[Stml14] [STML14][08.03] Non e' un addio ma solo un arrivederci - FOX
Stefano Zaniboni
stezani a me.com
Dom 3 Mar 2019 11:43:50 CET
Buongiorno a tutti e buona domenica, ecco il brano completo con la parte
finale rivista e corretta. Buona lettura!
Stefano
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Brano: 08-03
Titolo: NON E’ UN ADDIO MA SOLO UN ARRIVEDERCI
Autore: Tenente Lucius Fox (aka Stefano Zaniboni)
*FLASHBACK*
*Utopia Planitia *
*USS Raziel – Alloggi Ponte 1*
*10/11/2398 – Ore 18.40*
Era stato veramente un periodo intenso per Chase: la serie interminabile
di colloqui della Commissione della Flotta Stellare avevano messo alla
prova i suoi nervi e la sua pazienza, quasi a sentirsi sotto accusa per
una cosa su cui lui non aveva controllo.
Il trasferimento alla USS Zen lo intrigava, una nuova avventura in cui
immergersi, ma, se da un lato aveva il senso di euforia, dall’altro vi
era in lui un senso di amarezza. Fra qualche giorno un’unità di
trasporto l’avrebbe portato alla nuova nave dove avrebbe poi preso
ufficialmente servizio.
Del tempo trascorso con ognuno dei suoi compagni ad Empireo, tra tutte
le avventure e i pericoli che avevano dovuto affrontare, sentiva che il
loro legame andava oltre la semplice amicizia o il rapporto tra colleghi.
Aveva affidato la sua vita in più occasioni nelle mani di tutti i membri
della sua squadra tanto da arrivare a considerarli come una sorta di
fratelli di sangue.
Proprio perché credeva ci fosse un legame particolare si sarebbe
aspettato un addio all’altezza di ciò che avevano passato, mentre fino a
quel momento erano arrivate poche congratulazioni e dei sorrisi tirati,
ma nulla di più.
Data la sua imminente partenza, aveva raggruppato le poche cose che
ancora teneva a bordo nella sua brandina e richiesto che il resto dei
suoi effetti personali, rimasti a Empireo, gli fossero consegnati sulla
sua nuova nave.
Solo Tyler, però, si era proposto di dargli una mano ed era, per giunta,
in ritardo mentre gli altri avevano accampato delle scuse.
* /Il modo peggiore per andarsene, evidentemente non ero altro che un
collega./ * pensò tra sé con una punta di amarezza
La porta del suo alloggio si apri mostrando un Tyler più esaltato del
solito.
“Allora caro il mio Signor Chase hai radunato tutte le tue cose?”
“ Sì, alla fine sta tutto in una scatola, erano poche cose visto lo
spazio ridotto. Ma tu che hai da sorridere cosi?” chiese Dave con tono
infastidito.
“Ah beh.. io sorrido sempre. Il sorriso aiuta a mantenere uno stile di
vita sano e cose così no? E poi ho rimediato un appuntamento con una
coppia di sorelle gemelle di Tharsis III che lavorano al centro medico,
le avrai viste, no?” replicò Tyler cercando di tornare serio.
“Sarà come dici.. comunque no.. sono stato troppo indaffarato per
accorgermene. Ma cosa ti sei messo addosso? “
“Acqua di colonia Eau de Raisà! Per quegli uomini a cui non serve
chiedere, ma lo chiedono comunque.”
“Bleah.. ti chiedo io di starmi dietro perché l’odore è fortissimo”
“Saranno i feromoni o i miscugli delle boccette semi vuote, si sente molto?”
“Risponderti abbastanza sarebbe un eufemismo.. quindi vedi tu” borbottò
Chase coprendosi il viso con il bavero dell’uniforme mentre i due si
dirigevano verso la sala teletrasporto.
“Ma come mai hai quel muso lungo? Sei stato trasferito per ricoprire un
ruolo che ti porterà sicuramente ad avere una carriera brillante.
Dovresti essere fiero di te stesso”
“Sì, è vero, ma sembra che agli altri non importi il fatto che me ne
vada. Speravo almeno in un saluto finale, invece sono tutti a lavorare e
ho ricevuto delle fredde strette di mano e neanche da tutti”
Mentre parlava Chase si accorse che, in giro per la nave, non vi era
anima viva.
“Anche ora.. perché non c’è nessuno? Non dovrebbero essere in corso le
riparazioni o, che ne so, i primi preparativi per una partenza?” chiese
entrando nella sala del teletrasporto ed appoggiando le scatole sulla
piattaforma.
“Oh mio caro è meglio che mi sbrighi a farti sbarcare perché il tuo muso
lungo mi sta spegnendo il ritmo. ENERGIA!”
“Un momento cos…” E Chase fu avvolto da un lampo di luce.
*FLASHBACK*
*San Francisco*
*Bar Interstellar*
*10/11/2398 – 19.00*
Chase si materializzò su una sedia al centro di una stanza buia ad
eccezione dell’unico cono di luce che offuscava la sua vista.
“.. cosa diavolo stai dicendo?” si guardò intorno spaesato.
“Dove sono?” chiese a voce alta.
All’improvviso le luci si accesero e l’equipaggio della Raziel urlò con
tutto il fiato di cui disponeva.
“SORPRESA!” e scoppiarono in un fragoroso applauso.
Dave sorrise mentre andava incontro ai suoi compagni.
“Sapevo che non potevate essere così freddi da liquidarmi con una
stretta di mano!” a Chase si inumidirono gli occhi.
“Ricordati Dave, questo non è un addio… ma un arrivederci.
Congratulazioni per il tuo trasferimento amico mio” disse Fox
abbracciando il collega.
“Nell’organizzare la festa io e Skip, avremmo voluto tappezzare il
locale di olofoto tratte dai nostri rapporti ma, essendo sotto seclar,
avremmo poi dovuto bruciare questo posto e non penso che i proprietari
ne sarebbero stati felici” bisbigliò sarcastico Di Nardo stringendo la
mano del timoniere.
“Abbiamo anche una sorpresa per te..” disse Elaina visibilmente provata
dalla gravidanza, baciando sulle guance Chase.
Il gruppo si aprì e, dietro di loro, Dave riconobbe i suoi genitori:
erano tutti lì per salutarlo.
Mentre lui si commuoveva, alcuni del gruppo di ingegneria salirono su un
piccolo palchetto, imbracciarono gli strumenti ed iniziarono a suonare.
Hazyel, vestito con un abito sportivo bianco che ne metteva in risalto i
muscoli, salì in piedi sopra ad un tavolo su cui era stata costruita una
piramide di bicchieri riempiti circa a metà di un liquido azzurrino.
“Salutiamo come si deve il nostro timoniere!” esclamò il Risiano
accendendo con una piccola fiamma il bicchiere in cima alla piramide e
versando altro liquido fino a farlo tracimare.
Mentre il piccolo spettacolo pirotecnico accendeva a cascata tutti gli
altri bicchierini, gli invitati si scatenarono nelle danze.
*USS Raziel*
*Ponte 2 – Laboratorio Scientifico*
*27/12/2398 – Ore 10.00*
Wood era intento a catalogare i nuovi materiali, destinati alla Raziel,
appena arrivati ai cantieri di Utopia Planitia. Stava per passare alla
revisione dell’ordine degli strumenti di analisi cellulare quando le
porte del laboratorio si aprirono e sulla soglia vide Elaina intenta a
raccogliersi i capelli con un elastico.
“Ehi, che ci fai qua? Non riesci a staccare neppure in maternità!”
chiese Wood alla compagna.
“Avevo bisogno di distrarmi un attimo, tra far mangiare Isabella,
cambiarla e pulirla e poi ricominciare con Gabryel necessito di
maneggiare qualcosa che non sia un pannolino… Poi mi conosci, sai che
non so stare con le mani in mano.”
“Dove sono adesso?”
“Sono con Stander per fare i test di routine sul loro sviluppo della
crescita. Ha detto che gli ci vorranno un paio d’ore e che gli mettevo
ansia se rimanevo in infermeria. Quindi mi ha mandato a fare un giro, in
qualità di ufficiale in capo pro tempore dell’infermeria. Però mi ha
dato il permesso di guardare i bambini via monitor di tanto in tanto”
disse lei porgendo ad Alexander un tablet.
Wood non perse tempo e avviò lo streaming.
“Tu che stavi facendo?” chiese Elaina.
“Stavo per mettermi a catalogare quelle apparecchiature, ma ora la mia
attenzione è stata catturata da qualcos’altro” disse lui senza
distogliere lo sguardo dal piccolo schermo.
Elaina appoggiò le mani sui fianchi e sul suo viso si dipinse
un’espressione infastidita.
“Ero venuta per dare una mano a te, ma credo che, dandoti quel pad, io
abbia ribaltato la situazione”
“Sì, scusa, è che non riesco a smettere di guardare la nostra Isabella…
guarda.. penso mi abbia sorriso!” disse lui mostrando lo schermo alla
compagna.
“Non ti ha sorriso, sono movimenti naturali ed istintivi della
maturazione del suo sistema nervoso centrale e periferico. Sta imparando
come stare tra noi”
“Oh, ma è bellissima..” disse lui immergendosi nello schermo.
“E pensavo di essere io quella eccessivamente emotiva..” borbottò Elaina
tra sé e sé.
La discussione fu interrotta dal campanello della porta.
“Avanti!” dissero i neo genitori all’unisono. Le porte si spalancarono
mostrando l’imponente Capo Ingegnere che sorreggeva una pesante scatola
con la sigla REACH 481.
“Perdonate l’intrusione. Tenente Comandante Wood sono arrivati i nano
tubi di carbonio che aveva richiesto” l’aria nella stanza si fece
improvvisamente gelida.
“La ringrazio Signor Fox. La lasci pure accanto alle altre” rispose Wood
con voce atona, mentre dal suo viso, il sorriso lasciava spazio ad una
faccia seria quasi priva di emozione.
“Con permesso Signore, Dottoressa” Fox appoggiò con delicatezza il
contenitore e si congedò dalla stanza.
Non appena le porte si chiusero Elaina si girò verso Wood: “Mi spieghi
una cosa? Da quando ci avete recuperate dagli Aetos, tu e Lucius non
riuscite a stare nella stessa stanza per più di cinque minuti senza che
l’atmosfera diventi glaciale.. Si può sapere che è successo?” chiese lei
alzando il tono della voce.
“Non è successo niente..” rispose Wood scuro in volto
“Non mi pare affatto!”
“Uhm.. sì.. beh.. ecco.. mentre eravate prigioniere.. mi sentivo sotto
pressione.. ti avevano portata via da me e non ero lucido… potrei aver
avuto una reazione eccessiva in un alterco tra di noi e può darsi che,
per sbaglio, abbia anche cercato di dargli un pugno.. e lui, per tutta
risposta, mi ha quasi distrutto una mano con quel suo braccio bionico!”
“Un pugno? Ma cosa ti è saltato in mente? Si sarà difeso e per questo
avrà risposto alla tua provocazione!”
“Mi sembrava che solo io fossi preoccupato per voi e potrei aver
involontariamente detto che era un approfittatore nei tuoi confronti e
che ci stava provando con te, usando come scusa i vostri incontri per
parlare di quello che gli è successo sulla sua vecchia nave. Lui
comunque ha avuto una reazione eccessiva, non si è solamente difeso! Non
ha tenuto in considerazione come mi sentivo!”
“Eccessiva? Ma se stavi per dargli un pugno! E l’hai colpito sapendo
dove era più vulnerabile, rievocando i ricordi del suo vecchio
equipaggio e portando alla luce i suoi rimorsi, cosa che, tra l’altro,
ti ho detto in confidenza, ma di questo ne parleremo un’altra volta.
Capisco il momento difficile, ma hai iniziato tu per primo. E poi da
quando fai pesare il tuo grado?”
Wood mugugnò qualcosa a denti stretti.
“No Alexander, devi trovare il modo per scusarti”
Wood si girò ad osservare la compagna.
“Sarebbe peggio se tu non lo facessi. Senti.. lo capisco come ti sei
sentito, il fatto di essere stati separati, per mesi, senza sapere le
sorti uno dell’altro, ha fatto stare male anche a me e, se fossi stata
sola, non so se avrei avuto la lucidità necessaria per affrontare tutto,
ma le mie compagne erano li per tenermi con i piedi per terra e, alla
fine, siamo riusciti a venirne fuori. Per te è stata la stessa cosa:
tutti hanno lavorato sodo per trovarci e riportarci a casa. Hai avuto un
momento di debolezza e hai detto cose che non avresti voluto, ma non
siamo perfetti e quindi possiamo sbagliare. Non possiamo permettere che
risentimenti personali influenzino indirettamente i nostri rapporti con
gli altri, specie per il lavoro che facciamo. Dobbiamo poter contare gli
uni sugli altri”
Rimasero a fissarsi qualche manciata di secondi fino a quando Alexander
non sospirò rendendosi conto che al discorso della compagna non poteva
che rassegnarsi.
“Sei una mamma perfetta, lo sai?”
*USS Raziel*
*Ponte 2 – Sala mensa*
*27/12/2398 – Ore 14.00*
Fox era seduto in fondo alla piccola saletta con un pad in una mano e
una forchetta, con delle uova ormai diventate fredde, nell’altra.
Era rimasto pressoché da solo, gli ultimi membri dell’equipaggio
presenti stavano riponendo i vassoi vuoti ed iniziando il loro turno di
lavoro.
Era totalmente assorto nella lettura che non si accorse di Wood di
fronte a lui.
“Posso sedermi?” chiese Alex.
“Tenente Comandante Wood, sì certo.. prego si accomodi. Stavo per
liberare il tavolo” rispose Fox affrettandosi.
“No aspetta, stai seduto. Ho bisogno di parlarti”
Lucius guardò Alexander dritto negli occhi.
“Elaina vuole che mi scusi per il comportamento che ho tenuto nel nostro
piccolo diverbio. Ero fuori di me e non so cosa mi abbia preso. Tutta
quella faccenda mi stava facendo impazzire. Ti chiedo scusa”
“Guardi non c’è nessun problema. La situazione non era facile ed anche
io non ho mantenuto la calma” disse Fox in maniera formale.
“No invece, il problema c’è eccome”disse Wood.
Lucius non disse altro ed incrociò le braccia al petto.
“Sai, quando ci siamo risvegliati e mi sono reso conto che Elaina non
c’era più, mi sono sentito morire dentro non una, ma cento volte. Se mi
avessero strappato le braccia avrebbe fatto meno male.. ehm.. senza
offesa… Non riesco ad immaginare il mio futuro senza di lei e questa
cosa mi ha turbato a tal punto da perdere la mia lucidità e non sono
riuscito ad essere l’ufficiale degno del grado che porto. Ho visto
complotti dove non ce n’erano e stavo facendomi terra bruciata intorno
senza badare agli enormi sforzi che tutti voi stavate facendo per
aiutare le nostre amiche e colleghe in pericolo. Sono stato ottuso..
veramente ottuso.. ho usato ciò che Elaina mi ha detto in confidenza per
ferirti senza una ragione, quando invece avrei dovuto soltanto dire grazie”
Wood rimase in silenzio con lo sguardo basso. Non era solito ad essere
così sdolcinato, ma quella volta sapeva di aver oltrepassato il limite.
Il silenzio fu interrotto da una voce metallica in loop.
=^= Sono stato ottuso.. veramente ottuso.. =^= la voce veniva dal
braccio di Fox.
“Questa finisce direttamente nella mia banca dati personale” disse
Lucius con un sorriso e porgendo la mano ad Alexander.
“E’ forse un ricatto questo Tenente?” domandò retoricamente Wood
sciogliendosi in un sorriso e stringendo la mano del collega.
“Oh ci puoi scommettere. Anche se potrei chiamarlo più un promemoria per
eventuali futuri attacchi di stupidità.. Comunque lasciamoci tutto alle
spalle, abbiamo del lavoro da fare e due nuovi ufficiali a cui brindare”
disse Fox ricambiando il sorriso. Andò verso il replicatore e prese due
bicchieri di sintalcool.
“Congratulazioni Comandante. A Isabella! “
*USS Raziel *
*Stiva 1 – Ponte 3*
*02/01/2397 – Ore 14.00*
Parte dello spazio della Stiva 1 era stata occupata da una camera
sterile mobile che fungeva da laboratorio scientifico per permettere a
Wood e alla sua squadra di compiere ulteriori analisi della tossina
ritrovata nei laboratori Biosyn e delle casse che avrebbero dovuto
contenerla in attesa di poter arrivare su Empireo.
Chiunque vi dovesse entrare o uscire era obbligato a seguire una rigida
profilassi infilandosi in tute ermetiche ed effettuare docce
decontaminanti.
Vi erano apparecchiature di analisi sparse per tutta la stanza e, al
centro, vi era un grande tavolo olografico su cui erano poste a
confronto una delle casse ritrovate da Terr a Quingdao con una di quelle
scovate dal team di Empireo durante una delle prime missioni della Raziel.
Sopra le due casse fluttuavano i dati dello schermo del computer
olografico con le analisi scientifiche compiute da Wood.
Riguardo la composizione erano estremamente simili, tuttavia, eseguendo
delle scansioni, i risultati erano inconcludenti: il computer non sapeva
dare risposte sul tipo di materiale adoperato, anche se risultavano
appartenere entrambe alla famiglia dei composti non metallici
tetravalenti molto simili al carbonio.
“Niente da fare, per quanto condividano proprietà materiali simili, lo
scanner non individua nulla” disse Lucius.
“E’ strano che non si riescano a ricondurre a nessun materiale
conosciuto.” Terr fece per sollevare la seconda cassa “sicuramente,
però, sembrano attirare tanta polvere” disse lui guardandosi e
sfregandosi i guanti.
“Polvere? Non è possibile. Tutta questa sezione e’ assolutamente
sterile, niente può entrare o uscire. E l’aria e’ sottoposta ad un
ricircolo di depurazione continuo.” intervenne Wood.
Fox si avvicinò a controllare il fondo e strofinandoci le dita. Il
guanto della tuta assunse delle leggere striature nere quando le sue
dita entrarono in contatto con la superficie del materiale.
“Questa non è polvere comune. Viene dalla scatola stessa”
“In effetti, anche se il computer non riesce a fare analisi precise,
sembra che sia molto più vecchia dell’altra. Il delta di decadimento
degli atomi è notevolmente superiore”
“Possiamo analizzare la polvere?” chiese Terr.
“Assolutamente”
Armato di un vetrino e di un piccolo pennellino, Wood prese un campione
e lo inserì all’interno di una piccola fessura del microscopio elettronico.
La macchina si accese ed il vetrino venne inondato di una luce viola e
dei piccoli fasci azzurrini provenienti da piccole lenti poste tutte
intorno attraversarono il campione e lo schermo del computer iniziò
l’elaborazione accendendo le grandi ventole di raffreddamento poste
all’esterno della camera bianca producendo il risultato
dell’elaborazione sul monitor appoggiato sul tavolo.
L’immagine mostrava un piccolo corpo formato da una sfera nera centrale
circondata da due poliedri conici a sei facce.
“Strana forma per un atomo” sentenziò Fox.
“Infatti non è un atomo, l’ingrandimento è a 0.4 micro millimetri. In
pratica, la dimensione di un batterio”
“Strana forma per un batterio” ripeté Fox.
La forma sullo schermo piegò i due poliedri a formare un angolo di 90
gradi per poi tornare nella posizione iniziale e dissolversi.
“L’abbiamo visto tutti vero?” chiese Terr.
“Sembrava un movimento volontario. Rimane da capire se questa cosa è di
natura biologica o artificiale. Qualora fosse un organismo simile ad un
batterio dobbiamo comprendere se in questa forma possa avere
un’interazione con la bio tossina.. non sembra essere un composto
volatile e.. ”
Wood richiamò sullo schermo i dati raccolti in base alle analisi di
contaminazione della tossina della Biosyn prima di continuare la sua
spiegazione.
“.. non credo nemmeno possa essere usata come accelerante per la
diffusione: se avessi in mente di compiere una strage e volessi usare
un’arma biologica, utilizzerei un vettore per fare in modo che i
composti si uniscano più velocemente, ma, nel frattempo, non li metterei
in una cassa caratterizzata da un batterio potenzialmente interattivo..
con il rischio che il composto possa uccidere me prima dei miei
obiettivi... debbo certamente fare ancora ulteriori analisi ed elaborare
degli scenari di impiego prima di poter dare un giudizio accurato, ma
questa è la mia idea” sentenziò Alexander.
Terr prese la parola.
“ E se fosse di natura artificiale? “
Fu Fox a rispondere: “ Se fosse artificiale significherebbe avere un
nanite che può combinarsi insieme a miliardi di suoi simili e
trasformarsi in qualsiasi cosa, le applicazioni ingegneristiche
sarebbero infinite. Potrebbe passare come semplice involucro ai
controlli e rimodellarsi per diventare una bomba, o un oggetto comune da
posizionare sulla scrivania della vittima di turno. Potrebbe addirittura
diventare un oggetto fisicamente complesso composto da più parti, come
un pad e sarebbe indistinguibile per uno scanner. I naniti possono
essere programmati a proprio piacimento per svolgere qualsiasi funzione.”
“In entrambi i casi abbiamo un problema” disse Terr osservando i colleghi.
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