[Stml14] [04.08] Invulnerabilità e potere
Mauro Fenzio
oxila79 a gmail.com
Dom 19 Mar 2017 13:24:08 CET
Molto bello il brano ^_^
La parte finale lascia aperti molti sviluppi se sanno di ba'ku la weylan ha
infiltrati molto in alto molto molto bello.
Immagino Corinne che cerca di prendere i bimbi....sono certo che in quel
caso la sua malattia verrà "curata"....definitivamente.....da un equipaggio
assetato di sangue...
....
....
Oddio sono il primo a commentare......
Il giorno 19 marzo 2017 11:42, Ilenia De Battisti <fulmine791 a gmail.com> ha
scritto:
> Salve a tutti,
> ecco il mio brano.. rivisitato e corretto (spero di esser riuscita a
> inserire tutti i vostri consigli Vanessa e Franco, in caso contrario
> ricorreggo) XD
> Spero possa piacervi.. buona lettura!
>
>
> *****************************************
>
> Brano: 04.08
>
> Titolo: Invulnerabilità e potere
>
> Autore: Ten. Cmd. Tarev (Ilenia)
>
> *****************************************
>
>
>
>
> - Flashback -
>
> Sol III (Francia) - Parigi (Gran Galà)
>
> D.T. 14/01/2397 - Ore 21:14
>
> Il gran galà proseguiva indisturbato e, seppure l’umore dei vari
> commensali avesse assunto una nota di cupa malinconia e tristezza per il
> nuovo attentato, tutti sembravano intenzionati a non tornarsene a casa.
> Elaina continuava ad attrarre l’attenzione di alcuni corteggiatori
> piuttosto insistenti, che non perdevano l’occasione di tentare di offrirgli
> qualcosa da bere ogni qualvolta il suo accompagnatore le si allontanava, ma
> in generale i presenti avevano abbandonato la pista da ballo per poter
> parlare di quanto stava accadendo a praga: il piano proseguiva decisamente
> nei migliori dei modi, Hazyel era riuscito ad allontanarsi senza destare
> particolari attenzioni mentre Johnson stava impersonando alla perfezione il
> proprio capitano, eppure Elaina non era completamente a suo agio. Se vi
> fosse stata Dhania al suo posto avrebbe avuto molte meno difficoltà a
> leggere le empatie attorno a sé, ma Elaina era ancora giovane e non aveva
> ancora affinato del tutto le proprie capacità telepati.
>
> Dopo aver individuato Catherine in quella massa di persone, la dottoressa
> pensava che non vi fosse più nulla da scoprire in quella festa, tanto che
> le ci vollero svariati minuti per accorgersi di essere in errore. Fu
> piuttosto difficile all’inizio, ma infine riuscì a percepire qualcos’altro.
> Attorno a sé riprese a percepire qualcosa di più immerso in quelle cupa
> cappa di tristezza e malinconia dovuta agli attentati: c’era ancora
> qualcuno che si distingueva nella massa degli individui per alcuni accenni
> di soddisfazione, qualcuno a quel gala era informato sui fatti e
> interiormente sembrava essere soddisfatto di quanto stava succedendo.
> Elaina non era ancora in grado di dire chi fosse, quell’emozione sembrava
> apparire e scomparire, come se quell’individuo avesse un certo controllo
> delle proprie emozioni, ma sapeva che c’era.
>
> “Buonasera, è tutta la serata che osservo la più bella stella
> dell’universo e finalmente sono riuscito a raggiungerla. Vuole qualcosa da
> bere?”
>
> La voce dell’ennesimo giovanotto eccitato fece voltare Elaina che gli
> sorrise “Non vedo perchè rispondere di no” sorrise celando le proprie
> preoccupazioni ma fu decisamente sollevata nel vedere Johnson avvicinarsi
>
> “Io un motivo per dir no direi che ci sia” il sorriso di Johnson fece
> spegnere di colpo i desideri del giovane pretendente “Vieni, vorrei dirti
> un paio di cose”
>
> Elaina sorrise a Johnson osservandolo, era un giovane molto bello e
> aggraziato, simile ad Hazyel, ma gli mancava qualcosa “Certamente..” si
> voltò verso il giovane oramai piuttosto avvilito “Non si preoccupi, avremo
> tempo in seguito” ammiccò al giovane seguendo Johnson nel salone
> osservandosi attorno.
>
> Approfittarono di un piccolo lato appartato per potersene restare
> abbastanza in disparte, e piuttosto vicini, da potersi sussurrare
> nell’orecchio senza che nessun altro tentasse di ascoltarli.
>
> “Comandante, direi che presto saremo pronti a ripiegare, non abbiamo
> ancora ricevuto l’ordine ma è meglio portarsi avanti.. direi che sia il
> caso di tenerci nella zona sud-est della sala, l’uscita secondaria in
> quella zona è più isolata, saremo poco notati..” la voce di Johnson,
> seppure fosse soltanto un sussurro, tradiva tutto il suo desiderio di
> concludere il prima possibile quella missione
>
> “C’è qualcosa che non va qui ed io voglio capire cosa, percepisco
> qualcosa”
>
> Johnson studiò per un attimo il volto di Elaina “Comandante, niente
> iniziative personali, noi dobbiamo assicurare la sua incolumità. Se solo
> dovessero torcerle un capello, non esisterebbe più un solo posto in tutta
> la galassia abbastanza sicuro per salvare me e Jaz dalle ire di Hazyel e
> Moses..”
>
> Elaina non poté che sorridere, percependo l’effettiva preoccupazione del
> giovane “Ho solo bisogno di aspettare una percezione più nitida di quella
> sensazione di soddisfazione che continua ad aleggiare in qualcuno, magari
> quando un po’ di persone se ne saranno andate sarà più semplice. Proviamo a
> restare un po’ di più.. magari lo riuscirò ad individuare”
>
>
>
>
> Sol III (Francia) - Hotel Napoleon
>
> D.T. 14/01/2397 - Ore 21:35
>
> Catherine Trammell era ancora in silenzio, ad osservare lo sguardo
> apparentemente divertito del Capitano della Raziel: doveva ammetterlo, se
> non altro con se stessa, aveva abbassato la guardia sull’onda della rabbia
> e si era fatta seguire come il più inesperto degli agenti. Osservava con
> sguardo furioso l’uomo che aveva di fronte, il suo istinto la portava a
> credere che quell’attraente risiano doveva sicuramente centrare qualcosa
> con quanto accaduto a Praga, ma non riusciva a credere che un così abile
> stratega potesse essere relegato in una base di second’ordine.
>
> Si costrinse a controllare la propria respirazione, doveva tentare di
> girare quella situazione a proprio vantaggio, almeno per quanto possibile:
> era pur sempre a capo della Homeland Security, e di certo nessuno gli aveva
> fatto degli sconti sulla strada verso il successo. Se era arrivata ad
> essere la donna più importante di tutta la sua agenzia lo doveva in parte
> al suo bell’aspetto, ma soprattutto alla sua grande capacità di studiare
> chi aveva di fronte ed agire di conseguenza.
>
> “Si, davvero una bella serata.. peccato il suo epilogo” la voce di
> Catherine si era fatta nuovamente misurata ed Hazyel se ne accorse subito
> “Immagino che lei sia il Capitano della USS Raziel, ho sentito molto
> parlare della sua nave in questi giorni”
>
> Hazyel fece spallucce, cercando per il momento di mantenere la
> conversazione sul generico per studiare un po’ quella donna “Beh, non
> saprei per quale motivo, in fondo siamo dei semplici ufficiali che si
> godono un’inaspettata vacanza” capì immediatamente di non essere di fronte
> ad una donna come molte altre, gli insegnamenti di Dhania e le sue doti
> naturali da ottimo osservatore gli permisero di iniziare a farsi un’idea
> più corretta di Catherine: sotto quello sguardo glaciale e quel sorriso
> sibillino, si nascondeva la psiche complessa di una donna sicuramente
> intelligente, ma anche narcisista e profondamente doppiogiochista.
>
> “Immagino sia dovuto ancora a quel danno ai motori.. un po’
> provvidenziale, non le pare?” lo sguardo di Catherine si posò indagatore su
> Hazyel
>
> Hayel fece un leggero sorriso, studiando la sua interlocutrice “Purtroppo
> tutte le navi stellari necessitano di opere di continua manutenzione, il
> normale logorio può provocare dei danni.. la fortuna vuole che il mio capo
> ingegnere se ne sia accorto in tempo”
>
> “E dovrei fingere di crederci?” il tono canzonatorio attirò la curiosità
> di Hazyel ma non fece tempo a rispondere che lei proseguì “Oh, sono certa
> che qualsivoglia controllo confermerà la sua versione, Capitano”
>
> Hazyel si soffermò ad osservare per qualche attimo gli occhi di lei e ne
> rimase colpito: per qualche istante ebbe l’assoluta convinzione che il loro
> restare su Sol III non solo non le desse affatto fastidio, ma al contrario
> fosse esattamente ciò che lei desiderasse. Aveva già avvertito quella
> strana sensazione durante la conversazione che Catherine aveva avuto con
> una certa Corinne, ma non aveva colto a pieno tutte le parole, aveva
> semplicemente avuto la sensazione che la invitassero a tener impegnato lui
> e tutto il suo equipaggio: quella percezione lo disturbò parecchio, fino a
> quel momento era certo di aver fatto tutto ciò che doveva per tutelare
> l'obiettivo di quell’inspiegabile attacco, ma se si fosse sbagliato?
>
> Catherine, a sua volta, studiava il volto di Hazyel cercandovi quei
> segnali di colpevolezza che si sarebbe aspettata di trovare: la sua fonte
> era stata molto chiara quando aveva affermato che l’equipaggio della Raziel
> era responsabile di quell’attacco terroristico. Le era stato spiegato in
> modo molto convincente, da parte di una persona al di sopra di ogni dubbio,
> che l’equipaggio in questione era stato inviato su una base decisamente
> inutile per liberarsi di loro: le loro possibilità di promozione erano
> praticamente inesistenti, sarebbero rimasti lì fino alla fine della loro
> carriera, in attesa che quella monotona routine cessasse. Chi meglio di un
> gruppo di ufficiali delusi e frustrati potrebbero decidere di vendicarsi
> contro il Comando di Flotta? Eppure Hazyel non aveva assolutamente
> l’espressione del colpevole, e la cosa la infastidiva: vi era la
> possibilità che quel risiano avesse un’incredibile capacità di bluffare, ma
> potrebbe essere stata la sua fonte a ingannarla, potrebbero averla preso in
> giro fin dall’inizio e questo non poteva accettarlo.
>
> “Capitano, non credo che ci sia altro da dire.. la prego di andare. La
> pregherei di non lasciare il pianeta, ma ho come l’impressione che non
> serva dirglielo: sento che la vedrò nuovamente sbucare alle mie spalle
> molto presto..” detto questo si allontanò muovendo appena una mano a modi
> saluto.
>
>
>
>
> Sol III (Francia) - Parigi (Gran Galà)
>
> D.T. 14/01/2397 - Ore 21:46
>
> La serata, intervallata da continui richiami all’attentato di Praga,
> sembrava oramai diretta verso il suo epilogo. Molti commensali avevano
> optato per lasciare il gran galà in anticipo, ma Elaina sentiva ancora di
> tanto in tanto apparire, nella folla di emozioni che la attorniavano, quel
> punto di arancio, quella strana sensazione di soddisfazione mista a
> qualcos’altro di ancora indefinibile. Sbuffò leggermente delusa, mentre con
> i suoi due accompagnatori si dirigeva verso l’esterno del gran galà: del
> resto l’ordine del Capitano era stato chiaro, aveva temporeggiato per un
> po’ ma era effettivamente arrivato il momento di lasciare la festa. Ora che
> il numero di persone era sceso, Elaina stava via via sempre più
> restringendo il campo dei possibili obiettivi; si sentiva ad un passo
> dall’individuare il suo ago nel pagliaio, eppure quel forte cerchio alla
> testa iniziava a renderle difficile concentrarsi: stava sfruttando al
> massimo il proprio potenziale telepatico e ne pagava le conseguenze. Dal
> canto loro Johnson e Jaz continuavano a portare avanti egregiamente la
> copertura, nonostante un velo di preoccupazione per l’espressione un po’
> sofferente di Elaina. Johnson si era affiancato alla dottoressa per
> chiederle come stava, ma Elaina lo ignorò, concentrando la propria
> attenzione su un uomo seduto con un paio di amici su di una panchina,
> all’esterno del galà: era un signore distinto, non avrà avuto più di una
> quarantina d’anni, e se ne stava un po’ in disparte ad osservare con lo
> sguardo un po’ sornione le persone con cui stava conversando. Ora che
> quella strana figura era finalmente in un luogo più tranquillo, le sue
> emozioni si erano fatte nitide, seppur contrastanti: Elaina percepiva in
> lui la soddisfazione di quanto avveniva, evidentemente quanto avvenuto a
> Praga non lo aveva turbato, ma vi era anche qualcos’altro di ancora più
> pregnante. La dottoressa arrestò il passo per concentrare al massimo le
> proprie energie rimanenti e spalancò gli occhi quando finalmente capì
> quella strana sensazione di onnipotenza che sembrava permeare l’empatia di
> quell’uomo: era la consappevolezza non solo che tutto stava andando nei
> migliori dei modi, nonostante tutto, ma soprattutto quella insita
> cognizione di essere completamente intoccabile a prescindere da tutto e da
> tutti, questo lo rendeva soddisfatto e rilassato.
>
> Johnson le mise una mano sulla spalla per poi sussurrarle “Andiamo?”
>
> Elaina ascoltò Johnson ma il suo sguardo si incrociò con quello dello
> sconosciuto “No, aspetta..” si spostò di fronte a Johnson “Hai ancora la
> microcamera da polsino?”
>
> “Si, certo, ma..” rispose in un sussurro Johnson
>
> “Alle mie spalle, circa ore sette, vi sono tre uomini intenti a parlare.
> Faccia loro un paio di foto” Elaina sussurrò al giovane restando in attesa
> che lui le cennasse con il capo “Bene. Torniamo a bordo, vorrei proprio
> sapere chi è..”.
>
>
>
>
> USS Raziel - Stazione Ombra
>
> D.T. 14/01/2397 - Ore 21:50
>
> Il Comandante Mendel se ne stava come di consueto attorniata dalle decine
> di monitor della Stazione ombra, digitando a destra e manca fra i vari
> monitor. Si era connessa a tutti gli organi di stampa del pianeta per
> verificare che l'intervento della Raziel fosse rimasto totalmente celato, e
> non poté che sorridere soddisfatta nel vedere che il loro piano stava
> procedendo in maniera impeccabile: le uniche informazioni relative agli
> attentati di Praga si riferivano ad ignoti agenti vestiti con abiti neri,
> possibili agenti della Homeland Security, che avevano inspiegabilmente
> aperto il fuoco su ignari membri della Flotta Stellare. Per il rapimento le
> cose si erano messe ancor meglio, dato che, come era ovvio, nessuno aveva
> sporto una denuncia ufficiale: il rapito era pur sempre un criminale e non
> è mai una buona idea dar carta bianca alla polizia di indagare in certi
> luoghi, inoltre il fatto che il tutto fosse avvenuto in un vicolo privo di
> telecamere rendeva praticamente impossibile la loro individuazione.
>
> Sarah allungò una mano nella direzione in cui fluttuava Cippy ed attivò
> l’ennesimo schermo per sintonizzarlo sul telegiornale: pochi attimi dopo la
> voce di una giovane giornalista si diffuse in tutta la stanza.
>
> =^= Le indagini sono ancora in corso ma tutti i testimoni hanno confermato
> che gli attacchi sono stati organizzati da un gruppo nutrito di ignoti,
> vestiti tutti rigorosamente di nero: non si hanno ancora notizie certe
> sull’appartenenza o meno degli attentatori a qualche agenzia nota, ma i
> servizi segreti terrestri hanno negato che gli uomini ripresi dalle
> telecamere stradali possano essere membri del loro gruppo. Gli obiettivi
> dell’attacco erano ogni gruppetto di ufficiali della Flotta Stellare che
> passassero per le strade di Praga. Si tratta della peggiore catena di
> attentati ai danni della Flotta Stellare che si sia mai verificata sul
> nostro pianeta, ancora adesso non siamo in grado di prevedere quali saranno
> le conseguenze. =^=
>
> “Sarah, ti disturbo?” Elaina fece qualche passo all’interno della Stazione
> Ombra osservandosi attorno “Non dovrebbe esser qui Alex?”
>
> Sarah si voltò per un attimo e lanciò un piccolo fischio nel vedere la
> dottoressa ancora fasciata all’interno dell’abito da sera “Wow.. devo dire
> che quello è un ottimo incentivo per convincere qualsiasi individuo di
> sesso maschile a fare un figlio…”
>
> Elaina spalancò gli occhi per un attimo e poi si osservò “Ero sotto
> copertura, Sara! Su, non prendermi in giro!”
>
> Sarah ridacchiò divertita “Come vuoi, ma per me quell’abito può
> funzionare. Ad ogni modo Alex è andato a bere un caffè, iniziava ad avere
> il mal di testa a causa di tutti questi monitor” sorrise divertita
> inclinando il capo “Ti serviva altro?”
>
> Intanto la voce della giornalista continuava in sottofondo =^= In questi
> momenti difficili, in molti hanno sottolineato l’incredibile abilità degli
> ufficiali della Flotta Stellare coinvolti nei vari attentati. Senza la loro
> incredibile esperienza il numero dei feriti sarebbe salito
> vertiginosamente. Questi valenti uomini e donne, seppure sotto attacco,
> sono riusciti a difendere se stessi e a non colpire alcun civile. =^=
>
> Elaina annuì “In effetti si, avrei bisogno di una tua magia”
>
> Sarah spense il telegiornale “Una mia magia? Addirittura?” sorrise
> divertita “Su, dimmi cosa posso fare per te..”
>
> Elaina si avvicinò alla collega porgendogli un chip “Qui dentro ci sono
> delle foto di un uomo che era al galà, vorrei sapere chi è”
>
> Sarah prese il chip caricando l’immagine, poi osservò lo schermo con
> espressione dubbiosa “Lo sai che non sarà una cosa molto rapida?” iniziò a
> digitare alla consolle “Un riconoscimento attraverso un’immagine non è
> impossibile, tutti in questa galassia abbiamo almeno un documento, ma..
> comprenderai che il numero di raffronti che dovrà fare il computer sarà
> incredibilmente alto”
>
> “E non c’è proprio modo di accelerare questi controlli?” la incalzò Elaina
>
> “L’unico modo per accelerare il tutto sarebbe sperare che sia un
> personaggio molto famoso, ma…” le parole di Sarah le morirono sulle labbra
> quando il computer, inaspettatamente in fretta, gli segnalò l’esistenza di
> una corrispondenza dell’immagine al 99,989%
>
> “Elaina, hai una fortuna sfacciata, c’è già un raffronto” Sarah digitò al
> terminale con una certa curiosità “Si tratta sicuramente di qualcuno molto
> importante, le sue foto sono su quasi tutti i giornali”
>
> Elaina si avvicinò ad osservare a sua volta il monitor “Si, mi aveva dato
> l’idea di qualcuno di importante”
>
> “Il suo nome è Dominique Lefebvre, si tratta di uno degli uomini più
> ricchi di Francia, attualmente uno dei maggiori azionisti della
> Weyland-Yutani Corporation, fido braccio destro dell’anziana a capo della
> Compagnia, Corinne” digitò alla consolle “Tipetto interessante ti sei
> scelto.. non ci sono prove di alcun tipo contro di lui, ma in effetti
> sembrerebbe che tutti coloro che gli si siano opposti siano scomparsi,
> morti oppure siano stati resi inoffensivi da gravi dissesti finanziari che
> li hanno messi sul lastrico” osservò Elaina in volto “Non lo definirei un
> tipo con cui scherzare”
>
> Elaina si fece improvvisamente seria per poi annuire alla Mendel “Grazie
> Sarah, vado a cambiarmi” cennò con il capo dirigendosi all’uscita
>
> Mendel ridacchiò ancora “Ma no! Vai da Wood.. dai che ci scappano due
> gemellini!”
>
> Elaina si voltò indietro facendole una linguaccia scherzosa, poi uscì
> dalla stanza.
>
>
>
>
> Sol III (Praga) - Magazzino Z-21, nei pressi dello spazioporto
>
> D.T. 14/01/2397 - Ore 22:05
>
> Il team della Raziel era in attesa, osservando la sagoma di Botkoveli
> legato ad una sedia poco distante da loro con un cappuccio in testa.
> Avevano provveduto ad inoculargli il mix medicinali creato da Elaina ed ora
> attendevano che facesse effetto: il mix creato dalla combinazione delle
> varianti sintetiche del tiopental sodico e dell’acido
> gamma-idrossibutirrato avrebbe reso molto più collaborativo l’uomo, per poi
> cancellargli totalmente la memoria di quanto sarebbe accaduto.
>
> Moses osservò il padd cennando con il capo verso i colleghi, poi si
> diresse dall’uomo tirandogli via il cappuccio: lo sguardo di Botkoveli
> appariva appannato, come se l’uomo fosse in uno stato di trance.
>
> “Sei stato tu a vendere di recente un Microprocessore Stem di tipo 3?”
> chiese con tono sicuro Moses
>
> Botkoveli annuì con il capo “Jeden.. ho venduto quattro microprocessori”
> il tono sommesso un po’ scoordinato di chi sta parlando senza neppure
> accorgersene convinse tutti della veridicità di quelle parole
>
> La squadra si guardò in faccia preoccupata “Quindi potrebbero esserci
> altre tre bombe in attesa di detonare?” chiese Chase mettendosi a fianco di
> Moses
>
> “A chi lo hai venduto? Chi è il compratore?” lo incalzò Naidoo fissandolo
> in volto
>
> Botkoveli scosse la testa “Non sa.. non conosce, era prima volta che
> comprava qualcosa da me.”
>
> “Conosci almeno il suo nome?”
>
> Botkoveli scosse nuovamente la testa “Ne, non conosce suo vero nome..
> contattato sulla rete, unica volta che sentito lui era via comunicazione
> con alteratore di voce. I soldi li ha inviati direttamente su mio conto,
> metà anticipo.. resto dopo consegna”
>
> “E tu non hai provato a controllare da dove provenissero i soldi? Non
> temevi di poter essere truffato?”
>
> “Jeden..” Botkoveli scosse il capo “Io tentato di rintracciare
> provenienza di soldi, temevo non ricevere ultima parte denaro. Miei uomini
> riusciti a risalire al conto di un uomo.. Griffin Herbert George Wells, ma
> no esiste.. nome di fantasia”
>
> “Come è avvenuto lo scambio?”
>
> “Come da ordini, consegnati a bella donna bajoriana” Botkoveli “No conosce
> suo nome ma era una bella donna, con grandi seni.. tipo di donna che fa
> girare testa a tutti”
>
> Moses sbuffò dando un pugno alla parete mentre gli altri ufficiali si
> fissarono infastiditi, era stato l’ennesimo buco nell’acqua: ogni volta che
> si sentivano vicini ad una svolta si ritrovavano impietosamente al punto di
> partenza.
>
> Moses si voltò verso Tombstone e gli altri incursori “Mettetelo a nanna
> con l’intruglio preparato dalla dottoressa e scaricatelo da qualche
> parte..” poi si riavvicinò al gruppo con sguardo decisamente furente “La
> situazione non va affatto bene, risaliamo sulla Raziel”
>
>
>
>
> USS Raziel - Alloggi del Comandante Elaina Tarev
>
> D.T. 14/01/2397 - contemporaneamente
>
> Dopo la lunga giornata, Elaina era finalmente riuscita a concedersi una
> meritata doccia. Tolti gli odiatissimi tacchi alti e infilatasi sotto
> l’acqua calda, finalmente iniziò a risentirsi se stessa: il mal di testa,
> dovuto all’eccessivo utilizzo delle proprie facoltà telepatiche, si stava
> smorzando via via sempre più in una sorta di leggero cerchio alla testa,
> più che altro un piccolo fastidio piuttosto trascurabile. Se ne rimase
> sotto l’acqua per quasi venti minuti, e vi avrebbe passato ancora più tempo
> se non avesse sentito il trillo del sensore della porta.
>
> *Qualcuno qui… adesso.. ma perchè?*
>
> Piuttosto infastidita uscì rapidamente dalla doccia “Avanti, si accomodi
> pure sul divanetto.. arrivo immediatamente!” cercò di recuperare il più
> rapidamente possibile l’uniforme, quando percepì alle sue spalle la
> presenza di Wood
>
> “Alexander Wood! Nessuno ti ha insegnato che si bussa prima di entrare nel
> bagno di una ragazza?” lo redarguì Elaina con tono semiserio
>
> “Certo, ma la scena della mia compagna mezza nuda con indosso solo un
> asciugamano non ha prezzo” si avvicinò abbracciandola dolcemente
>
> Elaina lo osservò scuotendo il capo con espressione divertita “Sei senza
> speranze.. su, lasciami che non mi sono ancora asciugata, così ti bagnerai
> l'uniforme!"
>
> Dal canto suo Alexander continuava a tenere la propria compagna fra le
> braccia, per nulla convinto di volerla lasciare andare, spostandole
> distrattamente un ciuffo di capelli che le era ricaduto davanti al viso
> “Sinceramente bagnare l'uniforme è l'ultimo dei miei pensieri” approfittò
> della vicinanza per darle un leggero bacio sulle labbra, sperando di non
> veder rovinato quel momento d'intimità dopo gli ultimi mesi passati in un
> gelido distacco.
>
> Elaina intanto lo osservava facendo una leggera smorfietta “Beh, ma se poi
> finisci a pulire i tubi di Jeffries non dare la colpa a me! Io ti avevo
> avvertito!” inclinò leggermente il capo cambiando argomento “Avevi bisogno
> di me?”
>
> Alex la osservò sorridente, felice che la compagna sembrasse essere
> tornata quella di sempre “Mmh.. se pulire i tubi di jeffries è la punizione
> per stringerti appena uscita dalla doccia, mi licenzio dal progetto Empireo
> e apro un centro di pulizia tubi!” rise divertito per poi fare spallucce
> “Avevo voglia di vederti e parlare un po’ con te, tutto qui”
>
> “ Ehm.. si.. e dobbiamo proprio farlo in bagno?”
>
> Alexander ci pensò qualche attimo, come accorgendosi solo in quel momento
> che forse non era il posto migliore per intavolare una conversazione “Ehm..
> penso di no.. hai ragione, ti aspetto sul divanetto” si allontanò restando
> in attesa per qualche minuto e fu un po’ deluso dal vedere tornare la
> compagna nuovamente in uniforme
>
> "Allora, di cosa volevi parlarmi?"
>
> “Mmh.. a dire il vero volevo parlare di noi” Alex si fermò ad osservare il
> volto della compagna “Sono mesi che non riusciamo quasi a star vicini.. in
> laboratorio a volte mi sembra di stare con un collega piuttosto che con la
> mia compagna. E’ abbastanza chiaro che ho combinato qualcosa, e ti assicuro
> che ci ho pensato, ma non riesco a capire cosa”
>
> Elaina inclinò il capo osservandolo, riflettendo per alcuni istanti su
> cosa rispondere “Alexander, ci conosciamo da molti anni.. dovresti saperlo
> che detesto aspettare”
>
> Alexander annuì prontamente “Sì! Lo so che detesti aspettare ed infatti
> quasi mai lascio qualcosa in sospeso con te”
>
> Elaina rimase interdetta, il dubbio che lui non avesse capito la sua
> richiesta la lasciò per svariati istanti senza parole “Alex.. la mia
> domanda.. l'avere un figlio io e te, ricordi?” fece una pausa cercando di
> riprendere il filo del discorso “Non ti sembra che possa essere una
> questione su cui una risposta sarebbe quantomeno gradita?”
>
> Alexander osservò la compagna spalancando gli occhi, con la tipica
> espressione di chi è appena caduto dalle nuvole “Ah.. quello?” nella sua
> mente gli tornò alla memoria quel fatidico momento che, dopo tutto quel
> tempo, aveva rimosso “Elaina perdonami, me l'hai detto appena prima che le
> porte del turboascensore si chiudessero lasciandomi lì come un pinguino..
> francamente non pensavo parlassi sul serio” improvvisamente nella sua mente
> tutto aveva nuovamente un senso, sia l’espressione di Elaina, che si era
> fatta via via sempre più irritata negli ultimi mesi, sia quella serie di
> mezze frasi apparentemente prive di qualsiasi significato “Oddio.. e tu
> sono sei mesi che aspetti una risposta?”
>
> “Si, all'incirca sei mesi”
>
> Alexander scoppiò a ridere divertito accarezzando il volto della compagna
> “E tu non potevi dirmelo nuovamente? ..che sciocchina che sei..” strinse a
> sé Elaina, sorridendo “Sono certo che tu possa capire che l'avere un figlio
> sia un passo molto importante, quindi sarei un incosciente a dire
> semplicemente sì su due piedi, senza neppure rifletterci” portò lo sguardo
> sulla compagna accarezzandola “D'altra parte non posso negare di averci
> pensato parecchio dopo la tua frase e sono giunto alla conclusione che non
> esiste nulla in questo universo che mi farebbe più felice di avere un
> figlio da te..” la accarezzò nuovamente, sorridendole dolcemente “Quindi
> sì, avremo un bambino…”
>
>
>
>
> USS Raziel - Ufficio del Capitano Hazyel
>
> D.T. 15/01/2397 - Ore 07:15
>
> Hazyel era in ufficio da parecchie ore a riflettere ancora su quello
> strano sguardo che aveva colto sul volto di Catherine Trammell: la strana
> sensazione di essere stato preso per il naso non gli permetteva di restare
> tranquillo. Attivò il terminale e cercò di verificare se fosse successo
> qualcos’altro di davvero rilevante in qualche altra area della zona
> federale ma fu un buco nell’acqua. Solo il suono del sensore riuscì a
> distoglierlo dai propri pensieri.
>
> “Buongiorno” Hazyel osservò l’entrata di Moses, ancora piuttosto
> infastidito dalla piega degli eventi, e dietro di lui tutti gli altri
> ufficiali superiori in silenzio, attese qualche attimo e poi riprese a
> parlare “Credo sia arrivato il momento di tentare di tirare le somme di
> quanto abbiamo scoperto recentemente”
>
> "Mmpf..." Moses portò lo sguardo sul capitano “Sarà una cosa breve..”
>
> Hazyel osservò per un attimo il suo primo ufficiale, condividendone il
> senso di frustrazione, ma poi tornò ad osservare Naidoo “Inizi lei..”
>
> “Siamo venuti su questo pianeta sulla base del temuto pericolo che venisse
> detonata una o più bombe sporche su un non determinato luogo di Sol III”
> Naidoo iniziò ricapitolare tutti gli eventi “Abbiamo iniziato le indagini e
> tutto sembrava estremamente semplice, abbiamo trovato il venditore..
> rintracciato il materiale radioattivo e predisposta la trappola per
> catturare la cellula terroristica”
>
> “Ma era una falsa pista” intervenne Chase “E difatti è esplosa una bomba
> all’interno del Comando di Flotta, proprio al centro della sala predisposta
> in modo che le più alte cariche presenti su Sol III potessero discutere
> della minaccia in corso”
>
> “Dalle analisi fatte sul luogo siamo riusciti a individuare il gruppo che
> ha messo la bomba, un gruppo di delinquenti mossi dal desiderio di uccidere
> l’ammiraglio Bates..” Wood proseguì il racconto “Ma erano solo delle pedine
> che sono scappate ben presto, appena hanno scoperto che l’ordigno non aveva
> distrutto tutte le prove hanno lasciato il sistema rendendosi facilmente
> rintracciabili”
>
> “Ed era un ennesimo buco nell’acqua, erano stati usati come pedine per poi
> fargli ricadere addosso tutte le colpe” Hazyel annuì “Ma dal sopralluogo
> nel luogo della detonazione erano stati trovati anche i residui
> dell’ordigno”
>
> “Esatto Capitano” intervenne Fox “Attraverso la ricostruzione virtuale
> dell’ordigno abbiamo individuato il motivo per cui la detonazione ha avuto
> problemi, il sistema di innesco era obsoleto, montava ancora un
> Microprocessore Stem di tipo 3, ritenuto troppo pericoloso oggigiorno”
>
> “Ma è stato un altro buco nell’acqua” Moses incrociò le mani al petto
> “Abbiamo solo un nome, probabilmente inventato.. Griffin Herbert George
> Wells, vale a dire l’intestatario del conto dal quale è partito il
> pagamento per quei microprocessori”
>
> “Purtroppo è davvero un buco nell’acqua” Mendel osservò Moses “Ho cercato
> quel nome in tutti i database federali, ma nulla.. allora ho allargato la
> ricerca agli archivi culturali e.. beh, l’ho trovato. Herbert George Wells
> era uno scrittore nato nel 1866” fece una piccola pausa “Griffin, invece,
> era il nome di uno dei suoi personaggi.. meglio conosciuto come l’uomo
> invisibile.. devo dire che c’è una certa ironia nell’aver scelto un simile
> alias”
>
> “Ed infine, tanto per concludere l’elenco delle stranezze, la Homeland
> Security ci sta con il fiato sul collo da quando hanno preteso di avere il
> completo controllo di queste indagini e ci ha intimato di lasciare il
> pianeta”
>
> “Cosa che noi non abbiamo fatto, anzi, abbiamo organizzato una serie di
> falsi attentati contro i membri della Flotta per incolpare la Homeland
> Security e liberarci dal loro guinzaglio” Hazyel si alzò in piedi “Siamo
> andati al galà per individuare chi potesse effettivamente alterarsi e
> abbiamo individuato niente di meno che Catherine Trammell, la direttrice
> della Homeland Security. Ho parlato molto poco con lei ma la sensazione che
> ho avuto era che ci volesse bloccati qui, su Sol III.. sensazione che si è
> rafforzata da quanto sono riuscito a sentire della conversazione che stava
> tenendo” osservò i presenti soffermandosi su Moses “Non sono riuscito a
> comprendere tutte le parole, ma la sensazione era che qualcuno la invitasse
> caldamente a tenerci impegnati qui”
>
> “Cosa significa?” chiese Moses incupendosi
>
> “Significa che, qualsiasi cosa stia succedendo, sembrerebbe che ci sia
> qualcuno che voglia ad ogni costo che la USS Raziel non lasci Sol III” la
> risposta di Hazyel fu secca e convinta “A pelle non credo che Catherine
> sappia tutto, ma sono certo che la decisione di estrometterci dalle
> indagini e l’ordine di andarcene non fossero altro che un modo per
> convincerci a restare qui!”
>
> “Praticamente siamo cascati nella loro trappola!” Moses sbuffò sonoramente
> “E adesso cosa si fa?”
>
> Hazyel scosse il capo “Ho tentato di cercare notizie di una certa
> rilevanza su altri pianeti federali, non ne ho trovate.. quindi è possibile
> che non abbiano ancora agito. Dobbiamo trovare un modo rapido di capire
> dove colpiranno e poi andarcene di qui”
>
> “Forse una persona che sa cosa sta succedendo c’è.. ma non sarà facile” la
> voce di Elaina fece voltare tutti i presenti “Ho percepito soddisfazione,
> invulnerabilità, convinzione di onnipotenza in un altro presente al galà..
> era un uomo pienamente soddisfatto anche dopo gli attentati di Praga.. i
> suoi piani non erano stati turbati da tutto ciò, anzi, empaticamente ne
> sembrava anche sollevato”
>
> “Di chi si tratta?” Hazyel si sporse in avanti con interesse
>
> “Dominique Lefebvre” Mendel intervenne osservando i colleghi “Si tratta di
> uno dei maggiori azionisti della Weyland-Yutani Corporation, nonché
> braccio destro di Corinne, l’attuale proprietaria della compagnia”
>
> Hazyel alzò il capo “Corinne.. Corinne è anche il nome della persona con
> cui parlava Catherine e che le intimava di tenerci qui in qualsiasi modo..
> ed il cerchio si chiude, tutto gira attorno a loro” fece una pausa “Molto
> bene, allora dobbiamo arrivare a lui”
>
> “Non sarà affatto facile, questo non è semplicemente un criminale.. ma uno
> degli uomini più ricchi di Francia, potente ed influente” Mendel osservò
> Hazyel in volto “C’è un motivo se Elaina ha percepito una convinzione di
> onnipotenza, quell’uomo è intoccabile”
>
> Hazyel incrociò le braccia al petto “Ma al momento è la nostra sola
> possibilità di arrivare a capire cosa sta succedendo, ed in assenza di
> altre idee non credo che ci restino molte possibilità. Dobbiamo non solo
> trovare un modo per arrivare a quell’uomo, ma anche studiare un piano per
> lasciare questo pianeta il più rapidamente possibile, sono certo che la
> Homeland Security non ce lo renderà affatto semplice..” posò lo sguardo sui
> suoi uomini “Signori, voglio delle idee entro un’ora.. in libertà”
>
>
>
>
> SOL III (Birmingham) - Weyland-Yutani Corporation Tower (ufficio di
> Corinne)
>
> D.T. 15/01/2397 - Ore 07:42
>
> Dominique Lefebvre entrò con passo sinuoso all’interno dell’ufficio della
> vecchia Corinne con la stessa espressione soddisfatta di un felino dopo il
> pasto, fece un leggerissimo inchino osservando la donna e si diresse verso
> la sua scrivania.
>
> “Corinne, mia cara, ti vedo sempre più bella”
>
> “Smettila Dominique! Sappiamo bene entrambi che questa malattia mi sta
> trasformando nella brutta copia di me stessa!” Corinne alzò il capo
> osservando l’uomo decisamente infastidita
>
> “Può darsi, ma infondo se la realtà non è come la si desidera che male c’è
> nel cambiarla con un po’ di sana e gratificante finzione?” il sorriso
> felino di Dominique lasciò per qualche attimo l’anziana signora senza
> parole
>
> “Io ho tutte le intenzioni di cambiare la realtà, ma con fatti concreti! A
> me una mera finzione non basta affatto!” Corinne si sporse un po’ verso
> l’uomo “Piuttosto, la USS Raziel?”
>
> Dominique sorrise “Da quello che ne so hanno scoperto un’anomalia nel
> motore e saranno costretti a restare qui qualche giorno.. inoltre, ora che
> inspiegabilmente la Homeland Security ha dato di matto e ha iniziato a
> colpire a casaccio membri della Flotta dubito che ci sarà qualche modo per
> farli smuovere di qui”
>
> “E’ stata un’idea tua Praga?” gli occhi di Corinne si focalizzarono sull
> interlocutore
>
> “No, ed onestamente non mi interessa sapere chi vi sia dietro.. un nuovo
> gruppo terroristico, meri emulatori in cerca di fama, qualche agente
> impazzito della Homeland Security o qualche ufficiale della flotta fuori
> controllo.. ciò che importa è che non ne siamo responsabili noi. Si tratta
> di un insieme di avvenimenti del tutto scollegati dal nostro piano che
> giocano a nostro vantaggio, non credo che avremmo mai potuto sperare di
> meglio”
>
> Corinne annuì lentamente, il suo sguardo freddo e calcolatore si spostò
> per un attimo al proprio terminale “Molto bene, ci siamo tolti dai piedi la
> Raziel.. sono sicura che senza di loro le cose saranno comunque più
> semplici” alzò il capo “Da qui può partire la fase Ba’ku senza problemi”
>
> Dominique si rabbuiò per un attimo “Ba’ku? Quel popolo isolazionista che
> ha deciso di vivere senza l’utilizzo della tecnologia?” scosse il capo “Non
> è facile raggiungerli, quel pianeta è sotto la protezione della Flotta
> Stellare..”
>
> Corinne alzò una mano “Il modo in cui vi arriveranno non è affar mio..”
>
> Dominique inclinò il capo “Ammesso e non concesso che vi riescano, che
> cosa può esserci di così importante lì?”
>
> Corinne si osservò per un attimo, la lunga malattia la stava divorando
> togliendole ogni residuo di forza, solo la sua incredibile forza di volontà
> le permetteva di alzarsi giorno dopo giorno ed andare a lavoro “Che cosa
> c’è su quel pianeta?” lo sguardo tornò su Dominique esprimendo tutta la sua
> determinazione “Probabilmente, l’unico modo che io conosca per cambiare la
> realtà”.
>
>
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