[Stml14] 00.08 - Il Capitano che non ti aspetti - Hazyel
federico pirazzoli
cmdrtkar a gmail.com
Mer 13 Gen 2016 06:47:44 CET
Ottimo lavoro, Capitano...mi sa che Empireo, più che una base segreta, diverrà un mattatoio...
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Inviato da myMail per Android mercoledì, 13 gennaio 2016, 00:17AM +01:00 da "Franco Carretti" < frank_moses a mail.com> :
>Ottimo ottimo ottimo. Gran bell'imbarco!
>Vorrei far notare a tutti la parte in cui l'Ammriaglio Bates spiega lo scopo della creazione del progetto Empireo. Le nostre missioni saranno molto violente :D
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>Sent: Tuesday, January 12, 2016 at 6:35 PM
>From: "Vanessa Reis Squirtaker" < vanessa_reis_squirtaker a outlook.it >
>To: "USS Raziel" < stml14 a gioco.net >
>Subject: [Stml14] 00.08 - Il Capitano che non ti aspetti - Hazyel
>Ecco qua l’ultimo degli imbarchi.
>Countdown 3 . 2 . 1 e via ai commenti!!
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>San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Sala Riunioni 11B - 04/01/2395 ore 10:26
>“Avreste dovuto vederlo. Facciamo irruzione in plancia, solita tattica d’attacco.. tempo pochi istanti e sembrava tutto sicuro, poi dal nulla compare questo Nausicano: un armadio a due piani! E lui che fa? Lo ingaggia in corpo a corpo! E boom! Pugni, calci.. morale della favola lo tira giù a cazzotti”
>A parlare così teatralmente era un tenente deltano, Tars, che, appoggiato con un piede ad una sedia, stava illustrando lo scontro che aveva permesso alla USS Jupiter di fermare i pirati Nausicani.
>Ad ascoltarlo, un gruppetto di ufficiali di vario grado, tutti facenti parte delle forze speciali. Avevano scortato i loro comandanti a quella riunione informativa. L’ennesima. Si erano preparati alle solite due ore noiose, abbandonati in qualche ufficio simile a quello, scambiando appena qualche parola: il ricordo di qualche collega rimasto ucciso, qualche promozione, pensionamenti, trasferimenti..
>Quel tipo di conversazioni si era esaurito già a fine anno. Da inizio dicembre le riunioni delle task forces si era come moltiplicato. Dapprima erano in tanti, ma col tempo, man mano che l’ufficiale in comando riceveva un nuovo incarico, i suoi uomini salutavano i colleghi.
>Ad ogni riunione erano sempre meno. A quest’ultima partecipavano gli uomini del Capitano Lasak, quelli del Capitano Thorloky e, inaspettatamente, erano stati convocati anche gli uomini del Capitano Satelk. Quest’ultimo non faceva parte dei servizi, ma a quanto pare il suo parere era stato richiesto dalla Commissione guidata dall’Ammiraglio Rexen.
>Ad accompagnarlo, il suo primo ufficiale ed il tenente Tars. Il Comandante Hazyel non l’avevano visto se non per qualche istante, era stato subito rapito da una graziosa segretaria per non si sa quale scartoffia. Era rimasto solo quel deltano che, stufo del silenzio dei colleghi, si era messo a far battute, raccontare storie e aneddoti.
>All’inizio era divertente, ma col passare dei minuti, giusto un paio degli uomini di Thorloky, che avevano servito con Tars e Hazyel sulla USS Asgard, prestavano ancora attenzione al teatrino improvvisato dal Deltano.
>Quest’ultimo stava ancora parlando in maniera abbastanza enfatica dell’ultima missione, senza nemmeno accorgersi dei silenziosi sguardi di ammonimento dei colleghi nella sala, quando gli arrivò uno scappellotto sulla nuca.
>“Ahia.. Non sono un Nausicano io, pazzo di un Risiano!”
>Tars si girò di colpo e l’esclamazione gli uscì di bocca prima che il cervello inviasse uno stop categorico. Di fianco all’enorme mole di Hazyel, stazionava la ben più minuta ed esile figura del contrammiraglio Bernadette Bates.
>Tars deglutì rumorosamente, ma aveva finito la saliva. Si ritrovò la bocca impastata ed una lingua allappata che sembrava pesare una tonnellata.
>La donna non perse il suo aplomb, pur cercando di nascondere un leggero sorriso che tentava maliziosamente di andare ad incresparle le labbra:
>“Giovanotto lei parla un po’ troppo!”
>Tars non sapeva che dire, aveva finito le parole e guardava il suo Comandante come in cerca di aiuto, ma lo sguardo di quest’ultimo sembrava dire * amico mio te la sei cercata, stare zitto mai? *
>***Flashback***
>San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Sala Operativa dei Servizi di Sicurezza Informatica - 02/12/2395 ore 11:03
>“Situazione?”
>“L’anomalia Mendel si è autonomamente interrotta da oltre 72 ore. Abbiamo apportato la modifica da lei richiesta Ammiraglio. Il Comandante dovrà faticare parecchio prima di bypassare nuovamente il sistema. E ce ne accorgeremmo in tempo reale. I tecnici Binari hanno svolto un lavoro egregio”
>Rexen si accarezzò il mento porcino con aria soddisfatta, grugnendo sommessamente.
>La sua assistente prese il silenzio come un invito a continuare:
>“L’altra anomalia è stata confinata in un vaso di pandora.. continua ad aver accesso al nostro database, ma si nutre di dati falsi inseriti ad arte da un algoritmo. Ciò ci permetterà di proseguire a lavorare per risalire alla fonte dell’intrusione, facendo credere all’hacker in questione di avere superato i nostri firewall senza problemi”
>“Molto bene Capitano.. procedere con invio messaggio in codice nessuno cammina sulle acque ..”
>***Flashback***
>San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Commissione Servizi Segreti - 11/12/2395 ore 12:05
>“Scusate il ritardo”
>Il volto del contrammiraglio Darion esprimeva pienamente il suo stato: era ansante.. probabilmente aveva fatto gli ultimi corridoi camminando di gran lena. La sua stazza e la rotondità in vita avevano fatto il resto. Si asciugò la fronte madida di sudore e si sistemò la fluente barba bianca.
>Era l’ultimo arrivato in quella grande sala di forma ellittica, situata su uno dei piani più protetti del Comando. Le pareti riprendevano un disegno architettonico finestrato, riproducendo un finto paesaggio bucolico, come se la stanza si trovasse sulla cima di un’altissima torre, piuttosto che a metri e metri di profondità protetta da spesse pareti di tritanio rinforzato e sistemi di sicurezza antintrusione all’avanguardia.
>L’Ammiraglio Rexen fece una smorfia come a sottolineare che non era la prima volta che Darion ritardava, come non era la prima volta che era stato invitato a ridurre il girovita, ma Jonathan fece finta di non vedere e prese posto sedendosi fra il contrammiraglio Bernadette Bates, nominata responsabile del progetto Empireo, ed il suo parigrado Steven Often, di Alfa Centauri, che lo accolse con un sorriso.
>Attorno al grande tavolo di vetro bianco, che riprendeva stilizzato il simbolo dell’infinito a forma di otto rovesciato, sedevano gli altri membri della commissione: in totale erano nove, a cui si era aggiunto il contrammiraglio Crom, scelto come responsabile approvvigionamenti.
>Fu proprio il denobulano a parlare per primo: non avrebbe partecipato a tutta la riunione, in quanto il suo compito era meramente logistico. Si limitò pertanto ad aggiornare la commissione sulla dislocazione prescelta del programma, ossia la vecchia base stellare K-4, a ridosso della macchia di rovi, e sui piani operativi messi a punto miranti al rifornimento ed all’eventuale protezione della stessa.
>Conclusasi la sua relazione, durata una ventina di minuti, si accomiatò lasciando i nove a discutere fra loro.
>L’Ammiraglio Rexen fece cenno alla Bates di prendere la parola: la donna si alzò e si diresse vicino ad uno dei proiettori olografici su cui richiamò i disegni della base stellare.
>“Signori come ben sapete, Empireo è una task force che si occuperà di minacce alla Federazione, con uomini e donne che compongono un elite di agenti che hanno votato la loro vita a scovare e distruggere le maggiori minacce alla pace. E’ un periodo difficile per tutti, troppe guerre ci hanno scosso profondamente e ciascuno di noi in questa sala ha perso persone care e colleghi brillanti. Ci sono minacce meno cruente delle guerre, ma altrettanto destabilizzanti. Dobbiamo porvi rimedio.. a qualunque mezzo. Se necessario, anche con metodi non convenzionali.”
>Un mormorio di approvazione accompagnò le parole della donna.
>“Uno degli obiettivi principali della task force sarà dare la caccia ad misterioso criminale chiamato Jak'Al del quale si sa ben poco. Si suppone che sia al comando di un'enorme rete criminale che agisce nei quadranti Alfa e Beta, e si sospetta Gamma, controllando qualsiasi genere di attività illecita: dal contrabbando di armi al traffico di droga, passando per l'ingegneria genetica e così via”.
>La contrammiraglia tellarita Frashlar emise un grugnito stizzito di disapprovazione che probabilmente le uscì più rumoroso di quanto anche lei stessa si aspettasse, motivo per cui, accortasi di aver interrotto la collega, alzò le mani pelose in segno di scusa e fece cenno di poter continuare.
>“Nessuno sa con certezza chi sia. Alcuni pensano addirittura che possa essere un nome usato da più di un criminale per sfruttarne la fama”.
>La teoria era stata formulata dal viceammiraglio andoriano Kovas e pertanto Bernadette si rivolse verso di lui accennando un ringraziamento non verbale con una mano, a cui lui rispose con un gesto del capo.
>“Il progetto Empireo prevede una base stellare dotata di laboratori all'avanguardia, esperti di guerra informatica, squadre d'assalto, profiler e criminologi per studiare i dati raccolti dalle varie missioni. Questi uomini daranno la caccia a tutto ciò che c'è di marcio dentro e fuori dalla Federazione. Non andranno ad esplorare nuovi mondi e nuove civiltà, ma cercheranno e staneranno i mostri che sono là fuori, prima che diventino qualcosa di troppo complicato da gestire”.
>Terminata la presentazione iniziale, a prendere la parola fu il contrammiraglio vulcaniano Merak che optò per un approccio diretto:
>“Chi mettiamo a comandare questo progetto? Ognuno ha dei nomi e delle preferenze, è il momento di prendere una decisione.. io proporrei il Capitano Lasak. A rigor di logica è il miglior candidato possibile”
>Come punta sull’onore, la contrammiraglia andoriana Sothe intervenne interrompendo il collega:
>“E perché non il Capitano Arukisa? Ha un ottimo curriculum sia presso la Flotta Imperiale di Andoria sia da quando ha scelto di unirsi alla Flotta Stellare.”
>“Arukisa è straordinaria, ma è come mettere vicino fuoco e materiale combustibile. Non durerebbe” interloquì Darion, proseguendo “Meglio Jameson, meno propenso all’azione ma ottimo gestore di uomini”
>“Jameson è vecchio, più di te Darion” si intromise Often “non è il caso, diventerebbe un pupazzo delle mani di Moses”
>“E promuovere Moses al grado di Comandante? Che dice Bates? In fondo è suo marito” propose grugnando Frashlar
>“Proprio perché è mio marito, non posso esprimere la mia opinione. Non sarebbe corretto” rispose Bernadette.
>La sfilza di nomi durò oltre un’ora, finché l’ammiraglio Rexen non decise di averne abbastanza e di avere troppa fame per continuare.
>***Flashback***
>Parigi, Terra (Sol III) – Appartamenti Diplomatici – Interno 1101 - 21/12/2395 ore 06:05
>Una parziale oscurità dominava nella stanza, a malapena osteggiata da due tenui luci dai riflessi rosati che illuminavano una parete su cui campeggiavano un’infinità di cornici di olofoto.
>In ogni cornice scorrevano numerosissime immagini che ritraevano due ragazze, probabilmente sorelle, di età non troppo diverse l’una dall’altra. C’erano immagini di quando erano piccolissime e poi man mano di come erano cresciute. E cresciute bene.
>Le cornici con le immagini più recenti riflettevano due ragazze solari dai lunghi capelli ambrati leggermente mossi, dagli occhi verdi, con corpi sinuosi e dalle lunghe gambe affusolate.
>Quello che le foto non riproducevano erano i seni prosperosi e le giuste rotondità dei glutei, ma non si era rivelato un problema, anzi aveva reso più movimentata e divertente anche quella nottata.
>Se quelle cornici avessero potuto raccontare, avrebbero dovuto narrare come le due sorelle avessero organizzato un’uscita con un ragazzone ben più alto di loro - che basse sicuramente non erano sfiorando entrambe quasi il metro e ottanta - muscoloso e con luminosi occhi color del ghiaccio azzurrino.
>Quelle cornici avrebbero poi dovuto raccontare che lo sfizio di uscire entrambe con lo stesso ragazzo, con l’unico obiettivo di finirci a letto assieme mandando al diavolo ogni remora di pudore, era dovuto al fatto che lo avevano visto in alcune olofoto abbracciato alla loro madre, mentre era col padre sulla USS Agincourt.
>Conoscendo alcune delle abitudini della genitrice per occupare il tempo e non annoiarsi a quegli interminabili meeting col marito, erano sicure che ci fosse stato qualcosa fra i due. E l’aria decisamente più canzonatoria e felice della madre al ritorno rispetto al pessimo umore di quando era partita, le aveva del tutto persuase della bontà della loro intuizione.
>In quell’anno e mezzo si erano improvvisamente molto interessate a qualsiasi cerimonia del padre ove fossero presenti dei giovani ufficiali della Flotta. Ogni scusa era buona anche solo per dare un’occhiata all’elenco degli invitati.
>Quando stavano per perdere le speranze, il nome del risiano Hazyel aveva fatto capolino fra gli invitati ad una cena organizzata dalla madre. Elettrizzate dall’idea, si erano rese splendide con ogni possibile trucco estetico ed avevano trascorso l’intera serata di gala nel tentativo di farsi notare.
>La missione era riuscita. Il ragazzone non le perdeva di vista e, pur essendosi dimostrato una frana nel ballare, si era dimostrato spiritoso e autoironico. In poche parole, le aveva conquistate.
>Certo, era ancora un terreno di caccia della madre che, infatti, si dannava nel cercare di mantenere su di sé le attenzioni del giovane amante, col compito più ingrato di dover essere dannatamente più discreta delle figlie.
>Non che al marito interessassero molto le attività sessuali di moglie e figlie, ma non avrebbe sopportato nulla che potesse intaccargli la reputazione. In pratica, tutto era permesso, se ben organizzato nella massima discrezione.
>Nella serata del gala, la battaglia per Hazyel la vinse la madre. E anche nelle due successive.
>Non appena questa partì assieme al marito, però, furono le figlie a vincere la guerra. Organizzarono un’uscita innocente, fingendosi dispiaciute per la partenza della madre, e finirono per un’intera settimana a letto con quel ragazzo che pareva avere energie sessuali a sufficienza per entrambe.
>Il tempo, però, fu beffardo e le due sorelle si dimenticarono del rientro dei genitori, facendo dormire il loro amico una notte di troppo. Al rumore della casa che si rianimava al ritorno del padrone di casa, ci fu un turbinare di gambe: quelle delle due ragazze ad affannarsi a rimettere una parvenza di ordine, quelle di Hazyel ad indossare frettolosamente un paio di pantaloni.
>La strategia di fuga funzionò quasi perfettamente, se non fosse che il padre, Jean Armand du Plessis, trovò uno dei badge dell’uniforme di Hazyel fra le pieghe di un divano. Non immaginando minimamente che fosse opera delle sue figliole, che considerava ancora delle bambine, la sua arrabbiatura si rivolse verso la moglie.
>“Ti rendi conto che se l’avesse trovato qualcun altro, sarei finito nello scandalo? Qua organizzo delle riunioni, a volte anche con membri influenti dello staff del Presidente. Come spiegavo un badge di un Comandante sconosciuto in casa mia? Sai quanto ci tengo al mio lavoro. Te e le tue voglie. I tuoi amanti dovrebbero essere più attenti a dove seminano le loro cose. Questa è casa mia, non dimenticarlo mai. Fingo di non vedere, ma non sono cieco”
>La moglie sopportò stoicamente la filippica del marito, iniziata in maniera soft e poi aumentata di intensità ad ondate successive, arrossendo lievemente. Il suo silenzio e le sue gote arrossate, se apparvero al marito come un sincero atto di pentimento, in realtà celavano dapprima una certa rabbia nei confronti del suo giovane amante.. ma alla fine a dominare fu uno strano tipo di orgoglio. Le figlie si erano dovute mettere in coppia per tenere testa a quel ragazzo, mentre lei c’era riuscita da sola ed alla sua età. Lorraine si sentì avvampare di passione.
>***Flashback***
>San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Commissione Servizi Segreti - 27/12/2395 ore 12:05
>“Ora BASTA!”
>Il grugnito irritato dell’Ammiraglio Rexen dominò la sala.
>“Mi sono stufato! È la terza riunione in cui non troviamo una soluzione.. ho lo stomaco che brontola e la mia pazienza è scappata dalle mie zampacce oltre mezz’ora fa. E ho tentato in tutti i modi di trattenerla. Preferisco di gran lunga sgominare una banda di hacker che stare ancora a sentire le vostre chiacchiere! Mettiamo ai voti: ORA! Bates proceda”
>Bernadette, sospirando fra sé e sé un * era anche ora *, si alzò e si mise a enumerare una breve lista di nomi. All’inizio erano circa quindici i candidati papabili, molti depennati già alla prima riunione, ma dalla seconda in poi ci si era fossilizzati sugli stessi nomi e da quelli non si usciva, se non faticosamente.
>“Capitano Simon Parker Jameson: come pregi ha anzianità di servizio, numero di informatori e ottima gestione del personale umano; come difetti dimostra scarsa attitudine al comando sul campo, che verrebbe delegato interamente a Moses, facendo levitare enormemente il potere di quest’ultimo. Voti favorevoli Darion, Frashlar, Bates. Voti contrari Kovas, Sothe, Merak, T’Li, Often, Rexen. Candidato non idoneo al programma.”
>“Capitano Resh Tomphson: come pregi ha ottime capacità analitiche ed è un buon leader, usa perfettamente i più moderni sistemi tecnologici, si sa districare egregiamente sia sul campo che su un piano più politico; l’unico difetto riscontrato è che ha già un’ottima assegnazione strategica per la nostra Intelligence; gli è stato affiancato anche il Comandante Garcia che è decisamente più un’esecutrice e donna d’azione per aiutarlo a gestire DS16 Gamma. Voti favorevoli: Kovas, Sothe, Merak, Bates. Voti contrari: Darion, Frashlar, T’Li, Often, Rexen. Candidato non idoneo al programma.”
>“Capitano Zezia Arukisa: come pregi ha un’ottima attitudine al comando, efficace al limite della spietatezza; come difetti ha un carattere facilmente infiammabile: suscettibile, irritabile, aggressiva, risulta praticamente impossibile la convivenza con Moses. Voti favorevoli: Kovas, Sothe, Often. Voti contrari: Merak, Bates, Darion, Rexen, T’Li, Frashlar. Candidato non idoneo al programma.”
>“Capitano Lasak: come pregi ha un’ottima padronanza della strategia, saprebbe tenere testa ottimamente a Jak’Al sia sul campo sia in una partita di scacchi tridimensionali; come difetti ha un eccessivo uso della logica, che lo porta ad essere temporeggiatore e a scontrarsi col pragmatismo di Moses. Voti favorevoli: Merak, T’Li, Frashlar, Often. Voti contrari: Bates, Kovas, Sothe, Darion. Astenuto: Rexen. Candidato da sottoporre ad ulteriore valutazione.”
>“Capitano Thorloky: come pregi ha un ottimo stato di servizio ed è quello, oltre Moses, ad essersi avvicinato maggiormente a Jak’Al; tuttavia si è fatto catturare e salvato solo dopo indicibili sofferenze. Ciò potrebbe non farlo restare lucido, stesso motivo per cui non è stato affidato il comando a Moses: evitare una guerra personale. Questo sarebbe il suo più grande difetto. Voti favorevoli: Bates, Frashlar, Often, Darion. Voti contrari: Merak, T’Li, Kovas, Sothe. Astenuto: Rexen. Candidato da sottoporre ad ulteriore valutazione.”
>Al termine della votazione, Rexen si alzò sbuffando come un cinghiale inferocito.
>“Ci vediamo in sala mensa, signori”
>Mentre stavano per uscire, Darion prese sottobraccio Kovas cercando di convincerlo a votare Thorloky.
>“Suvvia, capisco essere dispiaciuto per Arukisa amico mio, ma Thorloky rappresenta la migliore scelta, non vorrai certo portare i tuoi voti su Lasak? E’ ottimo, ma di una noia mortale. Mai provato a giocare a scacchi con lui? Ti addormenti alla decima mossa.. si studia tutte le alternative possibili prima di muovere persino un pedone”
>“Jonathan, Arukisa non avrebbe avuto questi problemi.. e se non era compatibile con Moses pazienza.. quel vecchio burbero avrebbe imparato a rispettarla o sarebbe finito a vagare nello spazio profondo senza tuta” ribatté con un ghigno l’andoriano
>“Ma dai, non si parla male dei mariti delle presenti” provò a buttarla sul ridere Often
>“Ma certo senza offesa per nessuno, cara Bernadette” incalzò Darion “tuttavia Kovas non mi hai risposto.. perché non Thorloky?”
>“Perché ha già un suo comando e per fare sì che accetti dovremmo trasferire buona parte del personale della USS Asgard sulla K-4 e ho già affrontato abbastanza riunioni per riformulare tutte le assegnazioni. È stato in convalescenza mesi, senza contare che se non era per il suo primo ufficiale non usciva vivo dal covo di Jak’Al”
>“Un errore può capitare a chiunque..” ribatté Darion
>“Certamente, ma non riesco a levarmi dalle antenne il fatto che si sia salvato per pura fortuna.. e per il coraggio del suo primo ufficiale. Sothe com’è che si chiamava il suo vice? Quello fortunato.. della doppia promozione.. te n’eri occupata te?”
>“No signore.. Often..” rispose stizzita lei, molto amica del Capitano Arukisa
>Tutti si rivolsero verso il contrammiraglio di Alpha Centauri.
>“Eh.. chi io? Oddio.. sì ricordo ma ehm.. il nome.. boh! Han.. Hans.. Hansen.. Hansolo.. ah no Hansel!”
>“Sì e Gretel! E poi sono io il rimbambito” esclamò Darion con una grassa risata che contagiò anche gli altri, tranne i due vulcan.
>Fu proprio il commodoro T’Li a interrompere il silenzio post risata:
>“Si chiama Hazyel, signori.. ed è di Risa”
>Merak, sorpreso dalla prontezza della sua collega, finora silenziosissima, emise un leggero sbuffo, ma non diede a vedere la propria meraviglia.
>Rexen, sorpreso dall’improvviso spuntare del nome di un outsider, in grado di superare i veti incrociati, grugnì, ma non diede a vedere la propria soddisfazione.
>Bates, sorpresa da quel nome, pensò che Frank non l’avrebbe presa affatto bene. Sospirò profondamente, ma non diede a vedere la propria preoccupazione.
>***Flashback***
>San Francisco, Terra (Sol III) – Centro di addestramento Marine - 22/11/2386 ore 10:15
>“Situazione” esclamò l’istruttore entrando nella sala attigua a quella degli interrogatori.
>Attraverso la grande vetrata a specchio poteva vedere un giovane, dalla corporatura fisica non indifferente, legato alla sedia al centro della stanza. Era completamente nudo, bagnato e visibilmente infreddolito, ma niente lasciava indicare che fosse spaventato o intimorito.
>“Candidato numero 87: Tenente JG Hazyel. Risiano. Buoni voti sia all’Accademia che al corso di Comando. Ottimo rendimento anche al corso avanzato dei corpi speciali.”
>Il vulcaniano di turno alla sorveglianza del ‘prigioniero’ iniziò a sciorinare i dati con quel modo meccanico e insensibile tipico della sua razza
>“E’ stato prelevato da una squadra tre giorni fa alle quattro del mattino dai dormitori della base e portato qui. Non dorme e non mangia da allora.”
>“Lo vedo in forma per essere lì da tre giorni!” commentò l’ufficiale con un tono burbero.
>“Ha un’ottima resistenza fisica. Alcune pratiche risiane necessitano… di una certa resistenza” rispose il vulcaniano senza perdere la sua flemma.
>“Buon per lui. Io entro, continuate a monitorare I suoi parametri fisici, al primo accenno di problema fate intervenire la squadra medica. Ieri l’istruttore Tellarite pare ci sia andato giù troppo pesante con il candidato.”
>L’uomo non attese una risposta. Uscì dalla stanza di sorveglianza per poi entrare in quella del prigioniero seguito da altri due uomini.
>“Bene bene… cosa abbiamo qui. Un ragazzino che vuole diventare un uomo?” commentò l’istruttore.
>Prima che il giovane potesse rispondere uno degli uomini gli gettò una secchiata d’acqua in pieno viso. Il risiano preso alla sprovvista tossì sputando acqua.
>“Grazie per la doccia. Il servizio in camera lascia a desiderare qui dentro…” mormorò il giovane quando riuscì a riprendere fiato.
>“Parli troppo per i miei gusti!” commentò il secondo uomo, un Andoriano enorme con un pessimo carattere colpendolo con uno schiaffo al viso.
>“Spero però che la vista sia di tuo gradimento…” commentò l’ufficiale riferito all’ambiente sporco e maleodorante in cui si trovavano.
>“Ho visto di peggio su Andoria..” fu la serafica risposta del tenente che gli fece guadagnare un nuovo pugno.
>Le ore passarono sullo stesso tono. Era la prova finale del corso di sopravvivenza. Una prova che solo chi aveva finito il corso comprendeva. Un segreto che tutti conoscevano, ma a cui nessuno credeva. Tutti pensavano che fosse una di quelle storie che si raccontavano per spaventare I cadetti ‘Alla fine c’è la prova della tortura’ dicevano i più anziani del corso, ma anche loro quando lo raccontavano non ci credevano. E invece…
>Dopo sei ore di interrogatorio l’istruttore capo era l’unico rimasto nella stanza insieme al prigioniero ormai tumefatto e sanguinante. Era una prova dura che poteva lasciare segni indelebili nella psiche di un uomo e l’istruttore doveva essere bravo a mantenere sempre un certo limite.
>Il Tenente Comandante Frak Moses non era mai stato bravo a rimanere nei limiti ed il giovane risiano lo stava mandando su tutte le furie con quella sua aria strafottente.
>“Adesso ricordo..” borbottò Hazyel sputando un grumo di sangue.
>“Cosa?” sbuffò Moses
>“Ricordo dove l’ho già vista… era con uno schianto di rossa al poligono!”
>Moses grugnì di rimando
>“Era uno spettacolo. Segretaria? Assistente? Semplice passante? Di certo una bellezza del genere non può essere qualcosa di più per un energumeno come lei. Altro che poligono, una donna come quella ha bisogno di lenzuola di seta e un giovane amante… magari risiano.”
>Moses lo colpì con più foga del dovuto. Il giovane incassò il colpo e poi gli fece un occhiolino con l’unico occhio ancora aperto.
>“Le rosse sono le migliori, hanno il fuoco dentro. E quella di fuoco ne ha da incendiare un pianeta. Almeno da come mi guardava!” un nuovo pugno ancora più forte. La mano di Moses riusciva a fatica a sollevarlo di peso dalla sedia, ma lo afferrava per la gola come una morsa d’acciaio.
>A dire il vero, Hazyel non ricordava nulla di quella giovane. Ricordava solo di aver visto quell’istruttore al poligono in compagnia di una rossa, ma non avrebbe saputo dire né che età avesse né come fosse fisicamente. Aveva solo trovato un appiglio per fare leva sul suo torturatore.
>In un vero interrogatorio sarebbe stato un ottimo modo per farsi uccidere ed evitare di tradire la Federazione, in questo sperava ardentemente che lo mettesse fuori combattimento e tutto avesse fine. Ormai era al limite, non sapeva più che giorno fosse o da quanto fosse li. Solo la sua testardaggine gli impediva di arrendersi e mettere fine alla tortura che stava subendo.
>La sua unica speranza era dire qualcosa che avrebbe fatto imbestialire quel bastardo di Moses tanto da colpirlo più forte del previsto e qualcuno avrebbe messo fine alla cosa.
>“Quando avremo finito con questa pagliacciata organizzerò uno Jamaharon così potrà portare la sua amichetta… però non so se poi vorrà tornare con lei a casa!”
>Fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima che arrivassero i pugni e che per lui calasse il buio.
>Dopo pochi istanti, due uomini entrarono e bloccarono le braccia di Moses e lo tennero fermo saldamente, finché Hazyel non riprese lucidità, grazie all’intervento della squadra medica.
>“Il ragazzo ti ha fregato!” commentò il Tenente Comandante Vasquez che fungeva da supervisore durante gli interrogatori
>“Santo cielo! E’ riuscito a fregare il grande Moses!”
>Frank sbuffò infastidito e si liberò dalla presa dei due uomini che lo tenevano.
>“Non ha fregato nessuno, è stato solo fortunato!” bofonchiò prima di uscire dalla stanza.
>Vasquez guardò il risiano a terra con uno sguardo di rispetto per quello che era riuscito a sopportare e un ghigno divertito gli apparve sul volto.
>“L’hai proprio fregato… prega solo di non incontrarlo di nuovo ragazzo..” detto questo, uscì.
>***Flashback***
>San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Commissione Servizi Segreti - 04/12/2395 ore 10:15
>“Grazie Capitano Satelk, la sua relazione è stata.. come dire, illuminante, per molti di noi.. può andare per il momento”
>“Dovere Ammiraglio”
>I nove attesero l’uscita dell’alto vulcaniano in silenzio.
>Rexen fu il primo a prendere la parola:
>“Siete tutti d’accordo? E’ l’uomo giusto?”
>Il viso porcino esprimeva tutta la propria soddisfazione, ma si era riservato ancora un asso nella manica. Scorse in volto gli altri ammiragli e decise di giocarsela fino in fondo:
>“Fate entrare il contrammiraglio Crom”
>Passarono pochi minuti prima dell’ingresso del denobulano.
>“Carissimo amico” grugnì Rexen “faciliterebbe il suo compito logistico se a comandare la K-4 ci fosse un Vulcaniano o un Risiano?”
>Crom si allargò in un sorriso incredulo prima di rispondere:
>“Beh, signori, un conto è aumentare il flusso di rifornimenti verso tre basi stellari e alcuni pianeti e poi far partire di tanto in tanto un cargo verso la K-4, apparentemente senza motivo, ed un altro è indirizzare un flusso maggiorato verso Risa ed utilizzare una sola nave per il rifornimento. Sarebbe più facile e protetto, con adeguate misure per la sicurezza. Senza contare che, in caso di problemi, sarebbe più comodo convincere le unità di sicurezza planetarie a prestare soccorso ad un capitano Risiano in difficoltà, piuttosto che spingerle ad aiutare una stazione in disuso, in mano ad un ufficiale in comando sconosciuto”.
>Dopo qualche secondo di pausa, Crom continuò anche se non interpellato
>“Senza contare che, se l’ufficiale in questione è attualmente un giovane Comandante, tornato da poco, è giunta da Parigi comunicazione all’Ammiraglio Kaloethes che sarebbe fortemente gradita quanto prima una sua nuova assegnazione lontana dalla Terra”.
>Gli occhi piccoli e neri di Rexen brillavano di soddisfazione. Ringraziò ampiamente Crom prima di congedarlo e rivolgersi agli altri membri della commissione.
>Non ci fu nemmeno bisogno di votare.
>USS Raziel – Ponte 1 – Alloggio del Capitano – 24/01/2396 ore 16:08
>Hazyel si guardava riflesso con la sua nuova uniforme da Capitano. L’aveva indossata la prima volta al Comando quando, in una grande sala ellittica, si era visto insignire del grado da ben nove ammiragli, avendo come testimoni la sua mentore T’Li, l’immancabile Tars ed i Capitani Lasak e Thorloky.
>Quest’ultimo non aveva fatto nulla per nascondere l’orgoglio che provava per quel ragazzo cui doveva la vita. Lasak, dal canto suo, era apparso imperturbabile. Probabilmente seccato per non essere stato il prescelto, non solo aveva mantenuto il contegno tipico del suo popolo, ma anzi si era offerto di organizzare il decollo in modo che passasse completamente nell’anonimato.
>Dopo il varo, tenutosi in gran segreto, erano decollati spegnendo ogni trasponder o segno distintivo. Si erano portati sotto la USS Asgard di Thorloky che aveva preso il volo nello stesso momento. Agganciati al raggio traente della Asgard erano stati trainati lontano.
>Se un curioso avesse osservato le manovre da uno degli oblò dei cantieri di Utopia Planitia, avrebbe visto semplicemente una nave in fase di collaudo che faceva un giro di test ed un vascello della Flotta che decollava. Se, per caso fortuito, un altro curioso si fosse trovato a monitorare dei sensori, avrebbe captato solo il segnale proveniente dalla USS Argard in allontanamento.
>Una volta raggiunta la piena sicurezza, si erano congedati dal Capitano Thorloky ed avevano intrapreso una rotta casuale per Risa. Più volte si erano fermati per modificare la rotta o per effettuare test: velocità, sensori, sistemi, armi.. e più volte erano ripartiti rodando i motori.
>Il viaggio verso K-4 era stato veloce, nonostante tutto; in quindici giorni, con una velocità media 9 di curvatura, erano arrivati incolumi a destinazione.
>In quel lasso di tempo Tars aveva cercato di rimediare alla figuraccia con l’Ammiraglio. La donna teneva un atteggiamento duale: a volte stava al gioco, altre sembrava infastidita. Se Tars non fosse stato solo concentrato su se stesso si sarebbe accorto che la Bates era preoccupata per qualcosa. Più si avvicinavano alla base e più la donna pareva in ansia.
>Hazyel ne conosceva il motivo, ne avevano discusso al Comando, ma per lui non era un problema avere a che fare con quel vecchio orso di Moses. La donna, pur apparendo decisamente meno ottimista del risiano, aveva avvallato la sua assegnazione in quanto, pur amando e sostenendo sempre il marito, in fondo, non gli aveva mai perdonato del tutto di averla piantata per anni con i figli. La convivenza forzata con un ufficiale di comando così diverso dal suo essere burbero e scontroso, l’avrebbe forse aiutato a comprendere ciò che si era perso.
>Il tempo per l’attesa era quasi finito, presto avrebbero visto coi loro occhi la reazione di Moses. Quest’ultimo aveva appena acconsentito, con quel sorriso che Bernadette tanto amava, alla richiesta d’approdo della Raziel, mal celando lo stupore che provava a vedere la moglie seduta sulla poltrona di Comando. Ma quanto sarebbe durato?
>L’atterraggio fu guidato dal Tenente Chase, responsabile del controllo volo della base, che portò il timoniere a fare rotta non verso una delle due piattaforme d’approdo laterali, ma verso il corpo centrale, nel cui ventre si aprì un portellone in duracciaio, in nulla diverso da una qualsiasi paratia esterna, che conduceva ad un terzo hangar, di dimensioni ridotte, ottimamente nascosto alla vista.
>Base Stellare K-4 – Empireo – Hangar 3 - 24/01/2396 ore 16:08
>“Chiedo il permesso di salire a bordo.”
>Esclamò l’Ammiraglio Bates all’indirizzo del gruppo di ufficiali che stazionava in fila sugli attenti sulla soglia che segnava il confine fra la USS Raziel e la base ‘Empireo’. Era la procedura standard, una di quelle cose arcaiche che erano rimaste dai tempi dei velieri terrestri.
>“Permesso accordato, Benvenuto Ammiraglio!”
>Fu la risposta di Victoria alla richiesta della madre adottiva. Per un attimo, sui volti delle due donne passò lo stesso sorriso di piacere nel rivedersi, ma ebbe vita breve quando la voce burbera del primo ufficiale si fece sentire, ricordando loro cosa stava per succedere.
>“La vogliamo piantare con queste lungaggini? Siamo soli e non vedo l’ora di portarvi a cena!” Commentò Moses sbuffando.
>“Non siamo soli …”
>L’Ammiraglio sospirò e si fece da parte
>“Comandante Moses le presento il Capitano Hazyel, il suo ufficiale in comando!”
>L’uomo guardò la moglie sorpreso per questo suo comportamento un po’ troppo serio. Il fatto che ci fosse anche il Capitano voleva solo dire che sarebbero andati a cena in quattro e finalmente avrebbe conosciuto il suo misterioso superiore. Aveva intenzione di iniziare con il piede giusto. Qualsiasi cosa gli avessero messo davanti se lo sarebbe fatto bastare. Si era ripromesso di fare buon viso a cattivo gioco se voleva portare avanti la sua missione.
>“TU!” esclamò con un tono minaccioso non appena i suoi occhi si posarono sul giovane risiano.
>“Io!” Un sorriso sbarazzino apparve sul volto del giovane Capitano “Quanto tempo Moses, è un piacere rivederla! Victoria è un piacere vedere anche te e i tuoi meravigliosi capelli ros…” il sorriso si spense, come se un’improvvisa intuizione avesse fatto capolino.
>“Capitano Hazyel già conosce il Comandante Winslow, nostra figlia…” interloquì l’Ammiraglio Bates, sospirando di nuovo.
>“TU!” esclamò Hazyel all’indirizzo della giovane per poi guardare Moses i cui occhi erano due braci incandescenti
>“Lei?!” gli chiese con voce strozzata.
>Le due donne alzarono gli occhi al cielo.
>Base Stellare K-4 – Empireo – Turbo ascensore - 24/01/2396 ore 16:40
>Dopo aver svolto malvolentieri i suoi incarichi ufficiali, Frank si era chiuso in un cupo e ostinato silenzio. Si era diretto con andatura brusca verso il turbo ascensore seguito da Victoria e Bernadette.
>Quest’ultima voleva aspettare a togliere l’uniforme da Ammiraglio e indossare quella da moglie per spegnere le fiamme rabbiose che stavano bruciando dentro al marito, Victoria invece era sinceramente preoccupata: sapeva che l’avrebbe presa male, ma non così male.
>Entrati senza dire una parola nel turbo ascensore, Frank ordinò la destinazione.
>“Ponte 6”
>Non appena il turbo ascensore si mise in moto, Frank diede un nuovo ordine, questa volta di blocco.
>Una volta stabilizzatesi, Moses si girò verso la figliastra con cipiglio turbato
>"Victoria tu lo sapevi! Perché non me l'hai detto?!"
>"Perché avresti fatto esplodere la base... magari con lui dentro."
>Fu la serafica risposta di lei.
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>Capitano Hazyel
>Ufficiale in Comando
>USS Raziel NCC-79016
>[CV]: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=138
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>Ten. Cmdr. Francis Moses
>Primo Ufficiale
>USS Raziel
>[CV]: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=139
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>"La tecnologia migliora ogni giorno e va bene, ma di solito basta un pezzo di gomma da masticare, un coltellino e un sorriso." Spy game
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