[Stml14] [STML14][08.03] Non e' un addio ma solo un arrivederci - FOX
Federico Rapuzzi
federico.rapuzzi a gmail.com
Dom 24 Feb 2019 19:47:27 CET
Letto.
Bellino bellino, grande Stefano.
Federico Rapuzzi
Captain
S/Y Adrigole
ITA 17282
(+39) 3466794397
Il Dom 24 Feb 2019 16:28 Stefano Zaniboni <stezani a me.com> ha scritto:
> Buonasera a tutti, ecco qua il mio brano. Chiedo perdono per il ritardo.
> Buona lettura:-)
>
> Stefano
>
> #########################################################################
>
> Brano: 08-03
>
> Titolo: NON E’ UN ADDIO MA SOLO UN ARRIVEDERCI
>
> Autore: Tenente Lucius Fox (aka Stefano Zaniboni)
>
>
>
> *FLASHBACK*
>
> *Utopia Planitia *
>
> *USS Raziel – Alloggi Ponte 1*
>
> *10/11/2398 – Ore 18.40*
>
> Era stato veramente un periodo intenso per Chase: la serie interminabile
> di colloqui della Commissione della Flotta Stellare avevano messo alla
> prova i suoi nervi e la sua pazienza, quasi a sentirsi sotto accusa per una
> cosa su cui lui non aveva controllo.
>
> Il trasferimento alla USS Zen lo intrigava, una nuova avventura in cui
> immergersi, ma, se da un lato aveva il senso di euforia, dall’altro vi era
> in lui un senso di amarezza. Fra qualche giorno un’unità di trasporto
> l’avrebbe portato alla nuova nave dove avrebbe poi preso ufficialmente
> servizio.
>
> Del tempo trascorso con ognuno dei suoi compagni ad Empireo, tra tutte le
> avventure e i pericoli che avevano dovuto affrontare, sentiva che il loro
> legame andava oltre la semplice amicizia o il rapporto tra colleghi.
>
> Aveva affidato la sua vita in più occasioni nelle mani di tutti i membri
> della sua squadra tanto da arrivare a considerarli come una sorta di
> fratelli di sangue.
>
> Proprio perché credeva ci fosse un legame particolare si sarebbe aspettato
> un addio all’altezza di ciò che avevano passato, mentre fino a quel momento
> erano arrivate poche congratulazioni e dei sorrisi tirati, ma nulla di più.
>
> Data la sua imminente partenza, aveva raggruppato le poche cose che ancora
> teneva a bordo nella sua brandina e richiesto che il resto dei suoi effetti
> personali, rimasti a Empireo, gli fossero consegnati sulla sua nuova nave.
>
> Solo Tyler, però, si era proposto di dargli una mano ed era, per giunta,
> in ritardo mentre gli altri avevano accampato delle scuse.
>
> * *Il modo peggiore per andarsene, evidentemente non ero altro che un
> collega.* * pensò tra sé con una punta di amarezza
>
> La porta del suo alloggio si apri mostrando un Tyler più esaltato del
> solito.
>
> “Allora caro il mio Signor Chase hai radunato tutte le tue cose?”
>
> “ Sì, alla fine sta tutto in una scatola, erano poche cose visto lo spazio
> ridotto. Ma tu che hai da sorridere cosi?” chiese Dave con tono infastidito.
>
> “Ah beh.. io sorrido sempre. Il sorriso aiuta a mantenere uno stile di
> vita sano e cose così no? E poi ho rimediato un appuntamento con una coppia
> di sorelle gemelle di Tharsis III che lavorano al centro medico, le avrai
> viste, no?” replicò Tyler cercando di tornare serio.
>
> “Sarà come dici.. comunque no.. sono stato troppo indaffarato per
> accorgermene. Ma cosa ti sei messo addosso? “
>
> “Acqua di colonia Eau de Raisà! Per quegli uomini a cui non serve
> chiedere, ma lo chiedono comunque.”
>
> “Bleah.. ti chiedo io di starmi dietro perché l’odore è fortissimo”
>
> “Saranno i feromoni o i miscugli delle boccette semi vuote, si sente
> molto?”
>
> “Risponderti abbastanza sarebbe un eufemismo.. quindi vedi tu” borbottò
> Chase coprendosi il viso con il bavero dell’uniforme mentre i due si
> dirigevano verso la sala teletrasporto.
>
> “Ma come mai hai quel muso lungo? Sei stato trasferito per ricoprire un
> ruolo che ti porterà sicuramente ad avere una carriera brillante. Dovresti
> essere fiero di te stesso”
>
> “Sì, è vero, ma sembra che agli altri non importi il fatto che me ne vada.
> Speravo almeno in un saluto finale, invece sono tutti a lavorare e ho
> ricevuto delle fredde strette di mano e neanche da tutti”
>
> Mentre parlava Chase si accorse che, in giro per la nave, non vi era anima
> viva.
>
> “Anche ora.. perché non c’è nessuno? Non dovrebbero essere in corso le
> riparazioni o, che ne so, i primi preparativi per una partenza?” chiese
> entrando nella sala del teletrasporto ed appoggiando le scatole sulla
> piattaforma.
>
> “Oh mio caro è meglio che mi sbrighi a farti sbarcare perché il tuo muso
> lungo mi sta spegnendo il ritmo. ENERGIA!”
>
> “Un momento cos…” E Chase fu avvolto da un lampo di luce.
>
>
>
> *FLASHBACK*
>
> *San Francisco*
>
> *Bar Interstellar*
>
> *10/11/2398 – 19.00*
>
> Chase si materializzò su una sedia al centro di una stanza buia ad
> eccezione dell’unico cono di luce che offuscava la sua vista.
>
> “.. cosa diavolo stai dicendo?” si guardò intorno spaesato.
>
> “Dove sono?” chiese a voce alta.
>
> All’improvviso le luci si accesero e l’equipaggio della Raziel urlò con
> tutto il fiato di cui disponeva.
>
> “SORPRESA!” e scoppiarono in un fragoroso applauso.
>
> Dave sorrise mentre andava incontro ai suoi compagni.
>
> “Sapevo che non potevate essere così freddi da liquidarmi con una stretta
> di mano!” a Chase si inumidirono gli occhi.
>
> “Ricordati Dave, questo non è un addio… ma un arrivederci. Congratulazioni
> per il tuo trasferimento amico mio” disse Fox abbracciando il collega.
>
> “Nell’organizzare la festa io e Skip, avremmo voluto tappezzare il locale
> di olofoto tratte dai nostri rapporti ma, essendo sotto seclar, avremmo poi
> dovuto bruciare questo posto e non penso che i proprietari ne sarebbero
> stati felici” bisbigliò sarcastico Di Nardo stringendo la mano del
> timoniere.
>
> “Abbiamo anche una sorpresa per te..” disse Elaina visibilmente provata
> dalla gravidanza, baciando sulle guance Chase.
>
> Il gruppo si aprì e, dietro di loro, Dave riconobbe i suoi genitori: erano
> tutti lì per salutarlo.
>
> Mentre lui si commuoveva, alcuni del gruppo di ingegneria salirono su un
> piccolo palchetto, imbracciarono gli strumenti ed iniziarono a suonare.
>
> Hazyel, vestito con un abito sportivo bianco che ne metteva in risalto i
> muscoli, salì in piedi sopra ad un tavolo su cui era stata costruita una
> piramide di bicchieri riempiti circa a metà di un liquido azzurrino.
>
> “Salutiamo come si deve il nostro timoniere!” esclamò il Risiano
> accendendo con una piccola fiamma il bicchiere in cima alla piramide e
> versando altro liquido fino a farlo tracimare.
>
> Mentre il piccolo spettacolo pirotecnico accendeva a cascata tutti gli
> altri bicchierini, gli invitati si scatenarono nelle danze.
>
>
>
> *USS Raziel*
>
> *Ponte 2 – Laboratorio Scientifico*
>
> *27/12/2398 – Ore 10.00*
>
> Wood era intento a catalogare i nuovi materiali, destinati alla Raziel,
> appena arrivati ai cantieri di Utopia Planitia. Stava per passare alla
> revisione dell’ordine degli strumenti di analisi cellulare quando le porte
> del laboratorio si aprirono e sulla soglia vide Elaina intenta a
> raccogliersi i capelli con un elastico.
>
> “Ehi, che ci fai qua? Non riesci a staccare neppure in maternità!” chiese
> Wood alla compagna.
>
> “Avevo bisogno di distrarmi un attimo, tra far mangiare Isabella,
> cambiarla e pulirla e poi ricominciare con Gabryel necessito di maneggiare
> qualcosa che non sia un pannolino… Poi mi conosci, sai che non so stare con
> le mani in mano.”
>
> “Dove sono adesso?”
>
> “Sono con Stander per fare i test di routine sul loro sviluppo della
> crescita. Ha detto che gli ci vorranno un paio d’ore e che gli mettevo
> ansia se rimanevo in infermeria. Quindi mi ha mandato a fare un giro, in
> qualità di ufficiale in capo pro tempore dell’infermeria. Però mi ha dato
> il permesso di guardare i bambini via monitor di tanto in tanto” disse lei
> porgendo ad Alexander un tablet.
>
> Wood non perse tempo e avviò lo streaming.
>
> “Tu che stavi facendo?” chiese Elaina.
>
> “Stavo per mettermi a catalogare quelle apparecchiature, ma ora la mia
> attenzione è stata catturata da qualcos’altro” disse lui senza distogliere
> lo sguardo dal piccolo schermo.
>
> Elaina appoggiò le mani sui fianchi e sul suo viso si dipinse
> un’espressione infastidita.
>
> “Ero venuta per dare una mano a te, ma credo che, dandoti quel pad, io
> abbia ribaltato la situazione”
>
> “Sì, scusa, è che non riesco a smettere di guardare la nostra Isabella…
> guarda.. penso mi abbia sorriso!” disse lui mostrando lo schermo alla
> compagna.
>
> “Non ti ha sorriso, sono movimenti naturali ed istintivi della maturazione
> del suo sistema nervoso centrale e periferico. Sta imparando come stare tra
> noi”
>
> “Oh, ma è bellissima..” disse lui immergendosi nello schermo.
>
> “E pensavo di essere io quella eccessivamente emotiva..” borbottò Elaina
> tra sé e sé.
>
> La discussione fu interrotta dal campanello della porta.
>
> “Avanti!” dissero i neo genitori all’unisono. Le porte si spalancarono
> mostrando l’imponente Capo Ingegnere che sorreggeva una pesante scatola con
> la sigla REACH 481.
>
> “Perdonate l’intrusione. Tenente Comandante Wood sono arrivati i nano tubi
> di carbonio che aveva richiesto” l’aria nella stanza si fece
> improvvisamente gelida.
>
> “La ringrazio Signor Fox. La lasci pure accanto alle altre” rispose Wood
> con voce atona, mentre dal suo viso, il sorriso lasciava spazio ad una
> faccia seria quasi priva di emozione.
>
> “Con permesso Signore, Dottoressa” Fox appoggiò con delicatezza il
> contenitore e si congedò dalla stanza.
>
> Non appena le porte si chiusero Elaina si girò verso Wood: “Mi spieghi una
> cosa? Da quando ci avete recuperate dagli Aetos, tu e Lucius non riuscite a
> stare nella stessa stanza per più di cinque minuti senza che l’atmosfera
> diventi glaciale.. Si può sapere che è successo?” chiese lei alzando il
> tono della voce.
>
> “Non è successo niente..” rispose Wood scuro in volto
>
> “Non mi pare affatto!”
>
> “Uhm.. sì.. beh.. ecco.. mentre eravate prigioniere.. mi sentivo sotto
> pressione.. ti avevano portata via da me e non ero lucido… potrei aver
> avuto una reazione eccessiva in un alterco tra di noi e può darsi che, per
> sbaglio, abbia anche cercato di dargli un pugno.. e lui, per tutta
> risposta, mi ha quasi distrutto una mano con quel suo braccio bionico!”
>
> “Un pugno? Ma cosa ti è saltato in mente? Si sarà difeso e per questo avrà
> risposto alla tua provocazione!”
>
> “Mi sembrava che solo io fossi preoccupato per voi e potrei aver
> involontariamente detto che era un approfittatore nei tuoi confronti e che
> ci stava provando con te, usando come scusa i vostri incontri per parlare
> di quello che gli è successo sulla sua vecchia nave. Lui comunque ha avuto
> una reazione eccessiva, non si è solamente difeso! Non ha tenuto in
> considerazione come mi sentivo!”
>
> “Eccessiva? Ma se stavi per dargli un pugno! E l’hai colpito sapendo dove
> era più vulnerabile, rievocando i ricordi del suo vecchio equipaggio e
> portando alla luce i suoi rimorsi, cosa che, tra l’altro, ti ho detto in
> confidenza, ma di questo ne parleremo un’altra volta. Capisco il momento
> difficile, ma hai iniziato tu per primo. E poi da quando fai pesare il tuo
> grado?”
>
> Wood mugugnò qualcosa a denti stretti.
>
> “No Alexander, devi trovare il modo per scusarti”
>
> Wood si girò ad osservare la compagna.
>
> “Sarebbe peggio se tu non lo facessi. Senti.. lo capisco come ti sei
> sentito, il fatto di essere stati separati, per mesi, senza sapere le sorti
> uno dell’altro, ha fatto stare male anche a me e, se fossi stata sola, non
> so se avrei avuto la lucidità necessaria per affrontare tutto, ma le mie
> compagne erano li per tenermi con i piedi per terra e, alla fine, siamo
> riusciti a venirne fuori. Per te è stata la stessa cosa: tutti hanno
> lavorato sodo per trovarci e riportarci a casa. Hai avuto un momento di
> debolezza e hai detto cose che non avresti voluto, ma non siamo perfetti e
> quindi possiamo sbagliare. Non possiamo permettere che risentimenti
> personali influenzino indirettamente i nostri rapporti con gli altri,
> specie per il lavoro che facciamo. Dobbiamo poter contare gli uni sugli
> altri”
>
> Rimasero a fissarsi qualche manciata di secondi fino a quando Alexander
> non sospirò rendendosi conto che al discorso della compagna non poteva che
> rassegnarsi.
>
> “Sei una mamma perfetta, lo sai?”
>
>
>
> *USS Raziel*
>
> *Ponte 2 – Sala mensa*
>
> *27/12/2398 – Ore 14.00*
>
> Fox era seduto in fondo alla piccola saletta con un pad in una mano e una
> forchetta, con delle uova ormai diventate fredde, nell’altra.
>
> Era rimasto pressoché da solo, gli ultimi membri dell’equipaggio presenti
> stavano riponendo i vassoi vuoti ed iniziando il loro turno di lavoro.
>
> Era totalmente assorto nella lettura che non si accorse di Wood di fronte
> a lui.
>
> “Posso sedermi?” chiese Alex.
>
> “Tenente Comandante Wood, sì certo.. prego si accomodi. Stavo per liberare
> il tavolo” rispose Fox affrettandosi.
>
> “No aspetta, stai seduto. Ho bisogno di parlarti”
>
> Lucius guardò Alexander dritto negli occhi.
>
> “Elaina vuole che mi scusi per il comportamento che ho tenuto nel nostro
> piccolo diverbio. Ero fuori di me e non so cosa mi abbia preso. Tutta
> quella faccenda mi stava facendo impazzire. Ti chiedo scusa”
>
> “Guardi non c’è nessun problema. La situazione non era facile ed anche io
> non ho mantenuto la calma” disse Fox in maniera formale.
>
> “No invece, il problema c’è eccome” disse Wood.
>
> Lucius non disse altro ed incrociò le braccia al petto.
>
> “Sai, quando ci siamo risvegliati e mi sono reso conto che Elaina non
> c’era più, mi sono sentito morire dentro non una, ma cento volte. Se mi
> avessero strappato le braccia avrebbe fatto meno male.. ehm.. senza offesa…
> Non riesco ad immaginare il mio futuro senza di lei e questa cosa mi ha
> turbato a tal punto da perdere la mia lucidità e non sono riuscito ad
> essere l’ufficiale degno del grado che porto. Ho visto complotti dove non
> ce n’erano e stavo facendomi terra bruciata intorno senza badare agli
> enormi sforzi che tutti voi stavate facendo per aiutare le nostre amiche e
> colleghe in pericolo. Sono stato ottuso.. veramente ottuso.. ho usato ciò
> che Elaina mi ha detto in confidenza per ferirti senza una ragione, quando
> invece avrei dovuto soltanto dire grazie”
>
> Wood rimase in silenzio con lo sguardo basso. Non era solito ad essere
> così sdolcinato, ma quella volta sapeva di aver oltrepassato il limite.
>
> Il silenzio fu interrotto da una voce metallica in loop.
>
> =^= Sono stato ottuso.. veramente ottuso.. =^= la voce veniva dal braccio
> di Fox.
>
> “Questa finisce direttamente nella mia banca dati personale” disse Lucius
> con un sorriso e porgendo la mano ad Alexander.
>
> “E’ forse un ricatto questo Tenente?” domandò retoricamente Wood
> sciogliendosi in un sorriso e stringendo la mano del collega.
>
> “Oh ci puoi scommettere. Anche se potrei chiamarlo più un promemoria per
> eventuali futuri attacchi di stupidità.. Comunque lasciamoci tutto alle
> spalle, abbiamo del lavoro da fare e due nuovi ufficiali a cui brindare”
> disse Fox ricambiando il sorriso. Andò verso il replicatore e prese due
> bicchieri di sintalcool.
>
> “Congratulazioni Comandante. A Isabella! “
>
>
>
> *USS Raziel *
>
> *Stiva 1 – Ponte 3*
>
> *02/01/2397 – Ore 14.00*
>
> Terr, Wood e Fox stavano in piedi davanti al tavolo da lavoro su cui erano
> state poste a confronto una delle casse ritrovate da Terr, che avrebbe
> dovuto trasportare le tossine rinvenute presso i laboratori Biosyn, con una
> di quelle scovate dal team di Empireo durante una delle prime missioni
> della Raziel.
>
> Sopra le due casse fluttuavano i dati dello schermo del computer
> olografico con le analisi scientifiche compiute da Wood e dalla sua
> squadra.
>
> Riguardo la composizione erano estremamente simili, tuttavia, eseguendo
> delle scansioni, i risultati erano inconcludenti: il computer non sapeva
> dare risposte sul tipo di materiale adoperato, anche se risultava
> appartenere alla famiglia dei composti non metallici tetravalenti molto
> simili al carbonio.
>
> “Niente da fare, per quanto condividano proprietà materiali simili, lo
> scanner non individua nulla” disse Lucius.
>
> “E’ strano che non lo si riesca a ricondurre a nessun materiale
> conosciuto. Per di più questi contenitori non sembrano interagire in alcun
> modo con le sostanze presenti nella bio tossina..” Terr fece per sollevare
> la seconda cassa “sicuramente, però, attirano tanta polvere” disse lui
> guardandosi e sfregandosi le mani.
>
> “Polvere? Non è possibile. Il campione che teniamo a bordo era inserito in
> un container sterile” intervenne Wood.
>
> Fox si avvicinò a controllare il fondo e strofinandoci le dita. Si
> annerirono leggermente.
>
> “Questa non è polvere comune. Viene dalla scatola stessa”
>
> “In effetti, anche se il computer non riesce a fare analisi precise,
> sembra che una sia molto più vecchia dell’altra. Il delta di decadimento
> degli atomi è notevolmente superiore”
>
> “Possiamo analizzare la polvere?” chiese Terr.
>
> “Assolutamente” con un vetrino Wood prese un campione e lo inserì nel
> microscopio elettronico. Il computer finì di elaborarlo e ne produsse una
> rappresentazione nel monitor appoggiato sul tavolo. L’immagine mostrava un
> piccolo corpo formato da una sfera nera centrale circondata da due poliedri
> conici a sei facce.
>
> “Strana forma per un atomo” sentenziò Fox.
>
> “Infatti non è un atomo, l’ingrandimento è a 0.4 micro millimetri. In
> pratica la dimensione di un batterio”
>
> “Strana forma per un batterio” ripeté Fox.
>
> La forma sullo schermo piegò i due poliedri a formare un angolo di 90
> gradi per poi tornare nella posizione iniziale e dissolversi.
>
> “L’abbiamo visto tutti vero?” chiese Terr.
>
> “Sembrava un movimento volontario. Rimane da capire se questa cosa è di
> natura biologica o se è artificiale. Se fosse un organismo simile ad un
> batterio dobbiamo capire se e come questo interagisca con la biotossina:
> dalle mie analisi della sostanza non sembra essere un composto volatile”
>
> Wood richiamo’ sullo schermo i dati raccolti in base alle analisi di
> contaminazione della tossina della Biosyn.
>
> “ Potremmo prendere decine di boccette e rovesciarle a terra ma fino a
> quando non entra in contatto il sangue risulta essere innocua. La cassa
> oltre ad essere una schermatura potrebbe fungere da catalizzatore ed essere
> l’elemento accelerante per la diffusione della sostanza nell’aria un po’
> come avviene con i funghi.”
>
> Terr prese la parola.
>
> “ E se fosse di natura artificiale? “
>
> Fu Fox a rispondere: “ Se fosse artificiale significherebbe avere un
> nanite che puo’ combinarsi insieme a miliardi di suoi simili e trasformarsi
> in qualsiasi cosa, le applicazioni ingegneristiche sarebbero infinite.
> Potrebbe passare come semplice involucro ai controlli e rimodellarsi per
> diventare una bomba, o un oggetto comune da posizionare sulla scrivania
> della vittima di turno. Potrebbe addirittura diventare un oggetto
> fisicamente complesso composto da piu’ parti, come un dpadd e sarebbe
> indistinguibile per uno scanner. I naniti possono essere programmati a
> proprio piacimento per svolgere qualsiasi funzione.”
>
> “In entrambi i casi abbiamo un problema” disse Terr osservando i colleghi.
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