[Stml14] [04.08] Invulnerabilità e potere
Ilenia De Battisti
fulmine791 a gmail.com
Dom 19 Mar 2017 11:42:43 CET
Salve a tutti,
ecco il mio brano.. rivisitato e corretto (spero di esser riuscita a
inserire tutti i vostri consigli Vanessa e Franco, in caso contrario
ricorreggo) XD
Spero possa piacervi.. buona lettura!
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Brano: 04.08
Titolo: Invulnerabilità e potere
Autore: Ten. Cmd. Tarev (Ilenia)
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- Flashback -
Sol III (Francia) - Parigi (Gran Galà)
D.T. 14/01/2397 - Ore 21:14
Il gran galà proseguiva indisturbato e, seppure l’umore dei vari commensali
avesse assunto una nota di cupa malinconia e tristezza per il nuovo
attentato, tutti sembravano intenzionati a non tornarsene a casa. Elaina
continuava ad attrarre l’attenzione di alcuni corteggiatori piuttosto
insistenti, che non perdevano l’occasione di tentare di offrirgli qualcosa
da bere ogni qualvolta il suo accompagnatore le si allontanava, ma in
generale i presenti avevano abbandonato la pista da ballo per poter parlare
di quanto stava accadendo a praga: il piano proseguiva decisamente nei
migliori dei modi, Hazyel era riuscito ad allontanarsi senza destare
particolari attenzioni mentre Johnson stava impersonando alla perfezione il
proprio capitano, eppure Elaina non era completamente a suo agio. Se vi
fosse stata Dhania al suo posto avrebbe avuto molte meno difficoltà a
leggere le empatie attorno a sé, ma Elaina era ancora giovane e non aveva
ancora affinato del tutto le proprie capacità telepati.
Dopo aver individuato Catherine in quella massa di persone, la dottoressa
pensava che non vi fosse più nulla da scoprire in quella festa, tanto che
le ci vollero svariati minuti per accorgersi di essere in errore. Fu
piuttosto difficile all’inizio, ma infine riuscì a percepire qualcos’altro.
Attorno a sé riprese a percepire qualcosa di più immerso in quelle cupa
cappa di tristezza e malinconia dovuta agli attentati: c’era ancora
qualcuno che si distingueva nella massa degli individui per alcuni accenni
di soddisfazione, qualcuno a quel gala era informato sui fatti e
interiormente sembrava essere soddisfatto di quanto stava succedendo.
Elaina non era ancora in grado di dire chi fosse, quell’emozione sembrava
apparire e scomparire, come se quell’individuo avesse un certo controllo
delle proprie emozioni, ma sapeva che c’era.
“Buonasera, è tutta la serata che osservo la più bella stella dell’universo
e finalmente sono riuscito a raggiungerla. Vuole qualcosa da bere?”
La voce dell’ennesimo giovanotto eccitato fece voltare Elaina che gli
sorrise “Non vedo perchè rispondere di no” sorrise celando le proprie
preoccupazioni ma fu decisamente sollevata nel vedere Johnson avvicinarsi
“Io un motivo per dir no direi che ci sia” il sorriso di Johnson fece
spegnere di colpo i desideri del giovane pretendente “Vieni, vorrei dirti
un paio di cose”
Elaina sorrise a Johnson osservandolo, era un giovane molto bello e
aggraziato, simile ad Hazyel, ma gli mancava qualcosa “Certamente..” si
voltò verso il giovane oramai piuttosto avvilito “Non si preoccupi, avremo
tempo in seguito” ammiccò al giovane seguendo Johnson nel salone
osservandosi attorno.
Approfittarono di un piccolo lato appartato per potersene restare
abbastanza in disparte, e piuttosto vicini, da potersi sussurrare
nell’orecchio senza che nessun altro tentasse di ascoltarli.
“Comandante, direi che presto saremo pronti a ripiegare, non abbiamo ancora
ricevuto l’ordine ma è meglio portarsi avanti.. direi che sia il caso di
tenerci nella zona sud-est della sala, l’uscita secondaria in quella zona è
più isolata, saremo poco notati..” la voce di Johnson, seppure fosse
soltanto un sussurro, tradiva tutto il suo desiderio di concludere il prima
possibile quella missione
“C’è qualcosa che non va qui ed io voglio capire cosa, percepisco qualcosa”
Johnson studiò per un attimo il volto di Elaina “Comandante, niente
iniziative personali, noi dobbiamo assicurare la sua incolumità. Se solo
dovessero torcerle un capello, non esisterebbe più un solo posto in tutta
la galassia abbastanza sicuro per salvare me e Jaz dalle ire di Hazyel e
Moses..”
Elaina non poté che sorridere, percependo l’effettiva preoccupazione del
giovane “Ho solo bisogno di aspettare una percezione più nitida di quella
sensazione di soddisfazione che continua ad aleggiare in qualcuno, magari
quando un po’ di persone se ne saranno andate sarà più semplice. Proviamo a
restare un po’ di più.. magari lo riuscirò ad individuare”
Sol III (Francia) - Hotel Napoleon
D.T. 14/01/2397 - Ore 21:35
Catherine Trammell era ancora in silenzio, ad osservare lo sguardo
apparentemente divertito del Capitano della Raziel: doveva ammetterlo, se
non altro con se stessa, aveva abbassato la guardia sull’onda della rabbia
e si era fatta seguire come il più inesperto degli agenti. Osservava con
sguardo furioso l’uomo che aveva di fronte, il suo istinto la portava a
credere che quell’attraente risiano doveva sicuramente centrare qualcosa
con quanto accaduto a Praga, ma non riusciva a credere che un così abile
stratega potesse essere relegato in una base di second’ordine.
Si costrinse a controllare la propria respirazione, doveva tentare di
girare quella situazione a proprio vantaggio, almeno per quanto possibile:
era pur sempre a capo della Homeland Security, e di certo nessuno gli aveva
fatto degli sconti sulla strada verso il successo. Se era arrivata ad
essere la donna più importante di tutta la sua agenzia lo doveva in parte
al suo bell’aspetto, ma soprattutto alla sua grande capacità di studiare
chi aveva di fronte ed agire di conseguenza.
“Si, davvero una bella serata.. peccato il suo epilogo” la voce di
Catherine si era fatta nuovamente misurata ed Hazyel se ne accorse subito
“Immagino che lei sia il Capitano della USS Raziel, ho sentito molto
parlare della sua nave in questi giorni”
Hazyel fece spallucce, cercando per il momento di mantenere la
conversazione sul generico per studiare un po’ quella donna “Beh, non
saprei per quale motivo, in fondo siamo dei semplici ufficiali che si
godono un’inaspettata vacanza” capì immediatamente di non essere di fronte
ad una donna come molte altre, gli insegnamenti di Dhania e le sue doti
naturali da ottimo osservatore gli permisero di iniziare a farsi un’idea
più corretta di Catherine: sotto quello sguardo glaciale e quel sorriso
sibillino, si nascondeva la psiche complessa di una donna sicuramente
intelligente, ma anche narcisista e profondamente doppiogiochista.
“Immagino sia dovuto ancora a quel danno ai motori.. un po’ provvidenziale,
non le pare?” lo sguardo di Catherine si posò indagatore su Hazyel
Hayel fece un leggero sorriso, studiando la sua interlocutrice “Purtroppo
tutte le navi stellari necessitano di opere di continua manutenzione, il
normale logorio può provocare dei danni.. la fortuna vuole che il mio capo
ingegnere se ne sia accorto in tempo”
“E dovrei fingere di crederci?” il tono canzonatorio attirò la curiosità di
Hazyel ma non fece tempo a rispondere che lei proseguì “Oh, sono certa che
qualsivoglia controllo confermerà la sua versione, Capitano”
Hazyel si soffermò ad osservare per qualche attimo gli occhi di lei e ne
rimase colpito: per qualche istante ebbe l’assoluta convinzione che il loro
restare su Sol III non solo non le desse affatto fastidio, ma al contrario
fosse esattamente ciò che lei desiderasse. Aveva già avvertito quella
strana sensazione durante la conversazione che Catherine aveva avuto con
una certa Corinne, ma non aveva colto a pieno tutte le parole, aveva
semplicemente avuto la sensazione che la invitassero a tener impegnato lui
e tutto il suo equipaggio: quella percezione lo disturbò parecchio, fino a
quel momento era certo di aver fatto tutto ciò che doveva per tutelare
l'obiettivo di quell’inspiegabile attacco, ma se si fosse sbagliato?
Catherine, a sua volta, studiava il volto di Hazyel cercandovi quei segnali
di colpevolezza che si sarebbe aspettata di trovare: la sua fonte era stata
molto chiara quando aveva affermato che l’equipaggio della Raziel era
responsabile di quell’attacco terroristico. Le era stato spiegato in modo
molto convincente, da parte di una persona al di sopra di ogni dubbio, che
l’equipaggio in questione era stato inviato su una base decisamente inutile
per liberarsi di loro: le loro possibilità di promozione erano praticamente
inesistenti, sarebbero rimasti lì fino alla fine della loro carriera, in
attesa che quella monotona routine cessasse. Chi meglio di un gruppo di
ufficiali delusi e frustrati potrebbero decidere di vendicarsi contro il
Comando di Flotta? Eppure Hazyel non aveva assolutamente l’espressione del
colpevole, e la cosa la infastidiva: vi era la possibilità che quel risiano
avesse un’incredibile capacità di bluffare, ma potrebbe essere stata la sua
fonte a ingannarla, potrebbero averla preso in giro fin dall’inizio e
questo non poteva accettarlo.
“Capitano, non credo che ci sia altro da dire.. la prego di andare. La
pregherei di non lasciare il pianeta, ma ho come l’impressione che non
serva dirglielo: sento che la vedrò nuovamente sbucare alle mie spalle
molto presto..” detto questo si allontanò muovendo appena una mano a modi
saluto.
Sol III (Francia) - Parigi (Gran Galà)
D.T. 14/01/2397 - Ore 21:46
La serata, intervallata da continui richiami all’attentato di Praga,
sembrava oramai diretta verso il suo epilogo. Molti commensali avevano
optato per lasciare il gran galà in anticipo, ma Elaina sentiva ancora di
tanto in tanto apparire, nella folla di emozioni che la attorniavano, quel
punto di arancio, quella strana sensazione di soddisfazione mista a
qualcos’altro di ancora indefinibile. Sbuffò leggermente delusa, mentre con
i suoi due accompagnatori si dirigeva verso l’esterno del gran galà: del
resto l’ordine del Capitano era stato chiaro, aveva temporeggiato per un
po’ ma era effettivamente arrivato il momento di lasciare la festa. Ora che
il numero di persone era sceso, Elaina stava via via sempre più
restringendo il campo dei possibili obiettivi; si sentiva ad un passo
dall’individuare il suo ago nel pagliaio, eppure quel forte cerchio alla
testa iniziava a renderle difficile concentrarsi: stava sfruttando al
massimo il proprio potenziale telepatico e ne pagava le conseguenze. Dal
canto loro Johnson e Jaz continuavano a portare avanti egregiamente la
copertura, nonostante un velo di preoccupazione per l’espressione un po’
sofferente di Elaina. Johnson si era affiancato alla dottoressa per
chiederle come stava, ma Elaina lo ignorò, concentrando la propria
attenzione su un uomo seduto con un paio di amici su di una panchina,
all’esterno del galà: era un signore distinto, non avrà avuto più di una
quarantina d’anni, e se ne stava un po’ in disparte ad osservare con lo
sguardo un po’ sornione le persone con cui stava conversando. Ora che
quella strana figura era finalmente in un luogo più tranquillo, le sue
emozioni si erano fatte nitide, seppur contrastanti: Elaina percepiva in
lui la soddisfazione di quanto avveniva, evidentemente quanto avvenuto a
Praga non lo aveva turbato, ma vi era anche qualcos’altro di ancora più
pregnante. La dottoressa arrestò il passo per concentrare al massimo le
proprie energie rimanenti e spalancò gli occhi quando finalmente capì
quella strana sensazione di onnipotenza che sembrava permeare l’empatia di
quell’uomo: era la consappevolezza non solo che tutto stava andando nei
migliori dei modi, nonostante tutto, ma soprattutto quella insita
cognizione di essere completamente intoccabile a prescindere da tutto e da
tutti, questo lo rendeva soddisfatto e rilassato.
Johnson le mise una mano sulla spalla per poi sussurrarle “Andiamo?”
Elaina ascoltò Johnson ma il suo sguardo si incrociò con quello dello
sconosciuto “No, aspetta..” si spostò di fronte a Johnson “Hai ancora la
microcamera da polsino?”
“Si, certo, ma..” rispose in un sussurro Johnson
“Alle mie spalle, circa ore sette, vi sono tre uomini intenti a parlare.
Faccia loro un paio di foto” Elaina sussurrò al giovane restando in attesa
che lui le cennasse con il capo “Bene. Torniamo a bordo, vorrei proprio
sapere chi è..”.
USS Raziel - Stazione Ombra
D.T. 14/01/2397 - Ore 21:50
Il Comandante Mendel se ne stava come di consueto attorniata dalle decine
di monitor della Stazione ombra, digitando a destra e manca fra i vari
monitor. Si era connessa a tutti gli organi di stampa del pianeta per
verificare che l'intervento della Raziel fosse rimasto totalmente celato, e
non poté che sorridere soddisfatta nel vedere che il loro piano stava
procedendo in maniera impeccabile: le uniche informazioni relative agli
attentati di Praga si riferivano ad ignoti agenti vestiti con abiti neri,
possibili agenti della Homeland Security, che avevano inspiegabilmente
aperto il fuoco su ignari membri della Flotta Stellare. Per il rapimento le
cose si erano messe ancor meglio, dato che, come era ovvio, nessuno aveva
sporto una denuncia ufficiale: il rapito era pur sempre un criminale e non
è mai una buona idea dar carta bianca alla polizia di indagare in certi
luoghi, inoltre il fatto che il tutto fosse avvenuto in un vicolo privo di
telecamere rendeva praticamente impossibile la loro individuazione.
Sarah allungò una mano nella direzione in cui fluttuava Cippy ed attivò
l’ennesimo schermo per sintonizzarlo sul telegiornale: pochi attimi dopo la
voce di una giovane giornalista si diffuse in tutta la stanza.
=^= Le indagini sono ancora in corso ma tutti i testimoni hanno confermato
che gli attacchi sono stati organizzati da un gruppo nutrito di ignoti,
vestiti tutti rigorosamente di nero: non si hanno ancora notizie certe
sull’appartenenza o meno degli attentatori a qualche agenzia nota, ma i
servizi segreti terrestri hanno negato che gli uomini ripresi dalle
telecamere stradali possano essere membri del loro gruppo. Gli obiettivi
dell’attacco erano ogni gruppetto di ufficiali della Flotta Stellare che
passassero per le strade di Praga. Si tratta della peggiore catena di
attentati ai danni della Flotta Stellare che si sia mai verificata sul
nostro pianeta, ancora adesso non siamo in grado di prevedere quali saranno
le conseguenze. =^=
“Sarah, ti disturbo?” Elaina fece qualche passo all’interno della Stazione
Ombra osservandosi attorno “Non dovrebbe esser qui Alex?”
Sarah si voltò per un attimo e lanciò un piccolo fischio nel vedere la
dottoressa ancora fasciata all’interno dell’abito da sera “Wow.. devo dire
che quello è un ottimo incentivo per convincere qualsiasi individuo di
sesso maschile a fare un figlio…”
Elaina spalancò gli occhi per un attimo e poi si osservò “Ero sotto
copertura, Sara! Su, non prendermi in giro!”
Sarah ridacchiò divertita “Come vuoi, ma per me quell’abito può funzionare.
Ad ogni modo Alex è andato a bere un caffè, iniziava ad avere il mal di
testa a causa di tutti questi monitor” sorrise divertita inclinando il capo
“Ti serviva altro?”
Intanto la voce della giornalista continuava in sottofondo =^= In questi
momenti difficili, in molti hanno sottolineato l’incredibile abilità degli
ufficiali della Flotta Stellare coinvolti nei vari attentati. Senza la loro
incredibile esperienza il numero dei feriti sarebbe salito
vertiginosamente. Questi valenti uomini e donne, seppure sotto attacco,
sono riusciti a difendere se stessi e a non colpire alcun civile. =^=
Elaina annuì “In effetti si, avrei bisogno di una tua magia”
Sarah spense il telegiornale “Una mia magia? Addirittura?” sorrise
divertita “Su, dimmi cosa posso fare per te..”
Elaina si avvicinò alla collega porgendogli un chip “Qui dentro ci sono
delle foto di un uomo che era al galà, vorrei sapere chi è”
Sarah prese il chip caricando l’immagine, poi osservò lo schermo con
espressione dubbiosa “Lo sai che non sarà una cosa molto rapida?” iniziò a
digitare alla consolle “Un riconoscimento attraverso un’immagine non è
impossibile, tutti in questa galassia abbiamo almeno un documento, ma..
comprenderai che il numero di raffronti che dovrà fare il computer sarà
incredibilmente alto”
“E non c’è proprio modo di accelerare questi controlli?” la incalzò Elaina
“L’unico modo per accelerare il tutto sarebbe sperare che sia un
personaggio molto famoso, ma…” le parole di Sarah le morirono sulle labbra
quando il computer, inaspettatamente in fretta, gli segnalò l’esistenza di
una corrispondenza dell’immagine al 99,989%
“Elaina, hai una fortuna sfacciata, c’è già un raffronto” Sarah digitò al
terminale con una certa curiosità “Si tratta sicuramente di qualcuno molto
importante, le sue foto sono su quasi tutti i giornali”
Elaina si avvicinò ad osservare a sua volta il monitor “Si, mi aveva dato
l’idea di qualcuno di importante”
“Il suo nome è Dominique Lefebvre, si tratta di uno degli uomini più ricchi
di Francia, attualmente uno dei maggiori azionisti della Weyland-Yutani
Corporation, fido braccio destro dell’anziana a capo della Compagnia,
Corinne” digitò alla consolle “Tipetto interessante ti sei scelto.. non ci
sono prove di alcun tipo contro di lui, ma in effetti sembrerebbe che tutti
coloro che gli si siano opposti siano scomparsi, morti oppure siano stati
resi inoffensivi da gravi dissesti finanziari che li hanno messi sul
lastrico” osservò Elaina in volto “Non lo definirei un tipo con cui
scherzare”
Elaina si fece improvvisamente seria per poi annuire alla Mendel “Grazie
Sarah, vado a cambiarmi” cennò con il capo dirigendosi all’uscita
Mendel ridacchiò ancora “Ma no! Vai da Wood.. dai che ci scappano due
gemellini!”
Elaina si voltò indietro facendole una linguaccia scherzosa, poi uscì dalla
stanza.
Sol III (Praga) - Magazzino Z-21, nei pressi dello spazioporto
D.T. 14/01/2397 - Ore 22:05
Il team della Raziel era in attesa, osservando la sagoma di Botkoveli
legato ad una sedia poco distante da loro con un cappuccio in testa.
Avevano provveduto ad inoculargli il mix medicinali creato da Elaina ed ora
attendevano che facesse effetto: il mix creato dalla combinazione delle
varianti sintetiche del tiopental sodico e dell’acido
gamma-idrossibutirrato avrebbe reso molto più collaborativo l’uomo, per poi
cancellargli totalmente la memoria di quanto sarebbe accaduto.
Moses osservò il padd cennando con il capo verso i colleghi, poi si diresse
dall’uomo tirandogli via il cappuccio: lo sguardo di Botkoveli appariva
appannato, come se l’uomo fosse in uno stato di trance.
“Sei stato tu a vendere di recente un Microprocessore Stem di tipo 3?”
chiese con tono sicuro Moses
Botkoveli annuì con il capo “Jeden.. ho venduto quattro microprocessori” il
tono sommesso un po’ scoordinato di chi sta parlando senza neppure
accorgersene convinse tutti della veridicità di quelle parole
La squadra si guardò in faccia preoccupata “Quindi potrebbero esserci altre
tre bombe in attesa di detonare?” chiese Chase mettendosi a fianco di Moses
“A chi lo hai venduto? Chi è il compratore?” lo incalzò Naidoo fissandolo
in volto
Botkoveli scosse la testa “Non sa.. non conosce, era prima volta che
comprava qualcosa da me.”
“Conosci almeno il suo nome?”
Botkoveli scosse nuovamente la testa “Ne, non conosce suo vero nome..
contattato sulla rete, unica volta che sentito lui era via comunicazione
con alteratore di voce. I soldi li ha inviati direttamente su mio conto,
metà anticipo.. resto dopo consegna”
“E tu non hai provato a controllare da dove provenissero i soldi? Non
temevi di poter essere truffato?”
“Jeden..” Botkoveli scosse il capo “Io tentato di rintracciare provenienza
di soldi, temevo non ricevere ultima parte denaro. Miei uomini riusciti a
risalire al conto di un uomo.. Griffin Herbert George Wells, ma no esiste..
nome di fantasia”
“Come è avvenuto lo scambio?”
“Come da ordini, consegnati a bella donna bajoriana” Botkoveli “No conosce
suo nome ma era una bella donna, con grandi seni.. tipo di donna che fa
girare testa a tutti”
Moses sbuffò dando un pugno alla parete mentre gli altri ufficiali si
fissarono infastiditi, era stato l’ennesimo buco nell’acqua: ogni volta che
si sentivano vicini ad una svolta si ritrovavano impietosamente al punto di
partenza.
Moses si voltò verso Tombstone e gli altri incursori “Mettetelo a nanna con
l’intruglio preparato dalla dottoressa e scaricatelo da qualche parte..”
poi si riavvicinò al gruppo con sguardo decisamente furente “La situazione
non va affatto bene, risaliamo sulla Raziel”
USS Raziel - Alloggi del Comandante Elaina Tarev
D.T. 14/01/2397 - contemporaneamente
Dopo la lunga giornata, Elaina era finalmente riuscita a concedersi una
meritata doccia. Tolti gli odiatissimi tacchi alti e infilatasi sotto
l’acqua calda, finalmente iniziò a risentirsi se stessa: il mal di testa,
dovuto all’eccessivo utilizzo delle proprie facoltà telepatiche, si stava
smorzando via via sempre più in una sorta di leggero cerchio alla testa,
più che altro un piccolo fastidio piuttosto trascurabile. Se ne rimase
sotto l’acqua per quasi venti minuti, e vi avrebbe passato ancora più tempo
se non avesse sentito il trillo del sensore della porta.
*Qualcuno qui… adesso.. ma perchè?*
Piuttosto infastidita uscì rapidamente dalla doccia “Avanti, si accomodi
pure sul divanetto.. arrivo immediatamente!” cercò di recuperare il più
rapidamente possibile l’uniforme, quando percepì alle sue spalle la
presenza di Wood
“Alexander Wood! Nessuno ti ha insegnato che si bussa prima di entrare nel
bagno di una ragazza?” lo redarguì Elaina con tono semiserio
“Certo, ma la scena della mia compagna mezza nuda con indosso solo un
asciugamano non ha prezzo” si avvicinò abbracciandola dolcemente
Elaina lo osservò scuotendo il capo con espressione divertita “Sei senza
speranze.. su, lasciami che non mi sono ancora asciugata, così ti bagnerai
l'uniforme!"
Dal canto suo Alexander continuava a tenere la propria compagna fra le
braccia, per nulla convinto di volerla lasciare andare, spostandole
distrattamente un ciuffo di capelli che le era ricaduto davanti al viso
“Sinceramente bagnare l'uniforme è l'ultimo dei miei pensieri” approfittò
della vicinanza per darle un leggero bacio sulle labbra, sperando di non
veder rovinato quel momento d'intimità dopo gli ultimi mesi passati in un
gelido distacco.
Elaina intanto lo osservava facendo una leggera smorfietta “Beh, ma se poi
finisci a pulire i tubi di Jeffries non dare la colpa a me! Io ti avevo
avvertito!” inclinò leggermente il capo cambiando argomento “Avevi bisogno
di me?”
Alex la osservò sorridente, felice che la compagna sembrasse essere tornata
quella di sempre “Mmh.. se pulire i tubi di jeffries è la punizione per
stringerti appena uscita dalla doccia, mi licenzio dal progetto Empireo e
apro un centro di pulizia tubi!” rise divertito per poi fare spallucce
“Avevo voglia di vederti e parlare un po’ con te, tutto qui”
“ Ehm.. si.. e dobbiamo proprio farlo in bagno?”
Alexander ci pensò qualche attimo, come accorgendosi solo in quel momento
che forse non era il posto migliore per intavolare una conversazione “Ehm..
penso di no.. hai ragione, ti aspetto sul divanetto” si allontanò restando
in attesa per qualche minuto e fu un po’ deluso dal vedere tornare la
compagna nuovamente in uniforme
"Allora, di cosa volevi parlarmi?"
“Mmh.. a dire il vero volevo parlare di noi” Alex si fermò ad osservare il
volto della compagna “Sono mesi che non riusciamo quasi a star vicini.. in
laboratorio a volte mi sembra di stare con un collega piuttosto che con la
mia compagna. E’ abbastanza chiaro che ho combinato qualcosa, e ti assicuro
che ci ho pensato, ma non riesco a capire cosa”
Elaina inclinò il capo osservandolo, riflettendo per alcuni istanti su cosa
rispondere “Alexander, ci conosciamo da molti anni.. dovresti saperlo che
detesto aspettare”
Alexander annuì prontamente “Sì! Lo so che detesti aspettare ed infatti
quasi mai lascio qualcosa in sospeso con te”
Elaina rimase interdetta, il dubbio che lui non avesse capito la sua
richiesta la lasciò per svariati istanti senza parole “Alex.. la mia
domanda.. l'avere un figlio io e te, ricordi?” fece una pausa cercando di
riprendere il filo del discorso “Non ti sembra che possa essere una
questione su cui una risposta sarebbe quantomeno gradita?”
Alexander osservò la compagna spalancando gli occhi, con la tipica
espressione di chi è appena caduto dalle nuvole “Ah.. quello?” nella sua
mente gli tornò alla memoria quel fatidico momento che, dopo tutto quel
tempo, aveva rimosso “Elaina perdonami, me l'hai detto appena prima che le
porte del turboascensore si chiudessero lasciandomi lì come un pinguino..
francamente non pensavo parlassi sul serio” improvvisamente nella sua mente
tutto aveva nuovamente un senso, sia l’espressione di Elaina, che si era
fatta via via sempre più irritata negli ultimi mesi, sia quella serie di
mezze frasi apparentemente prive di qualsiasi significato “Oddio.. e tu
sono sei mesi che aspetti una risposta?”
“Si, all'incirca sei mesi”
Alexander scoppiò a ridere divertito accarezzando il volto della compagna
“E tu non potevi dirmelo nuovamente? ..che sciocchina che sei..” strinse a
sé Elaina, sorridendo “Sono certo che tu possa capire che l'avere un figlio
sia un passo molto importante, quindi sarei un incosciente a dire
semplicemente sì su due piedi, senza neppure rifletterci” portò lo sguardo
sulla compagna accarezzandola “D'altra parte non posso negare di averci
pensato parecchio dopo la tua frase e sono giunto alla conclusione che non
esiste nulla in questo universo che mi farebbe più felice di avere un
figlio da te..” la accarezzò nuovamente, sorridendole dolcemente “Quindi
sì, avremo un bambino…”
USS Raziel - Ufficio del Capitano Hazyel
D.T. 15/01/2397 - Ore 07:15
Hazyel era in ufficio da parecchie ore a riflettere ancora su quello strano
sguardo che aveva colto sul volto di Catherine Trammell: la strana
sensazione di essere stato preso per il naso non gli permetteva di restare
tranquillo. Attivò il terminale e cercò di verificare se fosse successo
qualcos’altro di davvero rilevante in qualche altra area della zona
federale ma fu un buco nell’acqua. Solo il suono del sensore riuscì a
distoglierlo dai propri pensieri.
“Buongiorno” Hazyel osservò l’entrata di Moses, ancora piuttosto
infastidito dalla piega degli eventi, e dietro di lui tutti gli altri
ufficiali superiori in silenzio, attese qualche attimo e poi riprese a
parlare “Credo sia arrivato il momento di tentare di tirare le somme di
quanto abbiamo scoperto recentemente”
"Mmpf..." Moses portò lo sguardo sul capitano “Sarà una cosa breve..”
Hazyel osservò per un attimo il suo primo ufficiale, condividendone il
senso di frustrazione, ma poi tornò ad osservare Naidoo “Inizi lei..”
“Siamo venuti su questo pianeta sulla base del temuto pericolo che venisse
detonata una o più bombe sporche su un non determinato luogo di Sol III”
Naidoo iniziò ricapitolare tutti gli eventi “Abbiamo iniziato le indagini e
tutto sembrava estremamente semplice, abbiamo trovato il venditore..
rintracciato il materiale radioattivo e predisposta la trappola per
catturare la cellula terroristica”
“Ma era una falsa pista” intervenne Chase “E difatti è esplosa una bomba
all’interno del Comando di Flotta, proprio al centro della sala predisposta
in modo che le più alte cariche presenti su Sol III potessero discutere
della minaccia in corso”
“Dalle analisi fatte sul luogo siamo riusciti a individuare il gruppo che
ha messo la bomba, un gruppo di delinquenti mossi dal desiderio di uccidere
l’ammiraglio Bates..” Wood proseguì il racconto “Ma erano solo delle pedine
che sono scappate ben presto, appena hanno scoperto che l’ordigno non aveva
distrutto tutte le prove hanno lasciato il sistema rendendosi facilmente
rintracciabili”
“Ed era un ennesimo buco nell’acqua, erano stati usati come pedine per poi
fargli ricadere addosso tutte le colpe” Hazyel annuì “Ma dal sopralluogo
nel luogo della detonazione erano stati trovati anche i residui
dell’ordigno”
“Esatto Capitano” intervenne Fox “Attraverso la ricostruzione virtuale
dell’ordigno abbiamo individuato il motivo per cui la detonazione ha avuto
problemi, il sistema di innesco era obsoleto, montava ancora un
Microprocessore Stem di tipo 3, ritenuto troppo pericoloso oggigiorno”
“Ma è stato un altro buco nell’acqua” Moses incrociò le mani al petto
“Abbiamo solo un nome, probabilmente inventato.. Griffin Herbert George
Wells, vale a dire l’intestatario del conto dal quale è partito il
pagamento per quei microprocessori”
“Purtroppo è davvero un buco nell’acqua” Mendel osservò Moses “Ho cercato
quel nome in tutti i database federali, ma nulla.. allora ho allargato la
ricerca agli archivi culturali e.. beh, l’ho trovato. Herbert George Wells
era uno scrittore nato nel 1866” fece una piccola pausa “Griffin, invece,
era il nome di uno dei suoi personaggi.. meglio conosciuto come l’uomo
invisibile.. devo dire che c’è una certa ironia nell’aver scelto un simile
alias”
“Ed infine, tanto per concludere l’elenco delle stranezze, la Homeland
Security ci sta con il fiato sul collo da quando hanno preteso di avere il
completo controllo di queste indagini e ci ha intimato di lasciare il
pianeta”
“Cosa che noi non abbiamo fatto, anzi, abbiamo organizzato una serie di
falsi attentati contro i membri della Flotta per incolpare la Homeland
Security e liberarci dal loro guinzaglio” Hazyel si alzò in piedi “Siamo
andati al galà per individuare chi potesse effettivamente alterarsi e
abbiamo individuato niente di meno che Catherine Trammell, la direttrice
della Homeland Security. Ho parlato molto poco con lei ma la sensazione che
ho avuto era che ci volesse bloccati qui, su Sol III.. sensazione che si è
rafforzata da quanto sono riuscito a sentire della conversazione che stava
tenendo” osservò i presenti soffermandosi su Moses “Non sono riuscito a
comprendere tutte le parole, ma la sensazione era che qualcuno la invitasse
caldamente a tenerci impegnati qui”
“Cosa significa?” chiese Moses incupendosi
“Significa che, qualsiasi cosa stia succedendo, sembrerebbe che ci sia
qualcuno che voglia ad ogni costo che la USS Raziel non lasci Sol III” la
risposta di Hazyel fu secca e convinta “A pelle non credo che Catherine
sappia tutto, ma sono certo che la decisione di estrometterci dalle
indagini e l’ordine di andarcene non fossero altro che un modo per
convincerci a restare qui!”
“Praticamente siamo cascati nella loro trappola!” Moses sbuffò sonoramente
“E adesso cosa si fa?”
Hazyel scosse il capo “Ho tentato di cercare notizie di una certa rilevanza
su altri pianeti federali, non ne ho trovate.. quindi è possibile che non
abbiano ancora agito. Dobbiamo trovare un modo rapido di capire dove
colpiranno e poi andarcene di qui”
“Forse una persona che sa cosa sta succedendo c’è.. ma non sarà facile” la
voce di Elaina fece voltare tutti i presenti “Ho percepito soddisfazione,
invulnerabilità, convinzione di onnipotenza in un altro presente al galà..
era un uomo pienamente soddisfatto anche dopo gli attentati di Praga.. i
suoi piani non erano stati turbati da tutto ciò, anzi, empaticamente ne
sembrava anche sollevato”
“Di chi si tratta?” Hazyel si sporse in avanti con interesse
“Dominique Lefebvre” Mendel intervenne osservando i colleghi “Si tratta di
uno dei maggiori azionisti della Weyland-Yutani Corporation, nonché
braccio destro di Corinne, l’attuale proprietaria della compagnia”
Hazyel alzò il capo “Corinne.. Corinne è anche il nome della persona con
cui parlava Catherine e che le intimava di tenerci qui in qualsiasi modo..
ed il cerchio si chiude, tutto gira attorno a loro” fece una pausa “Molto
bene, allora dobbiamo arrivare a lui”
“Non sarà affatto facile, questo non è semplicemente un criminale.. ma uno
degli uomini più ricchi di Francia, potente ed influente” Mendel osservò
Hazyel in volto “C’è un motivo se Elaina ha percepito una convinzione di
onnipotenza, quell’uomo è intoccabile”
Hazyel incrociò le braccia al petto “Ma al momento è la nostra sola
possibilità di arrivare a capire cosa sta succedendo, ed in assenza di
altre idee non credo che ci restino molte possibilità. Dobbiamo non solo
trovare un modo per arrivare a quell’uomo, ma anche studiare un piano per
lasciare questo pianeta il più rapidamente possibile, sono certo che la
Homeland Security non ce lo renderà affatto semplice..” posò lo sguardo sui
suoi uomini “Signori, voglio delle idee entro un’ora.. in libertà”
SOL III (Birmingham) - Weyland-Yutani Corporation Tower (ufficio di
Corinne)
D.T. 15/01/2397 - Ore 07:42
Dominique Lefebvre entrò con passo sinuoso all’interno dell’ufficio della
vecchia Corinne con la stessa espressione soddisfatta di un felino dopo il
pasto, fece un leggerissimo inchino osservando la donna e si diresse verso
la sua scrivania.
“Corinne, mia cara, ti vedo sempre più bella”
“Smettila Dominique! Sappiamo bene entrambi che questa malattia mi sta
trasformando nella brutta copia di me stessa!” Corinne alzò il capo
osservando l’uomo decisamente infastidita
“Può darsi, ma infondo se la realtà non è come la si desidera che male c’è
nel cambiarla con un po’ di sana e gratificante finzione?” il sorriso
felino di Dominique lasciò per qualche attimo l’anziana signora senza
parole
“Io ho tutte le intenzioni di cambiare la realtà, ma con fatti concreti! A
me una mera finzione non basta affatto!” Corinne si sporse un po’ verso
l’uomo “Piuttosto, la USS Raziel?”
Dominique sorrise “Da quello che ne so hanno scoperto un’anomalia nel
motore e saranno costretti a restare qui qualche giorno.. inoltre, ora che
inspiegabilmente la Homeland Security ha dato di matto e ha iniziato a
colpire a casaccio membri della Flotta dubito che ci sarà qualche modo per
farli smuovere di qui”
“E’ stata un’idea tua Praga?” gli occhi di Corinne si focalizzarono sull
interlocutore
“No, ed onestamente non mi interessa sapere chi vi sia dietro.. un nuovo
gruppo terroristico, meri emulatori in cerca di fama, qualche agente
impazzito della Homeland Security o qualche ufficiale della flotta fuori
controllo.. ciò che importa è che non ne siamo responsabili noi. Si tratta
di un insieme di avvenimenti del tutto scollegati dal nostro piano che
giocano a nostro vantaggio, non credo che avremmo mai potuto sperare di
meglio”
Corinne annuì lentamente, il suo sguardo freddo e calcolatore si spostò per
un attimo al proprio terminale “Molto bene, ci siamo tolti dai piedi la
Raziel.. sono sicura che senza di loro le cose saranno comunque più
semplici” alzò il capo “Da qui può partire la fase Ba’ku senza problemi”
Dominique si rabbuiò per un attimo “Ba’ku? Quel popolo isolazionista che ha
deciso di vivere senza l’utilizzo della tecnologia?” scosse il capo “Non è
facile raggiungerli, quel pianeta è sotto la protezione della Flotta
Stellare..”
Corinne alzò una mano “Il modo in cui vi arriveranno non è affar mio..”
Dominique inclinò il capo “Ammesso e non concesso che vi riescano, che cosa
può esserci di così importante lì?”
Corinne si osservò per un attimo, la lunga malattia la stava divorando
togliendole ogni residuo di forza, solo la sua incredibile forza di volontà
le permetteva di alzarsi giorno dopo giorno ed andare a lavoro “Che cosa
c’è su quel pianeta?” lo sguardo tornò su Dominique esprimendo tutta la sua
determinazione “Probabilmente, l’unico modo che io conosca per cambiare la
realtà”.
-------------- parte successiva --------------
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