[Stml17] Rest - 02-01: Del come e del perché ci ritroviamo con una navetta conficcata in Sala Macchine
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Mer 8 Lug 2015 16:33:15 CEST
Primo: non avevo ricevuto la prima mail... Mi viene il dubbio di essermi
persa qualcos'altro...
Secondo: ottimo pezzo!!!
Terzo: nel 2394 la classe D'deridex romulana è stata quasi integralmente
rimpiazzata dalle classe Norexan...
Bravo Fede!
Luna vi farà impazzire... XD
S.
Il 08/lug/2015 15:47, "Franco Carretti" <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:
> Santoddio che pezzone! Fantastico!
>
> C'è solo un punto strano:
>
> *"Però a bordo c'é una forma di vita..." fece notare Xyr, quasi strappando
> di mano l'analizzatore all'Umano. La bella Andoriana digitò alcuni comandi
> con le lunghe ed affusolate dita blu. In risposta, l'analisi avviata
> dall'Ingegnere Capo venne messa in secondo piano ed il piccolo schermo
> evidenziò un diagramma d'onda che prima compariva solo come un piccolo
> simbolo di sfondo "si direbbe un Betazoide..."*
>
> Quindi Xyr aveva visto che era betazoide, ma poi in sala riunioni:
>
> *“Non sono Romulani?” domandò invece Xyr, piuttosto stupita dalla cosa.
> Aveva scansionato lei stessa il corpo del ferito trovato all’interno della
> navetta ed il tricoder aveva confermato di trovarsi di fronte ad un essere
> proveniente dal pianeta Romulus “Beh…ci assomigliavano molto…”*
>
>
> Quindi c'è qualcosa che non va probabilmente a causa del bagno del
> cellulare :)
>
> Comunque è una gran figata!
>
>
>
>
>
> *Sent:* Wednesday, July 08, 2015 at 2:06 PM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] Rest - 02-01: Del come e del perché ci ritroviamo con
> una navetta conficcata in Sala Macchine
> Ok signori, ecco il mio pezzo...innanzitutto mi scuso per il ritardo e
> per l'ultima parte, forse un po' tirata via...
> purtroppo il mio cellulare ha ben pensato di farsi un tuffo nella ciotola
> dell'acqua del cane e di autodistruggersi di conseguenza...ergo ho perso
> parte del lavorato ed un mucchio di tempo, ma tant'è...
>
> Alla fine qualcosa ho prodotto, ispirandomi principalmente ai seguenti
> episodi:
>
> TNG 5x24: The Next Phase - Un’altra dimensione
> TNG 7x12: The Pegasus - La Pegasus
> ENT 4x22: These Are The Voyages - Questi sono i viaggi...
>
> Spero che l'idea sia di vostro gradimento!
>
>
> ***************************************************************************************************************
> *Brano: 02-01*
> *Titolo: Del come e del perché ci ritroviamo con una navetta conficcata in
> Sala Macchine*
> *Autore: Rest figlio di Retok*
> *Brano precedente: Missione o punizione?*
>
> ****************************************************************************************************************
>
> *U.S.S. Hope – Aula di Formazione nr. 3 - 30 dicembre 2394 - Ore 09:01*
>
> Paulo accolse la fine della lezione di meccanica quantistica con malcelata
> soddisfazione e, con un colpo di reni, si tirò in piedi avviandosi verso
> l'uscita dell’Aula...aveva cose molto più interessanti, divertenti e
> potenzialmente redditizie da fare che perdere tempo dietro noiosissime
> lezioni di Storia della Diplomazia Interplanetaria...
>
> 'Giusto Rest potrebbe trovare interessante una lezione del genere...' si
> disse, notando l'Ufficiale Tattico che, dopo aver digitato tutto il tempo
> della lezione sul proprio DiPadd, stava ora apprestandosi ad abbandonare a
> sua volta l'aula per assumere il suo ruolo istituzionale a bordo della Hope.
>
> Passando accanto al collega, però, il Capo Operazioni si accorse che
> neppure il Vulcaniano doveva essere lo studente modello che aveva
> immaginato. Il suo elaborato digitale, infatti, pareva una stringa di
> programma olografico e - a giudicare da quel che poteva vedere - doveva
> trattarsi della simulazione di uno scontro tra astronavi.
>
> "Ma come, Rest...anziché prestare attenzione alla lezione e prendere
> appunti si mette a compilare oloprogrammi di addestramento?" buttò lì senza
> riuscire a trattenersi. La natura del collega - decisamente in antitesi con
> la sua - lo spingeva alla sfida con alterni risultati, ma si trattava
> sempre di scontri piuttosto interessanti!
>
> Il Vulcaniano sollevò su di lui uno sguardo infastidito ma per nulla
> stupito, segno che era conscio della sua presenza nonostante il trambusto
> generato dai Cadetti che lasciavano l'aula e l'attenzione che pareva dare a
> ciò su cui stava lavorando "Le assicuro, Comandante, che ho prestato tutta
> l'attenzione necessaria alla lezione e che l'addestramento mnemonico al
> quale sono stato sottoposto sin dall'infanzia rende sostanzialmente inutile
> l'atto di appuntare i dettagli della medesima, specie alla luce del fatto
> che si tratta di una lezione olografica, il cui contenuto é di immediata
> consultazione per tutti..."
>
> La risposta, nonostante i due si stessero ora fissando, fu data senza
> smettere di digitare stringhe di codice. Quando fu apparentemente
> soddisfatto, Rest salvò il lavoro svolto e si alzò, aggiungendo "Ad ogni
> modo non si tratta di un programma di addestramento, ma della simulazione
> del test della Kobayashi Maru. Stavo rivedendone la programmazione
> originale alla ricerca di una modalità di risoluzione..."
>
> Tutti gli Ufficiali Superiori della Hope conoscevano quel test perché
> tutti - in previsione di quella crociera di addestramento - avevano seguito
> i corsi base di Comando. Si trattava di un test particolare, la cui
> programmazione presentava uno schema non-vincente al quale i Cadetti
> dovevano tenere testa mostrando capacità creative nel modificarne i
> parametri di base per giungere alla vittoria. Ciò premesso, Rodriguez non
> riusciva a comprendere il senso delle parole del collega, cui disse "Mi
> scusi, Rest...ma non credo di capire. A quanto so, anche lei ha già
> superato questo test, no? E allora perché se lo ristudia?"
>
> "Lo ho superato modificandone i parametri," affermò il Vulcaniano, dicendo
> quella che all'altro pareva una ovvietà "ma in realtà trovo di maggiore
> interesse la modalità di esecuzione iniziale del test. Originariamente,
> infatti, il test era semplicemente uno schema non-vincente, programmato per
> formare i Cadetti al fine di trasmettere loro la consapevolezza
> dell'esistenza di situazioni non vincenti e per studiarne la reazione di
> fronte ad esse. Solo successivamente é diventato uno strumento di
> valutazione dell'inventiva dei Cadetti stessi."
>
> "Quindi lei sta cercando di vincere lo schema non-vincente iniziale senza
> barare?" domandò incredulo Paulo, mentre i due imboccavano il medesimo
> corridoio diretti al più vicino turboascensore.
>
> "Nessuno schema é perdente a priori, Comandante..." ribatté Rest, forse
> piccato dal tono del Capo Operazioni "con il giusto tempo e la giusta
> preparazione é sempre possibile individuare una strategia vincente. In
> questo caso specifico, si tratta di un semplice confronto di astuzia
> strategica tra il candidato e chi ha programmato il test..."
>
> "E...come va questa sfida?" domandò Paulo, piuttosto divertito dalla
> spocchiosità del Vulcaniano e con l'intenzione di fargli abbassare un po'
> la cresta...dopotutto, se in più di 150 anni nessuno aveva battuto
> lealmente il test della Kobayashi Maru, cosa faceva credere a Rest di
> poterci riuscire?
>
> "Per il momento rimane... sfidante..." rispose diplomaticamente il
> Tattico, lasciando che le porte della piccola cabina si chiudessero dietro
> di loro. Lasciati passare alcuni secondi, però, attivò il comando che
> bloccava il turboascensore e aggiunse "Comandante...ho notato che il suo
> rapporto circa gli eventi intercorsi durante la missione di liberazione del
> Consigliere e degli altri membri dell'equipaggio dal mercato degli schiavi
> é a tutt'oggi...lacunoso in alcuni punti. Posso avere una stima del tempo
> necessario a renderlo definitivo?"
>
> “Lacunoso?” rispose Paulo, preso in contropiede da quel repentino cambio
> di argomento “In che senso…”
>
> “Ho notato che il suo rapporto non approfondisce la consistenza e la
> tipologia della totalità dei materiali che ha ritenuto opportuno…requisire
> da quel luogo…” ribatté con una accurata scelta di parole il Vulcaniano,
> tenendo gli occhi fissi sul collega delle operazioni alla ricerca di una
> qualsiasi reazione visibile.
>
> Ma Paulo Rodriguez era un uomo dalle mille risorse e dalla faccia di
> bronzo nota a decine di tavoli da gioco sparsi per il settore terrestre e –
> dopo quella iniziale reazione di stupore – il suo viso assunse una
> neutralità emotiva così studiata da renderlo l’orgoglio di un qualsiasi
> istruttore di Kolinahr mentre rispondeva “Ad essere sincero ho lasciato ai
> miei uomini la maggior parte delle attività di verifica, ripromettendomi di
> verificare che tutto fosse in ordine al più presto. Ma sa…questa è una
> vecchia nave e ci sono sempre mille piccoli problemi. Ad ogni modo, se mi
> dice cosa ha notato manchi posso fare un controllo al più presto.”
>
> “Gliene sarei effettivamente grato…” rispose Rest, apparentemente
> accettando quella risposta “in particolare sono interessato al rapporto
> circa quelle quattro testate quantiche che si trovano al momento depositate
> nella stiva del vascello del Cadetto Jones, in una zona prossima al motore
> e pesantemente schermata alle emissioni di radiazioni…e sensorie…”
>
> A quelle parole, Paulo non riuscì però a reprimere un leggero aumento
> della sudorazione, come se qualcuno avesse alzato la temperatura in quel
> dannato ascensore di una decina di gradi “Ah…quelli…” disse solo, mentre la
> sua mente agiva rapidamente per trovare una risposta soddisfacente, una di
> quelle che non lo avrebbe fatto finire di fronte ad una corte marziale
> “effettivamente li ho requisiti perché mi sembrava inappropriato che una
> simile tecnologia bellica, coperta dal più alto segreto militare, fosse
> disponibile a chiunque in un posto come quello. Quanto al rapporto, non li
> ho inseriti perché, da una prima analisi, mi sono parsi falsi…”
>
> “Falsi?” domandò l’Ufficiale Tattico, sollevando un sopracciglio
> interrogativo.
>
> “Sì…” convenne Paulo, ora più sicuro di sé, visto che aveva iniziato a
> trovare la strada giusta “naturalmente non sono un esperto di esplosivi, ma
> le analisi preliminari della scocca esterna mi hanno lasciato alcune
> perplessità e ho preferito aspettare ad inserire nel rapporto il
> ritrovamento di simili armi, se non ero certo che fossero vere. Volevo
> innanzitutto sottoporre la struttura di quelle testate ad una analisi
> approfondita ma – come sa – la maggior parte delle risorse di calcolo del
> computer sono al momento dedicate all’Astronomia, quindi non potrò farlo
> fino a completamento della missione attuale.”
>
> “Capisco…” rispose – apparentemente meditabondo – Rest. Dopo un attimo
> aggiunse “Sarei comunque più tranquillo se le testate – o presunte tali –
> venissero trasferite in armeria e poste sotto controllo della sicurezza.
> Inoltre gradirei assistere alle successive analisi, quando avrà modo di
> porle in essere. Ho avuto modo di studiare questa tipologia di armi e
> potrei essere di supporto…”
>
> “Naturalmente…” rispose il Capo delle Operazioni, tirando un invisibile
> sospiro di sollievo quando vide Rest digitare un comando sul controller del
> Turboascensore e farlo ripartire. Forse avrebbe aggiunto anche
> qualcos’altro, se dopo aver percorso una decina di metri, la cabina non si
> fosse nuovamente bloccata con un contraccolpo tale da farlo cadere a terra
> “Che accidenti…?”
>
> Rest, che era riuscito ad appoggiarsi ad una delle pareti curve per
> sostenersi, si avviò rapidamente ai comandi solo per scoprire che l’energia
> principale sembrava disattiva. Prima che potesse dire qualcosa, l’ascensore
> si riavviò, percorse un altro ponte e si bloccò di nuovo, mentre l’intera
> nave veniva scossa violentemente.
>
> “Maledizione, che sta combinando Doohan in Sala Macchine?” sbottò l’umano,
> riuscendo finalmente a rialzarsi e ad accedere al computer, appena tornato
> in funzione. Verificate un paio di cose su di una mini schermata di
> controllo danni, aggiunse “Non è possibile…qualcosa ha interrotto sia
> l’energia principale che la secondaria. Adesso stiamo andando a batterie…”
>
> Mentre parlava, le porte si aprirono sulla Plancia del vascello, mostrando
> che – al momento – sembrava non esserci una catena di comando efficiente.
> Degli otto cadetti presenti, infatti, solo la timoniera Luna Jones pareva
> avere il pieno controllo di sé, mentre riferiva che il timone pareva
> rispondere anche se – a causa dell’interruzione dell’energia principale –
> erano usciti dalla Curvatura. Per contro, l’ufficiale che sedeva sulla
> Poltrona di Comando– il Tenente Aston – sembrava piuttosto spaesato e
> sopraffatto dai rapporti che riceveva contemporaneamente da tutte le
> postazioni.
>
> “Signori....” disse con voce greve e forte il Vulcaniano, sovrastando i
> rapporti confusionari ed attirando l’attenzione di tutto il personale di
> Plancia, mentre Paulo Rodriguez si dirigeva con un ghigno alla postazione
> delle Operazioni “credo sia opportuno che interrompiate i vostri rapporti e
> procediate con ordine di priorità, così da poter efficientemente stabilire
> l’esatta situazione della nave.”
>
> Si trattava di certo di un consiglio sensato, quindi tutti vi si
> attennero. Purtroppo ognuno degli addetti alle postazioni di Plancia
> riteneva che le proprie informazioni fossero le più rilevanti, quindi tutti
> – con l’eccezione dei due nuovi arrivati e di Aston - ricominciarono a
> parlare contemporaneamente.
>
> Rest provò per un secondo l’istinto di estrarre dall’armadietto tattico un
> Phaser per sparare un colpo di avvertimento nel mezzo di quella mandria di
> incapaci ma – prima ancora che la sua mente iniziasse ad individuare le
> migliaia di motivazioni che classificavano questo desiderio come una
> illogica esternazione di frustrazione – un fischio penetrante interruppe di
> nuovo il chiacchiericcio, costringendo quasi tutti a zittirsi e tapparsi le
> orecchie.
>
> Il Vulcaniano osservò con un accenno di curiosità Paulo che – toltosi due
> dita dalla bocca – ricominciava a lavorare come se nulla fosse. Prima che
> qualcuno potesse ricominciare a parlare, però, aggiunse con tono di voce
> che non ammetteva repliche “Credo sia opportuno che parliate solo quando
> siete interpellati, dato che non sembrate in grado di capire da soli il
> corretto ordine di priorità.”
>
> Ottenuto un silenzio di tomba a quelle parole, il Vulcaniano si volse
> verso l’Ufficiale in Comando, per cedergli la parola. Forse timoroso di
> sbagliare – o, più probabilmente, temendo di essere ricompreso nel novero
> degli incapaci – Aston gli fece cenno di proseguire e lui non se lo fece
> ripetere due volte. Mentre prendeva posto al Tattico, avviando una
> scansione di prossimità e rivedendo al contempo il diario dei sensori,
> aggiunse “Tenente Jones, stato della navigazione e dello spazio
> circostante.”
>
> “Siamo stati strappati fuori dalla Curvatura per mancanza di energia alle
> gondole…” affermò la Mezza-Klingon senza neppure consultare di nuovo i
> propri strumenti “Fortunatamente sono stata veloce ad accorgermi del calo
> di potenza e ho potuto compensare, o avremmo subito danni. Ad ogni modo ora
> siamo in arresto completo e non ci sono altre navi o ostacoli alla
> navigazione nel raggio dei sensori.”
>
> “Confermo dai sensori tattici…” commentò quasi tra sé e sé Rest “Stato
> della nave, signor Rodriguez?”
>
> “Stiamo procedendo con l’energia di emergenza. La reazione del Nucleo è
> stata soppressa e i reattori ad impulso hanno subito un arresto di
> emergenza per evitare contraccolpi dovuti al reflusso energetico. Parte
> della rete EPS nella zona tra la Sala Macchine ed il Punte di Lancio è
> stata interrotta da qualcosa, ma non rilevo perdite di Plasma rilevanti. Il
> reflusso energetico ha inoltre causato diversi danni ai sistemi:
> attualmente abbiamo perso le comunicazioni, la propulsione a Curvature ed i
> sistemi tattici”
>
> “L’Infermeria comunica che abbiamo circa una dozzina di contusi a causa
> della brusca uscita dalla Curvatura ed un paio di feriti per esplosioni di
> condotti EPS sui ponti inferiori, ma nulla di grave…” si intromise il
> Guardiamarina Anister, dalle comunicazioni.
>
> Rest fulminò con una occhiataccia la giovane Betazoide, rea di aver
> parlato senza essere stata interpellata, ma scelse di non dirle nulla
> verbalmente, mentre aggiungeva “Molto bene, signor Rodriguez, dia la
> priorità al riavvio dell’energia secondaria ed alla riattivazione dei
> sistemi tattici. Signor Jones, ho rilevato una zona di materia densa nelle
> propaggini della nebulosa che stiamo costeggiando. Si diriga a pieno
> impulso in quella direzione, così che possiamo mantenere un basso profilo
> finché non avremo ripristinato i sistemi tattici.”
>
> “Pensa che ci sia qualcuno che intende attaccarci?” domandò stupito Aston,
> che nel frattempo si era alzato dalla poltrona centrale della Plancia quasi
> scottasse “Che quel che è successo fosse un attacco?”
>
> “Non ho elementi per rispondere a questa domanda,” affermò semplicemente
> il Vulcaniano, mentre richiamava a video le letture dei sensori tattici
> relative ai minuti precedenti, per tentare di capire cosa fosse
> effettivamente successo “ma non posso neppure escludere tale ipotesi. Ergo,
> preferisco eccedere in cautela che in avventatezza. Computer, attivare la
> condizione di Allarme Giallo.”
>
>
> *U.S.S. Hope - Sala Macchine - Contemporaneamente*
>
> "Me lo rispieghi..." chiese il Capitano Bueller, osservando con una
> torsione del collo il muso della navetta sconosciuta che spuntava
> parzialmente dal soffitto della Sala Macchine. La navetta non sembrava aver
> sfondato la paratia di separazione tra i ponti della nave, ma essere fusa
> in essa.
>
> Nella stessa posizione del suo ufficiale comandante, il Cadetto James
> Doohan III, Ingegnere Capo della Hope, aprì la bocca a vuoto un paio di
> volte, come se non sapesse come iniziare la sua spiegazione. Alla fine
> disse "Non lo so, signore. Un momento andava tutto bene...poi l'energia
> principale é saltata e - tra mille cortocircuiti - é iniziata una reazione
> di riflusso nel Nucleo. Quando siamo riusciti a spegnerlo, ho alzato gli
> occhi al soffitto e la nave era lì...nessun rumore, nessun detrito
> caduto...come se si fosse materializzata dal nulla."
>
> "Di solito le navette non compaiono dal nulla..." commentò Bueller, senza
> riuscire a staccare gli occhi dal muso di quel piccolo veicolo spaziale. La
> forma gli era sconosciuta, ma il modello avrebbe potuto far pensare
> all'evoluzione di una nave Federale. Nonostante lo scafo nero come la
> notte, infatti, gli oblò frontali avevano la stessa forma leggermente
> stondata di quelli di un Runabout ed anche la punta di una gondola, che
> spuntava dal soffitto sotto la struttura principale, aveva un aspetto che
> poteva richiamare quelli usati dalla Flotta per i suoi vascelli di piccolo
> tonnellaggio.
>
> Il Capitano si volse allora verso Tucci, che fino a quel momento era
> rimasto in silenzio dopo la sua iniziale ammissione di colpa. L'Ufficiale
> Scientifico non parve cogliere l'implicito invito a prendere parte alla
> conversazione, quindi Bueller si schiarì la gola un paio di volte e -
> infine - lo richiamò all'ordine dicendo "Tucci, lei che ne pensa?"
>
> Il giovane Umano sollevò spaesato lo sguardo dal terminale che stava
> studiando e disse con voce colpevole “Non so da dove sia venuta, signore…ma
> ho il tremendo sospetto di sapere perché sia comparsa qui…”
>
> “Immagino che centri qualcosa con quanto ha affermato poco fa, ovvero che
> è colpa sua…” commentò Xyr, che se ne stava immobile a braccia conserte
> alla destra del Capitano, l’attenzione equamente suddivisa tra le procedure
> della Sala Macchine, le conversazioni in corso e la navetta che spuntava
> sulle loro teste.
>
> Bueller le lanciò un’occhiataccia ma Edison parve non accorgersi
> dell’interazione tra i due colletti rossi, rispondendo “Io…forse, signore.
> Come certamente saprà, io ed il signor Doohan avevamo riscontrato alcune
> anomalie circa il funzionamento della Gondola di dritta. Negli ultimi
> giorni avevamo rilevato delle sporadiche perdite di potenza, come se ci
> fossero fughe di plasma da qualche parte…o come se l’energia venisse
> drenata da qualcosa…”
>
> “Mi pareva di aver autorizzato una ispezione della gondola, no?” chiese
> Bueller, che ricordava la discussione che aveva dovuto sostenere con Luna,
> quando la sua amica aveva protestato vivamente per averla costretta per un
> intero turno a procedere a velocità impulso, togliendole anche quel po’ di
> gioia datale dalla vibrazione dei motori a curvatura…testuali parole “Mi
> pare non aveste rilevato nulla.”
>
> “Infatti signore, nessuna perdita.” Convenne il Capo Ingegnere, in
> sostegno al collega della Sezione Scientifica “Per questo abbiamo
> ipotizzato che il problema potesse essere di natura diversa…che un qualche
> fenomeno spaziale causasse – a cicli costanti – le perdite che rilevavamo.
> Poiché però i sistemi non rilevavano nulla, abbiamo pensato che potesse
> trattarsi di qualcosa nel subspazio.”
>
> “Abbiamo quindi pensato di generare una piccola emissione subspaziale…una
> sorta di impulso di risonanza del Nucleo di Curvatura.” Riprese Tucci
> “Nelle nostre intenzioni avrebbe dovuto funzionare come una sorta di sonar
> subspaziale…se ci fosse stato qualcosa – anche profondamente radicato nel
> subspazio ed invisibile ai nostri sensori – l’impulso avrebbe dovuto
> colpirlo e generare una eco…”
>
> “E, mi faccia capire,” si intromise di nuovo Xyr “Avete attivato l’impulso
> e la navetta è comparsa?”
>
> “Dopo pochi secondi…” ammise Edison con un cenno del capo “Forse era molto
> vicina a noi e l’impulso la ha…attirata verso il Nucleo di Curvatura…”
>
> Effettivamente quel poco del muso della navetta che si vedeva era
> perfettamente allineato al Nucleo di Curvatura, quasi vi stesse
> precipitando contro. Constatato ciò, Bueller disse “Quindi, in sostanza, il
> vostro impulso ha in qualche modo attirato questa navetta verso il Nucleo
> ed in qualche modo l’ha costretta a palesarsi. Ma come? Da dove viene?”
>
> Nessuno rispose, quindi l’Umano aggiunse una domanda che da un po’ gli
> ronzava in testa "Potrebbe venire dal futuro?"
>
> "Io...non saprei..." affermò l'ingegnere, uscendo dal suo stato di
> confusione e cercando un tricoder, che subito accese "Ma questo possiamo
> verificarlo.” Dopo alcuni secondi di scansione, durante i quali il Primo
> Ufficiale si era avvicinata al Capo Ingegnere per vedere per prima i
> risultati, aggiunse “Non rilevo tracce di radiazione cronotonica, quindi
> penso di no...non dovrebbe essere giunta attraverso uno spostamento
> temporale"
>
> "Però a bordo c'é una forma di vita..." fece notare Xyr, quasi strappando
> di mano l'analizzatore all'Umano. La bella Andoriana digitò alcuni comandi
> con le lunghe ed affusolate dita blu. In risposta, l'analisi avviata
> dall'Ingegnere Capo venne messa in secondo piano ed il piccolo schermo
> evidenziò un diagramma d'onda che prima compariva solo come un piccolo
> simbolo di sfondo "si direbbe un Betazoide..."
>
> "Allora muoviamoci a tirarlo fuori!" ordinò Bueller, come attraversato da
> una scarica elettrica, mentre la mano dirigeva al Comunicatore " Dottoressa
> Grahan...a rapporto immediatamente in Sala Macchine!" quindi, voltandosi
> verso i presenti, aggiunse "Signor Doohan, Signor Tucci…trovate un modo di
> entrare in quell'affare, a costo di portare qui una scala e sfondare l'oblò
> frontale... Basta, prenda uno dei suoi e lo copra!"
>
>
> *U.S.S. Hope - Ponte di Lancio – 30 dicembre 2394 - Ore 9:25*
>
> "Molto bene Rest, tenga sott'occhio la situazione esterna e mi avverta di
> qualsiasi cambiamento. Fino a diverso ordine mantenga tutti i sistemi in
> Allarme Giallo."
>
> Dopo un veloce scambio di informazioni con l'Ufficiale Tattico, che gli
> pareva avesse messo sotto controllo la situazione in Plancia, Bueller si
> concentrò su quanto stavano facendo i suoi uomini, non riuscendo però a
> trattenersi dallo sbuffare, alla vista della parte posteriore della navetta
> sconosciuta che spuntava - inclinata di una quarantina di gradi - dalla
> superficie liscia del suo Ponte di Lancio.
>
> Xyr, che aveva passato gli ultimi minuti ad interrogare gli addetti al
> Ponte di Volo sull'accaduto si avvicinò a Bueller e, senza staccare a sua
> volta gli occhi dal portello attorno al quale stavano trafficando Doohan e
> Tucci, riferí "Anche gli addetti al Ponte confermano quanto già
> sapevamo...c'é stato un primo breve Black Out e subito dopo é comparsa la
> nave, già incastrata nello scafo. Quando si é materializzata c'é stata la
> seconda perdita di potenza e la nave é uscita dalla Curvatura, causando lo
> scossone..."
>
> "Bene..." commentò il Capitano, anche se non pensava affatto fosse un
> bene. Certo, la loro missione era improvvisamente diventata molto più
> interessante ed eccitante, ma quella navetta comparsa dal nulla aveva
> causato parecchi danni alla nave...alla SUA nave. E questo non era
> accettabile! "Ora non ci resta che capire da dove diavolo si é
> materializzata e come. Ho parlato con Rest. Lui e Paulo sono in Plancia e
> stanno ricontrollando tutte le letture dei sensori. A quanto pare non c'é
> nulla di visibile nel raggio di analisi e anche le letture dei momenti
> dell'incidente non mostrano la presenza di altre navi, anomalie o altro..."
>
> "In tal caso, immagino che troveremo le nostre risposte lì dentro..."
> commentò l'Andoriana, mentre le antenne sulla sommità della sua fronte si
> tendevano verso il portello della navetta misteriosa, che Tucci e Doohan
> erano finalmente riusciti a forzare.
>
> Lon Basta, armato di un Phaser Tipo II, entrò rapidamente, seguito da un
> secondo membro della Sicurezza e, contemporaneamente, l'Ufficiale
> Scientifico Capo ed il Capo Ingegnere iniziarono a scansionare l'interno
> del veicolo.
>
> Bueller e Xyr li raggiunsero a rapide falcate e, prima che qualcuno
> potesse dire nulla, la voce di Basta richiese l'intervento della Dottoressa
> Grahan, che si era fino a quel momento tenuta a distanza per non
> intralciare le operazioni.
>
> Al richiamo del Capo della Sicurezza tutti gli ufficiali presenti si
> precipitarono nell’angusto spazio della navetta, così che la Dottoressa
> dovette spintonare Capitano e Primo Ufficiale per adempiere ai suoi doveri.
> Naturalmente, se avesse saputo che ciò che la aspettava era il corpo di un
> uomo che emergeva parzialmente da una paratia – all’interno della quale
> doveva essersi materializzato quando la navetta aveva riacquistato
> consistenza – probabilmente si sarebbe data meno da fare.
>
> Lon Basta percepì chiaramente lo shock della donna come un alone verde che
> si stendeva come un velo sui suoi pensieri ma, poiché il suo intervento era
> necessario, attirò l’attenzione dell’amica sul secondo passeggero
> “Dottoressa, non credo possa fare più nulla per quell’uomo…questo, d’altro
> canto, è ancora vivo.”
>
> A quelle parole la Dottoressa Grahan si riscosse e, staccati gli occhi da
> quel volto dall’espressione distorta dal dolore per quella morte così
> improvvisa, si trovò ad osservare un secondo corpo, disteso a terra accanto
> ad una consolle che non era in grado di identificare. Quasi automaticamente
> il braccio si sollevò puntando il Tricoder verso il ferito e, quando vide
> un segno vitale instabile ma ancora percepibile, ordinò “Presto, serve un
> teletrasporto di emergenza in Infermeria!”
>
> “La struttura della navetta rende impossibile il teletrasporto
> dall’esterno…” disse subito Tucci, ma il Capo della Sicurezza doveva averlo
> già compreso dai suoi pensieri o dalle scansioni efettuate perché, con un
> rapido cenno, si era fatto affiancare dal sottoposto ed insieme avevano
> cominciato a spostare il ferito, cercando di farlo nel modo più sicuro
> possibile.
>
> Con uno sbuffo Melanne si accostò all’amico e gli mostrò il giusto modo di
> sostenere il collo del paziente quindi, quando i due membri della sicurezza
> lo ebbero portato fuori, disse solo “Io vado, Capitano…le farò sapere al
> più presto…”
>
> Quindi, dopo essersi messa accanto al ferito – ora sdraiato sul ponte di
> decollo – sfiorò il comunicatore e disse “Grahan a Sala Teletrasporto 1.
> Emergenza Medica, due da teletrasportare in Infermeria.”
>
> Rimasti soli all’interno della Navetta, Bueller, Xyr, Tucci e Doohan si
> guardarono per un momento, quindi fu l’Ufficiale scientifico a domandare,
> quasi timidamente “Hem…nessuno ha notato che i due passeggeri erano
> Romulani?”
>
>
> *U.S.S. Hope – Sala Riunioni – 30 dicembre 2394 - Ore 12:30*
>
> Diario del Capitano: Supplemento. Sono tre ore che le riparazioni sono
> state avviate, ma ancora metà dei sistemi automatizzati non rispondono. Al
> momento le avarie più gravi riguardano i Motori a Curvatura ed il sistema
> delle Comunicazioni. Per quanto riguarda le Comunicazioni, la Sala Macchine
> ha riferito che il sovraccarico energetico subito dal nucleo ha bruciato
> l’Antenna Subspaziale, pertanto sarà necessario organizzare una
> sostituzione della stessa, cosa che dovrà essere fatta con attività
> extraveicolare.
>
> Per quanto concerne la Curvatura, invece, il signor Doohan ha affermato
> che i motori sono in buone condizioni, ma che non sarà possibile alimentare
> la Gondola di sinistra fintanto che non avremo rimosso la navetta
> sconosciuta dal soffitto della Sala Macchine, dato che pare si sia
> incastrata esattamente all’interno di uno dei giunti EPS principali.
>
> Attualmente abbiamo ripristinato l’Energia Secondaria e – su suggerimento
> del signor Rest – siamo nascosti all’interno di una zona particolarmente
> densa della Nebulosa che stavamo analizzando. Ciò dovrebbe proteggerci dal
> rischio di individuazione da parte di amici dei due Romulani che abbiamo
> trovato nella navetta, per lo meno fin quando non avremo ripristinato le
> comunicazioni con il Comando di Flotta.
>
> Diario personale: chiunque sia il genio che ha stilato la lista dele
> priorità negli interventi di riparazione non ha la più pallida idea di
> quanto possa essere intrattabile Luna quando si ritrova costretta a
> mangiare razioni di emergenza e a bere caffè liofilizzato…devo
> assolutamente trovare una buona scusa per convincere Xyr a mettere i
> replicatori alimentari in cima alla lista delle riparazioni…
>
> Il Capitano Bueller finì di registrare l’aggiornamento sulla situazione e,
> in attesa dell’arrivo dei colleghi inviati alla riunione, si mise ad
> osservare la nebulosa al di fuori degli oblò di osservazione. Si trattava
> di uno spettacolo impressionante, visto da così vicino, ma Ferris aveva ben
> altro per la testa. Aveva a bordo due ufficiali Romulani su una navetta
> sconosciuta, ma di fattura non Romulana. Uno era certamente morto, mentre
> l’altro pareva ferito gravemente. La nave aveva subito avarie ai sistemi
> principali e – anche se si trattava di riparazioni facili – lo impensieriva
> avere a che fare con i Romulani ed essere tagliato fuori dal Comando di
> Flotta.
>
> ‘Dovrei inviare una sonda, con un rapporto sulla situazione…’ si disse. Ma
> sapeva perché ancora non lo aveva fatto. Quella era la loro seconda
> missione ed erano già riusciti a ficcarsi in un mare di guai entrambe le
> volte. Questa volta sarebbe stato il caso di comunicare all’Ammiraglio
> Lennox qualcosa di più di un <<Non stavamo facendo niente di male, ma una
> navetta Romulana ci è comparsa in Sala Macchine scassando un po’ tutto…ah,
> abbiamo anche un cadavere Romulano in obitorio, o almeno qualche suo
> pezzo…>>
>
> Decisamente…
>
> “Invierò la sonda dopo la riunione.” Borbottò, alzandosi in piedi e
> sistemandosi la parte superiore dell’uniforme. Quella era la soluzione
> migliore, si disse. I ragazzi avevano di certo scoperto qualcosa di utile
> in quelle tre ore che aveva concesso loro ed un rapporto con informazioni
> più utili sarebbe certo stato meglio accolto dal Comando.
>
> Come se fossero stati convocati da un suo comando mentale, i <<ragazzi>>
> entrarono a piccoli gruppi in Sala Riunioni, salutandolo e poi andando a
> prendere posto. Per primi – esattamente all’ora convenuta – entrarono Xyr e
> Rest, seguiti in rapida successione dagli altri, che parvero giungere in
> gruppetti in base alle amicizie che si erano strette durante i precedenti
> anni di Accademia.
>
> ‘Proprio come un gruppetto di studenti…’ si disse il Capitano Bueller,
> prima di prendere la parola affermando senza troppi preamboli “Molto bene,
> signori…abbiamo un rapporto da inviare all’Ammiraglio Lennox, quindi voglio
> solo un paio di risposte semplici e chiare: chi cavolo sono quei Romulani,
> perché si trovavano così vicini alla Hope e come accidenti hanno fatto a
> materializzarsi nel soffitto della nostra Sala Macchine?”
>
> “Beh…innanzitutto non sono Romulani…” affermò leggermente turbata la
> Dottoressa Grahan, arrossendo quasi immediatamente alle occhiate sorprese
> lanciategli da tre quarti dell’equipaggio. Tutti i presenti avevano visto
> quei corpi – o quantomeno le riprese effettuate dalle olocamere di
> sorveglianza mentre venivano portati via – ma solo Rest, da bravo
> Vulcaniano, riuscì a nascondere lo stupore a quelle parole. Lui e Lon
> Basta, anche se forse il Telepate era già stato messo al corrente della
> cosa, dato che era arrivato insieme alla dottoressa.
>
> “Non sono Romulani?” domandò invece Xyr, piuttosto stupita dalla cosa.
> Aveva scansionato lei stessa il corpo del ferito trovato all’interno della
> navetta ed il tricoder aveva confermato di trovarsi di fronte ad un essere
> proveniente dal pianeta Romulus “Beh…ci assomigliavano molto…”
>
> “Erano alterati chirurgicamente per sembrarlo…” spiegò la Dottoressa,
> tirando fuori dalle tasche del camice da medico un piccolo contenitore
> sterile al cui interno vi era un piccolo circuito nero “inoltre… ognuno di
> loro aveva uno di questi, innestato della parte superiore della colonna
> vertebrale. Emette un falso segnale che integra le bioemissioni del corpo,
> creando una falsa traccia. I nostri analizzatori li leggevano come
> Romulani, ma i due appartengono a specie Federali. Quello sopravvissuto è
> un Umano, mentre l’altro era un Betazoide.” La donna fece una pausa, prima
> di aggiungere “Inutile che vi dica che non avevo mai visto un apparecchio
> del genere prima. Una cosa simile può essere fatta con un Tricoder, ma per
> breve tempo ed è facilmente identificabile. Il segnale di quest’affare è
> praticamente perfetto. Se non avessi operato uno dei due e fatto l’autopsia
> all’altro, probabilmente, non me ne sarei accorta pur avendoli su di un
> bioletto dell’Infermeria.”
>
> “Li ha identificati?” domandò semplicemente Rest, mentre i colleghi ancora
> stavano rimuginando sulle implicazioni di quel che era stato loro rivelato.
>
> “L’Umano si chiama John Smith, un contadino del Kansas…” affermò la Grahan
> con il tono di chi è incredulo circa ciò che sta riferendo “mentre il
> Betazoide si chiamava Alari Sten, un bibliotecario di Medela III.”
>
> “I nomi sono evidentemente fasulli,” affermò Rest, senza neppure alzare lo
> sguardo sui colleghi “si tratta di nomi e cognomi comuni estremamente
> diffusi su entrambi i pianeti, di conseguenza – tenendo conto delle
> circostanze - le probabilità che si tratti di identità di copertura sono
> del 91,36%”
>
> Bueller fece cenno di essere d’accordo con la testa, quindi osservò gli
> altri e disse “E della navetta che mi dite? Di chi è? Che ci faceva qui e,
> soprattutto, come ci è comparsa dentro la nave?”
>
> “La navetta risulta essere uno yacht da diporto appartenente ad un tale
> Myelos, un Boliano residente in Atarsis, un mondo extrafederale ai confini
> con lo spazio Ferengi.” Riferì Lon Basta, che aveva usato i codici del
> radiofaro (spento) della navetta per cercare indizi sulla sua origine “Ma,
> devo ammettere, per essere una navetta civile è stata pesantemente
> modificata.”
>
> “Navetta civile un accidenti!” Esclamò Paulo Rodriguez, che aveva passato
> le ultime tre ore a studiare i sistemi di quella navetta, o perlomeno
> quella parte di sistemi che non erano diventati parte integrante del loro
> Ponte di Volo “schermatura antisensoriale, dispositivo di occultamento,
> sensori attivi e passivi ad altissima definizione, reattore Antimateria in
> grado di produrre una quantità di energia sufficiente ad alimentare una
> nave tre volte più grande. E questo è solo quello che sono riuscito a
> studiare. C’è anche un altro apparecchio – quello accanto a cui era
> accasciato il falso Romulano sopravvissuto – che non ho idea di cosa
> faccia, ma sembra avere un output di energia enorme. Tutto ciò che posso
> dire che non è parte della dotazione standard della navetta, ma pare essere
> stato aggiunto in un secondo momento, collegandolo direttamente ad un
> condotto del Plasma dopo aver scavato una sorta di nicchia nel pavimento.”
>
> “Potrei sbagliare…” azzardò Tucci, apparentemente perso dietro mille
> pensieri “ma credo di aver già visto qualcosa di simile, anche se solo su
> un progetto che credevo non fosse mai stato realizzato…”
>
> Bueller dovette resistere alla tentazione di strappare a forza le parole
> dall’Ufficiale Scientifico per un intero minuto, prima che aggiungesse
> “Quello assomiglia davvero tanto ad uno sincronizzatore di fase…se così
> fosse, la navetta ci sarebbe potuta finire dentro perché era “fuori fase”
> rispetto a noi…”
>
> Questa volta neppure Rest riuscì a nascondere completamente una
> espressione di stupore, anche se la mascherò con consumata abilità in una
> alzata di sopracciglio decisamente tipica della sua razza. Fu comunque Xyr
> a chiedere “Fuori fase? Cioè quella nave ci sarebbe potuta passare
> attraverso senza difficoltà? Ho studiato qualcosa al riguardo…mi pare fosse
> un corso sugli armamenti di razze del Quadrante Delta…”
>
> “Non serve spingersi così lontani…” rispose lo scienziato, che dopo aver
> avanzato la propria ipotesi aveva effettuato anche alcune ricerche “il
> fatto che la Federazione non abbia mai ritenuto opportuno studiare questa
> tecnologia – peraltro considerata a tutti gli effetti un dispositivo di
> occultamento e quindi vietata dal Trattato di Algeron – non significa che
> non l’abbia mai incontrata. Dai miei studi ho scoperto che proprio i
> Romulani avevano sviluppato un prototipo che la sfruttasse, ma pare che non
> sia andata bene e abbia quasi distrutto la nave che lo montava…”
>
> “Umh…quindi abbiamo due membri della Federazione camuffati chirurgicamente
> per sembrare Romulani, una navetta ipertecnolgica che dovrebbe essere un
> semplice yacht da diporto e una specie di dispositivo di occultamento
> ultratecnologico, la cui tecnologia sappiamo essere stata studiata dai
> Romulani e da loro sviluppata almeno fino a livello di sperimentazione…”
> riepilogò Bueller, contando sulle dita della mano destra i fatti man mano
> che li elencava “solo a me questa cosa puzza di Servizi Segreti lontano
> anni luce?”
>
> Prima che qualcuno potesse rispondere, le luci si abbassarono e vennero
> rapidamente sostituite da quelle dell’Allarme Rosso, mentre la relativa
> sirena richiamava tutti i membri dell’equipaggio di Cadetti alle relative
> postazioni di emergenza.
>
>
> *U.S.S. Hope – Plancia – quarantasette secondi dopo*
>
> La Plancia della Hope distava dalla sala riunioni circa due minuti, ma
> Bueller ed il suo seguito di giovani Ufficiali impiegarono meno della metà
> del tempo per raggiungerla. Per ognuno di quegli interminabili cinquanta
> secondi, il Capitano della Hope si chiese che accidenti d’altro potesse
> essere successo.
>
> Luna, che in quel momento era stata messa al comando delle operazioni di
> Plancia, gli aveva solo riferito di “muovere quel dannato sedere e
> raggiungerla”, quindi Ferris non aveva molti indizi su cosa stesse
> capitando.
>
> Quando le doppie porte della Plancia si aprirono, i suoi uomini si
> lanciarono alle rispettive postazioni e l’Umano chiese solo “Che accidenti
> sta succedendo?”, ma non ebbe bisogno di alcun chiarimento, quando vide
> sullo schermo visore la massiccia ed inconfondibile sagoma di un Falco da
> Guerra Romulano di Classe D’Deridex stagliarsi sullo sfondo dello spazio
> circostante, al di fuori dell’ampia coltre di materiale gassoso e detritico
> della Nebulosa che – si sperava – li nascondesse alla immensa nave da
> guerra della Marina Imperiale.
>
> “Oh…porca…” disse una voce alle sue spalle, ma Bueller non si chiese
> neppure chi fosse stato a parlare. Di chiunque si trattasse, aveva quasi
> certamente dato voce al pensiero di tutti in quella sala.
>
> **********************************
> *END TRANSMISSION*
> **********************************
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
> a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
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> Capitano Ferris Bueller
> USS Hope - NCC-25122
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: ferris.bueller a mail.com
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> La vita scappa via in fretta. Se uno non si ferma e non si guarda attorno,
> rischia di sprecarla.
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