[Stml11] R: [Capitano D. Hesse - 8.04] In un labirinto
Vanessa Marchetti
hazyel91 a gmail.com
Dom 21 Gen 2018 19:34:47 CET
Due in salvo.. una cosa soltanto non mi torna.. non ci può essere una sola infermiera in infermeria.. che se manca De Chirico siamo rovinati.. magari ho capito male io il pezzetto, ma forse occorre rimodularlo se lo leggete anche voi in questo senso.
Invece domanda a Ileana.. nella task force orbitante attorno al pianeta abbiamo la Tokugawa, la Leonardo (unità scientifica avanzata) e la Thyco, il vascello scientifico della sonda iniziale.. è corretto?
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Tenente Comandante Francesca Alluso
Capo SEC/TAT
USS Tokugawa NCC-51868
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Da: Capitano Demian Hesse
Inviato: domenica 21 gennaio 2018 18:53
A: USS Tokugawa
Oggetto: [Stml11] [Capitano D. Hesse - 8.04] In un labirinto
Ciao ragazzi, finalmente, dopo varie vicissitudini sono riuscita a scrivere il brano!
Eccolo, spero vi piaccia.
Ciao e buon fine week end!
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Luogo imprecisato - 4 Novembre 2397 - Ore 01.00
“Qualcuno di voi ha una torcia portatile?” domandò il Capitano prima di iniziare la spedizione di recupero.
“Diamine sì!” Rispose Carpenter accendendo la sua torcia portatile incredulo del fatto che non avesse pensato prima ad una cosa così ovvia... Erano nell'oscurità da non si sa quanto tempo e nessuno aveva avuto ancora l'idea di cercare di fare un po di luce. Gli occhi di tutti i presenti si chiusero all'improvviso: come degli animali notturni, i loro occhi si erano praticamente abituati al buio quasi da trovare fastidiosa quella fioca luce che all'improvviso avevano acceso. All'improvviso ebbero la possibilità di capire meglio il luogo in cui si trovavano: era una stanza con pareti, soffitto e pavimento metallico. Tutto aveva lo stesso colore, un grigio scuro assolutamente anonimo. Sembrava quasi una sala ologrammi spenta. La stanza era a forma esagonale e su ciascun lato della stessa si trovava una porta. Era come la partenza, o l'arrivo, di uno strano labirinto. Margret aprì tutte le porte: ciascuna portava in un piccolo corridoio con una ulteriore porta alla fine.
“Credo che sia il caso di trovare il modo di segnare tutti i nostri spostamenti prima di muoverci... ” disse Margret con l'espressione di chi sta dicendo una cosa particolarmente ovvia...
Decisero di segnare i loro spostamenti con un pennarello nero che, non si sa per quale motivo, il Capitano Hesse si trovò nella tasca della divisa.
“Bene! - esclamò Carpenter con una ilarità effettivamente fuori luogo – pare che questo viaggio parta bene!”
Gli sguardi di tutti gli altri lo fecero subito tornare serio.
“Ok, seguendo il ticchettio di cui parlavamo, dovremmo andare da quella parte” disse Hesse indicando una delle sei porte e tutti si incamminarono, ben in guardia, verso quella direzione.
Prima di recuperare Hair, anche lui completamente al buio, il gruppo dovette aprire, e segnare, ben altre cinque porte.
“Ragazzi, non potete capire come sono felice di vedervi! - Esclamò Albert con un sorriso da bambino sugli occhi – Ma sapete per caso dove ci troviamo?”
“Negativo - rispose Margret – per il momento siamo venuti a recuperare lei. Adesso dobbiamo recuperare De Chirico e Shnar, dopo di che cercheremo di capire dove ci troviamo e troveremo un modo per tornare alla nostra nave”.
“De Chirico e Shnar si trovano qua vicino, propongo di muoverci” disse Hana mentre Carpenter ancora raccontava ad Hair della loro stanza esagonale iniziale.
“Direi che sia il caso, facciamolo prima che la torcia ci abbandoni...” disse Hesse e tutti si misero di nuovo in cammino seguendo le indicazioni di Hana.
USS Tokugawa – Laboratorio scientifico - 4 Novembre 2397 - Ore 07.30
La Tokugawa era stata messa in quarantena, ancora non si era capito cosa avesse portato gli ufficiali superiri in quella situazione di stasi. L'infermeria, privata dal suo Ufficiale medico capo, brancolava ancora nel buio e quello che erano riusciti a fare fino a quel momento era stato solo di assicurarsi che le condizioni di vita dei 'malati' rimanessero stabili.
Nel laboratorio invece, era stata adibita una specie di cabina di contenimento, in cui si stava studiando la sonda che era stata mandata nel tunnel spaziale. La Alluso aveva dato ordine preciso di non entrare assolutamente in contatto con questa ma di trovare comunque il modo di continuarla a studiare... e fu esattamente quello che gli ufficiali scientifici stavano alacremente facendo. Non avevano trovato ancora nulla di interessante, tranne per il fatto che fosse avvolta da una specie di polvere stellare di colore grigio scuro composta da una sorta di lega metallica sconosciuta. Non avevano ancora scoperto nulla, ma l'attenzione e la velocità con cui allestirono tutto faceva presumere che presto avrebbero avuto delle novità. Inoltre, avevano la possibilità di avvalersi delle strumentazioni più avanzate di una nave Scientifica della Flotta richiamata sul posto per studiare quello stesso tunnel spaziale. Il Capitano della USS Leonardo avrebbe voluto studiare direttamente a bordo della sua nave quello strano composto rientrato con la sonda, ma le condizioni di quarantena della Tokugawa impedivano qualunque tipo di contatto tra equipaggi. Furono così costretti a mandare attrverso il teletrasporto, uno spettrografo di massa ed altre strumentazioni più avanzate di cui la Tokugawa non disponeva.
USS Tokugawa – Infermeria - 4 Novembre 2397 - Contemporaneamente
Anche in infermeria si lavorava alacremente per cercare di capire come svegliare i corpi degli ufficiali. Al momento avevano provato con diverse misture di farmaci, ma senza alcun risultato. Il dottore così lasciò perdere qualunque tipo di somministrazione.
All'improvviso, la capsula del dottor de Chirico iniziò ad emettere gli stessi suoni di allarme che erano stati emessi qualche ora prima da quella della Alluso. L'infermiera corse a controllare cosa stesse succedendo e trovò il suo capo, sveglio, quasi affogato nel liquido di contenimento. Velocemente impartì il comando di apertura così che il medico, miracolosamente sveglio, capitobolò a terra in preda agli spasmi per il rischio appena corso di soffocamento.
“Sto bene, sto bene...” disse questo quando si rese conto che la sua infermiera era spaventatissima e questa tirò un sospiro di sollievo, finalmente non era più da sola a gestire quella situazione.
Luogo imprecisato – 4 Novembre 2397 – Pochi istanti prima
De Chirico e Shnar erano appena usciti dal piccolo tunnel in cui si erano ritrovati all'improvviso. Strisciando erano riusciti ad arrivare in una stanza un po più grande. Non vedevano comunque nulla, ma da come rimbombavano le loro voci avevano capito di non trovarsi in uno stanzone ma neanche erano più in un angusto cunicolo.
All'improvviso sentirono come una porta aprirsi, entrambi scattarono in piedi alla velocità della luce e si misero in guardia. Nessuno dei due era mai stato un combattente, sicuramente de Chirico non aveva neanche mai studiato nessun tipo di arte da combattimento, ma l'adrenalina ti fa fare cose strane, così entrambi i due amici si trovarono spalla a spalla e pronti a combattere. Certo Shnar era un andoriano, per cui magari di carattere poteva essere un po più sveglio ed atletico del suo amico dottore, ma alla fine il timoniere aveva la passione per la musica, anche lui non aveva quasi mai fatto male ad una mosca...
Dalla porta intraviderò una luce fioca che si avvicinava, non riuscirono a vedere nulla di quello che c'era dietro la luce, visto che i loro occhi rimasero abbagliati ma Hesse fu più veloce di loro a parlare, calmandoli entrambi: “Siamo noi, tranquilli.” Mai come in quel momento la voce del loro Capitano fu così rassicurante per i due...
“O mio dio non potete capire quanto siamo contenti di vedervi tutti!” esclamò de Chirico e iniziò ad abbracciare tutti. Tranne il Capitano, si intende, lui era sempre molto restio ai contatti e continuò ad esserlo anche in quella circostanza. Hair si era avvicinato ai due per salutarli: abbracciato Shnar stava per fare la stessa cosa con il dottore quando l'immagine di questo iniziò a sfarfallare. Il suo corpo iniziò ad essere sempre più incorporeo. Hair aveva avuto come l'impressione di abbracciare un fantasma, alla fine de Chirico sparì nel nulla.
“Lui non è più qua con noi, non lo avverto più” disse Hana dopo un attimo di sgomento generale.
Hesse diede un pugno di frustrazione alla parete della stanza facendosi anche male alle nocche.
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Capitano Demian Hesse
USS Tokugawa
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Sype: dolcevoloo
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*** L'unica differenza tra un pazzo e me è che io non sono pazzo ***
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