domandò Hair, piegandosi leggermente in avanti e poggiando i
> gomiti sul piano.
>
> “E’ un protettorato federale, dico bene?” si inserì Cartpenter.
>
>
>
> Hesse annuì. “Piccolo, abbastanza remoto e di recente creazione. Non mi
> stupisce che alcuni di voi non ne abbiano mai sentito parlare. La
> Federazione l’ha annesso qualche mese fa a solo un anno dal primo contatto,
> ma, data la scarsa importanza strategica e il fatto che la popolazione
> nativa abbia da poco scoperto la curvatura e quindi non sia
> tecnologicamente al nostro livello, i servizi di informazione hanno
> dedicato alla notizia scarsa risonanza.”
>
> “Un anno? Come mai così rapidamente?” domandò Glasgow.
>
> “Il governo Forshan era già planetario prima del loro debutto sulla scena
> galattica e ha avanzato la richiesta di annessione solo poche settimane
> dopo il primo contatto. Il consiglio della Federazione ha ritenuto, come
> altre volte in passato, di aver bisogno di ogni alleato disponibile.
> Tuttavia,” continuò Hesse, “il motivo per cui andiamo lì è di tutt’altra
> natura.”
>
>
>
> La Alluso si mosse appena sulla poltroncina. “C’è stato qualche problema?”
>
> “Non esattamente.”
>
> “Non ancora, almeno,” commentò Margret.
>
>
>
> Hesse le gettò uno sguardo obliquo. “La settimana scorsa il governo
> Forshan ha richiesto supporto tecnico e scientifico alla Federazione a
> seguito di una scoperta alquanto… inaspettata.” L’uomo si fermò per un
> istante, assaporando la curiosità che impregnava letteralmente l’aria della
> sala tattica. “Pare che una delle loro navi impegnata in un collaudo sia
> incappata in uno strano fenomeno che si è rivelato poco dopo essere
> l’ingresso di un tunnel spaziale.”
>
> “Un tunnel spaziale?” domandò Carpenter, lanciando un’occhiata intorno.
> “Non c’è mai stata traccia di alcun fenomeno del genere in quella zona.”
>
> “Infatti. Pare che il tunnel non sia mai stato scoperto prima.”
>
> “Un di nuova formazione?” chiese Hair.
>
> L’ufficiale scientifico scosse appena il capo. “Beh, non necessariamente.
> Potrebbe trattarsi di un fenomeno periodico. Se il periodo fosse, diciamo,
> di qualche secolo, sarebbe la prima volta che qualcuno da quelle parti ha
> la capacità di rilevarlo.”
>
> “Pare che i tunnel spaziali vadano di gran moda in quest’ultimo secolo,”
> commentò distrattamente Glasgow.
>
>  “E non è sempre stato un bene,” aggiunge la Alluso. “Se fosse vero,
> potrebbe essere una scoperta di enorme importanza strategica e di
> conseguenza attirare guai.”
>
> “Per non parlare della rilevanza scientifica,” interloquì Carpenter.
>
> “E delle possibilità che aprirebbe. Hanno già scoperto dove porta?”
> domandò Glasgow.
>
>
>
> “Proprio per questo hanno richiesto il nostro aiuto,” rispose Margret
> intrecciando le dita sul piano. “Non hanno la tecnologia per inviare una
> nave in sicurezza, così si sono limitati ad una sonda. Ma non appena è
> arrivata dall’altra parte, si sono persi tutti i contatti. Niente
> comunicazioni né telemetria. Lo stesso è accaduto alla sonda della Thyco,
> il vascello scientifico inviato sul posto dalla flotta.”
>
> “Il che sembrerebbe suggerire che la distanza sia notevole. Sempre che le
> analisi non abbiano rilevato qualche problema strutturale…” riflettè
> l’ufficiale scientifico. “Sono certi che la sonda sia arrivata dall’altra
> parte intera?”
>
> “Le scansioni non hanno rilevato alcun genere di anomalia, almeno per il
> momento. Tutto indica che il passaggio sia sicuro. La sonda della Thyco era
> programmata per rientrare nel tunnel e tornare indietro immediatamente. E
> così ha fatto. Per questo stiamo andando là.”
>
> Hesse annuì. “Faremo parte di una taskforce il cui compito sarà supportare
> il governo Forshan durante le analisi.”
>
> “Immagino vogliano anche evitare problemi,” aggiunse la Alluso.
>
> Il capitano annuì. “Ufficiosamente, sì. Vista la vicinanza al confine, la
> Flotta vuole essere sicura che non ci siano imprevisti. Arriveremo là per
> le 18.00 di domani, dopo una breve sosta alla base 312 dove imbarcheremo il
> nostro nuovo consigliere, il tenente comandante Hana.”
>
>
>
> Vari cenni di assenso corsero intorno al tavolo, poi Carpenter si sporse
> leggermente ponendo la domanda logicamente successiva. Hesse era stupido
> che nessuno l’avesse chiesto prima.
>
> “Signore, la sonda della Thyco ha rivelato dove porta il tunnel?”
>
> Demian annuì. “Pare di sì. Naturalmente i dati dovranno essere confermati,
> ma pare proprio che il punto di uscita si trovi al di fuori della nostra
> galassia.”
>
>
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