[Stml17] Brano 03-08 - Basta - Vortici
federico pirazzoli
cmdrtkar a gmail.com
Gio 17 Mar 2016 14:01:44 CET
Azz...mi sono accorto ora di non aver inviato la risposa...bel pezzo,
complimenti! Mi son perso nel vortice...
*_________________________________________________________________________*
*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
_________________________________________________________________________
Il giorno 16 marzo 2016 10:00, Massimo Gallo <keranydd a gmail.com> ha
scritto:
> Ottimo lavoro.
> Povero Basta, dobbiamo veramente essere un incubo per lui :-)
> Il 16/mar/2016 09:11, "Franco Carretti" <ferris.bueller a mail.com> ha
> scritto:
>
>> Bello bello, mi è piaciuto un sacco l'interrogatorio in stile Vedova Nera.
>> Ottimo lavoro
>>
>> *Sent:* Tuesday, March 15, 2016 at 5:07 PM
>> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>> *Subject:* [Stml17] Brano 03-08 - Basta - Vortici
>>
>> Ciao!
>>
>> Ecco il mio brano, attendo impaziente commenti. :)
>>
>>
>>
>> Silvia
>>
>> *******************************************************
>>
>> *Brano: 03-08*
>>
>> *Titolo: Vortici*
>>
>> *Autore: Lon Basta*
>>
>> *Brano Precedente: Rest, figlio di Retok - Permette questo ballo?*
>>
>>
>>
>>
>>
>> *U.S.S. Hope, Laboratorio Scientifico – 03 Febbraio 2395 – Ore 13:00*
>>
>> Quando qualcosa non tornava, Edison Ray Tucci non riusciva a toglierselo
>> dalla mente fino a quando non ne veniva a capo. Era come un tarlo che
>> scavava nel suo cervello impedendogli di fare qualsiasi altra cosa a parte
>> quella di provare ad estirparlo. In quei casi si chiudeva in laboratorio e
>> incessantemente attaccava il tarlo, da ogni lato possibile, fino a quando
>> non capiva cos’era che non gli quadrava. Compiti insignificanti come
>> mangiare, bere, dormire, lo infastidivano soltanto. I primi due era
>> costretto ad espletarli perché altrimenti il suo cervello ne avrebbe
>> risentito, l’ultimo cercava di rimandarlo il più possibile dal momento che
>> era sicuro che il maledetto tarlo non gli avrebbe fatto chiudere occhio.
>>
>> Lon Basta gli aveva detto che capiva quando era in quello stato
>> semplicemente perché le sue emozioni erano come un ‘mulinello d’acqua, del
>> quale non capisci mai dove sia la fine’. Quando si accorgeva che Tucci ‘era
>> nel vortice’, Basta si limitava ad attendere che ne venisse a capo
>> occupandosi di portargli da mangiare e bere regolarmente ed intervenendo
>> quando si accorgeva che l’umano aveva bisogno di dormire. Edison non aveva
>> chiesto al betazoide di fargli da cane da guardia, il giovane lo aveva
>> semplicemente deciso dopo quella volta con i ferengi e non c’era stato
>> alcun modo per smuoverlo dalla sua decisione: ‘il suo vortice è piacevole
>> per me, signor Tucci, quasi ipnotico,’ gli aveva detto in tono categorico,
>> ‘preferisco lei al caos emotivo del resto della Hope’.
>>
>> Perciò erano ore che entrambi erano chiusi in laboratorio: lo scienziato
>> ad inseguire il suo tarlo ed il capo della sicurezza intento a leggere le
>> informazioni che Temlin gli aveva messo a disposizione. A Tucci la presenza
>> del betazoide non dava fastidio, gli era sufficiente che se ne stesse nel
>> suo angolo, in silenzio. Ogni tanto il giovane scienziato parlava ad alta
>> voce e talvolta gli sembrava che Basta gli rispondesse, ma, se anche lo
>> faceva, la sua mente registrava quelle risposte in automatico e subito se
>> ne dimenticava, persa com’era nel flusso delle acque vorticose che si
>> rincorrevano a spirale. L’idea del vortice era piaciuta subito ad Edison
>> perché rendeva perfettamente l’idea del percorso che il tarlo stava
>> scavando nel suo cervello ormai da troppo tempo.
>>
>> “Sarebbe meglio avere dei campioni di sangue del mutaforma perché così
>> potremmo capire meglio la tipologia della razza e…”
>>
>> “Li ho già richiesti, dalla Armand ci hanno risposto di averli messi a
>> disposizione della dottoressa, dovrebbe trovarli sulla consolle”.
>>
>> Il cervello di Tucci non registrò la risposta pacata di Basta, ma le sue
>> mani richiamarono il file che gli serviva ed egli si perse nuovamente
>> all’inseguimento del tarlo del quale ogni tanto vedeva la coda. Il
>> mutaforma non aveva agito da solo, eppure l’esito delle ricerche del
>> capitano Bueller alla festa sulla Armand non avevano portato a nessun
>> risultato.
>>
>> “Se si trattasse di qualcuno che era di turno, allora il capitano non
>> l’avrebbe mai potuto scoprire, non tutti erano invitati, quindi…”
>>
>> “Turni e presenze alla festa sono stati decisi da Xyr e dal primo
>> ufficiale dell’Armand sulla base dei suggerimenti che abbiamo dato loro per
>> far si che i sospetti principali fossero presenti”.
>>
>> Le dita di Tucci scorsero rapide sulla consolle aggiungendo informazioni
>> ad informazioni, le parole di Basta assorbite come se fossero state
>> semplicemente frutto dei suoi ragionamenti. Se i principali sospetti erano
>> stati alla festa e se c’era un altro mutaforma, allora chi era? Il tarlo
>> scavava nella sua mente seguendo il vortice che si arrotolava su se stesso.
>> No, in realtà non gli piaceva l’idea di Basta del vortice, aggiungeva solo
>> confusione. Perché il complice non era stato smascherato alla festa? Non
>> poteva essere un problema del sistema di rilevazione che lui e la
>> dottoressa Graham avevano ideato, lo escludeva nella maniera più
>> categorica, quindi erano sbagliati i sospetti o… si fermò e nello stesso
>> istante incrociò lo sguardo di Basta.
>>
>> “Ah, è ancora qui, bene, bene, mi serve la dottoressa e anche il signor
>> Doohan, dobbiamo lavorare un po’”.
>>
>> Senza dire nulla Basta interruppe il lavoro che stava facendo e chiamò i
>> diretti interessati.
>>
>> *U.S.S. Armand – Celle di Detenzione - 03 febbraio 2395 – Ore 15:00*
>>
>> Il mutaforma attendeva pazientemente, sapeva benissimo cosa significava
>> aspettare: l’aveva fatto sul pianeta, lo faceva ora. Attendere però lo
>> portava a pensare e questo non andava bene perché gli dava idee e lo faceva
>> dubitare e questo andava ancora peggio.
>>
>> Si era sdraiato sulla brandina con la schiena verso il campo di forza, un
>> braccio piegato sotto la testa, il respiro controllato. Non c’era stato
>> tanto movimento dopo la visita dell’infermiera, nessuno era venuto ancora
>> ad interrogarlo e nessuno l’aveva degnato di attenzione, ma sarebbero
>> arrivati, ne era certo, e doveva essere pronto per loro. Lo sarebbe stato.
>>
>> Una strana sensazione alle spalle lo indulse a voltarsi, davanti al campo
>> di forza c’era una magnifica femmina, dai capelli ramati e gli occhi
>> luminosi. Un tempo, quando era ancora libero, avrebbe fatto follie per una
>> donna del genere, ora invece i suoi occhi si socchiusero pieni di sospetto
>> e si tirò su a sedere lentamente, diffidente.
>>
>> “Buon pomeriggio”, lo salutò cortese l’ufficiale. Era giovane, molto più
>> degli standard della flotta stellare, e sembrava gentile, ma quello, lo
>> sapeva, era solo un bluff. Doveva appartenere all’equipaggio della Hope,
>> altrimenti una così non gli sarebbe mai sfuggita. “Sono il consigliere Caytlin
>> della U.S.S. Hope, ho pensato che le avrebbe fatto piacere parlare con me,
>> invece che con il signor Qass”.
>>
>> Uno sbuffo seccato sfuggì al mutaforma, aveva avuto modo di conoscere fin
>> troppo approfonditamente il boliano nel periodo in cui era stato a bordo
>> della Armand e più volte aveva pensato al suicidio come alternativa
>> all’eterno scorrere delle sue chiacchiere. La femmina incrociò le braccia
>> sul petto ed il suo sguardo inevitabilmente ne seguì il movimento, il
>> consigliere se ne accorse ed il sorriso le aumentò di qualche grado, al ché
>> il mutaforma digrignò i denti in un ghigno. Gli avevano detto di non
>> parlare, non di non guardare.
>>
>> “Non sarebbe più comodo nella sua forma naturale invece che in quella
>> dell’ambasciatore?” Suggerì il consigliere senza perdere la compostezza,
>> “sono certa che i panni di un vecchio imbolsito non la entusiasmano poi
>> tanto”, subito dopo si mordicchiò il labbro inferiore e scosse la testa
>> contrita, “mi scusi, non volevo offenderla, pensavo che non si vergognasse
>> del suo vero aspetto”.
>>
>> Al mutaforma sfuggì una risata divertita, se pensavano che una infante
>> come quella, per quanto bella, potesse convincerlo a dire anche solo una
>> parola avevano di gran lunga sottovalutato la sua razza, o forse era lui ad
>> aver sopravvalutato loro. Credevano che non conoscesse trucchi del genere?
>> Che fosse così ingenuo?
>>
>> La femmina sorrise un po’ smarrita alla sua risata. “Ho detto qualcosa di
>> sbagliato forse?” Poi sgranò gli occhi sorpresa, “vuol dire che non ha una
>> forma originaria? Nemmeno un po’ liquida? O aerea?”
>>
>> All’ultima parola il mutaforma si limitò ad imitare la posa del
>> consigliere, a braccia conserte e per un istante qualcosa nel suo volto
>> cambiò, un’ombra di sospetto si formò nel suo sguardo per svanire però
>> rapidamente mascherata da uno sbadiglio. Questa volta la femmina non disse
>> nulla fissando il suo volto con quegli occhi bellissimi e allo stesso tempo
>> inquietanti, il sorriso era scomparso dal suo viso e l’espressione non
>> sembrava più così ingenua come all’inizio.
>>
>> “La ringrazio del suo aiuto,” disse dopo qualche istante, “avviserò il
>> capitano che è stato davvero molto collaborativo”. Girò sui tacchi e si
>> allontanò mentre il mutaforma scattava in piedi con la bocca spalancata ed
>> un grido inarticolato sorpreso.
>>
>>
>>
>> *U.S.S. Armand – Ufficio del Capo della Sicurezza - 03 febbraio 2395 –
>> Contemporaneamente*
>>
>> “Funzionerà, deve funzionare”. Ferris Bueller camminava avanti ed
>> indietro alle spalle di Rest che fissava il monitor con calma glaciale.
>>
>> “Si calmi, capitano”, commentò in tono paziente il tattico della Hope e
>> Bueller si fermò di scatto per chinarsi sulle sue spalle.
>>
>> “Come va?”
>>
>> “Esattamente come pochi minuti fa, signore”, rispose senza scomporsi il
>> vulcaniano, “il consigliere non entrerà di certo nella cella, capitano, è
>> illogico preoccuparsi”.
>>
>> Bueller si raddrizzò con espressione offesa, “non sono preoccupato, sono
>> solo un po’ nervoso”.
>>
>> Astenendosi dal commentare sul quantitativo di nervosismo di Bueller Rest
>> si girò a fissarlo, “è stata sua l’idea di far parlare il mutaforma con
>> persone con le quali non avesse dimestichezza”, commentò mentre Bueller
>> annuiva ripetutamente.
>>
>> “Lo so, lo so”.
>>
>> “E’ sempre sua l’idea di usare il consigliere Caytlin perché il
>> consigliere…”.
>>
>> “…E’ molto meno ingenua di quello che sembra, lo so”. Bueller aveva
>> ripreso a camminare avanti ed indietro massaggiandosi la testa.
>>
>> “Non vedo pertanto perché dovrebbe essere agitato, sono certo che il
>> consigliere ha la situazione perfettamente sotto controllo”. Detto questo
>> tornò a fissare il monitor per poi aggiungere con calma serafica, “questo è
>> insolito”.
>>
>> Bueller gli fu subito addosso, gli occhi spalancati a seguire la figura
>> di Caytlin che si allontanava. “Cosa? Cosa?”
>>
>> Rest si raddrizzò costringendo Bueller ad allontanarsi di qualche
>> centimetro, “la reazione del mutaforma alle parole del consigliere”.
>>
>> “Quali par…”, ma Bueller fu interrotto dall’ingresso del tenente
>> comandante Temlin e di Caytlin.
>>
>> Il capo della sicurezza della Armand si fermò di scatto fissando Bueller
>> sorpreso: “mi dica capitano, come fa il signor Basta a sopportare tutta la
>> sua agitazione? Lei sta battendo persino il capitano Royce!”.
>>
>> A quelle parole Bueller rispose con una smorfia seccata per poi incalzare
>> Caytlin, “allora?”
>>
>> La risiana gli rispose accigliata: “E’ stato molto interessante”.
>>
>> “Davvero?”
>>
>> “Assolutamente”, intervenne Temlin andando verso la sua scrivania dopo
>> aver guardato leggermente accigliato Rest che si alzava dalla sua poltrona,
>> “consigliere le devo fare i miei complimenti per come ha condotto il
>> colloquio, quell’ultima frase è stata geniale”.
>>
>> Caytlin arrossì compiaciuta e mentalmente Bueller si annotò la cosa per
>> future indagini, “la ringrazio signore, ad una prima analisi direi che il
>> prigioniero è molto preoccupato dal fatto che qualcuno pensi che lui possa
>> esserci stato utile in qualche modo”.
>>
>> “Terrorizzato più che preoccupato”, confermò Temlin.
>>
>> “Ne deduciamo quindi che chiunque sia è più potente del mutaforma”,
>> commentò Rest facendo spazio al capo della sicurezza, e quindi più
>> pericoloso”.
>>
>> A quel punto Bueller si massaggiò la testa con un sospiro, “ma come lo
>> individuiamo?”
>>
>> =^= Basta a Bueller=^=. La voce del betazoide ruppe il silenzio in cui
>> tutti erano caduti.
>>
>> “Qui Bueller, mi dica Basta”.
>>
>> =^= Farebbe meglio a venire sulla Hope, signore, subito.=^=
>>
>>
>>
>>
>>
>> --
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>> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
>> occupati. Bertolt Brecht
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