[Stml17] Brano 03-08 - Basta - Vortici
Massimo Gallo
keranydd a gmail.com
Mer 16 Mar 2016 10:00:29 CET
Ottimo lavoro.
Povero Basta, dobbiamo veramente essere un incubo per lui :-)
Il 16/mar/2016 09:11, "Franco Carretti" <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:
> Bello bello, mi è piaciuto un sacco l'interrogatorio in stile Vedova Nera.
> Ottimo lavoro
>
> *Sent:* Tuesday, March 15, 2016 at 5:07 PM
> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml17] Brano 03-08 - Basta - Vortici
>
> Ciao!
>
> Ecco il mio brano, attendo impaziente commenti. :)
>
>
>
> Silvia
>
> *******************************************************
>
> *Brano: 03-08*
>
> *Titolo: Vortici*
>
> *Autore: Lon Basta*
>
> *Brano Precedente: Rest, figlio di Retok - Permette questo ballo?*
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Hope, Laboratorio Scientifico – 03 Febbraio 2395 – Ore 13:00*
>
> Quando qualcosa non tornava, Edison Ray Tucci non riusciva a toglierselo
> dalla mente fino a quando non ne veniva a capo. Era come un tarlo che
> scavava nel suo cervello impedendogli di fare qualsiasi altra cosa a parte
> quella di provare ad estirparlo. In quei casi si chiudeva in laboratorio e
> incessantemente attaccava il tarlo, da ogni lato possibile, fino a quando
> non capiva cos’era che non gli quadrava. Compiti insignificanti come
> mangiare, bere, dormire, lo infastidivano soltanto. I primi due era
> costretto ad espletarli perché altrimenti il suo cervello ne avrebbe
> risentito, l’ultimo cercava di rimandarlo il più possibile dal momento che
> era sicuro che il maledetto tarlo non gli avrebbe fatto chiudere occhio.
>
> Lon Basta gli aveva detto che capiva quando era in quello stato
> semplicemente perché le sue emozioni erano come un ‘mulinello d’acqua, del
> quale non capisci mai dove sia la fine’. Quando si accorgeva che Tucci ‘era
> nel vortice’, Basta si limitava ad attendere che ne venisse a capo
> occupandosi di portargli da mangiare e bere regolarmente ed intervenendo
> quando si accorgeva che l’umano aveva bisogno di dormire. Edison non aveva
> chiesto al betazoide di fargli da cane da guardia, il giovane lo aveva
> semplicemente deciso dopo quella volta con i ferengi e non c’era stato
> alcun modo per smuoverlo dalla sua decisione: ‘il suo vortice è piacevole
> per me, signor Tucci, quasi ipnotico,’ gli aveva detto in tono categorico,
> ‘preferisco lei al caos emotivo del resto della Hope’.
>
> Perciò erano ore che entrambi erano chiusi in laboratorio: lo scienziato
> ad inseguire il suo tarlo ed il capo della sicurezza intento a leggere le
> informazioni che Temlin gli aveva messo a disposizione. A Tucci la presenza
> del betazoide non dava fastidio, gli era sufficiente che se ne stesse nel
> suo angolo, in silenzio. Ogni tanto il giovane scienziato parlava ad alta
> voce e talvolta gli sembrava che Basta gli rispondesse, ma, se anche lo
> faceva, la sua mente registrava quelle risposte in automatico e subito se
> ne dimenticava, persa com’era nel flusso delle acque vorticose che si
> rincorrevano a spirale. L’idea del vortice era piaciuta subito ad Edison
> perché rendeva perfettamente l’idea del percorso che il tarlo stava
> scavando nel suo cervello ormai da troppo tempo.
>
> “Sarebbe meglio avere dei campioni di sangue del mutaforma perché così
> potremmo capire meglio la tipologia della razza e…”
>
> “Li ho già richiesti, dalla Armand ci hanno risposto di averli messi a
> disposizione della dottoressa, dovrebbe trovarli sulla consolle”.
>
> Il cervello di Tucci non registrò la risposta pacata di Basta, ma le sue
> mani richiamarono il file che gli serviva ed egli si perse nuovamente
> all’inseguimento del tarlo del quale ogni tanto vedeva la coda. Il
> mutaforma non aveva agito da solo, eppure l’esito delle ricerche del
> capitano Bueller alla festa sulla Armand non avevano portato a nessun
> risultato.
>
> “Se si trattasse di qualcuno che era di turno, allora il capitano non
> l’avrebbe mai potuto scoprire, non tutti erano invitati, quindi…”
>
> “Turni e presenze alla festa sono stati decisi da Xyr e dal primo
> ufficiale dell’Armand sulla base dei suggerimenti che abbiamo dato loro per
> far si che i sospetti principali fossero presenti”.
>
> Le dita di Tucci scorsero rapide sulla consolle aggiungendo informazioni
> ad informazioni, le parole di Basta assorbite come se fossero state
> semplicemente frutto dei suoi ragionamenti. Se i principali sospetti erano
> stati alla festa e se c’era un altro mutaforma, allora chi era? Il tarlo
> scavava nella sua mente seguendo il vortice che si arrotolava su se stesso.
> No, in realtà non gli piaceva l’idea di Basta del vortice, aggiungeva solo
> confusione. Perché il complice non era stato smascherato alla festa? Non
> poteva essere un problema del sistema di rilevazione che lui e la
> dottoressa Graham avevano ideato, lo escludeva nella maniera più
> categorica, quindi erano sbagliati i sospetti o… si fermò e nello stesso
> istante incrociò lo sguardo di Basta.
>
> “Ah, è ancora qui, bene, bene, mi serve la dottoressa e anche il signor
> Doohan, dobbiamo lavorare un po’”.
>
> Senza dire nulla Basta interruppe il lavoro che stava facendo e chiamò i
> diretti interessati.
>
> *U.S.S. Armand – Celle di Detenzione - 03 febbraio 2395 – Ore 15:00*
>
> Il mutaforma attendeva pazientemente, sapeva benissimo cosa significava
> aspettare: l’aveva fatto sul pianeta, lo faceva ora. Attendere però lo
> portava a pensare e questo non andava bene perché gli dava idee e lo faceva
> dubitare e questo andava ancora peggio.
>
> Si era sdraiato sulla brandina con la schiena verso il campo di forza, un
> braccio piegato sotto la testa, il respiro controllato. Non c’era stato
> tanto movimento dopo la visita dell’infermiera, nessuno era venuto ancora
> ad interrogarlo e nessuno l’aveva degnato di attenzione, ma sarebbero
> arrivati, ne era certo, e doveva essere pronto per loro. Lo sarebbe stato.
>
> Una strana sensazione alle spalle lo indulse a voltarsi, davanti al campo
> di forza c’era una magnifica femmina, dai capelli ramati e gli occhi
> luminosi. Un tempo, quando era ancora libero, avrebbe fatto follie per una
> donna del genere, ora invece i suoi occhi si socchiusero pieni di sospetto
> e si tirò su a sedere lentamente, diffidente.
>
> “Buon pomeriggio”, lo salutò cortese l’ufficiale. Era giovane, molto più
> degli standard della flotta stellare, e sembrava gentile, ma quello, lo
> sapeva, era solo un bluff. Doveva appartenere all’equipaggio della Hope,
> altrimenti una così non gli sarebbe mai sfuggita. “Sono il consigliere Caytlin
> della U.S.S. Hope, ho pensato che le avrebbe fatto piacere parlare con me,
> invece che con il signor Qass”.
>
> Uno sbuffo seccato sfuggì al mutaforma, aveva avuto modo di conoscere fin
> troppo approfonditamente il boliano nel periodo in cui era stato a bordo
> della Armand e più volte aveva pensato al suicidio come alternativa
> all’eterno scorrere delle sue chiacchiere. La femmina incrociò le braccia
> sul petto ed il suo sguardo inevitabilmente ne seguì il movimento, il
> consigliere se ne accorse ed il sorriso le aumentò di qualche grado, al ché
> il mutaforma digrignò i denti in un ghigno. Gli avevano detto di non
> parlare, non di non guardare.
>
> “Non sarebbe più comodo nella sua forma naturale invece che in quella
> dell’ambasciatore?” Suggerì il consigliere senza perdere la compostezza,
> “sono certa che i panni di un vecchio imbolsito non la entusiasmano poi
> tanto”, subito dopo si mordicchiò il labbro inferiore e scosse la testa
> contrita, “mi scusi, non volevo offenderla, pensavo che non si vergognasse
> del suo vero aspetto”.
>
> Al mutaforma sfuggì una risata divertita, se pensavano che una infante
> come quella, per quanto bella, potesse convincerlo a dire anche solo una
> parola avevano di gran lunga sottovalutato la sua razza, o forse era lui ad
> aver sopravvalutato loro. Credevano che non conoscesse trucchi del genere?
> Che fosse così ingenuo?
>
> La femmina sorrise un po’ smarrita alla sua risata. “Ho detto qualcosa di
> sbagliato forse?” Poi sgranò gli occhi sorpresa, “vuol dire che non ha una
> forma originaria? Nemmeno un po’ liquida? O aerea?”
>
> All’ultima parola il mutaforma si limitò ad imitare la posa del
> consigliere, a braccia conserte e per un istante qualcosa nel suo volto
> cambiò, un’ombra di sospetto si formò nel suo sguardo per svanire però
> rapidamente mascherata da uno sbadiglio. Questa volta la femmina non disse
> nulla fissando il suo volto con quegli occhi bellissimi e allo stesso tempo
> inquietanti, il sorriso era scomparso dal suo viso e l’espressione non
> sembrava più così ingenua come all’inizio.
>
> “La ringrazio del suo aiuto,” disse dopo qualche istante, “avviserò il
> capitano che è stato davvero molto collaborativo”. Girò sui tacchi e si
> allontanò mentre il mutaforma scattava in piedi con la bocca spalancata ed
> un grido inarticolato sorpreso.
>
>
>
> *U.S.S. Armand – Ufficio del Capo della Sicurezza - 03 febbraio 2395 –
> Contemporaneamente*
>
> “Funzionerà, deve funzionare”. Ferris Bueller camminava avanti ed indietro
> alle spalle di Rest che fissava il monitor con calma glaciale.
>
> “Si calmi, capitano”, commentò in tono paziente il tattico della Hope e
> Bueller si fermò di scatto per chinarsi sulle sue spalle.
>
> “Come va?”
>
> “Esattamente come pochi minuti fa, signore”, rispose senza scomporsi il
> vulcaniano, “il consigliere non entrerà di certo nella cella, capitano, è
> illogico preoccuparsi”.
>
> Bueller si raddrizzò con espressione offesa, “non sono preoccupato, sono
> solo un po’ nervoso”.
>
> Astenendosi dal commentare sul quantitativo di nervosismo di Bueller Rest
> si girò a fissarlo, “è stata sua l’idea di far parlare il mutaforma con
> persone con le quali non avesse dimestichezza”, commentò mentre Bueller
> annuiva ripetutamente.
>
> “Lo so, lo so”.
>
> “E’ sempre sua l’idea di usare il consigliere Caytlin perché il
> consigliere…”.
>
> “…E’ molto meno ingenua di quello che sembra, lo so”. Bueller aveva
> ripreso a camminare avanti ed indietro massaggiandosi la testa.
>
> “Non vedo pertanto perché dovrebbe essere agitato, sono certo che il
> consigliere ha la situazione perfettamente sotto controllo”. Detto questo
> tornò a fissare il monitor per poi aggiungere con calma serafica, “questo è
> insolito”.
>
> Bueller gli fu subito addosso, gli occhi spalancati a seguire la figura di
> Caytlin che si allontanava. “Cosa? Cosa?”
>
> Rest si raddrizzò costringendo Bueller ad allontanarsi di qualche
> centimetro, “la reazione del mutaforma alle parole del consigliere”.
>
> “Quali par…”, ma Bueller fu interrotto dall’ingresso del tenente
> comandante Temlin e di Caytlin.
>
> Il capo della sicurezza della Armand si fermò di scatto fissando Bueller
> sorpreso: “mi dica capitano, come fa il signor Basta a sopportare tutta la
> sua agitazione? Lei sta battendo persino il capitano Royce!”.
>
> A quelle parole Bueller rispose con una smorfia seccata per poi incalzare
> Caytlin, “allora?”
>
> La risiana gli rispose accigliata: “E’ stato molto interessante”.
>
> “Davvero?”
>
> “Assolutamente”, intervenne Temlin andando verso la sua scrivania dopo
> aver guardato leggermente accigliato Rest che si alzava dalla sua poltrona,
> “consigliere le devo fare i miei complimenti per come ha condotto il
> colloquio, quell’ultima frase è stata geniale”.
>
> Caytlin arrossì compiaciuta e mentalmente Bueller si annotò la cosa per
> future indagini, “la ringrazio signore, ad una prima analisi direi che il
> prigioniero è molto preoccupato dal fatto che qualcuno pensi che lui possa
> esserci stato utile in qualche modo”.
>
> “Terrorizzato più che preoccupato”, confermò Temlin.
>
> “Ne deduciamo quindi che chiunque sia è più potente del mutaforma”,
> commentò Rest facendo spazio al capo della sicurezza, e quindi più
> pericoloso”.
>
> A quel punto Bueller si massaggiò la testa con un sospiro, “ma come lo
> individuiamo?”
>
> =^= Basta a Bueller=^=. La voce del betazoide ruppe il silenzio in cui
> tutti erano caduti.
>
> “Qui Bueller, mi dica Basta”.
>
> =^= Farebbe meglio a venire sulla Hope, signore, subito.=^=
>
>
>
>
>
> --
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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