[Stml17] 1.11 - Xyr - Piccoli segreti

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Mar 23 Giu 2015 09:01:34 CEST


Bello! :)
Mi sono divertita molto a leggerlo.
Una sola correzione, ad un certo punto compare un sorriso che credo fosse
un sospiro:  "Trasse un profondo sorriso,..."

Silvia

Il giorno 23 giugno 2015 00:02, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
scritto:

> Rieccomi.
> Chiedere scusa é il minimo.
> Sono finito in quella classica situazione da cui sembra uno non ne possa
> mai uscire. Lavoro, lavoro e poi a casa l'unica cosa di cui hai voglia é
> staccare un po' ma ti ritrovi a dover fare altro lavoro, perché anche a
> casa c'è sempre qualcosa da fare.
> Il pezzo cerca di chiudere la missione. Non so se ci sono riuscito,  so
> solo che avevo in mente tante cose ma poco tempo reale per scriverle così
> qualcosa è rimasto fuori, qualcosa è tirato per i capelli.
> Aperto ad ogni critica. Correggo di conseguenza.
>
> ****************************************
> Brano: 01-11
> Titolo: Piccoli segreti
> Autore: Xyr del clan Clos (Massimo)
> ****************************************
>
> Stazione di rifornimento Temistocle - 11 dicembre 2394 - Ore 20:30
>
> I dadi cadevano sui tavoli da gioco. Una successione di sensazioni. Gioia,
> rimpianto, rabbia, eccitazione.
> La stazione era suddivisa su tre piani. Non era enorme e il Casinò
> sembrava occupare buona parte del piano intermedio.
> Quasi tutti quelli che si fermavano per un rifornimento dovevano finire
> prima o poi a dilapidare ricchezze sui tavoli.
> Tongo, Poker, Roulette Mazarita, Ji’hko Aenariano, tavoli per scommesse e
> altri tavoli il cui utilizzo era pressochè sconosciuto per la maggior parte
> delle razze presenti, ma non per questo doveva essere meno lucroso per i
> proprietari.
> I 5 membri della Hope si erano divisi per cercare notizie dei giovani
> Ferengi.
> Xyr aveva lasciato i due ragazzi della squadra di sicurezza a chiedere
> informazioni nell’area di attracco. Aveva chiesto a Tucci e Rest di
> confondersi “con discrezione” tra i vari tavoli per trovare prove della
> presenza delle maledette piccole pesti.
> L’Andoriana passeggiava con le mani intrecciate dietro la schiena. Era
> incuriosita da come il gioco d’azzardo potesse essere un strano mezzo di
> coesione così forte.
> Diverse razze sembravano dimenticare le loro rivalità quando l’adrenalina,
> o qualsiasi altro neurotrasmettitore scorresse nei loro corpi, scatenava la
> foga del gioco. Una scommessa che lasciava col fiato sospeso, una carta che
> non usciva da troppi giri, un tek’lat che non smetteva di lampeggiare sulla
> casella sbagliata. Qualsiasi cosa riusciva a bloccare esseri di ogni
> provenienza attorno ad un tavolo pronti a urlare, a scatenarsi, ad accusare
> un baro o a festeggiare davanti ad un liquore una vittoria effimera.
> Tuttavia al momento quello che stupiva maggiormente Xyr era la totale
> mancanza di Ferengi all’interno del Casinò.
> Per un popolo il cui unico scopo è il profitto, questa latitanza aveva
> dell’incredibile.
> E non si parlava solo degli studenti che forse nemmeno erano qui, ma di
> qualsiasi adulto.
> Durante l’attracco della Hope aveva notato almeno due navi da trasporto
> Ferengi e un Pod. Dove diavolo erano finiti quei maledetti nanetti dai lobi
> enormi?
> Rest e Tucci la incontrarono mentre, pensosa, spilucchiava appoggiata al
> bancone del bar qualche leccornia ancora viva.
> “Ditemi che avete scoperto qualcosa.”
> Tucci si schiarì la voce come per prepararsi ad un discorso ufficiale
> davanti ad un pubblico molto più numeroso.
> Quello che Xyr ancora non era riuscita a capire era il reale Tucci.
> Sembrava sempre perso nei suoi pensieri, era spesso silenzioso, ma lucido
> nelle sue analisi. Questo era un bene agli occhi del Primo Ufficiale. Il
> male era la sua capacità di rendere prolissa qualsiasi spiegazione tecnica.
> Timidezza? Difficoltà nei rapporti interpersonali? Semplice insicurezza?
> L’andoriana sperò silenziosamente che l’Ufficiale Scientifico riuscisse a
> rendere indolore questa parte della missione.
> “In effetti qualcosa di strano c’è. Le mappe che ci sono state fornite
> all’attracco evidenziano una planimetria che si basa su architettura
> Yloriana. Molto complessa, ma assolutamente efficace in un contesto come
> quello di una stazione.
> Lungo i 3 piani della struttura, i 32 spicchi che si intersecano con le 12
> sfere concentriche che sorreggono i 4 pilastri portanti rendono il
> problematico controllo del flusso di navi e di persone semplicissimo da
> gestire. Dovete capire che lo sforzo fatto da Ylor nell’ipotizzare questa
> architettura ha portato.....” Tucci fissò Xyr negli occhi furenti e le
> parole gli si bloccarono in gola. Cercò in Rest un appoggio, ma il
> vulcaniano stava digitando qualcosa sul suo DiPadd senza apparentemente
> prestare attenzione alla spiegazione. Con un sospiro riprese il discorso.
> “Ecco, quello che cercavo di spiegare è che quella parete non ci dovrebbe
> essere. Quella dietro al tavolo del Bojingo. Manca una considerevole ala di
> questa zona e no, non è possibile che si tratti di una ristrutturazione o
> di un errore.”
> Queste ultime parole sembrarono anticipare un commento del Primo Ufficiale
> che dopo qualche secondo di pausa annuì soddisfatta.
> “Ottima osservazione Tucci. Ottima osservazione. Rest?”
> Il vulcaniano non sollevò nemmeno per un attimo lo sguardo dalla consolle
> su cui stava digitando febbrile dati su dati.
> “Comandante, quante strisce di latinum le è costato il piatto che sta
> mangiando?”
> L’andoriana sembrò sorpresa dalla domanda. Si aspettava una risposta, non
> di essere a sua volta interrogata.
> “Non ho portato del latinum con me. Queste mi sono sembrate a
> disposizione. Siamo in una società civile Rest, non tutto è gestito alla
> maniera Ferengi e non tutto deve essere obbligatoriamente pagato.”
> “Avrete sicuramente notato la mancanza di un tavolo da Dabo. Normalmente
> il 73,4% di tutti gli introiti di un casinò Ferengi si ottiene tramite il
> Dabo.
> La puntata media ai tre tavoli del poker? 83 strisce. 81,9% più bassa di
> quanto statisticamente converrebbe giocare per un ritorno del banco con
> profitto.
> Considerando il fattore di conversione del latinum come: 1 mattone = 20
> barre = 400 pezzi = 40000 strisce è palese che il totale del valore di
> tutti i tavoli da gioco in questo salone non raggiunga le 5 barre.
> Ho contato 3 membri della sicurezza e 1 sola telecamera posizionata sul
> soffitto al centro del salone che ha un ciclo di controllo di 93 secondi in
> senso orario. Dividendo l’area del casinò in 4 risulta chiaro che ogni area
> rimane scoperta per 69,75 secondi. Tempo sufficiente per qualsiasi tipo di
> operazione illegale o irregolare ad ogni tavolo.
> Questo solo da un’analisi superficiale.”
> Rest alzò finalmente gli occhi dal DiPadd. Tucci e Xyr lo stavano
> osservando perplessi.
> L’Andoriana rivolse lo sguardo verso il muro indicato da Tucci. Prese in
> mano il bicchiere da cui aveva sorseggiato una bevanda qualche attimo prima
> osservandolo come a soppesarne la consistenza.
> Trasse un profondo sorriso, si erse in tutta la sua altezza e senza dire
> una parola si diresse decisa verso il muro senza l’apparente intenzione di
> fermarsi prima dell’impatto.
> Percorse i 20 metri con passo veloce e sicuro.
> La scena lasciò Tucci allibito e strappò anche un inarcamento di
> sopracciglio di Rest.
> Ad un paio di metri dal muro la figura gigantesca di uno Zaldan bloccò
> improvvisa la marcia di Xyr. Il Primo Ufficiale della Hope all’impatto col
> corpo massiccio e apparentemente inamovibile lasciò andare intenzionalmente
> il bicchiere che reggeva in mano. Questo proseguì per inerzia la sua corsa
> e scomparve nel muro alle spalle dell’alieno.
> Xyr si allontanò spingendolo in modo deciso e diretto non scusandosi per
> lo scontro e tornò dai suoi colleghi cadetti.
> “Comandante, tutto bene?”
> “Certamente Tucci. Non capisco la sua domanda. È uno Zaldan e non avevo
> nessuna intenzione di farlo arrabbiare mancandogli di rispetto scusandomi
> con lui. Rest i miei complimenti, ha perfettamente ragione.”
> Il Vulcaniano annuì mentre Tucci sembrava decisamente allibito.
> Rest volse il suo sguardo verso l’Ufficiale Scientifico con aria di
> sufficienza.
> “Quest’area del casinò è dedicata a distrarre i giocatori di passaggio e i
> controlli sulla legalità del gioco da parte di inviati della Federazione.
> Nessuna reale puntata pesante, nessuna reale azione di sicurezza. Solo un
> banale tentativo di nascondere qualcosa dietro al muro virtuale che lei ci
> ha indicato. Il Comandante ha voluto verificare la teoria. Ha dimostrato
> senza alcun dubbio che alcuni giocatori come lo Zaldan sono parte di
> un’operazione più grande, mentre il bicchiere che ha attraversato il muro
> ha dimostrato che la sua teoria architettonica, signor Tucci, era corretta.
> Ora non dobbiamo fare altro che entrare in quella sala.”
> “O trovare qualcuno con dell’ottimo latinum che ci aprirà le porte e ci
> permetterà di camminare su un tappeto rosso” aggiunse Xyr.
>
> Stazione di rifornimento Temistocle - 11 dicembre 2394 - Ore 23:18
>
> =^=Confermo comandante, abbiamo individuato almeno 9 giovani Ferengi che
> collimano con la descrizione fornitaci. Erano intenti a movimentare delle
> casse nell’hangar. Le stavano caricando sul Pod Ferengi attraccato alla
> stazione.=^=
> “Grazie guardiamarina, continui a tenerli d’occhio e mi avverta se ci sono
> novità. Xyr chiudo.”
> Il Primo Ufficiale era in piedi vicino alla postazione scientifica. Tucci
> stava cercando inutilmente di fare una scansione di tutta la stazione
> Temistocle alla ricerca di fisiologia Ferengi.
> “Confermo che non risulta possibile analizzare quell’area di stazione.
> Qualche sorta di inibitore impedisce una lettura accurata. Non potrei
> assolutamente dire chi c’è o chi non c’è in quelle stanze del Casinò.”
> “Cosa hanno detto dalla Stazione?”
> “Beh, si sono trincerati dietro a qualche discorso di privacy per i
> giocatori. Non riesco a far cambiare loro idea e a farmi passare i codici
> di verifica.”
> “D’accordo Tucci, continui a provare. Per scrupolo si legga le Direttiva
> sulla Non interferenza in contesti extrafederali. È stata redatta nel
> Simposio di Teler IV circa 3 anni fa. Potrebbe aiutarla la prossima volta
> che cerca di negoziare per avere informazioni vitali per una missione.
> Rest, abbiamo fretta, proseguirei col piano.”
> “Come ritiene Comandante. Ho identificato il soggetto perfetto seguendo le
> sue indicazioni. La sua nave è attraccata da 3 giorni. Nelle ultime 2 ore è
> stato al centro massaggi Pengo, dove può ancora trovarlo.”
> Xyr si congedò con un gesto del capo e si avviò verso il turbolift.
>
> Stazione di rifornimento Temistocle – Centro massaggi Pengo  - 11 dicembre
> 2394 - Ore 23:40
>
> Thomas Gerik III riemerse dalla piscina con la stessa grazia di un
> ippopotamo appesantito da anni di inattività e a sentire le malelingue
> anche con la stessa mole.
> I suoi 140 kg di peso erano uniformemente distribuiti sul suo corpo sotto
> forma di adiposi cuscinoni.
> Quello che comunque colpiva non erano certo le sue sinuose forme, ma
> l’opulente ricchezza che si percepiva al suo passaggio.
> Due donne emersero con lui dall’acqua. Una prese un asciugamano e glielo
> porse mentre l’altra uscì dall’acqua e tenne aperta la vestaglia che doveva
> contenere l’umano.
> Avvolto nel suo telo color latinum congedò con un sorriso le sue
> accompagnatrici e si diresse verso lo spogliatoio.
> Due assistenti lo aiutarono a vestirsi, non senza fatica, divincolandosi
> dalle sue mani da piovra.
> Afferrò una coscia di tugar romulano e iniziò a morderla mentre uscì dal
> centro massaggi.
> Ad attenderlo cinque ragazze i cui abiti dovevano essere stati quasi
> distrutti da qualche strana arma che non intaccava i tessuti organici ma
> solo quelli sintetici.
> Con loro due enormi guardie del corpo e un boliano che aveva tutta l’aria
> di essere il segretario personale di Gerik.
> Le cinque ragazze tutte moine si avvinghiarono a quello che riuscivano del
> grasso umano. Tutti insieme si diressero verso il Casinò strappando sguardi
> schifati, curiosi o semplicemente invidiosi al loro passaggio nei corridoi
> della stazione.
> L’entrata nell’area pubblica del Casinò aumentò solo di poco il chiassoso
> vocio dei giocatori.
> Alcuni furono attratti dalla scena curiosa, altri dai non-abiti delle
> cinque accompagnatrici.
> Thomas Gerik III si diresse impettito verso la parete illusoria.
> In una mano i resti del cibo che continuava a mangiare mentre nell’altra
> alcune strisce di latinum che maneggiava con arte circense.
> Lo Zaldan di guardia all’ingresso gli si mise di fronte.
> Gerik gli rivolse uno sguardo curioso. Poi sorridente gli lasciò cadere in
> mano il latinum con cui stava giochicchiando.
> “Thomas Gerik III, il suo latinum e la sua compagnia chiedono di poter
> essere onestamente derubati nella sala segreta”.
> A questa pseudo battuta le ragazze e il segretario diedero prova di
> pendere dalle labbra o dalla ricchezza del grasso mercante. Risatine false
> ed esagerate misero di buon umore l’omone.
> Il muro olografico si aprì e dal suo interno emersero due piccole figure.
> Due giovani Ferengi si avvicinarono a piccoli e veloci passi inchinandosi
> davanti a Gerik.
> “Bentornato signor Gerik, mi auguro che la suite, la sala massaggi e il
> ristorante offerti dalla casa siano stati di suo gradimento.” I piccoli
> denti appuntiti di uno dei due Ferengi si unirono in un enorme sorriso di
> circostanza.
> “E spero che non sia troppo affezionato al suo latinum.“ disse il secondo
> Ferengi subito zittito da una violenta gomitata da parte del primo.
> “Ehm, non stia ad ascoltare mio cugino. Prego signor Gerik, lei, il suo
> segretario e le sue sei accompagnatrici siete i benvenuti.”
> Thomas Gerik III gonfiò la sua prominente pancia sistemandosi i ricchi
> calzoni cadenti e si incamminò tronfio verso il muro. Due passi dopo si
> bloccò di colpo.
> “Cinque accompagnatrici. Mi sembrava fossero solo cinque prima.”
> Guardò attento attorno a sè. Due gemelle Orionane dalla pelle color
> smeraldo, una Rutiana dai capelli rossi, una bajoriana dai capelli corvino,
> una  bionda terrestre e una bianca andoriana.
> Thomas cercò di concentrarsi sui visi ma fu distratto dai corpi avvolti in
> abiti succinti. Lunghi spacchi su gambe affusolate e seni chiusi su
> corpetti al contrario semi aperti.
> L’andoriana passò dolcemente una mano sulla guancia del mercante
> avvicinandosi con fare innocente al suo orecchio dove sussurrò qualcosa
> sorridendo.
> “.......................Sei, ovviamente erano sei....” Gerik sussulto nel
> pronunciare la frase.
> Il piccolo corteo entrò senza ulteriori interruzioni e rumori, tranne un
> sonoro ceffone alla mano del mercante rea di essersi soffermata sul gluteo
> dell’andoriana.
> “Maschi, una certezza....” fu il pensiero di Xyr mentre entrava nell’area
> privata del Casinò.
> Lo spettacolo che la accolse avrebbe lasciato senza fiato quasi chiunque,
> ma lei aveva smesso di sorprendersi anni fa, sostituendo la sorpresa stessa
> con qualcosa di meglio, una ferrea disciplina, una robusta preparazione e
> una profonda asocialità.
> Tuttavia non potè non ammirare l’organizzazione messa in piedi dai giovani
> Ferengi.
> Quelle maledette piccole pesti stavano girando per i tavoli contando
> soldi, portando bibite, leccando amabilmente sederi, invitando ragazze Dabo
> a fare il loro dovere di distrazioni viventi.
> Tutto sembrava perfettamente creato per il profitto.
> Nella sala grande quasi il doppio dell’altro Casinò si trovavano decine di
> tavoli tra cui 5 Dabo e 3 Huzin dove le barre di latinum quasi coprivano i
> Ferengi addetti alla gestione.
> "Giovani ma maledettamente svegli."
> Xyr si incamminò per i tavoli lasciando un distratto mercante dirigersi
> con il suo carico di ricchezza verso l’oblio del gioco.
> Il piano ideato da Rest era logicamente semplice nella sua complessità.
> Bastava riuscire ad entrare, identificare il generatore di interferenza
> che schermava il Casinò, simularne un guasto in modo da permettere ai
> sensori della Hope, leggermente modificati da Tucci, di agganciare tutti i
> Ferengi sulla stazione che rientravano in definiti parametri di età e di
> teletrasportarli a bordo della Hope, territorio di giurisdizione Federale e
> partire con la nave il più velocemente possibile.
> Xyr ci impiegò quasi 20 minuti per trovare quello che stava cercando.
> Quando individuò la sala del generatore di interferenza individuò anche i
> due massicci guardiani messi lì a impedire qualsiasi azione.
> Pensò per qualche secondo a come agire, poi si forzò sul volto il suo
> miglior sorriso e si avvicinò verso uno dei due, lenta e con la miglior
> andatura sensuale fosse a lei possibile.
> Lentamente sempre molto lentamente si appoggiò al massiccio Ba’Ku facendo
> chiaramente intendere le proprie lascive intenzioni. Un sorriso complice da
> parte dell’alieno verso il suo compagno di piantone le fece capire di aver
> colpito nel segno. Attirò per la mano il Ba’Ku in una stanza che aveva
> notato qualche secondo prima, sperando fosse vuota. Chiuse il tendone
> dietro di sè, si avvicinò come per baciarlo, mise una mano sulla bocca del
> malcapitato e lo colpì violentemente col ginocchio nel basso ventre per poi
> stordirlo con una gomitata alla nuca. Svenuto, gli prese il braccio e lo
> mise fuori dalla tenda agitandolo come se il guardiano stesse chiamando il
> suo socio ad unirsi a loro. Il secondo piantone, un umano dallo sguardo non
> particolarmente intelligente si guardò intorno poi furtivo si avvicinò alla
> stanza.
> Xyr gli fece crollare addosso il compagno e approfittando della sorpresa e
> della mancanza di equilibrio stordì, con forse eccessiva violenza, l’umano.
> “Confermo, maschi, una certezza.......”.
> Le successive fasi del piano filarono senza intoppi.
> Manomettere il generatore di interferenza fu semplice grazie alla sedia
> che gli scagliò contro dopo aver provato a capire inutilmente come
> funzionasse.
> Quasi immediatamente dalla sala piccole figure Ferengi cominciarono a
> sparire agganciate dal teletrasporto.
> Il caos cominciò a sostituire la giocosa atmosfera del Casinò. Tutti
> cominciarono a scappare in preda al panico non senza prima essersi riempiti
> le tasche del latinum incustodito.
> Xyr sorrise per un istante.
> “Xyr a Hope. Rest, prima di rientrare a bordo mi conferma che tutti i
> fuggiaschi sono nostri graditi ospiti nella stiva?”
> La voce che rispose fu quella inaspettata di Bueller.
> =^=Posso confermarglielo io Comandante. Stavano arrivando mentre noi
> riattraccavamo nella Hope. Mi sono accertato personalmente ci fossero
> tutti. Poi mi spiegherà bene cosa è successo. Vorrei essere preparato prima
> di affrontare l’Ammiraglio Lennox. Nel frattempo la teletrasporto
> direttamente in plancia così mi comincerà a riferire. Bueller chiudo.=^=
> “No! Capitano, non in plan...”
> “...cia”.
> Xyr si materializzò nel mezzo della plancia della Hope.
> La lunga gonna rossa presentava due spacchi frontali sulle coscie che
> evidenziavano i lunghi stivali, il ventre era scoperto e adornato di un
> diamante sull’ombelico, mentre uno stretto corpetto nero volutamente aperto
> fino quasi al limite copriva solo parte dei seni.
> I capelli erano sciolti e le davano un look quasi selvaggio, mentre sul
> viso il trucco le evidenziava i lineamenti.
> Bueller rimase in silenzio come tutti i membri presenti in plancia.
> “Chiedo il permesso di andarmi a cambiare.”
> “...”“Capitano. Chiedo il permesso di poter lasciare la plancia per andare
> ad indossare la divisa.”
> “Ah, certo Comandante, prego, prego. Ci vediamo fra qualche minuto quando
> sarà pronta.”
> Xyr fece un cenno affermativo con la testa e si incamminò verso il
> turbolift scortata dagli sguardi attenti degli ufficiali di plancia. La
> porta si aprì e Caytlin uscì dall’ascensore. Xyr si irrigidì ulteriormente
> e ripetendo il gesto con la testa entrò nell’ascensore.
> "Era Xyr quella?"
> Bueller guardò Caytlin.
> “Esatto consigliere e se non lo sapessi geneticamente impossibile direi
> che il nostro Comandante è arrossita.”
> Caytlin rispose a Bueller con un sorriso.
> “Guardiamarina, rotta per il rendez-vous con la 52a Regola, abbiamo un
> carico da scortare..... e un Ammiraglio da calmare.”
>
> _______________________________________________
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>
>


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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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