[Stml11] [10.05] Eliminare la zavorra
Ilenia De Battisti
fulmine791 a gmail.com
Mer 22 Maggio 2019 23:38:46 CEST
Buonasera,
spero vi piaccia.
Buona lettura!
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Brano: 10.05
Titolo: Eliminare la zavorra
Autore: Ten. Cmd. Hana (Ilenia)
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- Flashback -
USS T’Karn - Plancia
6 aprile 2399, ore 10.15
Tramortire il Comandante una nave stellare facendolo teletrasportare in una
cella detentiva senza far sorgere dubbi all’equipaggio è qualcosa piuttosto
semplice quando la maggior parte della sezione sicurezza è parte
dell’ammutinamento, ma prima o poi il resto dell’equipaggio si sarebbe
certamente accorto che quello stacanovista del Capitano era svanito nel
nulla. Il Comandante Jerry Callinter lo sapeva fin troppo bene; una volta
messa in moto l’operazione per prendere il controllo della nave avrebbe
avuto poco tempo per agire e la prima tappa obbligata era la plancia.
Salì sul turbolift assieme a quattro membri della sicurezza, l’arma era
celata al cinturone mentre avanzava alla postazione di comando.
“Cambio di rotta, dirigersi alle coordinate che vi sto inviando..” digitò
al tastierino della postazione di comando “Curvatura 8, attivare!”
Tutti i membri presenti in plancia restarono per qualche attimo perplessi,
osservandosi fra loro senza comprendere il cambio dei piani “Signore, si
tratta di dirigersi esattamente dalla parte opposta rispetto alla nostra
meta.. il Capitano è stato qui poco tempo fa e aveva ribadito al Comando
che saremmo giunti in tempo per i trattati di pace su Asgaerd”
“Cambio di piani..” la voce del Comandante era asciutta, segno che non
intendeva lasciar spazio ad eventuali obiezioni, e nel mentre gli ufficiali
della sicurezza si disposero a raggiera pronti ad intervenire. Gli altri
ufficiali in plancia sembravano aver intuito che qualcosa in quanto stava
succedendo era maledettamente sbagliato, ma quando il Comandante e i suoi
complici aprirono il fuoco finirono uno ad uno a terra privi di sensi.
Il Comandante Callinter osservò gli ufficiali a terra per qualche attimo
prima di far segno ai suoi di prendere posto alle consolle “La prima parte
era in fin dei conti semplice.. ora passiamo al resto” si voltò alla
consolle dei controlli ambientali e sorrise “Tenente.. li mandi tutti a
nanna”
Il Tenente si limitò ad annuire, isolando la plancia e la stiva tre per poi
immettere forti dosi di axonon all’interno del sistema di ricircolo
dell’aria della nave “E’ inodore, fra poco perderanno tutti i sensi ad
eccezione nostra ed i nostri colleghi che si sono rifugiati nella stiva
prestabilita”
“Molto bene, pochi attimi e la nave sarà nostra!” il tono di vittoria di
Callinter non sembrava condiviso dai suoi complici “Beh, cos’è quella
faccia?”
“Signore.. siamo all’incirca una trentina di persone che si sono ammutinati
e questa è una nave stellare, non siamo assolutamente sufficienti per
gestire questo vascello con un numero così esiguo di persone.. senza
contare che potremmo anche tenere quegli uomini sedati ma per quanto?”
“E se li dovessimo solo rinchiudere, quanto tempo ci vorrebbe perché
studino un piano per riprendersi la nave o mandare una richiesta d’aiuto..
sono nostri colleghi, sappiamo quanto sono bravi nel proprio lavoro”
Callinter alzò una mano osservandoli “Di questo non dovete preoccuparvi,
tempo un paio di giorni e questa nave avrà un nuovo equipaggio..” poi fece
spallucce “E per quanto riguarda la zavorra, la galassia è un luogo
immenso.. li scaricheremo su un pianeta qualsiasi”
Alfa Centauri City - Ospedale centrale
Reparto di Terapia Intensiva
7 Aprile 2399 ore 03.03
La dottoressa Lory May se ne stava quasi stravaccata sulla poltroncina
dell’accettazione sfogliando con sguardo annoiato quella serie di cartelle
mediche quasi interminabile relativa ai pazienti ricoverati in reparto; già
la terapia intensiva non era il massimo come area dell’ospedale, del resto
si lavorava al solo scopo di ingannare la morte e spesse volte non ci si
riusciva, ma finire addirittura al turno di notte era davvero l’apoteosi
della sfortuna! Sospirò per un attimo osservando la foto del caporeparto
posizionata alla parete con la scritta “miglior medico del mese” per poi
scuotere la testa.
Lory May si stiracchiò boffonchiando “Altro che miglior medico, quel
bastardo fedigrafo non saprebbe riconoscere il suo naso dal culo di un
babbuin...” il suono degli allarmi scattati all’improvviso nella sala la
fecero scattare in piedi.
Rapidamente la dottoressa si portò al terminale per controllare in quale
stanza fossero scattati i sensori salvavita “Camera 16B.. Comandante
Durston” pronunciò a mezza voce quelle parole per poi scattare rapidamente
verso il corridoio di destra e correre quasi a perdifiato per raggiungere
la stanza.
Percorse quella distanza in pochi minuti ed aveva già la mano sulla porta
quando qualcosa la fece fermare per pochi istanti; si voltò quasi d’istinto
verso il corridoio di destra con la netta sensazione di aver visto l’ombra
di qualcuno che si allontanava nella direzione opposta alla sua, ma chi
poteva mai essere? Il reparto di terapia intensiva ospitava moltissimi
pazienti ma nessuno di essi avrebbe potuto alzarsi in piedi e mettersi a
correre per l’ospedale, già era tanto se muovevano di tanto in tanto una
mano o un piede! Per un attimo ipotizzò che potesse trattarsi di un medico,
un collega di qualche altro reparto, ma quale dottore sentendo gli allarmi
salvavita avrebbe mai deciso di scappare lasciando morire il paziente? Lo
stesso si poteva dire degli infermieri, nessuno lo avrebbe mai fatto!
Scosse il capo per un attimo massaggiandosi gli occhi e maledicendo i turni
di notte, poi sentì arrivare gli infermieri ed entrò nella stanza
osservando i monitor.
La Camera del Comandante Durston, fra allarmi sonori e visivi, sembrava
essersi trasformata in una sorta di macabra discoteca ma oramai la
dottoressa May non vi faceva neppure caso; la sua attenzione fu
immediatamente attirata dal pannellino del biolettino.
“Signori sapete la procedura..” Lory si mosse rapida verso il carrello
degli strumenti “Arresto cardiorespiratorio in corso, una dose di
lectrazina ed attivate la funzione del biolettino per la respirazione
artificiale”
L’infermiera non se lo fece ripetere e mentre iniettava il farmaco
attivando le respirazione indotta, appoggiò sul petto del paziente lo
stimolatore cardiaco attivandolo. Le macchine iniziarono a compensare le
due funzioni vitali compromesse e gli allarmi si spensero quasi tutti.
“Dottoressa, il paziente è cerebralmente morto..” l’infermiera fissò i dati
restando poi in silenzio
“Come è possibile? Il tempo è stato troppo breve per aversi un ipossia
cerebrale tale da compromettere completamente il cervello.. forse era
possibile qualche danno secondario ma.. non a questi livelli!” la
dottoressa May rimase per un po’ a fissare i dati che scorrevano sul
pannellino del biolettino “Possibilità di errore?”
“Nessuna dottoressa, il biolettino funziona correttamente” rispose
l’infermiera
“Tutto ciò mi sembra strano, ma non sta a noi capire cosa possa essere
andato storto.. lascio la patata bollente ai medici legali..” quindi portò
nuovamente lo sguardo sul pannellino sospirando “Comandante Durston.. ora
del decesso 03.07”
Alfa Centauri City - Ospedale centrale
7 Aprile 2399 - contemporaneamente
Aveva compiuto la propria missione in tempi record, aveva lasciato le
stanze in cui era ricoverato il Comandante Durston ed aveva lasciato il
corridoio il più rapidamente possibile, ma forse non era comunque stato
abbastanza; Silvia Blighter si bloccò subito dopo aver chiuso dietro di sé
la porta che la portava fuori dal reparto con la netta impressione che la
dottoressa di turno poteva risultare una testimone scomoda, una scocciatura
non prevista che avrebbe potuto farla finire sulla graticola. La mente
della giovane vagliò le possibili azioni da compiere ma, dopo aver escluso
la possibilità di tornare indietro al solo scopo di eliminare anche la
dottoressa, riprese la sua corsa in solitario scendendo i tre piani
dell’ospedale e raggiungendo rapidamente i complici nel parcheggio
antistante l’edificio.
“Forza, parti!” Silvia si sedette all’interno della vettura iniziando a
riprendere il fiato
Il giovane boliano alla guida non sembrava attendere altro e partì facendo
quasi sgommare il pesante veicolo “Allora? Dalla rapidità con cui sei
uscita mi fa pensare che qualcosa non sia andato per il verso giusto!”
“Pensa a guidare Wimp, è andato tutto come doveva andare!”
“Quindi perché tanta fretta?” la incalzò il boliano
“Perché sono scattati gli allarmi della stanza e preferisco essere lontana
prima che qualcuno possa iniziare a fare due più due, cosa che fra l’altro
dovresti volere anche tu!”
“Certo che.. proprio un gran sicario sei! Non hai pensato che ci potessero
essere degli allarmi salvavita in terapia intensiva?”
Silvia guardò il complice con espressione sdegnata “Mi hai preso per
idiota? A parte che solitamente io non faccio la sicaria.. ad ogni modo
ovvio che sapevo dell’allarme, così come lo sapeva l’organizzazione, ma era
assolutamente necessario che il Comandante Durston morisse prima che
malauguratamente riprendesse conoscenza e desse qualche informazione alla
flotta!” sbuffò con espressione stizzita “Non c’era il tempo per riuscire
ad ottenere i codici di sicurezza di un edificio civile come il maggior
ospedale di Alfa Centauri City e quindi hanno pensato di mandarci qualcuno
di molto rapida nel muoversi!”
“O molto sacrificabile..” la corresse Wimp
“Sei un bastardo!” Silvia incrociò le braccia al petto “Piuttosto, dovremo
scoprire e tenere monitorata la dottoressa che era di turno questa notte”
“Non mi dire che ti sei fatta vedere!”
“Assolutamente no!” rispose con una certa veemenza Silvia “A parte che
anche se avesse visto qualcosa, al massimo avrebbe visto un’ombra in fondo
ad un corridoio! Oltretutto avevo il cappuccio e sapevo dove erano le
telecamere.. non riusciranno a ricavare il mio volto da nessuna di esse! Ad
ogni modo non si sa mai, un controllino non fa mai male e poi.. morto più,
morto meno, chi ci fa più caso? In caso eliminiamo anche lei e fine!”
USS T’Karn - Plancia
7 aprile 2399, ore 08.22
La nave era nascosta all’interno della nebulosa J7-36 da svariate ore; il
numero esiguo di uomini ancora abili al lavoro era insufficiente per
permettere alla nave di operare come di consueto ma tutto stava per
concludersi. Il Comandante Jerry Callinter sorrise soddisfatto, mentre
seduto alla postazione di comando sentiva il suono acuto della consolle
delle comunicazioni.
“Comunicazione in entrata..” lo avvisò con tono tranquillo l’ufficiale alla
consolle delle comunicazioni “Sono puntuali.. esattamente come c’era da
aspettarsi da loro”
“Ovviamente..” Callinter osservò il sottoposto “La Cura non è uno di quei
patetici gruppi sovversivo nato dalla mente di qualche patetico studente
universitario, siamo arrivati a vari livelli della società e della Flotta..
siamo persone preparate, tutti con specifiche abilità o non avremmo mai
avuto l’onore ed onere di far parte di un progetto così grande e
importante..” si voltò verso lo schermo visore attendendo apparire il volto
del suo capo ma finì per rimanere deluso
“Maestro.. pensavo che a questo punto si sarebbe rivelato..”
=^= A tempo debito, a tempo debito =^= una voce metallica si propagò nella
plancia =^= Abbassa gli scudi così il tuo nuovo equipaggio potrà salire a
bordo =^=
“Si, maestro.. posso chiederle le sorti delle altre navi?”
=^= La USS Stanton e la USS Amabilia sono già in mano nostra, per le altre
è solo questione di tempo =^=
“E.. per il resto dell’equipaggio?”
=^= Fanne ciò che vuoi, non fanno parte dei nostri piani.. liberatevene il
prima possibile =^=
“Pensavo di lasciarli su PT-36.. è un pianeta di classe M piuttosto
isolato, ci vorrà parecchio tempo prima che possano essere ritrovati”
Callinter sembrava essere sulla difensiva, come se sapesse bene di dover
giustificare con cura le proprie scelte “Sono ufficiali preparati ma senza
ulteriori mezzi saranno solo in grado di sopravvivere, non potranno
allertare nessuno ed il piano potrà procedere nonostante tutto”
=^= E per quanto riguarda le alterazioni delle razze? =^=
Callinter non sentì neppure la necessità di chiedere spiegazioni, sapeva
bene a cosa si riferiva; le alterazioni delle razze erano tutti gli ibridi,
ossia coloro che avevano avuto la sfortuna di nascere da due genitori di
razze diverse. L’organizzazione aveva sempre visto di cattivo gusto
l’esistenza di tali obbrobri perchè erano la rappresentazione vivente di
quella perdita di unicità che stavano subendo le varie popolazioni finite
sotto il giogo della Federazione Unita. Tuttavia, benché il Comandante
appoggiasse l’ideale di un ritorno alla purezza razziale, non si sentiva
pronto ad iniziare uno sterminio razziale contro coloro che erano stati
etichettati come inquinamento dei geni razziali.
L’interlocutore sembrò irritarsi parecchio nel vedere Callinter così
titubante =^= Non sei ancora pronto a compiere quanto necessario per
ristabilire l’equilibrio nella galassia.. =^=
“Ma maestro.. si tratta dei nostri colleghi” cercò di difendersi il
Comandante
=^= Sono vite indegne di essere vissute, la morte per loro è solo una
liberazione =^=
“Cerchi di capire, Maestro.. con quelle persone abbiamo condiviso per anni
ogni avventura e disavventura della nave, non possiamo ucciderli..”
=^= Non sei ancora disposto a seguire sino in fondo il grande progetto, la
tua mente è debole ed è per questo che non sei ancora pronto a conoscere
chi io sia.. ma un giorno lo sarai, tutto ti sarà più chiaro =^=
l’individuo rimase per un attimo in silenzio =^= E sia, abbandonali sul
pianeta da te scelto.. =^=
Alfa Centauri City - Ospedale centrale
Reparto di medicina legale - Sala autoptica 3
7 Aprile 2399 - contemporaneamente
Il corpo del Comandante Durston era sdraiato sul freddo tavolo autoptico
coperto parzialmente da un semplice lenzuolo bianco; il silenzio era quasi
assordante mentre il medico legale, il dottor Michael Capear, osservava con
sguardo ancora assonnato la cartella medica del defunto. Dedicò all’analisi
del corpo si e no un quarto d’ora e poi chiuse il proprio rapporto con la
classica dicitura “morte naturale”.
“Dottor Capear, buongiorno..”
La voce del Comandante De Chirico fece voltare il vecchio medico con un
leggero sobbalzo “Buongiorno a lei, giovanotto.. non credo di avere il
piacere di conoscerla”
“Sono il Dottor De Chirico, mi domandavo se fosse possibile darle una mano
su questa autopsia.. quest’uomo aveva una grande importanza per le indagini
sull’attentato, la sua morte è una tragedia”
“Tutte le morti sono una tragedia” il vecchio medico fece un paio di passi
verso il collega “Ad ogni modo è giunto tardi, non credo che vi sia nulla
da trovare.. si tratta di una morte naturale”
“Morte naturale??” la voce di De Chirico sembrò decisamente sorpresa “Ma..
a suo avviso l’ipossia cerebrale non è avvenuta un po’ troppo rapidamente?
La morte cerebrale non avviene dopo meno di due minuti d’aria.. i danni
erano decisamente vasti considerato come sono stati prodotti”
“Era un paziente della terapia intensiva, aveva subito molte lesioni a
causa dell’attentato.. evidentemente lo stress neurale al quale era stato
sottoposto era maggiore di quanto si fosse inizialmente immaginato, oppure
soffriva già di qualche patologia che ha accelerato la degenerazione
neurale.. ad ogni modo non ho trovato nulla che possa indicare una morte
causata da azioni o omissioni altrui!” Capear osservò con espressione
convinta De Chirico per poi procedere verso l’uscita “E in assenza di dati
oggettivi che possano far ipotizzare un omicidio è mio preciso dovere
indicarlo come un caso di morte naturale..”
“Mi scusi collega, ma non sono del tutto convinto dalla naturalità di
questa dipartita.. ritengo che vi sia una certa probabilità che qualcuno
abbia voluto accelerare la morte del Comandante per assicurarsi che non
potesse parlare”
Capear si fermò ad osservare De Chirico “E di grazia, come pensa abbiano
fatto?”
“Ritengo che gli abbiano somministrato una sostanza che agiva come una
sorta di eccitante, possiamo parlare di tossina o di droga; posso presumere
fosse una sostanza in grado di portare ad una sovrastimolazione del
cervello, costringendo il corpo ad accelerare il battito cardiaco.. cosa
che ha portato al blocco cardiorespiratorio e poi a un collasso delle
funzioni cerebrali”
“Mi spiace deluderla, ma ho fatto le analisi del flusso sanguigno e non ho
rilevato alcuna droga o tossina”
“Non tutte le droghe e le tossine sono rilevabili, alcune sostanze non sono
rintracciabili con analisi standard.. se non le dispiace vorrei fare un
piccolo controllo aggiuntivo, tanto per fugare ogni dubbio”
Capear fece spallucce andandosene “Se ha tanta voglia di perdere il suo
tempo faccia pure, io dal canto mio ho di meglio da fare che ricercare
sostanze inesistenti nel cadavere di un uomo”
De Chirico evitò di rispondere a tono al medico legale, sarebbe stato del
tutto inutile discutere con quell’incompetente; piuttosto si portò al
lettino lanciando una nuova scansione standard sul corpo del Comandante
senza individuare nulla di anomalo “Se non altro era vero, non sembrerebbe
esserci nulla di anomalo, ma io non demordo”
Passò alle analisi più specifiche, procedendo con una scansione
submolecolare delle cellule neurali ed il bip che ottenne come risposta lo
fece sorridere soddisfatto; osservò rapidamente i risultati della scansione
per poi sfiorare il comunicatore “Comandante De Chirico a Capitano Hesse,
il Comandante Durston è stato ucciso.. causa del decesso, overdose di
tropolisina”
Pianeta PT-36 - Luogo sconosciuto
7 aprile 2399, ore 10.36
Tutti gli abbandonati della T’Karn si stavano risvegliando a poco a poco
dall’anestesia e si osservavano attorno con un misto di sorpresa e terrore;
nessuno di loro si sarebbe mai aspettato che il loro primo ufficiale, la
persona con cui avevano condiviso gioie e dolori, li avrebbe abbandonati in
un luogo del tutto isolato. Lentamente, ma inesorabilmente, tutti i membri
dell’equipaggio dovettero fare i conti con la triste realtà: si trovavano
in un pianeta di classe M del tutto inabitato, senza viveri e senza mezzi
di comunicazione.
“Signore..” un guardiamarina spaventato si portò dal Capitano “Ora cosa
facciamo?”
Il Capitano P’Jil non si scompose osservando ad uno ad uno i suoi uomini
“Opteremo per la soluzione più logica.. ricercheremo il modo di renderci
individuabili per richiedere aiuto”
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