[Stml14] Imbarco Navras Christopher Terr
Federico Rapuzzi
federico.rapuzzi a gmail.com
Lun 28 Gen 2019 01:23:03 CET
Ciao a tutti,
Il travaglio è stato lungo, spero che vi piaccia. È bello aver ricominciato
a scrivere dopo così tanto tempo.
Grazie di cuore a tutti.
Fede
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SOL III - Scozia
Skye – Gairloch Hotel
10/12/2398 - Ore 22.45
Certe cose non cambiano nel tempo: passano i secoli, scorrono le
generazioni come sabbia asciutta tra le dita, ma i paesaggi raramente
cambiano al punto di essere irriconoscibili.
Cambia qualche dettaglio, una strada prende il posto di un tratturo, una
frana elimina una cresta rocciosa, ma il Loch resta sempre il Loch e la
Casa dei Mac Leods, divenuta da secoli una struttura ricettiva paragonabile
al Continental di Risa o al Danieli di Betazed, faceva ormai parte della
memoria genetica dei locali.
Certo, una nuova ala in alluminio trasparente e struttura portante in
tritanio compresso, dotata di ogni comfort che le menti più viziate della
Galassia potessero inventare, si era accostata all’antica magione,
realizzata in spessi blocchi di pietra, severa guardiana della spietata
costa e del crocevia strategico che collegava il nord ovest delle Higlands
al resto del Regno Unito, ma lei era ancora lì, immutabile. Pronta a
respingere gli Inglesi, nel caso Robert Bruce fosse tornato a reclamare
l’indipendenza scozzese.
Anche nel 2398.
La notte era appena rischiarata da quella che i veneziani chiamavano Luna
Turca, una piccola falce di luna calante, coperta a sprazzi da nuvole
stracciate, spinte a sud da un vento a raffiche inclementi.
L’immutabilità del paesaggio attorno alla cupa magione era turbata soltanto
da una figura dinoccolata che, stretta attorno al suo trench civile
preferito, si avvicinava a passi lenti e silenziosi verso l’ala ovest del
vecchio edificio, fermandosi spesso ad ascoltare ed a controllare i
dintorni, come se si sentisse seguita.
Sempre con immensa circospezione, la figura giunse al di sotto della parete
in pietra, dove era stato fissato lo scarico di uno dei pluviali del tetto.
Ne saggiò la resistenza e, con consumata abitudine, iniziò ad arrampicarsi
fino all’altezza del quarto piano dove, con un certo sforzo, balzò su un
davanzale che sporgeva poco distante.
Sempre con gesti dettati dall’abitudine, raccolse da sotto una ciotola per
cani in acciaio, ossidata dal disuso, un chip isolineare che introdusse con
consumata perizia in un’apparentemente anonimo recesso nella malta tra due
pietre.
La porta del davanzale si aprì silenziosa: all’interno, in quello che
sarebbe dovuto essere il salotto della suite 641, affittata al Signor
Allistar Kinkaid da 65 anni, tutto taceva in un buio spettrale.
Eppure la figura si bloccò, come sorpresa, da qualcosa che pareva non
tornare.. fece per estrarre un phaser standard della flotta Stellare di
Tipo I da una fondina nascosta nel trench di lana blu, quando una voce
squarciò il silenzio:
“Luci!”
Terr trasalì, riconoscendola.
Il salotto si illuminò a giorno: seduta sul divano sedeva una Trill dai
capelli grigi in uniforme da Contrammiraglio della Flotta Stellare.
Sorrideva sincera così come sorridevano sincere anche le due canne di una
vetusta doppietta Holland & Holland da caccia grossa puntate al torso della
figura sul davanzale: i due cani armati, sulle batterie in argento
finemente cesellato, non lasciavano presagire nulla di buono.
L’uomo sul davanzale si rilassò, lasciando la sua arma nella fondina e
scoprendo, a sua volta, due file di denti in un sorriso.
“Mamma, ti sembra il caso?”
Navras Christopher Terr, Tenente della Flotta Stellare, fece un passo in
avanti, ma fu fermato dalle canne della doppietta che batterono sul suo
sterno.
“Ti sembra l’ora di rientrare a casa, per di più di soppiatto, come un
ladro?”
“Visto come è andata a lavoro, direi proprio di sì. Soprattutto, non
dovresti essere qua...”
“Ho saputo cosa è successo, per questo sono venuta. Volevo sapere
direttamente da te”
“E se ci fosse stato qualcuno ad aspettarmi?”
Il sorriso della donna assunse un tono sinistro.
“Sarebbero stati loro ad essere intrappolati qui dentro con me, sono sempre
tua mamma”
“Sì, ma hai smesso di tritare Jem ‘Hadar già da qualche anno”
“... e poi prima c’era anche papà sì lo so, storia già sentita e risentita,
che ansia! Ora togliti quello straccio e fammi capire come hai fatto a
finire in quel disastro”
SOL III - Cina
Quingdao – Sede Biosyn
07/12/2398 - Ore 10.00
=^=Stromm a Terr=^=
“Avanti”
=^=Rilevato teletrasporto in ingresso. Sala riunioni al terzo piano=^=
“Squadra Alfa in Standby, squadra Bravo in contenimento. Pronta con gli
inibitori, Malin. Venticinque secondi alla schermatura del laboratorio”
=^=Ricevuto. Pronta=^=
“Stavolta li prendiamo. Terr a squadra Bravo”
=^=Qui Vandegrift, Tenente=^=
“Inibitori attivi fra venti secondi. Preparatevi a contenere eventuali
fuggiaschi. Uscirete allo scoperto al mio segnale, non un attimo prima.
Circa dieci minuti. Vogliamo prove inoppugnabili. Ripeto, si tratta di
bersagli ad alto profilo, non fatevi intimidire da chi vi troverete
davanti. Immobilizzate chiunque esca dal laboratorio”
=^=Anche se fosse un alto ufficiale della Flotta?=^=
“Anche se fosse lo stramaledetto Ammiraglio Picard! Dieci secondi
all’inizio dell’operazione!”
Il Trill si voltò verso la squadra della Sicurezza acquattata tra le piante
di una collinetta erbosa a duecentocinquanta metri dal laboratorio, circa
quaranta secondi di corsa in equipaggiamento da incursione, secondo i suoi
calcoli.
“Pronti ad irrompere, Stromm darà il semaforo verde”
La squadra annuì a Terr con diversi gradi di tedio. Aveva ripetuto il piano
almeno cinquanta volte da quando erano stati assegnati a lui, ufficialmente
per gestire la sicurezza di un dignitario Cardassiano in visita. Avevano
ben presto scoperto quanto fosse diversa la verità.
Il tempo parve cristallizzarsi mentre attendevano.
Erano tutti pronti, in immobile agguato, tesi in attesa dell’ordine
d’attacco, in compagnia del fruscio della vegetazione e del respiro del
collega accanto. Terr, invece, sembrava una statua o un cane da punta fisso
in caccia.
=^=Stromm a Terr=^=
“Avanti”
=^=Sono tutti dentro=^=
Terr si voltò verso i suoi, tutte le teste erano scattate verso di lui
quando il comunicatore aveva cinguettato.
“Ricevuto. Attiva gli inibitori. Ci muoviamo”
Non ebbe bisogno di ripetere l’ordine, la squadra della sicurezza era già
scattata in formazione, phaser di tipo III in punteria.
Semaforo verde, l’operazione passava alla fase critica.
SOL III - Cina
Quingdao – Sede Biosyn
Laboratorio biologico 1G
Contemporaneamente
Una scienziata ignorò bellamente l’ingresso di otto persone, due dei quali
alti papaveri della Flotta Stellare, nella zona sterile del laboratorio:
avevano regolari pass, protezioni a norma e, da quanto aveva appurato,
quegli ufficiali gironzolavano spesso per il reparto Ricerche Genetiche da
qualche mese a quella parte.
Quando, però, sentì l’aria uscire dagli sfiati della porta pressurizzata,
contò mentalmente trenta secondi e scattò come un meccanismo ad orologeria
verso l’armadietto dove aveva riposto, da giorni, un inibitore del
teletrasporto.
La donna, con consumata competenza, attivò il dispositivo e tornò alla
scrivania dove stava lavorando, dopodiché infilò una mano sotto al camice
bianco ed attivò un comunicatore nascosto come il resto della divisa della
Flotta Stellare, reparto sicurezza.
“Stromm a Terr. Inibitore teletrasporto attivato”
=^=Ricevuto. Procedi con le comunicazioni=^=
Malin inserì una sequenza di comandi “Black out tra 5... 4... 3... 2... 1…”
Dopo che ebbe la conferma che tutte le trasmissioni erano saltate ed il
teletrasporto inibito nel raggio di un chilometro, la donna aprì il camice
in concomitanza della fondina del phaser di Tipo II, settato su stordimento
massimo, e riprese a leggere il suo romanzo sul terminale come se nulla
fosse.
SOL III – San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Dipartimento Servizi di Sicurezza
Ufficio Capitano Langdorff
10/12/2398 - Ore 08.00
Terr, a differenza di un discreto numero di ufficiali operativi, non si
sentiva a disagio di fronte ad una riunione o alla stesura di un rapporto,
faceva parte del lavoro.
Era il fatto di dover produrre idee, stando seduto, a indispettirlo.
Sapeva che tutto era regolare, aveva pianificato ogni millimetro
dell’operazione affinché tutto fosse ineccepibile: niente intoppi, niente
rattoppi.
“Tenente, un ottimo lavoro, la procedura, da lei seguita, sembra essere
assolutamente impeccabile: ogni fase documentata appropriatamente, un
rapporto formalmente corretto e prodotto tempestivamente, sembra quasi che
lei lo abbia scritto prima di dare il via alle danze”
“Grazie, Signore”
“Chiaramente, l’arresto del Contrammiraglio Vashek e del suo aiutante di
bandiera, Comandante Weigand, faranno un certo scalpore. Sarà sulla bocca
di tutti, Signor Terr”
“E’ una pubblicità sgradita sia all’efficienza dell’indagine che alla mia
persona. Preferirei che ogni accenno in proposito fosse emendato, per il
momento”
“Una domanda?”
“Prego”
“Ha condotto personalmente gli interrogatori?”
“Assistito dal Tenente JG Stromm, in presenza dei legali degli arrestati,
conformemente al protocollo”
“Assolutamente impeccabile, Terr. Eppure c’è una cosa che non comprendo”
“Come posso aiutarla?”
“Il Comandante Weigand l’ho visto insieme agli altri arrestati poco prima
di incontrarla. Fissava il muro e continuava a ripetere:
“I suoi occhi, come delle lanterne”
“Non so come spiegare, Signore. Immagino sia imputabile allo stress
dell’arresto. Non credo sia facile passare da una brillante carriera da
aiutante di bandiera di un Ammiraglio a prigioniero sotto custodia della
Flotta Stellare. In ogni caso, devo salutarla.. le indagini devono andare
avanti, come dite voi umani il campo va mietuto finché.. uhm.. non mi viene
in mente.”
“D’accordo Terr, analizzerò a fondo il suo rapporto e la ricontatterò in
merito. Può andare, per adesso”
Fuori dalla porta, lo attendeva Stromm, una pila di pad sottobraccio. Era
loro abitudine parlare camminando, niente processi decisionali o scambi di
informazioni rilevanti in un ufficio.
“Com’è andata, Capo?”
“Bene, Malin.. lo Shuttle?”
“Un vecchio sub luce anonimo, pod 35, 1500 metri da qui”
“Brava. Profilo basso. Hai avuto qualche risultato sul materiale
sequestrato?”
“La Flotta impiegherà settimane a farci avere dei risultati, così ho
seguito il suo consiglio e sono andata da quel suo contatto a St. Kitts; a
proposito, spiagge incredibili, Signore. So già come passare la mia
prossima licenza”
“Hermitage a Nevis, chiedi di Tilda, ti manda Zio Navras. Enfatizza su Zio”
“Non voglio sapere perché, ma grazie: parlando di lavoro, ho incontrato il
Dottor McIntyre e, nel tempo di quattro Martini, mi ha fatto avere la
composizione dei campioni che abbiamo.. distratto dal sequestro”
“Risultato?”
“Mac mi ha chiesto se fossi pazza a portare certa roba in giro”
“Perché?”
“Perché mi ha mandato in giro per il pianeta centrale della Federazione con
i quattro componenti di un’arma biogenetica, Capo. I microbici campioni che
avevo con me, se miscelati e diffusi con una testata tattica, sarebbero
bastati ad eliminare ogni forma di vita nel raggio di 2500 km”
“Dove sono i campioni, adesso?”
“In viaggio per il deposito prove della Sicurezza della Flotta. Il mio uomo
è piuttosto efficiente”
Il sopracciglio destro di Terr schizzò verso l’alto, uno dei suoi pochi
gesti istintivi incontrollati.
“Noi ne avevamo 0.4 ml, i fusti erano da dieci litri ciascuno. Weigand ha
detto che c’è il nostro bersaglio dietro a tutto questo. Dobbiamo aumentare
la velocità. Non so se sia per uso personale o per fini commerciali, ma
abbiamo fatto bene ad omettere il coinvolgimento dell’Organizzazione di
Jak’Al dal rapporto alla Flotta. I nostri sono coinvolti, l’informazione
deve restare confinata il più possibile. Le squadre?”
“Langdorff aveva già predisposto tutto: subito dopo gli arresti sono stati
notificati gli ordini: la squadra Alfa parte domattina per due mesi di
manovre terrestri congiunte con i Klingon, la squadra Bravo invece è stata
smembrata e tutti i membri hanno ricevuto incarichi lontani. Il caposquadra
sono riusciti ad inviarlo su DS-16 Gamma. Altre due eccellenti squadre
smembrate nell’interesse del contenimento notizie, bello schifo. La nostra
navetta è la quarta da sinistra”
“Prima o poi i Klingon si stuferanno di far manovre congiunte con la nostra
bassa manovalanza. Grazie per il riepilogo, Stromm, ti meriti un regalo”
Terr si era bloccato davanti a un negozio. Articoli da spiaggia, dopotutto
erano a San Francisco.
“Capo, non è necessario, era solo il mio dovere”
Per un attimo, il Trill piegò la testa squadrando i capelli corti
dell’umana con cui collaborava dai tempi della Jubilee: capelli biondi
corti, la pelle chiarissima ed il taglio degli occhi Suomi.
“Nonostante tu sia, ormai, uno strumento al servizio della Sicurezza della
Flotta Stellare, esisti anche come Malin Stromm, di Bergen, e non puoi
modificare il tuo genoma. Non sei progettata per St Kitts, amica mia. Ti
serve un equipaggiamento adatto a questa missione”
Prima che la donna potesse reagire, Navras era schizzato dentro il negozio
e ne era uscito con un ampio cappello di paglia.
“Là dove sta per andare, le servirà questo”
“Tenente, non dove…”
Le due detonazioni simultanee li colsero di sorpresa. Lo spostamento d’aria
li proiettò contro la parete dell’edificio che avevano costeggiato. Terr
ebbe l’illusione di udire distintamente lo schiocco secco di due costole
che si rompevano sotto la forza del suo peso combinato a quello del suo
secondo.
Emise un grugnito rimettendosi in piedi, cercando di ignorare la fiammata
di dolore che stava sopraggiungendo.
Stromm stava meglio di lui e, protetta dal suo corpo, aveva soltanto
qualche abrasione. La fredda finlandese aveva già estratto il suo phaser di
ordinanza.
“Capo?”
Terr capì che Malin si stava rivolgendo a lui solo dal labiale. Le batté
due volte la mano sulla schiena e parlò senza sentire il suono della sua
voce.
“Operativo! La navetta è andata, siamo bruciati, ci muoviamo a piedi.
Rapidi!”
I due, ancora frastornati, percorsero un centinaio di metri caracollando
alla massima velocità possibile, svoltando ad ogni incrocio e tenendo
d’occhio chiunque incontrassero.
Si rifugiarono in un androne per riprendere fiato.
“Stromm?”
“Tenente?”
“Quando ti dico di prendere un cappello, prendi un cappello”
Dopo anni di collaborazione, i due avevano sviluppato un rapporto
particolare: gli anni a stretto contatto, la natura dei loro incarichi e i
rischi condivisi li avevano resi, di fatto, l’uno l’unico vero confidente
dell’altra e viceversa. Tentavano di mantenere un rapporto professionale
ma, sovente, quell’intesa sviluppatasi in rapporti del genere tendeva ad
emergere.
“Ottima proposta, Capo”
“Siamo esposti, comunque. Sanno chi siamo e come ci spostiamo. Hai un posto
sicuro su questo pianeta?”
“Risiedo nella caserma”
“No, niente caserma, torna da Mac, digli che il tetto è rotto e piove a
dirotto. Lui capirà”
“Non capisco come un ufficiale scientifico in pensio…”
“Il vecchio Mac è sempre una sorpresa, si prenderà cura di te, non farti
ingannare dalle apparenze, c’è molto più che un vecchietto in pensione
dietro a quei baffoni grigi. Esegui e fidati. Io vado a casa mia. Capiamo
il livello di esposizione e muoviamoci di conseguenza”
“Non dovremmo fare rapporto alla Flotta?”
“Dopo. Ora profilo basso, nasconditi da Mac. Esegui un mio ordine diretto,
non possono dirti niente. Alla Flotta penso io. Ventiquattro ore. Non
cercarmi a St Kitts, non sarò là”
“Sissignore. Profilo basso. MacIntyre. 24 ore”
I due camminarono vicini, atteggiandosi ad estranei ed assicurandosi di non
essere seguiti, fino al pod del teletrasporto poi, senza scambiarsi nemmeno
un gesto, si trasportarono alle rispettive destinazioni.
SOL III – Scozia
Skye – Gairloch Hotel
Suite 641
11/12/2398 ore 07.00
Sua madre poteva avere qualche capello grigio e non essere più la giovane
responsabile alle operazioni che dava la caccia ai Jem’Hadar di venticinque
anni prima, ma aveva ancora energie da vendere.
Non solo aveva preteso di sentire lo svolgimento della retata ai laboratori
Biosyn, degli arresti e degli interrogatori due volte ma, quando Terr aveva
insistito per buttarsi sul divano un paio d’ore a dormire, si era attaccata
al terminale della suite e aveva fatto un po’ di lavoro di analisi.
“Navras, credo che il materiale che hai sequestrato fosse destinato a una
nave trasporto della Flotta Stellare sottoforma di rifornimenti.. e ritengo
ci sia dell’altro”
“Uhm.. cioè?”
Ho avuto accesso ai tuoi rapporti sull’indagine in cerca di ulteriori
dettagli e ho notato che, oltre ai nomi previsti: tu, la giovane Malin, il
tuo Capo Sezione ed il Capitano che dirige la Sezione Sicurezza dove hai
consegnato gli arrestati, c’è stato un accesso ai dati curioso”
“E?”
“Apparentemente un muro di gomma.. Ascoltami, Navras: tutta questa faccenda
puzza di guai, pare essere il tipo di operazione in cui era coinvolta la
mia unità. Questa non è una caccia ad un criminale qualsiasi. Questo è il
motivo per cui ti volevamo Dottore, Avvocato o qualunque cosa, ma non un
ufficiale della Flotta. Almeno non uno come noi”
Terr ignorò l’ultimo commento della madre: era la penosa storia della sua
vita da quando aveva deciso di arruolarsi.
“Ne sai qualcosa?”
“No. Non è nella mia area di competenza.. ah.. a proposito di competenze,
tra due ore ho una riunione con il resto del cinema. Stiamo organizzando un
colpo di Stato di Romulus e devo gestire le ripercussioni sul mio settore”
Terr balzò in piedi dal divano dove si era accampato per la notte: non
aveva avuto la forza di trascinarsi alla stanza da letto che sua madre gli
aveva lasciato libera.
“E’ solo una simulazione” si affrettò a dire lei con un sorriso
*Mia madre fa giardinaggio ed è Presidentessa del Club dell’Orchidea. La
tua? Organizza colpi di stato per i Servizi della Flotta Stellare. Per
forza uno cresce paranoico come me*
“Cerca di non farla diventare reale, mamma. C’è quella splendida Colonnello
della Flotta Imperiale e mi servirebbero ancora un paio di anni di
stabilità nel quadrante per…”
Il Contrammiraglio Nadjad Terr, una delle responsabili del controspionaggio
concernente l’Impero Stellare Romulano, piantò i suoi occhi, fiammeggianti
furia omicida, in quelli del figlio.
“Stai. Lontano. Dalle. Romulane. Portano solo guai, ne so qualcosa”
La donna si avviò al balcone avvicinandosi al davanzale, fece per
scavalcare quando tornò sui suoi passi.
“Dimenticavo, niente finestre per me. Io sono un’ospite regolare, ho preso
una stanza giù di sotto. Non entravo qui da anni. Vedi? Mi comporto come
quando ero come te: un operativo nei guai fino al collo. Sto invecchiando,
Navras”
“Mamma, nessuno entra qui da almeno cinque anni”
“Ci rivedremo su Bajor. Salutami Malin, ah.. a proposito.. bel cappello!”
La porta della Suite 641 si chiuse su un figlio perplesso.
*Come diavolo ha fatto a sapere del cappello?*
SOL III – San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Dipartimento Servizi di Sicurezza
Situation Room – Anticamera
11/12/2398 – Ore 10.30
Il Contrammiraglio Terr stava raccogliendo i suoi pad per la simulazione.
Non che le servissero a molto: la sua memoria era uno strumento ben
affilato, ma, come molti ex operativi destinati a un incarico da scrivania,
soffriva ancora di un certo complesso di inferiorità nei confronti degli
amministrativi di carriera: quei topi da biblioteca si ricordavano il
passaggio di un insignificante cargo per una nebulosa dimenticata in un
angolo sperduto del Quadrante.
Lei era diversa: sarebbe potuta scendere su Romulus con un’uniforme
federale ed un cartello legato al collo con su scritto “arrestatemi, sono
una spia” e, due settimane dopo si sarebbe trovata a Risa, con un Singapore
Sling in mano, a discutere di statue paleo Vulcaniane con il Comandante in
Capo della Tal Shiar. Il bastardo sembrava avere una predilezione per
quelle maledette maschere funerarie ineleganti.
Il suo sesto senso la avvertì di qualcuno alle sue spalle, Nadjad Terr
diede un colpo secco alla sua chioma e si voltò di scatto, trasformando il
suo sorriso di circostanza in sincero e guardingo stupore.
“Ammiraglio Rexen? Non pensavo si interessasse ai nostri sciocchi giochi da
biblioteca”
“Oggi sì.. ma, più che altro, sono qui per lei, Terr”
Tutti gli interruttori nel cervello della Trill passarono da bianco a rosso
in un battito di ciglia.
Guai.
Navras.
“Comandi, Ammiraglio”
“Sembra che si sia creata una certa situazione recentemente.. pare che la
navetta, su cui stava per imbarcare suo figlio con la sua assistente, sia
esplosa senza una ragione precisa”
“Sì, Navras mi ha informata. Uno sfortunato episodio”
“Il fatto preoccupante è che questo non è stato il solo disgraziato
incidente che è successo ieri a San Francisco. C’è stata una seconda
detonazione: pare che la celle dove erano detenuti alcuni criminali
arrestati dal Tenente Terr e dal Tenente JG Stromm abbia subito una curiosa
implosione. Nessun sopravvissuto”
Nessun protocollo può fermare una madre: Nadjad Terr colpì il comunicatore,
fermata subito da un gesto gentile, ma fermo del suo superiore.
“Non si preoccupi, Contrammiraglio. Occhi premurosi vegliano su di lui”
“Il suo ufficiale superiore?”
“Temo che la situazione sia al di sopra del Capitano Langdorff. E’ già
stato contattato ed ha ordine di collaborare, come gradirei facesse anche
lei, Contrammiraglio”
“Mi guardi dritta negli occhi, Ammiraglio e mi risponda: mio figlio è
bruciato?”
“No, Contrammiraglio. Tutto il contrario. Navras si è avvicinato con
ammirevole tenacia ad un vaso di Pandora che dovrà essere scoperchiato a
tempo debito. Dovrà seguire un determinato percorso per riuscirci.. anche
perché, in questa battuta, non c’è solo un cacciatore”
“Come posso contribuire a quest’operazione?”
“Dimenticandone completamente l’esistenza. E’ la cosa migliore che possa
fare nell’interesse di tutti, prima che il tetto crolli irrimediabilmente”
Nadjad colse l’antifona al volo, ma senza nessuna reazione apparente. Si
voltò ed entrò nella Situation Room, come se non avesse mai incontrato
nessuno.
*Navras, in che guaio ti sei cacciato?*
SOL III – Scozia
Skye – Gairloch Hotel
Suite 641
Contemporaneamente
Navras era collegato con Stromm, in vacanza forzata presso la villetta del
Dottor Mac Intyre. La donna era palesemente tesa.
“Ho parlato con il Capitano Langdorff: siamo in licenza da ieri mattina.
Nessuna assenza ingiustificata. La nostra linea d’azione è stata approvata
e gli ordini sono di restare nei nostri alloggi ed aspettare nuove
disposizioni”
Stromm sembrò rilassarsi anche se poi fissò perplessa lo schermo.
“Ufficialmente, lei dovrebbe essere su quest’isola, Terr”
“Non preoccuparti per me, Stromm. E’ come se ci fossi. Il Vecchio Dottore
non può badare a tutti e due. Comunque, sarò da voi domani mattina al
massimo”
Navras fu interrotto da qualcuno che bussava educatamente alla porta: dal
punto in cui la mano picchiava, un piccoletto piuttosto deciso e Navras
riconobbe al volo il suo visitatore.
“Devo lasciarti Malin” disse chiudendo il terminale ed avvicinandosi con
passi silenziosi alla porta per poi aprirla di colpo.
Nessuna sorpresa da parte del settantenne in tenuta tradizionale scozzese
dall’altra parte.
“Buongiorno, signor Sean”
“I miei rispetti, Tenente. Ho saputo che era tornato a farci visita nella
vecchia stanza di suo padre e volevo assicurarmi che tutto fosse in ordine”
“Assolutamente perfetto, grazie”
“Come da ordini ricevuti dal Coma… dal Signor Kinkaid, molti anni fa: “che
affoghi di polvere, ma che nessuno entri”
“Ed è esattamente così. La Signorina Ripley è a casa?”
“No, Tenente. E’ in giro per la Galassia a risolvere non so che problema su
non so quale nave. Figli... ”
“Le porga i miei saluti”
“Senza dubbio”
Terr si avvicinò a un vecchio scrigno portasigarette da cui estrasse un
generoso ammontare di Lathinum compresso, la valuta intergalattica
preferita per le transazioni sottobanco.
“Non ho un’idea della contabilità, ma credo che questo possa bastare per un
po’, giusto?”
“Ah, mi permetterei di informarla che potrebbe esserci un’infiltrazione nel
tetto della rimessa barche. Niente di sicuro, però il giovane Christian ha
notato due individui che curiosavano da quelle parti circa quindici minuti
fa”
Terr gelò: mai avrebbe pensato che qualcuno avrebbe potuto trovarlo lì.
“Grazie Signor Sean, lei è impagabile”
“Lo diceva anche il suo rimpianto genitore. Immagino conosca le regole
della casa in merito alle infiltrazioni”
“Assolutamente”
Terr richiuse di colpo la porta, schizzò verso un armadio che celava una
rastrelliera porta fucili: la collezione di suo padre.
Scelse una versione a calcio collassabile del fucile Phaser di Tipo III, un
modello vecchio, ma sempre affidabile e, mantenendo una certa calma, si
assicurò che il mirino ottico fosse in ordine: perfetto, pulito da non più
di una settimana; le celle di energia nella bandoliera in carica perfetta.
Sean e suo padre erano stati ottimi amici.
*Il ferro del Vecchio non si butta via*
Si avvicinò prudente alla finestra: campo sgombro per 150 gradi.
La rimessa barche era poco più di tre chilometri, aveva meno di tre minuti.
Il mezzo vulcaniano uscì dalla porta della stanza celando l’arma lunga
sotto al vecchio trench che portava piegato sottobraccio: i civili non
avrebbero notato la piega innaturale della giacca, se si fosse mosso in
fretta.
Scelse le scale, avrebbe avuto più margine di manovra e copertura.
Attraversando la hall affollata dalla ressa dei velisti giunti in loco per
la tappa del campionato locale, in mezzo alla distesa multicolore di
cerate, notò due uomini.
*Età militare, addestramento, fuori contesto. Niente armi pesanti*
I tre minuti erano passati troppo in fretta.
Fece per guadagnare uno dei corridoi che portavano alle sale colazioni del
vecchio complesso.
Nella sua direzione arrivavano due uomini con indosso l’uniforme di una
barca locale piuttosto famosa. Tutto il loro non verbale sembrava apporre
però un cartello sulle loro teste: militari.
Non erano lì per caso, gli sbarravano la strada.
Molto abili. Probabilmente ogni uscita era già sotto controllo.
Quello che avrebbe fatto lui.
Scacco.
Fece per alzare il trench che teneva sottobraccio con un gesto distratto,
quando uno dei due allargò le braccia a mani aperte, palmi a vista: il
gesto universale delle intenzioni pacifiche.
“Tenente Terr, quello che ha sotto alla giacca non serve. Veniamo in pace,
dobbiamo parlare”
Terr sorrise interiormente.
Se lo avessero voluto morto avrebbero già provveduto a estrarre i phaser
che, probabilmente, nascondevano in una fondina ascellare, a giudicare
dalla postura del braccio sinistro di ambedue.
La partita era ancora aperta.
“Bene, visto che venite in pace, chiamate anche i due scimmioni che avete
usato come battitori per farmi arrivare da voi… e la giacca resta con me”
I due strabuzzarono gli occhi, fulminei ispezionarono con lo sguardo il
corridoio deserto, per poi iniziare ad aprire le zip delle giacche
sportive ed estrarre i phaser che, come previsto dal mezzo Trill, erano in
posizione ascellare.
Navras li fermò con un gesto deciso, spingendoli, nel contempo, in una
stanza attigua, approfittando del movimento per aumentare la sua distanza
dai due.
“Prima pensare, poi sparare. E’ pieno di civili, là dietro. Evidentemente,
i due miscredenti non sono vostri amici. Cominciamo dalle basi: chi siete?”
Il trench era caduto a terra e il calcio del phaser era magicamente in
posizione di tiro. Terr teneva l’arma abbassata, ma tutti e tre sapevano
che non sarebbe rimasta tale a lungo.
Uno dei due rovesciò il colletto della giacca mostrando un comunicatore
della Flotta.
“La nostra missione è scortarla al Comando di Flotta, il Capitano Langdorff
della Sicurezza ha detto di qualificarci come i Carpentieri”
Amici. Forse nemici estremamente ben informati.. quantomeno conoscevano il
suo Ufficiale Comandante.
“Coincide. Sì, lei tenga d’occhio la porta. Cosa dovrei rispondere io in
caso di condizione di pericolo?”
“Un riferimento a un tetto che fa acqua”
Amici. Oppure Langdorff era stato costretto a parlare. Improbabile.
*Stiamo al gioco, per ora*
“Tra circa venticinque secondi i nostri amici capiranno che non sono andato
a incipriarmi il naso. Dobbiamo muoverci. Li attiriamo fuori e li
prendiamo? Quali sono i vostri parametri?”
“Estrazione silenziosa, coatta se necessaria”
“Questo esclude una cattura. Allora muoviamoci, il tetto gronda acqua e non
possiamo rischiare una carneficina.. verso il basso ci sono..”
“Le gallerie delle vecchie cantine. Ottima idea, Tenente... ”
*Sono professionisti, conoscono le planimetrie a memoria. Sicuramente non
uomini di Langdorff*
“Meglio andare sul sicuro.. Delta1 a Shuttle. Teletrasporto per tre!”
Utopia Planitia
Bacino di carenaggio 23
11/12/2398 - Ore 04.13
La Raziel sembrava un rapace addormentato: luci scafo spente, nessun
barlume dalle gondole a curvatura, nemmeno il ronzio rassicurante dei
generatori ausiliari in funzione.
La nave era, infatti, collegata alla rete energetica della stazione mentre
i suoi sistemi venivano revisionati da amorevoli mani, anche se poco
abituate a vedere quell’unità in bacino.
L’equipaggio, ancora sotto valutazione, era alloggiato a terra per cui i
corridoi rimbombava mentre Lara Petersen camminava lungo il corridoio e
ognuno dei suoi passi veloci sembrava rimbombare all’unisono con il cuore
in palpitazione. Allo stesso tempo, la sua testa sembrava avere un peso
innaturale, come quando da bambina era sul punto di fare qualcosa di
sbagliato, ma era decisa a proseguire.
Anche oggi, Laura Petersen avrebbe fatto una bella marachella.
SOL III – San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Ufficio del Contrammiraglio Bates
11/12/2398 – Ore 14.30
Bernadette Bates si presentò nell’anticamera del suo ufficio presso il
Comando dopo una riunione sul budget del progetto Empireo.
I costi di una stazione destinata alle Operazioni Speciali rappresentavano
un problema: autorizzare l’allocazione di risorse per qualcosa che,
ufficialmente, non si doveva sapere a cosa servisse era sempre spinoso.
In più c’era quella nuova grana: uno dei responsabili della Sicurezza delle
squadre dell’Ammiraglio Rexen le aveva inoltrato una copia di richiesta
urgente di estrazione per due ufficiali che avevano sfiorato Empireo e si
erano ritrovati un branco di lupi alle calcagna.
Aveva potuto soltanto dare una rapida scorsa al rapporto preliminare: le
era sembrato di capire che non fosse andato tutto liscio e, che, in qualche
modo, fosse coinvolta una fra le colleghe dell’Intelligence più competenti
per quanto riguardava l’Impero Stellare Romulano.
Adesso, finalmente, avrebbe potuto dedicare le giuste risorse alla
questione e districare la matassa di informazioni confuse che le erano
arrivate a brandelli nelle ultime ore.
Una giornata piena di pensieri, anche per un Contrammiraglio a capo di un
progetto segreto.
L’anticamera del suo studio era insolitamente affollata: oltre al suo
storico attendente, il Vulcaniano Terel, vi era un Trill, dalle orecchie a
punta ed in abiti civili, che stava in un angolo accanto ad una giovane
Tenente, ammanettata, che scagliava occhiate omicide ad uno dei membri
della squadra della sicurezza che l’aveva arrestata e sul cui volto si
stava formando una notevole ecchimosi.
“Liberate quella donna.. Chi di voi è il Tenente Terr?” domandò
retoricamente
Il Trill si voltò verso l’Ammiraglio: lo sguardo di quell’uomo aveva
qualcosa di particolare che non poteva essere descritto. Niente che potesse
spaventare la Bates, ma sufficiente per mettere in crisi molti sospettati.
“Con me, Tenente”
Navras sussurrò un paio di parole a Stromm, che sembrarono calmarla, e
seguì il Contrammiraglio nel suo ufficio.
La Bates non perse un secondo depositando il suo pad sulla scrivania e,
sedendosi, invitò il suo ospite ad imitarla.
Il Trill restò in piedi.
Bates scrollò le spalle e lasciò Navras in quella posizione per un
abbondante quarto d’ora mentre rileggeva tutto il materiale inerente quella
situazione e metteva ordine tra le varie informazioni.
Terr non mosse un muscolo per tutto il tempo: in posizione standard di
riposo, mani dietro alla schiena, inamidato come un vecchio ritratto
olografico.
“Immagino che si stia già facendo un’idea di cosa stia succedendo, Tenente”
“Sissignora, temo che la mia indagine abbia incrociato una sua qualche
operazione. Da quanto ho potuto dedurre, non siete parte
dell’organizzazione in cui era coinvolto il Contrammiraglio Vashek e che,
sospetto, annoveri diversi altri ufficiali corrotti all’interno della
Flotta”
“Vada avanti..” lo esortò Bernadette
“Suppongo, vista la velocità e le modalità con cui la sua sezione ha
intercettato ed estratto sia me che il Tenente JG Stromm, che mi teneste
d’occhio da tempo con risorse notevoli, almeno da quando la mia indagine mi
ha portato nel settore 001, il che fa presupporre un obiettivo comune, ma
mezzi diversi… decisamente superiori ai miei. Il Gairloch è sempre stato
per me un rifugio sicuro, anche dalla Sicurezza della Flotta.. almeno lo
era stato sinora”
“Perché avrebbe bisogno di un nascondiglio, Tenente?”
“Perché mi è capitato spesso di investigare su personale della Flotta
Stellare, soventemente ufficiali di comando. Questo rende la gestione della
sicurezza un affare piuttosto elaborato..”
“In condizioni normali, Signor Terr, sarebbe ordinato al silenzio ed
assegnato ad altro incarico ma, per sua fortuna, la sua piccola indagine ha
fatto emergere degli sviluppi decisamente interessanti. La seguivamo da
tempo.. da ben prima del suo arrivo sulla Terra. Si ricorda il cargo armato
che ha perquisito quando serviva sulla USS Severstal? E’ stato quello il
momento in cui le nostre rotte sono entrate in collisione, Tenente. Il suo
lavoro non è passato inosservato e questa riunione sarebbe comunque
avvenuta prima o poi. Le particolari circostanze hanno anticipato i tempi…
e le modalità”
“Ammiraglio, sul cargo sequestrato dalla USS Severstal c’erano dei vettori
Federali rubati qui, sulla Terra. Partendo da essi, sono arrivato alle
testate o, meglio, all’agente biochimico che avrebbero caricato sulle
testate. Una volta miscelate le componenti, ci saremmo trovati quaranta
litri di agente per quaranta vettori. Ho avuto una proiezione del
potenziale distruttivo di questo agente: non ho idea di come possa essere
impiegata una simile potenza di fuoco”
“Cosa dicono le sue proiezioni, Terr?”
“Dicono che ce n’è a sufficienza per eliminare ogni forma di vita animale
su un pianeta di Classe M. Fortunatamente, sono riuscito a sventare il
contrabbando dei vettori ed a sequestrare l’agente. Ignoro purtroppo il
movente: se questo sistema d’arma fosse per uso diretto di…
dell’Organizzazione su cui sto indagando, oppure in produzione per essere
rivenduto in stock o al pezzo a terze parti, non posso ancora determinarlo
con certezza. I suoi uomini mi hanno estratto prima di poter avviare questo
filone d’indagine”
“Perché mi sta dicendo tutto questo, Tenente? E’, senza dubbio, una
violazione evidente del suo protocollo operativo”
Il Trill mantenne la sua posizione, ma il suo volto parve distendersi.
“Per tre ottime ragioni, Ammiraglio: prima, se lei fosse coinvolta
nell’Organizzazione su cui sto indagando, Stromm ed io saremmo già morti o
questa conversazione starebbe avvenendo in circostanze decisamente meno
civili e, di sicuro, non all’interno del cuore del Comando della Flotta
Stellare; seconda, l’unità al suo comando deve avere dei mezzi decisamente
superiori ai miei e questo lo posso dedurre da come mi avete tenuto sotto
controllo, dalle informazioni in suo possesso e dal fatto che né il
Capitano Langdorff, mio diretto superiore né mia madre, il Contrammiraglio
Terr, non abbiano ancora sfondato la porta di questo ufficio: ambedue sono
al corrente di una mia situazione di pericolo e non hanno mie notizie da
ore. Il che implica che sono stati tranquillizzati in qualche modo. Una
loro eventuale uccisione simultanea non avrebbe molto senso e la giudico
improbabile: prima di arrivare al suo ufficio, Ammiraglio, i gentili
signori che mi hanno estratto dal Gairloch così cortesemente, mi hanno
fatto attraversare a piedi diversi padiglioni del Comando: l’uccisione di
due ufficiali avrebbe innescato una serie di protocolli standard di
Sicurezza che non ho notato”
“Quale sarebbe la terza, Tenente?”
“Il mio istinto mi dice di affidarmi a lei, Ammiraglio: non ho nessun
interesse per il protocollo in un frangente simile: là fuori, probabilmente
più vicino di quanto possiamo immaginare, c’è un’organizzazione criminale
che sta cercando di entrare in possesso di un’arma in grado di cancellare
la vita da un pianeta. Lei sta dando la caccia alle stesse persone, è
evidente, come è lampante che ha a disposizione risorse che mi
permetterebbero di velocizzare l’indagine e mettere fine a questa minaccia”
“Allora la pianti di essere così abbottonato e mi dica cosa sa di Jak’Al”
Fu a quel punto che Terr si sedette e iniziò a rilassarsi.
SOL III - San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Ufficio del Contrammiraglio Bates
Anticamera
11/12/2398 - Ore 15.08
Il Trill aveva condensato con la Bates anni di ricerche in poco meno di
mezz’ora e il materiale da rielaborare non era stato poco.
Dopo essere stato momentaneamente congedato, Navras aveva passato l’ultima
ora e mezza cercando di rielaborare le informazioni che aveva potuto
raccogliere su cosa potesse essere questa misteriosa Task Force che pareva
sapere tutto e poter fare tutto, quando fu interrotto dal Vulcaniano Terel,
l’aiutante di bandiera del Contrammiraglio Bates.
“Tenente Terr, potrebbe entrare un momento? L’Ammiraglio vorrebbe conferire
ancora con lei”
Navras scambiò una rapida occhiata con Malin senza fiatare ma come per
dirle *Stai in campana, non siamo ancora fuori dai rovi*
“Tenente, ci sarebbero un paio di persone che vorrebbero parlare dello
sviluppo futuro delle sue indagini” esordì la Bates
*Tienili tesi, Navras. Sei tu che stai interrogando loro*
“Ammiraglio, con il dovuto rispetto, ho subito un attentato e quello che
suppongo essere un tentativo di rapimento nelle ultime ventiquattrore. La
mia sicurezza è chiaramente compromessa, non vorrei estendere il problema
alla sua Task Force”
Bates scoccò un’occhiata in tralice a Terr senza parlare prima di attivare
il suo comunicatore
“Avviare sequenza”
Circa due secondi dopo, il Trill avvertì il ronzio tipico di un
teletrasporto.
Due uomini si materializzarono nella stanza: immediatamente il sesto senso
di Terr li identificò come pericolosi: la sua attenzione fu subito attratta
da un umano, grado Tenente Comandante, chiaramente il tipo che non si
sarebbe fatto il minimo scrupolo a usare un phaser su settaggi diversi
dallo stordimento, tutto il suo non verbale, dal modo in cui occupava lo
spazio intorno a se alle micro rughe di espressione, confermavano questa
prima ipotesi.
L’altro, un Risiano sulla trentina, gli ricordò un gigolò da quattro soldi
che aveva incontrato una volta alla Base Stellare 641, ma l’analogia
terminava lì. Quest’ultimo portava i gradi di Capitano e, secondo la prima
analisi di Terr, era da considerarsi ancora più pericoloso del primo.
USS RAZIEL
Ponte 2 – Ingegneria
Tubo Jeffries 2/16B
11/12/2398 - Ore 15.15
Il cortocircuito innescò una reazione a catena: i condotti ODN, che
avrebbero dovuto ridistribuire il surplus energetico al circuito
secondario, furono i primi a saltare.
I relay di emergenza, che avrebbero dovuto bloccare la distribuzione di
energia, limitando i danni, non scattarono, permettendo al sovraccarico di
estendersi per tutta la linea su due ponti. Fortunatamente per la Raziel,
Vasilevic era un uomo di cantiere e non uno scalda sedie da ufficio: invece
di perdere tempo a compilare rapporti, si era rimboccato le maniche ed era
andato avanti con i lavori, installando una seconda coppia di relay con un
anticipo di dodici ore sulla tabella di marcia.
Quello che sarebbe stato un cortocircuito tale da paralizzare i teleruttori
dei motori a impulso della nave, fu soltanto un fastidioso ritardo sulla
programmazione delle riparazioni.
Lara Petersen, sorrise soddisfatta da un terminale nella stiva cargo della
nave.
*Tutto secondo i piani*
Compiaciuta, azionò il suo comunicatore. Quel Risiano era proprio un
tesoro, chissà se sarebbe riuscita a tenerselo stretto.
SOL III – San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Ufficio del Contrammiraglio Bates
Contemporaneamente
“Tenente Terr, mi permetta di presentarle il Capitano Hazyel e il
Comandante Moses della USS Raziel”
I tre si squadrarono un secondo, Navras si sentiva come sotto un bio
scanner medico.
“A quanto pare, ha avuto qualche problema di sicurezza, Tenente” intervenne
come con un cupo brontolio Moses
Terr si voltò verso la Bates, la quale lo tranquillizzò con un cenno.
“Si, Comandante. Un’indagine che, a quanto pare, ha sollevato un vespaio”
Moses grugnì, scrollando il capo.
“Forse perché i dilettanti dovrebbero esplorare strani, nuovi mondi e non
far perdere tempo a chi salva la Federazione”
Terr trattenne l’impulso di alzarsi in piedi e spiegare al Comandante il
suo punto di vista, ma si rivolse invece al più alto in grado dei due nuovi
venuti.
“Capitano, non so fino a che punto siate coinvolti e aggiornati nella
presente situazione, ma credo che possiamo, per il momento, trascurare i
rispettivi palmarès e concentrarci su quanto emerso finora. Circa quattro
giorni fa ho fatto irruzione in un laboratorio a Quingdao dove ho avuto
modo di sequestrare quaranta litri di una bio tossina sintetizzata
clandestinamente sotto la protezione di un alto ufficiale della Flotta,
probabilmente a capo di una cellula facente parte di una più estesa
organizzazione criminale, per essere, con buone probabilità, contrabbandata
al di fuori del territorio Federale”
“Destinazione?”
“Al momento sconosciuta, come il Comandante ha fatto brillantemente notare
poco fa, la mia sicurezza è stata compromessa, probabilmente da personale
interno alla Flotta Stellare. Il mio itinerario e la mia residenza sono
informazioni note a un numero estremamente esiguo di persone, eppure ho
subito due agguati in meno di ventiquattrore, evento piuttosto insolito..
il che mi porta a una domanda: come ha fatto a venire a conoscenza del
Gairloch, Ammiraglio?”
*Ora vediamo come reagisci*
“La sua indagine è, come abbiamo potuto stabilire poco fa, connessa a uno
dei progetti di cui si occupa la mia Task Force. Nel momento in cui è
atterrato sulla Terra è stato tenuto sotto controllo, il suo itinerario
estratto dal database del Capitano Langdorff”
“Mi permetta l’interruzione, Signora. Anche l’ubicazione della mia casa
sicura?”
Bates scambiò un’occhiata con il suo aiutante di bandiera, Terel, il quale
rispose con un cenno affermativo.
Terr fece scattare un sopracciglio verso l’alto, perplesso.
*Questa non me l’aspettavo*
“Il fatto è, Signora, che il Capitano Langdorff non dovrebbe essere stato a
conoscenza dell’ubicazione della mia casa sicura. E’ una precauzione che
abbiamo concordato tempo fa”
Il comunicatore di Hazyel squillò, portando il Capitano ad allontanarsi in
un angolo dell’ufficio.
“Pertanto, Ammiraglio, da qualche parte c’è qualcuno che sta cercando di
reperire un ingente quantitativo di armamenti di distruzione di massa. Al
momento abbiamo bloccato vettori e agente chimico, ma non è detto che,
vista l’audacia con cui questo qualcuno…”
Moses interruppe Terr con un gesto.
“Apprezzo la sua discrezione, Tenente, ma credo proprio che possa riferirsi
in questa sede a Jak’Al usando il suo nome. Non troverà persone più
qualificate di noi in materia”
“Come preferisce, Signore… vista l’audacia dimostrata da Jak’Al nel
commissionare questo materiale…”
“Come fa ad essere sicuro che ci sia Jak’Al dietro a tutto questo?”
“Durante il mio incarico sulla USS Severstal ho intercettato dei vettori a
lungo raggio federali rubati, le indagini hanno fatto emergere che il
committente era Jak’Al o qualcuno ai suoi diretti ordini. Da allora non ho
fatto altro che indagare su questo nome e sull’organizzazione a esso
connessa. Comunque, dai vettori sono risalito alla Biosyn di Quingdao. Ho
passato tre mesi a raccogliere prove ed a seguire lo sviluppo dell’agente
biochimico. Nel momento in cui è emerso il coinvolgimento di un alto
ufficiale della Flotta…”
“Nomi, Terr…”
Terr si rivolse ancora alla Bates, la quale gli fece nuovamente segno di
proseguire.
“... del Contrammiraglio Vashek, ho proceduto a irrompere e ad arrestare
tutti i coinvolti. A quel punto, avrei voluto procedere con ulteriori
interrogatori approfonditi e sviluppare la mia indagine da questa serie di
arresti ma…”
Hazyel era piombato in mezzo ai tre, allontanando Moses dalla scrivania del
Contrammiraglio.
Terr riuscì a cogliere un frammento di conversazione riguardante qualcosa
avvenuto sulla nave chiamata Raziel.
“Ammiraglio, abbiamo avuto un problema, è necessaria la nostra presenza a
bordo. Tenente Terr, le va di unirsi a noi? Ho la sensazione che ci farà
comodo un segugio come lei, nei prossimi giorni”
Terr abbozzò un sorriso, si alzò e si affacciò sull’anticamera.
“Stromm!”
La finlandese non attendeva altro: con un unico gesto si liberò dai due
membri della sicurezza che la tenevano sotto stretta sorveglianza e, lesta
come un gatto, afferrò il fucile phaser del suo superiore appoggiato poco
distante, lasciando i due di pietra.
“Dove andiamo, Capo?”
“A vedere una nave, Malin. Capitano Hazyel, grazie per l’invito. Disturba
se il Tenente JG Stromm si unisce a noi?”
Stavolta fu il Risiano a fissare il Contrammiraglio Bates che,
puntualmente, diede un cenno affermativo di risposta.
“Benvenuta nella comitiva, Tenente. Ci dorme anche con quel fucile?”
La finlandese scagliò un’occhiata gelida ad Hazyel, passando l’arma al suo
superiore.
“Quel coso dovrebbe essere in un museo” borbottò Moses fissando l’oggetto
perplesso.
“Gli armaioli di un tempo sapevano il fatto loro” rispose Terr verificando
la carica dell’arma.
Moses grugnì, ma solo Bates e Hazyel vi riconobbero approvazione.
Mentre si avviavano verso una sala teletrasporto, Navras si accostò alla
sua assistente.
“Perché ti tenevano ammanettata, Malin?”
“Quando sono venuti a prendermi ne ho steso uno”
Terr abbozzò.
“La prossima volta, tutti!”
“Non mancherò, Capo. Questi due?”
“Sembrano puliti. Operazione complessa, mezzi importanti. Troppo piccola
per essere pubblica, ma troppo grossa per essere clandestina. Malin, in
campana: penso che Langdorff ci abbia venduti.”
“Si, Capo”
USS RAZIEL
Ponte 2 – Ingegneria
11/12/2398 - Ore 16.15
Moses e Hazyel stavano analizzando un rapporto sull’incidente riportato su
un pad mentre tutto il personale presente nelle ore dell’incidente veniva
radunato, sotto l’occhio vigile di Stromm, nel locale reattore della sala
macchine.
Terr, invece, era scomparso da qualche minuto nei tubi di Jeffries assieme
a Fox.
“Mmpf.. non mi piace che questi due facciano quello che vogliono sulla
nostra nave”
“Un punto di vista esterno ci farà comodo in questa situazione e,
dopotutto, il coinvolgimento di Terr nel nostro progetto, sarebbe stata
solo questione di tempo. Il Tenente si stava avvicinando, lentamente e
imperturbabilmente, al nostro obiettivo principale”
Moses grugnì.
“In effetti, Naidoo stava iniziando ad avere troppe cose da gestire, una
mano gli farà comodo. C’è solo una questione: il padre del Tenente Terr. Ho
cercato la sua scheda, è completamente censurata, lui porta il nome della
madre. E’ come se avessero voluto condannarlo all’oblio”
“Ho parlato con Rexen, al riguardo, quando Navras Terr è comparso per la
prima volta sui nostri radar. Sembra che il padre di Terr fosse un
ufficiale con un ruolo estremamente particolare. L’Ammiraglio mi ha
suggerito di non indagare in merito e mi ha garantito l’assoluta
affidabilità del cosiddetto Giovane Cacciatore. Soprannome orrendo, non
trova?”
“Perché lo hanno bollato così? Perché è bravo ad indagare?”
“No, perché è uno che sbatte dentro i colleghi. Si infiltra in un
equipaggio dove sospetta irregolarità, si attira qualche simpatia e ne
approfitta per raccogliere prove a carico.”
“Mmpf.. suggerisco prudenza”
“Sono solo voci, Moses. Della biondina cosa sappiamo invece?”
Moses scoccò un’occhiata in tralice al suo superiore.
“Professionalmente, Frank”
“E’ la sua ombra dai tempi dell’Ambasciata Federale su Romulus. Sembra che
siano inseparabili: lei è il suo braccio operativo. Il rammollito punta il
dito e manda avanti il suo sottoposto a fare il lavoro sporco. Siamo sicuri
che sia il profilo giusto per noi?”
“Ho una buona sensazione su Navras Terr, vediamo come se la cava, oggi.
Possiamo lasciargli gestire quella che, dopotutto, sembra un’indagine di
routine su un banale incidente”
Pochi istanti dopo Lucius Fox apparve dal portello di accesso della rete
dei tubi di Jefferies della Sala Macchine, seguito pochi istanti dopo da
Navras. La faccia dell’ingegnere non faceva presagire nulla di buono. I due
si separarono, Fox diretto verso i suoi ufficiali superiori, Terr incontro
a Stromm e alla piccola ressa di ingegneri e membri dell’equipaggio della
Raziel.
“Rapporto, Signor Fox”
“Capitano, la nave sarà operativa a breve. Tempo previsto per le
riparazioni, venticinque minuti. Però… Capitano, temo abbiamo un sabotatore
a bordo. Quello nuovo, il Trill, ha trovato un ponte tra due condotti ODN,
messo ad arte per innescare un sovraccarico nella rete in grado di
paralizzare la nave per settimane. Fortunatamente, una modifica dell’ultimo
minuto, due valvole d’arresto, che non risultavano installate da nessuna
parte, hanno limitato il sovraccarico ad una sezione estremamente limitata
della rete ODN. Capitano, quel Tenente Terr…”
“Vada avanti, Fox”
“... ha trovato il sabotaggio in poco tempo, veramente poco. Come se
conoscesse gli schemi della nave.. o come se avesse piazzato lui il ponte”
“Terr era con me e Moses al momento dell’incidente e, nei giorni
precedenti, troppo impegnato per aver orchestrato un attentato alla Raziel
della cui esistenza era comunque all’oscuro. Escluderei il Tenente dai
sospetti, per ora”
Fu a quel punto che la loro attenzione fu attratta da un certo trambusto
nel gruppo di ingegneri. Vinogradov stava sovrastando Terr urlandogli in
faccia che nessuno poteva dire che lui, Anastasij Vinogradov, era un
maledetto sabotatore. Il massiccio ingegnere continuava a puntare il dito
contro il mezzo Vulcaniano per rinforzare le sue affermazioni.
“Adesso manderà avanti la sua lacchè. Vado a fermare quel montato di un
Trill, sarà figlio di un Contrammiraglio, ma questo comportamento è
intollerabile su una nave della Flotta Stellare”
Frank fece per andare verso il battibecco quando fu delicatamente
trattenuto da Hazyel.
“Aspetti, Moses”
Terr scattò imprevedibilmente, afferrando il dito dell’ingegnere e,
usandolo come leva, per mandarne in torsione il braccio. Il voltò di
Vinogradov si contorse in una smorfia di dolore lancinante.
Navras afferrò il massiccio ingegnere, reso impotente dalla ferrea presa, e
lo sbatté, senza troppe cerimonie, verso il locale controllo delle pompe di
raffreddamento del reattore.
Quando le porte si richiusero alle spalle dei due, Hazyel e Moses
scattarono all’unisono, percorrendo in una decina di secondi lo spazio che
li separava.
La scena che trovarono all’interno li lasciò di stucco.
L’ingegnere stava stritolando l’ufficiale della sicurezza in un abbraccio
che avrebbe sbriciolato spalle e costole ad un Klingon, scrollandolo di
tanto in tanto.
La cosa più inquietante era che i due stessero ridendo fragorosamente.
“...ho ancora una bottiglia di samogon fatta da mio nonno, quando tu
troverai il bastardo che ha fatto questo alla piccola nave…”
“..ci siederemo a un tavolo e berremo la tua vodka mangiando i miei
malossol, sotto il grande tetto del cielo. Come uomini”
“Come Fratelli, Orecchie a Punta. Il suo nome, Tenente?”
“Navras, Fratello. Il mio nome è Navras”
Stromm entrò nell’angusto locale pompe e, dopo essere fatta strada, senza
troppa gentilezza, tra Moses e Hazyel attirò l’attenzione del mezzo Trill.
“Ce l’ho. Quella che sembra abbia passato due ore dall’estetista prima di
presentarsi in servizio, con la faccia lunga e gli occhi tristi...” Malin
abbassò gli occhi sul suo pad in cerca di un nome “...Petersen, Lara. Nata
a Des Moines, Sol III…”
“Malin, non mi servono i dettagli. Mettila in caldo, tra poco arrivo. Usa
la sala tattica.. mette sempre in soggezione”
“Anche lo sgabuzzino di questo scricciolo di nave?”
“Soprattutto. Procedi”
Questa volta Hazyel e Moses furono lesti nel far luogo alla Stromm, animata
da una volontà che pareva conferire un deflettore di navigazione al suo
corpo.
“Scricciolo di nave?”
“E’ abituata ad una Prometheus…”
“Il fatto è, Tenente, che la Raziel non ha una sala tattica propriamente
detta”
“Conosco le navi di classe Defiant, di solito viene impiegata la mensa
ufficiali”
“...di cui la Raziel non dispone. Questa nave è una sorpresa”
“Molte cose sono una sorpresa, da quando vi ho incontrati, Capitano... in
ogni caso.. Computer, localizza il Tenente JG Stromm!”
=^=Impossibile eseguire=^=
Hazyel sorrise di fronte alla perplessità di Navras.
“Molte sorprese, Terr”
SOL III - San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Ufficio del Contrammiraglio Bates
Contemporaneamente
Bernadette stava riguardando le schede di Terr e Stromm. Il coinvolgimento
dei due ufficiali nel Progetto Empireo non era stata una sorpresa, ma le
tempistiche erano state stravolte.
In quel preciso momento, sembrava stesse letteralmente scoppiando una bomba
sulle loro teste.
La sezione informatica dell’Ammiraglio Rexen stava monitorando tutto il
traffico comunicazioni inerente Terr e, apparentemente, la sua ultima
operazione aveva suscitato un vespaio senza fine.
Il Comandante Weigand aveva un sacco di amici con un’uniforme addosso e, a
prescindere dalla gravità dei suoi crimini, non erano rimasti molto felici
del suo arresto e, più probabilmente, della sua morte in carcere. Lo stesso
poteva dirsi del Contrammiraglio Vashek.
Pertanto, un sacco di alti ufficiali stavano cercando di addossare a Terr e
Stromm la responsabilità dei fatti concernenti la loro uccisione in
carcere.
Addirittura la madre del Tenente aveva ricevuto minacce, questione che
preoccupava la Bates non poco: il Contrammiraglio Terr era un ufficiale
della Vecchia Scuola, nota per essere stata una testa piuttosto calda nei
suoi anni da operativa.
L’ultima cosa che Bernadette voleva era una collega dell’Intelligence dal
grilletto facile e con chissà quanti contatti sottomano, in piena sindrome
da mamma chioccia.
L’Ammiraglio Rexen l’aveva rassicurata a riguardo, ma non era tranquilla.
Se Hazyel e Frank avessero avuto un buon feedback dal loro piccolo
esercizio, le sarebbe toccato disinnescare quella situazione e l’avrebbe
fatto con una certa facilità, con buona soddisfazione di tutte le parti in
causa.
Altrimenti, peggio per Terr.
USS RAZIEL
Ponte 1 – Ufficio del Capitano
11/12/2398 - Ore 17.05
La Petersen crollò in quarto d’ora.
C’era qualcosa nel modo in cui Terr impostava il discorso che, per quanto
Laura avesse provato ad alterare, deviare od omettere i fatti, alla fine si
era trovata costretta a raccontare tutto.
Prontamente, il mezzo Trill aveva fatto rapporto a Hazyel, riferendogli che
aveva una pista da seguire su Marte.
Per qualche ragione, un gruppo di mercenari Orioniani aveva commissionato,
tramite un contabile finanziario residente sul pianeta rosso, il sabotaggio
alla Petersen.
Stromm si era immediatamente messa sulla traccia di eventuali movimenti
finanziari mentre Terr aveva preso appuntamento con Hazyel e Moses presso
l’ufficio di Bates per riferire all’Ammiraglio gli sviluppi delle indagini.
SOL III - San Francisco
Comando della Flotta Stellare
Ufficio del Contrammiraglio Bates
13/12/2398 - Ore 08.00
La Bates era curiosa di come si sarebbero sviluppate le cose. Come aveva
già fatto Frank con Chase, anni prima, Hazyel e Moses avevano organizzato
un teatrino per valutare l’efficienza di Navras Terr ma, questa volta,
aveva l’inspiegabile sensazione che gli sviluppi sarebbero stati diversi
dal solito. Sinceramente, Bernadette sarebbe rimasta compiaciuta da
un’inusuale sviluppo del giochino dei suoi due operativi preferiti.
Hazyel e Moses erano fuori, in anticamera: attendevano l’arrivo di Terr con
i risultati del suo viaggio su Marte, dove un altro membro della logistica
di Empireo, fingendosi il contatto degli Orioniani, avrebbe fornito
un’altra falsa pista a Terr da seguire.
Restò particolarmente stupita quando la porta del suo ufficio si aprì,
attivata un po’ troppo rudemente da Moses come se qualcuno lo avesse
proiettato nella stanza con uno spintone.
Poco distante lo seguivano Hazyel e un ingegnere della Flotta, Laura
Petersen, ambedue con le mani alzate.
“Contro il muro. Anche lei, Ammiraglio. Per favore”
Il tono del Tenente JG Stromm, rinforzato da un fucile phaser, non
ammetteva repliche.
I quattro eseguirono l’ordine lentamente, tenendo le mani bene in vista.
Terr fece il suo ingresso appena un istante dopo, anche lui armato del suo
consueto, vetusto, Tipo III.
“Stromm. Tutto tranquillo, abbiamo almeno un quarto d’ora”
Poi, rivolto al quartetto allineato alla parete, sfoderò il peggior sorriso
sarcastico del suo vasto repertorio.
*Adesso bisogna farli parlare: è ora di capire dove vogliono arrivare*
“Signori, siete tutti in arresto per il sabotaggio della USS Raziel e per
cospirazione ai danni della Federazione Unita dei Pianeti”
“Tenente, è ridicolo!”
“Sono assolutamente d’accordo con lei, Ammiraglio, quella che sto mettendo
in scena in questo istante è una pagliacciata. Esattamente la stessa cosa
che è avvenuta sulla Raziel. Potreste essere così gentili da spiegarmene la
ragione, possibilmente prima che il Tenente JG Stromm si innervosisca
ulteriormente?”
“Il terzo pad da sinistra, Tenente Terr. Se ne sinceri da sé”
Terr era colpito dalla calma con cui i quattro stavano agendo, come se si
aspettassero tutto questo.
Il dubbio si insinuò nella mente dell’Ufficiale della Sicurezza.
*I cospiratori non si comportano così. Che stia per prendere il granchio
più grosso della mia carriera? No. Tu sei il Giovane Cacciatore, l’infame
che sbatte sotto chiave i suoi colleghi. Tu non sbagli*
“Malin, li tenga sotto tiro. Se provano a grattarsi il naso o ad
avvicinarsi a un comunicatore…”
“Con piacere, Capo”
Terr si sedette alla scrivania dell’Ammiraglio, con una mano afferrò il pad
indicatogli dalla Bates, mentre l’altra restava sull’impugnatura del
phaser, appoggiato sulla scrivania e puntato nella direzione generale dei
quattro.
Scorse il documento per circa un paio di minuti. Quando alzò gli occhi dal
pad era esterrefatto. Non aveva letto tutto il documento, ma ne aveva avuto
abbastanza per stabilire dimensioni e dislocamento del mastodontico
granchio, dotato di chele phaser, che era appena finito nella sua trappola.
Si alzò di scatto dalla poltrona, arma puntata al pavimento.
*Navras, sei un imbecille*
“Malin?”
“Capo?”
“Abbassa il fucile”
“Prego?”
“Riposo, Tenente. Se ho capito bene la situazione, ed è difficile non
capirla, vista la sua lampante chiarezza, stai tenendo sotto tiro gli unici
ufficiali della Flotta a non volere la nostra testa… e siamo in odore di
trasferimento”
Navras si avvicinò ad Hazyel, studiandolo accuratamente.
“Lo dicevo che era lei, quello pericoloso. Capisco il bisogno di valutarci,
ma perché tutto questo polverone?”
“Volevamo avere la certezza che la sua scheda dicesse la verità e non fosse
gonfiata dall’effetto ‘Figlio del Contrammiraglio Terr’. Inoltre, non
eravamo convinti della sua piena operatività… la depressione, l’assistente
alle operazioni che sembra agire da factotum per un ufficiale altrimenti
apparentemente incompetente...”
“Capitano, diciamo che ho la buona abitudine a tenere un profilo basso ed a
farmi sottovalutare dai miei sospettati. Dopotutto, era lei quello contro
un muro con un fucile phaser puntato allo…”
Qualcosa attirò l’attenzione di Navras sull’uniforme di Moses, una piccola
trascurabile piega su una divisa altresì perfetta.
Nel giro di pochi istanti notò qualcosa di simile anche sull’uniforme di
Hazyel ed in quella della Bates..
Finalmente, si rese conto della vera pasta di cui erano fatti i suoi
interlocutori. Il suo orgoglio restò piuttosto ferito da ciò che non aveva
realizzato sino a quell’istante.
*Grandissimi bastardi… eravate esattamente dove volevate trovarvi, bravi.
Molto bravi*
“Malin, hai notato che il Comandante Moses era pronto a freddarti con il
suo phaser di ordinanza?”
“No”
“Le nostre più sentite scuse, Signori, abbiamo molto da imparare... Grazie
per averci lasciato agire.. a modo nostro”
“Considerata la particolarità del progetto in cui state per essere
coinvolti, della vostra abitudine a indagare su effettivi corrotti della
Flotta Stellare, cosa che possiamo sembrare a primo acchito, e la vostra
propensione ad agire fuori dal sistema gerarchico standard, abbiamo
ritenuto corretto lasciarvi un po’ di spazio per acquisire la giusta
fiducia. Inoltre, come accennavo prima, era necessario fugare qualche
dubbio sulle sue capacità, Tenente Terr. Non eravamo sicuri se fosse
incompetenza nascosta da un’ottima collaboratrice o una politica di profilo
basso. Siamo piacevolmente sorpresi, sareste dovuti essere voi quelli messi
al muro. Come ha capito?”
Il complimento risollevò l’umore del mezzo Vulcaniano: allora non era stato
così scioccamente prevedibile.
“Vinogradov: Un ingegnere del suo stampo non omette una modifica sul suo
rapporto d’intervento. Un altro ingegnere potrebbe essere in difficoltà, in
caso di riparazioni d’urgenza... “ e qui Terr tentò malamente di imitare un
accento russo “... a salvare piccola nave. Da quel momento, niente reggeva
più, nemmeno la magistrale interpretazione dell’ottima Laura Petersen, il
che mi ha portato al non verbale..”
Terr lasciò danzare un allusivo sopracciglio a mezza fronte.
“...che l’ingegnere mostrava nei suoi confronti, Capitano. Da lì ho smesso
di focalizzarmi sul sabotaggio, ho ignorato la falsa pista su Marte ed ho
iniziato a lavorare su di lei, sul Comandante e sull’Ammiraglio, della cui
onestà ero già sicuro, ma non del suo ruolo e del rapporto con lei e Moses:
avevo troppi pochi elementi per valutare la situazione nel suo quadro
generale e, devo ammettere, nulla mi aveva fatto immaginare qualcosa di
simile al disegno che ho abbozzato da una prima, parziale lettura del
documento che ho appena visionato. Devo ammettere di essere stupito.
immagino che dopo questo.. fraintendimento.. vi aggiungerete anche voi alla
lista di quelli che vogliono la nostra testa. Una lista piuttosto lunga,
non ne sono sorpreso ma, visti tutti insieme...”
Il silenzio pervase la stanza per qualche istante
Fu il Contrammiraglio Bates a rompere gli indugi.
“Adesso che i giochi sono finiti e sappiamo tutti che tipo di ufficiali
siamo e da che parte siamo schierati, è il caso di tirare le righe e
portare un po’ d’ordine in questo caos.”
Hazyel sorrise cogliendo un attimo di indecisione negli sguardi dei due
ufficiali prima che Bernadette riprendesse a parlare
“Tenente Navras Terr, Tenente JG Malin Stromm, siete trasferiti alla
stazione scientifica K4, presso la Macchia di Rovi, con effetto immediato.
Siete ufficiali impulsivi, inadatti al servizio presso strutture standard
della Flotta, la stazione è il posto giusto per due teste calde come voi.
Nonostante quanto accaduto in questa stanza, che, in circostanze normali,
vi condannerebbe alla tortura del palo, il Tenente Navras Christopher Terr
viene promosso con effetto immediato al grado di Tenente Comandante e il
Tenente Malin Stromm potrà finalmente togliere il suffisso Junior Grade dal
suo grado. Sarete agli ordini del Capitano Hazyel e del Comandante Frank
Moses, ai quali mi permetto di suggerire procedure di valutazione e
arruolamento meno fantasiose e meno propense a spiacevoli conseguenze, come
quelle a cui abbiamo potuto assistere oggi.”
Moses puntò gli occhi sui suoi due nuovi sottoposti.
“Avete dodici ore per presentarvi a bordo della Raziel con i vostri
effetti. Scattate e lasciate qui ogni pensiero di puntarmi nuovamente
contro un phaser nella vostra vita”
“Sissignore”
I due uscirono dal Comando di Flotta, pervasi da due differenti stati
d’animo: il volto della, solitamente inossidabile, Stromm era dipinto di
una cupa tristezza: il trasferimento ad una stazione di serie B, in un’area
relativamente tranquilla del territorio federale era equivalente ad una
condanna in carcere per un ufficiale operativo, la promozione soltanto un
patetico palliativo per una carriera finita. Eppure quei due, gli ex
sospettati, non sembravano affatto ufficiali logorati dal lavoro di routine
di una stazione scientifica nel bel mezzo del nulla.
Terr, invece, gongolava.
“Capo, non c’è nulla per essere così giocondi. Non capisce che ci hanno
condannato all’oblio nell’avamposto più inutile della Federazione? Ho
sentito parlare di K4, la tomba degli ufficiali scomodi, il cimitero degli
elefanti”
“Malin, ho letto quel pad, ricordi?”
“Cosa c’era scritto: godetevi gli interminabili turni di conteggio delle
particelle di pulviscolo stellare? Capo, sono tanti anni che lavoriamo
insieme ma credo che stavolta siamo arrivati…”
“... nel posto dove avremo le risorse e l’autorità per fare, finalmente, il
nostro lavoro. Il problema è che non potremo raccontarlo a nessuno. K4 è la
cortina fumogena che abbiamo cercato per tutte le nostre carriere. Fidati”
Stromm parve risollevarsi, conosceva Navras Terr da molto tempo e, se un
giorno si fosse svegliato e le avesse detto che il Presidente della
Federazione era, in realtà, un doppiogiochista Gorn, avrebbe messo in tasca
le manette rinforzate senza indugiare un secondo.
“Sicuro, Navras?”
“Assolutamente. La nostra priorità è inserirci in questo progetto nel minor
tempo possibile e, a tal proposito, questo potrebbe aiutare”
Navras estrasse dalla schiena dei pantaloni uno dei pad, trafugato dalla
scrivania del Contrammiraglio Bates, lanciandolo alla collega.
Malin strabuzzò gli occhi.
“Non farti illusioni! Sono sicuro che il Capitano e Moses mi abbiano visto
prenderlo”
“Buon segno, un gesto di fiducia gratuita”
“Adesso tocca a noi capire loro come hanno capito noi”
“Capo, siamo sicuri che esista ancora un noi e un loro?”
Navras abbassò il capo, pensoso: Malin, dopotutto, poteva aver ragione.
Il loro percorso li riportò al punto di partenza: il negozio di cappelli
dove tutto era cominciato.
Il Vulcaniano passò un amichevole braccio attorno alle spalle della collega.
“Risa non sarà St. Kitts, ma avrai comunque bisogno di un cappello, ragazza
pallida, figlia del ghiaccio e del vento”
Utopia Planitia
USS Raziel
Ponte 1 – Ufficio del Capitano
14/12/2398 - Ore 08.30
Moses aveva convocato un inquieto Naidoo per ragguagliarlo dei nuovi
eventi.
Le valutazioni presso il Comando ed il recente, insospettabile,
trasferimento di Chase ad altro incarico avevano generato un certo grado di
insicurezza tra gli ufficiali della USS Raziel.
La voce che circolava era che nessuno fosse al sicuro, che il progetto
Empireo stava per essere chiuso o riconvertito, che qualcuno avesse
arrestato Hazyel, Moses e persino l’Ammiraglio Rexen.
Naidoo sapeva distinguere un pettegolezzo ingigantito da una vera e propria
voce, però, due facce nuove, in uniforme da ufficiali della sicurezza,
giravano liberamente per la nave ed il Comandante Mendel gli aveva riferito
che un alloggio sulla Raziel era stato per loro liberato e che era stata
data disposizione su K4 di allestire gli spazi necessari per accoglierli.
“Pertanto, le cose stanno così. Nessun trasferimento, nessun’altra
operazione, come è successo a Chase? Soltanto un supporto, un
affiancamento?”
“Esattamente, Signor Naidoo. Il Tenente Comandante Terr si occuperà della
sicurezza della Raziel e della parte investigativa, lei di quella della
stazione e di tutto il relativo traffico informazioni inerente la stazione
ed il Progetto. Si interfaccerà direttamente con il Vulcaniano Terel,
attendente del Contrammiraglio Bates.
Il suo compito stava diventando eccessivo per una sola figura ed il
Contrammiraglio Bates era preoccupata circa l’impossibilità di avere lo
stesso uomo chiave in carica sia sulla stazione che sulla nave”
Naidoo sorrise.
“Capisco, Comandante: le navi hanno la fastidiosa tendenza a spostarsi
nello spazio”
Moses concesse al suo ex capo della sicurezza uno dei suoi rari sorrisi.
“A volte anche nel tempo. Un altra cosa, Signor Naidoo: tenga d’occhio i
nuovi arrivati per un po’ e mi riferisca. ”
“Teme qualcosa, Signore?”
“No. Voglio solo essere sicuro”
“Provvederò Comandante”
Utopia Planitia
USS Raziel
Ponte 1 – Alloggio 12
14/12/2398 - Ore 16.25
“Poteva andare peggio, Malin, potevano infilarci in una camerata da quattro
cuccette”
“Che fortuna: intrappolata in uno sgabuzzino con il più grande russatore
del Quadrante Beta… senza offesa, Capo. Ti ricordi quando eravamo appostati
vicino al mercato delle verdure di Bhakera, su Romulus e ti sei
addormentato?”
Il volto di Terr si fece interrogativo.
“Registrai il suono della russata, ho le prove. Una volta l’ho usato per
far credere a Saffier che ci fosse una ridondanza anomala nei condotti del
plasma secondari della USS Severstal. Corse da Voktaq terrorizzato,
suggerendo un’evacuazione della sezione ventrale della nave ed una
separazione di emergenza”
Terr rise fragorosamente: sapeva dello scherzo e di quanto potessero essere
molesti i suoi rumori notturni, ma la storia, rinforzata dal ricordo della
faccia terrorizzata di Saffier, lo divertivano sempre.
“Mia madre dice che quello e la punta piegata dell’orecchio sinistro sono
le prove che sono figlio di mio padre. Pare che durante i primi sei mesi
della loro convivenza uno dei due dovesse spostarsi sul divano”
“Non so molto su tuo padre, Christopher, ma, da quel poco che ho potuto
sentire e per come conosco tua madre, devono esserci state delle belle
lotte a casa per il predominio sul letto”
“Non immagini, Malin. Una buona parte dei miei traumi infantili arrivano da
quelle discussioni”
Navras Christopher Terr lanciò sulla cuccetta bassa la sua borsa.
Il grosso dei suoi effetti personali erano stati già trasportati a bordo,
insieme a quelli di Stromm, ma, all’interno di quella borsa, c’erano gli
oggetti che lo definivano, quelli che lo avrebbero sempre seguito, da una
nave all’altra; da questa estrasse la base di un oloritratto e lo posò sul
piccolo portaoggetti accanto alla cuccetta, attivandolo.
Quattro persone, piuttosto malconce: tre ufficiali della Flotta e un
Capitano Klingon, in uniformi desuete di almeno vent’anni, apparvero sulla
basetta: a giudicare dallo stato deplorevole delle loro uniformi, dai
fucili phaser, due quali con chiare bruciature da sovraccarico,
affastellati di fronte a loro e dalla plancia semidistrutta, che un occhio
esperto avrebbe riconosciuto come quella di una nave di Classe Akira,
sembravano appena scampati a una qualche terribile disgrazia.
Sui volti stanchi, deformati dalla deprivazione del sonno e dal dolore
delle ferite era dipinto un sorriso, quasi di liberazione.
“Padre, Madre, Padrini: penso che esistano poche famiglie più eterogenee
di questa” Stromm sorrise, riguardando la foto per l’ennesima volta.
“Già, e non hai visto il resto”
“Adesso ho conosciuto anche MacIntyre. Che legame avete?”
“Teoricamente, nessuno. Quello che ho imparato è che la famiglia non è il
gruppo generato dal legame genetico, ma dalle persone attraverso cui
definisci te stesso. Mio padre è cresciuto senza famiglia e credo che abbia
sopperito così”
“Se il tuo vecchio fosse qui, sarebbe fiero di lei, Tenente Comandante
Navras Christopher Terr”
“No, mi farebbe notare che sto perdendo tempo in sentimentalismi, invece di
produrre cose utili come frugare ogni sporco recondito segreto di chiunque
sia imbarcato su questa nave, per un eventuale ricatto futuro, oppure
piazzare due cariche da demolizione in Sala Macchine, sulle reti di
distribuzione di energia primaria e secondaria, perché non sai mai quando
ti possa tornare utile paralizzare la nave su cui stai servendo per sei ore”
“Un tipo paranoico”
“Per alcuni un eroe, per altri un criminale indegno di portare l’uniforme”
“...e per te, Navras?”
“Ambedue, mia madre è solita dire che, se fosse vissuto abbastanza, sarebbe
stato il primo Capitano a ricevere la nomina contemporaneamente a un
mandato di arresto”
“Pochi della Vecchia Guardia si sono adattati ai nostri tempi”
“Figuriamoci lui, il suo primo imbarco fu una nuovissima nave... di Classe
Excelsior. A volte, penso che sia meglio così, che sia mancato in servizio
attivo, prima di essere invitato al congedo o assegnato a un incarico senza
scopo”
“Però qualcuno ce l’ha fatta, ad esempio..”
=^=Hazyel a Terr=^=
“Qui Terr, Capitano”
=^=A rapporto nel mio ufficio, occorre riesaminare i fatti degli ultimi
giorni=^=
“Immediatamente, Capitano”
Terr sorrise sarcastico al suo secondo.
“Si comincia, Tenente Stromm”
“Faccia attenzione a non fare arrabbiare nessuno, Tenente Comandante Terr”
Federico Rapuzzi
Captain
S/Y Adrigole
(+39) 3466794397
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