[Stml13] Vikram - strade che si chiudono, strade che si aprono
Roberto Battistini
rbattis72 a gmail.com
Lun 13 Giu 2016 07:50:45 CEST
Caro Capitano, grazie!!
ecco il pezzo modificato. Spero che non mi siano sfuggite altre "r". Sorry
per l'errore!
======
Vulcano, 24/04/2395 ora terrestre 19.45
La sabbia che ricopriva il pavimento dell’arena si sollevava in leggeri
sbuffi che assumevano una colorazione ocra con il progressivo calare della
luce del giorno. L’aria era calda e pesante e questo non facilitava la
serenità di Raji. Inginocchiato sul pavimento rivestito di un marmo nervato
di colore nero, l’ufficiale OPS accese delle barrette di Wu’klar,
un’essenza vulcaniana assai simile all’incenso e chiuse gli occhi davanti
alla statua di terracotta nera di Hanuman, la divinità hinduista attributo
divino della forza e intelligenza.
“Aum Hum Hanumate namo namah, Shree Hanumate ee namo namah, Jai jai
Hanumate namo namah, Shree Ram Dootaya namo namah” cantilenò a bassa voce,
ripetendo il mantra più volte, fino a che dentro di sé si aprì una nuova
consapevolezza e un’improvvisa calma lo raggiunse. Proprio lì, sul
quell’arido pianeta, Hanuman era la divinità che in quel momento appariva
a Vikram più appropriata, pochi minuti di effettuare il rito del
Kal-if-fee.
La società vulcaniana era matriarcale e, a perfetta conferma di questa
organizzazione, solo la donna poteva decidere di lasciare il proprio
partner. Il problema era che ciò accadeva solo scegliendone un altro che
avrebbe combattuto per lei contro il precedente marito, in un duello
rituale. E in tutto questo Vikram era lo sfidato. E T’Syl, la sua ex moglie.
“E’ giunto il momento, Raji Vikram” disse una voce alle sue spalle. Era
un giovane emissario di T’Syl venuto ad avvertirlo che l’arena lo aspettava.
Raji portò le mani unite alla fronte, alla bocca e al petto e salutò Shri
Hanuman: “Aum Anjaneyaya Namah”, disse a voce bassa. Si alzò in piedi,
avvolto nella sua tunica bianca e rossa e con passo un po’ incerto si
avvicinò al varco che dava sull’arena. Al centro della gradinata lo fissava
T’Syl, con il suo usuale sguardo severo e distaccato. La donna vulcaniana
fece un gesto con la mano e nell’area entrò un vulcaniano, anche lui
avvolto in una tunica bardata da lembi di brillante tessuto dal colore blu.
Era V’kar, il suo sfidante.
Il sole stava scivolando dietro le rocce desertiche e il cielo iniziava a
tingersi di tonalità tra il viola e il blu. Piccoli falò si accesero nel
perimetro dell’arena e il suono di un gong segnò l'inizio del rituale. Lo
sguardo di Vikram incrociò nuovamente gli occhi della sua ex moglie. Cercò
di sondare nel suo cuore se qualcosa ancora restava di ciò che lo aveva
fatto innamorare. Tra le ceneri delle emozioni passate neppure una tiepida
brace ardeva ancora: troppe erano state le differenze di veduta, eccessiva
era stata l'incapacità di entrambi di trovare un contatto intimo e
profondo, quel tipo di vicinanza che rappresentava per Raji la vera
conoscenza, la più ardita condivisione che si potesse sperimentare in una
relazione sentimentale e non solo.
Così non restava che sollevare verso il cielo il coltello, in segno di
accettazione della sfida e di destino di morte.
Raji non era mai stato un abile combattente, cosa che invece sembrava
appartenere ai trascorsi di V'kar, il quale aveva iniziato una macabra
danza di affondi e rapide manovre che già avevano prodotto tagli
superficiali nelle braccia dell'ufficiale federale.
Non c'erano parole pronunciate nel duello, nè incitamenti. Il silenzio era
il solo compagno delle lame che fendevano la calda aria. Era una sfida che
affondava nel misticismo di Vulcano e chissà da quale antica origine, forse
ancor prima che La logica di Surak prendesse il sopravvento sugli istinti
animali dei progenitori degli attuali vulcaniani. Ottima riflessione, pensò
tra sè Raji, ma inutile in un momento come questo.
V'kar fece una mossa improvvisa, un calcio ben piazzato che fece cadere
Vikram a bocconi. Posizione di netto svantaggio che, immediatamente, venne
sfruttata dallo sfidante Vulcaniano. Vikram alzò lo sguardo, un pugno lo
stava per centrare nel mezzo del volto e, conoscendo la forza dei
vulcaniani, Raji ritrovò lo spirito per schivarlo, rotolando nella sabbia
di lato. L'aggressore era però sopra di lui nuovamente. Questione di attimi
e Vikram si immaginò un coltello piazzato nella gola. Un vecchio detto
terrestre diceva che bisogna evitare le profezie che si auto-avverano.
Allontanò di colpo il pensiero negativo, giusto in tempo per vedere lo
sguardo di T'Syl. Raji avrebbe giurato di intravedere un accenno di sorriso
sulle sua labbra, se non fosse stata Vulcaniana.
Raji afferrò una manciata di sabbia e con un gesto rapido la tirò negli
occhi del vulcaniano, il quale cercò di riprendersi. E non ci mise molto.
Al punto che l'ufficiale OPS era nuovamente a terra. Il suo coltello era
scivolato lontano da lui. Allungò il braccio per cercare di raggiungerlo,
ma V'Kar gli bloccò il braccio con il piede. Ora Vikram sentiva il fiato
del vulcaniano su di lui, Era talmente vicino da sentire battere il cuore
dello sfidante.
"E' evidente che sei un debole, come tutti gli umani". Rare cose facevano
arrabbiare Vikram come la xenofobia. Un impeto di rabbia lo travolse: non
esisteva più il duello per divorziare, non c'era più un vulcaniano con cui
non aveva alcun dissapore. C'era solo un razzista in più nell'Universo che
apparteneva a Brahma.
Le gambe di Vikram scattarono, come la morsa di un granchio e fecero
sbilanciare l'avversario. Gli colpì il volto con forza, più volte e afferrò
il coltello. T'Syl si era alzata in piedi. Un tamburo rullava e il cuore di
Raji batteva cercava di andare al suo stesso ritmo.
Vikram guardò V'Kar e strinse il coltello ansimando: la sua figura si
dissolse in un fascio di energia. Il coltello cadde nella sabbia, nello
stupore della folla.
USS Evemore, 24/04/2395 ore 20.25
Raji ci mise qualche secondo per capire di essere a bordo di una navetta
federale. Era facilmente riconoscibile per l'odore, e il design interno. La
polvere dell'arena era scomparsa.
"Mi stavo per chiedere se l'avrebbe ucciso?" disse una voce giovane. Raji
guardò il pilota, il cui volto era incorniciato dalle tipiche appendici
andoriane, ma il colore della pelle era del tutto umano.
Raji cercò di sistemarsi la tunica
"Con chi ho il piacere di presentare i miei ringraziamenti?"chiese
l'ufficiale OPS al giovane.
"Sono il tenente Krenn Bloch, ufficiale scientifico della USS Crusader"
Raji alzò un sopracciglio "E cosa ci faceva da queste parti?"
Il giovane "Diciamo che i miei sentimenti verso i Vulcaniani mi hanno
facilitato nell'eseguire al meglio l'ordine del Capitano Shaitan"
"Vuol dire che il capitano sapeva dove mi ero recato?" chiese Vikram
"Questo è parte del nostro modo di operare e poi, si sa…il capitano Shaitan
è spesso un passo avanti a tutti noi". Questa volta la ove giunse dalle sue
spalle, insieme ad uno Ipospray che gli venne iniettato nell'avambraccio da
un altro ufficiale
Raji si voltò di scatto per incontrare un ufficiale medico
"Piacere, sono il Tenente Jenner, capo Medico della Crusade" fece una pausa
e passò il tricorder medico sugli arti di Vikram.
"Ho visto cose peggiori per chi si impegna in duelli nelle franchigie"
disse il dottore.
"Ad essere preciso ero impegnato tecnicamente in un divorzio", ironizzò il
capo OPS.
I tre ufficiali scoppiarono a ridere, mentre lo shuttle usciva dall'orbita
di Vulcano e scivolava in curvatura.
USS Crusader, 24/04/2395 ore 23:30 - plancia
"Mi spiega come hanno fatto i suoi genitori a chiamarlo con un termine che
in lingua araba sulla terra significa 'Demonio'?" chiese Raji.
Il capitano serrò la mandibola. "Posso stupirla nel suggerire di non farsi
chiamare per nome su Andoria: Raji significa…stupido", e sorrise a denti
stretti, dall'aria di uno squalo, mentre stringeva la mano di Vikram.
Raji si era ripulito, medicato e ora indossando la sua nuova divisa della
sezione OPS si era presentato nelle migliori condizioni fisiche che
potesse. Aveva sentito fortemente il bisogno di scrollarsi di dosso le
ombre del passato e affrontare una rinascita.
"Sono onorato di prendere servizio sulla USS Crusader, sotto il suo
comando, capitano. Non c'è ambito nella Federazione che non acclami il suo
eroismo."
"Spero allora che qui possa trovare ciò che cerca".
Raji fece un cenno di assenso."Così come io spero di dare un valido
contributo alla sua nave".
Shaitan gli indicò la postazione OPS, ma mentre Raji si diresse lentamente
verso di essa, come per godersi l'attimo di stupore, una voce lo richiamò
alla realtà: "Dimenticavo, abbiamo sbrigato anche alcune pratiche
amministrative in sua vece". A parlare era stato un uomo dai profondi occhi
neri e la divisa da Primo Ufficiale.
Raji rimase un attimo interdetto. "Diciamo che la questione sospesa con la
sua ex moglie è stata conclusa. Abbiamo inviato una comunicazione da parte
di un amico dell'avvocatura della Flotta Stellare con cui formalizzava il
divorzio. Là dove non vige la legislazione vulcaniana, trova spazio la
nostra" e gli mise amichevolmente la mano sulla spalla.
"E' difficile prendere servizio con già un debito del genere alle spalle"
disse imbarazzato il capo OPS.
"A dire il vero avrei usato volentieri i siluri su quell'arena primitiva!
Forse in tal caso il suo debito sarebbe stato ancora più grande" la voce
proveniva da un possente uomo dai tipici lindamente balcanici, con la
divisa della Sicurezza. "Piacere, Miroslav Ivanov". Raji strinse la mano
ancora sorpreso per la calda accoglienza.
"Non si preoccupi Virkam, sulla Crusader, sappiamo fidelizzare i nostri
marinai". Raji riconobbe Daniel Delta, che aveva conosciuto qualche ora
prima per un proficuo colloquio terapeutico, a chiudere l'esperienza
vulcaniana della sua vita, nella sua pienezza.
Raji si sedette sulla sua postazione. Guardò la LCARS accendere le luci e,
senza esitare lanciò un diagnostico sui sistemi. Si sentiva a casa, una
nuova dimora pronta per un nuovo viaggio. Quello della propria vita.
Il giorno 12 giugno 2016 14:11, Capitano Shaitan del clan Aeltheur <
shaitan a lordkap.it> ha scritto:
> Bel pezzo, complimenti.
> Un appunto: il nome della nave è Crusader, con la r finale. :)
>
> --
> Capitano Shaitan - MSN lord_kap a hotmail.it - Skype: lord_kap
> NX 59659 - USS Crusader - Ufficiale Comandante
> http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/Crusader/main.php
> Il 11 giu 2016 12:18 AM, Roberto Battistini <rbattis72 a gmail.com> ha
> scritto:
>
> Ciao ragazzi,
>
> ecco una bozza del mio imbarco, pronta per ogni modifica, correzione e
> miglioramento possibiile :)
>
>
> Grazie per l'accoglienza!
>
> Buona notte
>
> Roberto
>
>
> Tenente Comandante Raji Vikram
>
> Capo Divisione OPS
>
> USS Crusade
>
>
> ===============================
>
> Vulcano, 24/04/2395 ora terrestre 19.45
>
>
> La sabbia che ricopriva il pavimento dell’arena si sollevava in leggeri
> sbuffi che assumevano una colorazione ocra con il progressivo calare della
> luce del giorno. L’aria era calda e pesante e questo non facilitava la
> serenità di Raji. Inginocchiato sul pavimento rivestito di un marmo nervato
> di colore nero, l’ufficiale OPS accese delle barrette di Wu’klar,
> un’essenza vulcaniana assai simile all’incenso e chiuse gli occhi davanti
> alla statua di terracotta nera di Hanuman, la divinità hinduista attributo
> divino della forza e intelligenza.
>
> *“Aum Hum Hanumate namo namah, Shree Hanumate ee namo namah, Jai jai
> Hanumate namo namah, Shree Ram Dootaya namo namah*” cantilenò a bassa
> voce, ripetendo il mantra più volte, fino a che dentro di sé si aprì una
> nuova consapevolezza e un’improvvisa calma lo raggiunse. Proprio lì, sul
> quell’arido pianeta, Hanuman era la divinità che in quel momento appariva
> a Vikram più appropriata, pochi minuti di effettuare il rito del
> Kal-if-fee.
>
>
> La società vulcaniana era matriarcale e, a perfetta conferma di questa
> organizzazione, solo la donna poteva decidere di lasciare il proprio
> partner. Il problema era che ciò accadeva solo scegliendone un altro che
> avrebbe combattuto per lei contro il precedente marito, in un duello
> rituale. E in tutto questo Vikram era lo sfidato. E T’Syl, la sua ex moglie.
>
>
> “E’ giunto il momento, Raji Vikram” disse una voce alle sue spalle. Era
> un giovane emissario di T’Syl venuto ad avvertirlo che l’arena lo aspettava.
>
> Raji portò le mani unite alla fronte, alla bocca e al petto e salutò Shri
> Hanuman: “Aum Anjaneyaya Namah”, disse a voce bassa. Si alzò in piedi,
> avvolto nella sua tunica bianca e rossa e con passo un po’ incerto si
> avvicinò al varco che dava sull’arena. Al centro della gradinata lo fissava
> T’Syl, con il suo usuale sguardo severo e distaccato. La donna vulcaniana
> fece un gesto con la mano e nell’area entrò un vulcaniano, anche lui
> avvolto in una tunica bardata da lembi di brillante tessuto dal colore blu.
> Era V’kar, il suo sfidante.
>
> Il sole stava scivolando dietro le rocce desertiche e il cielo iniziava a
> tingersi di tonalità tra il viola e il blu. Piccoli falò si accesero nel
> perimetro dell’arena e il suono di un gong segnò l'inizio del rituale. Lo
> sguardo di Vikram incrociò nuovamente gli occhi della sua ex moglie. Cercò
> di sondare nel suo cuore se qualcosa ancora restava di ciò che lo aveva
> fatto innamorare. Tra le ceneri delle emozioni passate neppure una tiepida
> brace ardeva ancora: troppe erano state le differenze di veduta, eccessiva
> era stata l'incapacità di entrambi di trovare un contatto intimo e
> profondo, quel tipo di vicinanza che rappresentava per Raji la vera
> conoscenza, la più ardita condivisione che si potesse sperimentare in una
> relazione sentimentale e non solo.
>
> Così non restava che sollevare verso il cielo il coltello, in segno di
> accettazione della sfida e di destino di morte.
>
> Raji non era mai stato un abile combattente, cosa che invece sembrava
> appartenere ai trascorsi di V'kar, il quale aveva iniziato una macabra
> danza di affondi e rapide manovre che già avevano prodotto tagli
> superficiali nelle braccia dell'ufficiale federale.
>
>
> Non c'erano parole pronunciate nel duello, nè incitamenti. Il silenzio era
> il solo compagno delle lame che fendevano la calda aria. Era una sfida che
> affondava nel misticismo di Vulcano e chissà da quale antica origine, forse
> ancor prima che La logica di Surak prendesse il sopravvento sugli istinti
> animali dei progenitori degli attuali vulcaniani. Ottima riflessione, pensò
> tra sè Raji, ma inutile in un momento come questo.
>
> V'kar fece una mossa improvvisa, un calcio ben piazzato che fece cadere
> Vikram a bocconi. Posizione di netto svantaggio che, immediatamente, venne
> sfruttata dallo sfidante Vulcaniano. Vikram alzò lo sguardo, un pugno lo
> stava per centrare nel mezzo del volto e, conoscendo la forza dei
> vulcaniani, Raji ritrovò lo spirito per schivarlo, rotolando nella sabbia
> di lato. L'aggressore era però sopra di lui nuovamente. Questione di attimi
> e Vikram si immaginò un coltello piazzato nella gola. Un vecchio detto
> terrestre diceva che bisogna evitare le profezie che si auto-avverano.
> Allontanò di colpo il pensiero negativo, giusto in tempo per vedere lo
> sguardo di T'Syl. Raji avrebbe giurato di intravedere un accenno di sorriso
> sulle sua labbra, se non fosse stata Vulcaniana.
>
>
> Raji afferrò una manciata di sabbia e con un gesto rapido la tirò negli
> occhi del vulcaniano, il quale cercò di riprendersi. E non ci mise molto.
> Al punto che l'ufficiale OPS era nuovamente a terra. Il suo coltello era
> scivolato lontano da lui. Allungò il braccio per cercare di raggiungerlo,
> ma V'Kar gli bloccò il braccio con il piede. Ora Vikram sentiva il fiato
> del vulcaniano su di lui, Era talmente vicino da sentire battere il cuore
> dello sfidante.
>
>
> "E' evidente che sei un debole, come tutti gli umani". Rare cose facevano
> arrabbiare Vikram come la xenofobia. Un'impeto di rabbia lo travolse: non
> esisteva più il duello per divorziare, non c'era più un vulcaniano con cui
> non aveva alcun dissapore. C'era solo un razzista in più nell'Universo che
> apparteneva a Brahma.
>
> Le gambe di Vikram scattarono, come la morsa di un granchio e fecero
> sbilanciare l'avversario. Gli colpì il volto con forza, più volte e afferrò
> il coltello. T'Syl si era alzata in piedi. Un tamburo rullava e il cuore di
> Raji batteva cercava di andare al suo stesso ritmo.
>
> Vikram guardò V'Kar e strinse il coltello ansimando: la sua figura si
> dissolse in un fascio di energia. Il coltello cadde nella sabbia, nello
> stupore della folla.
>
>
> USS Evemore, 24/04/2395 ore 20.25
>
>
> Raji ci mise qualche secondo per capire di essere a bordo di una navetta
> federale. Era facilmente riconoscibile per l'odore, e il design interno. La
> polvere dell'arena era scomparsa.
>
> "Mi stavo per chiedere se l'avrebbe ucciso?" disse una voce giovane. Raji
> guardò il pilota, il cui volto era incorniciato dalle tipiche appendici
> andoriane, ma il colore della pelle era del tutto umano.
>
> Raji cercò di sistemarsi la tunica
>
> "Con chi ho il piacere di presentare i miei ringraziamenti?"chiese
> l'ufficiale OPS al giovane.
>
> "Sono il tenente Krenn Bloch, ufficiale scientifico della USS Crusade"
>
> Raji alzò un sopracciglio "E cosa ci faceva da queste parti?"
>
> Il giovane "Diciamo che i miei sentimenti verso i Vulcaniani mi hanno
> facilitato nell'eseguire al meglio l'ordine del Capitano Shaitan"
>
> "Vuol dire che il capitano sapeva dove mi ero recato?" chiese Vikram
>
> "Questo è parte del nostro modo di operare e poi, si sa…il capitano
> Shaitan è spesso un passo avanti a tutti noi". Questa volta la ove giunse
> dalle sue spalle, insieme ad uno Ipospray che gli venne iniettato
> nell'avambraccio da un altro ufficiale
>
> Raji si voltò di scatto per incontrare un ufficiale medico
>
> "Piacere, sono il Tenente Jenner, capo Medico della Crusade" fece una
> pausa e passò il tricorder medico sugli arti di Vikram.
>
> "Ho visto cose peggiori per chi si impegna in duelli nelle franchigie"
> disse il dottore.
>
> "Ad essere preciso ero impegnato tecnicamente in un divorzio", ironizzò il
> capo OPS.
>
> I tre ufficiali scoppiarono a ridere, mentre lo shuttle usciva dall'orbita
> di Vulcano.
>
>
> USS Crusade, 24/04/2395 ore 23:30 - plancia
>
> "Mi spiega come hanno fatto i suoi genitori a chiamarlo con un termine che
> in lingua araba sulla terra significa 'Demonio'?" chiese Raji.
>
> Il capitano serrò la mandibola. "Posso stupirla nel suggerire di non farsi
> chiamare per nome su Andoria: Raji significa…stupido", e sorrise a denti
> stretti, dall'aria di uno squalo, mentre stringeva la mano di Vikram.
>
> Raji si era ripulito, medicato e ora indossando la sua nuova divisa della
> sezione OPS si era presentato nelle migliori condizioni fisiche che
> potesse. Aveva sentito fortemente il bisogno di scrollarsi di dosso le
> ombre del passato e affrontare una rinascita.
>
> "Sono onorato di prendere servizio sulla USS Crusade, sotto il suo
> comando, capitano. Non c'è ambito nella Federazione che non acclami il suo
> eroismo."
>
> "Spero allora che qui possa trovare ciò che cerca".
>
> Raji fece un cenno di assenso."Così come io spero di dare un valido
> contributo alla sua nave".
>
> Shaitan gli indicò la postazione OPS, ma mentre Raji si diresse lentamente
> verso di essa, come per godersi l'attimo di stupore, una voce lo richiamò
> alla realtà: "Dimenticavo, abbiamo sbrigato anche alcune pratiche
> amministrative in sua vece". A parlare era stato un uomo dai profondi occhi
> neri e la divisa da Primo Ufficiale.
>
> Raji rimase un attimo interdetto. "Diciamo che la questione sospesa con la
> sua ex moglie è stata conclusa. Abbiamo inviato una comunicazione da parte
> di un amico dell'avvocatura della Flotta Stellare con cui formalizzava il
> divorzio. Là dove non vige la legislazione vulcaniana, trova spazio la
> nostra" e gli mise amichevolmente la mano sulla spalla.
>
> "E' difficile prendere servizio con già un debito del genere alle spalle"
> disse imbarazzato il capo OPS.
>
> "A dire il vero avrei usato volentieri i siluri su quell'arena primitiva!
> Forse in tal caso il suo debito sarebbe stato ancora più grande" la voce
> proveniva da un possente uomo dai tipici lindamente balcanici, con la
> divisa della Sicurezza. "Piacere, Miroslav Ivanov". Raji strinse la mano
> ancora sorpreso per la calda accoglienza.
>
> "Non si preoccupi Virkam, sulla Crusade, sappiamo fidelizzare i nostri
> marinai". Raji riconobbe Daniel Delta, che aveva conosciuto qualche ora
> prima per un proficuo colloquio terapeutico, a chiudere l'esperienza
> vulcaniana della sua vita, nella sua pienezza.
>
>
> Raji si sedette sulla sua postazione. Guardò la LCARS accendere le luci e,
> senza esitare lanciò un diagnostico sui sistemi. Si sentiva a casa, una
> nuova dimora pronta per un nuovo viaggio. Quello della propria vita.
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