[Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di virgole...

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 25 Ott 2016 17:47:05 CEST


Mi è piaciuto molto e sei stata brava a rendere il tormento interiore che i
ragazzi stanno affrontando e che ogni ufficiale prima o poi dovrà
affrontare... Soprattutto Bueller!
Direi molto bene!
S.

Il 25 ott 2016 16:12, "Franco Carretti" <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:

> Lo chiedi a noi? Sei tu la prossima :D
>
> *Sent:* Tuesday, October 25, 2016 at 3:56 PM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* Re: [Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di
> virgole...
> Bel brano, molto introspettivo. Vediamo che succederà.
>
> Il 25/10/2016 10:29, Silvia Brunati ha scritto:
>
> Eccoci, con un pezzo riflessivo... Spero di aver colto bene lo spirito e
> le opinioni di tutti. :)
>
>
>
> Silvia
>
>
>
> *USS Hope – Sala Tattica – 8 Aprile 2395 - Ore 18:50*
>
>
>
> Il capitano Ferris Bueller fissava accigliato la porta chiusa della sala
> tattica, la riunione era finita da circa un’ora ma lui sembrava non
> essersene accorto. Per la prima volta in vita sua, da quando era al comando
> della Hope sentiva il peso del ruolo. Qui non si trattava di salvare un
> ufficiale rapito, o trovarsi coinvolti in trame complottistiche, questa
> volta non poteva prendere una decisione con la stessa velocità con la quale
> si lanciava dietro a delle belle gambe. Un conto erano i ragionamenti
> teorici fatti a lezione, un’altra sapere che dalla propria azione, o
> inazione, dipendeva il destino di miliardi di persone. Cos’aveva detto Xyr
> ribattendo a Tucci?
>
> “La Prima Direttiva non può essere piegata a nostro piacimento, esiste per
> un motivo”. Eppure anche lei, persino lei, era sembrata turbata quando
> Rodriguez le aveva fatto notare che si parlava di esseri viventi che
> avevano avuto la sfortuna di non essere sufficientemente evoluti per
> trovare un modo per salvarsi. “Anzi,” aveva continuato con veemenza
> Rodriguez, “ci stanno così provando che sono stati in grado di capire che
> siamo qui e hanno cercato di contattarci”.
>
> Bueller spostò lo sguardo verso lo schermo spento. Salvare una, due o
> tutt’e tre le popolazioni? O nessuna? Intervenire sulla stella che stava
> collassando, come aveva suggerito Tucci, e sparire nel nulla opponendosi ad
> un destino inevitabile, e all’ammiraglio Lennox, o far finta di non aver
> sentito l’appello disperato di un popolo? E come hanno fatto a capire che
> siamo qui se non sono mai riusciti a superare il loro ‘muro’? Quest’ultima
> osservazione l’aveva fatta Basta, sempre pronto a trovare qualcosa che non
> andava dopo aver ascoltato la discussione a lungo in silenzio. Che poi,
> cosa aveva così tanto da ascoltare? Non gli erano bastati tutti questi mesi
> per capire com’era fatto ciascuno di loro e imparare a fidarsi? Anche il
> betazoide sembrava bloccato da un muro, dal quale usciva solo raramente, al
> punto che Bueller si era più volte chiesto cosa bisognasse fare per avere
> quell’onore a parte essere la dottoressa Graahn. Quelle parole, però, gli
> si erano piantate nel cervello e non solo a lui. Luna, cui erano brillati
> gli occhi quanto le avevano spiegato perché l’avevano convocata d’urgenza,
> si era subito avvicinata a Tucci e insieme avevano iniziato a guardato gli
> schemi di rotazione dei pianeti per capire di più della tecnologia della
> civiltà misteriosa: “sono orbite quelle?” Aveva chiesto indicando qualcosa
> all’ufficiale scientifico. Caytlin nel frattempo, dopo aver guardato Rest,
> trincerato dietro il suo sguardo impassibile fisso su Xyr ed il suo volto
> pallido, aveva sospirato e si era alzata richiamando per tutti sullo
> schermo le immagini del sistema Cheyrou. “Prima Direttiva,” aveva
> annunciato e Bueller si era lasciato sfuggire un gemito all’idea di una
> lezione guadagnandosi un’occhiataccia dalla risiana. “Quando si entra in
> contatto con un pianeta che si sta sviluppando in modo autonomo verso una
> civiltà tecnologica, un ufficiale non deve fare nessun accenno alla propria
> identità o alla propria missione, né interferire con lo sviluppo sociale di
> tale pianeta, né far riferimenti allo spazio, ad altri mondi o a civiltà
> più avanzate”. Aveva fatto una pausa come per dare il tempo a tutti loro di
> digerire ogni singola parola. “Siamo tutti d’accordo che il nocciolo della
> questione sia questo”, aveva ripreso poi, “abbiamo stabilito un contatto
> con un pianeta,” aveva indicato Cheyron 2, “o parte di esso. Ma cosa ci
> chiedono esattamente?” Aveva sollevato la mano per fermare Rest che stava
> offrendo la risposta alla sua domanda retorica, “cosa sanno esattamente di
> noi? E come possiamo scoprirlo? Ma soprattutto, qualora decidessimo di fare
> qualcosa, che ne sarà degli altri?” Aveva concluso puntando il dito su
> Cheyron 1 e Bueller l’aveva guardata affascinato dalla determinazione dei
> suoi splendidi occhi grigi, e, ancor di più, da come era andata dritta al
> punto.
>
> “Il futuro di questi popoli è segnato dal destino o dalla sfortuna,
> scegliete quella che preferite”, con un sorrisetto cinico Luna aveva
> interrotto la discussione con Tucci per offrire la sua opinione, “se non
> fossimo stati qui il pensiero della loro morte non ci avrebbe nemmeno
> sfiorati, sarebbe stata solo una notizia fra le tante che probabilmente non
> avremmo nemmeno notato”.
>
> “Ma siamo qui”, aveva ribattuto Melanne Graahn, “e non possiamo
> ignorarlo”. Non aveva aggiunto altro ma era evidente che avrebbe voluto
> farlo.
>
> “La Prima Direttiva parla chiaro”, la voce di Lon Basta aveva sorpreso un
> po’ tutti perché aveva rotto un silenzio imbarazzato, Bueller si era
> augurato che non se ne uscisse aggiungendo un altro dubbio, “e il
> comportamento che dovremmo tenere è quello di rispettarla”, il suo sguardo
> si era posato per un istante sulla trill prima di proseguire, “dato che gli
> abitanti di Cheryon 2 si sono accorti della nostra presenza, in
> ottemperanza al regolamento dovremmo prima di tutto scoprire cosa hanno
> scoperto di noi e sulla nostra tecnologia e, solo sulla base di quello
> prendere una decisione”. Il betazoide, appoggiando quello che aveva poco
> prima detto Caytlin, non aveva offerto soluzioni, ma tempo e Bueller
> l’aveva apprezzato. Tempo era quello di cui avevano bisogno.
>
> “Quindi il suo suggerimento sarebbe quello di…?” Aveva chiesto il capitano
> anche se aveva capito benissimo dove volesse andare a parare Basta.
>
> “Indagare e scoprire e, nel frattempo, in osservanza ai regolamenti, non
> rispondere ai tentativi di contatto”.
>
> Sarebbe stato facile per lui sostenere che quella non era una decisione
> che gli competeva, non era un ‘vero’ capitano, gli sarebbe bastato chiamare
> Strauss e passare a lui la palla. Questa possibilità, che l’avrebbe di
> fatto sollevato dal compiere delle scelte, gli lasciava però l’amaro in
> bocca. Non aveva importanza che il suo fosse solo un incarico temporaneo,
> lui *era* il capitano della Hope e, fino a quando avesse ricoperto quel
> ruolo, l’avrebbe fatto al meglio delle sue possibilità. Se questa volta si
> fosse tirato indietro, cos’avrebbe fatto quando quei gradi, che ora portava
> per concessione, una smorfia infastidita gli attraversò il viso, se li
> fosse guadagnati diritto? Non avrebbe potuto chiedere aiuto a Strauss in
> quel caso. Ma se questa decisione, qualunque cosa avesse deciso, fosse
> stata sbagliata? Non sarebbe stato arrogante da parte sua pensare di poter
> risolvere la situazione senza aiuto?
>
> “La sua età e la sua inesperienza le danno tutto il diritto di chiedere
> aiuto a chi è più esperto”, gli aveva detto una volta Strauss in un raro
> momento di lucidità versandogli da bere, “questo non significa però che il
> consiglio che riceverà sia quello giusto”. L’aveva fissato con un
> sorrisetto ironico, “essere capitano non è solo una questione di bei voti”.
>
> Bueller si alzò di scatto dalla poltrona che all’improvviso gli sembrava
> scomoda.
>
> =^= Qui Basta, siamo pronti a partire al suo comando =^=
>
> Non c’era più tempo, il capitano Ferris Bueller raddrizzò le spalle e
> portò la mano al comunicatore.
>
> =^= Qui Bueller, sto arrivando. =^=
>
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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> Capitano Ferris Bueller
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> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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