[Stml17] 1.11 - Xyr - Piccoli segreti
Massimo Gallo
keranydd a gmail.com
Mar 23 Giu 2015 00:02:14 CEST
Rieccomi.
Chiedere scusa é il minimo.
Sono finito in quella classica situazione da cui sembra uno non ne possa
mai uscire. Lavoro, lavoro e poi a casa l'unica cosa di cui hai voglia é
staccare un po' ma ti ritrovi a dover fare altro lavoro, perché anche a
casa c'è sempre qualcosa da fare.
Il pezzo cerca di chiudere la missione. Non so se ci sono riuscito, so
solo che avevo in mente tante cose ma poco tempo reale per scriverle così
qualcosa è rimasto fuori, qualcosa è tirato per i capelli.
Aperto ad ogni critica. Correggo di conseguenza.
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Brano: 01-11
Titolo: Piccoli segreti
Autore: Xyr del clan Clos (Massimo)
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Stazione di rifornimento Temistocle - 11 dicembre 2394 - Ore 20:30
I dadi cadevano sui tavoli da gioco. Una successione di sensazioni. Gioia,
rimpianto, rabbia, eccitazione.
La stazione era suddivisa su tre piani. Non era enorme e il Casinò sembrava
occupare buona parte del piano intermedio.
Quasi tutti quelli che si fermavano per un rifornimento dovevano finire
prima o poi a dilapidare ricchezze sui tavoli.
Tongo, Poker, Roulette Mazarita, Ji’hko Aenariano, tavoli per scommesse e
altri tavoli il cui utilizzo era pressochè sconosciuto per la maggior parte
delle razze presenti, ma non per questo doveva essere meno lucroso per i
proprietari.
I 5 membri della Hope si erano divisi per cercare notizie dei giovani
Ferengi.
Xyr aveva lasciato i due ragazzi della squadra di sicurezza a chiedere
informazioni nell’area di attracco. Aveva chiesto a Tucci e Rest di
confondersi “con discrezione” tra i vari tavoli per trovare prove della
presenza delle maledette piccole pesti.
L’Andoriana passeggiava con le mani intrecciate dietro la schiena. Era
incuriosita da come il gioco d’azzardo potesse essere un strano mezzo di
coesione così forte.
Diverse razze sembravano dimenticare le loro rivalità quando l’adrenalina,
o qualsiasi altro neurotrasmettitore scorresse nei loro corpi, scatenava la
foga del gioco. Una scommessa che lasciava col fiato sospeso, una carta che
non usciva da troppi giri, un tek’lat che non smetteva di lampeggiare sulla
casella sbagliata. Qualsiasi cosa riusciva a bloccare esseri di ogni
provenienza attorno ad un tavolo pronti a urlare, a scatenarsi, ad accusare
un baro o a festeggiare davanti ad un liquore una vittoria effimera.
Tuttavia al momento quello che stupiva maggiormente Xyr era la totale
mancanza di Ferengi all’interno del Casinò.
Per un popolo il cui unico scopo è il profitto, questa latitanza aveva
dell’incredibile.
E non si parlava solo degli studenti che forse nemmeno erano qui, ma di
qualsiasi adulto.
Durante l’attracco della Hope aveva notato almeno due navi da trasporto
Ferengi e un Pod. Dove diavolo erano finiti quei maledetti nanetti dai lobi
enormi?
Rest e Tucci la incontrarono mentre, pensosa, spilucchiava appoggiata al
bancone del bar qualche leccornia ancora viva.
“Ditemi che avete scoperto qualcosa.”
Tucci si schiarì la voce come per prepararsi ad un discorso ufficiale
davanti ad un pubblico molto più numeroso.
Quello che Xyr ancora non era riuscita a capire era il reale Tucci.
Sembrava sempre perso nei suoi pensieri, era spesso silenzioso, ma lucido
nelle sue analisi. Questo era un bene agli occhi del Primo Ufficiale. Il
male era la sua capacità di rendere prolissa qualsiasi spiegazione tecnica.
Timidezza? Difficoltà nei rapporti interpersonali? Semplice insicurezza?
L’andoriana sperò silenziosamente che l’Ufficiale Scientifico riuscisse a
rendere indolore questa parte della missione.
“In effetti qualcosa di strano c’è. Le mappe che ci sono state fornite
all’attracco evidenziano una planimetria che si basa su architettura
Yloriana. Molto complessa, ma assolutamente efficace in un contesto come
quello di una stazione.
Lungo i 3 piani della struttura, i 32 spicchi che si intersecano con le 12
sfere concentriche che sorreggono i 4 pilastri portanti rendono il
problematico controllo del flusso di navi e di persone semplicissimo da
gestire. Dovete capire che lo sforzo fatto da Ylor nell’ipotizzare questa
architettura ha portato.....” Tucci fissò Xyr negli occhi furenti e le
parole gli si bloccarono in gola. Cercò in Rest un appoggio, ma il
vulcaniano stava digitando qualcosa sul suo DiPadd senza apparentemente
prestare attenzione alla spiegazione. Con un sospiro riprese il discorso.
“Ecco, quello che cercavo di spiegare è che quella parete non ci dovrebbe
essere. Quella dietro al tavolo del Bojingo. Manca una considerevole ala di
questa zona e no, non è possibile che si tratti di una ristrutturazione o
di un errore.”
Queste ultime parole sembrarono anticipare un commento del Primo Ufficiale
che dopo qualche secondo di pausa annuì soddisfatta.
“Ottima osservazione Tucci. Ottima osservazione. Rest?”
Il vulcaniano non sollevò nemmeno per un attimo lo sguardo dalla consolle
su cui stava digitando febbrile dati su dati.
“Comandante, quante strisce di latinum le è costato il piatto che sta
mangiando?”
L’andoriana sembrò sorpresa dalla domanda. Si aspettava una risposta, non
di essere a sua volta interrogata.
“Non ho portato del latinum con me. Queste mi sono sembrate a disposizione.
Siamo in una società civile Rest, non tutto è gestito alla maniera Ferengi
e non tutto deve essere obbligatoriamente pagato.”
“Avrete sicuramente notato la mancanza di un tavolo da Dabo. Normalmente il
73,4% di tutti gli introiti di un casinò Ferengi si ottiene tramite il Dabo.
La puntata media ai tre tavoli del poker? 83 strisce. 81,9% più bassa di
quanto statisticamente converrebbe giocare per un ritorno del banco con
profitto.
Considerando il fattore di conversione del latinum come: 1 mattone = 20
barre = 400 pezzi = 40000 strisce è palese che il totale del valore di
tutti i tavoli da gioco in questo salone non raggiunga le 5 barre.
Ho contato 3 membri della sicurezza e 1 sola telecamera posizionata sul
soffitto al centro del salone che ha un ciclo di controllo di 93 secondi in
senso orario. Dividendo l’area del casinò in 4 risulta chiaro che ogni area
rimane scoperta per 69,75 secondi. Tempo sufficiente per qualsiasi tipo di
operazione illegale o irregolare ad ogni tavolo.
Questo solo da un’analisi superficiale.”
Rest alzò finalmente gli occhi dal DiPadd. Tucci e Xyr lo stavano
osservando perplessi.
L’Andoriana rivolse lo sguardo verso il muro indicato da Tucci. Prese in
mano il bicchiere da cui aveva sorseggiato una bevanda qualche attimo prima
osservandolo come a soppesarne la consistenza.
Trasse un profondo sorriso, si erse in tutta la sua altezza e senza dire
una parola si diresse decisa verso il muro senza l’apparente intenzione di
fermarsi prima dell’impatto.
Percorse i 20 metri con passo veloce e sicuro.
La scena lasciò Tucci allibito e strappò anche un inarcamento di
sopracciglio di Rest.
Ad un paio di metri dal muro la figura gigantesca di uno Zaldan bloccò
improvvisa la marcia di Xyr. Il Primo Ufficiale della Hope all’impatto col
corpo massiccio e apparentemente inamovibile lasciò andare intenzionalmente
il bicchiere che reggeva in mano. Questo proseguì per inerzia la sua corsa
e scomparve nel muro alle spalle dell’alieno.
Xyr si allontanò spingendolo in modo deciso e diretto non scusandosi per lo
scontro e tornò dai suoi colleghi cadetti.
“Comandante, tutto bene?”
“Certamente Tucci. Non capisco la sua domanda. È uno Zaldan e non avevo
nessuna intenzione di farlo arrabbiare mancandogli di rispetto scusandomi
con lui. Rest i miei complimenti, ha perfettamente ragione.”
Il Vulcaniano annuì mentre Tucci sembrava decisamente allibito.
Rest volse il suo sguardo verso l’Ufficiale Scientifico con aria di
sufficienza.
“Quest’area del casinò è dedicata a distrarre i giocatori di passaggio e i
controlli sulla legalità del gioco da parte di inviati della Federazione.
Nessuna reale puntata pesante, nessuna reale azione di sicurezza. Solo un
banale tentativo di nascondere qualcosa dietro al muro virtuale che lei ci
ha indicato. Il Comandante ha voluto verificare la teoria. Ha dimostrato
senza alcun dubbio che alcuni giocatori come lo Zaldan sono parte di
un’operazione più grande, mentre il bicchiere che ha attraversato il muro
ha dimostrato che la sua teoria architettonica, signor Tucci, era corretta.
Ora non dobbiamo fare altro che entrare in quella sala.”
“O trovare qualcuno con dell’ottimo latinum che ci aprirà le porte e ci
permetterà di camminare su un tappeto rosso” aggiunse Xyr.
Stazione di rifornimento Temistocle - 11 dicembre 2394 - Ore 23:18
=^=Confermo comandante, abbiamo individuato almeno 9 giovani Ferengi che
collimano con la descrizione fornitaci. Erano intenti a movimentare delle
casse nell’hangar. Le stavano caricando sul Pod Ferengi attraccato alla
stazione.=^=
“Grazie guardiamarina, continui a tenerli d’occhio e mi avverta se ci sono
novità. Xyr chiudo.”
Il Primo Ufficiale era in piedi vicino alla postazione scientifica. Tucci
stava cercando inutilmente di fare una scansione di tutta la stazione
Temistocle alla ricerca di fisiologia Ferengi.
“Confermo che non risulta possibile analizzare quell’area di stazione.
Qualche sorta di inibitore impedisce una lettura accurata. Non potrei
assolutamente dire chi c’è o chi non c’è in quelle stanze del Casinò.”
“Cosa hanno detto dalla Stazione?”
“Beh, si sono trincerati dietro a qualche discorso di privacy per i
giocatori. Non riesco a far cambiare loro idea e a farmi passare i codici
di verifica.”
“D’accordo Tucci, continui a provare. Per scrupolo si legga le Direttiva
sulla Non interferenza in contesti extrafederali. È stata redatta nel
Simposio di Teler IV circa 3 anni fa. Potrebbe aiutarla la prossima volta
che cerca di negoziare per avere informazioni vitali per una missione.
Rest, abbiamo fretta, proseguirei col piano.”
“Come ritiene Comandante. Ho identificato il soggetto perfetto seguendo le
sue indicazioni. La sua nave è attraccata da 3 giorni. Nelle ultime 2 ore è
stato al centro massaggi Pengo, dove può ancora trovarlo.”
Xyr si congedò con un gesto del capo e si avviò verso il turbolift.
Stazione di rifornimento Temistocle – Centro massaggi Pengo - 11 dicembre
2394 - Ore 23:40
Thomas Gerik III riemerse dalla piscina con la stessa grazia di un
ippopotamo appesantito da anni di inattività e a sentire le malelingue
anche con la stessa mole.
I suoi 140 kg di peso erano uniformemente distribuiti sul suo corpo sotto
forma di adiposi cuscinoni.
Quello che comunque colpiva non erano certo le sue sinuose forme, ma
l’opulente ricchezza che si percepiva al suo passaggio.
Due donne emersero con lui dall’acqua. Una prese un asciugamano e glielo
porse mentre l’altra uscì dall’acqua e tenne aperta la vestaglia che doveva
contenere l’umano.
Avvolto nel suo telo color latinum congedò con un sorriso le sue
accompagnatrici e si diresse verso lo spogliatoio.
Due assistenti lo aiutarono a vestirsi, non senza fatica, divincolandosi
dalle sue mani da piovra.
Afferrò una coscia di tugar romulano e iniziò a morderla mentre uscì dal
centro massaggi.
Ad attenderlo cinque ragazze i cui abiti dovevano essere stati quasi
distrutti da qualche strana arma che non intaccava i tessuti organici ma
solo quelli sintetici.
Con loro due enormi guardie del corpo e un boliano che aveva tutta l’aria
di essere il segretario personale di Gerik.
Le cinque ragazze tutte moine si avvinghiarono a quello che riuscivano del
grasso umano. Tutti insieme si diressero verso il Casinò strappando sguardi
schifati, curiosi o semplicemente invidiosi al loro passaggio nei corridoi
della stazione.
L’entrata nell’area pubblica del Casinò aumentò solo di poco il chiassoso
vocio dei giocatori.
Alcuni furono attratti dalla scena curiosa, altri dai non-abiti delle
cinque accompagnatrici.
Thomas Gerik III si diresse impettito verso la parete illusoria.
In una mano i resti del cibo che continuava a mangiare mentre nell’altra
alcune strisce di latinum che maneggiava con arte circense.
Lo Zaldan di guardia all’ingresso gli si mise di fronte.
Gerik gli rivolse uno sguardo curioso. Poi sorridente gli lasciò cadere in
mano il latinum con cui stava giochicchiando.
“Thomas Gerik III, il suo latinum e la sua compagnia chiedono di poter
essere onestamente derubati nella sala segreta”.
A questa pseudo battuta le ragazze e il segretario diedero prova di pendere
dalle labbra o dalla ricchezza del grasso mercante. Risatine false ed
esagerate misero di buon umore l’omone.
Il muro olografico si aprì e dal suo interno emersero due piccole figure.
Due giovani Ferengi si avvicinarono a piccoli e veloci passi inchinandosi
davanti a Gerik.
“Bentornato signor Gerik, mi auguro che la suite, la sala massaggi e il
ristorante offerti dalla casa siano stati di suo gradimento.” I piccoli
denti appuntiti di uno dei due Ferengi si unirono in un enorme sorriso di
circostanza.
“E spero che non sia troppo affezionato al suo latinum.“ disse il secondo
Ferengi subito zittito da una violenta gomitata da parte del primo.
“Ehm, non stia ad ascoltare mio cugino. Prego signor Gerik, lei, il suo
segretario e le sue sei accompagnatrici siete i benvenuti.”
Thomas Gerik III gonfiò la sua prominente pancia sistemandosi i ricchi
calzoni cadenti e si incamminò tronfio verso il muro. Due passi dopo si
bloccò di colpo.
“Cinque accompagnatrici. Mi sembrava fossero solo cinque prima.”
Guardò attento attorno a sè. Due gemelle Orionane dalla pelle color
smeraldo, una Rutiana dai capelli rossi, una bajoriana dai capelli corvino,
una bionda terrestre e una bianca andoriana.
Thomas cercò di concentrarsi sui visi ma fu distratto dai corpi avvolti in
abiti succinti. Lunghi spacchi su gambe affusolate e seni chiusi su
corpetti al contrario semi aperti.
L’andoriana passò dolcemente una mano sulla guancia del mercante
avvicinandosi con fare innocente al suo orecchio dove sussurrò qualcosa
sorridendo.
“.......................Sei, ovviamente erano sei....” Gerik sussulto nel
pronunciare la frase.
Il piccolo corteo entrò senza ulteriori interruzioni e rumori, tranne un
sonoro ceffone alla mano del mercante rea di essersi soffermata sul gluteo
dell’andoriana.
“Maschi, una certezza....” fu il pensiero di Xyr mentre entrava nell’area
privata del Casinò.
Lo spettacolo che la accolse avrebbe lasciato senza fiato quasi chiunque,
ma lei aveva smesso di sorprendersi anni fa, sostituendo la sorpresa stessa
con qualcosa di meglio, una ferrea disciplina, una robusta preparazione e
una profonda asocialità.
Tuttavia non potè non ammirare l’organizzazione messa in piedi dai giovani
Ferengi.
Quelle maledette piccole pesti stavano girando per i tavoli contando soldi,
portando bibite, leccando amabilmente sederi, invitando ragazze Dabo a fare
il loro dovere di distrazioni viventi.
Tutto sembrava perfettamente creato per il profitto.
Nella sala grande quasi il doppio dell’altro Casinò si trovavano decine di
tavoli tra cui 5 Dabo e 3 Huzin dove le barre di latinum quasi coprivano i
Ferengi addetti alla gestione.
"Giovani ma maledettamente svegli."
Xyr si incamminò per i tavoli lasciando un distratto mercante dirigersi con
il suo carico di ricchezza verso l’oblio del gioco.
Il piano ideato da Rest era logicamente semplice nella sua complessità.
Bastava riuscire ad entrare, identificare il generatore di interferenza che
schermava il Casinò, simularne un guasto in modo da permettere ai sensori
della Hope, leggermente modificati da Tucci, di agganciare tutti i Ferengi
sulla stazione che rientravano in definiti parametri di età e di
teletrasportarli a bordo della Hope, territorio di giurisdizione Federale e
partire con la nave il più velocemente possibile.
Xyr ci impiegò quasi 20 minuti per trovare quello che stava cercando.
Quando individuò la sala del generatore di interferenza individuò anche i
due massicci guardiani messi lì a impedire qualsiasi azione.
Pensò per qualche secondo a come agire, poi si forzò sul volto il suo
miglior sorriso e si avvicinò verso uno dei due, lenta e con la miglior
andatura sensuale fosse a lei possibile.
Lentamente sempre molto lentamente si appoggiò al massiccio Ba’Ku facendo
chiaramente intendere le proprie lascive intenzioni. Un sorriso complice da
parte dell’alieno verso il suo compagno di piantone le fece capire di aver
colpito nel segno. Attirò per la mano il Ba’Ku in una stanza che aveva
notato qualche secondo prima, sperando fosse vuota. Chiuse il tendone
dietro di sè, si avvicinò come per baciarlo, mise una mano sulla bocca del
malcapitato e lo colpì violentemente col ginocchio nel basso ventre per poi
stordirlo con una gomitata alla nuca. Svenuto, gli prese il braccio e lo
mise fuori dalla tenda agitandolo come se il guardiano stesse chiamando il
suo socio ad unirsi a loro. Il secondo piantone, un umano dallo sguardo non
particolarmente intelligente si guardò intorno poi furtivo si avvicinò alla
stanza.
Xyr gli fece crollare addosso il compagno e approfittando della sorpresa e
della mancanza di equilibrio stordì, con forse eccessiva violenza, l’umano.
“Confermo, maschi, una certezza.......”.
Le successive fasi del piano filarono senza intoppi.
Manomettere il generatore di interferenza fu semplice grazie alla sedia che
gli scagliò contro dopo aver provato a capire inutilmente come funzionasse.
Quasi immediatamente dalla sala piccole figure Ferengi cominciarono a
sparire agganciate dal teletrasporto.
Il caos cominciò a sostituire la giocosa atmosfera del Casinò. Tutti
cominciarono a scappare in preda al panico non senza prima essersi riempiti
le tasche del latinum incustodito.
Xyr sorrise per un istante.
“Xyr a Hope. Rest, prima di rientrare a bordo mi conferma che tutti i
fuggiaschi sono nostri graditi ospiti nella stiva?”
La voce che rispose fu quella inaspettata di Bueller.
=^=Posso confermarglielo io Comandante. Stavano arrivando mentre noi
riattraccavamo nella Hope. Mi sono accertato personalmente ci fossero
tutti. Poi mi spiegherà bene cosa è successo. Vorrei essere preparato prima
di affrontare l’Ammiraglio Lennox. Nel frattempo la teletrasporto
direttamente in plancia così mi comincerà a riferire. Bueller chiudo.=^=
“No! Capitano, non in plan...”
“...cia”.
Xyr si materializzò nel mezzo della plancia della Hope.
La lunga gonna rossa presentava due spacchi frontali sulle coscie che
evidenziavano i lunghi stivali, il ventre era scoperto e adornato di un
diamante sull’ombelico, mentre uno stretto corpetto nero volutamente aperto
fino quasi al limite copriva solo parte dei seni.
I capelli erano sciolti e le davano un look quasi selvaggio, mentre sul
viso il trucco le evidenziava i lineamenti.
Bueller rimase in silenzio come tutti i membri presenti in plancia.
“Chiedo il permesso di andarmi a cambiare.”
“...”“Capitano. Chiedo il permesso di poter lasciare la plancia per andare
ad indossare la divisa.”
“Ah, certo Comandante, prego, prego. Ci vediamo fra qualche minuto quando
sarà pronta.”
Xyr fece un cenno affermativo con la testa e si incamminò verso il
turbolift scortata dagli sguardi attenti degli ufficiali di plancia. La
porta si aprì e Caytlin uscì dall’ascensore. Xyr si irrigidì ulteriormente
e ripetendo il gesto con la testa entrò nell’ascensore.
"Era Xyr quella?"
Bueller guardò Caytlin.
“Esatto consigliere e se non lo sapessi geneticamente impossibile direi che
il nostro Comandante è arrossita.”
Caytlin rispose a Bueller con un sorriso.
“Guardiamarina, rotta per il rendez-vous con la 52a Regola, abbiamo un
carico da scortare..... e un Ammiraglio da calmare.”
-------------- parte successiva --------------
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