[Stml17] [05.03 - Ghraan - L'avverso svolgersi degli eventi]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Gio 10 Nov 2016 13:14:10 CET


Ce l'ho fatta, infine. E' breve, ma spero piaccia lo stesso.

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*USS Hope - Plancia - 8 Aprile 2395 - Ore 18:59*

Entrare in plancia fu come entrare in aula nell'esatto momento della 
lettura dei giudizi semestrali di volo. Facce affrante, qualcuno quasi 
sotto shock, l'espressione di chi è stato messo infine di fronte alla 
dura realtà e vede crollare il proprio piccolo e sicuro mondo di 
illusioni. In generale, l'atmosfera era quella di un funerale 
particolarmente triste.

Normalmente a Ferris in quelle situazioni veniva sempre un po' da 
ridere. Per quanto potesse contare per loro, un giudizio di volo restava 
pur sempre soltanto un esame accademico. Si trattava di quella 
disperazione un po' comica che passa dopo una bevuta con una bella 
ragazza o la chiacchierata con un amico.

Questa volta, però, tutto era diverso. Non era certo questo che la 
Lennox doveva avere in mente quando li aveva spediti laggiù.

Mentre rimuginava cupamente sull'avverso svolgersi degli eventi che li 
aveva improvvisamente catapultati in quella situazione, Ferris prese 
posto nella poltrona centrale. Sentiva tutti gli occhi su di sè perchè, 
questo lo sapeva, pur essendo circondato dai suoi compagni, in quel 
momento era solo come lo sarebbe stato in futuro quando il grado che 
portava se lo fosse guadagnato sul campo.

L'equipaggio poteva fornire consigli, pareri, punti di vista, persino 
informazioni a lui del tutto sconosciute. Andavano ascoltati. Ma, in fin 
dei conti, era lui a dover decidere. E sarebbe sempre stato così. Per 
questo aveva rifiutato di fare la cosa più ovvia, avvertire Strauss e 
scaricare il problema su di lui. Quello e il fatto che, se alla fine per 
salvare tutte le loro coscienze avesse preso la decisione di 
intervenire, lui l'avrebbe sicuramente fermato.

Xyr era seduta accanto a lui, nella poltrona del primo ufficiale. Non 
tossicchiò, non disse nulla. Tutti si limitarono ad aspettare il suo 
ordine di levare le tende in un silenzio quasi doloroso. Quello o 
l'ordine di cercare un modo di salvare i due pianeti.

Passò un minuto, poi finalmente Ferris aprì bocca, prese fiato e... 
venne interrotto dall'ingresso in plancia di Strauss.

Tutte le teste si voltarono nella sua direzione e per un attimo lo 
stesso capitano parve stupito di trovarsi al centro di tanta attenzione. 
Battè le palpebre come se non si capacitasse di una tale reazione, poi 
sorrise e fece qualche passo avanti.

"Permesso di entrare in plancia?" chiese allegramente.

"Accordato..." rispose cautamente Ferris. "Cosa posso fare per lei...?"

"Oh, mi annoiavo giù al bar. Sono venuto a dare un'occhiata. Ma fate 
pure come se non ci fossi."

Strauss scosse le mani in aria e prese a passeggiare con calma intorno 
alla plancia.

Ignorarlo non era affatto facile. Era un po' come la proverbiale giraffa 
apparsa improvvisamente in salotto. Nessuno riusciva a staccargli gli 
occhi di dosso e, in qualche modo, tutti si sentivano un po' colpevoli, 
come bambini sorpresi con le mani nella marmellata.

In ogni caso Ferris doveva dare l'ordine. Aprì di nuova la bocca e...

"Si può sentire il messaggio di quella gente?" domandò Strauss in tono 
svagato. Poi alzò le mani, rendendosi conto di aver appena interrotto 
Bueller. "Oh, scusate. Come dicevo, fate come se non ci fossi... però se 
mentre non ci sono si potesse ascoltare quel messaggio..."

*USS Hope - Infermeria - 8 Aprile 2395 - Ore 19:07*

**

"Ne sei davvero convinto? Davvero?"

"Non vedo che altre possibilità ci siano. E credevo fossi tu quella che 
rispetta sempre le regole."

Melanne si morse leggermente il labbro e abbassò lo sguardo sul piano 
della scrivania dietro cui era seduta. Il blu delle emozioni che 
emanavano da lei si era scurito sin quasi al nero. Non era la prima 
volta che Lon sentiva quel particolare cambiamento in lei ed era sempre 
stato associato a momenti di grande stress. Negli anni precedenti, quei 
momenti erano stati rari ma erano aumentati con l'assegnazione alla 
Hope, specialmente dopo la sua esperienza di possessione da parte del 
mutaforma gassoso. Quell'occorrenza lo incuriosiva e allarmava al tempo 
stesso. Si appoggiò alla paratia alle sue spalle.

"La prima direttiva ha un scopo preciso," disse lei, in tono cauto, 
tornando ad osservarlo. "Questo lo so, non è una regola creata tanto per 
fare. Ma tu hai sentito quel messaggio?"

"L'ho sentito. Ed è terribile. Ma il regolamento, come hai detto tu, 
esiste per un motivo. Ci ho messo parecchio ad accettarlo," rispose Lon 
in tono pacato. "Non mi fa piacere, ma è così. E poi cosa vorresti fare? 
Sistemare il loro sole?"

"Io... non lo so," disse lei, alzandosi e girando intorno alla 
scrivania. "Ma se avessimo rispettato tutte le regole, il tenente ci 
sarebbe morto su quel pianeta. E noi con lui." disse, voltandosi a 
guardarlo.

"Lo so bene. Ma non stiamo parlando della stessa cosa."

"No? Si tratta comunque di sopravvivenza," disse Melanne e lì si fermò. 
Non era un terreno su cui si potesse camminare agevolmente, visti i 
trascorsi di Basta. Abbassò gli occhi e scosse la testa. "Non lo so. 
Davvero, non lo so," ripetè.

*USS Hope - Plancia - 8 Aprile 2395 - Ore 19:11*

**

Il messaggio inviato dal pianeta era breve e calmo. Non c'erano urla nè 
suppliche disperate. Chi l'aveva registrato era una donna dalla voce 
decisa ma gradevole.

"Il mio nome è Dasha Ran Teris e parlo a nome del mio popolo, dalla 
terra di Crellia. Non sappiamo se voi siate davvero là fuori, ma se 
qualcuno ci sta osservando crediamo di avere il diritto di saperlo. Se 
venite in pace, sarete i benvenuti in qualunque momento. Se venite in 
pace e avete le capacità di comprendere cosa ci sta succedendo, chiunque 
voi siate, qualunque siano gli dei a cui siete devoti... aiutateci."

Il messaggio si ripeteva ciclicamente. Strauss lo ascoltò con interesse. 
Alla seconda ripetizione Ferris alzò una mano ordinando di spegnere 
tutto. Sapere chi era quella gente aveva solo reso la cosa più 
difficile, o più facile, a seconda del punto di vista.

Strauss, le mani dietro la schiena, passeggiò fino al centro della 
plancia, gli occhi di tutti sempre addosso.

"E' un bel problema," commentò in un tono che sembrava suggerire 
l'esatto contrario. "Davvero un bel problema... proprio il tipo di 
problema che un capitano si trova spesso ad affrontare. Beh, magari non 
così spesso," aggiunse osservando lo schermo. "E' tutto qui?" domandò 
poi voltandosi verso Bueller.

"Sì," rispose lui.

"No," rispose Rest contemporaneamente.

La plancia si bloccò.

"No?" domandò Ferris, voltandosi lentamente.

"No," confermò Rest. "A quanto pare c'è una risposta."

"Una risposta da /chi/?" si inserì Xyr.

"Che interessante!" fece Strauss.

"Non ne ho idea. Di certo non siamo noi," aggiunse quasi 
frettolosamente. "Ma non posso triangolare il segnale." Il tono di lui 
suggeriva chiaramente come la mancanza di collaborazione da parte della 
consolle fosse, in modo molto vulcaniano, un chiaro affronto a lui e a 
tutti i suoi antenati. "Tuttavia, possiamo ascoltarlo."

"Beh... ascoltiamolo..." rispose Bueller, ancora vagamente suonato dalla 
sorpresa.

"Brava gente di Crellia. Non siamo devoti ad alcun dio, poichè noi 
stetti siamo gli dei. E siamo qui per salvarvi."

"Ah, beh," commentò Strauss nel silenzio generale.


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