[Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei pugni
Silvia Bianchini
ltcomm.sibi a gmail.com
Lun 23 Nov 2015 09:59:03 CET
Bellissimo!!! Ottimo lavoro!
S.
=========================
Cadetto Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122
=========================
"Abbassare il limite di velocità!? Certo... salverebbe delle vite, ma
centinaia di persone arriverebbero in ritardo!"
______________________________
Private comunicator: ltcomm.sibi a gmail.com
Il 22/nov/2015 21:57, "Franco Carretti" <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:
> Volevo commentare appena letta l'anteprima ma poi pareva brutto perchè vi
> sciupavo la sorpresa... il mio OMMIODIOCHEFIGATA! vi poteva rovinare il
> gusto di scoprire che il pezzo è grandioso :D
>
> Ci sono un sacco di spunti bravissimo!
>
>
> *Sent:* Sunday, November 22, 2015 at 6:30 PM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] Brano 02-11 - La strategia dei pugni
>
> Ok gente, ecco il mio pezzo. Ho raccolto l'invito a chiudere la missione
> e - anche se non sono del tutto soddisfatto - qualcosa ho prodotto. Il
> problema principale é stato giustificare otto ore di scontri tra un
> gruppo di prigionieri disarmati e i loro carcerieri, armati e dotati del
> controllo dell'astronave.
> Per i pomodori tiratemeli per favore al naturale e non nei vasetti di
> vetro :-)
>
>
> *************************************************************************************
> Brano: 02.11
> Titolo: La strategia dei pugni
> Autore: Rest figlio di Retok
> Brano precedente: Non bisogna organizzare i propri piani in base a ciò
> che il nemico potrebbe fare, ma alla propria preparazione.
>
> *************************************************************************************
>
> Accademia della Flotta Stellare - ufficio del Consigliere Cond - Flashback
>
> "Posso fare qualcosa per te, Lon?" domandò il Consigliere, porgendo una
> tazza di tisana aromatica al Betazoide, che la fissò intensamente per
> diversi secondi senza neppure sfiorarla.
> Si trattava di una specie di sfida silenziosa tra il Cadetto ed il suo
> terapista che - sin dal loro primo incontro - cercava di scoprire quale
> tipo di bevanda potesse piacere al ragazzo, offrendogliene una diversa ad
> ogni incontro senza mai chiedergli nulla.
> Grazie alle sue capacità di deduzione, Lon aveva capito che si trattava
> di una sorta di mossa di apertura. L'Umano non chiedeva delucidazioni sui
> suoi gusti perché attendeva che fosse Lon ad aprirsi a lui, rivelandogli
> cosa gli piacesse. Ma il Betazoide, che pure aveva trovato giovamento da
> diversi dei consigli ricevuti da quell'Umano, non si sentiva ancora
> pronto ad aprirsi realmente con lui.
> Era seduto sul divanetto, l’ultimo traguardo di un lungo percorso che era
> iniziato con il rimanere in piedi vicino alla porta, passando per due
> diverse poltroncine ed il pavimento. Non aveva la minima idea di cosa
> pensasse il consigliere in quel momento, il Tenente Cond era un muro
> bianco sul quale non si disegnava alcuna emozione. Era stato così fin
> dall’inizio e così sarebbe rimasto fra loro fino a quando non fosse stato
> Lon a cambiare idea. “Credi forse di essere l’unico a non sopportare
> l’eccessiva intimità betazoide?” aveva osservato il Consigliere con un
> sorriso durante il loro primo colloquio.
> "É stato lei a convocarmi, Consigliere..." decise quindi di rispondere.
> Un'apertura cauta e neutrale, che non causò significative variazioni nel
> muro di bianco emozionale del suo interlocutore "Il nostro incontro
> periodico era fissato per mercoledì prossimo."
> "Hai ragione..." ammise sorridendo il Consigliere che, in tanti anni di
> servizio, aveva appreso la difficile arte della pazienza coi suoi
> assistiti "permettimi di riformulare la domanda...c'é nulla di cui
> vorresti parlarmi?" leggerissimo picco emotivo di colore
> pastello...divertimento? "O di cui ritieni di dovermi parlare?"
> Così formulata, la domanda non poteva più essere elusa. Anche se non
> voleva parlarne, come Cadetto aveva il dovere di farlo "Ho colpito il
> Cadetto Bueller durante la simulazione della Kobayashi Maru..."
> "Interessante..." rispose il Consigliere, neutrale empaticamente quanto
> nel tono della voce "ed é stato...soddisfacente?"
> "É stato necessario." ribatté Basta, un po' disorientato. In effetti si
> aspettava una domanda sui motivi che lo avevano spinto a colpire Bueller.
> Con questa domanda Cond aveva spiazzato il discorso che si era preparato.
> Ciononostante poteva tentare di riportare la discussione sui giusti
> binari "era il metodo più efficiente per raggiungere l'evacuazione della
> nave."
> "E lui condivide questa tua idea?" gli chiese l'Umano "ne avete parlato?"
> "É venuto da me a mensa. Si é seduto non invitato..." riferì Lon,
> ritenendo che - con ogni probabilità - il Consigliere già lo sapesse
> “Bueller mi guardava come se volesse restituirmi il pugno, nonostante
> sorridesse."
> Sotto lo sguardo incuriosito del tenente, Lon annusò la bevanda che aveva
> sotto il naso, senza però accennare a toccarla, quindi continuò “Il
> cadetto Graahn mi ha impedito con una gomitata di invitarlo a farlo," una
> smorfia seccata si disegnò sul suo volto mentre inconsciamente si
> massaggiava il fianco, e la sua amica del cuore ci guardava fra il deluso
> e il sorpreso."
> “E com’è finita?” chiese con aspettativa appena accennata il Consigliere,
> forse sperando che questa parte del discorso lo portasse ad esternare
> qualche sentimento.
> “Bueller ci ha offerto da bere, ho rifiutato... Jones si è offerta di
> andare a prendere le bevande ed ha portato con se il cadetto Graahn.”
> Silenzio. Evidentemente Cond non riteneva fosse soddisfacente e attendeva
> un proseguo. Per esperienza, Lon sapeva che lo avrebbe tenuto lì a lungo,
> anche a costo di rinviare gli appuntamenti successivi.
> “A quel punto il cadetto si è massaggiato il mento ed io ho commentato
> che se l’era meritato. Lui ha risposto con un‘è vero, ed è finita lì.”
> Concluse rapidamente Lon, cercando di dare un tono definitivo alla cosa.
> Non era finita davvero lì, ma il resto della discussione era troppo
> assurdo e spiazzante per riferirlo.
> “Descrivi i tuoi compagni con la tecnica che abbiamo iniziato ad usare.”
> Chiese Cond, apparentemente credendo alla messinscena del Betazoide.
> Basta sbuffò, poi socchiuse gli occhi riflettendo. “Bueller è talmente
> accecante che non capisci cosa c’è dietro, probabilmente nulla. Jones è
> una fiamma, arde costantemente, leale, incosciente. Graahn è l’azzurro
> dell’acqua, la pioggia che porta la quiete, ma che se si trasforma in
> tempesta ti schiaccia.” la mano tornò di nuovo al costato.
> “E tu come ti descriveresti?”
> “Io sono nero,” rispose senza esitazione “non c’è nulla in me.”
> Il Consigliere rimase silenzioso a quella risposta, dopodiché sorrise
> sornione e disse "Molto bene, Lon... lavoreremo ancora su questa cosa,
> finché non troveremo un colore migliore che ti descriva. Intanto...
> perché non rifletti su quello che realmente ti ha detto Bueller a mensa?
> Quando vorrai, poi, lo riferirai anche a me."
>
> Solo nella sua stanza in Accademia, Lon fissò il soffitto pensieroso. Con
> Cond aveva fatto bellamente finta di nulla, ma a sé stesso non poteva
> mentire. Bueller aveva detto altro, qualcosa di inaspettato e
> difficilmente credibile.
> "Penso che sappia che stanno selezionando Cadetti per il Progetto
> Hope..." aveva detto con un ghigno divertito, mentre la sua luce
> diventava ancora più brillante "Spero che non lo farà ancora quando sarà
> il mio Capo della Sicurezza ed io il suo Capitano...."
> *Sta scherzando...* si disse allora il Betazoide, e anche in quel momento
> lo pensava. Lui lo aveva preso a pugni e Bueller gli offriva di fargli da
> Ufficiale Superiore, se avesse avuto il comando? "Certo che lo rifarei, a
> parità di situazione..." aveva risposto.
> "Vedremo..." aveva risposto Bueller.
>
> U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31
> dicembre 2394 - Ore 04:05
>
> "Dobbiamo ripiegare, la nostra posizione diventerà presto insostenibile!"
> gridò Basta, per farsi sentire al di sopra del suono dei raggi Phaser che
> saettavano ed impattavano ovunque.
> "Non mi sembra ce la stiamo cavando tanto male!" rispose di rimando il
> Capitano Bueller, sollevandosi per sparare un colpo alla cieca verso
> quanto restava di una porta di duranio, dietro la quale erano barricati
> un numero imprecisato di Romulani.
> Si trattava di una spacconata, e lo sapevano entrambi. Erano rimasti in
> sette ed avevano almeno altrettanti feriti, mentre la maggior parte dei
> Romulani era ammassata oltre l'angolo, trattenuta solo dal numero
> limitato di armi a particelle delle quali erano riusciti ad impadronirsi
> Lon fu tentato di sferrare nuovamente un destro al mento di Bueller, ma
> si trattenne. Se avesse stordito il Capitano non sarebbero stati in
> numero sufficiente a portare con loro tutti i feriti, e non era
> accettabile lasciare prigionieri ai Romulani. Inoltre Luna, che era china
> accanto a loro con un fucile Phaser tra le mani ed una Bath'Leth legata
> alle spalle, probabilmente non avrebbe approvato, finendo per opporsi e
> peggiorare ulteriormente la loro situazione tattica.
> "Senza rinforzi avranno comunque la meglio..." disse il Capo della
> Sicurezza, chiudendo la mente alle fiamme furiose che erano le emozioni
> dei due membri della Sezione Comando e ricominciando a sparare "meglio
> retrocedere ora che abbiamo copertura, evacuare i feriti e barricarci in
> una posizione più difendibile."
> "I rinforzi arriveranno presto..." rispose sicuro Bueller, a voce
> abbastanza alta da farsi sentire dagli altri, rincuorandoli "non
> permetteremo a quei bastardi dei Romulani di prendere l'hangar e
> filarsela con le nostre navette!"
> Ma ora le sue fiamme erano velate di dubbio, un dubbio che Basta
> condivideva *Dove accidenti sono i nostri rinforzi?*
>
> U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Contemporaneamente
>
> L'atmosfera sulla Plancia della Hope era estremamente tesa e la
> stanchezza di numerose ore di scontri stava logorando i cadetti assegnati
> alle varie postazioni. Solo Rest - che pur essendo stato investito del
> comando non si era spostato dalla consolle tattica - pareva
> imperturbabile nell'osservare una riproduzione tridimensionale della
> nave, dove numerosi segni rappresentavano gli scontri in corso.
> Davanti alla postazione vi erano tre cadetti i quali - a seguito
> dell'interruzione delle comunicazioni interne e della disattivazione dei
> sensori - fungevano da portaordini muovendosi attraverso i Tubi di
> Jeffries, riferendo in continuazione l'andamento degli scontri e portando
> alle varie cellule Federali gli ordini del Vulcaniano.
> "E siamo stati costretti ad abbandonare la Sezione 11 del Ponte 5..."
> riferì il Cadetto Paulson, del Laboratorio Botanico "I Romulani si sono
> piazzati nella Palestra e hanno installato lì un punto di comando.
> Abbiamo avuto nove feriti, di cui tre gravi...il signor Topper li ha
> stabilizzati ma..."
> "Quindi ora la Sezione 9 é libera da forze ostili?" domandò l'Ufficiale
> Tattico, che pareva più interessato ad aggiornare il proprio schema
> tattico che al conteggio delle perdite.
> "Io...non saprei, signore..." ammise il Cadetto, spiazzato "stavamo
> indietreggiando verso le Sezioni 12 e 13...non abbiamo..."
> "Verificate e riferite." ordinò Rest, con tono definitivo che non
> ammetteva repliche. Quindi, quasi con un ripensamento, aggiunse "quanto
> al resto del gruppo...data la conformazione del Ponte dovreste riuscire
> nella prossima ora a contenere i Romulani nella Sezione 11. Se dovessero
> ricevere rinforzi siete autorizzati ad utilizzare i Tubi di Jeffries per
> ripiegare sul Ponte 4."
> Detto ciò il Vulcaniano si disinteressò completamente del proprio
> interlocutore, concentrandosi invece sul Guardiamarina Esteban, uno degli
> uomini della Sicurezza. Esteban era un Umano di origini sudamericane, in
> quel momento incapacitato al servizio attivo a causa di una brutta ferita
> alla spalla destra rimediata in uno degli ultimi scontri, cosa che gli
> impediva di tenere un'arma ma non di fare da messaggero "Mi dica,
> Guardiamarina..."
> "Signore, la situazione presso l'Hangar principale é insostenibile. Per
> mantenere la posizione necessitiamo di almeno altre dieci unità
> armate...." riferì l'uomo della Sicurezza, palesemente irritato per
> essere stato costretto ad attendere che Rest ricevesse prima gli altri
> rapporti.
> Dal canto suo, il Tattico non rispose immediatamente, preferendo studiare
> prima il suo schema della nave, come se in quei diagrammi e simboli vi
> fossero le risposte che cercava. Dopo circa trenta secondi disse "Al
> momento non è possibile stanziare altre unità presso l'Hangar. Se non
> riuscite a sostenere l'impatto nemico ritiratevi."
> "Col dovuto rispetto, signore..." rispose Esteban, evidentemente vicino a
> perdere la pazienza "anche il signor Basta ha proposto questa linea di
> azione, ma il Capitano non intende cedere ulteriori posizioni al nemico,
> ritenendo che non sia opportuno consegnare ai Romulani le nostre navette."
> "In tal caso il Capitano dovrà difendere l'Hangar con gli uomini a sua
> disposizione." ribatté secco Rest, prima di tornare a concentrarsi sui
> suoi schemi, completamente dimentico di tutto il resto.
> Il volto di Esteban si fece rosso, mentre l'ira montava evidentemente in
> lui. Stava per ribattere stizzito, quando il Consigliere lo avvicinò
> poggiandogli una mano sulla spalla e dicendogli gentilmente
> "Guardiamarina... Sul Ponte 2 é stata allestita una infermeria di
> emergenza...perché non va a vedere lì se qualcuno dei feriti meno gravi é
> in grado di darvi supporto?"
> "Farò così, signore...grazie..." rispose l'uomo della Sicurezza,
> lanciando a Rest un'ultima occhiata di fuoco prima di andarsene.
> "Signor Rest, possiamo parlare un momento?" chiese poi la giovane
> Risiana, indicando al Vulcaniano l'Ufficio del Capitano.
>
> U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Contemporaneamente
>
> "Mi pare nervosa, Dottoressa..." commentò laconico Smith, osservando la
> responsabile dell'Infermeria mentre si muoveva tra i pazienti, alcuni
> stesi sui bioletti ed altri a terra, in brande di fortuna.
> "E lei mi pare sin troppo tranquillo, signor Smith!" ribatté la giovane
> donna, lanciandogli un'occhiata stizzita "In fondo non ha più il suo
> travestimento e - se i Romulani dovessero giungere sin qui - lei sarebbe
> un bersaglio tra i tanti. Forse addirittura un bersaglio prioritario,
> visto che é più vecchio e ragionevolmente più esperto di noi."
> "Ma i Romulani non arriveranno qui..." rispose semplicemente la presunta
> spia "i suoi colleghi sono stati estremamente efficienti nell'isolare
> questa zona..."
> *Forse anche troppo..." pensò, e lo sguardo le cadde sulle doppie porte
> d'accesso, al momento bloccate. Dietro di esse, Melanne lo sapeva, i
> corridoi della Sezione erano stati decompressi su ordine della Plancia,
> creando una situazione di vuoto in tutto il Ponte.
> La Dottoressa ripensò a quanto accaduto circa otto ore prima, e non poté
> che rabbrividire nuovamente.
>
> U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Otto ore prima (Flashback)
>
> Melanne stava riflettendo su quello che lo schermo del suo terminale le
> mostrava, ma in realtà i suoi pensieri erano focalizzati su due persone:
> il Capo della Sicurezza e l'Ufficiale Tattico Capo.
> *Ma con tutto quello che é successo, come accidenti gli é saltato in
> mente di perdere tempo a scrivere questa roba?* si domandò l'Umana,
> picchiettando con l'affusolato indice della mano destra lo schermo, sul
> quale era aperta una notifica di proposta di Nota di Demerito.
> L'autore della proposta - il Vulcaniano Rest - aveva trasmesso la nota a
> tutti gli interessati, oltre che al Capitano e al Primo Ufficiale. In
> pratica, il Capo della Sezione Tattica richiedeva che i vertici della
> nave emettessero Nota di Demerito verso lui stesso e gli altri tre
> Ufficiali presenti durante l'interrogatorio del signor Smith, con la
> motivazione che nessuno di loro era stato in grado di prevedere o
> prevenire il suicidio - meglio, il falso suicidio - del sospettato.
> *E il bello é che ha pure ragione...* si disse la Dottoressa, chiudendo
> la nota. Non poteva infatti contestare la veridicità delle motivazioni
> addotte da Rest, anche se non riusciva a capire come diavolo la cosa
> fosse venuta in mente a quel Vulcaniano asociale in quel momento, quando
> era estremamente probabile che tutti loro venissero spazzati via a minuti
> dalla faccia dell'Universo.
> *Probabilmente dipende dalla struttura mentale Vulcaniana, che nel suo
> essere estremamente logica tende a compartimentare le problematiche,
> finendo per non far caso a tali...sciocchezze.. *
> Ci sarebbe stato da riderci sopra, se Lon non avesse preso la cosa
> mortalmente sul serio, mollando lì ciò che stava facendo per andare a
> chiarire la faccenda con il collega. Melanne aveva cercato di
> impedirglielo, ma non c'era stato verso. Tra Lon e Rest esisteva una
> incompatibilità di fondo, data da due caratteri diametralmente opposti.
> *E il fatto che non sia stata stabilita una catena gerarchica all'interno
> dei vertici della loro Sezione non aiuta di certo...*
> Forse avrebbe dovuto parlarne a Caytlin...
> "Ma non ora!" si ritrovò a ringhiare la donna, mentre la nave veniva
> violentemente scossa da quello che pareva un colpo diretto. Subito tutti
> gli allarmi si accesero e l'infermeria si animò di medici ed infermieri
> che - al suo comando - avrebbero dovuto gestire eventuali feriti in
> arrivo.
> Ed i feriti arrivarono. Inizialmente si trattava di contusioni da urto o
> ferite da esplosione di condotti EPS, nulla che non potessero gestire..
> poi le cose precipitarono.
> Quando dalla Sala Macchine giunse notizia di numerosi feriti per
> un’importante esplosione, la Dottoressa Graahn ordinò di teletrasportarli
> direttamente in Infermeria ma - poiché le procedure di emergenza parevano
> non funzionare - inviò circa due terzi dei suoi uomini verso il luogo
> dell'incidente con barelle antigravitazionali e kit di emergenza.
> I medici e gli Infermieri non erano ancora arrivati in Sala Macchine che
> - inizialmente dalle zone detentive di emergenza e dopo anche dalle
> Sezioni e dai Ponti limitrofi - cominciarono ad arrivare feriti con
> bruciature di Phaser. Inizialmente stupita, Melanne aveva rapidamente
> scoperto che i Romulani erano fuggiti e si era rimboccata le maniche per
> organizzare il lavoro dell'Infermeria.
> E di organizzazione avevano avuto rapidamente bisogno, perché i feriti
> avevano cominciato a giungere numerosi - alcuni anche in gravi condizioni
> - e si era subito dimostrato necessario inviare sui luoghi degli scontri
> personale medico e paramedico per garantire i primi soccorsi.
> In Infermeria erano pertanto rimasti la Dottoressa, il MOE e due
> infermieri quando i rumori degli scontri a fuoco si erano fatti vicini,
> parecchio vicini. Subito dopo un paio di Cadetti erano entrati di corsa,
> avevano barricato l'infermiera con un campo di forza che di norma veniva
> utilizzato per contenere pericolose epidemie e avevano chiamato la
> Plancia, annunciando che il Ponte era perduto.
> Con sorpresa della Graahn, però, a rispondere non furono né il Capitano
> Bueller né il Comandante Xyr, ma Rest. Il Vulcaniano parve più irritato
> che dispiaciuto della notizia e, dopo un paio di domande, comunicò loro
> che sarebbero rimasti isolati in fino a fine emergenza e - senza
> ulteriori preavvisi - decompresse il Ponte, eliminando le forze ostili
> presenti e isolando collateralmente l'Infermeria.
> La Dottoressa pensava che il Ponte sarebbe stato ricompresso in tempi
> brevi, ma poco dopo le comunicazioni cessarono e l'Infermeria rimase
> completamente isolata, senza più notizie di ciò che accadeva nel resto
> della nave.
>
> U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31
> dicembre 2394 - Ore 04:10
>
> "Quello P'tak!" ringhiò Luna, facendo per alzarsi in piedi indignata, ma
> finendo per doversi riabbassare in malo modo, mentre tre scariche di
> Phaser impattavano dove un momento prima c'era la sua testa.
> "Non capisco...perché Rest non vuole mandarci rinforzi per difendere
> l'Hangar?" chiese di rimando Bueller, guardando Basta come se avesse la
> risposta.
> "Perché questa posizione é indifendibile, a meno di avere davvero molti
> uomini..." rispose di malavoglia il Betazoide, che al solo sentir parlare
> dell'Ufficiale Tattico Capo aveva il nervoso, ma che non poteva in cuor
> suo negare la valutazione del collega "il corridoio é troppo largo e
> povero di intersezioni dalla nostra parte, mentre i Romulani possono
> sfruttare i magazzini di stoccaggio dei pezzi di ricambio - nonché i
> pezzi di ricambio più grossi - come coperture...."
> Non era nulla di nuovo, loro stessi avevano usato quelle stesse coperture
> prima di venire costretti a ripiegare dalla superiorità numerica nemica,
> ma sembrava che Bueller non volesse - o non potesse - accettarlo. Per
> questo controbatté "Se gli lasciamo l'hangar, però, potranno prendere le
> navette per lasciare la Hope...e potrebbero anche distruggerla, se
> sparassero sul Nucleo di Curvatura!"
> "Evidentemente Rest ritiene che non abbiamo speranze di difendere
> l'Hangar e ha deciso di farlo in maniera più decisa, magari decomprimendo
> il Ponte, come ha fatto per l'Infermeria e la Sala Macchine." commentò il
> Cadetto Jones poi, riflettendoci, aggiunse "Ma non funzionerebbe...in
> quei magazzini ci sono diverse tute EVA..."
> "Beh, anche se Rest non crede che potremo tenere la posizione, io dico
> che ce la faremo. Non dimenticate che dobbiamo tenere duro solo fino
> all'arrivo della nave appoggio della Sezione 31..." affermò deciso
> Bueller "sentite cosa faremo..."
> Lon avrebbe voluto protestare contro la follia di continuare a cercare di
> tenere una posizione indifendibile, ma ciò che suggerì dopo il Capitano
> lo obbligò a tacere. Non era una cosa folle, o impossibile. Era una cosa
> folle E impossibile. E molto altro.
>
> U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 – Contemporaneamente
>
> Il Consigliere Caytlin prese un lungo respiro prima di parlare. Anche in
> una condizione normale era estremamente difficile rapportarsi ad una
> persona con il carattere chiuso e sostanzialmente autoreferenziale come
> Rest ma - in quella particolare situazione - ciò rasentava l’impossibile.
> Il Vulcaniano aveva accettato di malavoglia di seguirla in Sala Tattica e
> - non appena le doppie porte si erano chiuse alle loro spalle - si era
> messo in piedi in una posizione formale di riposo e l’aveva trapassata
> con lo sguardo. Il suo “Mi dica pure, Consigliere…”, benché detto con
> formale cortesia, era suonato alle orecchie della Risiana come un
> “Sbrigati a dire la stupidaggine che stai pensando, piccola rompiscatole
> ignorante, che ho da fare cose più importanti che dar retta a te ed ai
> tuoi piagnistei…”…”
> Ma - e Caytlin non poteva che ammetterlo - si trattava solo di una sua
> impressione dettata dall’irritazione che si era generata in lei quando
> aveva scoperto che il Vulcaniano l’aveva inclusa nel novero di persone
> meritevoli di Nota di Demerito a seguito degli eventi riguardanti il
> prigioniero in Infermeria.
> “Signor Rest, credo che dovrebbe riconsiderare la sua decisione di non
> inviare rinforzi al Capitano Bueller.” Affermò, diretta e decisa. Con i
> caratteri come quello del Capo della Sezione Tattica, infatti, gli
> approcci indiretti ed i giri di parole tendevano a generare solo
> irritazione crescente e assenza di stimolo ad intavolare una
> comunicazione costruttiva.
> Ad oggi modo– come c’era da aspettarsi– il Vulcaniano non ebbe nessuna
> reazione evidente alla frase del Consigliere, se non un leggero
> inarcamento del sopracciglio sinistro, troppo lieve per capire se si
> trattasse di una dimostrazione di divertimento, irritazione o curiosità.
> “Interessante.” Disse dopo un po’ "Evidentemente ritiene che la mia
> gestione strategica delle risorse della nave non sia efficiente. E mi
> dica, come crede che il distogliere personale dalle aree critiche del
> conflitto per dislocarlo in uno scontro inutile e destinato alla
> sconfitta migliorerebbe la nostra soluzione globale?”
> Nonostante la costante cortesia ed il tono discorsivo, Caytlin sentì la
> temperatura ambientale abbassarsi di parecchi gradi e non poté non
> mordersi la lingua. Nel suo voler essere diretta per attrarre
> l’attenzione del collega sul suo punto di vista, aveva inavvertitamente
> toccato un qualche filo invisibile, che lo aveva fatto sentire messo in
> discussione in quello stesso campo in cui si considerava - a ragione,
> stando alle esperienze curricolari - un maestro.
> “Temo che mi abbia frainteso, Rest…” corse ai ripari la ragazza “io non
> capisco nulla di strategia e non ho idea delle strategie che sta
> applicando. Personalmente posso non capire perché abbia isolato la Sala
> Macchine o l’Infermeria, ma so una cosa: il Capitano non abbandonerà
> l’Hangar, se ha deciso che è importante difenderlo. Ed è suo dovere
> aiutarlo.”
> "Mi perdoni, Consigliere. Fino a questo momento ho ritenuto che mio
> dovere fosse neutralizzare la minaccia Romulana e riprendere il controllo
> della Hope, riducendo al minimo le perdite in termini di vite, con
> riguardo prioritario per quelle dell'equipaggio. Se ritiene che non sia
> così, provvederò a ridefinire le mie strategie in funzione degli obiettivi
> attesi."
> La Risiana si sentì formicolare la mano, come se l'arto stesso la
> implorasse di essere lasciato libero di impattare sulla faccia di Rest.
> Ma lei era una professionista, benché priva di chissà quali esperienze, e
> capiva perfettamente che il Vulcaniano la stava provocando. Così gli
> sorrise e -con tono innocente - domandò "E non sarebbe possibile
> raggiungere sia l'obiettivo generale che quello stabilito dal Capitano?"
> "Non senza una inutile perdita di vite." rispose il Vulcaniano, ora
> mortalmente serio "La strategia generale prevede che i Romulani, una
> volta individuata la possibilità di prendere l'Hangar, dirottino verso
> tale obiettivo un maggior quantitativo di risorse, riducendo per forza di
> cose la pressione su determinate aree per noi prioritarie."
> "E cosa le fa pensare che lasceranno sguarnite proprio le aree che vuole
> lei?" chiese a questo punto il Consigliere, quasi intimorita da quel tono
> di certezza matematica nella voce di Rest. Lo aveva sentito spesso negli
> scienziati Vulcaniani, quando parlavano di complesse formule matematiche
> o algoritmi atti a descrivere fenomeni scientifici anche complessi ma -
> applicato ad un campo così aleatorio come le strategie belliche - le dava
> i brividi ed una strana impressione di follia maniacale.
> “Venga, Consigliere” le rispose compiaciuto il Vulcaniano “Mi permetta di
> introdurla nell’affascinante mondo della guerra strategica.”
> I due ufficiali si spostarono alla Postazione Tattica di Plancia, dove
> Rest avviò una sorta di simulazione, in cui diversi segnalini di unità si
> spostavano in maniera quasi contemporanea.
> "Come può vedere..." spiegò il Vulcaniano, indicando una serie di punti
> dove erano stanziati numerosi gruppi di Cadetti "Questi passaggi sono ben
> protetti. Ciò lascia alle forze Romulane questo percorso specifico, dato
> che il Ponte dell'Infermeria é isolato."
> Caytlin osservò la cosa per un po', ma per lei aveva scarso significato.
> Lei vedeva decine di altri possibili percorsi e lo fece notare al collega
> "E se passassero da qui?"
> Ma le probabilità che scoprisse così, a prima vista, una falla nel piano
> che Rest aveva così accuratamente studiato erano poche, e lo sapeva. Per
> questo non si stupì quando il collega dalla divisa ocra rispose "No,
> Consigliere. Lei dimentica una cosa importante: uno degli elementi più
> rilevanti in una operazione tattica é il tempismo. I nostri avversari non
> sceglieranno vie traverse che non conoscono, quando hanno un percorso già
> sotto il loro controllo. Ed é lo stesso motivo per cui in queste ore non
> hanno sfruttato i Tubi di Jeffries...non hanno dimestichezza con la nave
> e con le sue planimetrie e rischierebbero di venire sopraffatti in
> imboscate."
> "Ma se prendessero l'hangar potrebbero andarsene con le navette, no?"
> chiese la ragazza, sentendosi sempre più frustrata da quella
> conversazione.
> "Sì Consigliere, ma non immediatamente. Le navette sono state bloccate
> con un codice crittografato a trenta cifre. I Romulani impiegheranno ore
> a decifrarlo..."
> "E che succederà quando lo avranno decifrato?" chiese la Risiana, anche
> se credeva di aver già intuito la risposta dall'atteggiamento tronfio del
> Capo Tattico.
> "Il conflitto sarà risolto molto prima, Consigliere..." rivelò Rest,
> mentre uno scintillio da predatore - forse la prima vera emozione che
> Caytlin gli avesse mai visto esternare - si accendeva per un istante nei
> suoi occhi "secondo i miei calcoli riavremo il controllo della nave nei
> prossimi quaranta minuti."
>
> U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>
> “E, ovviamente, non ha ritenuto necessario dirti come aveva intenzione di
> concludere gli scontri…” affermò Melanne, sorseggiando un bicchiere
> d’acqua come fosse una specie di cocktail. Le riparazioni erano ancora in
> corso e – con i Replicatori fuori uso – si sarebbero dovuti accontentare
> di razioni di emergenza standard per qualche giorno.
> “In effetti non glielo ho neppure domandato…” rispose il Consigliere,
> muovendosi leggermente a disagio sulla sedia e lasciando perdere la
> razione che stava intaccando con la forchetta “Il mio primo pensiero è
> stato quello di correre ad avvertire il Capitano e Lon che l’Hangar
> andava abbandonato al più presto.
> “Non credo te lo avrebbe detto comunque…” rispose la Dottoressa “quel
> ragazzo è incomprensibile…”
> “Non è incomprensibile, è solo completamente asociale…” rispose il
> Consigliere “E credo che viva tutta la sua esistenza come una continua
> partita a scacchi, con mosse e contromosse… a volte mi verrebbe voglia di
> dargli una sberla per riportarlo alla realtà, anche se non è molto
> professionale.”
> “No, non funziona…” rispose secco Lon, parlando per la prima volta da
> quando si era seduto a tavola con le due donne. Il suo tono era cupo e
> deciso, ed il fatto che si stesse osservando le nocche della mano destra
> non sfuggì a nessuno.
> "Cosa hai combinato, Lon?" chiese Melanne,
>
> U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31
> dicembre 2394 - Ore 04:20
>
> Il Consigliere Caytlin giunse di corsa all'intersezione dove era
> asserragliato il personale Federale, massaggiandosi con vigore gli
> avambracci, rimasti scorticati durante il passaggio a gattoni in un Tubo
> di Jeffries.
> Giunta a destinazione, la ragazza trovò quasi tutti i Cadetti - compresi
> i feriti che lei stessa aveva suggerito di inviare lì - intenti a
> mantenere un pesante fuoco di sbarramento contro le postazioni Romulane,
> mentre Bueller, Basta e Jones stavano armeggiando con alcuni pannelli che
> coprivano dei condotti ODN.
> "Consigliere, come mai da queste parti?" domandò Ferris, simulando
> un'allegria che non sentiva da circa otto ore "Le mancavo?"
> "Capitano, deve evacuare i suoi uomini entro la prossima mezz'ora..."
> avvertì la Risiana, con tono leggermente isterico, ignorando il tentativo
> di umorismo fuori luogo di Bueller. Per quanto avesse preso parte agi
> addestramenti dell'Accademia, infatti, nulla l'aveva preparata
> all'effetto che fanno i raggi Phaser quando ti si schiantano a meno di
> mezzo metro dalla testa.
> Colpiti dal tono di urgenza nella voce della ragazza, Bueller e Luna
> poggiarono a terra la sezione di paratia smontata e la fissarono con
> intensità "Perché, che succederà tra mezz'ora?" chiese l'Umano.
> "Non ho capito bene tutti i dettagli..." iniziò il Consigliere,
> imponendosi respiri profondi per recuperare il controllo della
> respirazione e - indirettamente - del proprio piano emotivo "ma Rest ha
> imbastito una strategia per recuperare alcune aree chiave della nave e -
> secondo le sue previsioni - entro quel termine si concentreranno qui
> almeno un terzo dei Romulani presenti a bordo. Se non vi ritirate sarà
> una carneficina!"
> A quelle parole Bueller si fece meditabondo, lanciando rapide occhiate in
> sequenza a Luna e al condotto dati scoperto, mentre istintivamente
> cominciava a mordersi il labbro inferiore.
> Sentendosi chiamata in causa da quegli sguardi, Luna gonfiò il petto
> prima di aggiungere "Ha ragione, devi far ritirare i nostri. Il piano
> possiamo farlo funzionare anche senza supporto qui fuori..."
> "Avrete molto meno tempo..." fece notare l'amico.
> "Ce lo faremo bastare." replicò secca Luna. Quindi, voltandosi verso
> Basta, chiese "Siamo pronti?"
> Il Betazoide, che si era infilato strisciando nello spazio sottostante il
> condotto ODN, rispose "sì, lo spazio é sufficiente."
> "Sentito?" domandò Luna, scoprendo i denti come se già assaporasse la
> battaglia "Noi andiamo, voi chiudete il pannello e ritiratevi!"
> Quindi sgattaiolò dietro il Capo della Sicurezza, scomparendo nella
> spessa paratia dell'Hangar. Quando entrambi i piedi furono scomparsi
> all'interno, Bueller fece un sospiro e afferrò il pannello che avevano
> rimosso quindi, armato di cacciavite sonico, si voltò verso Caytlin e
> disse "Forza Consigliere...mi aiuti a richiudere questa paratia!"
> Quindi, abbandonato l'atteggiamento dimesso, assunse una postura più
> dritta ed un tono deciso e disse ai sui uomini "Coraggio ragazzi,
> dobbiamo resistere solo pochi altri minuti. Preparatevi a ripiegare!"
>
> U.S.S. Hope - Magazzino componenti informatiche nr.3 - 31 dicembre 2394 -
> Ore 04:22
>
> I membri della squadra speciale comandata dal Comandante Rodriguez si
> guardarono intorno, rabbrividendo alla vista dei segni dello scontro
> appena conclusosi che - in quel corridoio - era stato particolarmente
> brutale e violento.
> Prigionieri e feriti potevano anche essere già stati rimossi, ma gli
> sfregi sulle paratie e le chiazze di sangue sarebbero rimaste per molto
> tempo, per lo meno nelle loro menti.
> "C...cavolo..." esclamò il Tenente Mexe, il responsabile del Laboratorio
> Informatico, entrando nell'angusto magazzino con un DiPadd in mano "tutto
> quel caos per riprenderci un semplice magazzino di parti di ricambio?"
> "Concentrati sul trovare quei pezzi..." lo rimbrottò il Capo OPS, che già
> si era chinato accanto ad una cassa e l'aveva aperta, prelevando alcune
> componenti "Hai sentito Rest, abbiamo meno di quindici minuti per farci
> trovare fuori da qui..."
> “A me pare una follia…” commentò il Cadetto Mayers, del Laboratorio di
> Intelligenza Artificiale, mentre infilava diversi cavi e componenti in
> una sacca. Tutti e tre avevano ricevuto istruzioni precise da Rest su
> cosa il Vulcaniano si aspettava facessero e con che tempistiche, ma dei
> tre solo Paulo aveva realmente compreso l’obiettivo di quel piano.
> “Ok, abbiamo tutto, muoviamoci!” esclamò poco dopo Paulo, stringendo in
> mano una torcia al Plasma per la lavorazione degli scafi, una sorta di
> proiettore lungo due metri ed in grado di generare un getto di energia a
> temperatura tale da intaccare il Duranio.
> I tre Cadetti, accompagnati da un uomo della Sicurezza armato di Fucile
> Phaser, abbandonarono rapidamente il Magazzino e - seguiti dagli scontri
> che si stavano nuovamente avvicinando a quella Sezione del Ponte -
> procedettero per circa una quarantina di metri, fermandosi davanti al
> punto di accesso di un Tubo di Jeffries. Mentre il membro della Sicurezza
> controllava il corridoio, Paulo si chinò a terra e rimosse rapidamente la
> copertura del condotto, facendo subito cenno ai due colleghi della
> Scientifica di entrarvi.
> I due colletti blu obbedirono rapidamente e, dopo essersi chinati,
> cominciarono a gattonare nel condotto che si dipanava davanti a loro.
> Quando ebbero lasciato spazio sufficiente per passare, anche il membro
> della Sicurezza si infilò dentro e - spostatosi indietro di circa un
> metro - puntò il fucile verso l’esterno. Rapidamente Rodriguez lo
> raggiunse e, sfruttando una maniglia magnetica, riposizionò la copertura
> del Tubo di Jeffries al suo posto, dopodiché fece cenno a tutti di
> avviarsi.
> Dalla relativa sicurezza del condotto i quattro Cadetti sentirono lo
> scontro raggiungere la posizione dove ormai si trovavano, ma se ne
> allontanarono senza emettere un fiato e procedettero tanto rapidamente
> quanto gli spazi angusti consentissero loro, verificando periodicamente
> la direzione con l’ausilio dei Tricoder sui quali era stata caricata
> l’intera mappatura dei passaggi di manutenzione.
> “Qui!” disse il Capo delle Operazioni, indicando una paratia
> all’apparenza identica alle altre, ovvero solida e liscia “Mexe,
> Myers…isolate i condotti del Plasma ed i condotti dati in questo
> segmento!””
> I due scienziati - benché non particolarmente avvezzi a questo tipo di
> attività - si diedero da fare mentre Paulo installò a terra una specie di
> treppiedi, sul quale montò la pesante Torcia al Plasma. Una volta certo
> che le sue azioni non avrebbero generato una fuga di gas incandescenti,
> Rodriguez fece allontanare la sua squadra ed attivò la Torcia, scavando
> il metallo della parete del condotto con movimento circolare, sino a
> creare un buco largo poco più di un metro.
> Non appena la parete metallica fu abbastanza fredda, il Cadetto della
> Sicurezza vi si avvicinò e - con un calcio ben piazzato - la fece cadere
> a terra, seguendola subito dopo col fucile spianato.
> “Ok, venite pure…” disse dopo un po’, dando anche agli altri tre il
> permesso ad accedere all’angusta sala in cui erano sbucati, prima di
> portarsi vicino alla sola porta d’accesso, puntandovi contro il fucile
> Phaser.
> “Secondo Rest non dovrebbe esserci più nessuno lì fuori, ma preferisco
> che lei tenga comunque la posizione, Sanders…” approvò Rodriguez, per poi
> voltarsi verso il loro obiettivo, un piccolo nucleo di memoria del
> computer, isolato rispetto ai tre nuclei principali della nave.
> Mexe fu il primo a fare la sua parte, collegando il proprio Tricoder
> all’interfaccia del computer e dicendo “E’ come aveva detto il signor
> Rest…i Romulani non si sono presi la briga di disabilitare questo Nucleo
> come hanno fatto con il Computer Principale…””
> “Probabilmente neppure sapevano che ci fosse un nucleo di memoria
> aggiuntivo dedicato alla sola gestione del Medico Olografico di
> Emergenza…” ragionò Myers, mentre utilizzava i condotti dati che aveva
> recuperato dal magazzino per effettuare una serie di collegamenti di
> emergenza con la rete ODN principale della nave, lì dove l’avevano
> isolata prima di tagliare la paratia "In fondo é stata una aggiunta
> recente, pensata per garantire il supporto di un M.O.E. alle navi più
> vecchie..."
> “Ma non capisco cosa voglia farsene…” continuò Mexe, mentre richiamava
> rapidamente le subroutines del M.O.E. “questo Computer dispone di spazio
> di memoria e capacità di calcolo ottimizzate per la gestione del solo
> programma del Medico Olografico di Emergenza… non è possibile usarlo per
> fare altro…”
> “Infatti, prima dovremo fare un po’ di spazio…” affermò con un ghigno
> Rodriguez, prendendogli di mano il Tricoder e collegandovi una unità di
> memoria esterna. Quindi, quando Myers gli ebbe fatto cenno di aver
> completato i collegamenti fisici alla rete ODN, avviò il programma che si
> trovava sulla memoria installata “ecco, così!”
> “Ma… signore, sta decompilando il programma!" esclamò stupito e un po'
> scioccato Mexe "Non abbiamo un backup del M.O.E. a bordo!"
> "Pazienza, ce ne installeranno uno nuovo alla prima Base Stellare..."
> rispose Paulo, con una chiara alzata di spalle. Quindi, quando vide che
> la decompilazione era terminata, avviò un secondo programma "Mi serviva
> spazio per questo..."
> "Una copia di backup del computer di bordo?" domandò Myers, verificando a
> sua volta col tricoder delle stringhe a campione di ciò che stava venendo
> installato "Non pensavo che il Computer che gestisce il M.O.E. avesse la
> capacità di calcolo necessaria..."
> "Infatti non ce l'ha..." affermò Rodriguez "questa é una versione più
> leggera, limitata alle funzioni dei sensori interni, delle comunicazioni
> e dei sistemi di sicurezza. Non gestisce né la navigazione, né le armi e
> tantomeno gli apparati scientifici."
> Quindi, finita l'installazione, si sfiorò il comunicatore e disse
> "Rodriguez a Rest...computer di emergenza in linea..."
>
> U.S.S. Hope - Corridoi antistanti l'Hangar Navette Principale - 31
> dicembre 2394 - Ore 04:32
>
> Dopo aver respinto le residue forze Federali, i soldati Romulani, guidati
> dal Subcomandante Rover, si ammassarono davanti alle grandi porte
> dell'Hangar navette.
> Per prendere quella struttura avevano dovuto abbandonare numerose
> postazioni conquistate nelle ore precedenti, ma ciò non era importante.
> Quei ragazzini con cui si stavano battendo erano stati bravi a sufficienza
> da impedire loro di conquistare la Sala Macchine - e con essa la nave -
> isolando l'intero ponte, ma non erano riusciti a contrastarli su questo
> obiettivo.
> "Decurione Milok, apra queste porte!" ordinò all'Ingegnere Capo, che
> rapidamente si avvicinò alle porte di sicurezza e - dopo aver asportato
> quei pannelli removibili che nelle ultime otto ore aveva imparato a
> conoscere così bene - cominciò a trafficare sui comandi.
> Ci vollero circa cinque minuti prima che le porte si sbloccassero e anche
> così - senza l'ausilio dei computer, che avevano disabilitato come primo
> obiettivo per impedire ai federali di usare teletrasporti, sensori e
> campi di forza - dieci soldati dovettero mettersi di buona lena per
> riuscire ad aprirle.
> Non appena lo spazio fu sufficiente, Rover inviò i suoi uomini
> nell'Hangar con l'ordine di stanare ed eliminare rapidamente i Federali.
> Purtroppo i suoi non disponevano di disgregatori ma solo di Phaser
> sottratti ai federali caduti. Queste armi, oltre che più difficili da
> impugnare, avevano pesanti limitazioni nel loro uso, limitazioni
> preprogrammate che riducevano l'output di danno al solo stordimento o -
> al più - ad un raggio a bassa intensità fatto apposta per non danneggiare
> gli scafi.
> *Ciononostante riusciremo ad andarcene e a tornare vincitori....* pensò
> il Subcomandante, vedendo che l'hangar ospitava - oltre alle navette
> Federali - anche la parte anteriore di una delle navette aliene che
> avevano il compito di recuperare ed un caccia Klingon *Certo, il Riov é
> stato fatto prigioniero, ma tanto aveva perso la nave, quindi sarebbe
> stato ugualmente giustiziato...*
> Perso in questi pensieri, il Romulano non si accorse di un dettaglio
> all'apparenza strano. Tutte le navette erano infatti disposte nell'hangar
> con i musi rivolti verso i portelloni esterni, per facilitarne il
> decollo...tutte meno una.
> D'altro canto, il Subcomandante Rover non poteva sapere che - circa 10
> minuti prima - i Cadetti Jones e Basta erano entrati nell'hangar
> strisciando all'interno delle paratie e, con l'aiuto di un Forklift
> antigravitazionale, avevano girato la Navetta Archer prima di
> intrufolarvisi all’interno.
> Se lo avesse saputo, probabilmente, sarebbe stato più cauto nel disporre
> i quaranta uomini che lo avevano seguito…ed il piano del Capitano Bueller
> non avrebbe avuto successo.
> “Ho finito di disabilitare il blocco crittografato…” annunciò invece
> Luna, dentro la navetta. Sia lei che Basta erano accucciati sotto i
> comandi, così che non risultassero visibili dall’esterno attraverso lo
> schermo di plastiacciaio trasparente che fungeva da finestrone anteriore.
> “Computer in linea…” confermò Basta, che faceva un po’ ridere chinato e
> quasi accartocciato tra il sedile del copilota e la consolle “ed appena
> in tempo, direi…”
> “Avanti!” lo incitò il Cadetto Jones con un ghigno decisamente Klingon
> “Facciamo vedere a questi bastardi dal sangue verde chi comanda qui!”
> Ciò detto, i due si misero rapidamente a sedere e – prima che i Romulani
> riuscissero a disperdersi, Luna attivò i propulsori ventrali della
> navetta, sollevandola di circa mezzo metro da terra e facendo cadere
> proni gli avversari più vicini.
> “Scudi alzati…” annunciò Lon, mentre i più reattivi tra i Romulani
> cominciavano a sparare inutilmente contro la navetta biposto ed i più
> svegli – invece – si dedicavano ad una rapida fuga “procedo a
> neutralizzare gli avversari!”
> Al di fuori della Federazione non tutti conoscono le esatte capacità dei
> Phaser montati dalle navi della Flotta Stellare. Ovvero, molte razze
> conoscono i loro output massimi di danno e la loro mortale precisione, ma
> in pochi conoscono quanto questa arma possa essere flessibile nel suo uso.
> Nel caso specifico Basta aveva – su ordine del Capitano – ridotto al
> minimo la potenza dei Phaser della navetta, aumentandone al massimo la
> dispersione. Quando i due emettitori fecero fuoco, quindi, non
> scaturirono i normali raggi cremisi, ma dei ventagli di energia di circa
> 30° di angolo, a potenza tale da stordire chiunque si trovasse nel loro
> raggio d’azione e buttare a terra tutti coloro che vi fossero vicini,
> senza però danneggiare le strutture della nave.
> Subito i Romulani tentarono di disperdersi ma Luna, con una manovra
> estremamente azzardata in uno spazio così ridotto ed affollato come
> quello dell’Hangar, spostò la navetta davanti all’ingresso e – tenendola
> alzata quasi al livello del soffitto – diede modo a Basta di mirare
> accuratamente i suoi bersagli.
> In pochi minuti quella che doveva essere una importante conquista per le
> forze Romulane si trasformò in una caccia al topo, che si concluse con
> ventitré Romulani a terra ed il resto della forza d’assalto in fuga.
>
> U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:35
>
> Bueller entrò in Plancia come un ciclone subitò seguito da Caytlin e –
> immediatamente – si avvicinò alla consolle Tattica, dove Rest stava
> aggiornando lo stato delle forze amiche e nemiche a seguito dei rapporti
> di un gruppo di Cadetti messaggeri che erano ancora sugli attenti di
> fronte a lui.
> “Che diavolo sta succedendo Rest?” chiese il Capitano, evidentemente
> agitato “perché ha fatto convergere buona parte delle forze Romulane
> verso l’Hangar?”
> “Per garantire la sicurezza della nave e facilitare il loro contenimento,
> signore…” rispose il Vulcaniano, mettendosi sugli attenti ed assumendo
> una posa – se possibile – ancor più stoica “Secondo le mie stime, tra
> quattro punto tre minuti standard il signor Roriguez terminerà il suo
> compito, rendendoci un controllo parziale della nave e permettendoci di
> ottenere la supremazia tattica in questo scontro.”
> Bueller parve tentennare un momento a quella risposta. Per quanto il
> curriculum di Rest fosse ineccepibile e lo indicasse come uno dei più
> promettenti giovani strateghi della Federazione, infatti, lui lo aveva
> sempre trovato troppo astratto e…asettico, per potersi fidare ciecamente
> delle sue valutazioni. D’altro canto il fatto che l’imprevedibile – ma
> innegabilmente pieno di risorse – Rodriguez fosse uno egli attori del
> piano aumentava di molto la qualità dello stesso agli occhi del Capitano.
> Con un sospiro, Ferris si mise alle spalle del Vulcaniano e disse “Cinque
> minuti, eh Rest? Molto bene…intanto ha il tempo di aggiornarmi sullo
> stato degli scontri…”
> I cinque minuti seguenti trascorsero rapidamente, con Rest che indicava
> al suo ufficiale comandante lo stato delle varie truppe, riportando per
> ognuno dei contingenti federali anche il numero e la gravità dei feriti,
> cosa che un po’ stupì il Consigliere visto che – nel tempo in cui lo
> aveva osservato coordinare gli scontri – non era mai parso realmente
> interessato a questo tipo di informazioni se non per il numero di unità
> residue ancora in grado di combattere *Non devo mai dimenticare che questi
> dannati Vulcaniani hanno una memoria quasi fotografica e sono in grado di
> ricordare anche informazioni sentite una volta sola…* si rimproverò la
> Risiana.
> Lo stato delle valutazioni era giunto alla Sala Macchine – la sola vera
> incognita, visto che il locale era stato isolato dal resto della nave con
> all’interno due contingenti di numero pressoché equivalente – quando la
> voce di Rodriguez emerse dai comunicatori, che fino a quel momento erano
> rimasti muti a seguito della disattivazione dei computer di bordo
> =^=Rodriguez a Rest...computer di emergenza in linea...=^=
> Appena udì quelle parole, Rest si spostò verso la consolle della
> Sicurezza, di norma gestita da Basta in caso di emergenza, e la accese.
> Ci vollero alcuni minuti prima che la consolle tornasse operativa, ma
> quando ebbe accesso ai sensori interni, l’Ufficiale Tattico rispose,
> attraverso il proprio comunicatore “Qui Rest…confermo il funzionamento
> del sistema di emergenza. Rimanete a presidiare il tutto, tenendo
> d’occhio con particolare attenzione il collegamento ODN provvisorio…”
> Quindi, voltandosi verso Bueller “Capitano, abbiamo in linea i sensori
> interni, i campi di forza e le comunicazioni intra nave. Non appena avrò
> finito di inserire i parametri di identificazione amico/nemico potremo
> disabilitare i Phaser sottratti dalle forze Romulane.”
> A Bueller Rest non piaceva, ma ciò che il Vulcaniano disse gli strappò
> comunque il primo vero sorriso da otto ore a quella parte “Ottimo lavoro,
> signor Rest…proceda, che sono impaziente di spiegare ai nostri ospiti chi
> comanda!”
>
> U.S.S. Hope – Sala Macchine - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40
>
> Xyr si risvegliò con un dolore lancinante al petto e la prima cosa che
> fece fu boccheggiare, in cerca di quell’ossigeno che i suoi polmoni
> parevano non voler recepire.
> “Cerchi di respirare lentamente, Comandante…” le intimò la voce del
> Dottor Sanchez, al momento poco più di una macchia scura nel suo campo
> visivo annebbiato dalla carenza di ossigeno “Ha diverse costole rotte e
> non posso sistemargliele qui, quindi il meglio che può fare sono piccoli
> respiri, cercando di controllare l’espansione dei polmoni. Questo la
> aiuterà…”
> La giovane Andoriana sentì il rumore di un Hypospray e – quasi subito –
> il mondo tornò a fuoco mentre il dolore andava scemando, sostituito da
> una sensazione ovattata piuttosto piacevole “Antidolorifico…?” domandò
> con voce ancora un po’ confusa, mentre attorno a lei il mondo riassumeva
> un aspetto comprensibile.
> Si trovava nell’Ufficio dell’Ingegnere Capo, in Sala Macchine. Il locale
> relativamente piccolo era stracolmo di gente, visto che ospitava
> accucciati a terra quasi dieci Cadetti della Flotta Stellare – fra i
> quali Xyr riconobbe un ancora svenuto Doohan.
> “Dove…sono gli altri…?” chiese, mentre le tornava la lucidità e ricordava
> che – prima di svenire – in Sala Macchine erano in venti federali e più o
> meno altrettanti aggressori.
> “Fuori, a tentare di respingere i Romulani…” rispose il secondo della
> Dottoressa Graahn con voce seria “ma non credo ce la faremo ancora a
> lungo…i Romulani hanno preso il piano superiore della Sala Macchine ed
> hanno una posizione di vantaggio incontestabile…noi siamo asserragliati
> qui dentro e dietro le postazioni di controllo del Nucleo di Curvatura…”
> *Nucleo di Curvatura che – fortunatamente – è stato espulso, o il fuoco
> di Phaser ci avrebbe già fatti saltare tutti per aria…* pensò cinicamente
> il Primo Ufficiale della Hope. Ma la verità era che il dottore aveva
> ragione, se i Romulani avevano ottenuto una posizione rialzata e loro
> erano stati schiacciati contro una delle pareti della Sala Macchine senza
> vie di fuga, avevano perso…*e presto dovrò arrendermi…* pensò, sentendo
> l’amaro sapore della bile salirle alla gola.
> La giovane donna stava ragionando febbrilmente in cerca di un qualche
> asso nella manica o trucco dell’ultimo minuto per rovesciare le sorti
> dello scontro, quando improvvisamente il rumore del fuoco nemico cessò e
> la voce di Bueller eruppe dagli altoparlanti installati nel soffitto
> della sala, come quella di un dio adirato =^=Attenzione, questa è una
> comunicazione destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della
> U.S.S. Hope. Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed
> incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro possesso
> attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra fisiologia
> specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non funzionerà. I miei
> uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a qualsiasi costo nella
> Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e metterete le mani dietro la
> testa ciò avverrà senza ulteriori spargimenti di sangue, viceversa i miei
> uomini hanno l’autorizzazione ad utilizzare tutta la forza necessaria
> affinché ciò venga fatto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni in
> proposito. Bueller chiude!=^=
> “Avete sentito il Capitano?” disse allora Xyr in tono duro,
> costringendosi ad assumere una posizione eretta nonostante il dolore al
> petto “Andiamo a prendere i nostri ospiti, volenti o nolenti!”
>
> U.S.S. Hope - Infermeria - 31 dicembre 2394 - Ore 04:40
>
> Nonostante non stessero correndo alcun rischio immediato – se non quello
> che i Romulani prendessero la nave e la distruggessero o li uccidessero
> tutti – la Dottoressa Graahn non riusciva a stare ferma per più di dieci
> minuti.
> Ormai lei, il M.O.E. ed il personale medico e paramedico presente si
> erano occupati di tutti i feriti e – visto che le comunicazioni ed il
> computer principale erano morti – non potevano fare altro che contare il
> tempo che passava. L’unico che pareva immune a tutto questo era Smith,
> che anzi si sforzava di chiacchierare con chiunque gli capitasse a tiro,
> finendo per ricevere principalmente occhiatacce dai presenti.
> La donna avrebbe voluto infilarlo su di un bioletto ed analizzarlo dalla
> testa ai piedi come chiestole dal Primo Ufficiale – se non altro per
> farlo stare zitto – ma i bioletti erano tutti occupati da feriti gravi e
> gli analizzatori, eccetto quelli manuali (che non avevano comunque una
> risoluzione sufficiente) erano tutti fuori uso. Melanne stava comunque
> pensando di provarci, sempre allo scopo di zittire l’indesiderato ospite,
> quando la voce del Medico Olografico di Emergenza attirò la sua
> attenzione con una frase decisamente strana.
> “Curioso…” affermò il M.O.E. osservando il proprio Tricoder con evidente
> meraviglia “temo di non ricordare come si attivi questo… strumento…”
> “Dottore, va tutto bene?” domandò l’Infermiera Mawari, avvicinandosi
> all’Ologramma. Per quanto non molto utilizzato, infatti, il M.O.E. Tipo V
> aveva una personalità piuttosto piacevole e a volte il personale
> dell’Infermeria ci interagiva, anche solo per avere una rapida via di
> accesso allo spropositato database medico che conteneva.
> “Salve…infermiera…” rispose titubante l’ologramma, mentre il viso ben
> proporzionato di un uomo di mezza età dallo sguardo gentile esprimeva un
> certo grado di dubbio e frustrazione “In effetti temo di avere un
> malfunzionamento…sembra che alcune delle mie memorie non siano più
> accessibili…lei, ad esempio…è una femmina, giusto? Credo di sì, stando
> alla sua cartella clinica, ma non rammento più quali elementi anatomici
> siano distintivi nella sua razza…”
> La Boliana si voltò stupita verso la Dottoressa, forse in cerca di
> consiglio, ma Melanne non sapeva cosa dire. Sotto i suoi occhi, infatti,
> il M.O.E. smise di parlare e – dopo pochi secondi – smise anche di
> muoversi. Non passò più di un minuto, prima che la sua figura diventasse
> meno definita, come un ologramma appena abbozzato nella mente di un
> oloprogrammatore.
> “Ma che diavolo…?” si chiese il Cadetto Graahn, maledicendo per
> l’ennesima volta il totale isolamento a cui era sottoposta l’Infermeria.
> Prima che potesse aggiungere altro, però, la voce di Bueller emerse
> dall’apparato delle comunicazioni, segno che stavano lentamente
> riprendendo il controllo della nave =^=Attenzione, questa è una
> comunicazione destinata a tutte le forze Romulane presenti a bordo della
> U.S.S. Hope. Sono il Capitano Bueller e vi ordino la resa immediata ed
> incondizionata. Abbiamo disabilitato tutte le armi in vostro possesso
> attraverso campi di soppressione tarati sulla vostra fisiologia
> specifica. Qualsiasi arma da fuoco impugnerete non funzionerà. I miei
> uomini hanno l’ordine di catturarvi e condurvi a qualsiasi costo nella
> Stiva di Carico 1. Se getterete le armi e metterete le mani dietro la
> testa ciò avverrà senza ulteriori spargimenti di sangue, viceversa i miei
> uomini hanno l’autorizzazione ad utilizzare tutta la forza necessaria
> affinché ciò venga fatto. Non ci saranno ulteriori comunicazioni in
> proposito. Bueller chiude!=^=
> “Beh…sembra proprio che siate sulla via giusta per risolvere il vostro
> problema…” commentò Smith con un sorriso strano, che non piacque per
> nulla alla Dottoressa Graahn. L’uomo si sfiorò appena il dorso della mano.
> Ciò detto l’uomo rimase silenziosamente seduto al suo posto e questo
> comportamento – in apparente contrasto con quello ciarliero tenuto fino a
> quel momento – allarmò la Dottoressa. La giovane donna si stava giusto
> arroventando su quali potessero essere le motivazioni di tale cambio di
> comportamento quando Smith, dopo aver piegato per un momento la testa di
> lato come se stesse tentando di sentire un suono estremamente basso, si
> alzò in piedi e aggiunse “Bene Dottoressa, è stato un piacere…non credo
> abbiate più bisogno di me, quindi addio…” e – nello sfavillio di luce
> azzurra di un Teletrasporto – scomparve.
> “Graahn a Plancia…” chiamò subito Melanne, quasi per riflesso automatico
> “Smith è appena stato teletrasportato via!”
>
> U.S.S. Hope - Plancia - 31 dicembre 2394 - Ore 04:55
>
> Bueller era estremamente fiero del suo discorso, che di certo avrebbe
> demoralizzato i Romulani ora disarmati, spingendoli ad una resa che
> avrebbe facilitato il ritorno alla normalità a bordo della nave.
> Rodriguez li aveva raggiunti e stava lavorando a riattivare i campi di
> forza delle celle commutando la loro alimentazione sui Reattori ad
> Impulso e la voce di Rest stava già riferendo i rapporti delle prime
> Sezioni sotto controllo Federale – quelle dove i Romulani erano stati
> così furbi da arrendersi dopo aver capito di essere stati disarmati –
> quando la chiamata dell’Infermeria lo riscosse.
>
> =^=Graahn a Plancia…Smith è appena stato teletrasportato via!=^= riferì
> l’Ufficiale Medico Capo con voce piuttosto agitata.
> “Maledizione!” esclamò il Capitano, voltandosi verso Rodriguez e Rest,
> che avevano contemporaneamente interrotto ciò che stavano facendo per
> mettersi a lavorare ai loro sistemi “Ci sono navi lì fuori?”
> “I sensori a corto raggio non sono al momento attivi…” riferì Rest, ben
> conscio che le limitate capacità del computer che stavano utilizzando per
> far funzionare i sistemi della nave non avevano consentito di includere
> anche i sistemi di analisi tra quelli riattivabili.
> “Sto attivando le telecamere esterne…” riferì Rodriguez, mentre vagliava
> sul suo terminale le immagini di diversi punti di raccolta immagini
> “Ecco…purtroppo non c’è la correzione visiva del computer, quindi non
> posso zoomare o migliorare l’immagine…”
> Sullo schermo visore apparve un’immagine offuscata e molto poco
> dettagliata ma – anche così – era possibile riconoscere una nave di
> colore bianco che - dopo essersi allontanata dalla Hope - stava attivando
> quello che pareva essere un raggio trattore azzurro.
> “Credo stia recuperando le navette da assalto…” ipotizzò Rest, stimando
> dalla distanza e dalla dimensione presunta del raggio che lo stesso
> stesse agganciando oggetti lunghi non più di 15-20 metri “immagino si
> tratti della nave appoggio che stavamo attendendo…forse è appena
> arrivata.”
> “Sì, ma non possiamo lasciar loro le navette…” rifletté Bueller “anche se
> l’arma di Doohan le ha danneggiate, la loro tecnologia non deve cadere in
> mano alla Sezione 31…”
> “Temo che non abbiamo modo di impedirlo…” riferì però Rest “non abbiamo
> il controllo sulle armi, né su altri sistemi di emissione con i quali
> potremmo disturbare il loro Raggio Traente.”
> Ferris rimase silenzioso un momento, poi ebbe un’idea. Rapidamente si
> sfiorò il comunicatore, quindi disse “Ferris a Jones e Basta…Luna, potete
> decollare con la navetta che avete riattivato?”
> “Sì, ma perché…” provò a chiedere il Timoniere della Hope, ma il suo
> amico la interruppe “La nave appoggio di Smith si sta rubando le navette,
> dovete fermarla!”
> “Capitano…questa è una navetta di Tipo 9…” intervenne Basta “i nostri
> armamenti sono estremamente limitati…”
> “Ci inventeremo qualcosa…” rispose Bueller “ora andate e teneteli
> impegnati!”
> Pochi secondi dopo, una navetta apparve sullo schermo e cominciò a
> ronzare attorno alla nave più grande, che fu costretta ad interrompere
> l’utilizzo del Raggio Traente per alzare gli scudi. La telecamera che
> stavano usando non aveva una qualità di immagine tale da permettere di
> cogliere cosa stesse effettivamente succedendo, ma presto i lampi
> divennero di due distinti colori, segno che anche la nave della Sezione
> 31 stava rispondendo al fuoco.
> “Qualche idea, signori?” chiese Ferris, stringendo con forza i braccioli
> della poltrona per via dell’impotenza che quella situazione gli generava
> “Non abbiamo armi, ma dobbiamo aiutare Luna e Basta, nonché impedire a
> Smith e ai suoi di prendere quelle navette…”
> A proporre qualcosa fu il Consigliere Caytlin che, con la sua voce dolce,
> disse “Non dimentichiamo che non abbiamo bisogno di danneggiare la nave
> appoggio…ci basterebbe distruggere le navette. Non potremmo
> teletrasportare dei siluri fotonici innescati al loro interno e farli
> detonare?”
> “Non abbiamo scanner di puntamento…” disse subito Rodriguez, che pareva
> ritenere quella ipotesi fattibile “ma le navette sono ferme. Se Luna e
> Lon ci dessero le coordinate esatte con i loro sensori, potremmo farlo…”
> “Il problema è che la Santabarbara è stata sigillata a seguito dell’avvio
> dello stato di emergenza…” riferì Rest “Ed è pesantemente schermata. Per
> e consentire il teletrasporto dei siluri sarebbe necessario sbloccarla e
> spostare manualmente i siluri all’esterno…ma il computer che stiamo
> utilizzando non è programmato per interagire con i sistemi tattici della
> nave.”
> “Non voglio altri problemi, signori…voglio soluzioni!” ringhiò Bueller
> alzandosi in piedi. Subito Caytlin si alzò a sua volta, mettendogli una
> mano sull’avambraccio e ciò parve placarlo almeno un po’ “Abbiamo due
> compagni in pericolo lì fuori ed una tecnologia che non deve finire in
> mani sbagliate…”
> Rodriguez e Rest si fissarono per diversi secondi, ognuno dei quali –
> probabilmente – sperando che fosse l’altro a trovare una soluzione a quel
> problema all’apparenza irrisolvibile. Si fissarono talmente tanto che,
> quando la proverbiale lampadina si accese, si accese nella mente di
> entrambi “i siluri Quantici!” affermarono, praticamente all’unisono, prima
> di mettersi al lavoro come se si fossero parlati per coordinarsi.
> “Siluri…Quantici?” domandò Ferris, colto alla sprovvista. Aveva dovuto
> litigare per settimane con l’Ammiraglio Lennox per far assegnare alla
> Hope una piccola scorta di Siluri Fotonici standard…da dove cavolo erano
> saltati fuori addirittura dei Siluri Quantici???
> “Ho attivato un’interfaccia con i sensori della navetta…” riferì il Capo
> Operazioni, ignorando bellamente la domanda e spingendo un comando che –
> come effetto collaterale – ebbe anche quello di migliorare l’immagine
> sullo schermo visore grazie alla ricezione delle letture sensoriali della
> navetta “I Bersagli sono agganciati.”
> “Siluri armati ed agganciati…” riferì Rest che – attraverso i sensori
> interni – aveva triangolato le esatte posizioni dei siluri ancora stivati
> nello Sparviero di Luna e aveva provveduto anche ad armarli a distanza
> “pronti al trasferimento.” Quindi, poiché una simile operazione doveva
> essere ordinata per forza dal Capitano, spiegò concisamente “Come avrebbe
> potuto leggere dalla relazione Protocollo 1723.5, durante la precedente
> missione sulla Luna degli schiavisti il Comandante Rodriguez
> ha…sequestrato un totale di quattro testate belliche federali ad
> inversione quantica. Le stesse si trovano nella stiva del vascello del
> Cadetto Jones, in attesa di poter verificare se si tratta di testate
> autentiche contrabbandate in qualche modo o di falsi…al momento sarebbe
> possibile teletrasportare queste testate nelle navette, distruggendole.”
> *La Lennox mi ammazzerà…* si disse Bueller, ma non era qusto
> l’importante. Aveva domandato ai suoi uomini una soluzione ad una
> situazione senza soluzioni e loro gliene avevano trovata una…non era il
> caso di fare gli schizzinosi “Molto bene, trasferitele subito e inviate la
> quarta a 1 km dalla nave della Sezione 31…il botto dovrebbe disabilitarli
> senza distruggerli.”
> “Sto avvertendo il Cadetto Jones di ritirarsi…” informò Rest, mentre
> Rodriguez avviava il Teletrasporto.
> Per un momento non successe nulla, se non un piccolo lampo lì dove la
> quarta testata si rimaterializzava nello spazio. Poi, mentre la navetta
> della Hope si allontanava a pieno Impulso dal proprio avversario, quattro
> soli azzurri esplosero trasformando per qualche momento lo schermo visore
> in una unica macchia bianca.
> Nonostante la considerevole distanza dalle esplosioni la Hope venne
> scossa per diversi secondi poi, quando tutto tornò alla normalità, sullo
> schermo fu visibile solo la nave della Sezione 31, il cui scafo appariva
> in più punti annerito e danneggiato. Delle tre navette non vi era più
> alcuna traccia, se non qualche frammento di Duranio contorto e bruciato.
> “Entrano in Curvatura…” riferì Rest, un istante dopo, mentre la nave
> sullo schermo si allungava per poi scomparire in un lampo di luce e –
> contemporaneamente - in Plancia la tensione si alleggeriva in un istante
> “apparentemente hanno ritenuto di non avere più nulla da fare qui…”
> “Direi che possiamo ritenerci fortunati di questo…” rispose Bueller,
> ritrovando la propria baldanzosità “forse hanno temuto avessimo altri di
> quei confetti…”
> “O magari non avevano intenzione di nuocerci comunque…” gli fece notare
> Caytlin “se si tratta davvero della Sezione 31, anche se in un modo
> contorto il loro scopo è quello di difendere la Federazione e noi ne
> facciamo parte.”
> “Sia come sia…” ribatté il Capitano facendo spallucce “Adesso muoviamoci,
> abbiamo ancora un equipaggio Romulano da finire di domare…”
>
> U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>
> “Beh…alla fine è irrilevante che ti abbia spiegato o meno il suo piano.
> Ha funzionato ed è finito bene. Abbiamo ripreso il controllo della nave e
> siamo riusciti a riattivare i computer. Appena il Nucleo di Curvatura si
> sarà stabilizzato potremo recuperarlo e andarcene, sempre che non arrivi
> prima una nave appoggio.” Cercò di cambiare argomento Basta, producendosi
> così nella frase più lunga ed articolata che il Consigliere Caytlin gli
> avesse mai sentito dire.
> “Non cambiare argomento.” Rispose freddamente la Dottoressa Graahn,
> lanciando un’occhiataccia all’amico. Un’occhiataccia screziata da
> emozioni rosse di irritazione e verdi di preoccupazione agli occhi della
> mente del telepate.
> Sbuffando, Lon si appoggiò sullo schienale della sedia e si chiuse nel
> suo solito mutismo, incrociando le braccia al petto in una posizione
> difensiva. E sarebbe rimasto in quella posizione anche a lungo, se
> Melanne non avesse cambiato strategia, scoccandogli un’occhiata ferita
> che travolse tutta la sua determinazione a tacere ad ogni costo.
> Capitolando, il Capo della Sicurezza ammise “Sono andato da lui per
> affrontarlo sulla faccenda della Nota di Demerito. Mi ha provocato e l'ho
> colpito…”
>
> U.S.S. Hope – Sezione tattica – Ufficio del Caosezione – 25 ore prima
> (Flashback)
>
> Lon Basta era furioso. Il Consigliere Cond sarebbe stato fiero di lui…ora
> non era più nero, era di un bel rosso acceso, tanto caldo da sciogliere
> il Duranio.
> *Che diavolo è passato per la testa a Rest?* si stava chiedendo la parte
> più razionale del suo cervello, mentre quella più istintiva bramava di
> ottenere un chiarimento dal Vulcaniano, con la forza se necessario *In
> questo momento, poi…*
> Il Capo della Sicurezza entrò nell’Ufficio del suo parigrado con piglio
> deciso e – anche se esteriormente non lasciava trasparire alcuna emozione
> – esse ribollivano sotto la sua superficie con intensità tale da
> risultare certamente percepibili dalle capacità telepatiche del collega.
> Dal canto suo Rest era la riproduzione fatta emozione del nulla, un
> grigio costante ed indistinto, tenuto sotto controllo da una volontà
> ferrea che non gli fece alzare gli occhi dallo schermo, nonostante fosse
> per lui impossibile non accorgersi della presenza dell’altro.
> “Vorrei dei chiarimenti…” disse infine Basta, quando ebbe trovato
> l’autocontrollo necessario a parlare senza lasciar trapelare alcuna
> emozione dalla voce “sulla nota di demerito a nostro carico.”
> “Chiarimenti?” domandò in risposta l’Ufficiale Tattico Capo, sollevando
> finalmente lo sguardo sul collega ed alzandosi in una forma di saluto
> certamente non sentito “Le motivazioni formali riportate nella nota non
> sono sufficientemente chiare?”
> “Perché ha tirato in mezzo anche me, il Consigliere e la Dottoressa?”
> chiese di rimando Basta, che in realtà non aveva neppure letto le due
> pagine di motivazioni formali che il Vulcaniano aveva allegato alla
> propria richiesta “Era lei che stava portando avanti l’interrogatorio. Se
> ritiene di aver sbagliato, perché coinvolgere anche M…noi?”
> Il grigiume emotivo di Rest ebbe un breve guizzo di curiosità di colore
> arancione, ma nulla trapelò sul suo volto mentre rispondeva “Mi pare
> evidente. Per quando stessi parlando io, l’interrogatorio era gestito da
> tutti e quattro. Il Consigliere si sarebbe dovuta accorgere della
> reazione emotiva – o presunta tale del signor Smith. Lei, in quanto
> telepate, avrebbe potuto prevedere il tentativo dell’uomo ed avvisarci ed
> infine la Dottoressa Graahn avrebbe dovuto trovare la capsula di veleno
> prima che vi fosse occasione di utilizzarla. Non le paiono motivazioni
> sufficienti?”
> “Io credo stia solo cercando di alleggerire la sua posizione…” affermò
> Basta, ancora più irritato dal tono condiscendente di Rest “e ha tirato
> in ballo anche noi prima che qualcuno avviasse un provvedimento
> disciplinare solo nei suoi confronti.”
> “Illogico…” sentenziò semplicemente il Vulcaniano “ed inutile. Illogico
> perché la responsabilità era certamente nostra come gruppo incaricato
> dell’operazione. Inutile perché il Capitano Bueller non avrebbe mai
> avviato un simile procedimento, col rischio di coinvolgere il Consigliere
> Caytlin.”
> “E allora…perché…?” si chiese basta, prima di notare un certo
> autocompiacimento nel grigume emotivo di Rest…una poco gradevole
> sfumatura violetta quasi indistinguibile dalla bruma grigia che erano le
> sue emozioni “Per fare bella figura?”
> Rest non disse nulla ed il Betazoide continuò “In questo modo lei appare
> come quello dotato di autocritica che ammette di aver fatto un errore e
> costringe il Capitano a scusarla ufficialmente…e lei ne esce pulito!”
> “Non sono neppure toccato da simili insinuazioni…” ribatté seccamente
> Rest, facendo per rimettersi a sedere. Come a dire che il tempo per
> l’udienza che gli concedeva era finito.
> Una simile arroganza fece imbufalire ancor di più Lon…Rest – in una
> situazione come quella in cui si trovavano – aveva perso tempo ad
> orchestrare tutta quella pantomima per mettersi in buona luce, rischiando
> di danneggiare anche lui, il Consigliere e Melanne, quando – se avesse
> semplicemente ignorato la cosa – la stessa non sarebbe mai venuta a galla.
> Una simile consapevolezza mandò nuovamente su tutte le furie Basta che
> stavolta non si trattenne ed urlò “Non si azzardi ad ignorarmi, Rest!”
> Ma il Vulcaniano intendeva fare esattamente questo e continuò nel suo
> gesto di sedersi, per lo meno finché un pugno non lo centrò sulla
> guancia, mandandolo a terra. Apparentemente per nulla stupito del gesto,
> Rest si risollevò con movimenti lenti e si mise in piedi di fronte al
> collega, affermando con voce gelida “Se non ha altro da aggiungere,
> Comandante…può andare.”
> Ciò detto gli afferrò il polso in una specie di morsa di carne e – con
> forza decisamente superiore a quella di un Umano o di un Betazoide – lo
> condusse oltre la porta, prima di chiudergliela in faccia. L’ultima cosa
> che Lon vide, fu una evidente sfumatura di soddisfazione che andava a
> colorare le emozioni di norma controllate del Vulcaniano.
>
> U.S.S. Hope – Bar di Prora - 31 dicembre 2394 – Ore 21:05
>
> “Come accidenti ti è venuto in mente di colpirlo?” protestò Melanne,
> quando Basta ebbe finito di raccontare ciò che era accaduto tra lui e
> Rest poco prima del combattimento con le navette dello Specchio e con i
> Romulani.
> “Non gli è venuto in mente…è stato Rest a spingerlo in quella direzione.”
> Osservò piattamente il Consigliere Caytlin, spegnendo sul nascere i
> bollenti spiriti della Dottoressa e attirandosi una occhiata incuriosita
> dallo stesso Lon.
> Vedendo che i due la osservavano in attesa di chiarimenti, la Risiana
> aggiunse “E’ come vi ho detto prima. Rest vede il mondo in una sequenza
> di mosse di scacchi. Azioni e reazioni che possono essere pianificate. In
> quest’ottica probabilmente Lon aveva ragione, la sua proposta di Nota di
> Demerito per tutti e quattro era finalizzata a trasformare l’evento
> negativo dell’interrogatorio in qualcosa che potesse metterlo in buona
> luce, anche se non saprei con chi, visto che di certo il Capitano l’avrà
> considerata al più una puntigliosità o una seccatura…mentre il fatto di
> farsi colpire anche se poteva con ogni probabilità evitare o parare il
> colpo è stata una precisa forma di autotutela. Lon avrebbe potuto rivelare
> questa sua manipolazione e fargli fare una brutta figura. Ora, invece,
> non può più, perché se lo facesse verrebbe fuori la faccenda del pugno e
> ci sarebbe il legittimo dubbio che anche il nostro buon Betazoide stesse
> tentando di fare la stessa cosa. Anzi, peggio, perché in teoria era
> dovere di Rest fare rapporto come ha fatto, mentre il pugno di Lon è
> contrario ai regolamenti e non è neppure la prima volta che lo fa…”
> Entrambi rimasero silenziosi per un po’, cercando di comprendere il
> ragionamento del Consigliere o di confutarlo…ma sembrava calzare alla
> perfezione al contorto modo di pensare del loro Ufficiale Tattico Capo.
> Fu comunque Melanne a dire “Ma perché avrebbe dovuto farlo? Per cosa si
> sta mettendo in luce? Forse per il posto di responsabile della Sezione
> Tattica/Sicurezza?”
> “Non credo…” rispose perplessa Caytlin “quella è una decisione che spetta
> a Bueller e – come ho già detto – lui non credo abbia colto le sfumature
> di questa faccenda, o al massimo le ha considerate un elemento di
> irritazione che ha subito accantonato…”
> Ed il discorso morì così, visto che nessuno aveva ulteriori elementi per
> approfondirlo.
>
> U.S.S. Hope – Alloggio del Cadetto Rest - 31 dicembre 2394 – Ore 23:45
>
> Quando le porte scorrevoli dell’alloggio si aprirono, Xyr si trovò di
> fronte Rest che – con indosso un abbigliamento civile di fattura
> tipicamente Vulcaniana – la squadrò per un secondo. Subito l’espressione
> arcigna dell’Ufficiale Tattico Capo parve rilassarsi leggermente mentre,
> scostandosi dalla porta, diceva “Prego, Comandante, si accomodi…”
> L’Andoriana avanzò nello spartano alloggio dell’amico e fu subito
> investita dall’odore penetrante dell’incenso da meditazione. Diverse
> candele ardevano nella stanza e fungevano anche da sola fonte di luce,
> visto che quella artificiale era stata completamente disattivata.
> “Disturbo forse?” domandò, avvicinandosi nel frattempo alla scacchiera
> tridimensionale di cristallo che svettava su di un tavolino, unica
> concessione al lusso in quella stanza, che ospitava anche un tavolo da
> Stratagema ed una collezione di altri giochi da tavolo di strategia,
> seppure di minor pregio.
> “Assolutamente no, Xyr…” rispose Rest, passando ad un tono più
> colloquiale, frutto di anni di amicizia difficoltosamente coltivata tra i
> due “sono solo stupito di vederti in piedi, avevo sentito dire che la
> Dottoressa Graahn ti aveva ordinato riposo assoluto sino a completa
> guarigione.”
> “Ho qualche costola rotta e risaldata, ma trenta metri tra i nostri
> alloggi credo di poterli fare…” ribatté la giovane donna, sfiorando con
> le lunghe dita affusolate un cavallo di cristallo opaco, senza però
> toccarlo, visto che la scacchiera sembrava ospitare una partita in corso
> *Chissà tra Rest e chi?* si trovò distrattamente a chiedersi.
> “Accomodati, ti prego…lascia che ti prepari un po’ di tè…” glissò il
> Vulcaniano, voltandosi verso un armadietto dal quale estrasse due tazze
> di ceramica dall’aria antica ed un barattolo metallico con tappo a vuoto
> pneumatico.
> "Credevo che i replicatori fossero ancora fuori uso..." commentò il Primo
> Ufficiale, accomodandosi sul divano, che risultò essere piacevolmente
> duro sotto la schiena, non come quelli in dotazione standard negli
> alloggi. Chissà Rest come se lo era procurato, visto che la fornitura di
> mobili e arredi era di competenza di Rodriguez ed i due non parevano
> andare poi così d'accordo?
> "Gli Zarkdon sono un popolo deludente sotto molti aspetti..." rispose il
> Vulcaniano, apparentemente cambiando argomento. Xyr però sapeva che
> l'amico aveva trascorso un periodo della sua esistenza - e della sua
> formazione - su quel mondo, non ricavandone una impressione favorevole.
> Ignaro delle elucubrazioni dell'amica, Rest continuò "uno di questi é la
> ridicola convinzione che impedire ogni forma di ristorazione non
> collettiva all'interno delle loro forze armate migliori il rendimento e
> la coordinazione dei suoi membri."
> "Si chiama Spirito di Corpo, Rest..." lo rimproverò bonariamente Xyr,
> prima di ridere divertita, cosa che le fece ricadere parte dei bianchi e
> setosi capelli davanti agli occhi "quindi...fammi capire...gli Zarkdon
> sono deludenti perché non consentono ai cadetti delle loro scuole
> militari di mangiare da soli?"
> Il Vulcaniano non colse la provocazione, estraendo invece dalla stessa
> dispensa quello che aveva l'aspetto di un antico bollitore, salvo per un
> piccolo schermo abilmente occultato nel coperchio. Disse invece
> "Purtroppo questa deprecabile convinzione aveva - come conseguenza - che
> gli alloggi dei Cadetti erano privi di replicatori alimentari o di altre
> tecnologie atte a cucinare cibo. Ciò comportava - tra l'altro -
> l'impossibilità di preparare del té..."
> "E quindi ti sei procurato quell'aggeggio?" domandò l'Andoriana,
> indicando l'oggetto che Rest aveva nel frattempo acceso. La cosa non la
> stupiva...per quanto Rest potesse negarlo affermando con sdegno che si
> trattava di una emozione, il suo amico era un patito del té.
> "Un replicatore di acqua bollente..." confermò il Tattico, mentre un
> fischio annunciava che l'acqua aveva raggiunto la temperatura ideale. Con
> movimenti sicuri e precisi Rest aprí il contenitore ermetico,
> prelevandone due identiche quantità di foglie triturate che pose in
> eleganti contenitori d'argento traforati. Dopodiché pose gli infusori
> nelle tazze e vi versò sopra acqua bollente dal bollitore.
> Preparato il tutto, portò le due tazze verso il divano e le pose su un
> tavolino basso situato vicino a dove era seduta Xyr, prima di sedersi a
> sua volta su di una poltrona posta ad una distanza tale dal divano da
> dare un'impressione di vicinanza pur senza andare ad intaccare lo spazio
> vitale dell'ospite.
> "Grazie..." disse l'Andoriana, accettando il té ed afferrandone la tazza
> a due mani, così da potersela portare vicino al viso ed annusarne
> l'aroma. Per quanto non apprezzasse le bevande troppo calde - come buona
> parte della sua gente, peraltro - il té di Rest era un gusto acquisito,
> del quale ora faticava a fare a meno "volevo dirti che il Capitano ha
> deciso di non mandare avanti la tua proposta di Nota di Demerito..."
> "Supponevo l'avrebbe respinta..." convenne Rest, che ancora non aveva
> toccato il suo bicchiere. Da anni, ormai, attendeva esattamente 97
> secondi prima di iniziare a sorseggiare il té "Ciononostante ho ritenuto
> fosse mio dovere inviare la segnalazione motivandola. Le scelte del
> Capitano sono oltre la mia capacità di influenza."
> "Perlomeno l'ho costretto a respingere formalmente la risposta, anziché
> cestinarla e basta..." commentò la giovane donna. Dopodiché vi fu un
> momento di silenzio a seguito del quale aggiunse "Oggi hai fatto un
> ottimo lavoro, anche se hai corso parecchi rischi. Abbiamo avuto diversi
> feriti gravi e, senza l'Infermeria...beh, é un miracolo che non abbiamo
> perso nessuno!"
> "Si é trattato di rischi calcolati..." spiegò l'Ufficiale Tattico "con le
> impostazioni di sicurezza dei Phaser attivate, é possibile far fuoco
> unicamente con settaggio pari o inferiore a 4, ovvero in modalità
> stordimento o ferimento leggero. In questa seconda modalità il raggio
> phaser é perforante ma non attiva una disgregazione molecolare. In
> quest'ottica, anche considerato che il raggio stesso cauterizza le ferite
> che provoca, solo un colpo portato alla testa o al cuore risulta letale.
> Combinando questo fatto con una strategia che prevedesse ampi spazi di
> ripiego si ottiene una percentuale di sopravvivenza teorica nelle truppe
> del 97,3%. Ho ritenuto fosse preferibile tale percentuale alla matematica
> certezza di perdere l'Infermeria, lasciando agli avversari la possibilità
> di curarsi e di accedere a veleni ed altre modalità di guerra
> batteriologica."
> "Beh...alla fine, come dicevo, é andata bene...abbiamo avuto solo 15
> feriti gravi." commentò il Primo Ufficiale, decisamente lieta del fatto
> che non avessero perso nessuno.
> "Dei quali sette a causa dell'ostinazione del Capitano a voler mantenere
> la posizione presso l'Hangar anziché seguire la strategia generale..." ci
> tenne a precisare il Vulcaniano, ancora piccato per l'incoerenza e la
> mancanza di disciplina del suo Capitano, che prima lo aveva investito
> della responsibilità di organizzare la difesa della nave e poi aveva
> rifiutato di seguire le sue indicazioni strategiche.
> "Bueller é una primadonna.. " commentò Xyr con una risata cristallina che
> ebbe l'effetto di alleviare lievemente il cipiglio dell'amico "non
> aspettarti che segua i suggerimenti...se vuoi che faccia bene le cose,
> manipolalo in modo che pensi sia farina del suo sacco..."
> "Ciò é altamente illogico..." protestò Rest, anche se - in cuor suo -
> sapeva che l'Andoriana aveva ragione "tra le sue scelte azzardate e le
> sue mancanze rispetto a regolamenti e protocolli, é inconcepibile che sia
> ancora lui il Capitano."
> "Lo so, é per questo che invio regolari rapporti su tutto questo..."
> confermò la ragazza, facendosi seria "e Strauss mi ha confermato che
> l'Ammiraglio Lennox li riceve e li tiene in debito conto."
> "A che contatore é giunto oggi?" domandò Rest, con una punta di interesse
> - o forse di divertimento - nel tono della voce.
> "47, mi pare..." rispose Xyr divertita "Ma devo ammettere che, avendo
> passato buona parte della giornata in Infermeria, non ho avuto modo di
> controllare tutto..."
> Mentre lo diceva si mosse leggermente a disagio sul divano. Era la terza
> volta che lo faceva e Rest ritenne - con una probabilità del 93.7% - che
> ciò dipendesse da stanchezza e dal dolore alle costole. Pertanto affermò
> "A tal proposito, per quanto le tue visite siano per me sempre fonte di
> piacere, ritengo sia giunto il momento che ti ritiri nel tuo alloggio."
>
> _______________________________________________
> Stml17 mailing list
> Stml17 a gioco.net
> http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml17
>
> ...
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://gioco.net/pipermail/stml17/attachments/20151123/cefddbbc/attachment-0001.html>
More information about the Stml17
mailing list