[Stml17] 3.0 - Alte Uniformi e Sorrisi Smaglianti

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Ven 11 Dic 2015 20:10:18 CET


Ecco il mio brano, spero vada bene. :)

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*Brano: 03-00*

*Titolo: Alte uniformi e sorrisi smaglianti*

*Autore: Lon Basta (Silvia B.)*

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*USS Hope – Bar di Prora – 06 Gennaio 2395 – Ore 22:00*

“Cosa?!”

Ferris Bueller sollevò lo sguardo dalla tazza che teneva con entrambe le
mani per fissare Luna.“Stai diventando ripetitiva”.

“Ah!”

“Cos’è quell’‘ah!’?” Chiese in tono piatto il capitano.

“Scommetto che non hai fatto nulla per protestare”. Sibilò il cadetto
Catalunya Jones della Casata di Klaa incrociando le braccia sul petto.

“E cosa avrei dovuto dirle?! ‘Suvvia ammiraglio, la nave è stata quasi
distrutta, abbiamo catturato dei romulani e rischiato un incidente
diplomatico, ma veda il lato positivo, siamo vivi!’”

“Umpfh!”

La lezione era terminata da poco ed entrambi si erano rifugiati nel bar
della Hope, unica zona di tutta la nave dove non girassero tecnici e
addetti alle riparazioni. Bueller lanciò un’occhiata all’espressione
seccata di Luna e, con un sospiro, si raddrizzò sulla sedia. “Vedi il lato
positivo…”

Per tutta risposta la ragazza socchiuse gli occhi diffidente.

“Andremo su un pianeta questa volta…”

“Bella roba”. Lo stroncò Luna.

“Ci saranno feste…”

“Cui non è detto saremmo invitati a partecipare”. Sottolineò lei.

“Conosceremo persone nuove…” Il tono del capitano era sempre più
scoraggiato.

“Alle quali dovremmo rivolgere sorrisi finti”.

“Parteciperemo per la prima volta ai festeggiamenti per l’ingresso di un
popolo nella federazione!”

“Per i quali saremmo costretti ad indossare le alte uniformi. E questo lo
chiami lato positivo Ferris?”

“No,” scosse la testa scoraggiato Bueller, “ma se non altro non ci
metteremo nei guai”.





*USS Hope – Infermeria – 07 Gennaio 2395 – Ore 08:00*



“E chi dice che non ci metteremo nei guai? Guardi cos’è successo quando
dovevamo ‘solo’ mappare una nebulosa”, con le mani sui fianchi, ferma sulla
soglia, la dottoressa Melanne Grahan rivolgeva all’infermeria uno sguardo
critico. Al suo fianco, con le mani giunte dietro la schiena, il primo
ufficiale Xyr del clan Clos, fissava altrettanto seriamente l’ambiente.
“Sembra abbiano fatto un buon lavoro”, commentò dopo qualche secondo di
silenzio.

Accigliata, e non del tutto convinta, Melanne fece un passo in avanti a
ispezionare il suo regno. Xyr, rimasta ad osservarla dall’ingresso, attese
pazientemente che la dottoressa girasse per l’infermeria controllando la
strumentazione e verificando i monitor. “Non saremo soli”, disse dopo
qualche istante, “ci sarà la USS Ammard”.

Melanne distolse finalmente l’attenzione dall’infermeria per guardare Xyr
sorpresa. “Ci danno una scorta?”

“Ufficialmente la Ammard ha il compito di portare l’ambasciatore Vinard e
il suo staff su Manlas”, specificò l’andoriana con una smorfietta, “noi
siamo stati invitati in rappresentanza dell’Accademia della Flotta
Stellare”.

“E ufficiosamente?”

Xyr esitò un secondo prima di rispondere, “penso che l’ammiraglio voglia
tenerci sotto controllo”.



*USS Hope – Ponte Ologrammi – 07 Gennaio 2395 – Ore 10:00*



“Il termine ‘controllo’ è inappropriato, signor Basta. Sarà molto utile
usufruire dell’esperienza di ufficiali esperti”, Rest camminava a fianco di
Lon Basta dopo la lezione di diplomazia. Il betazoide non aveva fatto nulla
per attirare la sua attenzione, anzi, aveva cercato di allontanarsi come al
solito silenziosamente, ma il vulcaniano l’aveva chiamato per informarlo
della missione che li attendeva.

Seppur di solito sollevato dai momenti di ‘silenzio emotivo’ che
accompagnava persone come Rest, Basta aveva scoperto di non apprezzare
affatto la compagnia del vulcaniano, soprattutto dopo aver scoperto come
l’avesse facilmente manipolato nel loro ultimo incontro.

“Se lo dice lei, signor Rest”. Rispose leggermente infastidito.

“Non è della stessa opinione?”

“No”. Nient’altro che bianco dal vulcaniano, quello era il colore giusto
per lui, con sfumature di un giallo pallido a indicarne la sottigliezza e
la pericolosità.

“Pensa di riuscire ad elaborare la sua risposta in modo più articolato?”

Il betazoide si fermò di scatto e si girò verso Rest, “se si limiteranno
semplicemente a tenerci sott’occhio, tutto quello che impareremo sarà come
sfuggire al loro controllo”:

Rest inarcò un sopracciglio. “Perché mai dovremmo farlo?”

“Perché potrebbe tornarci utile”. Rispose seccamente Basta per poi
allontanarsi  rigidamente lungo il corridoio.



*USS Hope – Alloggio del Consigliere – 07 Gennaio 2395 – Ore 13:00*



“Utile in che senso?” Caytlin seguiva l’andare avanti ed indietro di Paulo
Rodriguez perplessa. Il capo operazioni si era presentato all’improvviso
chiedendo un colloquio, ma aveva parlato di tutto tranne che del vero
motivo per cui era venuto li.

“Mi chiedevo”, l'uomo si fermò accanto alla piantina di FresinJa
studiandone i petali delicati con un’espressione assorta, forse finalmente
sarebbero arrivati al punto, “di questo pianeta dove andremo, ci sarà
qualcosa di interessante da sapere no? Giusto per essere preparati a quello
che ci aspetta”. Si affrettò a specificare allungando una mano verso uno
dei petali.

Il consigliere si sporse leggermente in avanti per allontanare la piantina
e piegò la testa di lato per osservare il volto di Rodriguez. “Manlas è una
piccola federazione di pianeti, la loro è una democrazia stabile da almeno
tre secoli, non conoscono guerre da un centinaio di anni e hanno scoperto
il viaggio interstellare da altrettanto tempo. Era da almeno un anno che il
consiglio federale stava valutando la loro richiesta di ammissione e
finalmente ha deciso. Cosa intende per interessante?”

Rodriguez storse il naso e accennò un sorriso, “come supponevo, niente di
utile”, si sedette sul divano di fronte a lei, “Possibile che non abbiano
niente di fuori dal normale, che so”, esitò prima di proseguire, “un
commercio non ufficiale? Tipo il contrabbando?”.

“Signor Rodriguez”, Caytlin sospirò, “ho passato le ultime ore a studiare
tutta la documentazione che ci è stata messa a disposizione sulla
federazione Manlas, o Convegno come preferiscono chiamarsi, e non ho
trovato nessun riferimento a simili attività illegali,” calcò la voce
sull’ultima parola, “Tuttavia, se questo può rassicurarla, sono certa che,
se c’è qualcosa che non va, il capitano Bueller lo troverà sicuramente”.


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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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