[Stml11] [8.00 - Margret - Dall'altra parte dell'universo]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 19:32:20 CET
Sono contenta ti sia piaciuto ;-)
Onestamente non ho fatto caso alla data, ho semplicemente seguito la
prassi dando quella "odierna". Deciderà il capitano, ma piuttosto che
star lì a farti cambiare il cv non credo ci siano problemi se anche
spostiamo la data del brano. Tanto non siamo legati a niente di
immediato, mi pare. Capitano, tu che dici?
Il 02/11/2017 14:20, Ilenia De Battisti ha scritto:
> Il brano è stupendo, mi piace tantissimo. ^^
> Unico problema, che riguarda più l'arrivo della mia consigliera che
> altro: nella biografia lei riceve l'incarico nel 2397, ma sulla base
> del brano salirebbe a bordo a inizio novembre 2396.. o cambio la
> biografia per dire che sale a bordo alla fine del 2396 o non saprei
> come giustificare che l'attribuzione qui avviene adesso e nel
> curriculum vitae l'anno successivo.
>
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail>
> Mail priva di virus. www.avast.com
> <https://www.avast.com/sig-email?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=webmail>
>
>
>
> Il giorno 2 novembre 2017 13:32, Maddalena <vampitrill a gmail.com
> <mailto:vampitrill a gmail.com>> ha scritto:
>
> Non è che avessi tutte queste grandi idee all'inizio, onestamente,
> per cui spero vi piaccia.
>
> Maddy
>
> ----------------------------------
>
> *Luogo indefinito – Tempo indefinito*
>
> **
>
> “Svegliati. Avanti, svegliati.”
>
> “Cosa?”
>
> “Ti devi svegliare. Avanti, svegliati.”
>
> Il buio era completo, tanto che Margret si chiese se aveva davvero
> aperto gli occhi. La voce di Hesse, tuttavia, le arrivò
> chiarissima. Avvertiva la sua presenza accanto a sé e il braccio
> di lui le sollevò le spalle, aiutandola a mettersi seduta.
>
> “Dove… che sta succedendo? Non vedo nulla.”
>
> “Nemmeno io. Stai bene?”
>
> “Sì, credo di sì. Tu?”
>
> “Sì.”
>
> “Dove siamo? Dov’è l’equipaggio?”
>
> “Non lo so.”
>
> “Che cosa è successo?”
>
> “Non lo so. Non so nemmeno quanto tempo è passato. So solo che non
> è la Tokugawa. E che siamo soli.”
>
> No, di certo non era la Tolugawa. Margret tese le antenne,
> tentando di percepire qualcosa oltre al buio opprimente e al
> silenzio. Non avvertì nulla, se non un lieve pizzicore, lo stesso
> che si prova quando la polvere sospesa fa bruciare gli occhi.
> L’aria era secca, fredda e… neutra, priva di qualunque odore
> particolare. Si mosse, avvertendo il braccio di Hesse accanto a
> lei e un pavimento metallico, duro e freddo, sotto di loro. Le
> loro voci avevano rimbombato leggermente come tra pareti
> metalliche estremamente lontane.
>
> Sentì Hesse mettersi in piedi con cautela accanto a lei e accettò
> la mano che le offriva, alzandosi a sua volta.
>
> “Che cosa facciamo ore?” chiese la donna. “Dobbiamo cercare di
> capire dove siamo.
>
> “Esattamente quello che pensavo,” rispose lui, avviandosi.
>
> **
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Mensa – 1 Novembre 2396 – Ore 00.35*
>
> La sala mensa era sempre quasi completamente vuota a quell’ora.
> Troppo tardi per chi staccava dal turno gamma e ancora presto per
> chi si apprestava al delta, al massimo poteva contare su qualche
> ritardatario che amava le ore piccole o su qualche membro del
> personale nel mezzo di una notte insonne.
>
> Era un orario che a Margret piaceva particolarmente.Le piacevano i
> rumori sommessi tipici del ciclo notturno della nave, le piaceva
> la calma che si respirava, come se la Tokugawa stessa dormisse.
> Persino i dolcetti al cocco sembravano avere un sapore migliore a
> quell’ora.
>
> Sopra ogni cosa , però, le piaceva la completa e sicura mancanza
> di disturbatori che…
>
> “Ehi, di nuovo le ore piccole? Vedo che non hai perso l’abitudine…”
>
> Hesse prese posto allegramente nella sedia vuota di fronte a lei.
> Si prese anche un dolcetto al cocco, ficcandoselo in bocca con
> gusto. Le antenne di Margret si afflosciarono leggermente.
>
> “Fai pure.”
>
> “Ah-ah.”
>
> L’andoriana sospirò, si appoggiò allo schienale e allontanò da sé
> il piatto ormai quasi vuoto.
>
> “Nemmeno tu hai perso l’abitudine di sederti senza permesso.”
>
> “Sono il capitano. Si potrebbe dire che l’unico a concedere
> permessi da queste parti sono io.”
>
> “E te la godi da morire, vero?”
>
> “Da morire,” confermò lui con un ampio sorriso e un’alzata di
> sopracciglia. “Comunque… sapevo di trovarti qui. So che quando
> mangi non vuoi essere disturbata...”
>
> “Dunque lo fai per puro spirito di contraddizione?” lo interruppe
> la donna, poggiando i gomiti sul tavolo e tendendo le antenne
> verso di lui.
>
> Non avrebbe mai sorriso apertamente, ma Hesse sapeva che quel
> sorriso era lì, nascosto sotto la superficie. Dopotutto, da tempi
> della Fox, quel gioco fra loro era sempre uguale.
>
> “Anche per quello. Di solito, almeno.”
>
> “Non questa volta?” La donna aggrottò leggermente le sopracciglia.
> Oltre al sorriso, ora, c’era anche curiosità sotto la superficie.
> Hesse pareva di un disgustoso buon umore decisamente non
> giustificato dall’ora, dal luogo o dai dolcetti al cocco.
>
> “No, non questa volta.”
>
> Il capitano posò sul piano del tavolo un piccolo padd e lo fece
> scivolare verso la donna. Le dita di lei scorsero quanto vi era
> riportato, quindi il primo ufficiale alzò occhi e antenne sull’amico.
>
> “Non è possibile.”
>
> “Non è probabile.”
>
> “E’ stato accertato?”
>
> “Non ancora. Andiamo là proprio per questo.”
>
> “Quando?”
>
> “Ho già fatto modificare la rotta. Informerò gli ufficiali
> superiori domani mattina al briefing. Beh, questa mattina ormai,”
> aggiunse con uno sguardo all’ora.
>
> “Le implicazioni sarebbero…”
>
> “Già.”
>
> “E’… è incredibile…”
>
> “Già,” rispose lui soddisfatto, mangiando l’ultimo dolcetto.
> Margret quasi non se ne accorse.
>
> *Flashback*
>
> *USS Tokugawa – Sala Tattica -1 Novembre 2396 – Ore 7.58*
>
> Quando Hesse entrò in sala tattica, lo staff di comando era già
> tutto presente. Lasciò scorrere rapidamente lo sguardo intorno al
> tavolo, sui volti dei suoi ufficiali in piedi a metà per il saluto
> formale, abitudine che non avevano ancora perso nonostante i suoi
> incoraggiamenti in tal senso. Fece cenno a tutti di rimanere
> comodi, quindi si avviò verso il posto a capotavola. Alla sua
> destra Margret era già seduta, un padd e una tazza di caffè posati
> sul piano di fronte a lei, la schiena e le antenne dritte, in attesa.
>
> Il capitano prese posto.
>
> “Buongiorno a tutti. Immagino che abbiate notato che abbiamo
> cambiato rotta durante la notte,” disse, saltando a piè pari i
> preamboli.
>
> Una serie di cenni affermativi arrivò dai presenti. Glasgow, Hair
> e Carpenter, allineati alla sua sinistra, sembravano incuriositi
> ma non particolarmente colpiti dal cambio di rotta. Più che altro
> in attesa di conoscere la natura della loro nuova missione.
> D’altra parte, non si raggiungono certe posizioni all’interno
> della Flotta senza una buona dose di elasticità mentale. La
> Alluso, seduta accanto al primo ufficiale, i lunghi capelli
> raccolti dietro la testa, pareva invece vagamente allarmata,
> espressione che Hesse aveva imparato ad attribuire ad ogni capo
> della sicurezzache si rispetti di fronte a repentini cambi di
> programma.
>
> “Non siamo più diretti alla base 210, quindi,” disse la donna. Più
> che una domanda, si trattò di una constatazione. “Il randez vous
> con la Norway è annullato?”
>
> Le teste di tutti si voltarono dal capo della sicurezza al
> capitano, in palese attesa della risposta. Demian di certo non
> voleva deluderli. A dir la verità, quasi non vedeva l’ora.
>
> “No, Comandante. Siamo invece diretti su Forshan,”
>
> “Forshan?” domandò Hair, piegandosi leggermente in avanti e
> poggiando i gomiti sul piano.
>
> “E’ un protettorato federale, dico bene?” si inserì Cartpenter.
>
> Hesse annuì. “Piccolo, abbastanza remoto e di recente creazione.
> Non mi stupisce che alcuni di voi non ne abbiano mai sentito
> parlare. La Federazione l’ha annesso qualche mese fa a solo un
> anno dal primo contatto, ma, data la scarsa importanza strategica
> e il fatto che la popolazione nativa abbia da poco scoperto la
> curvatura e quindi non sia tecnologicamente al nostro livello, i
> servizi di informazione hanno dedicato alla notizia scarsa risonanza.”
>
> “Un anno? Come mai così rapidamente?” domandò Glasgow.
>
> “Il governo Forshan era già planetario prima del loro debutto
> sulla scena galattica e ha avanzato la richiesta di annessione
> solo poche settimane dopo il primo contatto. Il consiglio della
> Federazione ha ritenuto, come altre volte in passato, di aver
> bisogno di ogni alleato disponibile. Tuttavia,” continuò Hesse,
> “il motivo per cui andiamo lì è di tutt’altra natura.”
>
> La Alluso si mosse appena sulla poltroncina. “C’è stato qualche
> problema?”
>
> “Non esattamente.”
>
> “Non ancora, almeno,” commentò Margret.
>
> Hesse le gettò uno sguardo obliquo. “La settimana scorsa il
> governo Forshan ha richiesto supporto tecnico e scientifico alla
> Federazione a seguito di una scoperta alquanto… inaspettata.”
> L’uomo si fermò per un istante, assaporando la curiosità che
> impregnava letteralmente l’aria della sala tattica. “Pare che una
> delle loro navi impegnata in un collaudo sia incappata in uno
> strano fenomeno che si è rivelato poco dopo essere l’ingresso di
> un tunnel spaziale.”
>
> “Un tunnel spaziale?” domandò Carpenter, lanciando un’occhiata
> intorno. “Non c’è mai stata traccia di alcun fenomeno del genere
> in quella zona.”
>
> “Infatti. Pare che il tunnel non sia mai stato scoperto prima.”
>
> “Un di nuova formazione?” chiese Hair.
>
> L’ufficiale scientifico scosse appena il capo. “Beh, non
> necessariamente. Potrebbe trattarsi di un fenomeno periodico. Se
> il periodo fosse, diciamo, di qualche secolo, sarebbe la prima
> volta che qualcuno da quelle parti ha la capacità di rilevarlo.”
>
> “Pare che i tunnel spaziali vadano di gran moda in quest’ultimo
> secolo,” commentò distrattamente Glasgow.
>
> “E non è sempre stato un bene,” aggiunge la Alluso. “Se fosse
> vero, potrebbe essere una scoperta di enorme importanza strategica
> e di conseguenza attirare guai.”
>
> “Per non parlare della rilevanza scientifica,” interloquì Carpenter.
>
> “E delle possibilità che aprirebbe. Hanno già scoperto dove
> porta?” domandò Glasgow.
>
> “Proprio per questo hanno richiesto il nostro aiuto,” rispose
> Margret intrecciando le dita sul piano. “Non hanno la tecnologia
> per inviare una nave in sicurezza, così si sono limitati ad una
> sonda. Ma non appena è arrivata dall’altra parte, si sono persi
> tutti i contatti. Niente comunicazioni né telemetria. Lo stesso è
> accaduto alla sonda della Thyco, il vascello scientifico inviato
> sul posto dalla flotta.”
>
> “Il che sembrerebbe suggerire che la distanza sia notevole. Sempre
> che le analisi non abbiano rilevato qualche problema strutturale…”
> riflettè l’ufficiale scientifico. “Sono certi che la sonda sia
> arrivata dall’altra parte intera?”
>
> “Le scansioni non hanno rilevato alcun genere di anomalia, almeno
> per il momento. Tutto indica che il passaggio sia sicuro. La sonda
> della Thyco era programmata per rientrare nel tunnel e tornare
> indietro immediatamente. E così ha fatto. Per questo stiamo
> andando là.”
>
> Hesse annuì. “Faremo parte di una taskforce il cui compito sarà
> supportare il governo Forshan durante le analisi.”
>
> “Immagino vogliano anche evitare problemi,” aggiunse la Alluso.
>
> Il capitano annuì. “Ufficiosamente, sì. Vista la vicinanza al
> confine, la Flotta vuole essere sicura che non ci siano
> imprevisti. Arriveremo là per le 18.00 di domani, dopo una breve
> sosta alla base 312 dove imbarcheremo il nostro nuovo consigliere,
> il tenente comandante Hana.”
>
> Vari cenni di assenso corsero intorno al tavolo, poi Carpenter si
> sporse leggermente ponendo la domanda logicamente successiva.
> Hesse era stupido che nessuno l’avesse chiesto prima.
>
> “Signore, la sonda della Thyco ha rivelato dove porta il tunnel?”
>
> Demian annuì. “Pare di sì. Naturalmente i dati dovranno essere
> confermati, ma pare proprio che il punto di uscita si trovi al di
> fuori della nostra galassia.”
>
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