[Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di virgole...

Maddalena vampitrill a gmail.com
Mar 25 Ott 2016 19:36:14 CEST


Oh, ca... volo. Ok, però sono un po' indietro in questo periodo e non so 
se ce la faccio a stare nei tempi. Farò del mio meglio.

Il 25/10/2016 16:11, Franco Carretti ha scritto:
> Lo chiedi a noi? Sei tu la prossima :D
> *Sent:* Tuesday, October 25, 2016 at 3:56 PM
> *From:* Maddalena <vampitrill a gmail.com>
> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> *Subject:* Re: [Stml17] 05.02 - Lon Basta - E' solo una questione di 
> virgole...
> Bel brano, molto introspettivo. Vediamo che succederà.
> Il 25/10/2016 10:29, Silvia Brunati ha scritto:
>
>     Eccoci, con un pezzo riflessivo... Spero di aver colto bene lo
>     spirito e le opinioni di tutti. :)
>
>     Silvia
>
>     *USS Hope – Sala Tattica – 8 Aprile 2395 - Ore 18:50*
>
>     Il capitano Ferris Bueller fissava accigliato la porta chiusa
>     della sala tattica, la riunione era finita da circa un’ora ma lui
>     sembrava non essersene accorto. Per la prima volta in vita sua, da
>     quando era al comando della Hope sentiva il peso del ruolo. Qui
>     non si trattava di salvare un ufficiale rapito, o trovarsi
>     coinvolti in trame complottistiche, questa volta non poteva
>     prendere una decisione con la stessa velocità con la quale si
>     lanciava dietro a delle belle gambe. Un conto erano i ragionamenti
>     teorici fatti a lezione, un’altra sapere che dalla propria azione,
>     o inazione, dipendeva il destino di miliardi di persone. Cos’aveva
>     detto Xyr ribattendo a Tucci?
>
>     “La Prima Direttiva non può essere piegata a nostro piacimento,
>     esiste per un motivo”. Eppure anche lei, persino lei, era sembrata
>     turbata quando Rodriguez le aveva fatto notare che si parlava di
>     esseri viventi che avevano avuto la sfortuna di non essere
>     sufficientemente evoluti per trovare un modo per salvarsi. “Anzi,”
>     aveva continuato con veemenza Rodriguez, “ci stanno così provando
>     che sono stati in grado di capire che siamo qui e hanno cercato di
>     contattarci”.
>
>     Bueller spostò lo sguardo verso lo schermo spento. Salvare una,
>     due o tutt’e tre le popolazioni? O nessuna? Intervenire sulla
>     stella che stava collassando, come aveva suggerito Tucci, e
>     sparire nel nulla opponendosi ad un destino inevitabile, e
>     all’ammiraglio Lennox, o far finta di non aver sentito l’appello
>     disperato di un popolo? E come hanno fatto a capire che siamo qui
>     se non sono mai riusciti a superare il loro ‘muro’? Quest’ultima
>     osservazione l’aveva fatta Basta, sempre pronto a trovare qualcosa
>     che non andava dopo aver ascoltato la discussione a lungo in
>     silenzio. Che poi, cosa aveva così tanto da ascoltare? Non gli
>     erano bastati tutti questi mesi per capire com’era fatto ciascuno
>     di loro e imparare a fidarsi? Anche il betazoide sembrava bloccato
>     da un muro, dal quale usciva solo raramente, al punto che Bueller
>     si era più volte chiesto cosa bisognasse fare per avere
>     quell’onore a parte essere la dottoressa Graahn. Quelle parole,
>     però, gli si erano piantate nel cervello e non solo a lui. Luna,
>     cui erano brillati gli occhi quanto le avevano spiegato perché
>     l’avevano convocata d’urgenza, si era subito avvicinata a Tucci e
>     insieme avevano iniziato a guardato gli schemi di rotazione dei
>     pianeti per capire di più della tecnologia della civiltà
>     misteriosa: “sono orbite quelle?” Aveva chiesto indicando qualcosa
>     all’ufficiale scientifico. Caytlin nel frattempo, dopo aver
>     guardato Rest, trincerato dietro il suo sguardo impassibile fisso
>     su Xyr ed il suo volto pallido, aveva sospirato e si era alzata
>     richiamando per tutti sullo schermo le immagini del sistema
>     Cheyrou. “Prima Direttiva,” aveva annunciato e Bueller si era
>     lasciato sfuggire un gemito all’idea di una lezione guadagnandosi
>     un’occhiataccia dalla risiana. “Quando si entra in contatto con un
>     pianeta che si sta sviluppando in modo autonomo verso una civiltà
>     tecnologica, un ufficiale non deve fare nessun accenno alla
>     propria identità o alla propria missione, né interferire con lo
>     sviluppo sociale di tale pianeta, né far riferimenti allo spazio,
>     ad altri mondi o a civiltà più avanzate”. Aveva fatto una pausa
>     come per dare il tempo a tutti loro di digerire ogni singola
>     parola. “Siamo tutti d’accordo che il nocciolo della questione sia
>     questo”, aveva ripreso poi, “abbiamo stabilito un contatto con un
>     pianeta,” aveva indicato Cheyron 2, “o parte di esso. Ma cosa ci
>     chiedono esattamente?” Aveva sollevato la mano per fermare Rest
>     che stava offrendo la risposta alla sua domanda retorica, “cosa
>     sanno esattamente di noi? E come possiamo scoprirlo? Ma
>     soprattutto, qualora decidessimo di fare qualcosa, che ne sarà
>     degli altri?” Aveva concluso puntando il dito su Cheyron 1 e
>     Bueller l’aveva guardata affascinato dalla determinazione dei suoi
>     splendidi occhi grigi, e, ancor di più, da come era andata dritta
>     al punto.
>
>     “Il futuro di questi popoli è segnato dal destino o dalla
>     sfortuna, scegliete quella che preferite”, con un sorrisetto
>     cinico Luna aveva interrotto la discussione con Tucci per offrire
>     la sua opinione, “se non fossimo stati qui il pensiero della loro
>     morte non ci avrebbe nemmeno sfiorati, sarebbe stata solo una
>     notizia fra le tante che probabilmente non avremmo nemmeno notato”.
>
>     “Ma siamo qui”, aveva ribattuto Melanne Graahn, “e non possiamo
>     ignorarlo”. Non aveva aggiunto altro ma era evidente che avrebbe
>     voluto farlo.
>
>     “La Prima Direttiva parla chiaro”, la voce di Lon Basta aveva
>     sorpreso un po’ tutti perché aveva rotto un silenzio imbarazzato,
>     Bueller si era augurato che non se ne uscisse aggiungendo un altro
>     dubbio, “e il comportamento che dovremmo tenere è quello di
>     rispettarla”, il suo sguardo si era posato per un istante sulla
>     trill prima di proseguire, “dato che gli abitanti di Cheryon 2 si
>     sono accorti della nostra presenza, in ottemperanza al regolamento
>     dovremmo prima di tutto scoprire cosa hanno scoperto di noi e
>     sulla nostra tecnologia e, solo sulla base di quello prendere una
>     decisione”. Il betazoide, appoggiando quello che aveva poco prima
>     detto Caytlin, non aveva offerto soluzioni, ma tempo e Bueller
>     l’aveva apprezzato. Tempo era quello di cui avevano bisogno.
>
>     “Quindi il suo suggerimento sarebbe quello di…?” Aveva chiesto il
>     capitano anche se aveva capito benissimo dove volesse andare a
>     parare Basta.
>
>     “Indagare e scoprire e, nel frattempo, in osservanza ai
>     regolamenti, non rispondere ai tentativi di contatto”.
>
>     Sarebbe stato facile per lui sostenere che quella non era una
>     decisione che gli competeva, non era un ‘vero’ capitano, gli
>     sarebbe bastato chiamare Strauss e passare a lui la palla. Questa
>     possibilità, che l’avrebbe di fatto sollevato dal compiere delle
>     scelte, gli lasciava però l’amaro in bocca. Non aveva importanza
>     che il suo fosse solo un incarico temporaneo, lui /era/ il
>     capitano della Hope e, fino a quando avesse ricoperto quel ruolo,
>     l’avrebbe fatto al meglio delle sue possibilità. Se questa volta
>     si fosse tirato indietro, cos’avrebbe fatto quando quei gradi, che
>     ora portava per concessione, una smorfia infastidita gli
>     attraversò il viso, se li fosse guadagnati diritto? Non avrebbe
>     potuto chiedere aiuto a Strauss in quel caso. Ma se questa
>     decisione, qualunque cosa avesse deciso, fosse stata sbagliata?
>     Non sarebbe stato arrogante da parte sua pensare di poter
>     risolvere la situazione senza aiuto?
>
>     “La sua età e la sua inesperienza le danno tutto il diritto di
>     chiedere aiuto a chi è più esperto”, gli aveva detto una volta
>     Strauss in un raro momento di lucidità versandogli da bere,
>     “questo non significa però che il consiglio che riceverà sia
>     quello giusto”. L’aveva fissato con un sorrisetto ironico, “essere
>     capitano non è solo una questione di bei voti”.
>
>     Bueller si alzò di scatto dalla poltrona che all’improvviso gli
>     sembrava scomoda.
>
>     =^= Qui Basta, siamo pronti a partire al suo comando =^=
>
>     Non c’era più tempo, il capitano Ferris Bueller raddrizzò le
>     spalle e portò la mano al comunicatore.
>
>     =^= Qui Bueller, sto arrivando. =^=
>
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>     Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti
>     erano occupati. Bertolt Brecht
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> Capitano Ferris Bueller
> USS Hope - NCC-25122
> Skype Combadge: Silente69
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> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F. 
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
>
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