[Stml14] 00.08 - Il Capitano che non ti aspetti - Hazyel
Adm. Bernadette Bates
adm.bbates a gmail.com
Mer 13 Gen 2016 10:57:46 CET
Io ho paura.
Mi sa che torno al comando e bevo qualcosa.
Ops... non dovevo dirlo?
Il 13/01/2016 00:17, Franco Carretti ha scritto:
> Ottimo ottimo ottimo. Gran bell'imbarco!
> Vorrei far notare a tutti la parte in cui l'Ammriaglio Bates spiega lo
> scopo della creazione del progetto Empireo. Le nostre missioni saranno
> molto violente :D
> *Sent:* Tuesday, January 12, 2016 at 6:35 PM
> *From:* "Vanessa Reis Squirtaker" <vanessa_reis_squirtaker a outlook.it>
> *To:* "USS Raziel" <stml14 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml14] 00.08 - Il Capitano che non ti aspetti - Hazyel
>
> Ecco qua l’ultimo degli imbarchi.
>
> Countdown 3 . 2 . 1 e via ai commenti!!
>
> ====================================================
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Sala
> Riunioni 11B - 04/01/2395 ore 10:26*
>
> “Avreste dovuto vederlo. Facciamo irruzione in plancia, solita tattica
> d’attacco.. tempo pochi istanti e sembrava tutto sicuro, poi dal nulla
> compare questo Nausicano: un armadio a due piani! E lui che fa? Lo
> ingaggia in corpo a corpo! E boom! Pugni, calci.. morale della favola
> lo tira giù a cazzotti”
>
> A parlare così teatralmente era un tenente deltano, Tars, che,
> appoggiato con un piede ad una sedia, stava illustrando lo scontro che
> aveva permesso alla USS Jupiter di fermare i pirati Nausicani.
>
> Ad ascoltarlo, un gruppetto di ufficiali di vario grado, tutti facenti
> parte delle forze speciali. Avevano scortato i loro comandanti a
> quella riunione informativa. L’ennesima. Si erano preparati alle
> solite due ore noiose, abbandonati in qualche ufficio simile a quello,
> scambiando appena qualche parola: il ricordo di qualche collega
> rimasto ucciso, qualche promozione, pensionamenti, trasferimenti..
>
> Quel tipo di conversazioni si era esaurito già a fine anno. Da inizio
> dicembre le riunioni delle task forces si era come moltiplicato.
> Dapprima erano in tanti, ma col tempo, man mano che l’ufficiale in
> comando riceveva un nuovo incarico, i suoi uomini salutavano i colleghi.
>
> Ad ogni riunione erano sempre meno. A quest’ultima partecipavano gli
> uomini del Capitano Lasak, quelli del Capitano Thorloky e,
> inaspettatamente, erano stati convocati anche gli uomini del Capitano
> Satelk. Quest’ultimo non faceva parte dei servizi, ma a quanto pare il
> suo parere era stato richiesto dalla Commissione guidata
> dall’Ammiraglio Rexen.
>
> Ad accompagnarlo, il suo primo ufficiale ed il tenente Tars. Il
> Comandante Hazyel non l’avevano visto se non per qualche istante, era
> stato subito rapito da una graziosa segretaria per non si sa quale
> scartoffia. Era rimasto solo quel deltano che, stufo del silenzio dei
> colleghi, si era messo a far battute, raccontare storie e aneddoti.
>
> All’inizio era divertente, ma col passare dei minuti, giusto un paio
> degli uomini di Thorloky, che avevano servito con Tars e Hazyel sulla
> USS Asgard, prestavano ancora attenzione al teatrino improvvisato dal
> Deltano.
>
> Quest’ultimo stava ancora parlando in maniera abbastanza enfatica
> dell’ultima missione, senza nemmeno accorgersi dei silenziosi sguardi
> di ammonimento dei colleghi nella sala, quando gli arrivò uno
> scappellotto sulla nuca.
>
> “Ahia.. Non sono un Nausicano io, pazzo di un Risiano!”
>
> Tars si girò di colpo e l’esclamazione gli uscì di bocca prima che il
> cervello inviasse uno stop categorico. Di fianco all’enorme mole di
> Hazyel, stazionava la ben più minuta ed esile figura del
> contrammiraglio Bernadette Bates.
>
> Tars deglutì rumorosamente, ma aveva finito la saliva. Si ritrovò la
> bocca impastata ed una lingua allappata che sembrava pesare una
> tonnellata.
>
> La donna non perse il suo aplomb, pur cercando di nascondere un
> leggero sorriso che tentava maliziosamente di andare ad incresparle le
> labbra:
>
> “Giovanotto lei parla un po’ troppo!”
>
> Tars non sapeva che dire, aveva finito le parole e guardava il suo
> Comandante come in cerca di aiuto, ma lo sguardo di quest’ultimo
> sembrava dire * /amico mio te la sei cercata, stare zitto mai?/ *
>
> ****Flashback****
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare – Sala
> Operativa dei Servizi di Sicurezza Informatica - 02/12/2395 ore 11:03*
>
> “Situazione?”
>
> “L’anomalia Mendel si è autonomamente interrotta da oltre 72 ore.
> Abbiamo apportato la modifica da lei richiesta Ammiraglio. Il
> Comandante dovrà faticare parecchio prima di bypassare nuovamente il
> sistema. E ce ne accorgeremmo in tempo reale. I tecnici Binari hanno
> svolto un lavoro egregio”
>
> Rexen si accarezzò il mento porcino con aria soddisfatta, grugnendo
> sommessamente.
>
> La sua assistente prese il silenzio come un invito a continuare:
>
> “L’altra anomalia è stata confinata in un vaso di pandora.. continua
> ad aver accesso al nostro database, ma si nutre di dati falsi inseriti
> ad arte da un algoritmo. Ciò ci permetterà di proseguire a lavorare
> per risalire alla fonte dell’intrusione, facendo credere all’hacker in
> questione di avere superato i nostri firewall senza problemi”
>
> “Molto bene Capitano.. procedere con invio messaggio in codice
> /nessuno cammina sulle acque/..”
>
> ****Flashback****
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare –
> Commissione Servizi Segreti - 11/12/2395 ore 12:05*
>
> “Scusate il ritardo”
>
> Il volto del contrammiraglio Darion esprimeva pienamente il suo stato:
> era ansante.. probabilmente aveva fatto gli ultimi corridoi camminando
> di gran lena. La sua stazza e la rotondità in vita avevano fatto il
> resto. Si asciugò la fronte madida di sudore e si sistemò la fluente
> barba bianca.
>
> Era l’ultimo arrivato in quella grande sala di forma ellittica,
> situata su uno dei piani più protetti del Comando. Le pareti
> riprendevano un disegno architettonico finestrato, riproducendo un
> finto paesaggio bucolico, come se la stanza si trovasse sulla cima di
> un’altissima torre, piuttosto che a metri e metri di profondità
> protetta da spesse pareti di tritanio rinforzato e sistemi di
> sicurezza antintrusione all’avanguardia.
>
> L’Ammiraglio Rexen fece una smorfia come a sottolineare che non era la
> prima volta che Darion ritardava, come non era la prima volta che era
> stato invitato a ridurre il girovita, ma Jonathan fece finta di non
> vedere e prese posto sedendosi fra il contrammiraglio Bernadette
> Bates, nominata responsabile del progetto Empireo, ed il suo parigrado
> Steven Often, di Alfa Centauri, che lo accolse con un sorriso.
>
> Attorno al grande tavolo di vetro bianco, che riprendeva stilizzato il
> simbolo dell’infinito a forma di otto rovesciato, sedevano gli altri
> membri della commissione: in totale erano nove, a cui si era aggiunto
> il contrammiraglio Crom, scelto come responsabile approvvigionamenti.
>
> Fu proprio il denobulano a parlare per primo: non avrebbe partecipato
> a tutta la riunione, in quanto il suo compito era meramente logistico.
> Si limitò pertanto ad aggiornare la commissione sulla dislocazione
> prescelta del programma, ossia la vecchia base stellare K-4, a ridosso
> della macchia di rovi, e sui piani operativi messi a punto miranti al
> rifornimento ed all’eventuale protezione della stessa.
>
> Conclusasi la sua relazione, durata una ventina di minuti, si
> accomiatò lasciando i nove a discutere fra loro.
>
> L’Ammiraglio Rexen fece cenno alla Bates di prendere la parola: la
> donna si alzò e si diresse vicino ad uno dei proiettori olografici su
> cui richiamò i disegni della base stellare.
>
> “Signori come ben sapete, Empireo è una task force che si occuperà di
> minacce alla Federazione, con uomini e donne che compongono un elite
> di agenti che hanno votato la loro vita a scovare e distruggere le
> maggiori minacce alla pace. E’ un periodo difficile per tutti, troppe
> guerre ci hanno scosso profondamente e ciascuno di noi in questa sala
> ha perso persone care e colleghi brillanti. Ci sono minacce meno
> cruente delle guerre, ma altrettanto destabilizzanti. Dobbiamo porvi
> rimedio.. a qualunque mezzo. Se necessario, anche con metodi non
> convenzionali.”
>
> Un mormorio di approvazione accompagnò le parole della donna.
>
> “Uno degli obiettivi principali della task force sarà dare la caccia
> ad misterioso criminale chiamato Jak'Al del quale si sa ben poco. Si
> suppone che sia al comando di un'enorme rete criminale che agisce nei
> quadranti Alfa e Beta, e si sospetta Gamma, controllando qualsiasi
> genere di attività illecita: dal contrabbando di armi al traffico di
> droga, passando per l'ingegneria genetica e così via”.
>
> La contrammiraglia tellarita Frashlar emise un grugnito stizzito di
> disapprovazione che probabilmente le uscì più rumoroso di quanto anche
> lei stessa si aspettasse, motivo per cui, accortasi di aver interrotto
> la collega, alzò le mani pelose in segno di scusa e fece cenno di
> poter continuare.
>
> “Nessuno sa con certezza chi sia. Alcuni pensano addirittura che possa
> essere un nome usato da più di un criminale per sfruttarne la fama”.
>
> La teoria era stata formulata dal viceammiraglio andoriano Kovas e
> pertanto Bernadette si rivolse verso di lui accennando un
> ringraziamento non verbale con una mano, a cui lui rispose con un
> gesto del capo.
>
> “Il progetto Empireo prevede una base stellare dotata di laboratori
> all'avanguardia, esperti di guerra informatica, squadre d'assalto,
> profiler e criminologi per studiare i dati raccolti dalle varie
> missioni. Questi uomini daranno la caccia a tutto ciò che c'è di
> marcio dentro e fuori dalla Federazione. Non andranno ad esplorare
> nuovi mondi e nuove civiltà, ma cercheranno e staneranno i mostri che
> sono là fuori, prima che diventino qualcosa di troppo complicato da
> gestire”.
>
> Terminata la presentazione iniziale, a prendere la parola fu il
> contrammiraglio vulcaniano Merak che optò per un approccio diretto:
>
> “Chi mettiamo a comandare questo progetto? Ognuno ha dei nomi e delle
> preferenze, è il momento di prendere una decisione.. io proporrei il
> Capitano Lasak. A rigor di logica è il miglior candidato possibile”
>
> Come punta sull’onore, la contrammiraglia andoriana Sothe intervenne
> interrompendo il collega:
>
> “E perché non il Capitano Arukisa? Ha un ottimo curriculum sia presso
> la Flotta Imperiale di Andoria sia da quando ha scelto di unirsi alla
> Flotta Stellare.”
>
> “Arukisa è straordinaria, ma è come mettere vicino fuoco e materiale
> combustibile. Non durerebbe” interloquì Darion, proseguendo “Meglio
> Jameson, meno propenso all’azione ma ottimo gestore di uomini”
>
> “Jameson è vecchio, più di te Darion” si intromise Often “non è il
> caso, diventerebbe un pupazzo delle mani di Moses”
>
> “E promuovere Moses al grado di Comandante? Che dice Bates? In fondo è
> suo marito” propose grugnando Frashlar
>
> “Proprio perché è mio marito, non posso esprimere la mia opinione. Non
> sarebbe corretto” rispose Bernadette.
>
> La sfilza di nomi durò oltre un’ora, finché l’ammiraglio Rexen non
> decise di averne abbastanza e di avere troppa fame per continuare.
>
> ****Flashback****
>
> *Parigi, Terra (Sol III) – Appartamenti Diplomatici – Interno 1101 -
> 21/12/2395 ore 06:05*
>
> Una parziale oscurità dominava nella stanza, a malapena osteggiata da
> due tenui luci dai riflessi rosati che illuminavano una parete su cui
> campeggiavano un’infinità di cornici di olofoto.
>
> In ogni cornice scorrevano numerosissime immagini che ritraevano due
> ragazze, probabilmente sorelle, di età non troppo diverse l’una
> dall’altra. C’erano immagini di quando erano piccolissime e poi man
> mano di come erano cresciute. E cresciute bene.
>
> Le cornici con le immagini più recenti riflettevano due ragazze solari
> dai lunghi capelli ambrati leggermente mossi, dagli occhi verdi, con
> corpi sinuosi e dalle lunghe gambe affusolate.
>
> Quello che le foto non riproducevano erano i seni prosperosi e le
> giuste rotondità dei glutei, ma non si era rivelato un problema, anzi
> aveva reso più movimentata e divertente anche quella nottata.
>
> Se quelle cornici avessero potuto raccontare, avrebbero dovuto narrare
> come le due sorelle avessero organizzato un’uscita con un ragazzone
> ben più alto di loro - che basse sicuramente non erano sfiorando
> entrambe quasi il metro e ottanta - muscoloso e con luminosi occhi
> color del ghiaccio azzurrino.
>
> Quelle cornici avrebbero poi dovuto raccontare che lo sfizio di uscire
> entrambe con lo stesso ragazzo, con l’unico obiettivo di finirci a
> letto assieme mandando al diavolo ogni remora di pudore, era dovuto al
> fatto che lo avevano visto in alcune olofoto abbracciato alla loro
> madre, mentre era col padre sulla USS Agincourt.
>
> Conoscendo alcune delle abitudini della genitrice per occupare il
> tempo e non annoiarsi a quegli interminabili meeting col marito, erano
> sicure che ci fosse stato qualcosa fra i due. E l’aria decisamente più
> canzonatoria e felice della madre al ritorno rispetto al pessimo umore
> di quando era partita, le aveva del tutto persuase della bontà della
> loro intuizione.
>
> In quell’anno e mezzo si erano improvvisamente molto interessate a
> qualsiasi cerimonia del padre ove fossero presenti dei giovani
> ufficiali della Flotta. Ogni scusa era buona anche solo per dare
> un’occhiata all’elenco degli invitati.
>
> Quando stavano per perdere le speranze, il nome del risiano Hazyel
> aveva fatto capolino fra gli invitati ad una cena organizzata dalla
> madre. Elettrizzate dall’idea, si erano rese splendide con ogni
> possibile trucco estetico ed avevano trascorso l’intera serata di gala
> nel tentativo di farsi notare.
>
> La missione era riuscita. Il ragazzone non le perdeva di vista e, pur
> essendosi dimostrato una frana nel ballare, si era dimostrato
> spiritoso e autoironico. In poche parole, le aveva conquistate.
>
> Certo, era ancora un terreno di caccia della madre che, infatti, si
> dannava nel cercare di mantenere su di sé le attenzioni del giovane
> amante, col compito più ingrato di dover essere dannatamente più
> discreta delle figlie.
>
> Non che al marito interessassero molto le attività sessuali di moglie
> e figlie, ma non avrebbe sopportato nulla che potesse intaccargli la
> reputazione. In pratica, tutto era permesso, se ben organizzato nella
> massima discrezione.
>
> Nella serata del gala, la battaglia per Hazyel la vinse la madre. E
> anche nelle due successive.
>
> Non appena questa partì assieme al marito, però, furono le figlie a
> vincere la guerra. Organizzarono un’uscita innocente, fingendosi
> dispiaciute per la partenza della madre, e finirono per un’intera
> settimana a letto con quel ragazzo che pareva avere energie sessuali a
> sufficienza per entrambe.
>
> Il tempo, però, fu beffardo e le due sorelle si dimenticarono del
> rientro dei genitori, facendo dormire il loro amico una notte di
> troppo. Al rumore della casa che si rianimava al ritorno del padrone
> di casa, ci fu un turbinare di gambe: quelle delle due ragazze ad
> affannarsi a rimettere una parvenza di ordine, quelle di Hazyel ad
> indossare frettolosamente un paio di pantaloni.
>
> La strategia di fuga funzionò quasi perfettamente, se non fosse che il
> padre, Jean Armand du Plessis, trovò uno dei badge dell’uniforme di
> Hazyel fra le pieghe di un divano. Non immaginando minimamente che
> fosse opera delle sue figliole, che considerava ancora delle bambine,
> la sua arrabbiatura si rivolse verso la moglie.
>
> “Ti rendi conto che se l’avesse trovato qualcun altro, sarei finito
> nello scandalo? Qua organizzo delle riunioni, a volte anche con membri
> influenti dello staff del Presidente. Come spiegavo un badge di un
> Comandante sconosciuto in casa mia? Sai quanto ci tengo al mio lavoro.
> Te e le tue voglie. I tuoi amanti dovrebbero essere più attenti a dove
> seminano le loro cose. Questa è casa mia, non dimenticarlo mai. Fingo
> di non vedere, ma non sono cieco”
>
> La moglie sopportò stoicamente la filippica del marito, iniziata in
> maniera soft e poi aumentata di intensità ad ondate successive,
> arrossendo lievemente. Il suo silenzio e le sue gote arrossate, se
> apparvero al marito come un sincero atto di pentimento, in realtà
> celavano dapprima una certa rabbia nei confronti del suo giovane
> amante.. ma alla fine a dominare fu uno strano tipo di orgoglio. Le
> figlie si erano dovute mettere in coppia per tenere testa a quel
> ragazzo, mentre lei c’era riuscita da sola ed alla sua età. Lorraine
> si sentì avvampare di passione.
>
> ****Flashback****
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare –
> Commissione Servizi Segreti - 27/12/2395 ore 12:05*
>
> “Ora BASTA!”
>
> Il grugnito irritato dell’Ammiraglio Rexen dominò la sala.
>
> “Mi sono stufato! È la terza riunione in cui non troviamo una
> soluzione.. ho lo stomaco che brontola e la mia pazienza è scappata
> dalle mie zampacce oltre mezz’ora fa. E ho tentato in tutti i modi di
> trattenerla. Preferisco di gran lunga sgominare una banda di hacker
> che stare ancora a sentire le vostre chiacchiere! Mettiamo ai voti:
> ORA! Bates proceda”
>
> Bernadette, sospirando fra sé e sé un * /era anche ora/ *, si alzò e
> si mise a enumerare una breve lista di nomi. All’inizio erano circa
> quindici i candidati papabili, molti depennati già alla prima
> riunione, ma dalla seconda in poi ci si era fossilizzati sugli stessi
> nomi e da quelli non si usciva, se non faticosamente.
>
> “Capitano Simon Parker Jameson: come pregi ha anzianità di servizio,
> numero di informatori e ottima gestione del personale umano; come
> difetti dimostra scarsa attitudine al comando sul campo, che verrebbe
> delegato interamente a Moses, facendo levitare enormemente il potere
> di quest’ultimo. Voti favorevoli Darion, Frashlar, Bates. Voti
> contrari Kovas, Sothe, Merak, T’Li, Often, Rexen. Candidato non idoneo
> al programma.”
>
> “Capitano Resh Tomphson: come pregi ha ottime capacità analitiche ed è
> un buon leader, usa perfettamente i più moderni sistemi tecnologici,
> si sa districare egregiamente sia sul campo che su un piano più
> politico; l’unico difetto riscontrato è che ha già un’ottima
> assegnazione strategica per la nostra Intelligence; gli è stato
> affiancato anche il Comandante Garcia che è decisamente più
> un’esecutrice e donna d’azione per aiutarlo a gestire DS16 Gamma. Voti
> favorevoli: Kovas, Sothe, Merak, Bates. Voti contrari: Darion,
> Frashlar, T’Li, Often, Rexen. Candidato non idoneo al programma.”
>
> “Capitano Zezia Arukisa: come pregi ha un’ottima attitudine al
> comando, efficace al limite della spietatezza; come difetti ha un
> carattere facilmente infiammabile: suscettibile, irritabile,
> aggressiva, risulta praticamente impossibile la convivenza con Moses.
> Voti favorevoli: Kovas, Sothe, Often. Voti contrari: Merak, Bates,
> Darion, Rexen, T’Li, Frashlar. Candidato non idoneo al programma.”
>
> “Capitano Lasak: come pregi ha un’ottima padronanza della strategia,
> saprebbe tenere testa ottimamente a Jak’Al sia sul campo sia in una
> partita di scacchi tridimensionali; come difetti ha un eccessivo uso
> della logica, che lo porta ad essere temporeggiatore e a scontrarsi
> col pragmatismo di Moses. Voti favorevoli: Merak, T’Li, Frashlar,
> Often. Voti contrari: Bates, Kovas, Sothe, Darion. Astenuto: Rexen.
> Candidato da sottoporre ad ulteriore valutazione.”
>
> “Capitano Thorloky: come pregi ha un ottimo stato di servizio ed è
> quello, oltre Moses, ad essersi avvicinato maggiormente a Jak’Al;
> tuttavia si è fatto catturare e salvato solo dopo indicibili
> sofferenze. Ciò potrebbe non farlo restare lucido, stesso motivo per
> cui non è stato affidato il comando a Moses: evitare una guerra
> personale. Questo sarebbe il suo più grande difetto. Voti favorevoli:
> Bates, Frashlar, Often, Darion. Voti contrari: Merak, T’Li, Kovas,
> Sothe. Astenuto: Rexen. Candidato da sottoporre ad ulteriore valutazione.”
>
> Al termine della votazione, Rexen si alzò sbuffando come un cinghiale
> inferocito.
>
> “Ci vediamo in sala mensa, signori”
>
> Mentre stavano per uscire, Darion prese sottobraccio Kovas cercando di
> convincerlo a votare Thorloky.
>
> “Suvvia, capisco essere dispiaciuto per Arukisa amico mio, ma Thorloky
> rappresenta la migliore scelta, non vorrai certo portare i tuoi voti
> su Lasak? E’ ottimo, ma di una noia mortale. Mai provato a giocare a
> scacchi con lui? Ti addormenti alla decima mossa.. si studia tutte le
> alternative possibili prima di muovere persino un pedone”
>
> “Jonathan, Arukisa non avrebbe avuto questi problemi.. e se non era
> compatibile con Moses pazienza.. quel vecchio burbero avrebbe imparato
> a rispettarla o sarebbe finito a vagare nello spazio profondo senza
> tuta” ribatté con un ghigno l’andoriano
>
> “Ma dai, non si parla male dei mariti delle presenti” provò a buttarla
> sul ridere Often
>
> “Ma certo senza offesa per nessuno, cara Bernadette” incalzò Darion
> “tuttavia Kovas non mi hai risposto.. perché non Thorloky?”
>
> “Perché ha già un suo comando e per fare sì che accetti dovremmo
> trasferire buona parte del personale della USS Asgard sulla K-4 e ho
> già affrontato abbastanza riunioni per riformulare tutte le
> assegnazioni. È stato in convalescenza mesi, senza contare che se non
> era per il suo primo ufficiale non usciva vivo dal covo di Jak’Al”
>
> “Un errore può capitare a chiunque..” ribatté Darion
>
> “Certamente, ma non riesco a levarmi dalle antenne il fatto che si sia
> salvato per pura fortuna.. e per il coraggio del suo primo ufficiale.
> Sothe com’è che si chiamava il suo vice? Quello fortunato.. della
> doppia promozione.. te n’eri occupata te?”
>
> “No signore.. Often..” rispose stizzita lei, molto amica del Capitano
> Arukisa
>
> Tutti si rivolsero verso il contrammiraglio di Alpha Centauri.
>
> “Eh.. chi io? Oddio.. sì ricordo ma ehm.. il nome.. boh! Han.. Hans..
> Hansen.. Hansolo.. ah no Hansel!”
>
> “Sì e Gretel! E poi sono io il rimbambito” esclamò Darion con una
> grassa risata che contagiò anche gli altri, tranne i due vulcan.
>
> Fu proprio il commodoro T’Li a interrompere il silenzio post risata:
>
> “Si chiama Hazyel, signori.. ed è di Risa”
>
> Merak, sorpreso dalla prontezza della sua collega, finora
> silenziosissima, emise un leggero sbuffo, ma non diede a vedere la
> propria meraviglia.
>
> Rexen, sorpreso dall’improvviso spuntare del nome di un outsider, in
> grado di superare i veti incrociati, grugnì, ma non diede a vedere la
> propria soddisfazione.
>
> Bates, sorpresa da quel nome, pensò che Frank non l’avrebbe presa
> affatto bene. Sospirò profondamente, ma non diede a vedere la propria
> preoccupazione.
>
> ****Flashback****
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) – Centro di addestramento Marine -
> 22/11/2386 ore 10:15*
>
> “Situazione” esclamò l’istruttore entrando nella sala attigua a quella
> degli interrogatori.
>
> Attraverso la grande vetrata a specchio poteva vedere un giovane,
> dalla corporatura fisica non indifferente, legato alla sedia al centro
> della stanza. Era completamente nudo, bagnato e visibilmente
> infreddolito, ma niente lasciava indicare che fosse spaventato o
> intimorito.
>
> “Candidato numero 87: Tenente JG Hazyel. Risiano. Buoni voti sia
> all’Accademia che al corso di Comando. Ottimo rendimento anche al
> corso avanzato dei corpi speciali.”
>
> Il vulcaniano di turno alla sorveglianza del ‘prigioniero’ iniziò a
> sciorinare i dati con quel modo meccanico e insensibile tipico della
> sua razza
>
> “E’ stato prelevato da una squadra tre giorni fa alle quattro del
> mattino dai dormitori della base e portato qui. Non dorme e non mangia
> da allora.”
>
> “Lo vedo in forma per essere lì da tre giorni!” commentò l’ufficiale
> con un tono burbero.
>
> “Ha un’ottima resistenza fisica. Alcune pratiche risiane necessitano…
> di una certa resistenza” rispose il vulcaniano senza perdere la sua
> flemma.
>
> “Buon per lui. Io entro, continuate a monitorare I suoi parametri
> fisici, al primo accenno di problema fate intervenire la squadra
> medica. Ieri l’istruttore Tellarite pare ci sia andato giù troppo
> pesante con il candidato.”
>
> L’uomo non attese una risposta. Uscì dalla stanza di sorveglianza per
> poi entrare in quella del prigioniero seguito da altri due uomini.
>
> “Bene bene… cosa abbiamo qui. Un ragazzino che vuole diventare un
> uomo?” commentò l’istruttore.
>
> Prima che il giovane potesse rispondere uno degli uomini gli gettò una
> secchiata d’acqua in pieno viso. Il risiano preso alla sprovvista
> tossì sputando acqua.
>
> “Grazie per la doccia. Il servizio in camera lascia a desiderare qui
> dentro…” mormorò il giovane quando riuscì a riprendere fiato.
>
> “Parli troppo per i miei gusti!” commentò il secondo uomo, un
> Andoriano enorme con un pessimo carattere colpendolo con uno schiaffo
> al viso.
>
> “Spero però che la vista sia di tuo gradimento…” commentò l’ufficiale
> riferito all’ambiente sporco e maleodorante in cui si trovavano.
>
> “Ho visto di peggio su Andoria..” fu la serafica risposta del tenente
> che gli fece guadagnare un nuovo pugno.
>
> Le ore passarono sullo stesso tono. Era la prova finale del corso di
> sopravvivenza. Una prova che solo chi aveva finito il corso
> comprendeva. Un segreto che tutti conoscevano, ma a cui nessuno
> credeva. Tutti pensavano che fosse una di quelle storie che si
> raccontavano per spaventare I cadetti ‘Alla fine c’è la prova della
> tortura’ dicevano i più anziani del corso, ma anche loro quando lo
> raccontavano non ci credevano. E invece…
>
> Dopo sei ore di interrogatorio l’istruttore capo era l’unico rimasto
> nella stanza insieme al prigioniero ormai tumefatto e sanguinante. Era
> una prova dura che poteva lasciare segni indelebili nella psiche di un
> uomo e l’istruttore doveva essere bravo a mantenere sempre un certo
> limite.
>
> Il Tenente Comandante Frak Moses non era mai stato bravo a rimanere
> nei limiti ed il giovane risiano lo stava mandando su tutte le furie
> con quella sua aria strafottente.
>
> “Adesso ricordo..” borbottò Hazyel sputando un grumo di sangue.
>
> “Cosa?” sbuffò Moses
>
> “Ricordo dove l’ho già vista… era con uno schianto di rossa al poligono!”
>
> Moses grugnì di rimando
>
> “Era uno spettacolo. Segretaria? Assistente? Semplice passante? Di
> certo una bellezza del genere non può essere qualcosa di più per un
> energumeno come lei. Altro che poligono, una donna come quella ha
> bisogno di lenzuola di seta e un giovane amante… magari risiano.”
>
> Moses lo colpì con più foga del dovuto. Il giovane incassò il colpo e
> poi gli fece un occhiolino con l’unico occhio ancora aperto.
>
> “Le rosse sono le migliori, hanno il fuoco dentro. E quella di fuoco
> ne ha da incendiare un pianeta. Almeno da come mi guardava!” un nuovo
> pugno ancora più forte. La mano di Moses riusciva a fatica a
> sollevarlo di peso dalla sedia, ma lo afferrava per la gola come una
> morsa d’acciaio.
>
> A dire il vero, Hazyel non ricordava nulla di quella giovane.
> Ricordava solo di aver visto quell’istruttore al poligono in compagnia
> di una rossa, ma non avrebbe saputo dire né che età avesse né come
> fosse fisicamente. Aveva solo trovato un appiglio per fare leva sul
> suo torturatore.
>
> In un vero interrogatorio sarebbe stato un ottimo modo per farsi
> uccidere ed evitare di tradire la Federazione, in questo sperava
> ardentemente che lo mettesse fuori combattimento e tutto avesse fine.
> Ormai era al limite, non sapeva più che giorno fosse o da quanto fosse
> li. Solo la sua testardaggine gli impediva di arrendersi e mettere
> fine alla tortura che stava subendo.
>
> La sua unica speranza era dire qualcosa che avrebbe fatto imbestialire
> quel bastardo di Moses tanto da colpirlo più forte del previsto e
> qualcuno avrebbe messo fine alla cosa.
>
> “Quando avremo finito con questa pagliacciata organizzerò uno
> Jamaharon così potrà portare la sua amichetta… però non so se poi
> vorrà tornare con lei a casa!”
>
> Fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima che arrivassero i pugni e che
> per lui calasse il buio.
>
> Dopo pochi istanti, due uomini entrarono e bloccarono le braccia di
> Moses e lo tennero fermo saldamente, finché Hazyel non riprese
> lucidità, grazie all’intervento della squadra medica.
>
> “Il ragazzo ti ha fregato!” commentò il Tenente Comandante Vasquez che
> fungeva da supervisore durante gli interrogatori
>
> “Santo cielo! E’ riuscito a fregare il grande Moses!”
>
> Frank sbuffò infastidito e si liberò dalla presa dei due uomini che lo
> tenevano.
>
> “Non ha fregato nessuno, è stato solo fortunato!” bofonchiò prima di
> uscire dalla stanza.
>
> Vasquez guardò il risiano a terra con uno sguardo di rispetto per
> quello che era riuscito a sopportare e un ghigno divertito gli apparve
> sul volto.
>
> “L’hai proprio fregato… prega solo di non incontrarlo di nuovo
> ragazzo..” detto questo, uscì.
>
> ****Flashback****
>
> *San Francisco, Terra (Sol III) - Comando della Flotta Stellare –
> Commissione Servizi Segreti - 04/12/2395 ore 10:15*
>
> “Grazie Capitano Satelk, la sua relazione è stata.. come dire,
> illuminante, per molti di noi.. può andare per il momento”
>
> “Dovere Ammiraglio”
>
> I nove attesero l’uscita dell’alto vulcaniano in silenzio.
>
> Rexen fu il primo a prendere la parola:
>
> “Siete tutti d’accordo? E’ l’uomo giusto?”
>
> Il viso porcino esprimeva tutta la propria soddisfazione, ma si era
> riservato ancora un asso nella manica. Scorse in volto gli altri
> ammiragli e decise di giocarsela fino in fondo:
>
> “Fate entrare il contrammiraglio Crom”
>
> Passarono pochi minuti prima dell’ingresso del denobulano.
>
> “Carissimo amico” grugnì Rexen “faciliterebbe il suo compito logistico
> se a comandare la K-4 ci fosse un Vulcaniano o un Risiano?”
>
> Crom si allargò in un sorriso incredulo prima di rispondere:
>
> “Beh, signori, un conto è aumentare il flusso di rifornimenti verso
> tre basi stellari e alcuni pianeti e poi far partire di tanto in tanto
> un cargo verso la K-4, apparentemente senza motivo, ed un altro è
> indirizzare un flusso maggiorato verso Risa ed utilizzare una sola
> nave per il rifornimento. Sarebbe più facile e protetto, con adeguate
> misure per la sicurezza. Senza contare che, in caso di problemi,
> sarebbe più comodo convincere le unità di sicurezza planetarie a
> prestare soccorso ad un capitano Risiano in difficoltà, piuttosto che
> spingerle ad aiutare una stazione in disuso, in mano ad un ufficiale
> in comando sconosciuto”.
>
> Dopo qualche secondo di pausa, Crom continuò anche se non interpellato
>
> “Senza contare che, se l’ufficiale in questione è attualmente un
> giovane Comandante, tornato da poco, è giunta da Parigi comunicazione
> all’Ammiraglio Kaloethes che sarebbe fortemente gradita quanto prima
> una sua nuova assegnazione lontana dalla Terra”.
>
> Gli occhi piccoli e neri di Rexen brillavano di soddisfazione.
> Ringraziò ampiamente Crom prima di congedarlo e rivolgersi agli altri
> membri della commissione.
>
> Non ci fu nemmeno bisogno di votare.
>
> *USS Raziel – Ponte 1 – Alloggio del Capitano – 24/01/2396 ore 16:08*
>
> Hazyel si guardava riflesso con la sua nuova uniforme da Capitano.
> L’aveva indossata la prima volta al Comando quando, in una grande sala
> ellittica, si era visto insignire del grado da ben nove ammiragli,
> avendo come testimoni la sua mentore T’Li, l’immancabile Tars ed i
> Capitani Lasak e Thorloky.
>
> Quest’ultimo non aveva fatto nulla per nascondere l’orgoglio che
> provava per quel ragazzo cui doveva la vita. Lasak, dal canto suo, era
> apparso imperturbabile. Probabilmente seccato per non essere stato il
> prescelto, non solo aveva mantenuto il contegno tipico del suo popolo,
> ma anzi si era offerto di organizzare il decollo in modo che passasse
> completamente nell’anonimato.
>
> Dopo il varo, tenutosi in gran segreto, erano decollati spegnendo ogni
> trasponder o segno distintivo. Si erano portati sotto la USS Asgard di
> Thorloky che aveva preso il volo nello stesso momento. Agganciati al
> raggio traente della Asgard erano stati trainati lontano.
>
> Se un curioso avesse osservato le manovre da uno degli oblò dei
> cantieri di Utopia Planitia, avrebbe visto semplicemente una nave in
> fase di collaudo che faceva un giro di test ed un vascello della
> Flotta che decollava. Se, per caso fortuito, un altro curioso si fosse
> trovato a monitorare dei sensori, avrebbe captato solo il segnale
> proveniente dalla USS Argard in allontanamento.
>
> Una volta raggiunta la piena sicurezza, si erano congedati dal
> Capitano Thorloky ed avevano intrapreso una rotta casuale per Risa.
> Più volte si erano fermati per modificare la rotta o per effettuare
> test: velocità, sensori, sistemi, armi.. e più volte erano ripartiti
> rodando i motori.
>
> Il viaggio verso K-4 era stato veloce, nonostante tutto; in quindici
> giorni, con una velocità media 9 di curvatura, erano arrivati incolumi
> a destinazione.
>
> In quel lasso di tempo Tars aveva cercato di rimediare alla figuraccia
> con l’Ammiraglio. La donna teneva un atteggiamento duale: a volte
> stava al gioco, altre sembrava infastidita. Se Tars non fosse stato
> solo concentrato su se stesso si sarebbe accorto che la Bates era
> preoccupata per qualcosa. Più si avvicinavano alla base e più la donna
> pareva in ansia.
>
> Hazyel ne conosceva il motivo, ne avevano discusso al Comando, ma per
> lui non era un problema avere a che fare con quel vecchio orso di
> Moses. La donna, pur apparendo decisamente meno ottimista del risiano,
> aveva avvallato la sua assegnazione in quanto, pur amando e sostenendo
> sempre il marito, in fondo, non gli aveva mai perdonato del tutto di
> averla piantata per anni con i figli. La convivenza forzata con un
> ufficiale di comando così diverso dal suo essere burbero e scontroso,
> l’avrebbe forse aiutato a comprendere ciò che si era perso.
>
> Il tempo per l’attesa era quasi finito, presto avrebbero visto coi
> loro occhi la reazione di Moses. Quest’ultimo aveva appena
> acconsentito, con quel sorriso che Bernadette tanto amava, alla
> richiesta d’approdo della Raziel, mal celando lo stupore che provava a
> vedere la moglie seduta sulla poltrona di Comando. Ma quanto sarebbe
> durato?
>
> L’atterraggio fu guidato dal Tenente Chase, responsabile del controllo
> volo della base, che portò il timoniere a fare rotta non verso una
> delle due piattaforme d’approdo laterali, ma verso il corpo centrale,
> nel cui ventre si aprì un portellone in duracciaio, in nulla diverso
> da una qualsiasi paratia esterna, che conduceva ad un terzo hangar, di
> dimensioni ridotte, ottimamente nascosto alla vista.
>
> *Base Stellare K-4 – Empireo – Hangar 3 - 24/01/2396 ore 16:08*
>
> “Chiedo il permesso di salire a bordo.”
>
> Esclamò l’Ammiraglio Bates all’indirizzo del gruppo di ufficiali che
> stazionava in fila sugli attenti sulla soglia che segnava il confine
> fra la USS Raziel e la base ‘Empireo’. Era la procedura standard, una
> di quelle cose arcaiche che erano rimaste dai tempi dei velieri terrestri.
>
> “Permesso accordato, Benvenuto Ammiraglio!”
>
> Fu la risposta di Victoria alla richiesta della madre adottiva. Per un
> attimo, sui volti delle due donne passò lo stesso sorriso di piacere
> nel rivedersi, ma ebbe vita breve quando la voce burbera del primo
> ufficiale si fece sentire, ricordando loro cosa stava per succedere.
>
> “La vogliamo piantare con queste lungaggini? Siamo soli e non vedo
> l’ora di portarvi a cena!” Commentò Moses sbuffando.
>
> “Non siamo soli …”
>
> L’Ammiraglio sospirò e si fece da parte
>
> “Comandante Moses le presento il Capitano Hazyel, il suo ufficiale in
> comando!”
>
> L’uomo guardò la moglie sorpreso per questo suo comportamento un po’
> troppo serio. Il fatto che ci fosse anche il Capitano voleva solo dire
> che sarebbero andati a cena in quattro e finalmente avrebbe conosciuto
> il suo misterioso superiore. Aveva intenzione di iniziare con il piede
> giusto. Qualsiasi cosa gli avessero messo davanti se lo sarebbe fatto
> bastare. Si era ripromesso di fare buon viso a cattivo gioco se voleva
> portare avanti la sua missione.
>
> “TU!” esclamò con un tono minaccioso non appena i suoi occhi si
> posarono sul giovane risiano.
>
> “Io!” Un sorriso sbarazzino apparve sul volto del giovane Capitano
> “Quanto tempo Moses, è un piacere rivederla! Victoria è un piacere
> vedere anche te e i tuoi meravigliosi capelli ros…” il sorriso si
> spense, come se un’improvvisa intuizione avesse fatto capolino.
>
> “Capitano Hazyel già conosce il Comandante Winslow, nostra figlia…”
> interloquì l’Ammiraglio Bates, sospirando di nuovo.
>
> “TU!” esclamò Hazyel all’indirizzo della giovane per poi guardare
> Moses i cui occhi erano due braci incandescenti
>
> “Lei?!” gli chiese con voce strozzata.
>
> Le due donne alzarono gli occhi al cielo.
>
> *Base Stellare K-4 – Empireo – Turbo ascensore - 24/01/2396 ore 16:40*
>
> Dopo aver svolto malvolentieri i suoi incarichi ufficiali, Frank si
> era chiuso in un cupo e ostinato silenzio. Si era diretto con andatura
> brusca verso il turbo ascensore seguito da Victoria e Bernadette.
>
> Quest’ultima voleva aspettare a togliere l’uniforme da Ammiraglio e
> indossare quella da moglie per spegnere le fiamme rabbiose che stavano
> bruciando dentro al marito, Victoria invece era sinceramente
> preoccupata: sapeva che l’avrebbe presa male, ma non così male.
>
> Entrati senza dire una parola nel turbo ascensore, Frank ordinò la
> destinazione.
>
> “Ponte 6”
>
> Non appena il turbo ascensore si mise in moto, Frank diede un nuovo
> ordine, questa volta di blocco.
>
> Una volta stabilizzatesi, Moses si girò verso la figliastra con
> cipiglio turbato
>
> "Victoria tu lo sapevi! Perché non me l'hai detto?!"
>
> "Perché avresti fatto esplodere la base... magari con lui dentro."
>
> Fu la serafica risposta di lei.
>
> ========================
> Capitano Hazyel
> Ufficiale in Comando
> USS Raziel NCC-79016
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> Ten. Cmdr. Francis Moses
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> USS Raziel
> [CV]: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=139
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> "La tecnologia migliora ogni giorno e va bene, ma di solito basta un
> pezzo di gomma da masticare, un coltellino e un sorriso." Spy game
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