[Stml17] [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mer 11 Gen 2017 16:35:58 CET
Bellissimo brano, molto divertente!
Il 10/01/2017 10:03, Franco Carretti ha scritto:
> Veramente ben fatto ed esilarante... il battibeccare dei due Q è
> fantastico :D
> Un lavoro da 10!
>
>
>
> Sent: Monday, January 09, 2017 at 11:42 PM
> From: "Massimo Gallo" <keranydd a gmail.com>
> To: "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
> Subject: [Stml17] [Xyr del Clan Clos - 05.07] Antichi Dei
>
> Sfidando panettoni, pranzi e cene sono riuscito finalmente a scrivere
> il pezzo.
> Scusate il ritardo ma davvero faccio meno fatica quando lavoro di
> quando sono in ferie 😦
> Come sempre commenti e critiche sono i benvenuti.
> Ciao ciao
> ====================================
> Crellia – Capitale - 9 aprile 2395 - Ore 01:45
> Se mai possibile gli occhi di Worrk si spalancarono ancora di più. Il
> disgregatore Klingon aveva sortito l'effetto voluto da Ferris.
> La stessa espressione sbigottita era impressa sul viso di Dasha.
> "Fermatevi subito! Eretici! La collera degli Dei sarà terribile.
> Divino Worrk perdona il tuo popolo! Tu che hai assunto le fattezze di
> uno hykku delle montagne per dimostrarci quanto il nostro mondo sia
> ormai pieno di impurità, ignoranza e avidità.” A queste parole seguì
> un inchino talmente profondo che Dasha si ritrovò prostrata a terra.
> “Cosa sarebbe questo hykku delle montagne?” chiese un perplesso
> Bueller sottovoce.
> “Più o meno quello che voi terrestri chiamate maiale.” Gli rispose
> Quoo che sembrò essersi materializzato dal nulla accanto a Bueller.
> “In effetti un po’ gli somiglia. Dovrò ricordarmelo alla prossima
> creazione.”
> Ferris si voltò verso lo strano addetto alla sicurezza.
> “Mi potrebbe ripetere un’altra volta da che pianeta viene lei?”
> Nel frattempo Caytlin si era accovacciata accanto a Dasha e
> aiutandola ad alzarsi cercò di calmarla.
> “Non ti preoccupare. Noi siamo....ecco.... vediamo.... i Protettori?”
> Qin strizzò un occhio da cui sembrò uscire una scintilla.
> Dasha la guardò fissa per qualche istante poi spostò lo sguardo verso
> Bueller e quella strana arma che usava per minacciare un Dio.
> Immediatamente si rigettò a terra prostrandosi ancora di più, ma
> questa volta rivolta verso Caytlin.
> “Mia Signora!!!!! Siete tornati!!!!!”
> Caytlin fu colta di sorpresa.
> “Mai mai mai avrei pensato di avere l’onore di incontrare un
> Protettore degli Antichi e Meravigliosi Dei che ci salvarono con la
> loro infinita bontà ormai 2000 anni fa. Voi che siete i loro baluardi,
> voi che per anni avete vegliato sul Tempio del Sapere mantenendo
> sempre accesa la Sacra Fiaccola.”
> Quuo si avvicinò a Qin.
> “Solo per curiosità.... cosa stai combinando?”
> “Beh, già ci venerano come Divinità, perchè non dare un po’ di colore
> alla cosa. Poi mi piace l’espressione vuota che assume il giovane
> Capitano quando non sa cosa sta succedendo. È un mix di barbara
> ignoranza e sensualità.”
> “Non dico non sia giusto venerarci. Come detto niente di nuovo, anche
> se resta sempre piacevole vedere esseri inferiori cercare di leccarci
> le estremità. Quello che non capisco è questa storia della Fiaccola,
> dei baluardi, dei Protettori. Dove vuoi arrivare? Vuoi cercare di
> aiutare quell’umano, vero? Eravamo d’accordo nel non barare.”
> “Disse il Q che ha permesso ad una nave di pirati di trovarsi
> casualmente in questo sistema e di rispondere ad un messaggio debole
> ed innocuo come quello Crelliano..... Mi vuoi dire che tu non ne sai
> nulla? Che quella nave stava passando di qui per caso in un sistema
> che sta per collassare e sempre per caso ha intercettato un messaggio
> proveniente da un pianeta? E che sempre per caso era un pianeta sotto
> la mia protezione?”
> “Ecco..... ma chissà cosa stanno facendo sulla Hope. Cara Q torno
> subito.....”
>
>
> USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 02:05
> “Cosa vuol dire che non possono tornare indietro?”
> Xyr era seduta sulla poltrona del Capitano mentre Tucci stava cercando
> di spiegare in parole comprensibili che il teletrasporto usato da
> Bueller e dall’away team era di sola andata.
> “Esattamente quello che ho detto. Non possono tornare usando la stessa
> tecnologia.”
> “Esattamente Signor Tucci, la stessa tecnologia. Fra 20 minuti una
> squadra guidata dal Signor Basta sarà pronta ad assaltare quello che
> resta di quel Falco da Guerra. Secondo il piano ideato da Rest con il
> supporto di Jones e di Doohan noi dovremmo limitare i danni
> supportando l’azione con la Hope. Per fare questo ho bisogno di sapere
> che Bueller, Caytlin, Rodriguez e i due della sicurezza di cui non
> ricordo i nomi, non sono un problema.”
> Tucci la guardò vacuo.
> “Tucci?”
> Lo sguardò dell’Ufficiale Scientifico passò dal vacuo al perso in una
> galassia lontana.
> Un ripetuto schioccare di dita richiamò la sua attenzione.
> “Signor Tucci, quello che il facente funzioni di Primo Ufficiale sta
> cercando di ottenere da lei è una spiegazione del perchè dal Falco da
> Guerra sono stati in grado di teletrasportarsi sul pianeta e anche di
> ritornare. Lei potrebbe obiettare che sono scesi in 5 e uno non ha
> superato lo scudo, sono risaliti in 3 e solo 1 sembra non sia perso
> per lo spazio. Questo vuol dire che almeno un sopravvissuto c’è quindi
> si può tornare. Magari capire come loro ci sono riusciti? Ovviamente
> utilizzando solo i sensori passivi come abbiamo fatto fino ad ora. Non
> vogliamo rovinare la sorpresa facendogli capire che siamo qui. Giusto?”
> Xyr fece un cenno di ringraziamento a Strauss. Lei aveva ancora un
> sacco di problemi nel discutere con Tucci. Non era ancora riuscita a
> entrare nella testa dell’umano per cercare di capirlo. Odiava dover
> ripetere le cose più volte e con Tucci era d’obbligo ripetere le cose
> più volte. Era sicuramente un genio, ma era anche estremamente fastidioso.
> “Ah ecco. Beh, il Capitano mi aveva chiesto di modificare il suo
> metodo basato su un teletrasporto di emergenza utilizzando le
> comunicazioni. Non mi aveva detto di pensare ad un metodo alternativo.”
> Xyr si iniziò a massaggiare una tempia.
> “Tucci, quanto le serve per tirare fuori quei quattro dal pianeta?”
> “Quattro? Ma non erano cinque?”
> “Sono fortemente tentata di dimenticarmi di Bueller. Ok, cinque.
> Quanto le serve?”
> “Beh, più che quanto, direi cosa mi serve.”
> Tucci riprese a guardare Xyr pensieroso.
> L’andoriana fece altrettanto anche se i suoi pensieri erano sempre più
> indirizzati al chiudere Tucci in qualche siluro quantico e a premere
> con un sorriso il tasto FIRE.
> “Tucci, glielo sto per chiedere con il massimo della gentilezza
> possibile. COSA DIAVOLO LE SERVE???”
> L’ultima frase l’aveva urlata direttamente in viso a Tucci dopo essere
> scattata in piedi.
> L’umano fece un passo indietro spaventato.
> “Mi serve un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen.”
> “Beh, poteva dirlo subito. Ha trenta minuti per farmi avere il
> dettaglio di cosa le serve per realizzare il suo piano.”
> “Trenta minuti? Ma.... mi serviranno giorni solo per trovare i
> dettagli tecnici, poi altri giorni per replicare i componenti, poi per
> fare i calcoli non so quanto servirà....”
> “Ventinove minuti.”
> Tucci sbiancò all’ultima frase di Xyr e corse fuori dalla plancia.
> Luna si voltò dal timone verso il Primo Ufficiale.
> “Un paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen? Perchè mi ricorda qualcosa
> di impossibile che ho studiato da poco? Aveva a che fare con delle
> particelle correlate quantisticamente. Violerebbe parecchie leggi
> della fisica a partire dal principio di località.”
> Xyr guardò quasi stupita il cadetto Jones.
> “Esatto signor Jones. Teletrasporto quantistico. In pratica non è il
> corpo ad attraversare lo spazio-tempo dal punto di partenza al punto
> di arrivo, ma un’onda che porta l’informazione. Tucci vuole creare
> qualcosa di decisamente pericoloso, ma forse qualcosa su quel Falco da
> Guerra può aiutarci. Signor Basta, crede di poter modificare il suo
> piano di assalto in un più tranquillo piano di spionaggio definiamolo
> industriale?”
> Il capo della sicurezza fece un leggero cenno positivo del capo.
> “Cosa ha in mente?”
> “Voglio essere sicura di non distruggere qualsiasi cosa sia su quella
> nave e che possa tornarci utile per recuperare i nostri colleghi.
> Appena Tucci ci porterà l’elenco di quello che gli serve, lei con una
> squadra scelta lo accompagnerà su quella nave e cercherete il
> necessario. Domande?”
>
>
> Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 03:25
> Bueller si girò su se stesso un paio di volte con lo sguardo verso l’alto.
> "Questa stanza è gigantesca. La Hope ci starebbe comoda dentro."
> Rodriguez si sfregò gli occhi infastidito. "Non vogliamo dire qualcosa
> sui colori delle pareti?"
> "Beh. In effetti...."
> "Questo edificio è stato costruito secoli fa sulle rovine del Primo
> Tempio. Quando la Sacra Fiaccola si spense e voi Protettori ci
> lasciaste, i nostri antenati persero la fede. Il Tempio man mano cadde
> in rovina. Furono secoli bui, le popolazioni crebbero, i villaggi
> divennero paesi, poi città e il tempio fu inglobato e sepolto. Un
> centinaio di anni fa scavi per costruire nuove fondamenta riportarono
> alla luce una parte completamente sana di vecchie mura. Nessuna
> tecnica da noi conosciuta riuscì a scalfire quelle mura e si gridò al
> miracolo. Partirono subito delle opere per edificare questo piccolo
> contributo alla memoria di Dei dimenticati. Per chiedere perdono, voi
> capite. Vi prego di rimanere qui a godervi la magnificienza di questo
> nuovo tempio. Spero sia di vostro gradimento. Ho contattato il
> Consiglio dei Grandi e ho cominciato a spiegar loro del vostro
> ritorno. Vogliono incontrarvi per condurvi alle porte delle vecchie mura.”
> Caytlin sorrise a Dasha mentre Bueller e Rodriguez fecero un cenno di
> congedo con la testa permettendo alla rappresentante Crelliana di
> allontanarsi.
> “Questo sarebbe il ringraziamento per averli salvati anni fa? Voi
> esseri inferiori....”
> Bueller si voltò verso Qin.
> “Mi scusi, ma non credo di aver capito.”
> La donna si voltò verso il giovane Capitano sorridendo e guardandolo
> in modo esageratamente esplicito.
> “Vorrei fossimo soli.... ho detto vorrei fossimo soli.... Tutta questa
> cosa è nuova per me e la tensione mi fa brutti scherzi. Per fortuna ho
> lei vicino Capitano. Posso abbracciarla?”
> Bueller deglutì rumorosamente mentre qualche goccia di sudore scese da
> sotto il cappello che indossava.
> “Ehm... magari dopo... Ma cambiando discorso. Consigliere, giusto una
> domanda che mi frulla per la testa da un’oretta. Chi diavolo sono
> questi Protettori?”
> Caytlin era seduta composta e rilassata in attesa del ritorno di Dasha
> e sfoderando il suo più disarmante sorriso spiegò che aveva letto dei
> Protettori durante le sue ricerche sugli usi e costumi dei Crelliani.
> Aveva provato a citarli quando era stata messa alle strette da Dasha.
> Non si aspettava una simile reazione da parte della Crelliana.
> “Consigliere, fingersi Dei o semidei non mi sembra sia esattamente
> confacente alla Prima Direttiva.”
> “Coff coff coff, disse il prode Capitano che puntò un disgregatore
> klingoniano in bocca ad un Dio......”
> Rodriguez pronunciò la frase quasi sovrappensiero.
> Il Capo Operazioni stava osservando curioso alcune pietre preziose
> incastonate in una colonna. Per dire la verità ne stava discutendo
> sottovoce con Worrk che alternava movimenti con la testa annuendo o
> negando.
> Rodriguez aveva recuperato dei legacci che tenevano le braccia del
> Ferengi legate dietro la schiena e dopo qualche minuto di lamentele da
> parte dello stesso era riuscito a trovare un bavaglio per far smettere
> il piccolo alieno di parlare. Tuttora Worrk non poteva deliziare i
> presenti con le sue divine parole.
>
>
> USS Hope – 9 aprile 2395 - Ore 03:30
> Da qualche minuto Xyr aveva lasciato la sala tattica e passato a Rest
> e Strauss il Comando della Hope.
> Tucci aveva portato l’elenco delle sue richieste per il recupero
> dell’away team come concordato. Il tutto insieme a una serie infinita
> di tecnicismi che le erano risultati incomprensibili per il 60%.
> Il restante 40% aveva deciso di non valutarlo perchè era convinta di
> averlo capito, ma di ricordare chiaramente fosse stato inserito nei
> corsi all’Accademia come Teorico e Virtualmente Impossibile.
> Era nuovamente di fronte a dei dilemmi.
> Normalmente si rifugiava facilmente dietro ai suoi amati Regolamenti
> per trovare le risposte che cercava. Questa volta il primo dilemma
> rimaneva di natura etica. Vite senzienti contro Prima Direttiva.
> Nonostante il tempo e le discussioni che aveva affrontato facendosi
> scudo con articoli e commi si stava rendendo conto che la sua corazza
> si stava incrinando.
> Il secondo dilemma invece era di natura puramente tattica.
> Bueller le aveva chiesto di dirigere le operazioni di assalto al Falco
> da Guerra.
> Scelta corretta da parte del Capitano.
> Lei aveva deciso di rinviare l’assalto diretto modificando l’approccio
> in un’operazione di mordi e fuggi.
> Bueller aveva agito nuovamente di impulso mettendo a repentaglio la
> propria vita.
> Scelta errata del Capitano.
> Tucci era stato categorico. Aveva trovato una via di fuga dal pianeta
> per il team, ma gli servivano una serie di attrezzature che sulla Hope
> non c’erano. Rodriguez sarebbe stato in grado di procurarne alcune, ma
> ovviamente Bueller si era premunito di portarlo con sè togliendolo
> alla Hope.
> Scelta errata del Capitano.
> Rest aveva ipotizzato con una percentuale del 93,2% che se il Falco da
> Guerra era riuscito a trovare un mezzo per far risalire i propri
> uomini, voleva dire che aveva qualcosa che la Hope non aveva e che
> l’equipaggio della Hope non conosceva.
> Ora stava a lei dover decidere come muoversi.
> Dovevano agire su tre fronti.
> Primo fronte. Missione sul Falco da Guerra.
> Serviva un team ridotto, ma esperto. Lon Basta li avrebbe guidati. Di
> lui aveva imparato a fidarsi. Tucci doveva farne parte. Non potevano
> permettersi perdite di tempo o comunicazioni che sarebbero state
> intercettate e l’ufficiale scientifico doveva decidere sul posto come
> muoversi. Tucci non era tuttavia in grado di muoversi furtivamente sul
> Falco da Guerra e Basta avrebbe faticato parecchio a mantenere in vita
> il suo team con una mina vagante come Tucci. Jones li avrebbe portati
> con il suo B’rel occultato e di conseguenza la Hope avrebbe perso il
> suo miglior timoniere.
> Secondo fronte. Hope pronta a supportare un’eventuale scontro a fuoco
> con il Falco da Guerra.
> Senza i migliori uomini ai propri posti la Hope non avrebbe avuto
> alcuna possibilità. La Jones avrebbe dovuto essere al timone e non sul
> B’rel.
> Terzo fronte. Il pianeta per recuperare l’away team.
> Da un’oretta tutte le comunicazioni dal pianeta erano interrotte. Per
> qualche strano motivo lo scudo stava bloccando qualsiasi segnale. Non
> potevano sapere se il team fosse vivo o comunicare con loro. Se
> Bueller aveva pensato a questa eventualità si era scordato di
> comunicarlo al resto della nave.
> L’unico modo di avvertirli era di organizzare tutto dalla Hope e
> mandare qualcuno sul pianeta a recuperarli con le corrette
> informazioni. Inoltre era necessario che sul pianeta ci fosse anche un
> medico. La dottoressa Graahn era stata categorica su questo punto. Non
> potevamo sapere se qualcuno del team fosse vivo, morto, ferito,
> malato. Non potevamo sapere che tipo di tecnologia medica si fosse
> sviluppata sul pianeta. Era un salto nel buio e la dottoressa era la
> persona con la maggior esperienza sulla nave. Per quanto “esperienza”
> fosse un termine importante per un guardiamarina.
> Era in effetti la persona giusta per poter prendere decisioni di
> emergenza sul campo. Il resto del suo team poteva far fronte a
> emergenze sulla nave. Questo voleva dire spostare un altro membro
> dell’equipaggio dalla Hope e dirottarlo fuori dalla nave.
> Quindi con Capitano, Capo OPS e Consigliere a terra, Timoniere, Capo
> Sicurezza, Ufficiale Scientifico in missione sul Falco, sulla Hope
> sarebbero restati come Ufficiali superiori solo Rest come tattico,
> Doohan in sala macchine, Graahn come Ufficiale Medico ma quest’ultima
> pronta a scendere sul pianeta per fare la crocerossina e lei come
> Primo Ufficiale.
> Sul pianeta non avrebbe avuto senso mandare la dottoressa da sola,
> Doohan non avrebbe saputo nemmeno trovare la strada per la sala
> teletrasporto e Rest era fondamentale in Plancia.
> Restavano due opzioni. Strauss o lei ste....
>
>
> Il passo di Xyr si bloccò a mezza altezza. Tutto intorno risultò immobile.
> Una sola figura sembrava a suo agio in questo fermo immagine.
> Q si avvicinò all’andoriana.
> “Come possiate pensare a tutte queste cose inutili contemporaneamente
> con un cervello primitivo come il vostro, mi ha sempre affascinato.
> Aveste anche solo un milionesimo del potere del mio mignolo..... Però,
> pensandoci bene.... potrebbe essere interessante provare in effetti....”
> Dalla parete emerse il viso di Q sotto le spoglie di Qin.
> “Non si bara.....”
> Il Q maschio sospirò.
> “Non avevi un pianeta di cui occuparti tu?”
> “Sono onnipotente come lo sei tu. Posso essere in due posti
> contemporaneamente come te. Niente più trucchi. La nostra scommessa
> non è ancora conclusa. Non sono convinta che Bueller rinuncerà così
> facilmente a salvare questo popolo.”
> “Ma io mi sto annoiando. Non possiamo accellerare un po’ i tempi?”
> “Concordo con te che questi esseri sono moooolto lenti, ma non tutti
> possono essere Q. O meglio tutti potrebbero se noi volessimo, ma noi
> non vogliamo, vero? Ora torna con me sul pianeta. Stanno per adorarci
> e sarà divertentissimo.”
>
>
> ...ssa.
> Xyr proseguì per la sua strada che la conduceva nei suoi alloggi.
> Appena Tucci e il team Basta fossero riusciti a capire come
> riprendersi il capitano Bueller, lei e Graahn sarebbero scese sul
> pianeta per avvertire Bueller e spiegargli cosa fare. Se li avessero
> trovati ancora vivi.
> “Quell’uomo mi farà impazzire. Probabilmente conoscendolo sarà
> riuscito a mettersi nei guai e ora sarà in qualche situazione mortale.”
>
>
> Crellia - Capitale – 9 aprile 2395 - Ore 05:09
> “Fiuuuu. Se mangio ancora un grammo di qualcosa posso davvero morire.”
> Bueller si stiracchiò sulla sedia che i Crelliani avevano preparato
> per loro attorno ad un tavolo riccamente imbandito. Avevano passato
> l’ultima ora a ricevere inchini, elogi, regali. Un ricchissimo
> banchetto si era materializzato davanti a loro e loro ne avevano
> approfittato.
> Il Consiglio dei Grandi aveva fatto finalmente capolino dopo essersi
> defilato all’arrivo del divino Worrk.
> In quel caso la povera Dasha era stata lasciata sola ad affrontare la
> cosa. Ora che il pericolo sembrava scomparso tutti si stavano
> pavoneggiando davanti a loro.
> Un gruppo di Crelliani era stato incaricato di preparare il vecchio
> tempio per il ritorno dei Protettori.
> Dasha si avvicinò a Bueller.
> “Magnifico, la strada per il tempio è ora pronta. Volete farci l’onore
> di seguirci?”
> Il gruppo si incamminò dietro i Crelliani.
> L’opulenza della stanza principale ricolpì Ferris. Tutto era
> esageratamente imponente e ricco. Non si poteva dire lo stesso della
> città. Sembrava tutte le maggiori ricchezze della Capitale fossero
> state impiegate nel nuovo tempio.
> Dietro un cancello di vetro dalla forma strana si aprì una stanza
> bianca con al centro una scala.
> “Già i colori del salone principale sfidavano la decenza, ma anche i
> cancelli a forma di lettera dell’alfabeto? L’architetto dovrebbe
> essere fucilato.”
> “Pensavo di essere io, ma Paulo, mi hai appena confermato di non
> essere totalmente impazzito. A me quel cancello sembra una grossa q.
> Consigliere che ne pensa?”
> Caytlin si soffermò un attimo sul cancello.
> “A me ricorda moltissimo la khiks risiana. La trentanovesima lettera
> del nostro alfabeto principale. Non ricordavo ci fossero lettere
> comuni nei nostri alfabeti.”
> “Mah, sarà solo un caso. Dove sono gli addetti alla sicurezza? Ah
> eccoli lì. Scusate, a voi cosa ricorda questo cancello?”
> Gli occhi di Qin sembravano luminosi come due gemme. Bueller ne rimase
> folgorato.
> “Direi che mi ricordano la perfezione delle cascate ioniche su Lotorn
> VI, la potenza di una nuvola Ghjlsa quando implodendo genera un nuovo
> microverso, i soli quadrupli sovrapposti che fra un millennio
> illumineranno la Via Lattea...”
> La Q si fermò un istante a osservare la faccia allibita di Bueller.
> “Intendevo che sì, hanno fatto un buon lavoro, credo che i loro Dei
> possano sentirsi abbastanza soddifatti del risultato. Tu che ne pensi
> Quoo?”
> Q guardò il cancello.
> “È una porta di vetro.”
> Bueller sospirò e ritornò accanto a Caytlin.
> Il gruppo entrò all’interno della stanza bianca.
> Scesero lentamente le scale.
> Bueller continuava a rivedere quel simbolo in ogni angolo. Quella
> strana q era sui sostegni delle lampade, sui bordi delle porte, sugli
> intarsi del mobilio che adornava il corridoio. Gli stessi pomelli
> delle porte erano forgiati in quella forma.
> Man mano che proseguirono nel corridoio le stanze cominciarono a
> cambiare materiale di costruzione.
> Quello che all’inizio sembrava un materiale dalla brillantezza
> eccessiva, era ora sostituito da un muro di mattoni o argilla o
> qualsiasi cosa avessero utilizzato per far stare su quelle pareti.
> Sembrava un viaggio nel tempo a ritroso.
> L’ultima porta di legno fu aperta direttamente da Dasha che con un
> inchino fece segno a Bueller di precederli all’interno.
> Il Capitano della Hope non tergiversò e guidò il gruppo.
> Alte mura scavate direttamente nella pietra erano le pareti. Il
> soffitto naturale era almeno a 15 metri di altezza. Un caldo tepore
> proveniva dal pavimento levigato.
> Dei graffiti e dei bassorilievi adornavano buona parte della stanza.
> Al centro di ogni rappresentazione c’era sempre una figura luminosa,
> ma dalle fattezze femminili.
> Sulla parete di fondo un’anacronistica stoffa copriva almeno 20 metri
> quadri del muro. Disegnata sopra vi era una figura dall’aspetto
> familiare che apriva le braccia come ad accogliere e proteggere chi la
> guardava.
> Il viso nella figura ricordava a Bueller qualcuno, ma non riusciva a
> focalizzare chi.
> Al centro della stanza quattro statue reggevano una grossa fiaccola
> anch’essa in pietra.
> Le quattro statue rappresentavano la figura già vista nella stoffa in
> diversi atteggiamenti: allegra, irosa, sensuale, pensierosa.
> Bueller e Rodriguez si avvicinarono per osservare meglio quei visi.
> “A te non ricorda qualcuno?”
> “Stavo pensando proprio quello. Non riesco a mettere a fuoco però.”
> “Nemmeno io. Magari Caytlin può aiutarci. Consigliere potrebbe....”
> La rossa Risiana stava muovendo alternativamente la testa prima alle
> statue, poi alla stoffa sul muro e infine alla donna della squadra di
> sicurezza. Tutto questo per diverse volte.
> Bueller si trovò a fare lo stesso percorso.
> Statue, stoffa, Qin. Statue, stoffa, Qin.
> Statue...
> Stoffa...
> Qin...
> Qualcosa non gli tornava.
> La porta alle loro spalle si chiuse con un tonfo lasciando i cinque
> della Hope e Worrk all’interno. Un chiavistello completò la cacofonia.
> La fiaccola al centro della stanza cominciò a brillare e
> improvvisamente Bueller si sentì svenire.
>
>
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> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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