[Stml17] [F. Bueller - 08.01] I giorni passano

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Lun 7 Ago 2017 09:49:17 CEST


Bello!
Mi piace come sta andando avanti la storia. :)

Silvia

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno 7 agosto 2017 09:40, Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
scritto:

> Dato che sono gli uomini della Hope, anche se non lo sanno, ho pensato che
> comunque avrebbero attirato guai.
>
>
> =================================
> Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 28/07/2396 - Ore 05:22
> I corpi di Rest e Basta giacevano raggomitolati in posizione fetale. La
> piccola cella, che era ormai da giorni divenuta la loro casa, era
> illuminata debolmente da una luce di emergenza posta sopra la porta.
> Sebbene i due sembrassero profondamente addormentati, in realtà erano ben
> svegli.
> "Stanno arrivando..." avvertì Rest con un filo di voce.
> "E' sicuro di farcela?" domandò Lon per l'ennesima volta sussurrando senza
> aprire gli occhi.
> "Il precedente tentativo è stato quasi sufficiente. Ma ci sono solo il 58%
> di possibilità di riuscita." rispose il vulcaniano senza muovere un muscolo.
> "Bene... allora mi affido a lei." entrambi aprirono gli occhi e si
> guardarono. Nei giorni passati in reclusione i due avevano un po' imparato
> a capirsi.
>
> Rest doveva ammetere di iniziare ad apprezzare il lato silenzioso e
> riflessivo di Basta. Rifletteva su ogni proposta cercando, per quanto
> possibile per un non vulcaniano, di elaborare strategie e proporre idee.
> Lon, dal canto suo, aveva ammesso con se stesso che le capacità di Rest
> erano di molto superiori alle sue, eppure, nonostante questo, il vulcaniano
> era molto più simile a Tucci di quanto pensasse. Come Edison, Rest sembrava
> inciampare su problemi pratici dimostrando la sua scarsa capacità di
> adattarsi alla vita normale. Probabilmente su una nave vulcaniana, Rest
> avrebbe fatto faville, ma come molti della sua razza si trovava spaesato
> quando si incontrava con la vita di gente comune che mostrava le proprie
> emozioni. Il betazoide era certo che l'egocentricità dei vulcaniani fosse
> solo un'armatura per non permettere agli altri di avvicinarsi troppo.
>
> Il gas uscì sibilando. Lon guardò ancora per un attivo il collega e poi fu
> tutto buio.
>
>
>
> Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore
> 09:22
> Ferris stava chattando con tre segretarie di altrettanti piani,
> districandosi abilmente fra false promesse e buoni propositi. Erano stati
> giorni duri per lui con quella Xyr che gli stava sempre addosso cercando il
> più piccolo errore nella sua condotta. Fortunatamente una delle dirigenti,
> una bionda donna d'affari, dai modi imperiosi ma dall'appetito sessuale
> insaziabile, era dalla sua parte, vanificando ogni tentativo della sua
> avversaria di farlo cacciare dall'azienda.
>
> La luce della segreteria lampeggiò in rosso mettendo subito in allarme il
> giovane che chiuse immediatamente le finestre di chat e posizionò i faldoni
> dei documenti ben visibili davanti a lui. Un attimo dopo un deciso bussare
> risuonò nella stanza.
> Ferris sospirò. "Avanti!"
>
> Xyr fece il suo ingresso trasportando tra le braccia una voluminosa
> documentazione.
>
> "Buongiorno!" la salutò con scarso entusiasmo guardando abbattuto il
> contenuto delle sue braccia.
> "Non è un buongiorno signor Bueller, non lo è mai quando vengo a
> trovarla." sbuffò lei irritata lasciando andare il faldone sulla scrivania.
> "Che cosa ho fatto questa volta?" chiese lui sconsolato.
> "Si tratta del tessuto che stiamo preparando per le tute degli astronauti.
> E' un contratto enorme per la nostra azienda e non possiamo permetterci
> errori!"
> "E che centro io? Di questo se ne occupa direttamente l'amministratore
> delegato."
> "Lei però si è occupato dei materiali, guardi qui."
>
> La donna sfogliò qualche pagina e poi voltò la documentazione.
>
> In effetti sul documento c'era la sua firma, però non ricordava quella
> documentazione. Eppure leggeva sempre attentamente quello che firmava per
> non rischiare spiacevoli sorprese.
>
> "Non ricordo questo documento..." mormorò meditabondo, lasciando correre
> sull' "immaginavo" ricevuto in risposta.
>
> "C'è qualcosa che non va però..." continuò "Guardi qui." Ferris voltò di
> nuovo il documento e mostrò i dati del tessuto.
> "Non va bene... le tute di questo tipo dovrebbero avere fibre di alluminio
> nella loro struttura." I due si guardarono frastornati.
> "Come ha fatto a capirlo?" chiese lui guardandola intensamente.
> "Non lo so... mi pareva palese." Rispose lei incupendosi "Forse è qualcosa
> che ho letto..."
> "Beh io sono quasi certo di non aver mai letto niente di così noioso,
> eppure ero sicuro che queste fibre non andassero bene."
> "Ci vorrebbe qualcuno che ne sa più di noi..." propose Xyr riflessiva.
> "Chiamiamo il Signor Tucci." propose Ferris, aprì la bocca come per dire
> qualcosa ma poi scosse la testa confuso. "Ecco qua guardi, sulla
> documentazione c'è il nome di uno scienziato che ci ha fatto da consulente.
> Un astrofisico teorico."
> "Come sapeva il nome del consulente?" chiese Xyr mentre il nome dello
> scienziato le rimbalzava nella testa.
> "Devo averlo letto prima..." dedusse lui poco convinto.
> "Meglio non chiamarlo... andiamo direttamente da lui."
>
>
>
>
> Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396,
> Ore: 09:56
> Il viaggio sulla spider di Ferris era stato molto silenzioso. Entrambi i
> giovani erano immersi nei loro pensieri. Il giovane si sorprendeva ogni
> tanto a guardare la collega. Un po' perchè si rendeva conto solo ora di
> quanto fosse attraente, un po' perchè gli sembrava che le mancasse qualcosa
> sulla testa. Un cappello forse?
>
> Giunti all'osservatorio i due attraversarono la grande hall schivando
> studenti e professori che si muovevano indaffarati lungo i corridoi
> dell'università. Chiesero informazioni ad una boriosa segretaria e presero
> l'ascensore che li avrebbe portati all'osservatorio.
>
> La sala principale era gremita di studentesse nonostante non ci fosse
> nessuna esposizione e nessuna lezione. Il posto sembrava anzi in fase di
> ristrutturazione. Al centro dell'attenzione delle ragazze era un giovane
> dall'aspetto terrorizzato e rosso come un peperone. Ferris sorrise
> divertito per poi chiedersi perchè lo stesse facendo.
>
> "Ve lo ripeto, non sono un professore e l'osservatorio è chiuso per
> ristrutturazione." Balbettò il giovane ingegnere cercando di spalmarsi
> sulla parete per schivare le avances delle sue spasimanti.
> "Sempre la solita storia..." borbottò Xyr avanzando con passo marziale.
> "Voi! Non avete lezione?" sbraitò la ragazza come un sergente istruttore a
> soldati indisciplinati. La filippica che ne seguì fece scappare le ragazze
> dissolvendo la folla come neve al sole.
> "Grazie mille signore." sospirò Doohan quando anche Ferris li raggiunse. I
> tre si guardarono per alcuni istanti come se si riconoscessero, ma poi
> scossero il capo come a voler scacciare una nebbia che gli offuscava i
> ricordi.
> "Stiamo cercando il Signor Tucci." disse Ferris per superare quel momento
> di imbarazzato silenzio.
> "Certo... vi accompagno." rispose il giovane facendo strada.
>
> Edison Ray Tucci, era immerso nei calcoli da ore. La lavagna davanti a lui
> era piena di formule matematiche. Si stupiva di come gli fosse facile
> comprenderne il significato, sebbene molte di esse non rientrassero nella
> sua sfera di competenza. Non si accorse minimamente dell'ingresso delle
> persone nel suo studio e neppure delle prime due volte che lo chiamarono.
> "Signor Tucci!" ripetà per la terza volta Xyr portando esasperata le mani
> ai fianchi.
> "Lasci fare a me..." propose Ferris prendendo il documento e mettendolo
> davanti agli occhi del giovane interrompendo così la sua visuale sulla
> lavagna.
> "Cosa..." domandò lo scienziato prendendo il foglio "No qui è tutto
> sbagliato. Manca la fibra di alluminio!" disse iniziando a stendere dei
> calcoli matematici nell'unico angolo disponibile della già piena superficie
> nera.
> "Signor Tucci!" sibilò ancora Xyr e Edison fece un salto girandosi.
> "Comandan..." si fermò inciampando su quel titolo altisonante che stava
> per sfuggirgli dalle labbra. "Scusatemi... ci conosciamo?"
>
> I quattro si fissarono intensamente. Era palese per tutti che ci fosse una
> sorta di riconoscimento fra loro. Niente di effettivo, ma come una specie
> di deja-vu o un ricordo lontano sbiadito dal tempo.
> "Non credo..." rispose Ferris in modo poco convinto. "Comunque siamo
> venuti qui per chiederle spiegazioni. Secondo la documentazione della
> nostra azienda, questi sono i progetti per la costruzione delle tute
> spaziali per il prossimo programma spaziale di Nuwe Berria. Dati che lei ci
> ha fornito."
> "Impossibile, io sono un astrofisico, studio la meteria celeste, non me ne
> intendo di questa roba."
> "Allora come ha fatto a capire che manca la fibra di alluminio?" chiese
> Xyr incrociando le braccia al petto. All'inizio Xyr aveva pensato ad un
> errore del progettista che poteva portare un danno economico enorme
> all'azienda, ma quando lo aveva visto aveva subito capito che di quel
> giovane si poteva fidare. Non capiva perchè ma se lo sentiva.
> "Non lo so..." rispose Tucci confuso.
>
>
>
> Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - Bar dell'ospedale - 28/07/2396,
> Ore: 10:00
> "Buongiorno, è ancora qui?" chiese Melanne guardando il giovane che pochi
> giorni prima l'aveva interpellata lungo i corridoi di pediatria.
> "Oh! E' lei dottoressa!" rispose il ragazzo sorridendo.
> "Sebbene sia onorata nel sentirmi chiamare in quel modo, è meglio se la
> smette se non vuole farmi finire nei guai. Sono infermiera." rispose lei
> divertita. "Ancora mal di schiena?"
> "Si signora, i medici dicono che non ho niente eppure continua a farmi
> male. E' sicura di non potermi dare un'occhiata? So che lei non è una
> dottoressa, ma non so perchè sono certo che lei possa fare qualcosa."
> "Signor... Rodriguez..." disse dopo che il giovane si presentò. "Sono un
> infermiera e di un genere totalmente differente da quello che le serve."
> "La prego..." gli occhi del giovane si trasformarono in due pozze languide
> simili a quelle di un cucciolo in cerca di attenzione. Nonostante le
> intenzioni di Melanne di sfruttare la propria pausa pranzo per leggere un
> trattato di medicina vascolare che si era curiosamente trovata a comprare
> in libreria senza sapere il perchè, la giovane si decise a fare un
> tentativo.
> "E va bene, ma solo perchè mi è simpatico." Venga con me.
>
> I due raggiunsero un laboratorio libero e Paulo si tolse la camicia
> sedendosi sul lettino diagnostico. Melanne controllò l'area della schiena
> dove il giovae sentiva dolore senza però riscontrare nessuna anomalia o
> gonfiore.
> "Non è che mi sta prendendo per i fondelli vero?" chiese lei guardandolo
> con sguardo critico.
> "Le giuro che non è come pensa, non sto cercando di appropiarmi di
> medicine da rivendere!" esclamò subito lui mettendo le mani avanti.
> "Non pensavo quello..." rispose l'infermiera, anche se quel sospetto aveva
> fatto capolino non appena l'aveva incontrato. "Pensavo più ad un tentativo
> di attaccare bottone..."
> "Ma lei non è fidanzata?" chiese Paulo titubante. "Non so perchè ma ho
> come la sensazione che fare la corte a lei sia deleterio per la salute."
> Disse scherzosamente notando però lo sguardo della ragazza che si incupiva.
> "Ho detto qualcosa di sbagliato?"
> "No... certo che no." Eppure anche lei aveva l'impressione che qualcosa o
> qualcuno mancasse nella sua vita. Come se l'ombra che sempre la seguiva e
> vegliava su di lei, di colpo se ne fosse andata.
>
> "Si tolga le scarpe..." ordinò quasi senza pensarci per poi controllare la
> pianta dei piedi "Ecco qua, c'è un infiammazione alla pianta del piede, di
> certo deve avere infiammato il nervo sciatico e lei ha cambiato
> inconsciamente la sua postura provocandosi il mal di schiena. Prenda questi
> antibiotici." Disse prendendo delle pastiglie da un armadietto.
> "E' sicura di non essere una dottoressa?" chiese Paulo ingoiandone una e
> infilando le altre in tasca.
> "Certo, sono solo un'infermiera, perchè?"
> "Beh... sono stato da cinque medici e nessuno a minimamente pensato a
> guardare le piante dei piedi."
> "Strano..." pensò lei, eppure l'aveva capito subito che poteva essere
> quella la causa solo vedendolo camminare. Come se conoscesse da sempre
> l'andatura di quel giovane. Forse era più brava di quanto pensasse... forse
> poteva davvero studiare medicina.
>
> "Senta, io mi occupo di logistica, ho una piccola compagnia di...
> trasporti e quindi non so quanto le possa essere utile, ma se ha bisogno
> di... qualcosa, non esiti a chiedere, farò qualsiasi cosa per ricambiare il
> favore."
> "Non credo, ma non si preoccupi, è il mio lavoro. Torni comunque fra una
> settimana e le darò un'occhiata." Il giovane era sincero, ma le giuste
> pause nella frase avevano fatto capire a Melanne che quei trasporti, alle
> volte, non erano molto legali. Chissà perchè Melanne se l'aspettava.
>
>
>
> Nuwe Berria - Fightertown Base, pista 15 - 28/07/2396, Ore 12:34
> Luna scese dalla carlinga del jet supersonico slacciandosi il casco. Certo
> era solo il jet adibito alle simulazioni, ma dopo pochi secondi dall'inizio
> del test era facile abbandonarsi alla simulazione e considerarla reale.
> L'adrenalina scorreva ancora nel suo corpo, aveva usato alcune manovre che
> aveva inventato durante le ore di solitudine in caserma. Ore che adesso
> però passava in compagnia di una insegnante di scuola elementare dai
> capelli rossi.
> "Eih Jones che ne dici di farci compagnia a pranzo?" domandarono alcuni
> piloti tentando l'ennesimo abbordaggio.
> "Mi dispiace ragazzi, ma ho un appuntamento!" esclamò lei divertita.
> "Chi è il fortunato?" La giovane indicò verso la recinzione che divideva
> la base militare dal suolo civile dove una bellissima giovane dai capelli
> rossi la salutò con una mano.
> "Ecco adesso siamo veramente invidiosi, possiamo partecipare?" chiese uno
> dei piloti, un giovane dall'aspetto sbarazzino molto famoso fra le
> soldatesse.
> "Mi dispiace Fer..." si fermò un attimo e si voltò guardando il giovane.
> Per un attimo l'aveva scambiato per un altro, qualcuno che avrebbe
> certamente fatto una battuta simile in una situazione analoga, ma chi?
>
> Ci rimuginò per qualche attimo, ma era come se tutti i suoni e gli odori
> della zona facessero di tutto per distrarla e alla fine, quando raggiunse
> la bella insegnante, si era dimenticata tutto.
>
> "Ciao rossa!" le due si scambiarono un leggero bacio per poi dirigersi
> verso una colorata coperta su cui era posato un tavolo da pic nic.
> "Tutto bene oggi?" chiese Caytlin
> "Non quanto volare davvero, ma mi sono divertita."
> "Hai chiesto il permesso per farmi visitare la base?" chiese la rossa
> sorridendo.
> "Ancora no, devo beccare l'ufficiale giusto e di buon umore. E' un periodo
> difficile, alla base c'è il prototipo di una nuova navetta e quindi i
> lasciapassa vengono rilasciati col contagocce. Come mai così tanto
> interesse?"
> "Mi piace vedere dove lavora la mia ragazza!" esclamò lei evasiva.
>
> Luna avrebbe voluto approfondire l'interesse della rossa, dato che la
> stava assillando da giorni per visitare la base, ma i baci della ragazza
> erano talmente fantastici che ben presto dimenticò cosa voleva chiederle.
>
>
>
> USS Hope - Ufficio del Capitano - 28/07/2396, Ore 14:54
> Ferris chiuse la comunicazione con l'Ammiragliato e sospirò. Davanti a
> loro Xyr e Strauss, seduti sulle poltroncine davanti alla scrivania fecero
> un cenno di assenso.
> "Non è andata male no?" chiese cercando conferma.
> "Meglio del previsto - rispose Xyr - ha fatto un ottimo lavoro Capitano.
> Come sempre del resto."
>
> I due si sorrisero e si alzarono per tornare in plancia.
>
> "Viene Signor Strauss?" chiese Bueller guardando l'uomo ancora seduto al
> suo posto.
> "Vengo ragazzi, stavo solo pensando ad altro. Andate pure!" rispose
> allegro.
>
> I due giovani uscirono dalla stanza e lo sguardo sospettoso del Capitano
> Strauss li seguì.
>
>
>
>
> ====================================
> Capitano Ferris Bueller
> USS Hope - NCC-25122
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: ferris.bueller a mail.com
> www.starfleetitaly.it/hope
> ===================================
> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
>
> _______________________________________________
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