[Stml17] [Bastar] 04.05 - Questione di secondi

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Lun 4 Lug 2016 10:52:12 CEST


Bello e divertente come sempre;-)

S.

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Cadetto Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122
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"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
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Private comunicator:  ltcomm.sibi a gmail.com

Il 04/lug/2016 08:44, "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com> ha scritto:

> Ups!  Scusa!
>
> Silvia
>
>
> ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
>
> ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
>
> Il giorno 3 luglio 2016 22:03, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Divertente, mi è piaciuto.
>> Solo un appunto: la dottora è trill, non umana.
>> Brava!
>>
>>
>> Il 02/07/2016 15:32, Silvia Brunati ha scritto:
>>
>> Eccomi... ho un pò di dubbi sulla fattibilità di quello che segue ed il
>> brano è più breve di quelli che erano i miei piani iniziali, ma non volevo
>> concludere troppe cose, così ho preferito lasciarle in sospeso.
>>
>> Spero vi piaccia! :)
>>
>>
>> Silvia
>>
>>
>> *****************************************
>>
>> Brano: 04-05
>>
>> Titolo: Questione di Secondi
>>
>> Autore: Cadetto IV Lon Basta (aka Silvia Br.)
>>
>> *****************************************
>>
>>
>>
>> *Da qualche parte nello spazio – 6 Febbraio 2395 – Ore 22.00*
>>
>> Tre figure passeggiavano sotto un mare di stelle, la qual cosa non
>> sarebbe stato poi così strana se non fosse che indossavano delle tute. Il
>> che non sarebbe stata nemmeno tanto insolito se non fosse che lo facevano
>> sulla superficie esterna di una nave orioniana e una delle tre era piegata
>> in avanti e avanzava lentamente con le mani posate sullo scafo e le gambe
>> che le seguivano, come se fosse un segugio all’inseguimento di un odore
>> particolare; mentre le altre due, simili a cacciatori impazienti di
>> catturare la preda, lo seguivano in quella insolita camminata sulla
>> superficie di una nave spaziale. Da qualche parte dietro di loro una
>> navetta klingon occultata seguiva ogni loro mossa e, a bordo di essa,
>> un’andoriana dai lunghi capelli bianchi e le antenne ritte sulla testa come
>> corde di violino fissava lo schermo monitorando la situazione. Le sue
>> labbra erano talmente pressate l’una contro l’altra da ridursi ad una linea
>> sottile che non toglieva nulla alla sua bellezza glaciale. Dietro di lei
>> un’umana dai capelli neri e gli occhi grandi spalancati esprimeva la
>> preoccupazione cui l’andoriana non aveva permesso di trasparire, le dita
>> della sua mano destra, se avessero potuto, avrebbero scavato solchi sullo
>> schienale della poltrona del pilota, dov’era seduta l’altra. Con l’aria
>> delusa di chi si domanda perché non è stato scelto per la missione, un
>> terzo personaggio era appoggiato alla paratia. Anche lui fissava lo schermo
>> a braccia conserte, tutto il disappunto disegnato su un volto che
>> altrimenti sarebbe passato inosservato.
>>
>> “Lei resterà qui”, aveva ordinato l’andoriana con il tono di chi non
>> ammette repliche, “non rischierò tutti gli uomini ”, i suoi occhi si erano
>> ridotti ad una fessura quando aveva visto le labbra dell’uomo aprirsi in
>> una protesta che non aveva però trovato parola.
>>
>> “Funzionerà?” Ruppe il silenzio teso Melanne Graahn staccando finalmente
>> la mano dallo schienale.
>>
>> “Deve”, ribatté secca il comandante Xyr senza distogliere lo sguardo
>> dallo schermo. “se c’è una femmina orioniana a bordo di quella nave solo
>> Rest potrebbe resisterle. Lei è pronta?” Le chiese dopo qualche altro
>> secondo di silenzio.
>>
>> “Devo”, rispose l’umana raddrizzando le spalle e serrando la mascella, la
>> mano che andava a posarsi inconsapevolmente sulla borsa con tutto il
>> necessario per un intervento medico.
>>
>> Xyr le lanciò un’occhiata e annuì lentamente, “signor Devon,sa cosa
>> fare”. Disse alzandosi per lasciare il posto all’umano, “è meglio che ci
>> prepariamo”.
>>
>>
>>
>> *Starbase 214 – Locale Ferengi “Tutto per Tutti” – Contemporaneamente*
>>
>> *“Non mi sembra di aver chiesto chissà che cosa! Solo di pagare il giusto
>> prezzo quello che voglio!” Strauss teneva banco allargando le braccia al
>> centro del locale chiedendo il supporto dei presenti.*
>>
>> *“Signore, signore, la prego”, provò nuovamente a placarlo il ferengi
>> tenendo le mani per cercare di afferrargli le gambe e convincerlo a
>> scendere dalla sedia sulla quale era salito.*
>>
>> *Mescolati agli altri clienti Bueller e Rodriguez assisterono increduli
>> al salto con il quale il capitano evitò che il ferengi lo afferrasse.*
>>
>> *“Quando ha detto che avevamo bisogno di un diversivo, non immaginavo
>> questo…” commentò stupito Rodriguez, poi, Bueller gli afferrò un braccio e
>> lo trascinò verso il fondo del locale approfittando della confusione.*
>>
>> *“Sbrighiamoci!” *
>>
>> *Rodriguez si chinò sul pannellino che bloccava l’accesso alla sala
>> ologrammi privata. Un luce rossa lampeggiante indicava che era in uso,
>> entrambi avevano visto i due ferengi e il mercante entrarvi pochi minuti
>> prima che Strauss entrasse in azione. Facendo attenzione a non farsi vedere
>> Bueller seguì le evoluzioni del capitano per i locale con i ferengi che lo
>> inseguivano di tavolo in tavolo rovesciando sedie e creando scompiglio.*
>>
>> *“La sicurezza sarà qui a momenti!” Sussurrò a Rodriguez.*
>>
>> *“Le ho già detto che è molto utile conoscere persone che conoscono
>> persone che hanno lavorato per questo locale e se ne sono andate
>> arrabbiate? E’ terribile quello che può fare chi porta rancore”, Rodriguez
>> finì di digitare, “i codici di sicurezza hanno la pessima abitudine di
>> finire in mani poco raccomandabili”. Da rossa la luce si fece verde mentre
>> il rumore di bottiglie infrante indicò che Strauss era riuscito a
>> raggiungere il bancone e concentrare definitivamente l’attenzione di tutti
>> i ferengi su di lui. Nessuno avrebbe avvertito chi era nella sala ologrammi
>> a quel punto. Accennando un inchino verso Bueller, Rodriguez gli fece cenno
>> di precederlo all’interno.*
>>
>>
>>
>> *Da qualche parte nello spazio – 6 Febbraio 2395 – Ore 22.15*
>>
>> Basta si fermò di scatto sollevando un braccio.
>>
>> C’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa fosse e
>> questo lo spiazzava perché non c’era abituato. Posò entrambe le mani sullo
>> scafo e fissò la superficie della nave, non che questo aumentasse le sue
>> capacità percettive, ma il contatto, pur attraverso i guanti, gli diede una
>> sensazione di solidità che lo aiutò a non perdere la sottile striscia di
>> profondo blu che aveva appena individuato. Tucci aveva il tratto distintivo
>> del vortice, una specie di tornado quando era immerso nei suoi pensieri,
>> non c’entrava nulla con quell’acceso blu che si sfaldava e ricomponeva,
>> eppure…
>>
>> “E’ strano”, mormorò cercando di riconoscere qualcosa che lo collegasse
>> allo scienziato. Facendo cenno all’altro uomo di aspettare Rest si
>> accovacciò accanto al betazoide: “cosa?”
>>
>> All’inizio Basta non sembrò aver sentito la domanda, accigliato ascoltava
>> e più ascoltava più sentiva stonature. “Non son sicuro che sia lui”, ogni
>> singola parola uscì a difficoltà dalla bocca del betazoide, come se gli
>> costasse fatica ammettere quell’incertezza.
>>
>> Rest ne fissò l’espressione in silenzio per qualche istante, “Ma…?”
>>
>> “Potrebbe esserlo”, ammise il betazoide gli occhi pieni di insicurezza.
>>
>> “E’ sufficiente. E’ qui sotto”, disse poi alla radio alzandosi.
>>
>>
>>
>> Sulla Akesh Xyr annuì a Devon e il teletrasporto si attivò trasportando
>> lei e la dottoressa pochi metri sotto i piedi dei tre uomini sullo scafo
>> della nave. Si ritrovarono in un corridoio dalle pareti scure illuminato da
>> luci al neon mentre un allarme iniziava a suonare in tutta la nave.
>>
>> “Presto!” L’andoriana indicò alla dottoressa l’unica cella chiusa a pochi
>> passi da loro sollevando l’arma nella direzione del corridoio chiusa da un
>> ascensore. A pochi passi da lei si materializzò Rest, anche lui armato:
>> “Abbiamo pochi secondi prima che alzino gli scudi”, disse mettendosi al suo
>> fianco. Dietro di loro il suono del phaser che bruciava il pannello di
>> controllo della cella confermò che la dottoressa stava dandosi da fare. “E’
>> lui?” chiese Xyr vedendo le porte dell’ascensore iniziare ad aprirsi,”è
>> lui?” Chiese di nuovo iniziando ad arretrare verso la cella affiancata da
>> Rest quando uno scossone scosse la nave orioniana. “Dottoressa!” Chiamò
>> sparando un colpo verso l’ascensore costringendo così chiunque stesse
>> uscendo a ripararsi al suo interno.
>>
>> “Teletrasporto per quattro!” Sentì gridare dall’interno della cella,
>> “subito!”. Poi il suo mondo furono solo luci e colori.
>>
>>
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>> occupati. Bertolt Brecht
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